Kurt Vonnegut L'APOCALISSE -...

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KurtVonnegutRICORDANDOL'APOCALISSEEaltriscrittinuovieineditisullaguerraesullapace

Feltrinelli

TraduzionediVincenzoMantovani

©GiangiacomoFeltrinelliEditore

MilanoPrimaedizionenellacollana“INarratori”settembre2008

ISBNedizionecartacea:

9788807017650

INTRODUZIONE

Hosempreavutolamassimafiduciainciòchescrivo,eglialtrisembranoaverelamassimafiduciainciòchescrivoquantopiùmiesprimodafigliodi

Indianapolis,cheèquellochesono.Comesecifossimopresiatorteinfaccia.COSÌKURT,FACENDOUNBILANCIODEIRISULTATIOTTENUTIDALMOVIMENTOANTIBELLICISTANELCORSO

DELLAGUERRANELVIETNAM

Scrivereerapermiopadreuneserciziospirituale,l’unicacosaincuicredesseveramente.Avrebbevolutometterelecoseaposto,manonpensòmaicheisuoiscrittipotesseroavereungrandeeffettosulloro

andamento.IsuoimodellieranoGiona,Lincoln,MelvilleeTwain.Scrivevaeriscriveva,

ripetendoinfinitevolteabassavoceciòcheavevaappenascritto,gesticolando,cambiandoiltonoeilritmodelleparole.Poifacevaunapausa,restavalìconariameditabonda,

strappavadallamacchinadascrivereilfoglioappenascritto,loappallottolava,lobuttavaviaericominciavadacapo.Ameparevaunostranomododipassareiltempoperunadulto,maerosolounbambinoeignoravotantecose.Inmateriadi

linguaggioavevauna

marciainpiù.Aottant’annierottifacevaancoraicruciverbadel“NewYorkTimes”rapidamenteeainchiostroesenzamaichiedereaiuto.Appenaglispiegaicheilverbostavaall’ultimoposto,fuingradoditradurreaprimavistalaversionedilatinochemiavevanoassegnato

comecompitoacasa,senzaaveremaistudiatoillatino.Isuoiromanzi,idiscorsi,iraccontiepersinoisoffiettideirisvoltidicopertinaeranoscritticongrandecura.ChicredecheiraccontioisaggidiKurtglivenisserofacilmenteofosseroimprovvisatinonsièmaicimentatoinquestaattività.

Unadellesuestoriellepreferiteriguardavauntiziochefacevacontrabbandodicarriole.Ognigiorno,perannieanni,ildoganiereperquisìaccuratamentelacarrioladiquest’uomo.Finalmente,quando

stavaperandareinpensione,ildoganiereglidisse:“Siamodiventatiamici.Ho

perquisitolatuacarriolaognigiornopermoltianni.Dicos’èchefaicontrabbando?”.“Amicomio,iofaccio

contrabbandodicarriole.”SpessoKurtrideva

cosìfragorosamentedellepropriestoriellechearrivavaapiegarsiindue,alzandogliocchiconlatestatralegambe.Selarisata

provocavaunaccessoditosse,lafaccendapotevadiventarepiuttostoinquietante.Quandomilamentai

perchémiavevanodatosolocinquantadollariperunarticolocheavevarichiestounasettimanadilavoro,midissechedovevocalcolarequantomisarebbecostatopubblicareunannuncio

diduepagineperinformarelagentechesapevoscrivere.

Chiunquescrivesseocercassediscrivere,perKurteraspeciale.Eluierasempreprontoadaiutarli.Piùdiunavoltal’hosentitoparlarelentamenteecongrandesollecitudineconqualcheubriaconeche

erariuscitoatelefonarglipersaperecomesifaacostruireunraccontoounastoriellacomequelladellacarriola.“Chiera?”“Nonloso.”

QuandoKurtscriveva,eracomeseandasseincercadiqualcosa.Sapeva,perchéeragià

successo,cheseavessecontinuatoamettereunpiededietrol’altroavrebbepotutoimbattersiinqualcosadibuono,elavorarcisuefarlosuo.Maanchesequestoeragiàaccadutoparecchievolte,Kurtnonavevamoltafiduciainsestesso.Temevacheognibuonaideacheglivenivainmente

potesseesserel’ultima,echeilsuccessocheavevaavutopotesseridursiesfumare.Silagnavadiaverele

gambetroppomagreedinonessereunbuongiocatoreditennis.Noneramai

contento,manonriuscivaanasconderedeltuttolagioiacheprovavaquandoscrivevaqualcosadi

bello.Imomentipiùinfelici

dellasuavitaeranoquelli–mesiemesi,eunavoltaunannointero–incuisisentiva“bloccato”.Letentavatuttepersbloccarsi,maeramoltodiffidenteversolapsichiatria,cheloinnervosiva.Quandoavevoventiquattrooventicinqueannisi

lasciòsfuggirechetemevachelaterapiapotesseriadattarloericondurloallanormalità,equellasarebbestatalafinedelsuolavorodiscrittore.Cercaiditranquillizzarlodicendoglicheglipsichiatrinoneranocapaciditanto.“Senonriescia

scrivereconchiarezza,

probabilmentenonhaineancheleideechiarecomecredi,”midiceva.Sepensatecheinciòchehascrittoc’èqualcosadisciatto,forseaveteragione,marileggetelo,tantoperesseresicuri.

Unragazzochediventamaggiorennenell’IndianadurantelaDepressionedecideche

vuolfareloscrittore,chevuolediventareunoscrittorefamoso,edèpropriocosìcheandrannolecose.Quanteprobabilitàc’erano?Kurttiròunpiattodispaghetticontroilmuroesifecesubitoun’ideadicosasarebberimastoattaccato.

Quandoavevosedici

anni,nonriuscìaottenereunpostodiinsegnanted’inglesealCommunityCollegediCapeCod.Miamadreraccontavadiquandoentravanellelibrerieedandounnomefalsoordinavaisuoilibriperchéfosseroalmenosuibanchiemagariqualcunolicomprasse.CinqueannidopopubblicòMattatoioN.5

efirmòuncontrattodaunmilionedidollariperunaseriediromanzi.Civolleuncertotempoperabituarsi.Oggi,perlamaggiorpartedellagente,cheKurtsiaunoscrittoredisuccesso,epersinofamoso,èunacosa“naturale”.Perme,èunacosachemoltofacilmenteavrebbepotutonon

verificarsimai.Dicevaspessoche

avevadovutodiventareunoscrittoreperchénoneracapacedifarealtro.Noneracapacedifarel’impiegato.Ametàdegliannicinquantafuassuntoperbrevetempodallarivista“SportsIllustrated”.Sipresentò,eglichieserodiscrivereunbreve

articolosuuncavallodacorsacheavevasaltatolabarrieraecercatodiscappare.Kurtfissòilfogliobiancopertuttalamattina,poiscrisse:“Ilcavallohasaltatoquellabarrieradelcazzo”eseneandò,ridiventandounlavoratoreautonomo.Nonhomai

conosciutounapersona

menointeressataalcibodilui.Eraunaccanitofumatore,equestoc’entravaqualcosa.Quandosilagnavachelasuavitaerastatatroppolunga,glidicevocheDioeracuriosodisaperequantesigarettepotevafumareunessereumano,echenonpotevafaramenodichiedersicosasarebbe

uscitolaprossimavoltadallaboccadiKurt.Ciòcherendevadifficileprenderloseriamentequandodicevadiesserefinitoedinonaveraltrodadireerailfattocheavevacominciatoadirlointornoaiquarant’anni,echeaottantaepiùcontinuavaancoraasorprenderelagenteeasfornarerobabuona.

Lacosapiùradicalechepossiamopensare,lapiùaudace,ècheforsevallapenadilavoraresodoemeditareprofondamenteeleggereconattenzioneescriverecolmassimoimpegnoecercaredirendersiutili.Eraunoscrittoreche

credevanellamagiadelprocesso:siaciòchelo

scriverefacevaperlui,siaciòchepotevafareperilettori.Iltempoel’attenzionedellettoreperluieranosacri.Ilsuorapportoconlagenteeravisceraleeaduelivelli,perchésirendevacontocheilcontenutononètuttalastoria.Kurtècomeunadrogaponteouncalzascarpe.Quandoillettorehavarcatola

soglia,altriscrittoridiventanoaccessibili.“C’èancoraqualcuno

chemileggeanchedopoaverfinitolascuola?”

Insegnavacomenarrarestorieeinsegnavaailettoricomeleggere.Isuoiscritticontinuerannoafarloperunpezzo.Eraedèunsovversivo,ma

nonnelsensochecredelagente.Eralapersonamenostrambacheioabbiamaiconosciuto.Nientedroga.Nientemacchineveloci.Hasemprecercatodi

staredallapartedegliangeli.NoncredevachesarebbescoppiatalaguerrainIraq,finchénonscoppiò.Fuperluiungrande

dolore,nonperchégliimportassetantodell’Iraq,maperchéamaval’AmericaecredevachelaterraeilpopolodiLincolneTwainavrebberotrovatoilmododiaggiustarelecose.Credeva,comeisuoiaviimmigrati,chel’Americapotesseessereunfaroeunparadiso.

Nonpotevafaramenodipensarechetuttiisoldichestavamospendendoperdistruggerelecoseeucciderelagenteinunpaesecosìlontano,facendociodiareetemeredalmondointero,sarebberostatispesimeglioinpubblicaistruzioneebiblioteche.Èdifficileimmaginarechela

storianonglidaràragione,senonl’hagiàfatto.

Leggereescriveresonoattisovversividipersé.Quellachesovvertonoèl’ideachelecosedevonoesserecomesono,chetuseisolo,chenessunaltrosièmaisentitocometisentitu.Ciòchepensalagentequandolegge

Kurtèchelecosesonopiùaportatadimano,edimolto,diquantosicreda.Ilmondodiventaunpostounpo’diversosoloperchéhannolettounlibro.Pensate!

Èmoltodiffusal’ideacheKurtfosseunapersonadepressa,macomepertantealtrecosedidominiopubblico,cisonovalide

ragioniperdubitarne.Nonvolevaesserefeliceedicevaunmucchiodicosedeprimenti,maonestamentenoncredochesiamaistatodepresso.Eracomeun

estroversochevuolessereunintroverso,untipoassaisocievolechevuolessereunluposolitario,unapersona

fortunatachepreferiscelasfortuna.Unottimistachefailpessimista,sperandochelagenteglidiaretta.ÈstatosoloconlaguerrainIraq,enegliultimiannidellasuavita,cheèdiventatoveramentecupo.Cifuunbizzarro,

surrealeincidentequandopresetroppe

pilloleefinìinunospedalepsichiatrico,manessunoebbemail’impressionechefosseinpericolo.Ilgiornodopoeralàchesaltavanellasalacomunegiocandoaping-pongefacendoamiciziacontutti.Sembravachesistesseesibendoinun’imitazionenonmoltoconvincentediunapersonaconuna

malattiamentale.All’ospedalelo

psichiatramidisse:“Suopadreèdepresso.Glidaremodegliantidepressivi”.“Okay,manonmi

parecheabbianessunodeisintomichedisolitovedonelladepressione.Nonèdiventatopiùlento,nonhal’ariatriste,capisceancoratuttoalvolo.”

“Hatentatodiuccidersi,”disselopsichiatra.“Be’,quasi.”Con

tuttiifarmacicheavevapreso,nessunodiessiarrivavaaunlivelloditossicità.IllivellodiTylenoleraappenaterapeutico.“Noncredeche

dovremmosomministrarglidegliantidepressivi?

Qualcosadobbiamofare.”“Hosolopensatodi

doverledirechenonmisembradepresso.Èmoltodifficiledirecom’èKurt.Nonstodicendochestabene.”

LadifferenzatraimieifanequellidiKurtècheimieifansannodiesseredeimalatidimente.

Quandogiocavaabaseball,Kurterapiùbravocomelanciatorechecomericevitore.Perluieranormalescrivereedirecoseprovocatorie,enonsempregentili,suisuoifamiliari.Abbiamoimparatoanonfarcicaso.EraKurtebasta.MaquandoioscrissiinunarticolocheKurt,volendoessereun

famosopessimista,forseinvidiavaaTwaineLincolnilorofiglimorti,luisiimbufalì.“Volevosolo

richiamarel’attenzionedeilettori.Eraunabattuta.Solotupoteviprenderlaseriamente.”“Iosocome

funzionanoquestestorielle.”“Anch’io.”Clic,clic,

riattaccammo.

“Sedovessimorire,Diononvoglia.”Ognidueotreanni

miinviavaunaletteraperdirmicosadovevofarenell’eventualitàdellasuamorte.Ognivolta,trannel’ultima,laletteraeraseguitadaunatelefonataconcuimitranquillizzavadicendochenonerail

bigliettodiunsuicida.Ilgiornoprimachemispedissel’ultimodeisuoi“sedovessimorire”terminòildiscorsochedovevapronunciarenell’Indianaperl’aperturadell’annodiKurtVonnegut.Duesettimanedopocadde,battélatestaeruppeinmodoirreversibileilsuopreziosouovo.

Dovettistudiarel’ultimodiscorsomegliodiquasituttiglialtri,perchéchieseroamedileggerlo.Scorrendolo,nonpoteifaramenodidomandarmi:“Comediavolofaafarlafrancaconcagatecomequesta?”.Afarlofunzionarefuilsuopubblico.Inquattroequattr’ottomiresi

contochestavoleggendolesueparoleaunpubblico,eaunmondo,cheerafollementeinnamoratodimiopadreeloavrebbeseguitodappertutto.

“[Sono]celibecomeilcinquantapercentodelcleroeterosessualecattolicoromano”èunafrasesenzasenso.

“Untwerp[è]untiziochesificcaunadentieranelculoperstaccareconidentiibottonidaisedilideitaxi.”“Unosnarfèunocheannusalaselladellebiciclettedelleragazze.”Dove,oh,dovestaandandoasbattereilmiocaropapà?Epoidicevaqualcosacheandavaalnocciolodella

questioneecheerascandalosoevero,etucicredeviunpo’ancheperchéavevaappenaparlatodicelibato,ditwerpedisnarf.1

“Nonfareimaiildottore.Dev’essereilmestierepiùbruttodelmondo.”

Unadellenostreultimeconversazioni:

“Quantiannihai,Mark?”.“Hocinquantanove

anni,papà.”“Seivecchio.”“Sì,papà.”Loamavo

teneramente.

Questiscritti,perlamaggiorpartenondatatietuttiinediti,reggonobenissimodasoli.Nonhanno

bisognodicommentidapartemia.Ancheseilcontenutodiuncertopezzononviinteressa,dateun’occhiataallastruttura,alritmoeallasceltadelleparole.SenonriusciteaimpararealeggereescriveredaKurt,forsedovrestefareun’altracosa.

Leultimeparole

dell’ultimodiscorsochehascrittosonoforselemigliorichepotevasceglierepercongedarsi.

Egrazieperl’attenzione.Iovado.

MarkVonnegut1settembre2007

1Parolesostanzialmente

intraducibiliallequalisiattribuisconodigiornoingiornosemprenuovisignificatirepellentiedisgustosi.[N.d.T.]

Da:SoldatosceltoK.Vonnegutjr.,12102964EsercitodegliStatiUniti.

A:KurtVonnegut,WilliamsCreek,

Indianapolis,Indiana.

Mieicari,midiconoche

probabilmentenessunovihainformatochenonsonomaistato“dispersoincombattimento”.ÈancheprobabilechenonabbiatericevutonessunadelleletterechehoscrittodallaGermania.Dunque,non

mirestaaltrodafarechedarviunmucchiodispiegazioni.Eprecisamente:Sonoprigionierodi

guerradal19dicembre1944,quandolanostradivisionefufattaapezzidall’ultimoattaccodisperatodiHitlerattraversoilLussemburgoeilBelgio.Settefanatichedivisionidipanzerci

hannoattaccatoeisolatodalrestodellaPrimaArmatadiHodges.Lealtredivisioniamericaneainostrifianchisonoriusciteasganciarsi:noisiamostaticostrettiarestareeacombattere.Lebaionettesonopocoefficacicontroicarriarmati:abbiamofinitolemunizioni,iviveriei

medicinali,eilnumerodellenostrevittimehasuperatoquellodichieraancoraingradodicombattere;così,cisiamoarresi.Midiconocheperquestola106maharicevutounaCitazionepresidenzialeeunaDecorazionebritannicadaMontgomery,mamivengaunaccidentese

nevalevalapena.Iosonounodeipochichenonsonostatiferiti.EringrazioIddioperquesto.Dunque,i

superuominicihannofattomarciare,senzacibo,acquaesonno,finoaLimberg,unadistanzadicircacentochilometri,credo,dovesiamostaticaricatiechiusidentro,sessanta

uominiperognicarromercipiccolo,soffocanteenonriscaldato.Nonc’eranoserviziigienici:ilpavimentoeracopertodistercodivaccafresco.Percoricarsinonc’erapostopertutti.Metàdormivanomentreglialtristavanoinpiedi.Abbiamopassatoparecchigiorni,compresoil

Natale,suquelbinariomortodiLimberg.LavigiliadiNatalelaRoyalAirForcehabombardatoemitragliatoiltreno,cheeraprivodicontrassegni.Hannouccisocircacentocinquantadinoi.IlgiornodiNatalecihannodatounpo’d’acquaecihannoportatolentamente

attraversolaGermaniafinoaungrandecampodiprigioniaaMuhlburg,asuddiBerlino.CihannofattousciredaivagoniaCapodanno.Itedeschi,perspidocchiarci,cihannofattofareunadocciabollente.Moltiuominisonomortinelledocceperlochocdopodiecigiornidifame,seteeassideramento.

Maiono.Secondola

ConvenzionediGinevra,ufficialiesottufficialinonsonoobbligatialavorarequandovengonofattiprigionieri.Iosono,comesapete,unsoldatosemplice.Il10gennaiocentocinquantadiquestiesseridisecondacategoriasono

statiinviatiinuncampodilavoroaDresda.Poichéparlounpo’ditedesco,illorocapoeroio.Avevamolasfortunadiaveredelleguardiesadicheefanatiche.Sisonorifiutatediprestarcicuremedicheedidarcideivestiti:cihannofattofarelungheoredilavoriforzatimoltopesanti.La

razionediciboeradiduecentocinquantagrammidipaneneroemezzolitrodizuppadipatatesconditaalgiorno.Dopoavercercatodisperatamenteperduemesidimigliorarelanostrasituazionericevendopertuttarispostadeiblandisorrisi,hodettoalleguardiecosagliavreifattoquando

fosseroarrivatiirussi.Alloramihannodatounpo’dibotteerimossodall’incaricodicapogruppo.Ipestagginoneranoparticolarmenteviolenti:unragazzoèmortodifameeduenehannofucilatileSSperaverrubatodelcibo.Intornoal14

febbraiosonoarrivatigliamericani,seguiti

dallaRAF,econilorosforzicombinatiinventiquattr’orehannoucciso250.000personeedistruttotuttaDresda:forselacittàpiùbelladelmondo.Manonme.Dopodichécihanno

fattolavorareallarimozionedeicadaveridairifugiantiaerei;donne,bambini,vecchi;mortisottolebombe,

nell’incendioosoffocati.Icivilicimaledivanoeciprendevanoasassatementreportavamoicorpialleenormipirefunebriallestiteincittà.Quandoilgenerale

PattonhapresoLipsiasiamostatievacuatiapiediaHellexisdorf,alconfinetralaSassoniaelaCecoslovacchia.Ci

siamorimastifinoallafinedellaguerra.Leguardiecihannoabbandonato.Quelgiornofeliceirussistavanorastrellandosaccheisolatediresistenzanelnostrosettore.Iloroaerei(P-39)cihannomitragliatoebombardato,uccidendoquattordicisoldati,manonme.

Inotto,abbiamorubatouncarroeunapariglia.AbbiamoattraversatoesaccheggiatoiSudetielaSassoniaperottogiorni,vivendodapascià.Irussivannopazzipergliamericani.IrussicihannopizzicatoaDresda.DalàabbiamoraggiuntolelineeamericaneaHallesucamionForddella

leggeAffittiePrestiti.DaallorasiamostatitrasportatiaLeHavreinaereo.Scrivodauncircolo

dellaCroceRossanelcampoperilrimpatriodeiprigionieridiguerradiLeHavre.Mihannotrattatobenissimoedatodamangiarecosedeliziose.Lenavidiretteinpatriasono

strapiene,ovviamente,perciòdovròaverepazienza.Sperodiessereacasaentrounmese.Unavoltalì,midarannoventungiorniperristabilirmiadAtterbury,circa600dollaridipagaarretratae–apriteleorecchie–sessanta(60)giornidilicenza!Hotroppecoseda

dire,ilrestodovrà

aspettare.Quinonpossoricevereposta,dunquenonscrivete.Unabbraccio,

Kurtjr.

29maggio1945

KURTVONNEGUTaClowesHall,Indianapolis,27aprile2007

BackDoor,courtesyKurtVonnegut&Origami

ExpressLLC.

Grazie.Eccomidavantiavoi

comeunmodellodi

comportamento,pergentileconcessionedelsindacoBartPeterson,eDiolobenedicaperquestaoccasione.Senonèunpiacere,

nonsochecosasia.Epensatesoloa

questo:insolitreanni,durantelaSecondaguerramondiale,sonopassatodasoldatosempliceacaporale,lostessogradocheun

tempohannoavutosiaNapoleonecheAdolfHitler.

AttualmentesonoKurtVonnegutjunior.Edècosìcheimieifigli,ormaipiuttostoanziani,comeme,continuanoachiamarmiquandoparlanodimeallemiespalle:“JuniorquieJuniorlà”.

Maognivoltacheguardatel’AyresClockall’incrociotraSouthMeridianeWashingtonStreetpensate,viprego,amiopadre,KurtVonnegutsenior,cheloprogettò.Seèperquesto,luiesuopadre,BernardVonnegut,progettaronol’interoedificio.Eluifuilfondatoredella

OrchardSchooledelChildren’sMuseum.Suopadre,mio

nonno,l’architettoBernardVonnegut,progettò,tral’altro,l’Athenaeum,cheprimadellaPrimaguerramondialeerachiamato“DasDeutscheHaus”.Nonriescoaimmaginareperqualemotivoabbianodovuto

cambiargliilnomein“Athenaeum”,senonperbaciareilculoaunabandadigreco-americani.

CredochetuttivoisappiatechestofacendocausaalfabbricantedellesigarettePallMallperchéilloroprodottononmihaancoraucciso,ehogià

ottantaquattroanni.Stateasentire:hostudiatoantropologiaall’UniversitàdiChicagodopolaSecondaguerramondiale,l’ultimacheabbiamovinto.Egliespertidiantropologiafisica,cheavevanostudiatoteschiumanirisalentiamigliaiadianniprima,dicevanocheavremmodovuto

viveresolotrentacinqueanniogiùdilì,perchétantoduravanoinostridentisenzal’ausiliodellamodernaodontoiatria.

Noneranobeitempi?Trentacinqueanni,ebuonanotte.Va’aparlaredidisegnointelligente!OratuttiiBabyBoomerschesipossonopermettereun

dentistaeun’assicurazionemalattie,poveribastardi,camperannofinoacent’anni!

Forsedovremmometterealbandol’odontoiatria.Eforseimedicidovrebberosmetteredicurarelapolmonite,cheuntempoerachiamata“l’amicadeivecchi”.

Mal’ultimacosachevogliofarequestaseraèdemoralizzarvi.Così,hopensatoaunacosachestaserapossiamofaretuttiinsieme,echecimetteràdecisamentedibuonumore.Credochesipossatrovareun’opinionesullaqualetuttigliamericani,repubblicaniodemocratici,ricchiopoveri,eterosessualio

gay,possonoessered’accordo,ancheseilnostropaeseècosìtragicamenteeferocementediviso.

Laprimaopinioneuniversaleamericanachehotrovatoera“Lozuccheroèdolce”.

Esicuramentenonc’ènulladinuovoinunpaese,comegliStati

Unitid’America,tragicamenteeferocementediviso,esoprattuttoquinelmiostatonatale,l’Indiana.Qui,quandoeropiccolo,entroiconfinidiquestostatoc’eralasedenazionaledelKuKluxKlan,eancheilluogodell’ultimolinciaggiodiuncittadinoafroamericanoanord

dellalineaMason-Dixon,Marion,credo.

Mac’eraanche,ec’èancora,aTerreHaute,cheoggivantaunmodernissimocentroperiniezioniletali,illuogodinascitaelacasadelleadersindacaleEugeneDebs.Debsvissedal1855al1926eguidòunoscioperonazionale

controleferrovie.AndòinprigioneperqualchetempoperchéeracontrarioallanostrapartecipazioneallaPrimaguerramondiale.

Esicandidòdiversevolteallapresidenza,nellefiladelPartitosocialista,dicendocosecomequesta:“Finchéesisteràunaclasseoperaia,ionefarò

parte;finchéesisteràunelementocriminale,ionefaròparte;efinchécisaràqualcunoinprigione,iononsaròlibero”.

Questefrasi,piùomeno,DebslerubòaGesùCristo.Maèmoltodifficileessereoriginali.Provateci!

Matorniamoa

bomba,qualèun’opinionesullaqualetuttigliamericanipossonoessered’accordo?“Lozuccheroèdolce”,sicuramente.Mapoichécitroviamoentroiconfinidiun’università,saremosicuramenteingradoditrovarequalcosacheabbiaun’improntapiùculturale.Elamia

propostaèquesta:“MonnaLisa,ilquadrodiLeonardodaVinciespostoalLouvrediParigi,inFrancia,èunritrattoperfetto”.

Vabene?Alzatelamano,perpiacere.Nonpossiamoesseretuttid’accordosuquesto?

Bene,abbassatelamano.Direicheilvoto

èunanime,cheMonnaLisaèunritrattoperfetto.L’unicoproblema,cheèpoipraticamenteilproblemadituttelecosechecrediamo,èchenonèvero.

Ascoltate:ilnasodiMonnaLisaègiratoleggermenteversodestra,okay?Ciòsignificacheillato

destrodelsuovisoèunpianosfuggente,chesiallontanadanoi.Okay?Madaquellapartenonc’èunarappresentazioneinscorciodeisuoilineamenti,chediauneffettotridimensionale.EquellarappresentazioneinscorcioLeonardoavrebbepotutofarlamoltofacilmente.È

statosolotroppopigroperfarla.EsefosseLeonardodaIndianapolis,mivergognereidilui.

Nonc’èdameravigliarsiseilsorrisodiMonnaLisaècosìstorto.

Eoraaqualcunopotrebbevenirevogliadichiedermi:“Possibile

chetunonsiamaiserio?”.Larispostaè:“Sì,possibilissimo”.Quandosononato,

all’OspedaleMetodista,l’11novembre1922,ealloraquestacittàerarazzialmentesegregatacomeoggilosonolesquadredibasketedifootballprofessionistico,l’ostetricamidiedeunosculaccionesuldidietro

perfarmicominciarearespirare.Maiopiansi?No.Dissi:“Miècapitata

unastranacosamentrevenivogiùperilcanaledelparto,dottore.Unvagabondosièavvicinatoemihadettochedatregiorninonmangiavaunboccone.Alloraglihodatounbelmorso!”.1

Masulserio,mieicariconcittadini,staserahounabuonanotiziaeunacattivanotizia.Viviamonellamiglioredelleepocheenellapeggioredelleepoche.Allora,chealtroc’èdinuovo?

LacattivanotiziaècheimarzianisonoatterratiaManhattanehannopresoalloggioal

Waldorf-Astoria.Labuonanotiziaèchemangianosolosenzatettodituttiicolori,episcianobenzina.

Seiosonoreligioso?Praticounareligionedisorganizzata.Appartengoaunempiodisordine.Cichiamiamo“NostraSignoradellaPerpetua

Costernazione”.Siamocelibicomeilcinquantapercentodelcleroeterosessualecattolicoromano.

Inrealtà–equandoalzocosìlamanodestrasignificachenonscherzo,chedolamiaparolad’onorechequellochestoperdireèvero–inrealtàsonoilpresidenteonorario

dell’AmericanHumanistSociety,avendopresoilpostodeldefuntograndescrittoredifantascienzaIsaacAsimovinquestacaricaassolutamenteprivadifunzioni.Noiumanisticicomportiamomegliochepossiamo,senzaaspettarcinéricompensenécastighinell’aldilà.Serviamo

megliochepossiamol’unicaastrazioneconcuiabbiamounaverafamiliarità,cheèlanostracomunità.

Nontemiamolamorte,enondovrestefarloneanchevoi.SapetecosadisseSocratedellamorte,ingreco,naturalmente?“Lamorteèsoloun’altranotte.”

Comeumanista,amolascienza.Odiolasuperstizione,chenonavrebbemaipotutodarcilebombeatomiche.

Amolascienza,enonsoltantoperchécihadatoimezziperdistruggereilpianeta,enonmipiaceviverequaggiù.Lascienzahatrovatolerispostea

duedellenostredomandepiùimportanti:com’èiniziatol’universoecomeabbiamofatto,noietuttiglialtrianimali,adavereimeravigliosicorpicheabbiamo,congliocchi,ilcervello,irenieviadicendo.

Bene.Cosìlascienzahamandatonello

spazioiltelescopioHubble,perchépotessecatturarelaluceel’assenzadilucedall’iniziodeltempo.Eiltelescopiocel’hafatta.Cosìoggisappiamocheunavoltanonc’eraassolutamentenulla,unnullacosìperfettochenonc’eraneancheilnullaounavolta.Veloimmaginate?No,

perchénonc’ènulladaimmaginare.

Mapoic’èstatoquestogrossoBANG!Edalìèvenutatuttaquestamerda.

Ecomeabbiamofattoamettereinsiemeinostrimagnificipolmoniesopraccigliaedentieunghiedeipiediebuchidelculoe

cosìvia?Grazieamilionidiannidiselezionenaturale.Cheèquandounanimalemuoreel’altrocopula.Lasopravvivenzadelpiùadatto!

Mabadate:sevicapitassediucciderequalcuno,accidentalmenteodiproposito,migliorandolanostraspecie,dopo

noncopulate,perpiacere.Ècosìchenasconoibambini,casomaivostramadrenonvel’avessedetto.

Esì,mieicariconcittadini,enonhomainegatodiessereunodivoi:questaèpropriol’Apocalisse,lafineditutto,comeprofetaronosanGiovanniilDivinoesan

KurtilVonnegut.

Mentreviparlo,puòdarsichel’ultimoorsopolarestiamorendodifameacausadelcambiamentoclimatico,acausanostra.Eiosentiròsicuramentelamancanzadegliorsipolari.Ilorocucciolisonocaldi,teneriefiduciosi,propriocome

inostri.

Questovecchiettohaqualcheconsigliodadareaigiovaniintempicosìdifficili?Be’,sonosicurochesapetecheilnostropaeseèl’unicadellenazionicosiddetteavanzatechehaancoralapenadimorte.Ecamereditortura.Insomma,cerchiamodinonprenderciingiro.

Mastateasentire:sequalcunodeipresentidovessefiniresullettinodiqualchecentroperleiniezioniletali,magariquellodiTerreHaute,eccoqualidovrebberoesserelevostreultimeparole:“Questomidaràcertamenteunalezione”.

SeGesùoggifosse

vivo,louccideremmoconun’iniezioneletale.Eccoquellocheiochiamoprogresso.Lodovremmouccidereperlastessaragionepercuivenneuccisolaprimavolta.Lesueideesonotroppoavanzate,tuttoqui.

Ilmioconsiglioagliscrittoriesordienti?Nonusateilpuntoe

virgola!Èunermafroditatravestitoenonrappresentaunbelnulla.L’unicacosachesuggerisceècheforsehaifattol’università.

Ecosì,primaMonnaLisaeorailpuntoevirgola.Tantovarrebbecheioribadissilamiareputazionedipazzoidediprimacategoria

dicendoqualcosadibuonosuKarlMarx,ritenutocomunementeinquestopaese,edisicuroquiaIndia-nopolis,unodegliindividuipiùmalvagichesianomaiesistiti.Ineffettihainventato

ilcomunismo,chedaunpezzocihannoinsegnatoaodiare,perchésiamotantoinnamoratidel

capitalismo,cheèilmodoincuichiamiamolebischediWallStreet.

KarlMarxsperavacheilcomunismopotesseessereunpianoeconomicopercostringereipaesiindustrializzatiaoccuparsidellagente,esoprattuttodeibambini,deivecchie

degliinvalidi,comeuntempofacevanoletribùelefamiglieallargate,primadiesseredispersedallarivoluzioneindustriale.Eiocredocheforse

sarebbesaggiosmetterediparlarecosìmaledelcomunismo,nonperchélasitroviunabuonaidea,maperchéinostrinipotie

pronipotisonoormaiindebitatifinoagliocchiconicomunisticinesi.Eicomunisticinesi

hannoancheunesercitograndeesuperbamenteequipaggiato,cosachenoinonabbiamo.Siamopocoseri,noi.Vogliamosolobombardaretutticonimissiliatestata

nucleare.

Mac’èancoraunmucchiodigentechevidiràchelacosapeggiorediKarlMarxèquellochedicevadellareligione.Luidicevachelareligioneeral’oppiodelleclassiumili,comesepensassechelareligionenuocevaallagente,evoleva

sbarazzarsene.MaquandoMarx

dissecosì,neglianniquarantadell’Ottocento,l’usochefacevadellaparola“oppio”nonerasoltantometaforico.Alloral’oppioeral’unicoantidolorificodisponibile,perilmaldidentioilcancroallagolaoqualunquecosa.Loavevausatolui

stesso.Comeamicosincero

deglioppressi,volevadirecheeracontentocheavesseroqualcosaconcuialleviarealmenounpo’leloropene,equestacosaeralareligione.Perquestoapprezzavalareligione,enonvolevaabolirladisicuro.Okay?

Oggiavrebbepotutodire,comedicoiostasera:“LareligionepuòessereilTylenolperunmucchiodigenteinfelice,eiosonocontentissimochefunzioni”.

Quantoaicomunisticinesi:evidentementenegliaffarisonomoltopiùbravidinoi,eforseassaipiùintelligenti,

comunistiomeno.Cioè,guardatecomeriescononeglistudimoltomegliodinoi.Ammettiamolo!MiofiglioMark,unpediatra,eratempofanelcomitatoperleammissioniallaHarvardMedicalSchool,edicechesefosserostationestinelleammissioni,metàdeinuoviallievi

sarebberostatedonneasiatiche.

MatorniamoaKarlMarx:inchemisuraonoravanoGesù,ounDioonnipotenteumano,ileaderdiquestopaeseversolametàdell’Ottocento,quandoMarxdisseunacosacosìterribiledellareligione?Avevanoapprovatodelleleggi

cherendevanoperfettamentelegalelaschiavitù,enonavrebberopermessoalledonnenédivotarenédicandidarsiacarichepubblicheperaltriottant’anni.

Tempofahoricevutounaletteradaunuomocheerastatodetenutoinunodegliistitutipenaliamericanida

quandoavevasedicianni.Ogginehaquarantadueestaperuscire.Michiedevacosadovessefare.GlihodettoquellochegliavrebbedettoKarlMarx:“Entrainunachiesa”.

Eoravipregodinotarechehoalzatolamanodestra.Equestosignificachenonsto

scherzando,checredoallaveritàdiquellochediròadesso.Eccoqua:ilfenomenoamericanopiùspiritualmentesplendidoalqualehoassistitonelcorsodellamiavitanonèstatoilnostrocontributoallasconfittadeinazisti,incuihoavutounapartecosìgrande,néilrovesciamentodell’empiocomunismo

operatodaRonaldReagan,perlomenoinRussia.

Ilfenomenoamericanopiùspiritualmentesplendidodellamiavitaèilmodoincuiicittadiniafroamericanihannomantenutolalorodignitàeilrispettodisestessinonostantesianostatitrattatidagli

americanibianchi,siadentroilgovernochefuori,esoloacausadelcoloredellapelle,comesefosserodegliindividuispregevoliedisgustosi,senonaddiritturadeimalati.

Inquestosonostatisicuramenteaiutatidallelorochiese.Eccodunque,dinuovo,KarlMarx.Ecco,dinuovo,

Gesù.

Eineffettiqualèildonodell’Americaalrestodelmondopiùapprezzatodalrestodelmondo?Èiljazzafroamericanoelesuediramazioni.Qualèlamiadefinizionedeljazz?“Sessosicurodellamigliorequalità.”Iduepiùgrandi

americanidelmio

tempo,perquantoneso,sonostatiFranklinDelanoRoosevelteMartinLutherKing.

HosentitodirecheRooseveltnonavrebbeavutounaparticolaresimpatiaperleclassiumili,chesarebbestatosolounaltrostupido,riccoepresuntuosomembrodellaclassedirigente

uscitadallepiùprestigioseuniversitàamericane,seluistessononfossestatoumiliatodallapoliomielite,laparalisiinfantile.Tutt’auntrattolesuegambecessaronodifunzionare.Cosapossiamofare

perilriscaldamentoglobale?Possiamospegnerelaluce,

immagino,mavipregodinonfarlo.Iononriescoaimmaginareinchemodosipossanoriparareidanniall’atmosfera.Ètroppotardi,ormai.Mac’èunacosachepossoaggiustare,eaggiustarequestaserastessa,eproprioquiaIndianapolis.Èilnomediun’altrabuonauniversitàcheavete

costruitodopolamianascita.Mal’avetebattezzata“IUPUI”.“IUPUI?”Vihadatodivoltailcervello?“Ciao,iosonostatoa

Harvard.Tudoveseistato?”“Iosonostatoa

IUPUI.”Conipoteriillimitati

chemisonostaticonferitidalsindacoPetersonperl’intero

anno2007,iorinominoIUPUI“TarkingtonUniversity”.“Ciao,iosonostatoa

Harvard.Tudoveseistato?”“Iosonostatoalla

Tarkington.”Nonèmeglio?

Aggiudicato.

Colpassaredeltempo,nessunosaprà,

osicureràdisapere,chieraTarkington.Cioè,chisenefregaalgiornod’oggidisaperechieraButler?QuestaèlaClowesHall,eineffettiiohoconosciutoalcunideiClowes.Personesimpatiche.Malasciatechevi

dicaunacosa:nonsareiquidavantiavoi,stasera,senonfossestatoperl’esempio

dellavitaedelleoperediBoothTarkington,unfigliodiquestacittà.Nelcorsodellasuaesistenza,dal1869al1946,cheperventiquattroanniècoincisaconlamia,BoothTarkingtondiventòunoscrittorerispettatoedigrandesuccessodicommedie,romanzieracconti.Negliambientiletterari

gliavevanoaffibbiatounsoprannomecheiodareiunocchioperavere:“ilgentiluomodell’Indiana”.Quandoeroun

ragazzo,volevoesserecomelui.Noncisiamomai

conosciuti.Nonavreisaputocosadire.Loammiravotantochesareirimastoaboccaaperta.

Sì,einvirtùdeipoteriillimitaticheilsindacoPetersonmihaconferitopertuttoquest’annochiedochequalcunodeipresentiprovvedaallamessinscenaaIndianapolisdellacommediadiBoothTarkingtonAliceAdams.

Perunastruggentecoincidenza,AliceAdamseraancheilnomedaconiugatadellamiapoverasorella,unabiondastrepitosaaltaquasiduemetricheoragiaceaCrownHillinsiemeainostrigenitori,ainostrinonnieainostribisnonni,einsiemeaJamesWhitcombRiley,loscrittoreamericano

piùpagatodelsuotempo.Sapetecosadiceva

miasorellaAllie?Diceva:“Igenitoritirovinanolaprimapartedellavitaeifiglilaseconda”.JamesWhitcomb

Riley,“ilpoetadell’Indiana”,1849-1916,fuloscrittoreamericanopiùpagatodelsuotempo,perché

recitavalesuepoesieapagamentoneiteatrienellesaledaconferenze.Eccoquantoicomuniamericaniapprezzavano,untempo,lapoesia.Veloimmaginate?

