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annibalecon la moto

Elefantentreffen

reportage/Follie a due ruote

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non È la traversata delle alpi ma quella della foresta dithurmansbang, in germania, dove ogni anno motociclettee piloti di ogni tipo affrontano un raduno nella nevedormendo in tenda. questo È il racconto di chi ne ha messiinsieme tanti e ormai parla con le compagne di viaggio…

di maurizio primofoto di roberto vincitore

epocale

sembra il bivacco di unabattaglia settecentesca, invece èuno dei campi dove dormono imotociclisti all’elefantentreffen.

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appassionati, primaper soli sidecar, agi-li anche sulla neve, e poi per tutte lemo-to. Leprime edizioni si tennero almiticocircuito del Nürburgring, poi su quellodi Salisburgo, ma a causa dell’altissimonumero di partecipanti (e conseguentidisagi creati), funecessario allontanarsidalle città.Perché uno decide di andare in moto alTrefen, vi chiederete.Unaprimasintesiè che bisogna essere un po’ suonati! Ilche non vuol dire stupidi o incoscienti.“Suonati” richiama subito la musica, equesta evoca emozioni, passione,maga-ri ricordi di amori giovanili o meno, esoprattutto implica il rapporto specialetra uno strumento e il suo “maneggiato-re”, per ottenere qualcosa di speciale.

Come fareunviaggio inmoto. Lamoto èuna strana entità, che ti parla a vari li-velli dell’essere. Non è questione di chemodelli hai, di quanti chilometri hai fat-to o di quanti cavalli ti spingono. Sequando l’accendi per fare anche solo po-ca strada l’umore diventa subito un flopiùallegro, se il sorrisonasce spontaneoquando le candele cominciano a incen-diare aria e benzina e la marmitta a in-tonare la sua musica, vuol dire che perte lamotonon è solo unmezzoper anda-re da qui a lì. Ha a che fare con la tuapersonalità e i tuoi momenti