VoletesaperecosadisseungiornoilgrandescrittorefranceseJean-Paul

Sartre?Disse,naturalmenteinfrancese:“L’infernosonoglialtri”.RifiutòunpremioNobel.Iononpotreimaiesserecosìmaleducato.Sonostatoallevatobenedallanostracuocaafroamericana,chesichiamavaIdaYoung.

DurantelaGrandeDepressionetrai

cittadiniafroamericanisisentivadirequesto,enaturalmentenonsoltantoquesto:“Lecosevannocosìmalecheibianchisonocostrettiatirarsudasoliiproprifigli”.Maiononsonostato

tiratosubenesolodaIdaYoung,pronipotedischiavi,cheeraunadonnaintelligente,dolceedignitosa,fiera

ecolta,articolata,premurosaedibell’aspetto.IdaYoungamavalapoesiaemeneleggevadellepagine.Sonostatotiratosu

beneanchedagliinsegnantidellaScuola43,“lascuolaJamesWhitcombRiley”,epoidaquellidelliceodiShortridge.Alloraigrandiinsegnantidella

scuolapubblicaeranodellepiccolecelebrità.Gliexallievi,diventatigrandi,andavanoatrovarli,riconoscenti,perraccontarelorocomeselastavanopassando.Eiostesso,dagrande,sonodiventatounsentimentalediquestogenere.Madamoltotempo,

ormai,tuttiimiei

insegnantipreferitihannopresolastessastradadellamaggioranzadegliorsipolari.

Illavoropiùbellochepuoifarenellavitaèinsegnare,postochetusiafollementeinnamoratodellamateriacheinsegni,echeleclassisianoformatedanonpiùdi

diciottostudenti.Leclassidinonpiùdidiciottostudentisonounafamiglia,ecomeunafamigliafunzionanoeinfamigliatifannosentire.

QuandopresilalicenzaelementareallaScuola43,conlaGrandeDepressionecheinfuriava,conle

aziendechechiudevanoeconladisoccupazione,econHitlerchesistavaimpossessandodellaGermania,ciascunodinoidovettedireperiscrittocosasperavamodifaredagrandiperfarediquestounmondomigliore.Iodissicheavrei

curatoilcancroconiprodottichimici,

lavorandoperEliLilly.

Devoringraziarel’umoristaPaulKrasnerperavermiindicatolagrossadifferenzatraGeorgeW.BusheHitler:Hitlerèstatoeletto.

Primahoaccennatoalmiounicofiglio,MarkVonnegut.Ricordate?Aproposito

delledonnecinesiedellaHarvardMedicalSchool.Bene,Marknonè

solounpediatranell’areadiBoston,maunpittore,unsassofonistaeunoscrittore.HascrittounbellissimolibrochesiintitolaTheEdenExpress.Èimperniatosuunesaurimentonervosochehaavuto,

robadacellaimbottitaecamiciadiforza.Quandoeraall’universitàappartenevaallasquadradeilottatori.Chemaniaco!Nelsuolibro

raccontainchemodosiriprese,tantodalaurearsiallaHarvardMedicalSchool.TheEdenExpressdiMarkVonnegut.

Manonfateveloprestare.PeramordiDio,compratelo!

Perme,chisifaprestareunlibroinvecedicomprarlo,olopresta,èquellochenoichiamiamotwerp.QuandofrequentavoilliceodiShortridge,unmilionediannifa,laparolatwerpindicavaunapersonachesi

ficcavaunadentieranelculoperstaccareconidentiibottonidaisediliposteriorideitaxi.Mamiaffrettoadire

–casomaicifossequi,stasera,qualchegiovaneimpressionabileche,nonavendonientedafareeappartenendoaunafamigliadisastrata,decidessediprovarea

essere,domani,unverotwerp–chesuisediliposteriorideitaxiibottoninoncisonopiù.Itempicambiano!

TempofahochiestoaMarkcos’èlavita,perchénonneholaminimaidea.Mihadetto:“Papà,siamoquiperaiutarciadarrivareinfondoaquestacosa,qualunquecosasia”.

Qualunquecosasia.

“Qualunquecosasia.”Micamale.Questaèdaconservare.

Ecomedovremmocomportarcidurantel’Apocalisse?Dovremmoesserestraordinariamentegentiligliuniconglialtri,certo.Madovremmoanchefinirla

diesseretantoseri.Lebarzellettesonoungrandeaiuto.Etrovateviuncane,senonl’avetegià.Iomenesono

appenatrovatouno,edèunnuovoincrocio.Permetàèunbarboncinofranceseeperl’altrametàunoshihtzucinese.Èunoshit-poo.2

Egrazieperl’attenzione.Iovado.

1Giocodiparoleintraducibilesubite,“morso”e“boccone”.[N.d.T.]2“Cacca”,dallafusione

dishihtzuepoodle,“barboncino”.[N.d.T.]

DATUTTELESTRADESIALZERANNOLAMENTI

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

Erailsolitodiscorsettochecifacevanoilprimogiornodiaddestramento,pronunciatodaunmuscolosotenentino:“Uomini,finorasietestatideibraviragazziamericani,conl’amoreperlacorrettezzaelalealtàchehannogliamericani.Siamoquipercambiaretutto

questo.Ilnostrocompitoètrasformarvinelbrancoditeppistipiùsporchiepiùcattivinellastoriadelmondo.D’orainavantipotetedimenticareleregoledelmarchesediQueensberryeognialtranormativa.Tuttoèpermesso.Noncolpitemaiunuomosopralacintolaquandopoteteprenderloa

calcisotto.Fatelostrillare,quelbastardo.Ammazzatelointuttiimodipossibili.Ammazzate,ammazzate,ammazzate,misonospiegato?”.Questodiscorsofu

accoltodanervoserisatineedall’ammissionegeneralechel’ufficialeavevaragione.“Hitler

eTojononhannodettochegliamericanisonounbrancodimollaccioni?Ah!Seneaccorgeranno.”EnaturalmentelaGermaniaeilGiapponeseneaccorsero:unademocraziatempratadallecircostanzeproruppeinunfuroreribollenteeirrefrenabile.Fuunaguerradellaragione

controlabarbarie,presumibilmente,elapostaingiocoeracosìaltachelamaggiorpartedeinostrifreneticicombattentinonavevanoideadelmotivopercuisicombatteva:sapevanosolocheilnemicoeraunbrancodibastardi.Unaguerradinuovotipo,incuieraammessaogni

distruzione,ogniuccisione.Itedeschichiedevano:perchévoiamericanicel’aveteconnoi?“Nonloso,madisicuroviromperemoleossa”:eccoqualeralarispostacorrente.L’ideadellaguerra

totalepiacevaaunmucchiodigente:avevauntimbromoderno,incarattereconlanostra

spettacolosatecnologia.Perloroeracomeunincontrodifootball:“Dategliaddosso,addosso,addosso...”.Tremoglidicommerciantidiprovincia,anzianotteegrassottelle,midiederounpassaggiomentrefacevol’autostopdaCampAtterbury.“Nehaiammazzatitantiditedeschi?”michiese

quellaalvolante,mentreparlavaallegramentedelpiùedelmeno.Risposichenonlosapevo.Questofuscambiatopermodestia.Quandoscesidallamacchinaunadellesignoremidiedeunamaternapaccasullaspalla:“Scommettocheoravorrestiandarelaggiùadammazzareunpo’

diqueglisporchigiapponesi,nonèvero?”.Cistrizzammol’occhioinsegnod’intesa.Nondissiaquelleanimesemplicicheerostatofattoprigionierodopounasettimanaalfronte;e,perandarepiùalnocciolo,cosasapevoecosapensavodeglisporchitedeschidaammazzareedella

guerratotale.Laragionepercuiavevolamortenelcuore,alloracomeoggi,riguardaunincidentealqualevennedatopocospaziosuigiornaliamericani.Nelmesedifebbraiodel1945lacittàdiDresda,inGermania,fudistrutta,econessapiùdicentomilaesseriumani.Ioc’ero.Nonmolti

sannoquantoeradiventatadural’America.

IoappartenevoaungruppodicentocinquantasoldatidifanteriacatturatinellabattagliadelleArdenneemandatiaDresdaalavorare.Dresda,cidissero,eral’unicagrandecittàtedescascampataai

bombardamentifinoaquelmomento.Questo,nelgennaiodel1945.Dresdadovevaquellafortunaalsuoaspettopacifico:ospedali,fabbrichedibirra,aziendealimentari,fornituredistrumentichirurgici,ceramica,fabbrichedistrumentimusicalierobasimile.Dall’iniziodellaguerra,lasuaprincipale

attivitàeranodiventatigliospedali.Ognigiornocentinaiadiferitiaffluivanoinqueltranquillosantuariodaestedaovest.Dinottesisentivailrombosordodilontaneincursioniaeree.“StanottetoccaaChemnitz,”dicevamo,chiedendocicomecisipotevasentireaesseresottoaivanibombeche

siaprivanoeaqueivispigiovanotticonilorostrumentieiloromirini.“Graziealcielo,siamoinuna‘cittàaperta’,”pensavamo,ecosìpensavanolemigliaiadiprofughi–donne,vecchiebambini–cheformavanoilfiumederelittoprovenientedallemaceriefumantidiBerlino,Lipsia,

Breslavia,Monaco...Avevanoinvasolacittàraddoppiandonelapopolazione.ADresdanonc’erala

guerra.Sì,gliaereilasorvolavanoquasituttiigiornielesireneululavano,magliaereiandavanosempreinun’altradirezione.Gliallarmieranounintervallorilassantenellanoiosagiornatadi

lavoro,unmomentodisocializzazione,l’occasionedifarequattrochiacchiereneirifugi.Irifugi,inrealtà,eranopocopiùdiungesto,ildistrattoriconoscimentodiun’emergenzanazionale:cantineesotterraneipienidipancheconsacchettidisabbiacheproteggevanole

finestre,perlamaggiorparte.C’eraqualchebunkerpiùadeguatoalcentrodellacittà,vicinoagliufficigovernativi,manulladisimileallarobustafortezzasotterraneacherendevaBerlinoimpenetrabilealsuomartellamentoquotidiano.Dresdanonavevamotivodiprepararsiaun

attacco:equestoèilseguitodell’orribilestoria.Dresdaera

sicuramentetralepiùbellecittàdelmondo.Lesuestradeeranolarghe,fiancheggiatedaalberiombrosi.Eracostellatadiinnumerevolimonumentiegiardinipubblici.Avevamagnifichechiese

antiche,biblioteche,musei,teatri,galleried’arte,birrerie,unozooeunacelebreuniversità.Erastatailparadisodeituristi,chedellebellezzedellacittàpotrebberoparlarepiùalungodime.Mal’impressionechehoioècheaDresda–nellacittàinsensofisico–cifosseroisimbolidellabella

vita:unavitapiacevole,onesta,intelligente.All’ombradellasvasticaquestisimbolidelladignitàedellesperanzedelgenereumanorestavanoinattesa,monumentiallaverità.Tesoroaccumulatoincentinaiadianni,Dresdaparlavaconeloquenzadellesplendidecosedella

civiltàeuropeaversolaqualeabbiamoungrossodebito.Ioerosolounprigionierodiguerra,affamato,sporcoepienodiodioperchiciavevacatturato,maamavoquellacittàevedevolefelicimeravigliedelsuopassatoelegrandipromessedelsuofuturo.Nelfebbraiodel1945

ibombardieriamericaniridusseroquestotesoroincenereecalcinacci;lasventraronoconl’altoesplosivoelacremaronoconlebombeincendiarie.Labombaatomicaforserappresentaunprogressofavoloso,maèinteressantenotarechedueprodottiprimitivicomeiltritolo

elatermiteriuscironoasterminareinunasolanottedisanguepiùpersonediquellechemorirononell’interobombardamentodiLondra.ControinostriavierilafortezzadiDresdasparòunadozzinadicolpi.Tornatiallebasi,bevendouncaffècaldo,essiprobabilmente

osservarono:“Contraereainsolitamentefiacca,stanotte.Be’,èoradiandareadormire”.Iprigionieriinglesi,pilotideicacciadelleunitàtattiche(inappoggioalletruppediterralungoilfronte)disolitorimproveravanoquellicheavevanopilotatoipesantibombardierinelle

incursionisullacittà:“Comediavoloavetefattoasopportarelapuzzadell’orinabollenteedeipassegginichebruciavano?”.Unanotizia

assolutamentediroutine:“LanottescorsainostriaereihannoattaccatoDresda.Tuttigliaereisonotornatiallabase,

saniesalvi”.L’unicotedescobuonoèuntedescomorto:piùdicentomilacattivi,uomini,donneebambini(gliuominivalidieranoalfronte),espiaronodefinitivamenteiloropeccaticontrol’umanità.Percasoincontraiunbombardierecheavevapartecipatoall’attacco.

“Farlononcièpiaciutoperniente,”midisse.Lanotteincui

arrivarononoilapassammonellacellasotterraneadiunmattatoiodovesiconservavanolecarni.Fummofortunati,perchéerailmigliorerifugiodellacittà.Sopralanostratesta,deigiganticalpestavanolaterra.

Primavenneilsommessomormoriodellalorodanzaallaperiferiadellacittà,poiitonfidelloropassopesanteversodinoieallafineglischiantiassordantideilorotacchisopradinoi:edaqui,dinuovo,versolaperiferia.Andavanoavantieindietro:bombardamentoatappeto.

“Hourlatoepiantoegraffiatoconleunghieleparetidelnostrorifugio,”midisseunavecchiasignora.“Hopregato:‘Dio,tiprego,tiprego,tiprego,fermali’.MaDiononmihaudito.Nessunoavrebbepotutofermarli.Continuavanoadarrivare,un’ondatadopol’altra.Eraimpossibilearrendersi;

impossibileinformarlichenoncelafacevamopiù.Nonc’eraaltrodafarechestarelàsedutiadaspettareilmattino.”Suafigliaesuonipoterimaserouccisi.Ilnostropiccolo

carcerefurasoalsuolodall’incendio.Dovetteroevacuarciinuncampofuorimanooccupatodaprigionieri

sudafricani.Leguardieeranodeipoveracci,anzianiVolkssturmerereduciinvalidi.PerlamaggiorparteeranoabitantidiDresdaeavevanoamicieparentiperitinell’olocausto.Primacheiniziassimolamarciauncaporale,cheavevapersounocchiodopodueannisulfronterusso,

ricevettelaconfermachelamoglie,iduefiglieigenitorieranostatiuccisi.Avevaunasigaretta.Ladiviseconme.Lamarciaversoi

nuovialloggiciportòallaperiferiadellacittà.Eraimpossibilecrederecheincentroqualcunofossesopravvissuto.Normalmentela

giornatasarebbestatafredda,malefolatechevenivanoognitantodalcolossaleincendiocifacevanosudare.Enormalmentelagiornatasarebbestataserenaeluminosa,maunanubeopacaetorreggiantecambiòilprimopomeriggioinuncrepuscolo.Unatristeprocessioneintasavalestradecheuscivano

dallacittà;genteconlafacciaanneritaerigatadilacrime,alcunicheportavanodeiferiti,altricheportavanodeimorti.Siraccolseroneicampi.Nessunoparlava.AlcunepersonecolbraccialedellaCroceRossafacevanoquellochepotevanoperlevittime.Sistematiconi

sudafricani,passammo

unasettimanasenzalavorare.Allafinelecomunicazioniconicomandifuronoristabiliteericevemmol’ordinediraggiungereapiedil’areapiùcolpita,aunadozzinadichilometrididistanza.Nullaerasfuggito,nelquartiere,allafuriadell’incendio.Unacittàdiedificiridottiaguscivuoti,di

statuefrantumateealberiabbattuti;ogniveicolofermo,ammaccatoebruciato,lasciatolàadarrugginireoamarcirenellasciadiquellaforzairresistibile.Gliunicisuonidiversidainostrieranoquellidell’intonacochecadevaeiloroechi.Nonsodescrivereadeguatamentequella

desolazione,mapossodareun’ideadiciòcheprovammoconleparolediunsoldatoinglesechedeliravainunospedaledacampodiprigionieridiguerra:“Èspaventoso,velodicoio.Camminavoperunadiquellemaledettestradeesentivomilleocchipuntatisullanuca.Lisentivosussurrareallemie

spalle.Mivoltavoindietroenonc’eraun’anima.Lisenti,neavvertilapresenza,manonc’èmainessuno”.Sapevamocheeracosì.Perillavorodi

“recupero”fummodivisiinpiccolesquadre,ciascunasorvegliatadaunaguardia.Lanostramacabramissioneconsistevanelcercarei

corpi.Cacciagrossa,siaquelgiornocheimolticheseguirono.Cominciammoinpiccolo–quiunagamba,làunbraccio,eognitantounneonato–maprimadimezzogiornotrovammounfiloneinesauribile.Sfondandoilmurodiunacantinascoprimmounfetidoammassodioltrecentoesseri

umani.Lefiammedovevanoesseredivampateprimacheilcrollodell’edificiobloccasseleuscite,perchélacarnediquellichiusidentroavevalaconsistenzadelleprugnesecche.Ilnostrocompito,cispiegarono,eradipassareaguadoquelmacelloeportareallaluceiresti.

Incoraggiatidaceffonieinsultilanciaticonvocigutturali,guadammo.Facemmoesattamentequesto,perchéilpavimentoeracopertodaunliquidonauseabondouscitodallefogneedalleviscerescoppiatedellagente.Moltevittime,chenoneranomortesulcolpo,avevanocercatodifuggireda

unastrettauscitadiemergenza.Inognimodo,c’eranoparecchicorpistipatinelcorridoio.Chiliguidavaeraarrivatoametàscalaprimadiesseresepoltofinoalcollodaimattoniedaicalcinaccichecadevano.Avevaunaquindicinad’anni,credo.Èconuncerto

rammaricocheioquidevoscreditarelanobiltàdeinostriavieri,maragazzi,aveteuccisounnumerospaventosodidonneebambini.Ilrifugiochehodescrittoeinnumerevolialtricomequelloneeranopieni.Anoitoccòesumareilorocorpietrasportarlifinoallemassiccepirefunebri

allestiteneiparchi:loso.Latecnicadellepirevenneabbandonataquandoapparvechiaral’entitàdellaperditadiviteumane.Mancavalamanodoperapereseguirecorrettamenteillavoro,perciòmandaronoachiamareunuomoconunlanciafiammechecremòlevittimelà

dovegiacevano.Bruciativivi,soffocati,schiacciati:uomini,donneebambiniuccisiindiscriminatamente.Pernobilechefosselacausapercuicombattevamo,conquelbombardamentocreammodisicurounnostroBergenBelsen.Ilmetodoeraimpersonale,mal’esitofualtrettantocrudelee

spietato.Questa,temo,èlatristeverità.Quandocifummo

abituatiall’oscurità,alpuzzoeallacarneficina,cominciammoachiedercicos’erastatonellavitaognicadavere.Eraungiocosquallido:“Uomo,bell’uomo,ricco,ladro,galantuomo...”.Alcuniavevanogrosseborsee

gioielli,altripreziosevettovaglie.Unragazzotenevaancoraalguinzaglioilsuocane.Disertoriucrainiindivisatedescadirigevanoleoperazionineirifugipropriamentedetti.Sieranoubriacaticolvinodellecantineadiacentiesembravachequellavorolidivertissemolto.Eraunlavoro

redditizio,perchéspogliavanoognicorpodeglioggettidivaloreprimachenoiloportassimoinstrada.Lamortediventòcosìnormalechepotevamoscherzaresuinostrimacabrifardelliebuttarliquaelàcomealtrettantirifiuti.Nonerastatocosìconiprimi,soprattuttoseeranogiovani:li

avevamocaricatisullebarelle,adagiandoliconqualcheparvenzadilugubredignitànellaloroultimadimoraprimadelrogo.Maladecenzaintimiditaeafflittacedetteilpasso,comedicevo,aunacinicainsensibilità.Allafinediunalugubregiornatacifacevamounafumatinaguardando

l’impressionantecatastadimortichesieraformata.Unodinoigettòlaciccasulmucchio:“Diavolo,”disse,“selamortehadecisodiportarmivia,vengapurequandovuole.Iosonopronto”.Alcunigiornidopo

l’incursionelesirenetornaronoaululare.Questavoltasullatestadeisuperstitiapaticie

affranticaddeunapioggiadivolantini.Hopersolamiacopiadelpoema,maricordochedicevapiùomenocosì:“AllapopolazionediDresda.Siamostaticostrettiabombardarelavostracittàacausadelpesantetrafficomilitaresostenutodallevostreinfrastruttureferroviarie.Cirendiamocontodinon

averesemprecolpitoinostriobiettivi.Ladistruzionedicosediversedagliobiettivimilitarièstatainvolontaria,sonoleinevitabilivicendedellaguerra”.Questospiegòlastrageconsoddisfazioneditutti,certamente,masuscitònonpocodisprezzoperlamiradegliamericani.Èunfattoche

quarantott’oredopochel’ultimoB-17ebbelasciatoilcielodiDresdadirettoaovesteaunmeritatoriposo,battaglionidilavoratorisieranoriversatinegliscaliferroviaridanneggiatieliavevanoriportatiquasiallanormalità.Nessunodeipontiferroviarisull’Elbafumessofuoriuso.Ifabbricantidi

apparecchidipuntamentoperlebombedovrebberoarrossire:sannobenecheiloromagnificistrumentifeceropioverelebombefinoacinquechilometrididistanzadagliobiettivicheimilitaridichiaravanodiaverpresodimira.Ilvolantinoavrebbedovutodire:“Abbiamo

colpitoognichiesabenedetta,ospedale,scuola,museo,teatro,lavostrauniversità,lozoo,eognicondominiodellacittà,maonestamentenoneraquellochevolevamofare.C’estlaguerre.Scusateci,dunque.Inoltre,ilbombardamentoatappetooggigiornoèdigranmoda,losapete”.

C’eraun’esigenzatattica:bloccareleferrovie.Unamanovraeccellente,senzadubbio,malatecnicafuorribile.Gliaereicominciaronoasganciarebombeincendiarieeadaltoesplosivoailimitidellacittà,eagiudicaredaipuntidovecadderodovevanoaverricevutoistruzionidaqualche

mediumincontattoconglispiriti.Fateilcontodeiprofittiedelleperdite.Oltrecentomilacivilieunasplendidacittàdistruttidabombecadutebenlontanodagliobiettividichiarati:leferroviefuronomessefuoriusoperunpaiodigiorni.Itedeschiregistraronolaperditapiùelevatadiviteumanesubitanel

corsodiunsingolobombardamento.LamortediDresdafuunagrandetragedia,inutileepremeditata.Lestragidibambini–piccolicrucchiopiccolimusigialli,oqualunquesiailnemicochepuòriservarciilfuturo–nonsipotrannomaigiustificare.Lafacilerispostaalle

lamentelecomelamiaèilpiùodiosodituttiicliché,“levicendedellaguerra”,elafrase:“L’hannovolutoloro.Noncapisconoaltrochelaforza”.Chil’havoluto?Chinoncapiscealtrochelaforza?Credetemi,nonèfacilerazionalizzarelasoppressionedeivignetidovematural’uvadell’iramentresi

mettonodeineonatiinuncestoosiaiutaunuomoascavaredovecredechepossaesseresepoltasuamoglie.Disicurosisarebberodovuteraderealsuololeinstallazionimilitarieindustrialinemiche,epeggioperchieratantostupidodacercarerifugioaccantoaloro.Malalineadeglislogantipo“Usala

manieraforte,America”,lospiritodivendetta,l’approvazionediognidistruzioneeognistrage,cihaimpressoilmarchiodellapiùoscenabrutalitàedècostataalmondolapossibilitàchelaGermaniadiventasseinbrevetempounanazionepacificaeintellettualmente

feconda.Inostrileader

avevanocartabianca:potevanosceglierecosadistruggereecosano.Laloromissioneeravincerelaguerrapiùinfrettapossibilee,mentreeranomirabilmenteaddestratiperfareproprioquesto,lelorodecisionisullasortedicertiinestimabilicimeli

carialmondointero–inquestocasoDresda–nonsempresonostategiudiziose.Quando,versolafinedellaguerra,mentrelaWehrmachtcedevasututtiifronti,inostriaereifuronomandatiadistruggerequestagrandecittà,dubitochequalcunosisiamaifattoladomanda:“Qualibenefici

ricaveremodaquestatragedia,ealungoandarequestibeneficicomereggerannoalconfrontoconglieffettinegativi?”.Dresda,bellissimacittà,costruitanellospiritodell’arte,simbolodiun’ammirevoletradizione,cosìantinazistacheHitlerlavisitòsoloduevolteintuttaladuratadel

suoregno,centroalimentareeospedalierooggitantonecessario...rasaalsuoloecosparsadisale.GliAlleatihanno

combattutodallapartegiustaeitedeschieigiapponesidallapartesbagliata:suquestononc’èdubbio.LaSecondaguerramondialeèstata

combattutapermotivisacrosanti.Maiorestoconvintochelaformadigiustiziacheabbiamoamministrato–bombardamentiindiscriminatidipopolazionicivili–eraunabestemmia.Cheilnemicol’abbiafattoperprimononc’entranullacolproblemamorale.Ciòchehovistodellanostra

guerraaerea,mentreilconflittoeuropeosiavvicinavaallafine,avevaleirrazionalicaratteristichediunaguerraperlaguerra.Imollaccionidellademocraziaamericanaavevanoimparatoacolpireilbastardosottolacintolaeafarlostrillare.Glioccupantirussi,

quandoscoprironoche

eravamoamericani,ciabbracciaronoesicongratularonoconnoiperlacompletadesolazioneprodottadainostriaerei.Noiaccettammolecongratulazionidibuongradoeconlagiustadosedimodestia,maiosentiialloracomesentooggicheavreidatolavitapersalvareDresdaperlefuture

generazionidelpianeta.Cheèciòchechiunquedovrebbesentireperognicittàdellaterra.

Confetti#44,courtesyKurt

Vonnegut&OrigamiExpressLLC.

GRANGIORNO

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

Quandoavevosediciannilagentemenedavaventicinque,eunadonnafattacheabitava

incittàgiuròchedovevoavernetrenta.Erogrossodappertutto:avevodeibaffichesembravanodilanadiferro.Avevopropriovogliadivederequalcos’altro,oltreaLuVernenell’Indiana,ecredochelastessaIndianapolisnonmiavrebbetrattenuto.Perciòmentiisulla

miaetàemiarruolainell’EsercitodelMondo.Nessunopianse.Non

c’eranobandiere,nonc’eranofanfare.Noneracomeuntempo,quandounragazzocomemepotevaandare,magari,afarsiammazzareperlademocrazia.Allastazionenon

c’eranessunotrannela

miavecchia,elamiavecchiaeramatta.Secondolei,l’EsercitodelMondoandavabeneperifannullonichenonriuscivanoatrovareunlavororispettabiledanessunaparte.Sembraieri,einvece

erailduemilatrentasette.“Sta’lontanoda

queglizulù,”dissela

vecchia.“Noncisonosologli

zulùnell’EsercitodelMondo,ma,’”dissiio.“C’ègentediognipaese.”Machiunquenonsia

natonellaconteadiFloydpermiamadreèunozulù.“Be’,comunque,”disse,“sperochealmenotidianodamangiarebene,conletasse

mondialichecisono.Epoichésembrifermamentedecisoadandarteneconqueglizulù,forsedovreiesserecontentachenoncisonoaltriesercitiincircolazione,cosìnessunocercheràdispararti.”“Èunaforzadipace,

ma’,”dissiio.“Conunsoloesercitononcisarannopiùguerre.

Nonseiorgogliosa?”“Sonoorgogliosadi

quellochehafattolagenteperlapace,”disselei.“Nonperquestoamol’esercito.”“Èunesercitonuovo,

unesercitodiprim’ordine,ma,’”dissiio.“Nontilascianoneanchebestemmiare.Esenonvairegolarmenteinchiesa,nientedolce.”

Lavecchiascosseilcapo.“Ricordasolounacosa,”disse.“Ricordacheanchetueridiprim’ordine.”Nonmibaciò.Mistrinselamano.“Sì,”disse,“finchéseistatoconme.”

Maquandospediiamiamadreunamostrinadellamiaprimaunitàdopo

l’addestramentobase,venniasaperechelafacevavedereatutticomesefosseunacartolinadiDio.Erasoltantounpezzodifeltrobluconl’immaginericamatadiunorologiod’oroeunafolgoreverdecheuscivadall’orologio.Venniasapereche

miamadreraccontavaatuttichesuofiglio

erainunacompagniaalriparodeltempo,propriocomesesapessecos’eraunacompagniaalriparodeltempo,propriocomesetuttisapesserochequellaeralacosapiùimportantenell’interoEsercitodelMondo.Be’,eravamola

primacompagniaalriparodeltempo,eanchel’ultima,senon

riuscirannoacorreggereglierrorineiprogrammidellemacchinedeltempo.Quellochedovevamofareeracosìsegretocheriuscimmoascoprirecos’erasoloquandoeraormaitroppotardipertornareindietro.Ilcomandanteerail

capitanoPoritsky,enonvolledircialtroche

dovevamoesseremoltofieri,perchéc’eranosoloduecentouominisullafacciadellaterracheavevanoildirittodiportarequegliorologi.Avevagiocatoa

footballnellasquadradiNotreDameesembravaunapiladipalledicannonesulpratodiuntribunale.Glipiacevatastarsidappertuttomentreci

rivolgevalaparola.Glipiacevasentirecom’eranoduretuttequellepalledicannone.Cidissecheera

veramenteonoratodicomandareungruppodiuominicosìingambaeconunamissionecosìimportante.DissecheavremmoscopertochemissioneeradurantelemanovreinunpostochiamatoChâteau-

Thierry,inFrancia.Ognitantovenivano

avedercideigenerali,comesestessimoperfareunacosabellaetriste,manessunodicevaunaparoladellamacchinadeltempo.

QuandoarrivammoaChâteau-Thierry,ciaspettavanotutti.Fuallorachescoprimmocheciòchedovevamo

fareeraqualcosadiultradisperato.Tuttivolevanovedereikillerconl’orologiosullamanica,tuttivolevanovedereilgrandespettacolochestavamopermettereinscena.Segiàsembravamo

deiselvaggialnostroarrivo,piùselvaggidiventammocolpassaredeigiorni.Noneravamoancorariusciti

ascoprirecosadovevafareunacompagniaalriparodeltempo.Erainutilefare

domande.“CapitanoPoritsky,

signore,”dissi,piùrispettosamentechepotevo,“hosentitochedomaniall’albadaremounadimostrazionediunattaccodinuovogenere.”“Sorridicomese

fossifeliceeorgoglioso,soldato!”midisselui.“Èvero!”“Capitano,signore,”

dissiio,“ilplotonehasceltomepervenireachiederlesenonpotremmosaperesubitocosadovremmofare.Vogliamoprepararci,signore.”“Soldato,”disse

Poritsky,“ogniuomodiquelplotonehail

moralealto,espritdecorpsetregranate,unfucile,unabaionettaecentocartucce,nonèvero?”“Signorsì,”dissiio.“Soldato,”disse

Poritsky,“quelplotoneèpronto.Epermostrartilafiduciachehoinquelplotone,saràessoaguidarel’attacco.”Aggrottòlesopracciglia.“Be’,”

disse,“nonvuoidire‘Grazie,signore’?”Lodissi.“Epermostrartila

fiduciachehointe,soldato,”disselui,“tusaraiilprimouomonellaprimasquadradelprimoplotone.”Lesuesopraccigliatornaronoadalzarsi.“Nonvuoidire‘Grazie,signore’?”Lodissiun’altra

volta.

“Pregasolochegliscienziatisianopronticomete,soldato,”dissePoritsky.“C’entranopuregli

scienziati,signore?”dissiio.“Finedelcolloquio

soldato,”dissePoritsky.“At-tenti,soldato.”Mimisisull’attenti.“Saluto,”disse

Poritsky.

Salutai.“Avanti,marsc’!”

disselui.Eviachemene

andai.

Dunque,eccomilà,lanotteprimadellagrandedimostrazione,ignaroditutto,spaventatoepienodinostalgia,inserviziodiguardiainunagalleriainFrancia.Erodi

sentinellaconunragazzochesichiamavaEarlSterling,diSaltLake.“Gliscienziatici

aiuteranno,vero?”disseEarl.“Èquellochedice

lui,”risposi.“Avreipreferitonon

saperlo,”disseEarl.Fuori,sopralanostra

testa,scoppiòunagrossagranatacheper

pocononciruppeitimpani.C’eraunfuocodisbarramento,comegigantichegirasseroquaelà,chefacevaapezziilmondo.Eranogranatedeinostricannoni,naturalmente,chescoppiavanocomesefosseroilnemico,comesefosseroarrabbiatissimiperqualcosa.Tuttisieranorintanatinellegallerie,

cosìnessunosisarebbefattomale.Manessunosi

godevatuttoquelrumorepiùdelcapitanoPoritsky,cheeramattodalegare.“Simulatoqui,

simulatolà,”disseEarl.“Questenonsonogranatesimulate,enonèsimulatanemmenolapaurachemifanno.”“Poritskydicecheè

musica,”dissiio.“Diconocheuna

voltaerapropriocosì,nelleguerrevere,”disseEarl.“Noncapiscocomequalcunoriuscisseacavarsela.”“Lebucheoffrono

moltaprotezione,”dissiio.“Maunavoltanelle

buchesirifugiavanosoloigenerali,”disseEarl.“Isoldatistavano

inpiccolebuchesuperficialisenzanessunriparosopralatesta.Equandoarrivavanogliordinidovevanousciredallelorobuche,eordinicosìarrivavanoincontinuazione.”“Immaginochesi

tenesseromoltovicinialsuolo”dissiio.“Quantovicinoal

suolosipuòstare?”

vollesapereEarl.“Incertipunti,lassù,l’erbaètagliatacomesequalcunoavesseusatounatosaerba.Nonunalberoèrimastoinpiedi.Grossicrateridatutteleparti.Comefacevalagenteanonimpazzireintuttequelleguerrevere...oanonarrendersi?”“Lagenteèstrana,”

dissiio.

“Avoltenonlopenso,”disseEarl.Scoppiòun’altra

grossagranata,seguitadaduepiccole:tuttomoltoinfretta.“Haivistola

collezionediquellacompagniarussa?”disseEarl.“Nehosentito

parlare,”dissiio.“Sonoquasicento

teschi,”disseEarl.“Li

hannoallineatisopraunamensolacomemeloni.”“Pazzesco,”dissiio.“Già,collezionare

teschicosì,”disseEarl.“Manonpossonofareamenodiraccoglierli.Cioè,nonpossonoscavareinunadirezionesenzatrovareteschiumanietutto.Dev’esseresuccessoqualcosadigrosso,

lassù.”“Qualcosadigrossoè

successoanchequi,”glidissiio.“QuestoèunfamosocampodibattagliadellaGuerramondiale.Èquichegliamericanihannosconfittoitedeschi.Mel’hadettoPoritsky.”“Duediqueiteschi

avevanodellescheggediproiettile,”disseEarl.“Lihaivisti?”

“No,”dissiio.“Quandoliscuoti,si

sentonolescheggetintinnareall’interno,”disseEarl.“Sivedonoiforidacuisonoentrate.”“Saicosadovrebbero

fareconqueipoveriteschi?”dissiio.“Dovrebberofarvenireunafiladicappellanidituttelereligionicheesistono.Dovrebbero

fareaqueipoveriteschiunfuneraledecoroso,eseppellirliinunpostodovenonsianopiùdisturbati.”“Nonècomese

fosseroancoradellepersone,”disseEarl.“Nonècomeselo

fosseromaistate,”dissiio.“Hannosacrificatolavitaperchépotesserovivereinostripadriei

nostrinonnieinostribisnonni.Ilmenochepossiamofareètrattarebeneleloropovereossa.”“Sì,maalcunidiloro

nonstavanocercandodiammazzareinostritrisavoliochiunquefossero?”disseEarl.“Itedeschicredevano

dimigliorarelecose,”dissiio.“Tutticredevanodi

migliorarelecose.Ilcuorel’avevanoalpostogiusto,”dissi.“Èilpensierocheconta.”Latendainfondoalla

galleriasiaprìeilcapitanoPoritskyentròesceseversodinoi.Selaprendevacomoda,comesefuorinoncifossenulladipeggiodiunatiepidapioggerella.“Nonèpericoloso

andarelàfuori,

signore?”glichiesi.Noneratenutoauscire.C’eranogalleriedappertutto,enessunoavrebbedovutouscirementreeraincorsoilfuocodisbarramento.“Nonèuna

professionepiuttostopericolosaquellacheabbiamosceltodinostraspontaneavolontà,soldato?”michieselui.Mimiseil

dorsodellamanosottoilnasoeiovidicheeraattraversatodaunlungotaglio.“Unascheggia!”disse.Sorrise,poiaccostòlaboccaallaferitaesucchiò.Dopo,quandoebbe

bevutoabbastanzasangue,ciguardòbene.“Soldato,”midisse,“dov’èlatuabaionetta?”

Mitastaiilcinturone.Avevodimenticatolabaionetta.“Soldato,esetutt’a

untrattoarrivasseilnemico?”Poritskyfeceunaspeciediballettocomesefossestatopuntodaunavespa.“‘Scusate,ragazzi...Aspettatequi,chevadoaprenderelabaionetta.’Èquestochediresti,soldato?”

michiese.Scossiilcapo.“Allaresadeiconti,

lamiglioreamicadelsoldatoèlabaionetta,”dissePoritsky.“Èquelloilmomentoincuiunmilitaredicarrieraèpiùfelice,perchéquelloèilmomentoincuivieneacontattocolnemico.Nonèvero?”“Signorsì,”dissiio.

“Tufaicollezionediteschi,soldato?”dissePoritsky.“Signornò,”dissiio.“Nontifarebbemale

cominciare,”dissePoritsky.“Signornò,”dissiio.“Sesonomortic’è

unaragione,soldato,”dissePoritsky.“Noneranobuonisoldati!Noneranodeiprofessionisti!Hanno

fattodeglierrori!Nonhannoimparatoabbastanzabenelalezione!”“Credodino,

signore,”dissiio.“Forsetucredichele

manovresianotroppofaticose,soldato,einvecenonlosonomaiabbastanza,”dissePoritsky.“Secomandassiio,tuttisarebberolàfuorisotto

quelbombardamento.L’unicosistemaperaveredelleunitàveramentevalideèsottoporlealbattesimodelfuoco.”“Albattesimo,

signore?”“Faruccidereunpo’

diuomini,cosìilrestoimpara!”dissePoritsky.“Diavolo,questononèunesercito!Hannotantidi

queidottoriediquellenormedisicurezzachenonvedounapipitadaseianni.Nonsisfornanodeiprofessionistiinquestomodo.”“Signornò,”dissiio.“Ilprofessionistaha

vistotuttoenonsifamaicoglieredisorpresa,”dissePoritsky.“Be’,domanivedraicosasignifica

fareveramenteilsoldato,comenonsivedevadacent’anni.Gas!Tiridisbarramento!Sparatorie!Attacchiallabaionetta!Corpoacorpo!Nonseicontento,soldato?”“Nonsonocosa,

signore?”dissiio.“Nonseicontento?”

dissePoritsky.GuardaiprimaEarl

poiilcapitano.“Ohsì,certo,signore,”dissi.Scossiilcapolentamente,conun’ariamoltograve.“Signorsì,”dissi.“Sì,certamente.”

Quandoappartieniall’EsercitodelMondo,contuttelenuovefantastichearmichehanno,c’èsolounacosadafare.Devi

credereaquellochediconogliufficiali,anchesenonhasenso.Egliufficiali,lorodevonocredereaquellochediconogliscienziati.Lecosesonoandate

cosìavantichel’uomodellastradanoncapiscepiùniente.Maforseèsemprestatocosì.Quandouncappellanociha

gridato,anoisoldatisemplici,chedovevamoaverefiduciaenonfaredomande,nonsièaccortochesfondavaunaportaaperta.QuandoPoritsky

finalmentecidissecheavremmoattaccatoconl’aiutodiunamacchinadeltempo,cheideeintelligentipotevanovenireaunsoldatosemplicecomeme?

Sonorimastolàsedutocomeunallocco,aguardarel’attaccodellabaionettasulmiofucile.Hochinatolatesta,poggiandol’elmettosullacanna,ehoguardatol’attaccodellabaionettacomesefossel’ottavameravigliadelmondo.Iduecentouomini

dellanostracompagniaeranotuttiinuna

grandetrinceasotterranea,adascoltarePoritsky.Nessunologuardava.Luieracosìcontentodiquellochestavaperaccaderechecontinuavaatastarsiquaelàcomesevolesseesseresicurochenonstavasognando.“Uomini,”dissequel

pazzocapitano,“alle

cinquel’artiglieriapiazzeràduefiledifuochidisegnalazione,aduecentometrididistanzal’unadall’altra.Questifuochisegnerannoilimitidelraggiodellamacchinadeltempo.Noiattaccheremoinquestocorridoio.”“Uomini,”disse,“tra

leduefiledifuochisaràoggieildiciotto

lugliodelmillenovecentodiciotto,leduecosecontemporaneamente.”Iobaciail’attacco

dellabaionetta.Mipiaceilsaporedell’olioedelferro,maapiccoledosi,enonincoraggionessunoaimbottigliarlo.“Uomini,”disse

Poritsky,“vedretecose,làfuori,chefarebbero

incanutireicapelliauncivile.VedretegliamericanicontrattaccareitedeschicomeaivecchitempidiChâteau-Thierry.”Accidentiseeracontento!“Uomini,”disse,“saràunmacelloindescrivibile.”Iofacevosuegiùcon

latesta,cosìl’elmettosembravaunapompae

mipompaval’ariasullafronte.Inunmomentocomequello,anchelepiccolecosepotevanofareungranpiacere.“Uomini,”disse

Poritsky,“nonmipiacedireaisoldatidinonaverpaura.Nonmipiacedireaisoldatichenonc’èdaaverpaura.Questoèuninsulto,perloro.Magliscienziatimidicono

cheilmillenovecentodiciottoanoinonpuòfarepiùnulla,echenoinonpossiamofarnullaalmillenovecentodiciotto.Perloronoisaremodeifantasmi,elorosarannodeifantasmipernoi.Noicammineremoinmezzoaloroelorocamminerannoinmezzoanoicomese

fossimotuttifumo.”Iosoffiaisullabocca

delfucilesenzacavarnealcunsuono.Menomale,perchéavrebbedisturbatolariunione.“Uomini,”disse

Poritsky,“vorreisolochepotestecorrereglistessirischidelmillenovecentodiciotto,irischipeggiorichepotrestecorrere.Così,

passatoquelbruttomomento,saretefinalmentedeisoldatinelsensomiglioredellaparola.”Nessunoosò

discutereconlui.“Uomini,”dissequel

grandeespertomilitare,“credochepossiateimmaginarel’effettosulnemicoquandovedràilcampodibattagliabrulicaredi

tuttiqueifantasmidelmillenovecentodiciotto.Nonsapràpiùacosasparare.”Poritskyscoppiòinunarisata,eglicivolleunpo’ditempopercalmarsi.“Uomini,”disse,“noistrisceremoinmezzoaqueifantasmi.Quandoavremoraggiuntoilnemico,glifaremodesiderarechefossimodeifantasmianche

noi...elofaremopentirediesserenato.”Questonemicodicui

parlavanoneraaltrocheunafiladicannedibambùconattaccatideglistracci,asetteoottocentometrididistanza.NonavrestimaicredutocheunuomopotesseodiareunacannadibambùconunostracciocomelaodiavaPoritsky.

“Uomini,”dissePoritsky,“sequalcunostapensandoditagliarelacorda,eccolavostraoccasioned’oro.Nondovetefaraltrocheattraversareunadelleduefiledifuochieusciredalraggiodellamacchinadeltempo.Cosìsparireteveramentenelmillenovecentodiciotto:

noncisarànulladispettrale.Enonc’èbarbadipoliziottomilitarechesaràtantopazzodainseguirvi,perchéchiattraversaquelconfinenonpuòpiùtornareindietro.”Iomipuliiidenti

davanticolmirinodelfucile.Eroarrivatoapensare,tuttodasolo,cheunsoldatoprofessionistaeraal

colmodellafelicitàquandopotevamorderequalcuno.Sapevochenonsareimaiarrivatoatalialtezze.“Uomini,”disse

Poritsky,“lamissionediquestacompagnianonèdiversadaquelledituttelealtrecompagnie,dachemondoèmondo.Lamissionediquesta

compagniaè:uccidere!Domande?”Ciavevanogiàletto

gliArticolidellaGuerra.Sapevamochefaredomanderagionevolierapeggiocheucciderelapropriamadreacolpid’accetta.Cosìnoncifunessunadomanda.Credochenoncenesiamaistatauna.“Caricare,”disse

Poritsky.Obbedimmo.“Inastarela

baionetta,”dissePoritsky.Obbedimmo.“Andiamo,fanciulle?”

dissePoritsky.Oh,quell’uomosìche

sapevausarelapsicologia!Dev’esserequestalagrossadifferenzatraufficialiesoldati.Chiamarci

“fanciulle”quandoeravamoinvecedeiragazzicifeceandareinbestia,cifeceperdereillumedegliocchi.Avremmofattopiazza

pulitadistracciecannedibambùfinoaprivareilmondo,persecoli,dicannedapescaebizzarretrapunte.

Trovarsinelraggiodiquellamacchinadeltempoeraunmistodiquestetrecose:averel’influenza,portareocchialibifocalifattiperqualcunaltrochenoncivedevabeneedesseredentrounachitarra.Finchénonlamiglioreranno,nonsaràmainésicuranépopolare.Inunprimotempo

nonvedemmonessunodelmillenovecentodiciotto.Lesolecosechesivedevanoeranolelorobucheeillorofilospinato,dovenonc’eranopiùnébuchenéfilospinato.Potevamocamminaresuquellebuchecomeseavesserountettodivetro.Potevamoattraversarequelfilo

spinatosenzastrapparciicalzoni.Noneranostro,eradelmillenovecentodiciotto.C’eranomigliaiadi

soldaticheciguardavano,provenientidatuttiipaesidelmondo.Lospettacoloche

demmofupietoso.Lamacchinadel

tempocirovesciòlostomacoeciresemezzi

ciechi.Avremmodovutolanciareurladiguerrapermostrarelanostraprofessionalità.Inveceandammolàinmezzoaqueifuochidisegnalazione,equasinessunodisseunaparolaperpauradivomitare.Avremmodovutoavanzareaggressivamente,solochenonriuscivamoacapirechieraconnoie

chidelmillenovecentodiciotto.Giravamointornoaostacolichenonc’eranoeinciampavamoinquellichec’erano.Sefossistatoun

sempliceosservatore,avreidettochequellaeraunacomica.Ioeroilprimouomo

dellaprimasquadradelprimoplotonedella

compagnia,edavantiamec’erasolounuomo.Quest’uomoerailnostronobilecapitano.Urlòsolounacosa

allesueimpavidetruppe,eiopensaicheurlassecosìperrenderciancorpiùassetatidisanguedilui.“Arrivederci,boyscout!”urlò.“Scriveteregolarmenteallamammaepuliteviil

nasoquandocola!”Poisichinòepartì

attraversolaterradinessuno,correndopiùfortechepoteva.Iofecidelmiomeglio

perstargliallecalcagna,perl’onoredeisoldatisemplici.Cadevamoecirialzavamocomeunacoppiadiubriachi,sfiatandocisuquelcampodibattaglia.

Nonsivoltòmaiindietropervederecomecelacavavamoioeglialtri.Pensaichenonvolessemostrareanessunocom’eraverdeinfaccia.Iocontinuavoadirglichecieravamolasciatidietrotuttiinostricompagni,maquellacorsamiavevatoltoanchel’ultimopo’difiatocheavevo.Quandodeviòverso

unafiladifuochi,immaginaichevolesseimmergersinelfumodoveglialtrinonpotevanovederlo,perpotervomitareinprivato.Eroappenaentrato

nelfumodopodiluiquandoarrivòuntirodisbarramentodelmillenovecentodiciotto.Quelpoverovecchio

mondosimisea

dondolareearotolare,afriggereealacerarsi,aribollireeabruciare.Terraeacciaiodelmillenovecentodiciottocitrapassaronodatutteleparti.“Alzati!”miurlò

Poritsky.“Èilmillenovecentodiciotto!Nonpuòfartiniente!”“Lofarebbe,se

potesse!”gliurlaidirimando.

Luifececomeperdarmiuncalciointesta.“Tiratisu,soldato!”disse.Obbedii.“Tornaindietro,dagli

altriboyscout,”disse.Indicòunbuconelfumo,nelladirezionedacuierovenuto.Vidicheilrestodellacompagniastavamostrandoaquellemigliaiadiosservatori

comegliespertisieranobuttatiaterraetremavano.“Iltuopostoèquello,”dissePoritsky.“Questoèilmioshow,edèunassolo.”“Prego?”dissiio.

Voltailatestaperseguireilvolodiunmassodelmillenovecentodiciottocheeraappenapassatosopradinoi.

“Guardami!”urlòlui.Obbedii.“Eccodovegliuomini

sidistinguonodairagazzi,soldato,”disse.“Signorsì,”dissiio.

“Nessunoècosìvelocenellacorsacomelei.”“Nonstoparlandodi

correre,”disselui.“Stoparlandodicombattere!”Oh,fuunaconversazionepazzesca.Avevamo

cominciatoaessereattraversatianchedaiproiettilitracciantidelmillenovecentodiciotto.Iocredevochestesse

parlandodicombatterecontroglistraccielecannedibambù.“Nessunosisentemoltobene,capitano,macredochevinceremo,”dissi.“Volevodirecheio

passeròtraquesti

fuochiperandarenelmillenovecentodiciotto!”urlòlui.“Nessunaltroèabbastanzauomoperfareunacosasimile.Oravattene,maledizione!”Capiichenon

scherzavaaffatto.Eradavveroconvintochesarebbestataunagrandeimpresa,seavessepotutosventolareuna

bandieraefermareunapallottola,ancheseinunaguerrafinitadacent’anniopiù.Volevafarelasuaparte,anchesel’inchiostrosuitrattatidipaceeracosìsbiaditochenonsileggevapiù.“Capitano,”glidissi,

“iononsonoaltrocheunsoldato,eisoldatinondovrebberonemmenopensare.Ma,

capitano,”dissi,“nonmisembraunabuonaidea.”“Iosononatoper

combattere!”gridòlui.“Ecomincioadarrugginirmi!”“Capitano,”dissi,

“tuttelecosepercuic’eradacombatteresonogiàstateconquistate.Abbiamoottenutolapace,abbiamoottenutola

libertà,siamotuttifratelli,dappertutto,tuttihannounabellacasaepolloladomenica.”Nonmidiedeascolto.

Camminavaversolalineadeisegnali,versoillimitedelraggiodellamacchinadeltempo,doveilfumodeifuochierapiùfitto.Sifermòunmomento

primadientrareper

semprenelmillenovecentodiciotto.Abbassòlosguardo,eiopensaichenellaterradinessunoavessetrovatounnidodiuccelloounamargherita.Quellocheaveva

trovatononeranéilprimonélaseconda.Miavvicinaievidicheerarittosoprauncrateredigranatadel

millenovecentodiciotto,propriocomesefossesospesoinaria.Inquellamiserabuca

c’eranodueuominimorti,dueuominiviviedelfango.Sapevochedueeranomortiperchéaunomancavalatestael’altroerastatotagliatoinduedaun’esplosione.Sehaicuore,ein

mezzoaunfumofittoti

imbattiinunacosacomequella,nonc’ènient’altrointuttol’universochetisembreràreale.Nonc’erapiùl’EsercitodelMondo.Nonc’erapiùlapaceperenne;nonc’erapiùLuVerne,nell’Indiana;nonc’erapiùlamacchinadeltempo.C’eravamosolo

Poritskyeioelabuca.

Sedovessiavereunfiglio,eccoquellocheglidirei:“Figliolo,”direi,“nonpasticciaremaicoltempo.Tienil’oggiperoggiel’alloraperallora.Esetiperdessiinunfumofitto,figliolo,sta’fermofinchénonsidisperde.Sta’fermofinchénonvedidoveseiedoveseistatoedovestaiandando,figliolo”.

Glidareiunoscossone,aquelbambino.“Figliolo,haisentito?”direi.“Ascoltaquellochedicepapà.Luisa.”Forsenonarriverò

maiavederlo,unfigliomio.Masperopropriodipoterlotoccare,disentirnel’odoreeleparole.Accidenti,secispero.

Sivedevabenechelequattropovereanimedelmillenovecentodiciottoavevanostrisciatoalungoinquellabuca,comelumacheinunabocciaperpescirossi.C’eraunapistachepartivadaognunodiloro–ivivieimorti.Unagranatacadde

nellabucaescoppiò.Quandolamelma

ricadde,solounuomoeraancoravivo.Sigiròsullaschiena

espalancòlebraccia.Eracomeseoffrisselepartipiùindifesedelsuocorpoalmillenovecentodiciotto,inmodocheilmillenovecentodiciottopotesseucciderlosenzafatica,secitenevatantoaucciderlo.Epoil’uomovidenoi.

Nonparvesorpresodivedercisospesiinarialàsopradilui.Nonc’erapiùnientechepotessesorprenderlo.Moltolentamenteecongestigoffitiròfuoriilfuciledalfangoecelopuntòaddosso.Sorrisecomesesapessechieravamo,comesesapessechenonpotevafarcidelmale,comesefossetuttouno

scherzo.Eraimpossibileche

unproiettilepassasseattraversolacannadiquelfucile,tantoeraintasatadalfango.Ilfucilescoppiò.Neanchequestolo

sorprese,esembròchenonsifossefattoniente.Ilsorrisochecirivolse,ilsorrisoprovocatodalloscherzo,eraancora

stampatosulsuovisoquandosirovesciòall’indietroemorì.Ilfuocodi

sbarramentodelmillenovecentodiciottocessò.Qualcuno,

lontanissimo,soffiòinunfischietto.“Perchépiangi,

soldato?”dissePoritsky.“Nonmen’ero

accorto,capitano,”dissiio.Lapellemitiravaegliocchimibruciavano,manonsapevochestavopiangendo.“Piangeviprimae

staipiangendoadesso,”disselui.Allorapiansisul

serio.Sapevoconcertezzadiaveresolosedicianni,sapevodinonesserealtrocheun

bambinocresciutotroppoinfretta.Misedettiegiuraichenonmisareipiùalzato,nemmenoseilcapitanomiavessestaccatolatestaacalci.“Eccoli!”urlò

Poritsky,fuoridisé.“Guarda,soldato,guarda!Americani!”SparòinariaconlapistolacomesefosseilQuattroLuglio.

“Guarda!”Guardai.Sembravaunmilione

diuominichestesseroattraversandoilraggiodellamacchinadeltempo.Venivanodalnulladaunaparte,svanivanonelnulladall’altra.Gliocchieranospenti.Mettevanounpiededavantiall’altrocomesefosserostatiferitida

qualcuno.Tutt’auntrattoil

capitanoPoritskymisollevòcomesenonpesassinulla.“Coraggio,soldato...Andiamoconloro!”gridò.Quelpazzomi

trascinòoltrelalineadeifuochidisegnalazione.Piansieurlaiecercai

dimorderlo.Maera

troppotardi.Nonc’eranopiù

fuochi.Tutt’intornoanoi

nonc’eraaltrocheilmillenovecentodiciotto.Eronel

millenovecentodiciottopersempre.Epoiarrivòunaltro

tirodisbarramento.Eiltiroeraacciaioealtoesplosivo,mentreioerocarne,ealloraera

allora,eacciaioecarneeranoappallottolatituttiinsieme.

Misonosvegliatoqui.“Cheannoè?”ho

chiesto.“Il

millenovecentodiciannove,soldato,”mihannodetto.“Dovesono?”ho

chiesto.

Mihannodettochemitrovoinunacattedraletrasformatainospedale.Vorreipoterlavedere.Sentodagliechichedev’esserealtaeimponente.Nonsonouneroe.Qui,circondatoda

eroi,nonabbelliscoilmiostatodiservizio.Nonhomainécolpitoconlabaionettané

sparatoaqualcuno,nonhomaitiratounabombaamano,nonhomaivistountedesco,senoneranotedeschigliuominiinquellaterribilebuca.Cidovrebberoessere

degliospedalispecialiperglieroi,cosìglieroinonsarebberocostrettiagiacereaccantoaitipicomeme.

Quandovieneasentirmiparlareunonuovo,glidicosubito,sempre,chesonoentratoinazionesolodiecisecondiprimadiesserecolpito.“Nonhomaifattonienteperassicurarealmondolademocrazia,”dico.“Quandomihannocolpitostavopiangendocomeunbambinoecercandodiuccidereil

miocapitano.Seunproiettilenonloavesseucciso,l’avreifattoio,ederauncompatriota.”El’avreifatto

veramente.Edicoancheche

disertereipertornarealduemilatrentasette,seneavessilapossibilità.Sonodueillecitida

cortemarziale.

Matuttiglieroicheabbiamoqui,loro,sembrachenoncibadino.“Vatuttobene,amico,”dicono,“continuaaparlare.Sequalcunoproveràatrascinartidavantiaunacortemarziale,giureremotuttichetiabbiamovistouccideretedeschiamaninude,ecolfuocochetiuscivadalleorecchie.”

Aloropiacesentirmiparlare.Cosìmenestoqui,

ciecocomeunpipistrello,egliraccontocomesonoarrivato.Gliraccontotuttelecosechevedocontantachiarezzadentrolatesta:l’EsercitodelMondo,tutticomefratellidappertutto,paceperenne,nessunoche

hafame,nessunochehapaura.Ècosìchemisono

guadagnatoilmiosoprannome.Quasinessunoquiall’ospedaleconosceilmioveronome.Nonsochièstatoilprimoadaverel’idea,matuttimichiamanoGranGiorno.

Confetti#62,courtesyKurt

Vonnegut&OrigamiExpressLLC.

CANNONIPRIMADELBURRO

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

I.

“Quellochefaièprendereunpollo,tagliarloapezzierosolarlonelburrofusoenell’oliod’olivainunapadellarovente,”disseilsoldatosempliceDonnini.“Unabuonapadellabollente,”soggiunseconariapensierosa.“Aspettaun

momento,”disseilsoldatosempliceColeman,scrivendofuriosamenteinunpiccolotaccuino.“Grossocome,questopollo?”“Unpaiodichili.”“Perquante

persone?”chieseacutamenteilsoldatosempliceKniptash.“Perquattro,”disse

Donnini.

“Nondimenticarechecisonomolteossa,”disseKniptashconariadiffidente.Donninieraun

gourmet;moltevolteglieravenutainmentelafrase“perleaiporci”mentrespiegavaaKniptashcomefarequestooquelpiatto.AKniptashnonimportavanientedelsaporeodell’aroma:

l’unicacosachevolevaeraingozzarsi,spararsiunabombacalorica.Scrivendolericettenelsuotaccuino,Kniptashtendevaaconsiderareleporzionitropposcarseearaddoppiaretuttelequantitàindicate.“Puoimangiartelotuttodasolo,perquelchemiriguarda,”dissepacatamenteDonnini.

“Okay,okay,poichefai?”disseColeman,conlamatitaamezz’aria.“Lorosolidatutt’e

duelepartipercinqueminuti,aggiungisedano,cipolleecarotetritate,esaleapiacere.”Donninisporselelabbracomeperassaggiare.“Poi,mentresicuoce,aggiungiunamisceladi

sherryeconcentratodipomodoro.Copri.Faicuocerepercircatrentaminutie...”Siinterruppe.ColemaneKniptashavevanosmessodiscrivereesieranoappoggiatialmurocongliocchichiusi,ascoltando.“Buono,”disse

Kniptashconariasognante,“masapetelaprimacosachefarò

quandotornerònegliStatiUniti?”Donninisoffocòun

gemito.Lasapeva.L’avevasentitacentovolte.Kniptasheracertochenonesistevaunpiattoalmondocapacedisaziarelasuafame,ecosìneavevainventatouno,unmostroculinario.“Primo,”disse

Kniptashfieramente,

“ordineròunadozzinadifrittelle.Èquellochehodetto,signora,”soggiunse,rivoltoaunacamerieraimmaginaria,“dodici!Poivogliochelemettanounasopral’altraconunuovofrittoperciascuna.Poisapetechefarò?”“Cifaraimettere

sopradelmiele!”disseColeman,che

condividevailbestialeappetitodiKniptash.“Puoiscommetterci!”

disseKniptash,congliocchichebrillavano.“Puah,”disse

apaticamenteilcaporaleKleinhans,laguardiatedescapelata.Donninipensavacheilvecchioavessecircasessantacinqueanni.Kleinhanstendevaaesseredistratto,

sprofondatoneisuoipensieri.Eraun’oasidicompassioneeinefficienzaneldesertodellaGermanianazista.DicevadiaverimparatoilsuopassabileingleseneiquattroanniincuiavevafattoilcameriereaLiverpool.NonavevadettoaltrodellesueesperienzeinInghilterra,limitandosi

aosservarechegliinglesimangiavanotroppo,piùdiquantoconvenisseallalororazza.Kleinhanssiarricciòi

baffiallaKaiserWilhelmesialzòinpiediconl’aiutodelsuoanticoelunghissimofucile.“Voiparlatetroppodicibo.Eccoperchégliamericaniperderannolaguerra:

sietetuttitroppomolli.”EguardòabellapostaKniptash,cheeraancoraimmersofinoalcollonelsuosognodifrittelle,uovaemiele.“Su,su,rimettiamociallavoro.”Eraunconsiglio.Itresoldati

americanirestaronosedutinelguscioscoperchiatodiunedificioinmezzoai

calcinacciealletravicarbonizzatediDresda,inGermania.Eranoiprimigiornidimarzodel1944.Kniptash,DonninieColemaneranoprigionieridiguerra.IlcaporaleKleinhanseralaloroguardia.Dovevatenerlioccupatifacendodividereilmiliardoditonnellatedimaceriedellacittàintumuli

ordinati,mattonesumattone,persgombrarelestradeepermetterelaripresadiuntrafficoinesistente.Ufficialmente,itreamericanieranostatipunitiperpiccoleinfrazionialladisciplinacarceraria.Inrealtà,andarealavorarenellestradeognimattinasottoi

tristiocchicelestidell’abulicoKleinhansnoneranémeglionépeggiodelfatodeiloropiùcorretticompagnidietroilfilospinato.Kleinhansavevasolounapretesa:chefingesserodiessereoccupatiquandopassavanogliufficiali.Ilciboeral’unica

cosa,alpallidolivellodiesistenzadei

prigionieridiguerra,chepotesseaverequalcheeffettosulloroumore.Pattoneraacentocinquantachilometrididistanza.AsentireKniptash,DonninieColemancheparlavanodell’arrivoimminentedellaTerzaArmata,sisarebbecredutochefosseguidatanondallafanteriaedaicarri

armati,madaunafalangedisergentidimensaecucinedacampo.“Su,su,”ripetéil

caporaleKleinhans.Sitolselapolveredell’intonacodalladivisatroppogrande,ilgrigioleggeroescadentedellamiliziaterritoriale,unapateticaarmatadivecchi.Consultò

l’orologio.L’intervallodelpasto,trentaminutisenzanientedamangiare,erafinito.Donninisfogliò

malinconicamenteilpropriotaccuinoperunaltrominutoprimadirimetterloneltaschinoedialzarsifaticosamenteinpiedi.Lamaniadel

taccuinoerainiziataquandoDonniniaveva

spiegatoaColemancomefarelapizza.Colemanavevascrittolaricettainunodeitantitaccuinirubacchiatiinunacartoleriabombardata.L’esperienzaerastatacosìsoddisfacentecheriempireitaccuinidiricetteerasubitodiventata,peritreuomini,un’ossessione.Tracciareisimbolidel

cibolifacevasentireinqualchemodomoltopiùviciniallacosavera.Ciascunodiessi

avevadivisoiltaccuinoinsezioni.Kniptash,peresempio,avevaquattrosezioniprincipali:“Dessertchevoglioprovare,”“Buonisistemipercucinarelacarne,”“Spuntini”e“Varie”.

Coleman,conlosguardocorrucciato,continuòascriverelaboriosamenteneltaccuino.“Quantosherry?”“Sherrysecco,

dev’esseresecco,”disseDonnini.“Circatrequartidiunatazza.”VideKniptashcancellarequalcosanelsuotaccuino.“Chec’è?L’haicambiatoin

quattrolitridisherry?”“No.Noncistavo

neanchelavorandoaquella.Stavoscrivendoun’altracosa.Hocambiatoideasullaprimacosachevoglio,”disseKniptash.“Cosa?”chiese

Coleman,affascinato.Donninitrasalì.

AltrettantofeceKleinhans.Itaccuiniavevanointensificatoil

conflittospiritualetraDonninieKniptash,accentuandoneicontrasti.LericettefornitedaKniptasheranobarocche,inventatelìperlì.QuellediDonninieranoscrupolosamenteautentiche,artistiche.Colemanerapresoinmezzo.Eraunoscontrotrailbuongustaioeilghiottone,tral’artista

eilmaterialista,tralabellaelabestia.Donninieracontentodiavereunalleato,anchesesitrattavadelcaporaleKleinhans.“Aspettaadirmelo,”

disseColemansfogliandolepagine.“Fammitrovarelaprimapagina.”Lasezionepiùimportantediognitaccuinoeralaprimapagina.Di

comuneaccordo,eradedicataalpiattocheciascunosognavapiùdituttiglialtri.SullaprimapaginaDonniniavevascrittoconamorelaformuladell’anatraalcognac.Kniptashavevadatoilpostod’onoreallesueorribilifrittelle.Coleman,incerto,avevaoptatoperunpiattodiprosciuttocon

contornodipatatedolcicandite,mapoineerastatodissuaso.Terribilmenteperplesso,avevascrittosullaprimapaginasialasceltadiKniptashchequelladiDonnini,rinviandoladecisioneapiùtardi.OraKniptashlostavastuzzicandoconunamodificadellapropriaatrocità.Donninisospirò.

Colemansisentivadebole.ForselanuovasvoltadiKniptashloavrebbeallontanatodefinitivamentedall’anatraalcognac.“Nientemiele,”disse

Kniptashintonofermo.“Cihopensatosu.Orasocheètuttosbagliato.Nonvabeneconleuova,ilmiele.”Colemanfeceuna

cancellatura.“Allora?”

disse,fiducioso.“Cioccolatacalda,”

disseKniptash.“Unabellacucchiaiatadicioccolatacalda...Glielaversisopraelascichesispanda.”“Mmmmmmmmmm,”

disseColeman.“Cibo,cibo,cibo,”

brontolòilcaporaleKleinhans.“Tuttoilgiorno,ognigiorno,nonsentoparlareche

dicibo!Alzatevi.Andatealavorare!Voieivostrimaledettitaccuini.Èunfurto,sapete?Potreifarvifucilare.”Chiusegliocchiesospirò.“Cibo,”dissesottovoce.“Chegustoc’èaparlarne,ascriverne?Parlatedidonne,piuttosto.Parlatedimusica.Parlatediliquori.”Sirivolsealcielo

allargandolebraccia.“Cherazzadisoldatisonoquestichepassanotuttalagiornatascambiandosiricette?”“Nonhaifameanche

tu?”disseKniptash.“Cos’haicontroilcibo?”“Iomangioa

sufficienza,”disseKleinhanssbrigativamente.

“Seifettedipaneneroetrescodellediminestraalgiorno...Asufficienza?”disseColeman.“Èpiùche

sufficiente,”ribattéKleinhans.“Iomisentomeglio.Erograssoprimadellaguerra.Orasonoasciuttocomequandoerogiovane.Primadellaguerraeranotuttigrassi,

vivevanopermangiareinvecedimangiarepervivere.”Unpallidosorrisoglisfioròlafaccia.“LaGermanianonèmaistatapiùsana.”“Sì,manonhai

fame?”insistetteKniptash.“Ilcibononèl’unica

cosanellamiavita,nélapiùimportante,”disseKleinhans.“Su,

adesso,alzatevi!”KniptasheColeman

sialzarono,dimalavoglia.“Haiunpezzod’intonaconellacanna,paparino,”disseColeman.Pianopiano,strascicandoipiedi,tornaronosullastradaingombradimacerie,seguitidaKleinhanscheconunfiammiferotoglievaicalcinaccidallaboccadelfucilee

continuavaaimprecarecontroitaccuini.Donniniraccattòun

sassolinotramilionidialtrisassolini,raggiunseilbordodellastradaelodeposeaipiedidiKleinhans.Sifermòunmomento,conlemanisuifianchi.“Facaldo,”disse.“L’idealeper

lavorare,”disseKleinhans,sedendosi

sulcordolo.“Cosafacevidacivile,ilcuoco?”dissedopounlungosilenzio.“Aiutavomiopadrea

gestireilsuoristoranteitalianoaNewYork.”“Iohoavutoun

localeaBreslaviaperunpo’,”disseKleinhans.“Tantotempofa.”Sospirò.“Sembrastupido,adesso,quantotempoe

quanteenergieconsumavanoitedeschisoloperimbottirsidicibo.Chespreco.”GuardòallespallediDonninieaggrottòlafronte.Agitòunditoinariaall’indirizzodiColemaneKniptash,cheeranoinmezzoallastradaconunsassograndecomeunapalladabaseballinunamanoe

untaccuinonell’altra.“Amepareche

dentrocifossedellapannaacida,”stavadicendoColeman.“Metteteviaquei

taccuini!”ordinòKleinhans.“Nonaveteunaragazza?Parlatedellavostraragazza!”“Certochehouna

ragazza,”disseColeman,irritato.“SichiamaMary.”

“Tuttoqui?Nonc’èaltrodasaperedilei?”disseKleinhans.Colemansembrava

perplesso.“IlcognomeèFiske:MaryFiske.”“Be’,ècarinaquesta

MaryFiske?Cosafa?”Colemansocchiuse

gliocchiconariameditabonda.“Ungiornoaspettavochescendesseehoguardatolasuavecchia

mentrefacevaunameringataallimone,”disse.“Hapresounpo’dizuccheroediamidodigranturcoeunpizzicodisale,el’hamescolatoconunpaioditazzed’a...”“Perfavore,parliamo

dimusica.Tipiacelamusica?”disseKleinhans.“Epoicos’hafatto?”

disseKniptash.Aveva

depostoilsuosassoeorastavascrivendoneltaccuino.“Hausatodelleuova,no?”“Perfavore,ragazzi,

no,”supplicòKleinhans.“Certochehausato

delleuova,”disseColeman.“Eanchedelburro.Tantoburroetanteuova.”

II.

FuquattrogiornidopocheKniptashtrovòinunsotterraneoipastellicolorati:lostessogiornoincuiKleinhansavevachiestoinvanoilcambiocomeguardiadellasquadradipunizione.Quandoeranousciti,

quelmattino,Kleinhans

avevaundiavolopercapello,esierascagliatocontroitreprigionieriaffidatiallesuecureperchénonandavanoalpassoeperchémarciavanoconlemaniintasca.“Andateavantieparlate,parlatepuredicibo,donnicciole,”liavevascherniti.“Iononsonopiùtenutoadascoltare!”

Trionfalmente,avevatiratofuoridallagibernaduebatuffolidicotoneeselieraficcatinelleorecchie.“Orapossopensareaicasimiei.Ah!”Amezzogiorno

Kniptashsgattaiolònellacantinadiunacasabombardata,sperandoditrovarviunoscaffaledivasettipienicomequelliche

c’eranonellasuaaccoglientecantinacasalinga.Neuscìsporcoescoraggiato,rosicchiandosperimentalmenteunamatitaverde.“Com’è?”chiese

Colemanfiduciosamente,guardandoipastelligiallo,rosa,violaearancionenellamanosinistradiKniptash.

“Magnifico.Chesaporevuoi?Limone?Uva?Fragola?”Buttòlematiteperterraesopracisputòquellaverde.Eradinuovol’oradi

pranzo,eKleinhanssedevavoltandolespalleaiprigionieriecontemplandopensierosamenteilprofiloscheggiatodiDresda.Duebatuffoli

dicotonebiancoglispuntavanodalleorecchie.“Saicosaandrebbe

bene,adesso?”disseDonnini.“Ungelatoconla

cioccolatacalda,spolveratodinociemarshmallow,”disseprontamenteColeman.“Eciliegie,”disse

Kniptash.“Spiedinialla

romana!”mormoròDonnini,congliocchichiusi.KniptasheColeman

tiraronofuoriitaccuini.Donninisibaciòle

puntedelledita.“Bocconcinidimanzoinfilzatiinunospiedo,allaromana,”disse.“Prendetemezzochilodibocconcinidimanzo,trecucchiainidi

pecorinoromanoe...”“Perquante

persone?”chieseKniptash.“Seinormaliesseri

umani,omezzomaiale.”“Questopiattoche

aspettoha?”chieseColeman.“Be’,sonotantecose

infilzatesuunospiedo.”DonninivideKleinhanstogliersiun

tappodalleorecchieerimetterseloquasisubito.“Èunpo’difficiledadescrivere.”Sigrattòlatesta,elosguardoglicaddesuipastelli.Raccolsequellogialloecominciòadisegnare.Apocoapococrebbeilsuointeresseperilprogetto,econlealtrematiteDonniniaggiunse

ombreggiatureelumeggiature,eallafine,comesfondo,unatovagliaaquadretti.PorseloschizzoaColeman.“Mmmmmmm,”disse

Coleman,scuotendolatestaeleccandosilelabbra.“Accidenti!”disse

Kniptash,pienodiammirazione.“Questipiccolibastardi

praticamentetisaltanoinbocca,nonèvero?”Colemanporse

ansiosamenteilpropriotaccuinoaDonnini.Lapaginaallaqualeeraapertoeraintestatasemplicemente“TORTE”.“PotrestidisegnareunatortaLadyBaltimore?Sai,biancaconleciliegiesopra?”GentilmenteDonnini

ciprovò,eriscosseunsuccessoincoraggiante.Eraunabellatorta,eperabbellirlaulteriormenteDonninicimisesopraunascrittainglassarosachediceva:“Bentornatoacasa,soldatoColeman!”.“Disegnamiunapila

difrittelle...Dodici,”loesortòKniptash.“È

quellochehodetto,signora...Dodici!”Donniniscosseilcapoinsegnodidisapprovazione,macominciòadabbozzarelacomposizione.“Vogliomostrarela

miaaKleinhans,”disseColemanallegramente,tenendolasuatortaLadyBaltimoreaunbracciodidistanza.“Oralacioccolata

sopra,”disseKniptash,colfiatosulcollodiDonnini.“Ach!Mensch!”gridò

ilcaporaleKleinhans,eiltaccuinodiColemanvolòcomeunuccelloferitonelgrovigliodirottamidellaportaaccanto.“L’oradipranzoèfinita!”KleinhansraggiunseagrandipassiDonninieKniptasheglistrappòi

taccuini.Poilimiseneltaschino.“Orafacciamoanchedeibeiquadretti!Tornateallavoro,capito?”Conunampiogestodelbraccioattaccòalfucileunabaionettafantasticamentelunga.“Andate!Los!”“Chediavologliha

preso?”disseKniptash.“Nonhofattoaltro

chemostrargliil

disegnodiunatorta,equelloesplode,”protestòColeman.“Nazista,”dissesottovoce.Donninisimisein

tascaipastelliefeceunpassoindietroperevitarelaterribilespadadiKleinhans.“Gliarticolidella

ConvenzionediGinevradiconocheisoldatisemplicidevono

lavorareperilloromantenimento.Lavorate!”disseilcaporaleKleinhans.Lifecesudareegrugnirepertuttoilpomeriggio.Abbaiavaunordineappenaunodeitremostravaun’inclinazioneaparlare.“Tu!Donnini!Ecco,prendiquelpiattodispaghetti,”disse,indicandoconla

puntadelpiedeungrossosasso.Poisiavvicinòaunpaioditravicellidodiciperdodicichegiacevanoinmezzoallastrada.“KniptasheColeman,ragazzimiei,”sussurrò,battendolemani,“eccoquegliéclairalcioccolatochesognavate.Unoperciascuno.”Miselafacciaapochi

centimetridaquelladiColeman.“Conlapannamontata,”sussurrò.Eraunasquadra

decisamentedepressaquellachesitrascinònelrecintodellaprigionequellasera.Prima,Donnini,KniptasheColemansieranoimpostidiassumereun’andaturazoppicante,comese

fosserostrematidaunlavoroterribilmenteduroedall’implacabiledisciplina.Kleinhans,asuavolta,avevafattounascenata,aggredendolicomeuncanedapastoreinferocitomentrevarcavanobarcollandoilcancello.Orailloroaspettoeraquellodiprima,malatragediacherappresentavano

erareale.Kleinhansspalancò

bruscamentelaportadellabaraccaefecelorosegnodientrareconuncennoimperiosodellamano.“Achtung!”gridòuna

vocedall’interno.Donnini,ColemaneKniptashsifermaronoerimaserolàinpiedi,ciondolanti,conitacchipiùomeno

accostati.Conunoscricchioliodicuoioeunosbattimentoditacchi,ilcaporaleKleinhanspercosseilpavimentocolcalciodelfucileesiersequantoglielopermettevalaschienamalconcia,tremando.Eraincorsol’ispezioneasorpresadiunufficialetedesco.Potevanoaspettarsela

unavoltaalmese.Uncolonnellobassodistaturadentrouncappottoconilcollodipellicciaeduestivaloninerieraritto,agambedivaricate,davantiaunafiladiprigionieri.Alsuofiancoc’erailgrassosergentedellamilizia.TuttiguardaronoilcaporaleKleinhanseitresoldatiaffidatiallesuecure.

“Be’,”disseilcolonnellointedesco,“cos’abbiamoqui?”Ilsergenteglielo

spiegògesticolando,congliocchicastanicheimploravanolasuaapprovazione.Ilcolonnello

attraversòlentamenteilpavimentodicemento,conlemaniintrecciatedietrolaschiena.Sifermò

davantiaKniptash.“Tuèstatopampìnocattìfo,eh?”“Signorsì,èvero,”

dissesemplicementeKniptash.“Tupentitoatesso?”“Signorsì,certo.”“Pene.”Ilcolonnello

giròparecchievolteintornoalgruppetto,canterellandotrasé,fermandosiunavoltapertoccarelastoffa

dellacamiciadiDonnini.“Tucapirekvandoioparlareinklese?”“Signorsì,è

chiarissimo,”disseDonnini.“Tikvaleparte

Americaesseremioakzento?”chieseansiosamenteilcolonnello.“Milwaukee,signore.

Avreigiuratochelei

eradiMilwaukee.”“Potreifarelaspiaa

Milvakee,”dissefieramenteilcolonnelloalsergente.AuntrattoilsuosguardocaddesulcaporaleKleinhans,ilcuipettoeraunpo’sottoillivellodeisuoiocchi.Cosìfacendo,persetuttoilbuonumore.Fecequalchepassoavantiperandareapiazzarsi,

tuttoimpettito,davantiaKleinhans.“Caporale!Iltaschinodellatuagiubbaèsbottonato!”disseintedesco.Kleinhansspalancò

gliocchimentreportavalamanoalrisvoltodeltaschino.Febbrilmente,cercòdiabbottonarlo.L’asolanonarrivavaalbottone.“Haiqualcosain

tasca!”disseilcolonnello,diventandorosso.“Questoèilproblema.Tirafuori!”Kleinhanssfilòidue

taccuinidallatascaeabbottonòilrisvoltoconunsospirodisollievo.“Ecos’haiinquei

taccuini,eh?Unalistadiprigionieri.Demeriti,forse?Vediamo.”Ilcolonnelloglieli

strappòdalleditamolli.Kleinhansroteògliocchi.“Cos’èquesto?”disse

ilcolonnello,incredulo,alzandolavoce.Kleinhanscercòdidirequalcosa.“Silenzio,caporale!”Ilcolonnelloaggrottòlesopraccigliaetenneilquadernettodavantiaséinmodochepotessevederloancheilsergente.

“‘Kvellokefogliomanciareappenaarrìfoacasa,’”lesselentamente.Scosselatesta.“Ach!‘Tòticifritelleconunuofofrittoperciascuna!’Oh!‘Econcioccolatakaltasopra!’”SirivolseaKleinhans.“Èquestochevuoi,poveroragazzo?”disseintedesco.“Echebeldisegnohaifatto,

anche.Mmmmm.”AllungòlemaniversolespallediKleinhans.“Icaporalidevonopensaresempreallaguerra.Isoldatisemplicipossonopensareatuttoquellochevogliono–ragazze,cibo,ebuonecosecomequella–purchéfaccianoquellocheglidiconoicaporali.”Abilmente,comese

l’avessegiàfattomoltevolte,ilcolonnelloficcòleunghiedeipollicisottolestelletted’argentodacaporalesullespallinediKleinhans.Lespallinerimbalzaronorumorosamentecontroilmurocomesassi,infondoallabaracca.“Fortunatisoldatisemplici.”Ancoraunavolta

Kleinhanssischiarìlagolachiedendoilpermessodiparlare.“Silenzio,soldato!”Il

piccolocolonnellouscìboriosamentedallabaracca,stracciandoitaccuinimentrecamminava.

III.

Lamattinadopola

degradazionediKleinhans,Donninieraapezzi,comeKniptasheColeman.Esternamente,Kleinhansnonsembravadiverso.Ilsuopassoeravivacecomesempre,eluisembravaancoracapacedigodersil’ariafrescaeiprimisegnidellaprimaverachespuntavanotrale

rovine.Quandoraggiunsero

lalorostrada,chenoneraancoratransitabile,nemmenoperlebiciclette,anchedopotresettimanedilavoriforzati,Kleinhansnonliminacciòcomeavevafattoilgiornoprima.Nédisselorodifingeredilavorarecomeavevafattoneigiorniprecedenti.Liportò

invecedirettamentealruderedovepassavanol’oradelpranzoefecelorosegnodimettersiasedere.Kleinhansavevaun’ariasonnolenta.Làrimaserotuttiinsilenzio,gliamericanipienidirimorsi.“Cidispiacechehai

persolestellettepercolpanostra,”disseDonniniallafine.

“Fortunatisoldatisemplici,”dissecupamenteKleinhans.“Dueguerrehofattoperdiventarecaporale.Eora,”schioccòledita,“puf!Ilibridicucinasonoverboten.”“Tieni,”disse

Kniptash,convocetremante.“Vuoifumare?Hounasigarettaungherese.”Gliporselapreziosa

sigaretta.Kleinhansrispose

conunpallidosorriso.“Facciamolagirare.”L’accese,tiròunaboccataelaporseaDonnini.“Dachil’haiavuta,

unasigarettaungherese?”chieseColeman.“Daunungherese,”

disseKniptash.Sitiròsulagambadei

pantaloni.“L’hoscambiataconicalzini.”Finironolasigaretta

etornaronoadappoggiarelespallealmuro.Kleinhansnonavevaancoraparlatodilavoro.Sembravadinuovodistratto,immersoneisuoipensieri.“Nonparlatepiùdi

cibo,ragazzi?”disse

Kleinhansdopounaltrolungosilenzio.“Orachehaipersole

stellette,no,”disseKniptashintonograve.Kleinhansannuì.

“Nonc’èproblema.Tantipresi,tantispesi.”Sileccòlelabbra.“Prestotuttoquestosaràfinito.”Siappoggiòalmuroesistirò.“Esapetecosafaròilgiornodellafine,

ragazzi?”IlsoldatosempliceKleinhanschiusegliocchi.“Miprocureròunchiloemezzodispalladimanzoelalardelleròconlapancetta.Poicistrofineròsopraaglio,saleepepe,elametteròinunaterrinaconvinobiancoannacquato...”–lasuavoceeradiventatastridula–“...ecipollee

foglied’alloroezucchero...”–sialzòinpiedi–“...epepenero!Indiecigiorni,ragazzi,saràpronta!”“Cosa,saràpronto?”

disseColeman,eccitato,portandolamanoallatascacheavevacontenutoiltaccuino.“Sauerbraten!”gridò

Kleinhans.“Perquante

persone?”chieseKniptash.“Solodue,ragazzo

mio.Mirincresce.”KleinhansposòlamanosullaspalladiDonnini.“Quantobastaperdueartistiaffamati...eh,Donnini?”Strizzòl’occhioaKniptash.“PerteeColemanprepareròqualcosacheriempiabenelapancia.Cheneditedidodici

frittelleconunafettadicolonnelloperciascuna,eunabellatazzadicioccolatacaldasopra,eh?”

CivilDefense,courtesyKurtVonnegut&Origami

ExpressLLC.

BUONCOMPLEANNO,

1951

Schizzo,courtesyEdie

Vonnegut.

“L’estateèunbuonmomentoperuncompleanno,”disseilvecchio.“Esehaiunapossibilitàdiscelta,perchénonscegliereungiornod’estate?”Siinumidìilditosullalinguaesfogliòlapiladidocumenticheisoldatigliavevano

ordinatodicompilare.Nessundocumentosarebbestatocompletosenzaladatadinascita,ebisognavasceglierneunaperilragazzo.“Iltuocompleanno

puòessereoggi,sevuoi,”disseilvecchio.“Stamattinaè

piovuto,”disseilragazzo.“Bene,allora...

domani.Lenuvolesistannoallontanandoversosud.Domanidovrebbeesserciilsolepertuttalagiornata.”Cercandoriparodal

temporalemattutino,isoldatiavevanotrovatoilnascondigliodove,miracolodeimiracoli,ilvecchioeilragazzoeranovissutitralerovinepersetteannisenzadocumenti:

senza,percosìdire,ilpermessoufficialediesserevivi.Dicevanochenessunopotevatrovarecibooriparoocapidivestiariosenzadocumenti.Mailvecchioeilragazzoavevanotrovatotutt’etrelecosescavandonellecatacombedellecantinesottolacittàdistruttaerubacchiandodurante

lanotte.“Perchétremi?”disse

ilragazzo.“Perchésono

vecchio.Perchéisoldatispaventanoivecchi.”“Me,nonmi

spaventanomica,”disseilragazzo.Eraeccitatodaquell’improvvisaintrusionenelloromondosotterraneo.

Tenevaqualcosadidoratoelucentenelsottileraggiodilucecheentravadallafinestradellacantina.“Vedi?Unodiloromihadatounbottoned’ottone.”Nonavevanonulladi

spaventoso,queisoldati.Poichél’uomoeravecchioeilbambinocosìpiccolo,imilitariavevano

scherzatosuquellastranacoppia:l’unicachefratuttalapopolazionedellacittànonavessefattoregistrarelapropriapresenzainnessunposto,nonfossestatavaccinatacontronessunamalattia,nonavessegiuratofedeltàaniente,nonavesserinunciatoenonsifossescusataper

niente,nonavessevotatoomarciatopernessunoepernientedallafinedellaguerra.“Nonvolevofare

nientedimale,”avevadettoilvecchioaisoldatifingendosiunpo’rimbecillito.“Nonlosapevo.”Espiegòcheilgiornoincuierafinitalaguerraunaprofugagliavevalasciatounbambinotra

lebracciaenonerapiùtornata.Eccoperchéilragazzoeraconlui.Lasuanazionalità?Ilnome?Ladatadinascita?Nonlosapeva.Ilvecchiofece

rotolareconunosteccolepatatesullaceneredelfuocodilegnadelfornelloestaccòlebracidallabucciaannerita.“Nonsonostatounpadremolto

bravo,lasciandotisenzacompleannipertuttoquestotempo,”disse.“Haidirittoauncompleannoognianno,sai,eionehofattipassareseisenzauncompleanno.Esenzaregali.Sidovrebberoriceveredeiregali.”Raccolsecautamenteunapatataelagettòalragazzo,chelapresealvoloerise.“Ecosìhai

decisocheilgiornoèdomani,eh?”“Sì,credodisì.”“Bene.Nonmiresta

moltotempoperfartiunregalo,maqualcosatroveremo.”“Cosa?”“Iregalidi

compleannosonomigliorisesonounasorpresa.”Pensòalleruotecheavevavistosuunmucchiodi

macerieinfondoallastrada.Appenailragazzosifosseaddormentato,avrebbecostruitounaspeciedicarretto.“Ascolta!”disseil

ragazzo.Comeaogni

tramonto,daunastradalontanaarrivarono,sopralerovine,isuonidiunamarcia.

“Nonascoltare,”disseilvecchio.Alzòunditoperrichiamarelasuaattenzione.“Esaichefaremoperiltuocompleanno?”“Ruberemoqualche

tortaalpanettiere?”“Forse...Manonè

quellochestavopensando.Saicosamipiacerebbefaredomani?Mipiacerebbeportartidovenonsei

maistatointuttalatuavita...Doveiostessononvadodaanni.”L’idealoentusiasmòeloresefelice.Questosarebbestatoilsuoregalo.Ilcarrettononcontavaniente.“Domanitiporteròlontanodallaguerra.”Nonsiaccorsecheil

ragazzosembravasconcertatoeunpo’deluso.

Venneilgiornocheilragazzoavevasceltoperilpropriocompleanno,eilcielo,comeavevapromessoilvecchio,erasereno.Fecerocolazionenellapenombradellacantina.Sultavoloc’erailcarrettocheilvecchioavevacostruitodurantelanotte.Ilragazzomangiòcon

unamano,tenendol’altrasulcarretto.Ognitantosmettevadimangiarepermuovereilcarrettoavantieindietrodipochicentimetri,eperimitareilrombodiunmotore.“Chebelcamionha

lì,signore,”disseilvecchio.“Chefa,portadelbestiamealmercato?”

“Bruuum,bruuum.Largo!Bruuum.Fatepassareilmiocarroarmato.”“Scusi,”sospiròil

vecchio,“credevochefosseuncamion.Comunquetipiace,edèquellocheconta.”Lasciòcadereilpiattodistagnonelsecchiod’acquachebollivalentamentesulfornello.“Equestoèsoloil

principio,soloilprincipio,”disseconesuberanza.“Ilmegliodeveancoravenire.”“Unaltroregalo?”“Inuncertosenso.

Ricordicosatihopromesso?Oggiandremoviadaquestaguerra.Andremonelbosco.”“Bruuum,bruuum.

Possoportareilcarroarmato?”

“Selasceraichesiauncamion,soloperoggi...”Ilragazzoalzòle

spalle.“Lolasceròqui,ecigiocheròquandotorno.”

Strizzandogliocchinellalucetroppovivadelmattino,iduesiincamminaronolungolastradadesertaesvoltaronoinunviale

pienoditrafficofiancheggiatodafacciatenuove.Eracomeseilmondofossediventatoall’improvvisofresco,pulitoeintegrodinuovo.Parevachelagentenonsapessecheladesolazionecominciavaaunisolatodaamboilatidiquelvialeelegante,echedalìsiestendevaper

chilometriechilometri.Idue,conlospuntinosottobraccio,camminavanonelladirezionedellecollinecopertedipiniasud,versolequaliilvialesialzavaconunaleggerasalita.Quattrogiovani

soldatiprocedevanoaffiancatilungoilmarciapiede.Ilvecchioscesesullastradaper

cedergliilpasso.Ilragazzosalutòerimasedov’era.Isoldatisorrisero,ricambiaronoilsalutoesidiviseroperfarlopassare.“Fanteriacorazzata,”

disseilragazzoalvecchio.“Hmmmm?”disseil

vecchiodistrattamente,congliocchipuntatisullecollineverdi.“Davvero?Comehai

fattoacapirlo?”“Nonhaivistole

mostrineverdi?”“Sì,questecose

cambiano.Miricordodiquandolafanteriacorazzataerarossaenera,eilverdeera...”Siinterruppe.“Tuttesciocchezze,”disse,quasisgarbatamente.“Nonsignificanulla,eoggicenedimenticheremo.Il

giornodeltuocompleannonondovrestipensarea...”“Rossoenerosonoi

genieri,”lointerruppeilragazzo,moltoserio.“Tuttoneroèlapoliziamilitare,erossoèl’artiglieria,ebluerossolasanità,eneroearancionee...”

Lapinetaeramoltosilenziosa.Iltappeto

secolarediaghidipinoelacappaverdesoffocavanoisuoniprovenientidallacittà.Innumerevolifileditronchimarronescurocircondavanoilvecchioeilragazzo.Ilsole,aperpendicolosudiloro,erasoloungrappolodipuntiniluminositralefittecortinediaghiediramisoprastanti.“Qui?”disseil

ragazzo.Ilvecchiosiguardò

intorno.“No...Unpo’piùlontano.”Puntòildito.“Là...Vedi,trairami?Daquisivedelachiesa.”Ilneroscheletrodiuncampanilebruciatospiccavacontrounriquadrodicielotraduetronchiaimarginidellaforesta.“Maascolta...Sentito?

Acqua.Piùsuc’èunruscello,esecisediamonellasuavallettanonvedremoaltrochelefrondedeglialberieilcielo.”“Bene,”disseil

ragazzo.“Questopostomipiace,mavabene.”Guardòilcampanile,poiilvecchio,eaggrottòlesopraccigliaconariainterrogativa.“Vedrai...Vedraiche

èmoltomeglio,”disseilvecchio.Quandoraggiunsero

ilcrinale,indicòsoddisfattoilruscellosottostante.“Ecco!Echetenepare?Unparadiso!Com’erainprincipio:alberi,cieloeacqua.Questoèilmondocheavrestidovutoavere,ealmenoperoggil’avrai.”“Eguarda!”disseil

ragazzoindicandoilcrinaledall’altraparte.Unenormecarro

armato,cosìarrugginitodaaverelostessocoloredegliaghidipinocaduti,eraaccovacciatosulcrinale,conicingolischiantatiemacchiedicorrosioneintornoalbuconerodoveuntempositrovavailsuocannone.

“Comefacciamoadattraversareiltorrenteperarrivarci?”disseilragazzo.“Nonabbiamomica

bisognodiarrivarci,”disseilvecchio,stizzito.Stringevafortelamanodelragazzo.“Nonoggi.Possiamovenirequiunaltrogiorno,forse.Manonoggi.”Ilragazzocirimase

male.Lasuamanosiafflosciòinquelladelvecchio.“Piùavantic’èuna

curva,eoltrequellacurvatroveremoproprioquellochecerchiamo.”Ilragazzonondisse

nulla.Raccolseunsassoelotiròcontroilcarroarmato.Mentreilpiccolomissilecadevasulbersaglioilragazzo

siirrigidì,comeseilmondointerostesseperesplodere.Dallatorrettavenneunflebileclic,eluisicalmò,comeseinqualchemodofossesoddisfatto.Docilmente,seguìilvecchio.Oltrelacurva

trovaronoquellochecercavailvecchio:unmassosquadratoliscio

easciutto,vicinoalruscelloincassatonellaroccia.Ilvecchiosisdraiòsulmuschioebattéaffettuosamentelamanoperterradifiancoalui,nelpuntoincuivolevacheilragazzosisedesse.Scartocciòlospuntino.Dopopranzoil

ragazzodiventòimpaziente.“C’èungrandesilenzio,”disse

infine.“Ècomedovrebbe

essere,”disseilvecchio.“Unangolodelmondo...comedovrebbeessere.”“Èisolato.”“Èquestalasua

bellezza.”“Mipiacedipiùla

città,conisoldatie...”Ilvecchioloprese

bruscamenteperunbraccio,stringendolo

conforza.“No,nonèvero.Èsolochenonsai.Seitroppopiccolo,troppopiccolopercapirecos’èquesto,quellochestocercandodidarti.Maquandosaraipiùgrandetiricorderai,evorraitornarequi...Moltotempodopochesisaràrottoiltuocarretto.”“Iononvogliocheil

miocarrettosirompa,”

disseilragazzo.“Nonsiromperà,non

siromperà.Mavieniasdraiartiqui,chiudigliocchieascolta,edimenticatutto.Eccoquellochepossodarti...apocheoredallaguerra.”Chiusegliocchi.Ilragazzo,

obbediente,sisdraiòaccantoaluiechiusegliocchi.

Ilsoleerabassonelcieloquandoilvecchiosisvegliò.Glidolevanoleossaesisentivaumido,dopoillungopisolinosullarivadeltorrente.Sbadigliòesistirò.“Èoradiandare,”disse,congliocchiancorachiusi.“Ilnostrogiornodipaceèfinito.”Epoividecheilragazzoerasparito.

Dapprimalochiamòsenzaessereparticolarmentepreoccupato;poi,nonottenendoaltrarispostacheilsibilodelvento,sialzòinpiedieurlò.Apocoapocofu

presodalpanico.Ilragazzononeramaientratoinunbosco,eavrebbepotutosmarrirsifacilmentese

sifosseallontanatoversonord,inoltrandositralecollineenellaforesta.Siarrampicòsuun’alturaegridòancora.Nessunarisposta.Forseilragazzoera

andatodinuovoversoilcarroarmato,eavevacercatodiattraversareiltorrente.Nonsapevanuotare.Ilvecchiosi

affrettòascenderelungolaspondadeltorrente,oltrelacurva,finoadovesivedevailcarroarmato.Nullasimuoveva,ec’erasoloilsuonodelventoedell’acqua.“Bang!”gridòuna

vocina.Ilragazzoalzò

trionfalmentelatestadallatorretta.“Colpito!”disse.

Confetti#36,courtesyKurt

Vonnegut&OrigamiExpressLLC.

SUCONLAVITA

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

C’èstatounmomentoincuierototalmented’accordoconmiopadrenelpensarechediventandounboyscoutrispettoso,audace,fidatoecorteseavreigettatolefondamentadiunavitariccaepienadisoddisfazioni.Madaallorahoavutolapossibilitàdiriflettere

piùrealisticamentesull’educazione,eoggimidomandoseHell’sKitchen1nonsiaunapreparazioneallavitapiùvalidadellasquadrigliadelCastoro.NonpossofaramenodipensarecheilmioamicoLouisGigliano,chefumavailsigarodaquandoavevadodicianni,fossemolto

piùpreparatoadestreggiarsinelcaosdime,cheerostatoaddestratoadaffrontareleavversitàconuntemperinomultiuso,unapriscatoleeunpunzonedacuoio.Iltestdellavirilearte

disopravviverechehoinmenteebbeluogoinuncampoperprigionieridiguerradi

Dresda.Io,ragazzoamericanoeducatoeperbene,eLouis,dissolutoteppistellolacuiprincipaleoccupazione,dacivile,erastatalospacciodihashishalleragazzine,viaffrontammolavitainsieme.RicordoLouis,adesso,perchéiosonoinbolletta,eperchésocheluiviveinvececomeunpasciàin

qualchepartediquestomondochecapiscecosìbene.AndòcosìancheinGermania.Inbasealle

democratichenormedellaConvenzionediGinevra,noi,comesoldatisemplici,dovevamolavorareperilnostromantenimento.Lavoravamotutti,cioè,tranneLouis.Ilsuo

primoattodietroilfilospinatoconsistetteneldichiarareaunaguardianazistacheparlavainglesecheluinonvolevaavernienteachefareconlaguerra,unaguerrachemettevaunfratellocontrol’altroecheeratuttacolpadiRooseveltedeibanchieriinternazionaliebrei.Glichiesisedicevasul

serio.“Sonostanco,per

amordiDio,”disse.“Hocombattutocontrodiloroperseimesieorasonostanco.Hobisognodiriposoemipiacemangiarbene,cometutti.Suconlavita,eh?”“Preferiscodino,

grazie,”dissigelidamente.Mimandaronofuoria

lavorareconunasquadradisterratori;Louisrimasealcampocomeattendentedelsergentetedesco.Louisricevetterazionisupplementariperchéspazzolavaladivisadelsergentetrevoltealgiorno.Iomibuscaiun’erniamentresgombravomaceriedopounbombardamento

dell’aviazioneamericana.“Collaborazionista!”

glisibilaidopounagiornataparticolarmentepesantenellestrade.Luierainpiedivicinoalcancellodellaprigioneconunaguardia,immacolatoetuttoallegro,eaccennandocolcaposalutavaiconoscenti

nellacolonnaimpolverataestanca.Reagìallamiaprovocazionemettendosialmiofiancomentremiavviavoversoidormitori.Miposòunamano

sullaspalla.“Epoipuoivederlacosì,ragazzo,”disse.“Quitustaiaiutandoilcruccoasgombrarelestradein

modocheluipossafarcipassaredinuovocamionecarriarmati.Èquestocheiochiamereicollaborazionismo.Collaborazionistaio?Haicapitoarovescio.Tuttoquellochefaccioioperaiutareilcruccoavincerelaguerraèfumarelesuesigaretteescroccargliqualcosadamangiare.Èuna

bruttacosa,immagino.”Milasciaicadere

sullacuccetta.Louissisedettesuunastuoiavicinoame.Ilmiobracciopenzolavadallaspondadellacuccetta,el’attenzionediLouisfuattiratadall’orologiodapolso,unregalodimiamadre.“Bello,bellissimo

orologio,ragazzo,”

disse.Epoi:“Chissàchefameavrai,dopotantolavoro”.Ineffetti,morivodi

fame.Surrogatodicaffè,unascodelladiminestraacquosaetrefettedipanseccononsonounpastodarallegrareilcuorediunosterratoredoponoveoredidurolavoro.Louismostravagrandecomprensione.

Glierosimpatico;volevaaiutarmi.“Seiunbravoragazzo,”disse.“Tidiròcosapensodifare.Ticombinounbuonaffare.Èstupidopatirelafame.Accidenti,quest’orologiovalealmenoduepagnotte.Èunbuonaffareono?”Aquestopunto,due

pagnotteeranoun’escairresistibile.Era

un’incredibilequantitàdiciboperunasolapersona.Tentaidialzareilprezzo.“Senti,amico,”disselui,“questoèunprezzospecialeperte,edèilpiùalto.Stocercandodifartiunpiacere,capisci?Nontichiedocheditenerelaboccachiusa,senotuttivorrannoduepagnotteperunorologio.

Promesso?”Giuraisututtiisanti

chenonavreimairivelatolamagnanimitàdiLouis,ilmiomiglioreamico.Luitornòdopoun’ora.Siguardòintornofurtivamente,sfilòunalungapagnottadaunagiubbaarrotolataemelamisesottoilmaterasso.Attesichefacesseilsecondodeposito,che

nonarrivò.“Nonsochedire,ragazzo.LaguardiaconcuilavoromihadettocheilmercatodegliorologiècrollatodaquandosonoarrivatituttiquestiragazzidalleArdenne.Troppiorologituttiinunavolta,eccoilguaio.Mispiace,mavogliochetusappiacheLouistihafattoavereil

massimo,perquell’orologio.”Allungòlamanoversolapagnottanascostasottoilmaterasso.“Secredichetiabbiaimbrogliatonondevifaraltrochedirlo,eiomelariprendoetiriportol’orologio.”Ilmiostomaco

brontolava.“Oh,aldiavolo,Louis,”sospirai,“lascialalì.”

Lamattinadopo,quandomisvegliai,guardail’orologiopervederecheoraera.Ealloraricordaichenoneropiùilproprietariodiunorologio.Sistavamuovendoanchel’uomonellacuccettasopralamia.Glichiesil’ora.Luisporselatestadallasponda,eiovidicheavevalaboccapienadipane;mi

caddeaddossounapioggiadibriciole,mentrerispondeva.Dissechenonavevapiùl’orologio.Masticòeinghiottìfinchénonebbevuotatolaboccadallamaggiorpartedelpanechelariempivaefinalmenteriuscìafarsicapire.“DovreiforsepreoccuparmidisaperecheoraèquandoLouismidàduepagnottee

diecisigaretteperunorologioche,nuovo,nonvalevaventidollari?”michiese.Louisavevail

monopoliodeirapporticonleguardie.Lasuadichiarataarmoniaconiprincipidelnazismoconvinseinostriguardianicheeral’unicointelligentetranoi,efummotuttiobbligatiafareil

nostromercatoneroattraversoquestogiudainsedicesimo.SeisettimanedopocheciebberoacquartieratiaDresda,nessunoavevamododisaperecheoraeratranneLouiseleguardie.Dopoaltreduesettimane,Louisavevaalleggeritodellafedeogniuomosposatoconquestoargomento:“Okay,continuapurea

fareilsentimentale,continuacosìemoriraidifame.L’amoreèunacosameravigliosa,midicono”.Isuoiprofittierano

enormi.Inseguitoscopriicheilmioorologio,peresempio,valevacentosigaretteeseipagnotte.Chiunquesappiacosavuoldirefamericonosceràcheeraun

buonprezzo.Louisconvertivaquasituttelesuericchezzenelprodottopiùnegoziabileditutti,lesigarette.Enondovevapassaremoltotempoprimacheglisiprospettasselapossibilitàdifaredellostrozzinaggio.Unavoltaogniduesettimanecidistribuivanoventi

sigarette.Glischiavidelviziodelfumoesaurivanolarazioneinungiornoodue,epassavanoinunaspeciedifrenesiailtempochemancavaallarazioneseguente.Louis,checominciavaaesserenotocome“L’amicodelpopolo”o“HonestJohn”,annunciòchelesigarettepotevano

esserepreseinprestitodaluiaunragionevoleinteressedelcinquantapercentofinoallaprossimarazione.Cosìfacendo,prestovideilpropriopatrimonioaumentaredellametàogniduesettimane.Ioeroterribilmenteindebitato,enonmirestavadaimpegnarealtrochel’anima.Lorimproveraiperlasua

avidità.“Cristohascacciatodaltempiogliusurai,”gliricordai.“Eranosoldiquelli

cheprestavanoloro,ragazzomio,”ribatté.“Ionontistopregandodiaccettarelemiesigarette,no?Seituchemipreghidiprestartenequalcuna.Lesigarettesonounlusso,bellomio.Nondevifumareper

campare.Anzi,probabilmentevivrestipiùalungosenonfumassi.Perchénontelotogli,questobruttovizio?”“Quantepuoi

darmenefinoamartedìprossimo?”chiesi.Quandol’usuragli

ebbegonfiatolescortefinoaunmassimostorico,unacatastrofe,cheluiaspettavacon

impazienza,feceandareallestelleilvaloredellesigarette.L’aviazioneamericanatravolseledebolidifesediDresdaperdemolire,tral’altro,leprincipalifabbrichedisigarette.Diconseguenza,nonsoltantolarazionedeiprigionieridiguerra,maanchequelladelleguardieedeicivilifutagliata

completamente.Louisdiventòunafiguradiprimopianonellafinanzalocale.LeguardiesitrovaronosenzanientedafumareecominciaronoarivendereaLouisinostrianellieinostriorologiaunprezzopiùbassodiquelloacuiliavevanocomprati.Qualcunovalutavailsuocapitaleacento

orologi.LastimadiLouis,però,erapiùmodesta:cinquantatréorologi,diciassettefedinuziali,setteanelliconnomidiscuoleeunacatenelladaorologiocheerauncimeliodifamiglia.“Alcuniorologihannobisognodimoltolavoro,”midisse.Quandodicoche

l’aviazioneamericana

distrusse“tral’altro”lefabbrichedisigarette,vogliodirechenelbombardamentoperìancheungrossonumerodiesseriumani:qualcosacomeduecentomilapersone.Elanostraattivitàpreseunapiegapiuttostomacabra.Cimiseroaesumareimortidalleloroinnumerevolicripte.

Moltidiessiavevanogioielli,eperlamaggiorpartesieranoportatiglioggettipiùpreziosineirifugi.Inunprimotempolischivammo.Anzitutto,alcunidinoipensavanochespogliarecadaverieraunacosaripugnante;einoltre,esserecoltisulfattosignificavamortesicura.CivolleLouis

perfarciragionare.“BuonDio,ragazzo,inunquartod’orapotrestimetteredaparteabbastanzarobaperandareinpensione.Vorreichemilasciasserouscireconvoisoloperungiorno.”Sileccòlelabbraecontinuò:“Tidiròunacosa...Vogliopropriofareinmodochetunondebbapentirti

dellafaticachefai.Trovamiunbell’anellodidiamanti,etifaròfumareemangiaregratispertuttoiltempochestaremoinquestobuco”.Laseradopogli

portail’anello,nascostoinunrisvoltodeicalzoni.Comeapparvechiaro,altrettantofecerotuttiglialtri.Quandogli

mostraiildiamante,scosseilcapo.“Oh,chepeccato,”disse.Esposelapietraallaluce:“Eccochequestopoveroragazzoharischiatolavitaperunozircone!”.Un’accurataispezionerivelòchetuttiavevanoriportatoounozirconeoungranatoounostrass.Inoltre,comesottolineòLouis,ancheloscarso

valorechepotevanoaverequestioggettieraridottoazerodallasaturazionedelmercato.Glicedettiilmiobottinoperquattrosigarette;altriottennerounpezzodiformaggio,qualcheettodipaneoventipatate.Qualcunositennelagemmacheavevatrovato.DitantointantoLouisgli

facevanotareilpericolochecorrevanosefosserostatisorpresiconquelbottino.“Unpoverodiavolonelcampodegliinglesioggièstatofattofuori,”diceva.“Lohannosorpresoconunacollanadiperlecucitanellacamicia.Cihannomessosolodueoreaprocessarloefucilarlo.”Prestoo

tardituttitrovavanoun’intesaconLouis.Pocodopochefu

ripulitol’ultimodinoi,leSSvenneronellanostrabaraccaperun’ispezioneasorpresa.IllettodiLouisful’unicoanonesseretoccato.“Nonlasciamaiilcampoedèunprigionieromodello,”unaguardiafuprontaaspiegare

agliispettori.Quandotornaiacasa,quellasera,ilmiomaterassoerasventratoelapagliasparsasulpavimento.Malafortunadi

Louisnoneraaprovadibomba,perchénelleultimesettimanediguerralenostreguardiefuronoinviateafermarelamarearussa,elìalcampo

venneasorvegliarciunacompagniadivecchiinvalidi.Ilnuovosergentenonavevabisognodiunattendente,eLouissprofondònell’anonimitàdelnostrogruppo.L’aspettopiùumiliantedellanuovasituazioneeralaprospettivadiesseremandatoalavorarecometuttigli

altri.Louissiarrabbiòechieseuncolloquioalnuovosergente.Ottenutolo,sparìperun’oretta.Quandotornò

indietroglichiesi:“Be’,quantovuoleHitlerperBerchtesgaden?”.Louisavevaunpacco

avvoltoinunasciugamano.Loaprìpermostrareduepaiadiforbici,alcune

macchinetteeunrasoio.“Sonoilbarbieredelcampo,”annunciò.“Perordinedelcomandantedelcampodevorendervipresentabili,signori.”“Eseiononvolessi

farmitagliareicapelli?”chiesi.“Alloraletuerazioni

sarannodimezzate.Anchequestoèunordinedel

comandante.”“Tiseccherebbedirci

comehaiottenutoquestanomina?”chiesi.“Nienteaffatto,

nienteaffatto,”disseLouis.“Glihodettosolochemivergognavoadovermimescolareconunbrancodisudicionichesembranogangster,echeluidovevavergognarsidiavereunasimilebanda

nellasuaprigione.Cipenseremonoi,ilcomandanteeio.”Piazzòunosgabelloalcentrodellabaraccaemifecesegnodimettermiasedere.“Tuseiilprimo,ragazzo,”disse.“Ilcomandantehanotatoituoiriccioliemihadettodifarepiazzapulita.”Iomisedettisullo

sgabelloeluimimise

unasalviettaintornoalcollo.Nonc’eranospecchineiqualipoterlovedereallavoro,malesueoperazionisembravanoabbastanzaprofessionali.Feciun’osservazionesullasuainsospettataabilitàcomebarbiere.“Nonènulla,”disse.

“Avoltesonosorpresoiostesso.”Finìillavoro

conlamacchinetta.“Sonoduesigarette,ol’equivalente,”disse.Lopagaiintavolettedisaccarina.NessunoavevasigarettetranneLouis.“Vuoidarti

un’occhiata?”Miporseunframmentodispecchio.“Micamale,no?Elacosamiglioreècheprobabilmenteèillavoropeggioreche

farò,perchésonodestinatoamigliorarecoltempo.”“Mammamia!”

gridai.Ilmiocuoiocapellutosembravalagroppadiunairedaleconlarogna:chiazzedipellenudasialternavanoconciuffidicapelliarruffati,eilsanguecolavadaunadozzinaditaglietti.“Vuoidirecheper

fareunlavorocomequestoturesteraituttoilgiornoalcampo?”ruggii.“Su,ragazzo,

calmati,”disseLouis.“Miparechetustiamoltobene.”Nonc’eranientedi

moltonuovonellasituazione,dopotutto.Perluieratuttocomealsolito.“Siamoaperti.”Glialtri

continuaronoarompersilaschienapertuttalagiornata,eatornareacasaesaustilaseraperfarsidareunaspuntatinadaLouisGigliano.

1QuartierepoveronelWestSidediManhattanchenellasecondametàdell’Ottocentoservìcomebaseanumerosegangnere

eirlandesi.[N.d.T.]

Confetti#46,courtesyKurt

Vonnegut&OrigamiExpressLLC.

LATRAPPOLADELL’UNICORNO

Schizzo,courtesyEdie

Vonnegut.

Nel1067,annoDomini,nelvillaggiodiStow-on-the-Wold,inInghilterra,diciottocadaveripenzolavanogirandosusestessidallediciottoarcatedellaforcadelvillaggio.ImpiccatidaRobertol’Orribile,unamicodiGuglielmoil

Conquistatore,facevanoilgirodell’orizzonteconocchivitreicomequellideipesci.Nord,est,sud,ovesteancoranord,perchénonc’eranessunasperanzaperibuoni,peripoverieperigenerosi.Dilàdallastrada,

davantiallaforca,abitavanoElmeriltaglialegna,suamoglie

IvyedEthelbert,ilfigliodidiecianni.Dietrolacapannadi

Elmerc’eralaforesta.Elmerchiuselaporta

dellacapanna,chiusegliocchiesileccòlelabbra,esentìilsaporedellaruta.SisedetteatavolaconEthelbert.IlpastosieraraffreddatodurantelavisitainattesadelloscudierodiRobertol’Orribile.

Ivyappoggiòlespallealmuro,comeseDiofosseappenapassatodilì.Isuoiocchieranolucidi,ilrespirocorto.Ethelbertguardòil

suopiattofreddoconariainespressiva,cupamente,comeseglifossecascatasullatestalategoladiunatragediafamiliare.“Oh,manonerauno

spettacolograndioso,

Robertol’Orribileinsellaalsuocavallo?”disseIvy.“Contuttoquelferroetuttiqueicolorieilpennacchiosullatesta,el’elegantissimagualdrappadelcavallo?”Fecesventolareglistraccicheindossavaescrollòlatestacomeun’imperatrice,mentreilrumoredeglizoccoli

deicavallideinormannisispegnevainlontananza.“Grandioso,proprio,”

disseElmer.Eraunuomopiccolinoconunagrossatestaacupola.Isuoiocchiazzurrieranoinquietiedimostravanounatormentataintelligenza.Ilsuofisicoinformatoridottoeracomefasciatoda

gibbosecordedimuscoli,lepastoiediunuomoavvezzoausarelatestaecostrettoafareunlavoromanuale.“Èveramentegrandioso,”disse.“Puoidirequelloche

vuoidiquestinormanni,”disseIvy,“certoèchehannoportatounpo’diclasseinInghilterra.”

“Enoilastiamopagando,”disseElmer.“Nessunodànienteperniente.”SeppellìleditatralestoppiebiondastredeicapellidiEthelbert,rovesciòall’indietrolatestadelragazzoeloguardònegliocchicercandoqualcosacheglidicessechevalevalapenadifarequellavita.Videsoltanto

l’immaginespecularedellapropriaanimaafflitta.“Loavrannovisto

tutti,Robertol’Orribile,intestaallacolonna,contuttalasuaarroganzaelasuaspocchia,”disseIvyfieramente.“Aspettasolochevenganoasaperechehamandatoquiilsuoscudieropernominartinuovo

esattoredelleimposte.”Elmerscosselatesta,

aboccaapertaeconlelabbratremanti.Nellavitaerariuscitoafarsiamareperchéeraunuomosaggioeinoffensivo.Oragliavevanoingiuntodiscegliere:orappresentarel’aviditàdiRobertol’Orribileoorribilmentemorire.

“Mipiacerebbefarmifareunvestitodellastessastoffadiquellocheportavailsuocavallo,”disseIvy.“Blu,tempestatodipiccolecrocidorate.”Perlaprimavoltainvitasua,ladonnaerafelice.“Loindossereiconunacertanoncuranza,”disse,“raccoltosullaschienaeconlostrascico...

mentreinvecesarebbetuttocalcolato.Eforse,dopoessermirifattailguardaroba,potreiimparareunpo’difranceseeparlévùconledamenormanne,chesonocosìraffinate.”Elmersospiròeprese

lemanidelfigliotralesue.LemanidiEthelberteranoruvide.Lepalmeeranograffiateelaterraera

entrataneiporiesottoleunghie.Elmerseguìungraffioconlapuntadeldito.“Cometeloseifatto?”disse.“Lavorandoalla

trappola,”disseEthelbert.Sianimò,irradiandointelligenza.“Homessosopralafossadeglialberispinosi,”disseconentusiasmo,“così,quandol’unicornoci

cascheràdentro,glialberispinosiglicadrannoaddosso.”“Dovrebberoriuscire

atrattenerlo,”disseteneramenteElmer.“NoncisonomoltefamiglieinInghilterrachepossonopregustareunacenaabasediunicorno.”“Vorreichetuvenissi

conmenellaforestaperdareun’occhiata

allatrappola,”disseEthelbert.“Voglioesseresicurodiaverlafattabene.”“Sonocertocheè

unabellatrappola,evogliovederla,”disseElmer.Ilsognodicatturareununicornoattraversavacomeunfilod’oroilgrigiotessutodellevitedelpadreedelfiglio.Sapevanobenetutt’e

duechenonc’eranounicorniinInghilterra.Maavevanodecisodifingeredicredereaquestafavola:diviverecomesegliunicorniesistessero;comeseungiornool’altroEthelbertpotessecatturarneuno;comeselaloromiserafamigliaprestoavrebbepotutorimpinzarsidellacarnedi

quell’animale,vendereilpreziosocornoperunafortuna,edaalloraviverefeliceecontenta.“Èdaunannoche

dicichevuoivenireavederla,”disseEthelbert.“Hoavutodafare,”

disseElmer.Nonavevavogliadiispezionarelatrappola,divederecom’eraveramente:un

pugnodiramoscellisopraungraffionelterreno,ingigantitoetrasformatoinungrandemotivodisperanzadall’immaginazionedelragazzo.AncheElmervolevacontinuareacrederlagrandeepromettente.Nonc’eranosperanzedanessun’altraparte.Elmerbaciòlemani

delfiglio,esentìilmiscugliodiodoridicorpoeterra.“Verròavederlapresto,”disse.“Edovrebbe

avanzarmeneabbastanza,diquellagualdrappa,perfarviunpaiodibrache,ateealpiccoloEthelbert,”disseIvy,continuandoasognare.“Nonsarestebelli,conunpaiodibracheblu

tempestatedicrocid’oro?”“Ivy,”disseElmer

pazientemente,“vorreichetificcassinellatestacheRobertoèveramenteorribile.Nontidoneràlagualdrappadelsuocavallo.Nonhamairegalatonienteanessuno.”“Possoalmeno

sognare,credo,semi

va,”disseIvy.“Immaginochesiailprivilegiodelledonne.”“Sognarecosa?”

disseElmer.“Setulavoribene,lui

potrebberegalarmilagualdrappadelcavalloquandosaràtuttaconsumata,”disseIvy.“Eforsetupotrestiriscuoteretantediquelleimpostecheinormanninon

crederebberoailoroocchieungiorno,magari,ciinviterebberoalcastello.”Simiseagirarenellacapannaconariacivettuola,alzandosoprailpavimentosporcol’orlodiunostrascicoimmaginario.“Bongiúr,messié,madám,”disse.“Sperochelevostresignoriestianobene.”

“Èquestoilsognopiùbellochehai?”disseElmer,scandalizzato.“Etidarebberoun

nomeillustrecomeElmerilSanguinariooElmerilPazzo,”disseIvy,“etu,ioedEthelbertandremmoinchiesaladomenica,tuttiinghingheri,esequalchevecchioservodellaglebafacesse

troppol’impertinente,lofaremmoportarviae...”“Ivy!”gridòElmer.

“Noisiamoservidellagleba.”Ivybattéunpiede

perterraedondolòlatestadiquaedilà.“Robertol’Orribilenoncihaappenaoffertolapossibilitàdimigliorarelanostracondizione?”disse.

“Diesseremalvagicomelui?”disseElmer.“Èunmiglioramento,quello?”Ivysisedetteemise

unpiedesultavolo.“Seunofiniscepertrovarsisenzacolpaafarpartedellaclassedirigente...”disse.“Quellidevonogovernareperforza,senonvoglionochelagenteperdatuttoilsuo

rispettoperilgoverno.”Sigrattò,conariaschifiltosa.“Lagentedev’esseregovernata.”“Consuogrande

rammarico,”disseElmer.“Lagentedev’essere

protetta,”disseIvy,“ecastelliearmaturenonsonoabuonmercato.”Elmersistrofinògli

occhi.“Ivy,vuoidirmi

dacosasiamoprotettichesiapeggiodiciòcheabbiamogià?”disse.“Vorreifareilconfronto,epoideciderecosamifapiùpaura.”Ivynonlostava

ascoltando.Eraelettrizzatadaunrumoredizoccolichesistavaavvicinando.Robertol’Orribileelasuascortapassarono

davantiallacapannamentretornavanoalcastello,eimuritremaronodavantialpotereeallagloria.Ivycorseallaportae

laspalancò.ElmeredEthelbert

chinaronoilcapo.Dainormannisi

alzaronoallegreesclamazionidisorpresa.“Hein!”

“Regardez!”“Donnezlachasse,

mesbraves!”Icavallideinormanni

s’impennarono,giraronosusestessiesparironoalgaloppodentrolaforesta.“Chesuccede?”disse

Elmer.“Hannoschiacciatoqualcuno?”“Hannovistoun

cervo!”disseIvy.“Lostannoinseguendo,

guidatidaRobertol’Orribile.”Simiseunamanosulcuore.“Nonèatletico?”“Altroché,”disse

Elmer.“CheDioglirafforziilbracciodestro.”GuardòEthelbertcomesesiaspettasseunsuosorrisosardonico.Ilvoltoaffilatodi

Ethelberteraimpallidito.Ilragazzo

strabuzzògliocchi.“Latrappola...Stannoandandonelladirezionedellatrappola!”disse.“Setoccanoquella

trappolaconundito,”disseElmer,“io...”Levenedelsuocollosigonfiaronoelemanidiventaronodueartigli.Robertol’Orribileavrebbesicuramentefattoapezzilatrappola

cheeralapassionedelragazzoappenal’avessevista.“Pourlesport,pourlesport,”disseamaramente.Elmercominciòa

fantasticarediuccidereRobertol’Orribile,mailsognoerafrustrantecomelavita:unaricercadipuntidebolidovenonc’eranopuntideboli.Ilsognofinivaconlaverità,con

Robertoeisuoiuominiacavallograndicomecattedrali,conRobertoeisuoiuominidentroiloroguscidiferro,cheridevanodietrolesbarredellelorovisiere,scegliendoqualcosaapiaceredallalorocollezionedispadoni,catene,mazzeeasce:scegliendol’armamiglioreperfarelafestaaun

rabbiosotaglialegnacopertodistracci.LemanidiElmersi

afflosciarono.“Sedistruggonolatrappola,”dissedebolmente,“necostruiremoun’altra,piùbelladiprima.”Lavergognaperla

propriadebolezzalofacevastarmale.Ilmalesseresiaccentuò.Elmerposòlatesta

sullebracciaconserte.Quandol’alzò,fuperguardarsiintornoconunghignodateschio.Avevasuperatoillimitedirottura.“Padre!Staibene?”

disseEthelbert,allarmato.Elmersialzòinpiedi,

barcollando.“Stobene,”disse,“propriobene.”“Sembricambiato,”

disseEthelbert.“Sonocambiato,”

disseElmer.“Nonhopiùpaura.”Siaggrappòall’orlodeltavoloegridò:“Nonhopaura!”.“Zitto!”disseIvy.“Ti

sentiranno!”“Nonvogliostare

zitto!”disseElmerconpassione.“Faraimeglioa

tacere,”disseIvy.“Sai

cosafaRobertol’Orribileallagentechenonstazitta.”“Sì,”disseElmer,“le

inchiodailcappelloallatesta.Masequestoèilprezzochedevopagare,lopagherò.”Roteògliocchi.“QuandohopensatoaRobertol’Orribilechedistruggevalatrappoladelragazzo,inunlampoaccecantemiè

tornatainmentetuttalastoriadellamiavita!”“Padre,ascolta...”

disseEthelbert,“iononhopaurachedistruggalatrappola.Hopaurachesialuia...”“Inunlampo

accecante!”gridòElmer.“Oh,insomma,”disse

Ivy,spazientita,chiudendolaporta.“Va

bene,vabene,vabene,”disseconunsospiro,“sentiamoinunlampoaccecantelastoriadellatuavita.”Ethelberttiròsuo

padreperlamanica.“Selodicoio,”disse,“quellatrappolaè...”“Idistruttoricontroi

costruttori!”disseElmer.“Eccotuttalastoriadellamiavita!”Ethelbertscosseil

capoparlandotrasé.“Seilcavallocalpestalacordaattaccataall’arbustocheèattaccatoal...”Simorselelabbra.“Haifinito,Elmer?”

disseIvy.“Ètutto?”Eraevidentechenonvedeval’oradirimettersiaguardareinormanni,equestoeramoltoirritante.Allungòlamanoversola

manigliadellaporta.“No,Ivy,”disse

Elmer,innervosito,“nonhofinito.”Conunoschiaffoletolselamanodallaporta.“Mihaipicchiato,”

disseIvy,sbalordita.“Ètuttoilgiornoche

latieniaperta!”disseElmer.“Vorreichenonavessimounaporta!Tuttoilgiornononfaialtrochestareseduta

davantiallaporta,guardandoleesecuzionieaspettandochepassinoinormanni.”Leagitòlemanidavantialviso.“Nonc’èdameravigliarsiselagloriaelaviolenzatihannoconfusoilcervello!”Ivypiegò

miseramentelaschiena.“Milimitoa

guardare,”disse.“Cisisentesoli,eaiutaapassareiltempo.”“Haiguardatoper

troppotempo!”disseElmer.“Eiohoaltrenotizieperte.”“Sì?”disseIvyconun

filodivoce.Elmerraddrizzòle

spallestrette.“Ivy,”disse,“nonvogliofarel’esattoredelleimposteperRobertol’Orribile.”

Ivyrimaseaboccaaperta.“Nonvoglioaiutarei

distruttori,”disseElmer.“Ioemiofigliosiamodeicostruttori.”“Tiimpiccheràsenon

lofai,”disseIvy.“Lohapromesso.”“Loso,”disseElmer.

“Loso.”Lapauranoneraancoratornata.Ildolorenonsierafattosentirequandoavrebbe

dovuto.C’erasololasensazionediaverfattofinalmentequalcosadiperfetto:ilpiacerediunsorsod’acquadaunasorgentefreddaepura.Elmeraprìlaporta.Il

ventoerapiùforte,elecatenedacuipenzolavanoimorticantavanouncorodicigoliilentierugginosi.Ilventospiravadalla

foresta,portandoall’orecchiodiElmerlegridadeicacciatorinormanni.Eranogridache

sembravanostranamentedisorientateeincerte.Elmerpensòchedipendessedalfattocheeranomoltolontani.“Robert?Allo,allo?

Robert?Hein?Allo,

allo?”“Allo?Allo?Hein!

Robert...ditesquelquechose,s’ilvousplaît.Hein!Hein!Allo?”“Allo,allo,allo?

Robert?Robertl’Horrible?Hein!Allo,allo,allo?”IvyabbracciòElmer

datergoegliappoggiòunaguanciaallaschiena.“Elmer,amore,”disse,“ionon

vogliochetiimpicchino.Iotiamo,tesoro.”Elmerlediedeun

affettuosobuffettosullemani.“Eioamote,Ivy,”disse.“Sentiròlatuamancanza.”“Haiveramente

intenzionediandarefinoinfondo?”disseIvy.“Èvenutoilmomento

dimorireperlecosein

cuicredo,”disseElmer.“Eanchesenonfossecosì,dovreifarlocomunque.”“Perché,perché?”

disseIvy.“Perchéhodettoche

l’avreifattodavantiamiofiglio,”disseElmer.Ethelbertglisiavvicinò,edElmerabbracciòilragazzo.Lafamigliolaera

ormaistrettainun

grovigliodibraccia.Itre,allacciati,sidondolavanoavantieindietromentreilsoletramontava:sidondolavanoaunritmochesentivanonelleossa.Ivypiagnucolava

controlaschienadiElmer.“StaisoloinsegnandoaEthelbertcomefarsiimpiccareanchelui”disse.“È

semprecosìsfacciatoconqueinormannichemimeravigliochenonl’abbianoancorascaraventatoinunasegreta.”“Iosperosoloche

primadimorireEthelbertabbiaunfigliocomeilmio,”disseElmer.“Sembravachetutto

andassecosìbene,”disseIvy,escoppiòin

lacrime.“Tiavevanooffertounbelposto,conpossibilitàdicarriera,”disseconvocerotta.“Epensavochemagari,dopocheRobertol’Orribileavevaconsumatolagualdrappa,avrestipotutochiedergli...”“Ivy!”disseElmer.

“Nonfarmisentirepeggio.Confortami.”“Sarebbemoltopiù

facilesesapessicosapensavidifare,”disseIvy.Duenormanni

sbucaronodallaforesta,sconcertatieinfelici.Siguardarono,spalancaronolebracciaesistrinseronellespalle.Unoscostòun

cespuglioconlaspadaepateticamenteguardòsotto.“Allo,

allo?”disse.“Robert?”“Iladisparu!”disse

l’altro.“Ils’estévanoui!”“Lecheval,

l’armement,lesplumes...toutd’uncoup!”“Pouf!”“Hélas!”VideroElmerelasua

famiglia.“Hein!”gligridòuno.“Avez-vousvuRobert?”

“Robertol’Orribile?”disseElmer.“Oui.”“Spiacente,”disse

Elmer.“Nonnehovistoneanchel’ombra.”“Eh?”“Jen’aivupasni

peaunicheveuxdelui,”disseElmer.Inormannitornarono

aguardarsi,desolati.“Hélas!”“Zut!”

Rientraronolentamentenellaforesta.“Allo,allo,allo?”“Hein!Robert?Allo?”“Padre!Ascolta!”

disseEthelbertanimatamente.“Shhhh,”disseElmer

gentilmente.“Stoparlandocontuamadre,adesso.”“Ècomequella

stupidatrappolaper

l’unicorno,”disseIvy.“Neanchequella,hocapito.Sonostataveramentepaziente,conquellatrappola.Nonhomaidettounaparola.Maoravogliopropriodirelamia.”“Parla,”disseElmer.“Quellatrappola

c’entracomeicavoliamerenda,”disseIvy.GliocchidiElmersi

gonfiaronodilacrime.

L’immaginedeiramoscelli,delgraffionelterreno,elafantasiadelragazzodicevanotuttoquellochec’eradadiredellavita:lavitachestavaperfinire.“Noncisonounicorni

daquesteparti,”disseIvy,fieradelpropriosapere.“Loso,”disseElmer.

“Losappiamoanche

noi,Ethelberteio.”“Efartiimpiccare

nonmiglioreràlecose,”disseIvy.“Loso.Sappiamo

anchequesto,Ethelberteio,”disseElmer.“Forselacretina

sonoio,”disseIvy.AuntrattoElmer

sentìilterroreelasolitudineelapenafuturacheeranoil

prezzodellacosaperfettachestavafacendo:ilprezzodiquelsorsod’acquadaunasorgentefreddaepura.Eranomoltopeggiodiquantoavrebbemaipotutoesserelavergogna.Elmerdeglutì.Ilcollo

glidolevaneipuntiincuiilcappioavrebbescavato.“Ivy,amore,”disse,“speropropriodi

sì.”

QuellanotteElmerpregòaffinchéildomaniriservasseaIvyunnuovomarito,aEthelbertuncuoresaldoealuiunamortemisericordiosaeilparadiso.“Amen,”disseElmer.“Forsepotrestisolo

fingeredifarel’esattoredelle

imposte,”disseIvy.“Edovetrovereile

finteimposte?”disseElmer.“Forsepotrestifare

l’esattoredelleimpostesoloperunpo’,”disseIvy.“Soloquantobasta

peresseregiustamenteodiato,”disseElmer.“Dopodichépotrebberoimpiccarmi.”“C’èsempre

qualcosa,”disseIvy.Ilsuonasoeradiventatorosso.“Ivy...”disseElmer.“Hmmm?”“Ivy...Perilvestito

blutempestatodipiccolecrocid’oro,capisco,”disseElmer.“Lodesideroanch’io,perte.”“Elebracheperte

edEthelbert,”disseIvy.“Nonerasoloper

me.”“Ivy,”disseElmer,

“quellochestofacendo...èpiùimportantedellagualdrappa.”“Èquestoil

problema,”disseIvy.“Solocheiononriescoaimmaginarenulladipiùgrandioso.”“Nemmenoio,”disse

Elmer.“Maquestecoseesistono.Devono

esistere.”Sorrisetristemente.“Qualichesiano,”disse,“èperlorocheballeròquandoballeròdomaniattaccatoaunacorda.”“VorreicheEthelbert

tornasseindietro,”disseIvy.“Dovremmostareuniti.”“Dovevaandarea

controllarelasuatrappola,”disseElmer.“Lavitacontinua.”

“Sonocontentachequeinormannisianofinalmenteandatiacasa,”disseIvy.“Nonhannofattoaltrochegridarealloeheinehélasezutepouf,finchémiparevadiimpazzire.Immaginocheloabbianotrovato,Robertol’Orribile.”“Segnandocosìla

miasorte,”disseElmer.Sospirò.“Andrò

acercareEthelbertnellaforestaperriportarloacasa,”disse.“Inchemodomiglioreunuomopotrebbepassarelasuaultimanottesullaterracheriportandoacasasuofigliodallaforesta?”

Elmeruscìnelmondoazzurrinodellanottesottounafalcediluna.

SeguivailsentierotracciatodaipiedidiEthelbert:loseguìfinoall’altaeneramuragliadellaforesta.“Ethelbert!”gridò.Noncifunessuna

risposta.Elmerentrònella

foresta.Iramiglifrustavanoilvisoeiroviglisiaggrappavanoallegambe.

“Ethelbert!”Sololaforcarispose.

Lecatenecigolavano,eunoscheletrocaddeaterraconfracasso.Orac’eranosolodiciassettegiustiziatiinmostranellediciottoarcate.C’erapostoperunaltro.L’ansiadiElmerper

Ethelbertcrebbeelospinseainoltrarsisemprepiùnella

foresta.Raggiunseunaraduraesifermò,ansimando,colsudorecheglipungevagliocchi.“Ethelbert!”“Padre?”disse

Ethelbertdalfolto,davantialui.“Vieniquiadaiutarmi.”Elmerentrònella

macchiaallacieca,tastandoconlemanidavantiasé.

NelbuiopiùprofondoEthelbertpreselamanodisuopadre.“Attento!”disse.“Unaltropassoecadinellatrappola.”“Oh,”disseElmer.

“Cisonoandatovicino.”Scherzosamente,perassecondareilragazzo,parlòconunavocepienadipaura.“Accidenti!Èandata

bene.”Ethelbertglifece

abbassarelamanoeglielapremettecontroqualcosachegiacevaperterra.Elmer,pienodi

stupore,toccòilmantellodiungrossocervoucciso.Glisiinginocchiòaccanto.“Uncervo!”disse.Lavocetornò

indietro,comese

venissedallevisceredellaterra.“Uncervo,uncervo,uncervo.”“Cihomessoun’ora

atirarlofuoridallatrappola,”disseEthelbert.“Trappola,trappola,

trappola,”dissel’eco.“Davvero?”disse

Elmer.“BuonDio,ragazzo!Nonimmaginavochelatrappolafossefatta

cosìbene!”“Bene,bene,bene,”

dissel’eco.“Cisonoancoratante

cosechenonsai,”disseEthelbert.“Sai,sai,sai,”disse

l’eco.“Dadoveviene

questaeco?”disseElmer.“Eco,eco,eco,”disse

l’eco.“Daunpuntoproprio

davantiate,”disseEthelbert.“Dallatrappola.”Elmerfeceunpasso

indietromentrelavocediEthelbertuscivadallafossadavantialui,uscivadallaterracomesevenissedalleportedell’inferno.“Trappola,trappola,

trappola.”“L’haiscavatatu?”

disseElmer,stupefatto.

“L’hascavataIddio,”disseEthelbert.“Èilcaminodiunagrotta.”Elmersidisteseper

terra,svuotato.Posòlatestasullacosciaormaifreddadelcervochecominciavaairrigidirsi.C’erasolounbuconelverdebaldacchinodellaforesta.Daquelbucoentravalalucediunavividastella.Elmervidelastellacomeun

arcobalenoneiprismidellesuelacrimericonoscenti.“Nonhoaltroda

chiedereallavita,”disse.“Questanottemièstatodatotutto...eanchequalcosadipiù.Conl’aiutodiDio,miofigliohacatturatoununicorno.”ToccòilpiedediEthelberteglifeceunacarezzasull’arco.“SeDio

ascoltalepreghiereanchediunumiletaglialegnaedisuofiglio,”disse,“cosanonpotràdiventarequestomondo?”Elmerscivolòquasi

nelsonno,tantosisentivainconsonanzaconl’ordinedellecose.Ethelbertlosvegliò.

“Portiamoilcervoallamamma?”disse.“Unfestinodimezzanotte?”

“Nontuttoilcervo,”disseElmer.“Tropporischioso.Taglieremoqualchebisteccabensceltaenasconderemoilrestoqui.”“Haiuncoltello?”

disseEthelbert.“No,”disseElmer.“È

illegale,losai.”“Vadoacercare

qualcosapertagliare,”disseEthelbert.Elmer,sempre

distesoperterra,sentìilfigliocalarsinelcaminodellagrotta;losentìcercareetrovarepuntid’appoggioperipiedimentresprofondavanelventredellaterra;losentìsbuffareelottareconitronchisulfondo.Quandotornò,

Ethelbertportavaunlungooggettochebrillòallalucedella

vividastellasolitaria.“Questadovrebbeandarbene,”disse.PorseaElmer

l’affilatospadoneaduemanidiRobertol’Orribile.

Eramezzanotte.Lafamigliolasiera

ingozzatadicarnedicervo.Elmersistuzzicavai

denticolpugnaledi

Robertol’Orribile.Ethelbert,diguardia

sullaporta,sipulìlelabbraconunapiuma.Ivy,conla

gualdrappasullespalle,siguardòintornosoddisfatta.“Seavessisaputocheavrestipresoqualcosa,”disse,“nonavreipensatochequellatrappolaeraun’ideatantostupida.”

“Conletrappoleècosì,”disseElmer.Siappoggiòallaspallieraecercòdisentirsisollevatoperchéilgiornodopononloavrebberoimpiccato,oracheRobertol’Orribileeramorto.Matrovòilrinviounafaccendanoiosarispettoaglialtripensierichesirincorrevanosottola

maestosacupoladellasuatesta.“C’èsolounacosa

chedevochiedere,”disseIvy.“Dimmela,”disse

Elmerespansivamente.“Vorreichevoiduela

smettestediprendervigiocodime,dicendochequestaècarnediunicorno,”disseIvy.“Pensatecheiocredaatuttoquellochedite?”

“Ècarnediunicorno,”disseElmer.“Etidiròun’altracosaallaqualepuoicredere.”SiinfilòilguantodiferrodiRobertol’Orribileelobattésultavolo.“Ivy...Staperarrivareungrangiornoperglignomi,ifollettielefate.”Ivyloguardòcon

adorazione.“Sietestati

propriocarini,tuedEthelbert,”disse,“adandarmiaprendereilvestitogiusto.”Siudìunrumoredi

zoccoliinlontananza.“Nascondeteogni

cosa!”disseEthelbert.Inunlamposparì

ognitracciadiRobertol’Orribileedelcervo.Alcuniguerrieri

normanni,armatifinoaidenti,passaronocon

unboatodavantiall’umilecapannadiElmeriltaglialegna.Urlavano,insegnodi

sfidaedipauradegliinformidemonidellanotte.“Hein!Hein!

Courage,mesbraves!”Ilrumoredegli

zoccolisvanì.

November11,1918,

courtesyKurtVonnegut&OrigamiExpressLLC.

MILITEIGNOTO

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

Eranotuttesciocchezze,

ovviamente,quandodisserocheilnostrobambinoerailprimochefossenatoaNewYorkCitynelterzomillenniodell’eracristiana:diecisecondidopomezzanotteilprimogennaiodel2000.Tantopercominciare,ilterzomillennio,comehannofattonotare

innumerevolipersone,nonsarebbeiniziatofinoalprimogennaiodel2001.Dalpuntodivistaplanetario,l’annonuovoavevagiàseiorequandonacquenostrofiglio,perchéeracominciatoseioreprimaall’osservatoriorealediGreenwich,inInghilterra,dovecominciailtempo.Non

contailfattochelanumerazionedegliannidallanascitadiCristopotrebbeesseresoloapprossimativa.Ildatoeramoltooscuro.Echipuòdireinqualeminutonasceunbambino?Quandolatestafacapolino?Quandoèuscitodallamadreperintero?Quandotaglianoilcordoneombelicale?

Poichéc’eranomoltiricchipremidaassegnarealprimonatodellacittànel2000,eaisuoigenitoriealmedicoditurno,fudecisoconlargoanticipocheiltagliodelcordonenoncontasse,perchéilmomentopotevaessereritardatooltrelacrucialemezzanotte.Ci

potevanoesseredeimedici,intuttalacittà,congliocchipuntatisull’orologioeleforbiciinmano,equesto,naturalmente,allapresenzaditestimoni,cheguardavanoleforbicieguardavanol’orologio.Ilmedicovincenteavrebbeavutounavacanzapagatasuunadellepocheisole

doveilturistapotevasentirsiancoraabbastanzasicuro,cheeraBermuda.Cistazionavaunbattaglionediparacadutistiinglesi.Comprensibilmente,imedicipotevanoesseretentatidifalsificarel’oradellanascita,seneavesseroavutol’occasione.Qualichefosseroi

criteriadottati,definireilmomentodellanascitaeramoltomenocontroversochedichiararequandol’ovulofecondatonell’uteromaternodiventavaunessereumano.Aifinidellacontesa,ilmomentodellanascitaerailmomentoincuigliocchiolepalpebredelbambinovenivano

baciatiperlaprimavoltadallalucedelmondoesterno,ilmomentoincuipotevanoesserevistiperlaprimavoltadaitestimoni.Cosìilbambino,comenelnostrocaso,eraancoraparzialmentedentroilcorpodellamadre.Sefossestatounpartopodalico,certo,gli

occhisarebberostatiquasil’ultimacosaadapparire.Edeccoillatopiùassurdodellagarachevincemmo:sefossestatounpartopodalico,oselapiccolaavesseavutolasindromediDownolaspinabifida,ofossestatafigliadidrogatiomalatidiAIDSoquelcheera,sarebbestata

sicuramentesqualificataperqualchecavillorelativoall’oradellanascitapiuttostoche,ocosìavrebberodettoigiudici,perlasuadiscordanzadallacosiddettanorma.Dopotutto,dovevasimboleggiarelaprosperitàelafelicitàdeiprossimimilleanni.

Unacosagarantitadaigiudicierachelarazzaelareligioneelanazionalitàdeigenitorinonpotevanoassolutamenteinfluenzarelelorodeliberazioni.Edèverocheiosonounneroamericanoemiamoglie,classificatacomebianca,ènataaCuba.Manonciha

sicuramentedanneggiatoilfattocheiofossiacapodeldipartimentodiSociologiadellaColumbiaUniversity,ochemiamogliefosseunafisioterapistadelNewYorkHospital.Sonocertochelanostrabambinabattéparecchialtricandidati,compresoun

neonatotrovatoinuncassonettodiBrooklyn,perchénoiappartenevamoalcetomedio.VincemmounaFord

stationwagon,tretessereavitaperDisneyWorldeunaplay-station,conunoschermoaltounmetroeottantaeunvideoregistratoreeunostereocapacedi

suonareognitipodidiscoodinastro,el’attrezzaturaperunapalestracasalinga,eccetera.Elabambinavinseuntitolodistatocheallascadenzasarebbevalsocinquantamiladollari,eunaculladiviminieunpassegginoeunafornituragratuitadipannolini,eccetera,eccetera.Mapoila

bambinamorìquandoavevaappenaseisettimane.Allorailmedicochel’avevaaiutataavenirealmondositrovavaaBermuda,enonvenneasaperedellasuamorte.Lasuamortenonfecenotizianélànéaltroveall’infuoridiNewYorkCity,nonpiùdiquantoavessefatto

notizialasuanascita.Nonseneparlòmoltoneanchequi,perchénessunotranneipromotoridiquellastupidagaraegliuominid’affaricheavevanooffertoipremipreseseriamentetuttolostrombazzamentopubblicitariochesierafattointornoalei,tutteleciancechesieranofattesulletante

meravigliechelabambinarappresentava,lafusionedellerazzenellabellezzaenellafelicità,larinascitadellospiritocheuntempoavevafattodiNewYorklapiùgrandecittàdelmondonellanazionepiùgrandedelmondo,elapace,enonsochealtroancora.

Oggimisembrachefossecomeilmiliteignotodiunmonumentoaicaduti,unfagottinodicarneeossaecapelliesaltatofinoallapazzia.Tral’altro,quasinessunovennealfunerale.Lastazionetelevisivacheavevaavutol’ideadellagarainviòundirigentedisecondopiano,nemmenouna

personalità,edisicurononinviòunatroupe.Chihavogliadiassisterealfuneraledeiprossimimilleanni?Selatelevisionesirifiutadiguardarequalchecosa,ècomesenonfossemaiaccaduta.Puòcancellarequalunquecosa,addiritturaintericontinenti,come

l’Africa,oggiungrandedesertodovemilioniemilionidibambini,conmilleannidistorianuovidizeccadavantialoro,muoionodifame.Fulasindromedellamorteincullaaucciderenostrafiglia,dicono.Èundifettogeneticononancora,eforseperennemente,individuabiledall’amniocentesi.Era

lanostraprimogenita.Ahimè.

Confetti#56,courtesyKurt

Vonnegut&OrigamiExpressLLC.

SPOGLIE

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

SeilgiornodelGiudizioDiochiedesseaPaulqualedeidue,

paradisooinferno,dovrebbeesseregiustamentelasuaeternadimora,Pauldirebbeprobabilmenteche,inbaseaicriterisuoiedelcosmo,l’infernoèilsuodestino...ricordandolacosaignobilechehafatto.L’Onnipotente,intuttalasuasaggezza,potrebbericonoscere

chelavitadiPaul,nelcomplesso,èstatainoffensiva,echelasuasensibilecoscienzalohagiàabbondantementetormentato...perquellochehafatto.Leclamorose

avventurediPaulcomeprigionierodiguerraneiSudetiperseroilloroaspettoinquietanteviaviache

sprofondavanonelpassato,mac’eraun’orribileimmaginechenonvolevacancellarsidallasuacoscienza.Unaseraacenafuronolescherzosepunzecchiaturedisuamogliearievocareciòcheluidesideravaardentementedimenticare.Sueavevapassatoilpomeriggio

conlasignoraWarddellaportaaccanto,elasignoraWardleavevamostratounosquisitoserviziod’argentoperventiquattroche,comeSueappresecongrandestupore,ilsignorWardaveva“liberato”eportatoacasadall’Europaallafinedellaguerra.

“Amore,”lorimproveròSue,“nonavrestipotutoportareacasaqualcosadimeglio?”Erapocoprobabile

cheitedeschiprotestasseroperlarazziadiPaul,perchétuttoilsuobottinoconsistevainunasciaboladellaLuftwaffearrugginitaetuttastorta.Isuoi

compagninellazonarussa,nell’anarchiadeldopoguerrachepersettimaneavevadatosfogoallaliberainiziativa,tornaronoacasacarichiditesoricomegaleonispagnoli,mentrePaulsieraaccontentatodiquellostupidocimelio.Avevaavutodellesettimanepercercareeprenderequellochevoleva,ma

lesueprimeoredaconquistatoreboriosoeprepotenteeranostateancheleultime.Lacosachespezzòilsuospiritoespenseilsuoodio,l’immaginechelotormentava,cominciòaformarsiungloriosomattinodiprimaverainmontagna,l’8maggio1945.APauleaisuoi

compagniprigionieridi

guerraaHellendorf,neiSudeti,occorseunpo’ditempoperabituarsiall’assenzadelleguardie,cheprudentementesieranodateallamacchianelleforesteesullecimedeimontilaseraprima.Luiealtridueamericanipercorseroconariaincertalastradabrulicantecheportava

aPeterswald,unaltrotranquillovillaggiodiagricoltoridicinquecentoanimefrastornatedallaguerra.L’umanitàsimuovevainquerulefiumanechescorrevanoinentrambeledirezioniconl’unanimelamento:“Stannoarrivandoirussi!”.Dopoquattrotediosichilometriin

quell’ambiente,itresisedetterosullarivadeltorrentecheattraversavaPeterswald,chiedendosicomepotevanoraggiungerelelineeamericane,chiedendosiseirussiuccidevano,comedicevaqualcuno,tuttiquellicheincontravanosullalorostrada.Accantoaloro,al

sicuroinunagabbiaprotettadaunastalla,c’eraunconigliobiancoche,albuio,ascoltaval’insolitofracassoprovenientedall’esterno.Ilterzettonon

condividevailterroredilagantenelvillaggioenonprovavalaminimacompassioneperisuoiabitanti.“Diosasequellearroganti

testedilegnononselasonocercata,”dissePaul,eglialtriannuirono,cupamentedivertiti.“Dopoquellocheglihannofattoitedeschi,nonpuoiprendertelacoirussi,qualunquecosafacciano,”dissePaul;eicompagniannuironodinuovo.Làseduti,insilenzio,rimaseroaguardaremadri

frenetichechenascondevanoifiglipiccolinellecantine,mentrealtricorrevanosuperlacollinaedentroilbosco,oabbandonavanolecaseperfuggirelungolastradaconpochipreziosifagotti.Uncaporaleinglese

chevenivaavantiagrandipassicongliocchisgranatiurlò

dallastrada:“Megliodarsiunamossa,ragazzi;sonoappenaarrivatiaHellendorf!”.Unanuvoladi

polvereaovest,ilrombodeicamion,losparpagliarsiquaelàdiprofughiterrorizzati,eirussientrarononelvillaggio,lanciandosigaretteagliabitantisbalorditi,edandobaciumidiedentusiasticia

tuttiquellicheosavanofarsivedere.Paulsaltavaintornoaicamion,ridendoegridando,eprendendoalvololepagnotteeipezzidicarnegettatidaqueiliberatoricheavevanouditoilsuo“Americano!Americano!”sopralenotesfrenatedellafisarmonicaprorompentidai

camionconlastellarossa.Feliciedeccitati,luieisuoiamicitornaronosullarivadeltorrenteconbracciatedirobadamangiareecominciaronoimmediatamenteariempirsilapancia.

Ma,mentremangiavano,glialtri–cechi,polacchi,jugoslavi,russi,

un’ordaterrificantedisdegnatischiavitedeschi–venneroaspaccareesaccheggiareebruciaretuttoperilsemplicegustodifarlo,nellasciadell’ArmataRossa.Sistematicamente,inrisolutesquadretteditreoquattrounità,andavanodicasaincasasfondandoporte,

minacciandoglioccupantieprendendotuttoquellochevolevano.Impedireilsaccheggioeraimpossibile,perchéPeterswalderacostruitalungounrettilineo,duefiledicaseailatidellastrada.SecondoPaul,migliaiadipersonedovevanoaveresploratoognicasadallacantinaal

solaioprimachelalunacominciasseasplenderenelcielodellasera.Luieisuoiamici

rimaseroaguardarequegliassiduirazziatori,scoprendolelabbrainunsorrisoinsulsoognivoltachenepassavaungruppetto.Unacoppiaesultantediscozzesiavevafattoamicizia

conunodiquestigruppienelcorsodiun’allegrascorreriasifermaronoaparlarecongliamericani.Ognunodiessiavevaunabellabicicletta,numerosianellieorologi,binocolidacampagna,macchinefotograficheealtrimirabiligingilli.“Infondo,”spiegò

unodiessi,“nonsiha

vogliadistareincasainungiornocomequesto,enonavretemaipiùun’occasionecosì.Sieteivincitori,èevidente,eavetedirittoatuttoquellochevolete.”Itreamericanine

parlaronotraloro,incitatidaPaul,esiconvinseroavicendachesarebberostaticompletamente

giustificatiseavesserosaccheggiatolecasedelnemico.Insiemeattaccaronolacasapiùvicina,cheeravuotadaprimacheloroarrivasseroaPeterswald.Eragiàstataabbondantementesfruttata;allefinestrenonc’erapiùunvetro;ognicassettoerastatorovesciato,ognicapodivestiariostrappato

dagliarmadi;lecredenzeeranostatevuotate,eguancialiematerassieranostatisventratidaicercatori.CiascunodeipredoniprimadiPauledeisuoiamiciavevaesaminatoimucchidirobascartatidalsuopredecessorefinchénoneranorimastichebrandellidistoffaequalchecasseruola.

Eraquasicalatalaseraquandopassaronoalvaglioquell’ambientemiserando,enonvitrovarononulladiinteressante.Paulosservòche,tantopercominciare,probabilmenteincasanonc’eragranche;chiunqueviavesseabitatodovevaesserepovero.L’arredamento

erascadente,imuriscrostatiel’esternoavevaungranbisognodiessereriparatoeridipinto.Maquandosalìlascalacheportavaalminuscolopianosuperiore,Paultrovòunlocalestraordinariochenonquadravaconlosqualloredell’insieme.Eraunacameradalettodecorataavivaci

colori,conmobiliartisticamenteintagliati,scenedifiabesulleparetiarighineeboiseriesverniciatedifresco.Inmezzoallastanzac’eraunmucchiodigiocattoliscartatidaisaccheggiatori.Intuttalacasagliunicioggettichenoneranostatitoccatieranounpaiodistampelleappoggiate

almuroaipiedidelletto:“Mivengaunaccidente,guardate,stampelledabambino”.Gliamericani,non

avendotrovatoalcunoggettodivalore,deciserocheperquelgiornostavafacendositroppotardiperlacacciaaltesoroeproposerodiandareamangiare.Avevanounagrandequantitàdicibo

cheglierastatofornitodairussi,masieranomessiinmentechequelgiornolacenadovevaesserequalcosadispeciale,conpollo,latte,uova,emagariancheunconiglio.Incercadiquesteprelibatezze,ilterzettosidiviseperandareaperlustrarelefattorieelestalledeidintorni.Paulsbirciònella

piccolastalladietrolacasacheavevanosperatodisaccheggiare.Tutteleprovvisteoglianimalichepotevanoessercistatieranosparitidaparecchieore.Sulpavimentointerrabattutaaccantoallaportac’eranodellepatatechePaulraccolse,enient’altro.Mentrestavaper

andarsene,ficcandosilepatatenelletasche,sentìinunangolounleggerofruscio.Ilrumoresiripeté.Quandoisuoiocchisiabituaronoall’oscurità,Paulvideunagabbiaconungrassoconigliobiancochearricciavailnasorosarespirandoaffannosamente.Erauncolpodifortunasensazionale,ilpiatto

fortedelbanchetto.Paulaprìlosportelloetiròfuoriildocileanimale,tenendoloperleorecchie.Nonavendomaiuccisounconiglioconlesuemani,avevadeidubbisulmododiprocedere.Allafinemiselatestadelconigliosuunceppoeglifracassòilcranioconun’ascia.L’animalescalciò

debolmenteperpochisecondiemorì.Moltosoddisfattodi

sé,Paulcominciòascuoiareepulireilconiglio,tagliandogliunazampaperscaramanzia:gliavrebbeportatofortunaintempisicuramentemigliori.Quandoebbefinito,sostòsullaportadellastallapensandoalla

paceecontemplandoiltramontoelafiumanadiimpacciatisoldatitedeschichestrascicandoipieditornavanoacasadall’ultimasaccadiresistenza.Conloroc’eranoglistanchicivilifuggitilungolastradaquelmattinosoloperessererespintidall’avanzatadeirussi.AuntrattoPaulnotò

trefigurechesieranostaccatedaltristecorteodirigendosiversodilui.Sifermaronodavantiallacasadevastata.Un’ondatadirimorsoedidoloregonfiòilpettodiPaul:“Questadev’esserelalorocasettaelalorostalla,”pensò.“Questecostruzionidevonoappartenereaquel

vecchioeaquelladonna,eaquelragazzinoinvalido.”Ladonnapiangevael’uomoscuotevalatesta.Ilragazzinocercavadiattirarelaloroattenzione,dicendoqualcosaegesticolandoversolastalla.Paulsieratiratoindietropernonfarsivedere,escappòcolconiglioquando

entraronoincasa.Portòilproprio

contributonelpostocheglialtriavevanosceltopercucinare,un’alturadacuisivedevalastallachePaulavevalasciatoattraversounvarconelfilarefrangiventodipioppi.Ilconigliovennemessocolrestodelbottinosoprauntelostesoperterra.

Mentreglialtrisidavanodafareperpreparareilpasto,Paulguardòlastalla,perchéilbambinoerauscitodicasaesistavadirigendoversolastallaallamassimavelocitàconsentitadallestampelle.Sparìnellastallaperuntempoangosciosamentelungo.Pauludìilsuo

gridofiocoelovideaffacciarsiallaportaconlamorbidapellicciabiancadelconiglio.Selapremevacontrolaguancia,epoisilasciòcaderesullasoglia,affondòilvisonellapellicciaescoppiòinsinghiozzi.Pauldistolsegliocchi

enonguardòpiùdaquellaparte.Glialtriduenonvideroil

bambino,ePaulnonparlòdilui.Quandosisedetteroperconsumarelacena,unodeitreringraziòilSignore:“Padrenostro,tiringraziamoperquestocibochehaimessodavantianoi...”.Dirigendosiversole

lineeamericane,passandodistrattamentedaunvillaggioall’altro,i

compagnidiPaulaccumularonountesorodiragguardevolidimensioni.MentrePaul,chissàperché,portòacasasolounasciaboladellaLuftwaffearrugginitaetuttastorta.

TrustMe,courtesyEdie

Vonnegut.

SOLOTUEIO,SAMMY

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

I.

Questaèunastoriadisoldati,manonèpropriamenteunastoriadiguerra.Laguerraerafinitaquandoaccadderoquestecose,perciòimmaginochelasipossadefinireunthriller.Nonungiallo,mapropriounthriller.IlmionomeèSam

Kleinhans.Èunnometedescoe,mispiacedirlo,perqualchetempoprimadellaguerramiopadresimpatizzòperilGerman-AmericanBund1delNewJersey.Quandoscoprìqualieranoisuoiscopi,seneandòsbattendolaporta.Mamoltiabitantidelnostro

quartiereeranoentusiasticisostenitoridelBund.Unpaiodifamiglienellanostravia–ricordo–sientusiasmaronotalmenteperciòcheHitlerstavafacendonellamadrepatriachevendetterotuttoquellocheavevanoetornaronoavivereinGermania.Alcunideilorofigli

avevanopiùomenolamiaetà,equandogliStatiUnitientraronoinguerraeioandaioltreoceanocomefuciliere,michiedevosepercasononmisarebbecapitatodisparareaddossoaqualcunodeimieivecchicompagnidigiochi.Noncredodiaverlomaifatto.Scoprii

successivamentechelamaggiorpartedeiragazzidelBundcheavevanopresolacittadinanzatedescaeranoandatiacombatterecomefucilierisulfronterusso.Qualcunolavoròperilcontrospionaggio,cercandodimescolarsiconletruppeamericanesenzafarsinotare,manontanti.I

tedeschinonsifidavanodiloro:oalmenoèquellocheunodeinostriexviciniscrisseamiopadrenellaletteraincuiglichiedevaunpaccodiviveri.LastessapersonadicevacheavrebbefattoqualunquecosapertornarenegliStatiUniti,eimmaginochetuttilapensasserocosì.

EsseretantovicinialoroeaquellapagliacciatadelBundfecesìcheiomisentissipiuttostoimbarazzatodallemieoriginitedeschequandofinalmenteentrammoinguerra.Devoesseresembratounverostupidoamoltideiragazzi,quandoparlavocomeparlavodilealtà,dibattersiper

unacausaedituttoilresto.Noncheglialtrisoldatinoncredesseroaquestecose:èsolochenoneradimodaparlarne.NondurantelaSecondaguerramondiale.Ripensandoci,soche

erostucchevole.Ricordociòchedissilamattinadell’ottomaggio,peresempio,ilgiornoincuifinìla

guerraconlaGermania.“Nonèmagnifico?”dissi.“Nonèmagnifico

cosa?”disseilsoldatosempliceGeorgeFisher,alzandounsopracciglio,comeseavessedettoqualcosadimoltoprofondo.Sistavagrattandolaschienacontrounpezzodifilospinatopensandoadaltro,

immagino.Ciboesigarette,probabilmente,eforseanchedonne.Farsivederea

chiacchierareconGeorgenoneramoltointelligente.Alcampononavevapiùamici,echiavessecercatolasuacompagniaavevamolteprobabilitàdivedersivoltarelespalledaglialtriedirimanere

isolato.Stavamogirandotuttiintondo,ederastatouncaso–pensaiallora–seGeorgeeiocieravamoincontrativicinoalcancello.Itedeschiloavevano

nominatocapo-campo.Dicevanodiaverlofattoperchéparlavatedesco.Inognimodo,Georgeneavevaapprofittato.Eramolto

piùgrassodelrestodinoi:dunque,probabilmentestavapensandoalledonne.Nessunaltroavevatoccatoquestotastodacircaunmesedopolanostracattura.Campavamodipatatedaottomesi,tuttitranneGeorge,perciò,comedicevo,ledonneeranounargomentopopolarecomelo

studiodellacetraolacoltivazionediorchidee.Dacomemisentivo

inquelmomento,seBettyGrablesifossefattavivaeavessedettocheeratuttamia,l’avreipregatadifarmiunpaninoconburrod’arachidiemarmellata.SolochequelgiornononeraBettyGrablechestava

pervenirciatrovare,mal’ArmataRossa.Noidue,rittisulbordodellastradadavantialcancellodellaprigione,sentivamoilrombodeicarriarmatinellavalle,cheproprioinquelmomentostavanoaffrontandolasalitaperveniresudanoi.Igrossicannoni

schieratianord,cheavevanofattotremarei

vetridelcarcereperunasettimana,oratacevano,eleguardieeranosparitedurantelanotte.Prima,l’unicotrafficosullastradaerastatoilpassaggiodiqualchebarrocciodicontadini.Oralastradaerapienadigentechespingevaegridava,urtandosi,inciampando,lanciandoimprecazioni;gente

checercavadiarrivareaPragaattraversolecollineprimacheirussilacatturassero.Unapauracosìpuò

trasmettersiancheallepersonechenonhannonulladatemere.Nontuttiquellichefuggivanodavantiairussieranotedeschi.Ricordouncaporaleinglese,peresempio,cheGeorgeeio

vedemmocamminare,tuttoimpettito,versoPragacomeseavesseildiavoloallecalcagna.“Megliodarsiuna

mossa,americani!”ansimò.“Irussisonoadueotrechilometri,sapete?Nonvorretemescolarviconloro,eh?”Ilbellodiessere

mezzimortidifame,comeimmaginoche

nonfosseilcaporale,ècheèdifficilepreoccuparsidiqualcosachenonsiaproprioquesto:ilfattochesièmezzimortidifame.“Nonhaicapitoniente,bellomio,”gliurlai.“Daquelchemirisulta,siamodallaloroparte.”“Quellinonti

chiedonodadovevieni,americano.Sparanoa

tuttociòchevedonosoloperdivertirsi.”Esparìdietrolacurva.Ioscoppiaiinuna

risata,maquandomivoltaiaguardareGeorgeebbiunasorpresa.Georgesipassavaleditatozzetraicapellirossi,eilsuofaccionedalunapienaerabiancomentreguardavainfondoallastradanella

direzionedacuisarebberoarrivatiirussi.Eccounacosachenessunodinoiavevamaivisto:Georgeimpaurito.Finoadalloraaveva

saputopadroneggiareognisituazione,siaconnoicheconitedeschi.Avevalapelleduraederasempreriuscitoacavarsela,obluffandooblandendoilsuo

interlocutore.AlvinYork2sarebbe

rimastoimpressionatodaalcunedellesuestoriediguerra.Eravamotuttidellastessadivisione,tranneGeorge.Luieracapitatolìdasolo,edicevadiesserestatoinprimalineadalD-Day.Glialtrieranotuttinovellini,catturati

inunosfondamentomenodiunasettimanadopoesserestatispeditialfronte.Georgeeraunautenticoveteranoeavevadirittoalmassimorispetto.Glielotributavano;adentistretti,maglielotributavano;finoaquandoJerryrimaseucciso.“Dammiancorauna

voltadellaspia,bellomio,etispaccolafaccia,”losentiidireauntalecheavevasentitomormorarecontrodilui.“Saibenissimochefarestilastessacosa,setuneavessilapossibilità.Sestoalgiocodelleguardie,èsolopermangiare.Quellicredonochestiadallaloroparte,ecosìmi

trattanobene.Nonfacciodelmaleanessuno,dunquefattigliaffarituoi!”Questoaccadde

pochigiornidopol’evasione,dopocheJerrySullivanrimaseucciso.Qualcunoavevainformatoleguardiedell’evasione,oalmenocosìpareva.Cistavanoaspettandofuoridalrecinto,

all’imboccaturadellagalleria,quandoJerry,ilprimoauscire,strisciòfuoridalbuco.Noncisarebbestatobisognodisparargli,maquellispararono.ForsenonerastatoGeorgeadirloalleguardie,manessuno,quandoluinonpotevasentirci,gliaccordavailbeneficiodeldubbio.Nessunoglidiceva

qualcosainfaccia.Georgeeragrossoeinbuonasalute–ricordo–ediventavasemprepiùmuscolosoecattivo,mentrenoicistavamotrasformandoinunasquadradisonnolentispaventapasseri.Ora,però,conirussi

chestavanoperarrivare,parevacheaGeorgefosserosaltatii

nervi.“BattiamocelaaPraga,Sammy.Solotueio,cosìpotremofilare,”disse.“Chediavoloti

prende?”dissiio.“Micadobbiamoscappare,George.Abbiamoappenavintolaguerra,etuticomporticomesel’avessimopersa.Pragaèacentochilometri,peramordiDio.Irussi

sarannoquitraun’ora,eforsemanderannodeicamionperriportarcinellenostrelinee.Pigliatelacomoda,George...Nonsisentepiùsparare,no?”“Cifucileranno,

Sammy,questoèsicuro.Tunonsembrinemmenounsoldatoamericano.Quellisonodeiselvaggi,Sammy.Forza,andiamocene

finchésiamointempo.”Sulmio

abbigliamentoavevaragionelui.Erostracciato,rammendatoepienodimacchie,epiùcheunsoldatoamericanosembravounbarbone.George,invece,com’eraprevedibile,avevaancoraunaspettopiuttostoelegante.Leguardie

nonglilesinavanoilciboelesigarette,equesteultimepotevascambiarlenelcampoconquasituttoquellochevoleva.Cosìsieraprocuratodiversicambid’abito,eleguardieglipermettevanodiusareilferrodastirocheavevanonellabaracca,einquestomodoeradiventatol’elegantone

delcampo.Oraperòilgiocoera

finito.Nessunodovevapiùfarescambiconlui,egliuominicheloavevanotrattatocosìbenesen’eranoandati.Forseeraquestochelospaventava,enonirussi.“Andiamovia,Sammy,”disse.Imploravapropriome,unapersonaconcuieravissutogomitoa

gomitoeperlaqualeinottomesinonavevaavutounaparolabuona.“Vaccitu,sevuoi,”

dissi.“Nondevimicachiedermiilpermesso,George.Va’.Iorestoquiconglialtriragazzi.”Nonsimosse.“Tue

io,Sammy,resteremouniti.”Sorriseemipassòunbracciosulle

spalle.Glisfuggiie

attraversaiilcortiledellaprigione.L’unicacosacheavevamoincomuneeranoicapellirossi.Eropreoccupato:nonriuscivoacapirequalefosseilsuotornaconto,eperqualeegoisticomotivovolessediventaretutt’auntrattoungrandeamicomio.EGeorge

eraunadiquellepersonechepensanosemprealpropriotornaconto.Miseguìattraversoil

cortileetornòaposarmiunbracciosullespalle.“Okay,Sammy,staremoquiadaspettare.”“Nonmiimportaun

accidentediquellochefaitu.”“Okay,okay,”rise.

“Volevosolofartiunaproposta:vistochedovremoaspettarealmenoun’ora,perchénonfacciamountrattodistrada,ioete,pervederesepossiamoprocurarcidafumareequalchericordino?Datocheparliamotedescotutt’edue,dovremmocombinarequalcosadibuono,insieme.”

Morivodallavogliadifumare,eGeorgelosapeva.Gliavevodatoimieiguantiincambiodiduesigaretteunpaiodimesiprima–quandofacevaancoraunfreddocane–edaalloranonavevopiùfumato.ConlesueparoleGeorgemifecerifletteresucomesarebbestataquellaprimaboccatadifumo.

Dovevanoessercidellesigarettenellacittàpiùvicina,Peterswald,chesitrovavainfondoaunabellasalitadicinquechilometri.“Chenedici,

Sammy?”Mistrinsinelle

spalle.“Chediavolo...Andiamo.”“Avanti,allora.”“Doveandate?”gridò

unodeiragazzinel

cortiledellaprigione.“Fuori,adare

un’occhiataingiro,”risposeGeorge.“Torniamotra

un’ora,”soggiunsi.“Voleteunpo’di

compagnia?”gridòilragazzo.Georgecontinuòa

camminare,enonrispose.“Sevengonointanti,incasinerannotutto,”dissestrizzando

l’occhio.“Induevabenone.”Loguardai.Avevaun

sorrisoincollatoallafaccia,maquestononmiimpedivadivederecheeraancoramoltospaventato.“Dichehaipaura,

George?”“Deveancoravenire

ilgiornoincuiilvecchioGeorgieavràpauradiqualcosa.”

CimescolammoaquellafollarumorosaeciincamminammoperlablandasalitacheportavaaPeterswald.

II.

Avolte,quandopensoaciòcheaccaddeaPeterswald,cercodellescuse:midicocheerosbronzo,

chedopoesserestatoinprigioneeapanciavuotapertantotempoerounpo’fuoriditesta.Ilproblemaèchenessunomicostrinseafarequellochefeci.Noneroconlespallealmuro.Lofeciperchévolevofarlo.Peterswaldfuuna

delusione.Speravoditrovarvialmenounpaiodinegozidovechiedere

orubaredellesigaretteequalcosadamangiare.Malacittadinaerasolounagglomeratodinonpiùdiduedozzinedicasecoloniche,ciascunadellequaliconunmuroeuncancelloditremetri.Eranostretteinsiemesullacimadiunpoggioverdeggianteedavanosuicampi,formandounasolida

fortezza.Conicarriarmatiel’artiglieriainarrivo,tuttavia,Peterswaldsarebbestataunafacilepreda,enonsembravachequalcunoavessevogliadicostringereirussiabattersiperconquistarla.Quaelàuna

bandierabianca–unlenzuoloattaccatoaunmanicodiscopa–

sventolavaaunafinestradelprimopiano.Tuttiicancellieranoaperti:resaincondizionata.“L’unavalel’altra,”

disseGeorge.Mipreseperunbraccio,mispinsefuoridalfiumedigenteevarcandoilcancellomifeceentrarenellacortedellaprimacasacolonicache

incontrammo.Lacorteerachiusa

sutrelatidallacasaedaifabbricatiagricoli,conunmuroeuncancellolungoilquarto.Guardandodentroleporteapertedellestallevuote,enellefinestredellacasasilenziosa,perlaprimavoltamisentiicom’eroveramente:unostranieropreoccupato.

Finoadalloraavevocamminato,parlatoeagitocomesefossiuncasospeciale,unamericano,inqualchemodoestraneoaquestopasticcioeuropeo,senzanulladicuiaverpaura.Metterepiedeinunacittàfantasmamifececambiareidea...Oforsecominciavo

adaverepauradi

George.Selodicoadessosembreràcheioparlicolsennodipoi...Nonso,nonnesonosicuro.Forse,sottosotto,cominciavoafarmidelledomande.Isuoiocchieranotroppograndieinteressatiognivoltacheiodicevoqualcosa,enonriuscivaanonmettermilemaniaddosso,toccandomi,

lisciandomi,dandomipacchesullespalle;eognivoltacheparlavadiquellochevolevafarediceva:“Tueio,Sammy...”.“C’èqualcuno?”urlò.

Cirisposeprontamenteun’ecodaimuricircostanti,epoiilsilenzio.Georgemitenevaancoraperilbraccio,eglidiedeunastrizzata.“Nonè

accogliente,Sammy?Parechequestopostosiatuttopernoi.”Spinseilcancelloelochiusecolgrossopalettodilegno.Noncredocheallorasareistatocapacedimuoverequelcancello;Georgeinveceloavevaapertoechiusosenzanemmenocambiareespressione.Tornòindietroemisimiseal

fianco,pulendosilemaniesorridendo.“Cosapensidifare,

George?”“Lespoglieal

vincitore...Nonècosì?”Spalancòilportoneconuncalcio.“Be’,entra,ragazzo.Serviti.Georgiehasistematotuttoinmodochenessunocidisturbifinchénonavremofattolanostrascelta.

Va’acercarequalcosadibellopertuamadreeperlatuaragazza,eh?”“Iohosolovogliadi

fumare,”dissi.“Puoiancheaprirequelmaledettocancello,perquantomiriguarda.”Georgepreseun

pacchettodisigarettedaunatascadellagiubba.“Sonoononsonounamico?”disse

conunarisata.“Prendineuna.”“Perchémihaifatto

farequestascarpinatafinoaPeterswaldperunasigaretta,seneaveviunpacchettointero?”Luientròincasa.“Mi

piacelatuacompagnia,Sammy.Dovrestiesserelusingato.Irossidovrebberostareuniti.”

“Andiamocene,George.”“Ilcancelloèchiuso.

Nonc’ènulladicuiaverpaura,Sammy,propriocomedicevitu.Suconlavita.Va’incucinaaprenderequalcosadametteresottoidenti.Èl’unicacosachet’importa.Timangerailemaniperilrestodellavitasetilasciscappare

un’occasionecomequesta.”Mivoltòlespalleesimiseatirarfuoricassetti,vuotandolisulpianodiuntavoloevagliandoneilcontenuto.Fischiettavaunvecchioballabilechenonavevopiùsentitodallafinedegliannitrenta.Iomifermaialcentro

dellastanza,inpredaaunasortadiebbrezza

sognanteprovocatadalleprimeprofondeboccatedifumodellasigaretta.Chiusigliocchi,equandoliriapriiGeorgeavevasmessodipreoccuparmi.Nonc’eranulladicuiaverpaura:l’incubocheavevacominciatoaossessionarmierasparito.Mirilassai.“Chivivevaquiè

scappatoinfrettaefuria,”disseGeorge,semprevoltandomilespalle.Alzòunaboccetta.“Hannodimenticatolamedicinaperilcuore.L’avevaingiropercasalamiavecchia,questarobaperilcuore.”Larimisenelcassetto.“Èugualeintedescocomeininglese.Ilbuffodella

stricnina,Sammy,ècheinpiccoledosipuòsalvartilavita.”Sificcòunpaiodiorecchininellatascarigonfia.“Questirenderannomoltofelicequalcheragazzina,”disse.“Selepiacelaroba

daquattrosoldi...”“Allegro,Sammy!

Chestaicercandodifare,rovinarelafestaaltuoamico?Va’in

cucinaaprendertiqualcosadamangiare,peramordiDio.Tiraggiungotraunminuto.”Quantoall’essereil

vincitoreeadaggiudicarmiqualchespoglia,nonmitiraiindietro,amodomio:trefettedipaneneroeunpezzodiformaggio,chemiaspettavanosultavolodellacucinain

fondoallacasa.Cercaiinuncassettouncoltelloconcuitagliareilformaggioedebbiunapiccolasorpresa.C’erauncoltello,certo,mac’eraancheunapistola,nonmoltopiùgrossadelmiopugno,accantoauncaricatorepieno.Cigiocherellai,guardandocomefunzionava,einfilaiilcaricatorepervedere

seeraproprioquellodell’arma.Eraunbell’oggetto:unbelricordino.Alzailespalle,emiaccinsiarimetterlanelcassetto.Sarebbestatounsuicidiofarsisorprendereconun’armaoggidairussi.“Sammy!Dove

diavolosei?”gridòGeorge.Mifeciscivolarela

pistolanellatascadeicalzoni.“Quiincucina,George.Cos’haitrovato,igioiellidellacorona?”“Meglio,Sammy.”Il

suovisoerascarlatto,equandoentrònellastanzaGeorgeavevailfiatogrosso.Sembravapiùgrassodiquellocheera,conlagiubbaimbottitadituttalarobacheavevatrovato

nellealtrestanze.Sbattésultavolounabottigliadibrandy.“Chetenepare,Sammy?Oratueiopossiamofareunabellafesticciolaperlavittoria,eh?NonpotraitornarenelNewJerseyedireaituoicheilvecchioGeorgienontihaoffertomainiente.”Midiedeunamanatasullaschiena.“Era

pienaquandol’hotrovata,eadessoèmezzavuota,Sammy...Seirimastoindietro.”“Ecosìrimarrò,

George.Grazie,maquestarobaprobabilmentemiucciderebbe,nellostatoincuisono.”Luisiaccomodòsulla

sediadavantiallamia,conungransorrisomaliziososullafaccia.

“Finisciquelpaninoesaraiprontoperuncicchetto.Laguerraèfinita,ragazzo!Èilcasodibrindare,ono?”“Piùtardi,magari.”Nemmenolui

continuòabere.Restòsedutoinsilenzioperunpo’,pensandointensamenteaqualcosa,mentreiomasticavoilmiopanino.

“Cheèsuccessoaltuoappetito?”chiesiinfine.“Niente.Buonocome

sempre.Homangiatostamattina.”“Grazieper

avermeneoffertounpo’.Cos’era,unregalod’addiodelleguardie?”Luisorrise,comese

gliavessiresoomaggiopertuttelefurbatecheavevafatto.“Chec’è,

Sammy...Cel’haiconmeocosa?”“Hodettoqualcosa?”“Noncen’èbisogno,

ragazzo.Seicometuttiglialtri.”Siappoggiòallaspallieraesistirò.“HosaputochealcunideiragazzivoglionodenunciarmicomecollaborazionistaquandotorneremonegliStatiUniti.Pensidifarloanchetu,

Sammy?”Eracalmissimo,sbadigliava.Continuòsubito,senzadarmiiltempodirispondere.“IlpoverovecchioGeorgienonhaunamicoalmondo,eh?Èpropriorimastosolo,vero?Misachetuttivoiandretedrittiacasa,maimmaginochel’esercitovorràfareunachiacchieratacon

GeorgieFisher,nonècosì,eh?”“Seibollito,George.

Lasciaperdere.Nessunohaintenzione...”Sialzòinpiedi,

attaccandosialtavoloconlamanopernonperderel’equilibrio.“No,Sammy,credopropriodiaverevistogiusto.Collaborazionista...È

tradimento,no?Perquestotipossonoimpiccare,no?”“Calmati,George.

Nessunocercheràdifartiimpiccare.”Lentamente,mialzaiinpiedianch’io.“Tidicochehovisto

giusto,Sammy.EssereGeorgieFisherèdiventatoscomodo,ealloracosacredichefarò?”Cincischiòun

po’colcollettodellacamicia,poitiròfuorilepiastrinediriconoscimentoelebuttòperterra.“Diventeròunaltro,Sammy.Direichehoavutoun’ideabrillante,nontipare?”Ilrombodeicarri

armaticominciavaafartremareipiattinellacredenza.Miavviaiallaporta.“Nonmiimporta

unaccidentediquellochefarai,George.Ionontidenuncerò.L’unicacosachevoglioèportareacasalapelle,eoratornoalcampo.”Georgefeceunpasso

avantiesipiazzòtrameelaporta,mettendomiunamanosullaspalla.Mistrizzòl’occhioesorrise.“Aspettaunmomento,

ragazzo.Nonhaiancorasentitotutto.NonvuoisaperecosafaràadessoiltuoamicoGeorgie?Tiinteresseràmolto.”“Addio,George.”Luinonsispostò.

“Megliochetisiediebeviqualcosa,Sammy.Tieniinerviaposto.Tueio,ragazzo,nessunodinoiduetorneràalcampo.Iragazzisanno

chefacciahaGeorgieFisher,equestorovinerebbetutto,no?Credochefaròbeneadaspettareunpaiodigiorni,poiaconsegnarmiaPraga,dovenessunomiconosce.”“Tihogiàdettoche

ionondiròniente,George,edèvero.”“Tihodettodi

sederti,Sammy.Bevi

unsorso.”Erostancoestordito,

eilpaneneroraffermocheavevonellapanciamidavalanausea.Misedetti.“Cosìvabene,”disse

lui.“Nonsaràunacosalunga.Sammy,sevedilecosecomelevedoio.HodettochevogliosmetterediessereGeorgieFisherediventareunaltro.”

“Bene,bravo,George.”“Ilfattoècheavrò

bisognodiunnomenuovoedellepiastrinegiuste.Mipiaccionoletue...Quantovuoiperdarmele?”Avevasmessodisorridere.Nonscherzava:mistavafacendounaproposta.Siprotesesoprailtavoloe,colfaccioneroseoesudato

apochicentimetridalmio,mormorò:“Chenedici,Sammy?Duecentodollariincontantiequestoorologioperlepiastrine.Èquellochecivuole,oquasi,perunaltroLaSalle,no?Guardal’orologio,Sammy...ANewYorkvalemilledollari...Batteleore,tidicechegiornoè...”.Buffo,cheGeorge

dimenticassecheLaSalleavevacessatol’attività.Tiròfuoridallatascadeicalzoniunrotolodibanconote.Itedeschiciavevanopresotuttiisoldiquandoeravamostatifattiprigionieri,maalcunideiragazziavevanonascostodeibigliettidibancanellefoderedeivestiti.George,

accaparrandosilesigarette,erariuscitoaimpossessarsidituttiisoldisfuggitiaitedeschi,finoall’ultimocentesimo.Laleggedelladomandaedell’offerta:cinquedollariunasigaretta.Mal’orologioerauna

sorpresa.Georgeavevamantenutoilsegretofinoaoggi,perottimeragioni.L’orologioera

appartenutoaJerrySullivan,ilragazzocheerastatofucilatoperavertentatodievadere.“Dovehaipescato

l’orologiodiJerry,George?”Georgesistrinse

nellespalle.“Unameraviglia,vero?HodatoaJerrycentosigarette,incambio.Sonorimastoamani

vuote.”“Quando,George?”Nonmiguardavapiù

conquellargosorrisoconfidenziale.Eraarcignoecorrucciato.“Comesarebbeadire,quando?Pocoprimachemorisse,sevuoisaperlo.”Sipassòunamanotraicapelli.“Okay,continua,di’purechel’hofattoammazzareio.Èquello

chepensi,ealloradillo.”“Nonlostavo

pensando,George.Stavopensandoacom’eristatofortunatoafarequelloscambio.Jerrymiavevadettochel’orologioerastatodisuononno,echenonloavrebbecedutoanessunopernullaalmondo.Eccotutto.Erosolounpo’sorpreso

cheavessepoiaccettatodidarloate,”dissisottovoce.“Acheserve?”disse

lui,rabbiosamente.“Comefaccioaprovarechenonhoavutonienteachefareconquellastoria?Voiragazziavetedatolacolpaameperchélecoseameandavanobeneeavoino.IosonostatoonestoconJerry,

euccideròchidicechenonèvero.Eoracontevogliogiocareacartescoperte,Sammy.Vuoilagranael’orologioono?”Iostavopensando

allanottedell’evasione,ricordandociòcheJerryavevadettopocoprimadimettersiastrisciarenellagalleria.“Dio,vorreiavereunasigaretta,”avevadetto.

Ilrombodeicarriarmatieraquasiunboato,ormai.DovevanoaveroltrepassatoilcampoefattogliultimichilometridellasalitafinoaPeterswald,pensai.Nonc’eratempodaperdere.“Certo,George,èunabuonaofferta.Bene,maiochedovreifarequandotisaraimessoneimieipanni?”

“Quasiniente,ragazzo.Dovraisolodimenticarechiseiperqualchetempo.APragatipresentieglidicichehaiperdutolamemoria.LatiriinlungoquantobastaperdarmiiltempoditornarenegliStatiUniti.Diecigiorni,Sammy...Tuttoqui.Funzionerà,ragazzo,perchéabbiamotutt’e

dueicapellirossielastessastatura.”“Ecosasuccederà

quandoscoprirannocheSamKleinhanssonoio?”“IosarònegliStati

Unitieavròsaltatoilfosso.Nonmitroverannomai.”Cominciavaaspazientirsi.“Su,Sammy,cistai?”Eraunpiano

sballato,destinatoalfallimento.Loguardainegliocchi,ecredettidivederechelosapevaanchelui.Forse,inunmomentodieuforia,avevapensatochepotessefunzionare...Masembravacheavessegiàcambiatoidea.Guardail’orologiosultavoloepensaiaJerrySullivan,quandoloavevanoriportatoal

campo,morto.RicordavocheGeorgeliavevaaiutatiatrasportarlo.Pensaiallapistola

cheavevointasca.“Va’all’inferno,George,”dissi.Nonparvesorpreso.

Spinselabottigliaversodime.“Beviungoccioepensacisu,”dissepacatamente.“Staisolocomplicando

lecosepertuttiedue.”Iospinsilabottigliaversodilui.“Complicandomoltolecose,”disseGeorge.“Iovoglioquellepiastrineenehopropriobisogno,Sammy.”Miirrigidii,manon

accaddenulla.Erapiùcodardodiquantopensassi.Georgemimise

l’orologiosottoilnaso,eschiacciòunpulsantecolpollice.“Ascolta,Sammy...Batteleore.”Nonudiiilcarillon.

Fuoric’eraunbaccanoinfernale:lostrepitoassordanteeilrombodeicarriarmati,gliscoppideiritornidifiamma,ecorientusiasticiesfrenati,conalcunefisarmonicheche

suonavanopiùfortechepotevano.“Sonoqui!”urlai.La

guerraerapropriofinita!Oracipotevocredere.DimenticaiGeorge,Jerry,l’orologio...tuttotrannequelmagnificorumore.Corsiallafinestra.Grandinuvoledifumoedipolveresialzavanooltreilmuro,equalcunosimisea

batterealcancello.“Ecco!”esclamairidendo.Georgemistrappò

dallafinestraemispinsecontroilmuro.“Ecco,propriocosì!”disse.Ilsuovisoerapienoditerrore.Mipuntòunapistolacontroilpetto.Strinseleditaintornoallacatenelladellepiastrineemela

strappòdalcolloconunrapidostrattone.Siudìunoschianto

secco,ungemitometallico,eilcancellosiaprì.Dall’aperturafececapolinouncarroarmato,imballandoilmotore,conigrossicingolisoprailcancelloscardinato.AquelrumoreGeorgesivoltò,nelprecisomomentoincuiduesoldatirussi

scivolavanogiùdallatorrettadelcarroedentravanodicorsanellacorte,spianandoimitra.Guardaronoinfrettadaunafinestraall’altraeurlaronoqualcosachenoncapii.“Ciammazzerannose

vedonoquell’arma!”gridai.Georgeannuì.

Sembravastordito,comesesognasse.“Sì,”

disse,ebuttòsulpavimentolapistola,chescivolòsulleassidelpavimentosbiancateandandoafermarsiinunangolobuio.“Mettilemaniinalto,Sammy,”disse.Alzòlemanisopralatesta,voltandomilespalleeguardòversoilcorridoiolungoilqualeavanzavanorumorosamenteirussi.

“Dovevoessereubriaco,Sammy.Erofuoriditesta,”mormorò.“Certo,George...

Certo.”“Dobbiamoessere

unitiinquesto,Sammy,misenti?”“Unitiincosa?”

Avevolemanipenzolonisuifianchi.“Ehi,ruski,comediavolostate?”gridai.

Irussi,dueadolescentidall’ariapiuttostorozza,entraronoimpettitinellastanza,spianandoimitra.Nonsorridevano,nessunodeidue.“Mettetelemaniinalto,”ordinòunointedesco.“Amerikaner,”dissi

debolmente,ealzailemani.Iduemirivolsero

un’occhiatasorpresaecominciaronoaconsultarsitraloroabassavoce,senzatogliercigliocchididosso.All’iniziociguardavanotorvo,maparlandodiventaronosemprepiùgioviali,eallafineeranoraggianti.Forseavevanodovutotranquillizzarsiavicendadicendosiche

noneracontrarioallalineadelpartitotrattarecordialmentegliamericani.“Èungrangiorno

perilpopolo,”dissesolennementequellochesapevailtedesco.“Ungrangiorno,”

riconobbi.“George,offriairagazziqualcosadabere.”Iduesoldati

guardaronofelicila

bottigliaesidondolaronosuipiedi,alzandoeabbassandolatesta,eridacchiando.InsistetteroeducatamentecheGeorgedovevabrindareperprimoaquellocheeraungrangiornoperilpopolo.Georgesorrisenervosamente.Sieraquasiportatola

bottigliaallelabbraquandoessagliscivolòdalleditaecaddesulpavimento,rovesciandoneilcontenutoainostripiedi.“Dio,mispiace,”

disseGeorge.Michinaiper

raccoglierla,mairussimifermarono.“Lavodkaèmegliodiquelvelenotedesco,”disse

solennementeilrussocheparlavatedesco,ecavòunagrossabottigliadalcamiciotto.“ARoosevelt!”disse,prendendounalungasorsataepassandolabottigliaaGeorge.Quattrovoltela

bottigliafeceilgiro:inonorediRoosevelt,Stalin,Churchill,eaHitlerchearrostivaall’inferno.L’ultimo

brindisifuun’ideamia.“Afuocolento,”dissi.Irussilatrovaronopiuttostodivertente,malelororisatesispenserodicolpoquandodalcancelloentròunufficialecheurlandolichiamò.Cisalutaronoinfretta,afferraronolabottigliaecorserofuoridallacasa.Livedemmo

arrampicarsisulcarroarmato,cheuscìamarciaindietroesiallontanòpesantementelungolastrada.Iduesoldatiagitaronolemaniinuncennodisaluto.Lavodkamiaveva

scaldato,intontitoefattosentirbene:eroanchediventatopiùsfacciatoesanguinario.George,quasi

completamenteubriaco,barcollava.“Nonsapevoquello

chefacevo,Sammy.Ero...”Nonfinìlafrase.Accigliato,vacillante,strizzandogliocchi,sistavadirigendoversol’angolodovegiacevalasuapistola.Feciunpassoavanti

elointercettai,estraendolapiccolaarmadallatascadei

calzoni.“Guardacos’hotrovato,Georgie.”Sifermòaguardarla,

strizzandogliocchi.“Misembrapropriocarina,Sammy.”Teselamano.“Fammelavedere.”Tolsilasicura.

“Siediti,Georgie,vecchiomio.”Silasciòcaderesulla

sediacheavevooccupatoio.“Non

capisco,”borbottò.“Nonvorraispararealtuovecchioamico,eh,Sammy?”Mirivolseun’occhiataimplorante.“Tihotrattatobene,no?Nonsonosemprestato...”“Seitroppo

intelligentepercrederechetiavreilasciatoandareconlemiepiastrine,no?Iononsonoamicotuo,etulo

sai,no,Georgie?Finirebbeinunsolomodo:conlamiamorte.Nonl’avevipensatoanchetu?”“Cel’hannotutticol

vecchioGeorge,daquandoicrucchil’hannopresoinquelposto.DavantiaDio,Sammy,giurochenonhomaiavutonienteachefarecon...”Nonfinìlafrase.Scosseil

capoesospirò.“Chedisastro,povero

vecchioGeorgie...Nonhaiavutoneancheilcoraggiodispararmiquandoneavevil’occasione.”Raccolsilabottigliacheavevalasciatocadereeglielamisidavanti.“Saidicos’haibisogno?Diuncicchetto.Vedi,George?...Cen’èancoraunpo’.Nonsei

contentochenonsièrovesciatotutto?”“Nonnevogliopiù,

Sammy.”Chiusegliocchi.“Mettiviaquellapistola,tispiace?Nonhomaipensatodifartidelmale.”“Bevi,hodetto.”Non

simosse.Misedettidavantialui,sempreprendendolodimiraconlapistola.“Dammil’orologio,George.”

Sembròsvegliarsidicolpo.“Èquestochevuoi?Certo,Sammy,eccolo,seconquestolecosesiaggiustano...Comefaccioaspiegarticomediventoquandomiubriaco?Perdoilcontrollo,ragazzomio.”Miporsel’orologiodiJerry.“Ecco,Sammy.Dopotuttoquellochetihafattopassareilvecchio

Georgie,Diosaseteloseiguadagnato.”Puntailelancettea

mezzogiornoepremettiilpulsante.Ilcarillonsuonòdodicivolte,duecolpialsecondo.“Quellovalemille

dollariaNewYork,Sammy,”disseGeorgeconlavoceimpastata,mentrel’orologiobatteval’ora.“Eccoperquanto

tempodeviberedaquellabottiglia,George,”dissi,“iltempocheimpiegal’orologioabatteredodicicolpi.”“Noncapisco.Cos’è

questanovità?”Deposil’orologiosul

tavolo.“Comedicevitu,George,lastricninaèunafaccendacuriosa:apiccoledosipuòsalvartilavita.”

Premettinuovamenteilpulsantedell’orologio.“BeviallasalutediJerrySullivan,amicomio.”Ilcarillontornòa

farsisentire.Otto...nove...dieci...undici...dodici.Nellastanzatornòilsilenzio.“Okay,ecosìnonho

bevuto,”disseGeorgeconunsorriso.“Allora,adessochesuccede,

eh,boyscout?”

III.

Quandohoiniziatoquestastoria,hodettochesecondomeeraunthriller.Nonnesonopiùtantosicuro.Rientrainellelinee

americane,senzadifficoltà,eriferiicheGeorgesieraucciso

accidentalmenteconunapistolatrovatainunfosso.Firmaiunadichiarazioneincuigiuravocheeraandatacosì.Chediavolo,era

morto,enonc’eraaltrodadire,no?Chiciavrebbeguadagnatoseavessidettochel’avevouccisoio?Lamiaanima?L’animadiGeorge,magari?

Be’,ilcontrospionaggiomilitaresentìsubitopuzzadibruciatoinquellaversione.AlcampoLuckyStrike,vicinoaLeHavre,inFrancia,dov’eranoconcentratituttiiprigionieridiguerrarimpatriaticheaspettavanounanavepertornareacasa,miconvocaronosottouna

tendacheviavevapiantatoilcontrospionaggio.Erolàdaduesettimaneeavreidovutoimbarcarminelpomeriggiodelgiornoseguente.Facevaledomande

unmaggioreconicapelligrigi.Avevalamiadichiarazionedavantiasé,ediedeunascorsaallastoria

dellapistolanelfossosenzamostrareunparticolareinteresse.MiinterrogòpiuttostoalungosucomeGeorgesieracomportatonelcampodiprigionia,evollesapereconesattezzacheaspettoaveva.Preseappuntidiquellochedicevo.“Sicurodiavereil

nomegiusto?”chiese.

“Signorsì,eancheilnumerodiserie.Eccounadellepiastrine,signore.L’altral’holasciatasulcorpo.Spiacente,signore,avreivolutoconsegnarlaprima.”Ilmaggiorestudiòla

piastrina,poil’allegòalladichiarazioneemiseiltuttodentrounagrossacartella.VidiilnomediGeorgescritto

sullacopertina.“Nonsobenechealtrofaredituttoquesto,”disse,giocherellandocollegacciodeldossier.“Unbeltipo,GeorgeFisher.”Mioffrìunasigaretta.Lapresi,manonl’accesisubito.Buonanotte.Diosa

come,avevanoscopertotutto,pensai.Avevovogliadiurlare,macontinuaia

sorridereadentistretti.Ilmaggioresela

presecomoda,primadiarticolarelafrasesuccessiva.“Lapiastrinaèfalsa,”disseinfine,conunsorrisetto.“Nell’esercitodegliStatiUnitinonc’ènessundispersoconquelnome.”Sisporseinavantiper

accendermilasigaretta.“Forsefaremmomeglioapassarequestodossieraitedeschi,inmodochepossanoinformareiparenti.”Nonavevomaivisto

GeorgeFisherprimacheloportasseroalcampo,dasolo,quelgiornodiottomesiprima,maavreidovutoriconoscereiltipo.

Sonocresciutoconunpaiodiragazzicomelui.Dovevaesserestatounbuonnazistapervenireingaggiatonelcontrospionaggiotedesco,perché,comedicevo,lamaggiorpartedeiragazzidelBundnonselapassaronoaltrettantobene.NonsoquantidilorotornarononegliStatiUnitiallafine

dellaguerra;ancheilmioamicoGeorgeFishernonriuscìatornare,maciandòmaledettamentevicino.

1Organizzazionenazionalista,razzistaeantisemitafondatainAmericanegliannitrentaperinfluenzarel’opinionepubblicaafavoredellaGermanianazista.[N.d.T.]

2EroeamericanodellaPrimaguerramondiale–ilfamoso“sergenteYork”–sulqualesonouscitilibriefilm.[N.d.T.]

Confetti#50,courtesyKurt

Vonnegut&OrigamiExpressLLC.

LASCRIVANIADEL

COMANDANTE

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

ErosedutodavantiallafinestradellamiabottegucciadiebanistanellacittadinacecoslovaccadiBeda.MiafigliaMarta,rimastavedova,scostòlatendaeguardògliamericanidaunangolodellafinestra,badandoanoncoprirmilavisualeconlatesta.“Vorreichesi

voltassedaquesta

parte,cosìpotremmovederloinfaccia,”dissiio,spazientito.“Marta,allargaunpo’lafessura.”“Èungenerale?”

disseMarta.“Ungenerale

comandanteaBeda?”Risi.“Uncaporale,forse.Cheariabenpasciutahannotutti,eh?Aaaaah,quellimangiano...come

mangiano!”Passailamanosuldorsodellamiagattanera.“Adesso,micina,dovraisoloattraversarelastradaperpotergustareperlaprimavoltalapannaamericana.”Alzailemanisopralatesta.“Marta!Tirendiconto,tirendiconto?Irussisenesonoandati,Marta,senesono

andati!”Eoracercavamodi

vederechefacciaavevailcomandanteamericanochestavaentrandonelpalazzodifronte:ilpalazzochefinoaqualchesettimanaprimaerastatooccupatodalcomandanterusso.Gliamericanientrarono,facendosilargotralemacerieeimobili

fracassati.Perqualchetempodallamiafinestranoncifunientedavedere.Miadagiainellapoltronaechiusigliocchi.“Èfinita,lastrageè

finita,”dissi,“esiamovivi.Ciavresticreduto?Unapersonaconlatestaapostopotevaveramenteimmaginarecheallafinedellaguerrasarebbestata

ancoraviva?”“Iomisentocomese

esserevivifosseunacosadicuivergognarsi,”disselei.“Probabilmenteil

mondosisentiràcosìancorapermoltotempo.Tu,almeno,puoiringraziareIddiocheseiarrivataallafinesenz’averetroppecolpedelmassacro.Esserepresiinmezzo

senzapoterfarenullahaquestovantaggio.Pensaalleresponsabilitàchegravanosullespalledegliamericani:centomilamortineibombardamentidiMosca,cinquantamilaaKiev...”“Eleresponsabilità

deirussi?”disselei,impetuosamente.“No...Irussino.È

unodeilatipositivichecisononelperdereunaguerra.Rinuncialletueresponsabilitàinsiemeallatuacapitale,edentrineiranghidelpopolinoinnocente.”Lagattastrofinòi

fianchicontrolamiagambadilegnoefecelefusa.Immaginochelamaggiorpartedegliuominiconunagambadilegnocerchinodi

nasconderequestofattomegliochepossono.Iohopersolagambasinistraquandoerounfanteaustriaconel1916,eportouncalzonepiùcortodell’altropermostrarelabellissimagambadilegnochemisonofattodopolaPrimaguerramondiale.IncisesullagambacisonoleimmaginidiGeorges

Clemenceau,DavidLloydGeorgeeWoodrowWilson,cheaiutòlarepubblicacecaasorgeredallerovinedell’Imperoaustro-ungariconel1919,quandoavevoventicinqueanni.Esottoquesteimmaginicenesonoaltredue,ciascunadellequaliconunsertod’alloro:TomášMasaryke

EduardBeneš,iprimileaderdellarepubblica.Cisonoaltrefaccechebisognerebbeaggiungere,eora,orachelapaceètornataancoraunavolta,forseleinciderò.L’unicointagliochehofattonellagambanegliultimitrent’annièappenaabbozzatoeoscuro,eforsebarbarico:tretacche

profondevicinoalpuntalediferro,peritreufficialitedeschidicuihofattovolarelamacchinagiùdaunamontagnaunanottedel1943,durantel’occupazionenazista.Quegliuominidilà

dallastradanoneranoiprimiamericanichevedevo.Aitempidellarepubblicaavevounafabbricadimobilia

Praga,efecimoltiaffariconibuyerdeigrandimagazziniamericani.Quandoarrivaronoinazisti,persilafabbricaemitrasferiiaBeda,questatranquillacittadinasullecollinepedemontanedeiSudeti.Miamogliemorìsubitodopoperlepiùraredellecause,quellenaturali.Cosìmi

rimasesolomiafigliaMarta.Ora,ringraziando

Iddio,rivedevodegliamericani:dopoinazisti,dopol’ArmataRossadellaSecondaguerramondiale,dopoicomunisticechi,eancorairussi.Saperechesarebbevenutoquestogiornomiavevaaiutatoasopravvivere.Nascostasottoil

pavimentodilegnodelmiolaboratorioc’eraunabottigliadiscotchchealungoavevamessoaduraprovalamiaforzadivolontà.Malalasciainelnascondiglio.Dovevaessereilmioomaggioagliamericaniquandofosserofinalmentearrivati.“Stannouscendo,”

disseMarta.

Apriigliocchievidiunrobustomaggioreamericanoconicapellirossichemiguardavadall’altromarciapiede,conlemanisuifianchi.Sembravastancoeseccato.Unaltrogiovanotto,uncapitano,alto,massiccioelento,econun’aria,apartelastatura,moltoitaliana,uscìagrandipassi

dall’edificioeloraggiunse.Stupidamente,forse,

sgranaigliocchidavantialoro.“Stannovenendoqui!”dissi,eccitatoeimpotente.Entrarono,il

maggioreeilcapitano,consultandounlibriccinobluche,comeimmaginai,contenevadellefrasiinceco.Ilgrossocapitano

parevaimbarazzato,eiomiresicontocheilmaggioreconicapellirossierainvecepiuttostobellicoso.Ilcapitanopassòil

ditosulmarginediunapaginaescosselatesta,sconfortato.“‘Mitragliatrice,mortaio,motocicletta...tank,tourniquet,trincea.’Nientesuschedari,sedieo

scrivanie.”“Cosadiavolosi

aspettava?”disseilmaggiore.“Èunlibroperimilitari,micaperunbrancodiimpiegatifinocchi.”Lanciòallibrettoun’occhiatatorva,dissequalcosadiassolutamenteincomprensibileealzòlosguardoameconun’espressionefiduciosa.“Moltoutile,

questolibro,”disse.“Dicecheèquestochebisognachiedereperavereuninterprete,mailvecchiosicomportacomesefossesanscrito.”“Signori,ioparlo

inglese,”dissi,“eanchemiafigliaMarta.”“Èvero,perdio,”

disseilmaggiore.“Buonperlei,nonno.”

Mifecesentirecomeuncagnolinochegliavesseriportatoabilmente–peruncagnolino–unapalladigomma.Porsilamanoal

maggioreeglidissiilmionome.Luiguardòaltezzosamentelamiamanoetennelesueintasca.Iomisentiiarrossire.“Iosonoilcapitano

PaulDonnini,”dissel’altroinfretta,“equestoèilmaggioreLawsonEvans.”Mistrinselamano.“Signore,”midisse(lasuavoceerapaternaeprofonda),“irussi...”Ilmaggioresbottòin

unepitetochemifececascareilmentosulpettoechesbalordìpersinoMarta,cheavevasentitoparlare

soldatiperlamaggiorpartedellasuavita.IlcapitanoDonnini

eraimbarazzato.“Nonhannolasciatounmobileintatto,”riprese,“emistavochiedendoseleipotrebbefarciaverealcunideimobilichehaquiinnegozio.”“Pensavopropriodi

offrirveli,”dissi.“Èunatragediacheabbiano

spaccatotutto.AvevanoconfiscatoipiùbeimobilidiBeda.”Sorrisiescossiilcapo.“Aaaaah,queinemicideicapitalisti...AvevanoarredatoiloroalloggicomeunapiccolaVersailles.”“Abbiamovistoi

rottami,”disseilcapitano.“Epoi,quandonon

potevanopiùtenersi

queitesori,hannodecisochenondovevaaverlinessunaltro.”Feciilgestodiunuomochedàuncolpod’accetta.“Ecosìilmondodiventaunpo’piùbruttopertuttiglialtri...Perchéitesorisonodiminuiti.Tesoriborghesi,forse,maquellichenonpossonopermettersibellecoseamanol’ideachein

qualchepostocisianoquestioggetti.”Ilcapitanoannuì

amabilmente,maconmiagrandesorpresavidiche,chissàperché,lemieparoleavevanoirritatoilmaggioreEvans.“Be’,comunque,”

dissi,“prendetepuretuttoquellocheviserve.Aiutarvi,perme,saràunonore.”Mi

chiedevosequellofosseilmomentoopportunoperoffrireloscotch.Lecosenonstavanoaffattoandandocomemieroaspettato.“Èpropriosveglio,il

nonno,”disseacidamenteilmaggiore.Auntrattocapii

cos’avevaintesodire.Fuunagrossa

sorpresa.Mistavadicendocheanch’ioeroilnemico.Volevadirecheerocostrettoacollaborareperchéavevopaura;anzi,volevacheioavessipaura.Perunattimomi

sentiidavveromale,fisicamente.Untempo,quandoerounuomomoltopiùgiovaneepiùcristiano,amavodire

chegliuominicheperfarfarelecosecontavanosullapauraeranopatetici,deimalati,edellepersonespregevoliesole.Piùtardi,dopoavervistoinazioneinteriesercitidiuominicosì,miresicontochel’isolatoeroio:eforsecheeroanchepateticoemalato,mapiuttostocheammetterlomi

sareiucciso.Dovevoessermi

sbagliatosulcontodelnuovocomandante.Midissicheerostatosospettosoe–orachesonovecchio,possodirlo–chepertroppotempoavevoavutopaura.MacapiicheancheMartaavvertivalaminaccia,lapaurachec’eranell’aria.Echenascondevala

propriacordialità,comel’avevanascostaperanni,sottounamascherasmortaecompassata.“Sì,”dissi,“prendete

puretuttoquellochepuòfarvicomodo.”Ilmaggioreaprìla

portadelretrobottega,dovedormoesbrigoilmiolavoro.Avevofinitodiessereilpadronedicasa.Tornaia

sprofondarminellapoltronaaccantoallafinestra.IlcapitanoDonnini,adisagio,restòconMartaeme.“Èbellissimoquitra

lemontagne,”dissedebolmente.Cademmoinun

silenziospiacevole,rottoditantointantodairumoridelmaggiorecherovistavanelretrobottega.

Esaminaiattentamenteilcapitano,erimasicolpitodacomesembravatantopiùgiovanedelmaggiore,ancheseerapossibilissimocheavesserolastessaetà.Eradifficileimmaginarlosuuncampodibattaglia,mentreeradifficileimmaginareilmaggioreinunaltro

posto.Sentiiilmaggiore

Evanssbottareinunfischiosommesso,ecompresicheavevatrovatolascrivaniadelcomandante.“Ilmaggiore

dev’esserestatounuomomoltocoraggioso,hatantemedaglie,”disseMartafinalmente.IlcapitanoDonnini

parvegratocheleigliavessedatolapossibilitàdifornirequalchespiegazionesulpropriosuperiore.“Eraedèunuomoestremamentecoraggioso,”disseconcalore.SpiegòcheilmaggioreelagranpartedeisoldatidistanzaaBedaappartenevanoaunadivisionecorazzataa

quantoparefamosache,comelasciòcapireilcapitano,nonsapevacosafosselapauraolastanchezza,enullaamavapiùdiunbelcombattimento.Schioccailalingua,

meravigliato,comefacciosemprequandosentoparlarediunadivisionecosì.Nehosentitoparlaredaufficialiamericani,

ufficialitedeschi,ufficialirussi;eimieiufficialidurantelaPrimaguerramondialedichiaravanosolennementecheioappartenevoaunadivisionecosì.Quandosentoparlarediunadivisionediguerraiolidapartediunvolontarioforsecicrederò,ammessochel’uomosiasobrioeche

abbiaavutoilbattesimodelfuoco.Questedivisioni,seesistono,traunaguerrael’altraforsedovrebberoessereconservatesottoghiacciosecco.“Elei?”disseMarta,

interrompendol’eroicabiografiadelmaggioreEvans.L’ufficialesorrise.“Io

conoscol’Europacosì

pocochenonsaprei–perdonil’espressione–trovareilmiodidietroconlemani.Hoancoraneipolmonil’ariadiFortBenning,inGeorgia.Ilmaggiore...èluil’eroe,dopotreanniininterrottidicombattimento.”“Eionon

immaginavodifinirequassùcomeunaviadimezzotrapoliziotto,

segretariocomunaleemurodelpianto,”disseilmaggioreEvanssullasogliadelretrobottega.“Nonno,voglioquestascrivania.Lastavacostruendopersé?”“Cosamenefareidi

unascrivaniacomequella?Lastavofabbricandoperilcomandanterusso.”“Unamico,eh?”Misforzaidi

sorridere,senzatroppaconvinzione,immagino.“Nonsareiquiaparlareconlei,semifossirifiutatodifarla.Enonsareistatoquiaparlareconlui,senonavessicostruitounlettoperilcomandantenazista:conunaghirlandadisvasticheelaprimastrofadell’innodiHorst

Wessel1sullatestata.”Ilcapitanosorrise

conme,manonilmaggiore.“Questoèdiverso,”disseilmaggiore.“Senzatantipelisullalinguacivienearaccontarecheèstatouncollaborazionista.”“Nonhodetto

questo,”osservaipacatamente.“Nonrovinitutto,”

disseilmaggioreEvans,“èuncambiamentochefapiacere.”Martasparì

bruscamentesuperlescale.“Nonsonostatoun

collaborazionista,”dissiio.“Certo,certo...Ha

lottatocontrodiloroconleunghieecoidenti.Comeno.Loso,

loso.Vengaquiunmomento,lespiace?Vorreiparlarledellascrivania.”Erasedutodietrola

scrivaniaincompiuta,unmobileenormee,perme,orribile.L’avevodisegnatoperfarmibeffedelcattivogustodelcomandanterussoedell’ipocrisiachecircondaisimbolidellaricchezza.

L’avevofattapiùpretenziosaerococòchepotevo,ilsognodiuncontadinorussodiquellachepotevasembrarelascrivaniadiunbanchierediWallStreet.Luccicavadipezzidivetrocoloratoincastonatinellegnocomepietreprezioseederamessainrisaltodaunavernicedacaloriferiche

somigliavaunpo’aunadoratura.Ormaierachiarochelapresaingirodovevarestareprivata,perchéilcomandanteamericanoneerarimastoaffascinatotantoquantoilrusso.“Questosìcheèun

mobile,”disseilmaggioreEvans.“Moltobello,”disse

distrattamenteil

capitanoDonnini.Stavaguardandoversolescaledov’erafuggitaMarta.“C’èsolounacosa

chenonva,nonno.”“Lafalceeil

martello,loso.Volevotogliere...”“Haproprioragione,”

disseilmaggiore.Tiròindietrolostivaleeassestòalmedaglionedilegnomassiccioun

terribilecalcioditraverso.Ilmedaglionesistaccò,rotolòvacillandoinunangoloefinìafacciaingiùconunrourrourrourr...clac!Lagattafecelasuaispezioneebattéinritirata,diffidente.“Quicivaun’aquila,

nonno.”Ilmaggioresitolseilberrettopermostrarmil’aquilaamericanachec’era

sopra.“Comequesta.”“Nonèundisegno

semplice.Civorràunpo’ditempo,”dissi.“Nonèsemplice

comeunasvasticaounafalceemartello,eh?”Dasettimane

sognavodiraccontarelastorielladellascrivaniaagliamericani,diparlarglidelcassettinosegreto

cheavevocostruitoperilcomandanterusso,lapartepiùcomicaditutte.Adessogliamericanieranolì;eiomisentivounpo’diversodaprima:solo,sperdutoesleale.Nonavevopiùvogliadiraccontarenienteanessuno,anessunotranneMarta.“No,”dissi,

rispondendoalla

domandavelenosadelmaggiore.“Nossignore.”Chealtroavreidovutodire?Loscotchrimase

sottoleassidelpavimentoeilcassettinosegretonellascrivaniarimaseunsegreto.

LaguarnigioneamericanaaBedaeracompostadaun

centinaiodiuomini,quasitutti,tranneilcapitanoDonnini,reducidaannidicombattimentinellastessadivisionecorazzataallaqualeappartenevailmaggioreEvans.Sicomportavanodaconquistatori,colmaggioreEvanscheliincoraggiavaafarlo.Iomieroaspettato

moltissimodall’arrivodegliamericani:unarinascitadell’orgoglioedelladignitàperMartaeperme;unpo’dibenessereedicosebuonedamangiare;eperMartalapartemigliorediunavitachevalesselapenadivivere.Invece,c’eralatracotantemancanzadifiduciadelmaggioreEvans,ilnuovo

comandante,moltiplicatapercentonellepersonedeisuoiuomini.Nell’incubodiun

mondoinguerraoccorronodotiparticolaripertirareavanti.Unadiquesteèlacomprensionedellapsicologiadelletruppedioccupazione.Irussinoneranocomeinazisti,egliamericani

eranomoltodiversidagliuniedaglialtri.Nonc’eralaviolenzafisicadeirussiedeinazisti,grazieaDio:néfucilazioni,nétorture.Lacosapiùinteressanteerachegliamericaniavevanobisognodiubriacarsiprimadipotercombinaregrossiguai.DisgraziatamenteperBeda,ilmaggiore

Evanslasciavachesiubriacasseroognivoltachevolevano.Quandoeranoubriachi,spessoevolentierirubavano–nellalorocacciaaisouvenir–,giravanoperlestradeinjeepatuttavelocità,sparavanoinaria,urlavanooscenità,siprendevanoapugniespaccavanolefinestre.Lapopolazionedi

Bedaeracosìabituataatacereeanonfarsivedere,qualunquecosaaccadesse,checivolleunpo’ditempoperscoprireladifferenzaveramentefondamentaletragliamericanieglialtri.Ladurezzadegliamericani,laloroinsensibilità,eramoltosuperficiale,esottoc’eraunaforte

apprensione.Scoprimmochepotevanoesseremessifacilmenteinimbarazzodalledonneodagliuominianzianicheglitenevanotestacomeunpapàounamammaelisgridavanoperquellochefacevano.Questoglifacevapassarelasborniapiùinfrettadiunsecchiod’acqua

fredda.Conquestaideadei

nostriconquistatori,riuscimmoarenderelecoseunpo’piùsopportabili,manontanto.C’eraladeprimenteconstatazionecheeravamoconsideratiilnemico,nonmoltodiversidairussi,echeilmaggiorevolevapunirci.Lapopolazione

fudivisainbattaglionidilavoroefattasgobbaresottoguardiearmate,comeprigionieridiguerra.Ciòcherendevaparticolarmenteinsopportabilequestaattivitàècheessaeradestinatanontantoariparareidannidellaguerraallacittàquantoarenderepiùcomodiglialloggidella

guarnigioneamericana,eacostruireunenormeebruttomonumentoinonoredegliamericanicadutinellabattagliaperBeda.Icadutieranoquattro.IlmaggioreEvansavevatrasformatol’atmosferadellacittànell’atmosferadiuncarcere.Lavergognaeralaregola,eogni

germediorgoglioodisperanzavenivastroncatosulnascere.Nonneavevamodiritto.C’erasolounlato

positivo–unamericanopiùinfelicedinoi–ilcapitanoDonnini.Toccavaaluieseguiregliordinidelmaggiore,eubriacarsi,comecercòdifareparecchievolte,nonavevasudi

luilostessoeffettocheavevasuglialtri.Eseguivagliordiniconunariluttanzaperlaqualesonocertocheavrebbepotutoesseredeferitoallacortemarziale.Inoltre,passavapiùtempoconMartaemechecolmaggiore,equasituttiisuoidiscorsieranocautegiustificazioniperciòchedoveva

fare.Curiosamente,Martaeiocitrovammoadoverconsolarequestotristeebrunogigante,mentreavrebbedovutoessereilcontrario.Pensavoalmaggiore

mentre,rittodavantialmiobancodalavoronelretrobottega,stavoterminandol’aquilaamericanaperilfrontaledellascrivania

delnuovocomandante.Distesasullamiabrandina,Martaguardavailsoffitto.Lesuescarpeeranobianchedipolvere.Avevalavoratotuttoilgiornoalmonumento.“Be’,”dissi

malinconicamente,“seavessicombattutopertreanni,chissàsesareitantocordiale.Diciamolaverità,volentio

nolentinoiabbiamodatouominiematerialichesonoservitiaucciderecentinaiadimigliaiadiamericani.”Indicailemontagneaoccidente.“Guardadoveirussihannopresoillorouranio.”“Occhioperocchio,

denteperdente,”disseMarta.“Quantotempoancoradurerà?”Sospiraiescossila

testa.“Diosacheicechihannopagatocongliinteressi.Manopermano,piedeperpiede,incendioperincendio,feritaperferita,gallonepergallone.”Avevamopersoquasituttiinostrigiovani,traiqualiilmaritodiMarta,inondatesuicideprimadeiprincipaliattacchirussi;elenostrecittà

piùgrandieranopocopiùchedistesedicalcinacciecolonnedifumo.“Edopocheabbiamo

pagato,eccochearrivaunnuovocommissario.Nonsonodiversidaglialtri,”disseMartaamaramente.“Erapuerileaspettarsialtro.”Lasuaterribile

delusione,cheavevo

anch’iocontribuitoarafforzare,lasuaapatiaelasuadisperazione...Diodelcielo,nonriuscivopiùasopportarla!Enoncisarebberostatialtriliberatori.L’unicaforzarimastasullaterraerainAmerica,egliamericanieranoaBeda.Tristemente,mi

rimisiallavoro

sull’aquila.Ilcapitanomiavevadatounabanconotadaundollarodacuicopiarelostemma.“Vediamo...nove,dieci,undici,dodici,tredicifreccestrettenell’artiglio.”Uncolpoesitantealla

portaeilcapitanoDonninientrònellastanza.“Permesso?”disse.“Prego,siaccomodi,”

dissiio.“Avetevintolaguerra.”“Temodinonavere

datoungrandecontributo.”“Ilmaggiorenonha

lasciatoalcapitanonessunoacuisparare,”disseMarta.“Cos’èsuccessoalla

suafinestra?”disseilcapitano.Ilpavimentoera

copertodischeggedi

vetroeunpezzodicartoneimpedivaalventoeallapioggiadientrarenellastanza.“Èstataliberatastanottedaunabottigliadibirra,”dissi.“Hoscrittounbigliettoalmaggiore...perilqualeprobabilmentesaròdecapitato.”“Cos’èchesta

facendo?”“Un’aquilacon

tredicifrecceinunartiglioeunramod’ulivonell’altro.”“Selapassabene.

Potrebbeesserelàfuoriaimbiancareisassi.L’hannotoltadallalistaperchépotessefinirelascrivania.”“Sì,hovistoquelli

chedavanoilbiancoaisassi,”dissiio.“Conisassiimbiancati,Beda

èpiùbelladiprimadellaguerra.Nonsicapirebbemaicheèstatabombardata.”Ilmaggioreavevaordinatodiscrivereconsassibianchiunmessaggioelettrizzantesulsuoprato:CompagniaMP1402,MaggioreLawsonEvansComandante.Sidovevanoprofilareconisassiancheleaiuolee

isentieri.“Oh,nonècattivo,”

disseilcapitano.“Èunmiracolochenesiauscitocosìbene.”“Èunmiracoloche

noinesiamousciticosìbene,”disseMarta.“Sì,capisco.Loso...

Avetepassatomomentiterribili.Ma,be’,ancheilmaggiore.Hapersolafamiglianeibombardamentidi

Chicago,lamoglieeitrefigli.”“Iohopersomio

maritonellaguerra,”disseMarta.“Allora,cosasta

cercandodidirci?Chedobbiamofaretuttipenitenzaperlamortedeifamiliaridelmaggiore?Credechenoivolessimolaloromorte?”dissi.Luisiappoggiòal

bancoechiusegliocchi.“Oh,diavolo,nonso,nonso.Pensavochepotesseaiutarviacapirlo...afarvismetterediodiarlo.Ètuttocosìinsensato,però...sembrachenullapossaessered’aiuto.”“Leicredevadi

poterciaiutare,capitano?”disseMarta.“Primadivenire

qui...Sì,certo.Orasocheiononservoaniente,enonsocosapossaservire.Mifannotutticompassione,accidenti,ecapiscoperchésonocomesono:voidue,lagenteincittà,ilmaggiore,isoldati.Forse,semifossibeccatounapallottolaoqualcunomiavesseinseguitoconunlanciafiamme,forse

sareipiùuomo.”“Eodierebbecome

tuttiglialtri,”disseMarta.“Sì...Esareisicurodi

mecomesembrachesianotuttiglialtri.”“Nonsicuro,

istupidito,”dissiio.“Istupidito,”ripeté

lui,“tuttihannoragionediessereistupiditi.”“Èl’ultimadifesa,”

disseMarta.“Istupidimentoosuicidio.”“Marta!”dissiio.“Saicheèvero,”

disseleiintonodeciso.“Semettesserodellecamereagasagliangolidellestradeeuropee,cisarebberodellecodepiùlunghechedalfornaio.Quandofiniràtuttoquestoodio?Mai.”

“Marta,peramordelcielo,nonvogliosentirtiparlarecosì,”dissi.“Ancheilmaggiore

Evansparlacosì,”disseilcapitanoDonnini.“Maluidicechevuolecontinuareacombattere.Unavoltaodue,quandoerasbronzo,hadettocheavrebbevolutoesserestatoucciso...chea

casanonavevanessunodacuitornare.Hacorsorischienormiincombattimento,esel’ècavatasenzaungraffio.”“Poveraccio,”disse

Marta,“comefaràsenzalaguerra?”“Be’,cisonoancora

delleazionidiguerriglia...Tante,intornoaLeningrado.Hachiestodiessere

trasferitolà,perpotervipartecipare.”Abbassòlosguardoeallargòleditasopraleginocchia.“Be’,comunque,quellochesonovenutoadirleècheilmaggiorevuolelasuascrivaniaperdomani.”Laportasiaprìeil

maggioreentrònellaboratorio.“Capitano,dovediavoloèstato?

L’homandataasbrigareunacommissionecheavrebbedovutoprenderlecinqueminuti,edèingirodamezz’ora.”IlcapitanoDonninisi

misesull’attenti.“Scusi,signore.”“Leisaquelloche

pensodeimieiuominichefraternizzanocolnemico.”

“Signorsì.”Poisivoltòversodi

me.“Allora,cos’èquestastoriadellafinestra?”“L’harottaunodei

suoiuomini,stanotte.”“Oh,cheguaio,nonè

vero?”Eccoun’altradellesuedomandeallequalieraimpossibilerispondere.“Dicevo:oh,cheguaio,nonèvero,nonno?”

“Sì,signore.”“Nonno,devodirle

unacosachevogliocheleisimettabeneintesta.Evogliocheleisiassicurichel’hannocapitatuttiglialtri,incittà.”“Sì,signore.”“Voiavetepersouna

guerra.Capito?Eiononsonoquiperchéleiochiunquealtroveniateapiangermi

sullaspalla.Sonoquiperfareinmodochetutticapiscanomaledettamentebenechehannopersounaguerra,eperfareinmodochenessunocidiadeifastidi.Equestaèl’unicaragionepercuisonoqui.Eilprossimoindividuochemidicecheerapappaecicciaconirussiperchénonpotevafare

diversamentesibeccauncazzottosuidenti.Equestovaleancheperchiverràadirmicheselapassamale.Èancoraniente,rispettoacomepotrebbepassarsela.”“Sì,signore.”“ÈlavostraEuropa,”

disseMartasottovoce.Luisivoltòdallasua

parte,inviperito.“Sefossemia,signorina,fareispianarequesto

casinodalleruspe.Tuttequestemagnifichepersonenonsonoaltrocheunbrancodivigliacchiprontiamettersialseguitodelprimodittatorechepassa.”Rimasicolpito,dinuovo,comeilprimogiorno,dallasuaariaterribilmentestancaeagitata.“Signore...”disseil

capitano.“Silenzio.Nonho

combattutofinquipercedereilpostoaiboyscout.Allora,dov’èlamiascrivania?”“Stofinendo

l’aquila.”“Vediamo.”Gliporsi

ilmedaglione.Imprecòsottovoceesitoccòl’emblemasulberretto.“Comequesta,”disse.“Vogliochesia

esattamentecomequesta.”Scrutaiconla

massimaattenzionel’emblemasulberretto.“Maècomequella.L’hocopiatapariparidaunbigliettodaundollaro.”“Lefrecce,nonno!In

qualeartigliosono?”“Oh...Sulberretto

sononell’artigliodestro,sullabanconota

sononelsinistro.”“Unabella

differenza,nonno:unoèperl’esercito,l’altropericivili.”Alzòilginocchioevispaccòsoprailmedaglione.“Riprovi.Seeratantoansiosodiaccontentareilcomandanterusso,accontentiancheme!”“Possodireuna

cosa?”dissi.“No.L’unicacosache

vogliosentiredaleiècheavròlascrivaniadomattina.”“Macivorrannodei

giorni,perilmedaglione.”“Stiasututtala

notte.”“Sì,signore.”Uscì,colcapitano

allecalcagna.“Cosaglivolevi

dire?”disseMarta,conunsorrisoironico.

“Volevodirglicheicechihannocombattutocontrol’Europacheodiaconlastessaenergiaeperlostessotempochehacombattutolui.Volevodirgli...Ohbe’,matantoacheserve?”“Continua.”“L’haisentitamille

volte,Marta.Èunastorianoiosa,immagino.Volevodirgli

cheioholottatocontrogliAsburgoeinazisti,epoicontroicomunisticechi,epoicontroirussi...Holottatonelmiopiccolo,amodomio.Nonmisonomaischieratodallapartediundittatore,enonlofaròmai.”“Megliochetirimetti

alavorareall’aquila.Ricorda,lefreccenelladestra.”

“Marta,tunonhaimaiassaggiatodelloscotch,vero?”Ficcaiilgranchiodiunmartelloinunafessuradelpavimentoeschiodaiun’asse.Sottoc’eralapolverosabottigliadiscotchcheavevotenutoperilgrangiornodeimieisogni.Eradelizioso,eci

pigliammounabellasbronzatutt’edue.

Mentrelavoravo,tornammoaivecchitempi,Martaeio,eperunpo’fuquasicomesesuamadrefosseancoraviva,eMartafosseancoraunaragazzagiovane,carinaespensierata,enoiavessimoancoracasaeamiciaPraga,e...OhDio,fumoltobelloperunpo’.Martasiaddormentò

sullabrandina,ecanticchiandoioscolpiil’aquilaamericanafinoanottefonda.Eraunlavorogrossolanoefrettoloso,ecercaidinasconderneidifettisottolostuccoeladoratura.Qualcheoraprima

dell’albaincollaiilmedaglioneallascrivania,strinsiimorsettieandaia

dormire.Ilmobileeraprontoperilnuovocomandante,esattamente,trannel’emblema,comeloavevodisegnatoperilrusso.

Venneroaprenderlo,dibuon’ora,unamezzadozzinadisoldatieilcapitano.Lascrivaniasembravailferetrodiunsovranoorientale,

mentrelaportavanoattraversolastradacomeperunfunerale.Ilmaggioreliaccolsesullaporta,gridandoavvertimentiognivoltacheiportatoriminacciavanodiandareasbattereconqueltesorocontroqualchestipite.Laportasichiuse,lasentinellatornòalpropriopostoenoncifualtroda

vedere.Andainellaboratorio,

tolsiitruciolidalbancoecominciaiunaletteraalMaggioreLawsonEvans,CompagniaMP1402,Beda,Cecoslovacchia.CaroSignore,scrissi.

C’èunacosachehodimenticatodidirle,apropositodellascrivania.Seguarderàsottol’aquila,

scoprirà...Nonlaportaisubito

dilàdallastrada,ancheseavevopensatodifarlo.Rileggerlamiavevaunpo’disgustato:disgustochenonavreimaiprovatoselaletterafossestataindirizzataalcomandanterusso,chedovevaessereilprimoariceverla.Pensareaquella

letteramirovinòilpranzo,anchesenonmangiavoabbastanzadaanni.Martaeratroppodepressapernotarlo,anchesemisgridaquandotrascurolasalute.Portòviasenzaunaparolailpiattochenonavevotoccato.Piùtardi,nel

pomeriggio,bevviciòcherestavadello

scotcheattraversailastrada.Porsilabustaallasentinella.“Cos’è,un’altrasulla

finestra,nonno?”disselasentinella.Evidentementel’episodiodellafinestraeradiventatounabarzellettacheavevaavutoun’ampiadiffusione.“No,un’altracosa:è

perlascrivania.”

“Okay,nonno.”“Grazie.”Tornainel

laboratorioemidistesisullabranda,inattesa.Riusciipersinoadormireunpo’.FuMartaa

svegliarmi.“Vabene,sono

pronto,”mormorai.“Prontopercosa?”“Isoldati.”“Nonisoldati...Il

maggiore.Stapartendo.”“Sta...Cosa?”Buttai

legambegiùdallasponda.“Stasalendosuuna

jeepcontuttalasuaroba.IlmaggioreEvansstalasciandoBeda!”Corsiallafinestrasul

davantietiraiviailcartone.IlmaggioreEvanseraseduto

dietro,inmezzoasacchedaviaggio,unsaccoapeloealtraroba.Dall’aspettocheavevasisarebbedettochealleportediBedainfuriasseunabattaglia.Guardavatuttiincagnescodasottol’elmettod’acciaioeavevaunacarabinaaccantoasé,eunacartucciera,uncoltelloeunapistola

allacintola.“Haottenutoil

trasferimento,”dissi,meravigliato.“Vaacombatterei

guerriglieri,”riseMarta.“Dioliaiuti.”Lajeeppartì.Il

maggioreEvansfeceuncennodisalutoconlamanoesiallontanòsobbalzando.L’ultimavoltachevidi

quell’uomostraordinariofuquandolajeepraggiunselacimadiunacollinaallaperiferiadellacittà.Sivoltò,fecemarameoesparìnellavallesottostante.IlcapitanoDonnini,

dilàdallastrada,mivideefeceuninchino.“Chièilnuovo

comandante?”gridai.Sibattéunditosul

petto.“Cos’èunboy

scout?”sussurròMarta.“Agiudicaredaltono

delmaggiore,èqualcosadiassaipocomilitaresco,unapersonaingenuaedalcuoretenero.Shhhh!Eccolochearriva.”IlcapitanoDonnini

sembravaunpo’onoratoeunpo’

divertitodallasuanuovaimportanza.Siacceseuna

sigaretta,pensieroso,emiparvechecercasseditrovareleparoleperun’ideacheglifrullavanellatesta.“Leimihachiestoquandosarebbevenutalafinedituttoquest’odio,”disse.“Arrivaadesso.Bastaconibattaglionidilavoro,bastaconi

furti,bastaconivandalismi.Iononnehovisteabbastanzaperodiare.”Tiròunaboccatadallasigarettaeriflettéancoraperqualcheistante.“MasonosicurodipoterodiarelapopolazionediBedacomel’odiavailmaggioreEvanssedomaninoncomincerannoaricostruirequestacittà

inmodochediventiunpostodecenteperibambini.”Sivoltòinfrettae

riattraversòlastrada.“Capitano,”gridai,

“avevoscrittounaletteraalmaggiore...”“L’hapassataame.

Nonl’hoancoraletta.”“Potreiriaverla?”Mirivolse

un’occhiatainterrogativa.“Be’,

d’accordo...Èsullascrivania.”“Laletterariguarda

propriolascrivania.C’èunacosachedevoaggiustare.”“Icassettifunzionano

bene.”“C’èuncassetto

specialedicuinonsaniente.”Alzòlespalle.

“Venga.”Buttaialcuniattrezzi

inunaborsaecorsinelsuoufficio.Lascrivaniatroneggiavainsplendidoisolamentoalcentrodiunastanzaperaltriversipiuttostospartana.Soprac’eralamialettera.“Puòleggerla,se

vuole,”dissi.Luiaprìlaletterae

lesseadaltavoce:“CaroSignore,c’è

unacosacheho

dimenticatodidirle,apropositodellascrivania.Seguarderàsottol’aquila,scopriràchelafogliadiquerciadell’ornamentopuòesserepremutaegirata.Lagiriinmodocheilpicciolosiapuntatoversol’artigliosinistrodell’aquila.Poipremalaghiandasopral’aquilae...”.Mentreluileggeva,

ioseguiilemiestesseistruzioni.Premettisullafogliaelagirai,ecifuunclic.Premetticolpollicesullaghianda,euncassettinoscattòfuoridallascrivaniadipochimillimetri,quantinebastavanoperconsentireaunapersonadiprenderloedestrarlocompletamente.

“Sembrabloccato,”dissi.Allungaiunamanosottolascrivaniaetagliailacordadapianofortecheavevoagganciatoalfondodelcassettino.“Ecco!”Sfilaiilcassettocompletamente.“Vede?”IlcapitanoDonnini

rise.“AlmaggioreEvanssarebbepiaciutodamatti.Magnifico!”

Rimiseapostoilcassettoelofeceandareavantieindietroparecchievolte,ammirato,colpitodallaperfezioneconcuiilsuofrontalinosiintonavacolrestodelladecorazione.“Mifavenirvogliadiaveredeisegreti.”“InEuropanonsono

moltiquellichenonnehanno,”dissiio.Luimi

voltòlespalleperunattimo.Eiotornaiaficcarelamanosottolascrivaniadelcomandante,infilaiunpercussoreneldetonatoreetolsilabomba.

1GiovaneattivistadelleSAuccisodauncomunistaperquestionididonne,futrasformatodalla

propagandaineroepopolare,eilsuoLieddiventòl’innonazista.[N.d.T.]

BigGoodbye,courtesyKurtVonnegut&Origami

ExpressLLC.

RICORDANDOL’APOCALISSE

Schizzo,courtesyEdieVonnegut.

Caroamico,possoavereun

minutodeltuotempo?Noncisiamomaiconosciuti,mamiprendolalibertàdiscrivertiperchéuncomuneamicomihaparlatoassaibenedite,definendotiunapersonamoltoaldisopradellamediacomeintelligenzaecomeinteresseperil

prossimo.Acausadell’impatto

cheognigiornohannosudinoileultimenotizie,ciriescemoltofaciledimenticarerapidamenteimportantiavvenimentidiqualchegiornoprima.Lascia,dunque,chetirinfreschilamemoriaapropositodiunavvenimentochefecetremareilmondo

cinquebreviannifa,echeèormaiquasicompletamentedimenticato,trannechedapochidinoi.Alludoaquellocheoggièconosciuto,perbuoneragionibibliche,comeArmageddon.1Forsericorderaii

suoiconvulsiinizialPineInstitute.Confessocheandaialavorare

comeamministratoredell’istitutoconunsensodivergognaediridicolo,enessun’altraragionecheildenaro.Avevomoltealtreofferte,mailcacciatoreditestedell’istitutomioffrìunapagacheeraildoppiodiquellacheprendevailmigliorediloro.Eropienodidebiti,dopotreannidimiseria

comestudenteuniversitario,ecosìaccettaiilposto,dicendomichecisareirimastoperunanno,avreipagatoidebitiefattoeconomie,trovatounlavororispettabile;echeavreisemprenegato,dopodiallora,diessermimaitrovatoamenodicentosessantachilometridaVerdigris,

Oklahoma.Grazieaquesto

momentodidisonestà,hofinitoperessereassociatoaunadellefigureveramenteeroichedelnostrotempo,ildottorGormanTarbell.Lerisorsecheportai

alPineInstituteeranogeneriche,soprattuttolacompetenzachesiacquistaconuna

specializzazioneinbusinessadministration.Avreipotutoapplicarealtrettantofacilmentequestecapacitàalladirezionediunafabbricaditricicliodiunparcodivertimenti.Noneroinalcunmodol’ideatoredelleteoriecheportaronoadArmageddon.Ioentraiinscenapiuttostotardi,

quandomoltedellepiùimportantielaborazionieranogiàstatefatte.Spiritualmente,ein

terminidisacrificio,ilnomedeldottorTarbelldovrebbeessereilprimonellalistadicolorochehannoveramentecontribuitoallacampagnaeallavittoria.Cronologicamentela

listadovrebbeforse

iniziarecoldefuntodottorSeligSchildknechtdiDresda,inGermania,chespese,tuttosommatoinfruttuosamente,lasecondametàdellavitaelapropriaereditàneltentativodiconvincerequalcunoaprestareattenzioneallesueteoriesullamalattiamentale.Quelloche

Schildknechtdiceva,ineffetti,erachel’unicateoriaunificatadellamalattiamentalechesembrassemettered’accordotuttiifattieralapiùantica,chenoneramaistataconfutata.Luicredevacheimalatidimentefosseropossedutidaldemonio.Loscrisseinunlibro

dopol’altro,tutti

stampatiasuespese,poichénessuneditorevolevatoccarli,edesortòainiziarericercheperscopriretuttociòcheerapossibilescopriresuldemonio,lesueforme,lesueabitudini,isuoipuntidiforza,isuoipuntideboli.Ilsecondodellalista

èunamericano,ilmioexdatoredilavoro,

JessieL.PinediVerdigris.MoltiannifaPine,petrolieremilionario,ordinòsessantametridilibriperlasuabiblioteca.Illibraioapprofittòdell’occasioneperliberarsi,traaltregemme,delleoperecompletedeldottorSeligSchildknecht.PineritennecheivolumidiSchildknecht,

poichéeranoinunalinguastraniera,contenesserobranitroppopiccantiperesserestampatiininglese.Così,perfarselileggere,ingaggiòildirettoredeldipartimentodiTedescodell’Universitàdell’Oklahoma.Invecediarrabbiarsi

perlasceltadellibraio,Pineerafelicissimo.

Pertuttalavitasierasentitoumiliatodallapropriamancanzad’istruzione,edeccocheavevatrovatounuomoconcinquediplomiuniversitarilecuibasifilosofichecoincidevanoconlesue,valeadire:“L’unicacosaalmondochenonvanellagenteècheildiavolosièimpossessatodi

qualcuno”.SeSchildknecht

avessepotutorestareattaccatoallavitaunpo’piùalungo,nonsarebbemortosenzaunsoldo.Fattostachemancòdidueanniappenaall’appuntamentoconlafondazionedelJessieL.PineInstitute.Dalmomentodellafondazioneinpoi,ogni

gocciadipetrolioschizzatafuoridametàdeipozzidell’Oklahomafuunchiodopiantatonellabaradeldemonio.Ederaunagiornatapropriofiaccaquandonessunopportunistadiqualsiasigenerefosse,prendevailtrenoperraggiungereilmarmoreopalazzochesorgevaaVerdigris.

Lalista,sedovessicontinuarla,sarebbepiuttostolunga,perchémigliaiadiuominiedonne,alcunidiessiintelligentieonesti,cominciaronoaesplorarelelineediricercaindicatedaSchildknecht,mentrePinetenacementeseguivaconsacchididenarofresco.Malamaggiorpartediquesti

uominiedonneeranogelosieincompetentiprofittatoridiunadellepiùgrandimangiatoiedellastoria.Iloroesperimenti,disolitostraordinariamentecostosi,eranoinsostanzadellebeffeaidannidell’ignoranzaedellacredulitàdellorobenefattoreJessieL.Pine.Datuttiqueimilioni

spesinonsarebbesaltatofuorinulla,eio,peresempio,avreicontinuatoariscuoterelamiastrabiliantebustapagasenzatentaredimeritarmela,senonfossestatoperilmartireviventediArmageddon,ildottorGormanTarbell.Erailmembropiù

vecchiodell’istituto,eilpiùrispettabile:sui

sessant’anni,pesante,basso,appassionato,conlunghicapellibianchi,convestiticheglidavanol’aspettocheavrebbeavutoseavessepassatolenottisottoiponti.EraandatoinpensioneneiparaggidiVerdigrisdopounasplendidacarrieracomefisicoinungrandelaboratoriodiricercheindustriali

dellacostaorientale.Passòdall’istitutounpomeriggio,mentreandavaafarlaspesa,pervederecosadiavolofacevanoinquegliimponentiedifici.Fuiiochelovidiper

primo,esapendocheeraunuomodiprodigiosaintelligenzamiincaricai,piuttostoimbarazzato,didirglicosasiproponevadi

farel’istituto.Dalmioatteggiamentosicapivache,“restitranoidue,cheabbiamostudiato,maquestesonotuttefesserie”.Nonapprezzòil

sorrisocondiscendenteconcuiioparlavodelprogetto,einvecemichiesedivederequalcosadegliscrittideldottorSchildknecht.Gli

procuraiilvolumeprincipale,cheriassumevaciòchedicevanotuttiglialtri,easpettairidacchiandoconariad’intesamentrelosfogliava.“Avetedeilaboratori

liberi?”disseluiallafine.“Be’,sì,ineffettine

abbiamo,”dissiio.“Dove?”“Be’,tuttoilsecondo

pianoèancoralibero.Gliimbianchinilostannofinendo.”“Qualestanzaposso

avere?”“Intendedirecheèin

cercadilavoro?”“Cercosilenzio,

tranquillitàeunpostoperlavorare.”“Leicapisce,signore,

chel’unicotipodilavorochesipuòfarequidev’essere

connessoallademonologia?”“Un’idea

assolutamentedeliziosa.”Guardaifuorinel

corridoioperaccertarmichePinenonfosseneiparaggiemormorai:“Leicrededavverochepotrebbeesserciqualcosadivero?”.“Chedirittohodi

pensarladiversamente?Leipuòprovarmicheildiavolononesiste?”“Be’,volevodire...

Peramordelcielo,nessunapersonaistruitacredeche...”Bam!Ilsuobastone

siabbattésullamiascrivaniaaformadirene.“Finchénonavremoprovatochenonesiste,ildiavoloè

realecomequestascrivania.”“Sissignore.”“Nonsivergognidel

suolavoro,ragazzo!Inciòchesifaquic’ètantasperanzaperilmondoquantacen’èintuttoquellochesifainognilaboratoriodiricerchesull’atomo.‘Abbiatefiducianeldemonio,’dicoio,enoicontinueremoa

crederglifinchénonavremoragionipiùvalidediquellecheabbiamopernoncredergli.Questaèlascienza!”“Sissignore.”Eviacheseneandò,

lungoilcorridoio,ascuotereglialtri,epoisualsecondopianoascegliereillaboratorio,eadireagliimbianchinidi

spicciarsi,perchétuttodovevaessereprontoperilgiornodopo.Loseguiialpianodi

sopracolmodulodelladomandadilavoro.“Signore,”dissi,“lespiacecompilarlo,perfavore?”Luilopresesenza

guardarloeseloficcònellatascadellagiacca,cheeragonfiacomeunabisaccia–

notai–didocumentigualcitidiognigenere.Noncompilòmailadomanda,macolsuosemplicetrasferimentocreòunincuboamministrativo.“Dunque,signore,

perilsalario,”dissi,“quantovorrebbe?”Scartòcon

impazienzaladomanda.“Sonovenutoafarericerca,

nonatenerelacontabilità.”Unannodopovenne

pubblicatalaPrimaRelazioneAnnualedelPineInstitute.Ilprincipalerisultatosembravaesserequesto:cheseimilionididollaridiPineeranostatirimessiincircolazione.Lastampadelmondooccidentalescrissecheeraillibro

piùcomicodell’anno,eriprodussealcunibranichelodimostravano.Lastampacomunistalodefinìillibropiùlugubredell’anno,ededicòarticolisuarticoliallastoriadelmiliardarioamericanochestavacercandodistabilireuncontattodirettocoldiavoloalloscopodiaumentareisuoiprofitti.

IldottorTarbellrimaseimpassibile.“Siamoarrivatiallostessopuntoincuiuntempoeralafisicarispettoallastrutturadell’atomo,”disseallegramente.“Abbiamodelleideechepiùcheideesonomateriadifede.Forsesonoridicole,marideresarebbedaignoranti,enonscientifico,finché

nonavremoavutoiltempodimetterleallaprova.”Sperdutetrale

pagineepaginedisciocchezzedellaRelazionec’eranotreipotesisuggeritedaldottorTarbell.Cheildiavolo,poiché

lamalattiamentaleinmolticasivenivacurataconl’elettrochoc,potessetrovare

sgradevolel’elettricità;chealdiavolo,poichéinmolticasimenogravilamalattiamentalevenivacurataconlunghediscussionisulpassatodelpaziente,potesseroripugnaregliinterminabilidiscorsisullasessualitàesull’infanzia;cheildiavolo,seesisteva,apparentementesi

impossessavadellagenteconunaforzamisurabileinvarigradi;chedaalcunipazientipotevaesserescacciatoconleparole,chedaaltripotevaesserescacciatoconl’elettricità,echeinaltricasiancoranonpotevaesserescacciatosenzacheilpazientemorissedurantel’operazione.

EropresentequandoungiornalistaintervistòTarbellsuquesteipotesi.“Stascherzando?”disseilreporter.“Seintendedireche

presentoquesteideescherzosamente,sì.”“Allorapensache

sonocavolate?”“Stiaattaccatoalla

parola‘scherzo,’”disseildottorTarbell.“Ese

studieràlastoriadellascienza,miocaroragazzo,credochetroveràchelamaggiorpartedelleideeveramentegrandisonoscaturitedaunmodointelligentedischerzare.Tuttalaburberaesussiegosaconcentrazionesuccessivainrealtànonèaltrocheunmododimettereunpo’

d’ordineaimarginidellegrandiidee.”Mailmondo

preferivalaparola“cavolate”.EcolpassardeltempoleridicolestoriediVerdigriscominciaronoaesserecorredatedaimmaginialtrettantoridicole.Unaeradiunuomoconunacuffiache,facendoglipassareunapiccolacorrente

elettricanellatesta,avrebbedovutotrasformarloinunpostoscomodoperildiavolo.Dicevanochelacorrenteeraimpercettibile,maioprovaiunadellecuffieescopriichelasensazioneeraestremamentesgradevole.Unaltroesperimentofotogeno,ricordo,concerneva

unapersonalievementesquilibratacheparlavadelpropriopassatomentreerasottounagrandecampanadivetro:inquelmodosisperavachelacampanapotessecatturarequalcheindividuabilesostanzadeldemonio,cheinteoriavenivaespulsopezzoapezzo.Eviadicendocontuttele

immaginipossibili,ciascunadellequalisembravapiùassurdaecostosadell’altra.Epoivennequella

cheiochiamail’OperazioneTanadelTopo.AcausadellaqualePinefucostrettoacontrollareilpropriocontoinbancaperlaprimavoltaintantianni.Eciòchevidelospinseafarenuove

prospezionipertrovarealtrigiacimentipetroliferi.Poichélespesesarebberostatespaventose,iomiopposiall’iniziativa.MaildottorTarbell,scartandolemieobiezioni,convinsePinechel’unicomodoperverificareleteoriesuldiavoloeralasperimentazioneconungrupponumerosodi

persone.L’OperazioneTanadelTopo,dunque,fuuntentativodisdemonizzareleconteediNowata,Craig,Ottawa,Delaware,Adair,Cherokee,WagonereRogers.Comecontroprova,laconteadiMayes,inmezzoallealtre,dovevaesserelasciatasenzaprotezione.Nelleprimequattro

conteefuronodistribuite97.000cuffie,cheaifinidell’esperimentodovevanoessereportategiornoenotte.Nelleultimequattrofuronoistituitideicentridovelepersonedovevanorecarsialmenoduevoltelasettimanaavuotareilsaccosulloropassato.Passailadirezionedi

questicentriaunassistente.Nonsopportavoqueiposti,dovel’ariaerasempreimpregnatadiautocommiserazioneedellelamentelepiùnoiosechesipotesseroimmaginare.Treannidopoil

dottorTarbellconsegnòaJessieL.Pineunrapportoconfidenzialesullo

statodiavanzamentodegliesperimenti,epoifuricoveratoall’ospedaleconunesaurimentonervoso.AvevadettocheilrapportoeraprovvisorioedesortatoPineanonmostrarloanessunofinchénonsifosserofattialtrilavori,moltialtrilavori.Fudunqueuna

terribilesorpresa

quandoTarbell,ascoltandolaradionellasuacameraall’ospedale,sentìunannunciatorepresentarePinesuunnetworknazionale,esentìPinedire,dopounpreamboloincoerente:“Nonc’èstatauna

personapossedutadaldemonionelleottoconteechestiamoproteggendo.Molticasi

vecchi,manessunonuovo,trannecinquechenonhannorispostoalledomandeediciassettechehannolasciatoesaurirelebatterie.Intanto,proprioinmezzo,abbiamolasciatochegliabitantidellaconteadiMayessidifendesserodasolimegliochepotevano,equellisonoandati

puntualmenteall’inferno...“Ilproblemadi

questomondoèedèsemprestatoildiavolo,”conclusePine.“Be’,loabbiamoespulsodall’Oklahomanordorientale,trannelaconteadiMayes,eiocredocheriusciremoascacciarloanchedalà,eacancellarlodallafacciadellaterra.La

BibbiadicecheungiornocisaràunagrandebattagliatrailBeneeilMale.Seèvicinacomecredoio,alloraèquesta.”“Quelvecchio

imbecille!”gridòTarbell.“MioDio,orachesuccederà?”Pinenonavrebbe

potutoscegliereunmomentostoricomigliore,sevolevache

ilsuoannuncioscatenassereazioniesplosive.Considerateitempichestavamoattraversando:ilmondo,comeperqualchemalevolamagia,erastatodivisoinduemetàostili,ederainiziataunaseriedimosseecontromossechepotevanosolo–cosìpareva–finireinundisastro.Nessuno

sapevacosafare.Sembravacheildestinodell’umanitàfossesfuggitoalcontrollodegliesseriumani.Ognigiornotraboccavadiun’impotenzadisperata,edinotiziepiùbruttediquelledelgiornoprima.Inquelmomentoda

Verdigris,Oklahoma,arrivòl’annunciocheil

veroproblemaeracheildiavolosiaggiravaliberamentesullaterra.Econquestoannuncioarrivòl’offertadiprovarloelapropostadiunasoluzione!Ilsospirodisollievo

chesialzòdalpianetadev’esserestatouditonellealtregalassie.Ilproblemanoneranoirussiogliamericanioicinesiogliinglesiogli

scienziatioigeneralioifinanzieriogliuominipoliticio,sialodatoIddio,gliesseriumanidiognipartedelglobo,poverini.Lagenteeraaposto,sveglia,dignitosaeinnocente,ederaildiavolochefacevainacidirelelorogeneroseiniziative.L’amorpropriodiogniessereumanosimoltiplicòpermillee

nessuno,tranneildiavolo,perselafaccia.Uominipoliticidi

tuttiipaesisiprecipitaronoaimicrofoniperdichiararecheeranocontroildiavolo.Glieditorialidiognigiornalepreserolastessaintrepidaposizione:controildiavolo.Nessunoeraafavore.

AlleNazioniUnite,lepiccoleapprovaronounarisoluzionecheesortavalegrandiaprendersipermano,daquellefiglieaffettuosecheinfondoeranoveramente,eacacciarviapersempredallaterraildiavolo,illorouniconemico.Perparecchimesi,

dopol’annunciodiPine,fuquasi

necessariobollireunanonnaafuocolentooimpazzareconunascureinunorfanotrofioperavereunpo’dispazionellaprimapaginadiungiornale.TuttelenotizieriguardavanoArmageddon.Uominicheavevanodivertitoilorolettoriconstravaganticronachedelleattivitàdi

Verdigrisdiventarono,dallaseraallamattina,giudiziosispecialistiinmateriecomeigongdiabolicibratpuhriani,l’efficaciadellecrocisullesuoledellescarpe,lamessaneraefolkloresimilare.ComeaNatale,lepostefuronosubissatedilettereall’ONU,afunzionaridelgovernoealPineInstitute.

Quasitutti,evidentemente,avevanosempresaputocheildiavoloerailproblemadiognicosa.Moltidicevanodiaverlovisto,equasituttiavevanodelleideepiuttostobuoneperdisfarsidilui.Quelliche

giudicavanotuttalafaccendaunafolliasitrovarononellastessa

posizionediunassicuratoresullavitaaunafestadicompleanno,eperlamaggiorpartesistrinseronellespalleetennerolaboccachiusa.Quellichenontenevanolaboccachiusanoneranocomunquepresiinconsiderazione.Traidubbiosic’erail

dottorGormanTarbell.

“Santocielo,”dicevatristemente,“nonsappiamocos’abbiamodimostratoconinostriesperimenti.Eranosolouninizio.Ètroppoprestoperdiresestiamofacendounlavorosuldiavoloono.OraPineconquestocasinohafattocredereatuttichebasteràaccendereunpaiodimacchinenuoveperché

laterraridiventiunparadiso.”Nessunoloascoltò.Pine,checomunque

erafallito,cedettel’istitutoalleNazioniUnite,ecosìvenneformatalaCIDNU,laCommissioned’InchiestaDemonologicadelleNazioniUnite.IldottorTarbelleiofummonominatidelegati

americaniallacommissione,chetennelaprimariunioneaVerdigris.Iofuielettopresidentee,com’eraprevedibile,diventai,acausadelmionome,ilbersagliodimoltebattutedicattivogustosulfattocheerol’uomoidealeperquelposto.Fumoltodeprimente

perlacommissione

essersiaspettati–averpreteso,anzi–tantodaloro,eaverecosìpocheinformazionisucuilavorare.Ilmandatocheavevamoricevutodallapopolazionedellaterranoneradiprevenirelamalattiamentale,madieliminareildemonio.Apocoapoco,tuttavia,esottoterribilipressioni,buttammogiùun

piano,stesoperlamaggiorpartedaldottorTarbell.

“Nonpossiamopromettereniente,”disselui.“Tuttociòchepossiamofareèapprofittarediquestaoccasionepercondurreesperimentisuscalamondiale.Stiamolavorandosusempliciipotesi,dunquenon

sarebbemaleformularnequalcun’altra.Ipotizziamocheildiavolosiacomeunamalattiaepidemica,eoperiamocomeselofosse.Forse,seglirendiamoimpossibiletrovareunpostocomodoinognunodinoieinogniluogo,spariràomoriràoandràsuqualchealtro

pianeta,oquellochefaildiavolo,seesiste.”Calcolammoche

muniredicuffieelettricheogniuomo,donnaebambinosarebbecostatocirca20.000.000.000didollari,piùaltri70.000.000.000didollaril’annoperlebatterie.Tenutocontodeicostidelleguerremoderne,ilprezzoera

abbastanzagiusto.Mascoprimmosubitochelagentenoneradispostaaspenderetantoperqualcosadimenodiunbelmassacroreciproco.Alloralapiùpratica

sembròlatecnicadellaTorrediBabele.Parlarecostapoco.Diconseguenza,laprimaraccomandazionedellaCIDNUfudicrearedei

centriintuttoilmondo,ediincoraggiarelagentedappertutto,inunmodoonell’altro,ricorrendoametodicoercitivitradizionalicomeunabustarella,unabaionettaolapauradelladannazione,arecarsiregolarmenteinquesticentripersgravarsideiproblemidell’infanziaedellasessualità.

Lereazioniaquestaprimaraccomandazione,questosegnoinizialechelaCIDNUstavadavveroaffrontandocongrandeefficienzailproblemadeldiavolo,rivelaronounacorrentesottomarinadidisagioinquellamareadientusiasmo.Moltileadersimostraronoesitanti,evaghe

obiezionifuronosollevateinterminiconfusicome“andarecontrolanostragrandetradizionenazionaleperlaqualeinostriavisisacrificaronorisolutamente...”.Nessunofutantoimprudentedavolersembrareunprotettoredeldemonio,malacautelaraccomandatadamoltiesponenti

dellealtesfereavevaunaforterassomiglianzaconlacompletainazione.Inunprimotempoil

dottorTarbellpensòchelareazionefossedovutaallapaura:pauradellerappresagliedeldiavoloperlaguerrachevolevamofargli.Successivamente,dopocheebbeavutoil

tempodistudiarelacomposizioneeledichiarazionidell’opposizione,disseallegramente:“Perbacco,lorocredonocheabbiamounapossibilità.Ehannotuttiunagranpauradinonaverelapossibilitànemmenodiarrivareafarel’accalappiacani,seildiavolonongira

liberamenteinmezzoallapopolazione”.Ma,comedicevo,a

noisembravadiaveremenodiunapossibilitàsuuntrilionedicambiareilmondoinunamisurachenonfosseinfinitesimale.Grazieaunincidenteeallacorrentesottomarinadiopposizione,lepossibilitàbalzarono

benprestoaunacontrodieciallaquattordicesima.L’incidenteebbe

luogopocodopolaprimaraccomandazionedellacommissione.“Qualunqueidiotasaqualèilmodopiùrapidoepiùfaciledisbarazzarsideldemonio,”sussurròundelegatoamericano

all’altrodurantel’assembleageneraledelleNazioniUnite.“Èunacosadaniente.Perrimandarloall’infernobastafarlosaltareinarianelsuoquartiergeneralealCremlino.”Credevacheilmicrofonocheavevadavantiallaboccafossespento,einvecenonavrebbepotutocommettereunerrore

piùgrande.Ilsuocommentofu

diffusodatuttiglialtoparlantiedebitamentetradottoinquattordicilingue.Ladelegazionerussaabbandonòlasalaetelegrafòacasachiedendounareazioneadeguata.Dueoredopoeranodiritornoconunadichiarazione:“Conlapresenteil

popolodell’UnionedelleRepubblicheSocialisteSovieticheritirailproprioappoggioallaCommissioned’InchiestaDemonologicadelleNazioniUnite,poichésitrattadiunaffareinternodegliStatiUnitid’America.Gliscienziatirussisonopienamented’accordo

conleconclusionidelPineInstitutesullapresenzadeldiavolointuttigliStatiUniti.Usandolestessetecnichesperimentali,questiscienziatinonhannotrovatolaminimatracciadiattivitàdiabolicheentroiconfinidell’URSS,ediconseguenzaritengonocheilproblema

riguardiesclusivamentegliamericani.Ilpopolodell’URSSauguraalpopolodegliStatiUnitid’Americadiriuscirenelladifficileimpresa,perchéalpiùprestopossaessereprontoadappartenereapienotitoloallafamigliadellenazioniamiche”.InAmerica,

l’immediatareazionefu

didichiararecheognisforzodapartedellaCIDNUinquestopaeseavrebbesignificatoun’altravittoriapropagandisticaperlaRussia.Altrenazionifecerolostesso,dichiarandosigiàsdemonizzate.EperlaCIDNUquestafulafine.Francamente,permefuunsollievo.LaCIDNUcominciavaa

diventareun’autenticaseccatura.Fulafineanchedel

PineInstitute,perchéPineerarimastoinbollettaenonebbealtrasceltachechiuderebottegaaVerdigris.Quandofuannunciatalachiusura,lecentinaiadiciarlatanicheaVerdigrisavevanotrovatoricchezzae

distensionediederol’assaltoaimieiuffici,eiomirifugiainellaboratoriodeldottorTarbell.Quandoentrai,luisi

stavaaccendendounsigaroconunsaldatorerovente.Misalutòconuninchinoesocchiudendogliocchinellanuvoladifumoabbassòlosguardoaidemonologisfrattati

chesiaccalcavanonelcortilesottostante.“Eraoracheceneliberassimo,sevolevamofarqualcosa.”“Siamostati

licenziatianchenoi,sa?”“Ioperoranonho

bisognodisoldi,”disseTarbell.“Hobisognodielettricità.”“Sispicci,allora...

L’ultimoassegnochehospeditoallaSocietàElettricaerascopertocomeilsuoculoquandofaladoccia.Cos’èquelcosoacuistalavorando,inognimodo?”Luisaldòuna

connessioneauncilindrodiramecheeraaltocircaunmetroeventieavevaundiametrodiunmetroe

ottanta,euncoperchio.“SaròilprimoexalunnodelMITadattraversarelecascatedelNiagarainunbarile.Credechepossadiventareunmestiere?”“Seriamente.”“Cheragazzo

equilibrato.Primamileggaunacosaadaltavoce.Quellibrolà...Vedeilsegno?”

Illibroeraunclassiconelcampodellamagia,Ilramod’orodiJamesGeorgeFrazer.Loapriidovec’erailsegnoetrovaiunbranosottolineato,quellochedescrivelaMessadiSaint-Sécaire,cioèlaMessaNera.Lolessiadaltavoce:“‘LaMessadiSaint-

Sécairepuòesserecelebratasoloinuna

chiesainrovinaoabbandonata,dovelecivettechiurlanolugubremente,doveipipistrellisvolazzanoall’imbrunire,dovedinottesirifugianoglizingariedoveirospisenestannoaccovacciatisottol’altaresconsacrato.Làsirecanottetempoilpretespretato...ealprimodegliundicirintocchi

cominciaafarfugliarelamessadallafine,elaconcludenelprecisomomentoincuigliorologisuonanolamezzanotte...L’ostiachebenediceèneraehatrepunte;luinonconsacrailvino,mainvecebevel’acquadiunpozzoincuièstatogettatounbambinononbattezzato.Failsegnodellacroce,ma

perterraecolpiedesinistro.Efamoltealtrecoseallequalinessunbuoncristianopotrebbeassisteresenzadiventarecieco,sordoemutoperilrestodellapropriaesistenza.’Uff!”dissiio.“Dovrebbeattirareil

diavolocomel’allarmeantincendioattiral’autoscaladei

pompieri,”disseildottorTarbell.“Nonpenserà

davverochefunzionerebbe!”Luialzòlespalle.

“Noncihoprovato.”Auntrattolalucesispense.“Buonanotte,”sospirò,edeposeilsaldatore.“Be’,quinonpossiamofarealtro.Andiamoacercareunbambinonon

battezzato.”“Nonvuoledirmia

chedovrebbeservireilcilindro?”“Balzaagliocchi.È

unatrappolaperildiavolo,ovviamente.”“Naturale.”Sorrisi

debolmenteefeciunpassoindietro.“Ecomeescametteràunafettaditortadeldiavolo?2”“Unadelleprincipali

teorieuscitedalPineInstitute,ragazzomio,ècheildiavoloèdeltuttoindifferenteallatortadeldiavolo.Peròsiamosicurichenonèaffattoindifferenteall’elettricità,esepotessimopagarelabollettadellalucepotremmofarpassarel’elettricitàattraversoleparetieilcoperchiodiquestocilindro.Così,

tuttoquellochedobbiamofare,appenaildiavoloèdentro,ègirarel’interruttore,einquestomodol’abbiamoinpugno.Forse.Chissà.Chièmaistatotantopazzodaprovarci?Maprima,comedicelaricettadellospezzatinodiconiglio,prendeteilconiglio.”Avevosperatodi

vedereperunpo’lafinedellademonologia,enonvedevol’oradipassareadaltrecose.MalatenaciadeldottorTarbellmiindussearestareconlui,pervederedoveisuoi“scherziintelligenti”ciavrebberoportatolaprossimavolta.Eseisettimanedopo

ildottorTarbelleio,

tirandocidietroilcilindrodiramecheavevamocaricatosuuncarrettoesrotolandodelfilodaunrocchettochetenevosullaschiena,scendemmocongrandecautela,dinotte,finoalfondodellaMohawkValley,dadovesivedevanolelucidiSchenectady.Tranoieilfiume,in

cuilalunapienasi

specchiavaabbacinandoci,c’erauntrattoabbandonatodelvecchiocanalenavigabileErie,ormaiinutile,sostituitodacanalidragatinelfiume,pienodiun’acquastagnanteesalmastra.Sullaspondac’eranolefondamentadiunvecchioalbergocheuntempoeraservitoagli

equipaggidellechiatteeaiviaggiatorisuquelcorsod’acquaormaidimenticato.Eoltrealle

fondamentac’eralastrutturaligneadiunachiesascoperchiata.Ilvecchiocampanile

sistagliavasullosfondodelcielonotturno,risoluto,indomabile,inunaparrocchiadispettriedirovine.

Quandoentrammonellachiesa,unrimorchiatorechetrainavadellechiatteamontedelfiumesuonòlasirena,elavocearrivòfinoanoi,echeggiandoattraversol’architetturadellavalle,funereaegrave.Unacivettaemiseil

suogrido,eunpipistrellocifrullòsopralatesta.Ildottor

Tarbellfecerotolareilcilindrofinoaunpuntodavantiall’altare.Iocollegaiauninterruttoreifilicheavevosteso,econaltricinqueoseimetridifilocollegail’interruttorealcilindro.L’altrocapodelfiloeraconnessoaicircuitidiunacasacolonicasulfiancodellacollina.

“Cheoresono?”mormoròildottorTarbell.“Leundicimeno

cinque.”“Bene,”disse

debolmentelui.Avevamotutt’edueunafifablu.“Orasenta,iocredochenonsuccederàproprioniente,masesuccedesse–intendodireanoi–holasciato

unaletteranellacasacolonica.”“Allorasiamoin

due,”dissiio.Lopresiperunbraccio.“Senta...Esesospendessimotutto?”gliproposi.“Seildiavoloesisteveramenteenoicontinuiamoacercaredimetterloconlespallealmuro,sicuramentesela

prenderàconnoi...Edèimpossibileprevederecosafarà!”“Leinonètenutoa

restare,”disseTarbell.“L’interruttorepossogirarloio,immagino.”“Èdecisoadandare

finoinfondo?”“Anchesesono

terrorizzato,”disse.Mandaiunsospirone.

“Vabene.Diol’aiuti.Gireròio

l’interruttore.”“Okay,”disselui,con

unpallidosorriso,“simettalacuffiaprotettiva,eandiamo.”Lecampane

dell’orologiodelcampanilediSchenectadycominciaronoabattereleundici.IldottorTarbell

deglutì,siavvicinòall’altare,scostòun

rospoconlamanoediedeinizioallaraccapricciantecerimonia.Avevapassato

settimanealeggereeprovarelasuaparte,mentreioandavoincercadiunpostoadattoedelsinistromaterialenecessario.Nonavevotrovatounpozzoincuifossestatogettatounbambino

nonbattezzato,maavevotrovatoaltriarticolidellostessogenerechesembravanoabbastanzaorribiliperesseredeisoddisfacentisurrogatiagliocchideldiavolopiùdepravato.Ora,innomedella

scienzaedell’umanità,ildottorTarbellmisetuttal’animanella

celebrazionedellaMessadiSaint-Sécaire,facendo,conun’espressioneinorriditasullafaccia,ciòchenessunbuoncristianoavrebbepotutovederesenzadiventarecieco,sordoemuto.Inunmodoo

nell’altroiosopravvissicontuttiisensiintatti,emandaiunsospirodi

sollievoquandol’orologiodiSchenectadybattéledodici.“Mostrati,Satana!”

urlòildottorTarbellmentreecheggiavanoirintocchi.“Ascoltaituoiservi,SignoredellaNotte,emostrati!”L’orologiobatté

l’ultimodeidodicicolpi,eildottorTarbell

siafflosciòcontrol’altare,esausto.Sirialzòdopounattimo,alzòlespalleesorrise.“Chediavolo,”disse,“nonsisamai,finchénonhaiprovato.”Sitolselacuffia.Iopresiun

cacciavite,preparandomiastaccareifili.“Econquesto,speriamo,laCIDNUeilPine

Institutesonoliquidati,”dissi.“Be’,iohoancora

qualcheidea,”disseildottorTarbell.Epoisimiseaurlare.Alzandolosguardolo

vidi,congliocchisbarrati,un’espressionemaligna,etuttotremante.Cercavadidirequalcosa,madallagolagliuscìsoloun

gorgogliostrozzato.Poiebbeiniziola

lottapiùfantasticacuiunuomoassisteràmai.Dozzinediartistihannocercatodirappresentarla;manessuno,perquantodipingaildottorTarbellcongliocchifuoridalleorbite,rossoinfacciaeconimuscolicomecordeannodate,saràmai

capacediesprimerealtrocheinmisurainfinitesimalel’eroismodiArmageddon.Tarbellcaddein

ginocchioe,comelottandocontrocatenestrettedaungigante,cominciòastrisciarecentimetropercentimetroversoilcilindrodirame.Isuoiindumentieranozuppidisudore,eluiriusciva

soloadansimareeagrugnire.Piùvolte,mentresifermavaperriprenderfiato,futiratoindietrodaforzeinvisibili.Alloratornavaamettersiinginocchio,epalmoapalmoriguadagnavafaticosamenteilterrenoperduto.Finalmente

raggiunseilcilindro,sialzòinpiediconuno

sforzoerculeo,comesollevandounpesoimmane,esilasciòcaderedentro.Losentiiscivolarecontrol’isolamentointerno,mentreilsuorespirorimbombava,amplificatodalcilindro.Erosbalordito,non

riuscivonéacrederenéacapireciòcheavevovisto,enonsapevochefare.

“Adesso!”gridòildottorTarbelldall’internodelcilindro.Lasuamanoapparveperunattimoechiuseilcoperchio,poiancoraunavoltaluigridò,conunavocefiocachesembravaveniredalontano:“Adesso”.Alloracapii,e

cominciaiatremare,efuisommersoda

un’ondatadinausea.Capiicosavolevachefacessi,cosamistavachiedendoconl’ultimoframmentodell’animacheildiavologlistavaconsumando.Perciòchiusiil

coperchiodall’esternoegirail’interruttore.Graziealcielo,

Schenectadyeravicina.Telefonaiaunprofessoredi

ingegneriaelettricadelloUnionCollege,einmenoditrequartid’oraluiideòeinstallòunacamerad’equilibriodifortunaattraversolaqualesipotevarifornireildottorTarbelld’aria,d’acquaecibo,machetenevasempreinfunzioneunabarrieraelettrificataaprovadidiavolotraluie

l’esterno.Certo,l’aspettopiù

straziantedellatragicavittoriasuldemonioèildeterioramentodellamentedeldottorTarbell.Nullaèrimastodiquellosplendidostrumento.C’èinvecequalcosacheusalasuavoceeilsuocorpo,cheblandiscegliinterlocutoriecercadiconquistarelaloro

simpatia,elalibertà,urlando,traaltreperfidebugie,cheTarbellèstatoscaraventatonelcilindrodame.Semièconcessodirlo,lamiapartenonèstatasenzapenaesacrificio.Poichél’affare

Tarbell,ahimé,ècontroverso,epoiché,perragionipropagandistiche,il

nostropaesenonpuòammettereufficialmentecheildiavoloèstatocatturatoqui,laFondazioneperlaDifesadiTarbellnongodedisussidigovernativi.Lespeseperlamanutenzionedellatrappolaantidiavoloeperilmantenimentodelsuocontenutosonostate

sostenutedadonazionidipersoneanimatedasensocivicocomevoi.Lespeseei

preventividispesadellaFondazionesonoestremamentemodestisemessiaconfrontoconivantaggiconseguitidatuttal’umanità.Quantoallemiglioriedell’impianto,nonabbiamofattonullapiùdellostretto

necessario.Lachiesaèstatacoperta,dipinta,isolataecircondatadaunarecinzione,letravimarcesonostatesostituite,evisonostatiinstallatiunimpiantodiriscaldamentoeungeneratoreausiliario.Ammetteretechequestecoseeranoindispensabili.Tuttavia,nonostantei

limitifissatiallenostrespese,laFondazionetrovacheilsuotesoroègravementeintaccatodaglieffettidell’inflazione.Lapartecheavevamoaccantonatoperpiccolemigliorieèstataassorbitadallapuraesemplicemanutenzione.LaFondazioneimpiegaunostaffridottoal

minimoditreguardianiretribuitichelavorandointreturnidiottooredannodamangiarealdottorTarbell,tengonoabadaicercatoridiemozioniecuranolamanutenzionedell’impiantoelettrico,cheèdivitaleimportanza.Questopersonalenonpuòessereridottosenzacorrereilrischiochela

vittoriadiArmageddonpossadiventareunasconfittainunsoloistantedidisattenzione,producendoundisastroirreparabile.IdirigentidellaFondazione,mecompreso,prestanoserviziononretribuito.Poichéoltrealcosto

dellamanutenzionesonoaumentatelenecessità,dobbiamo

cercarenuoviamici.Eccolaragionepercuiviscrivo.L’alloggiodeldottorTarbellèstatoingranditodopoqueiprimimesidaincubonelcilindro,eoracomprendeunacameraisolataconleparetidiramelargatremetriealtaquasidue.Maquesta,ammetterete,èunabenmiseraabitazioneperciòche

restadeldottorTarbell.Nutriamolasperanzadipoterampliareilsuoalloggio,grazieallavostragenerosità,finoacomprendereunpiccolostudio,unacameradalettoeunbagno.Eleultimericercheindicanocheesistelasperanzadicostruirgliunafinestrapanoramica

elettricamenteprotetta,ancheseilcostosaràelevato.Maqualunquesiail

costo,nessunodeisacrificichepotremofareèparagonabileaciòcheildottorTarbellhafattopernoi.Eseicontributideinuoviamicicomevoisarannoabbastanzagrandi,noisperiamo,nonsoltantodiampliarel’abitazione

deldottorTarbell,maanchedipoterglierigereunmonumentoadeguatodavantiallachiesa,conlesuesembianzeeleparoleimmortalichescrisseinunaletteraqualcheoraprimadivincereildemonio:“Sestanotteavrò

avutosuccesso,ildemoniononsaràpiùtragliuomini.Non

possofaredipiù.Ora,sealtrilibererannolaterradallavanità,dall’ignoranzaedalbisogno,l’umanitàpotràviverepersemprefeliceecontenta.Dr.GormanTarbell”.Ilpiùpiccolo

contributosaràilbenvenuto.Distintisaluti,

Dr.LuciferJ.MephistoPresidentedelConsigliodiAmministrazione

1Continuamentericordatonelmondoanglosassone,quasicompletamenteignoratodanoi,Armageddonè,nellaBibbia,illuogodell’ultimabattagliatrailBeneeilMale,enellasuaaccezionepiùestesaindicalastessa

Apocalisse.[N.d.T.]2Devil’sfoodcake,tipico

dolceamericanoabasedicacao,pannaeuova.[N.d.T.]

Confetti#8,courtesyKurt

Vonnegut&OrigamiExpressLLC.

INDICE

IntroduzionediMarkVonnegutDa:SoldatosceltoK.Vonnegutjr.,12102964EsercitodegliStatiUnitiKurtVonnegutaClowesHall,Indianapolis,27aprile2007

DatuttelestradesialzerannolamentiGranGiornoCannoniprimadelburroBuoncompleanno,1951SuconlavitaLatrappoladell’unicornoMiliteignotoSpoglie

Solotueio,SammyLascrivaniadelcomandanteRicordandol’Apocalisse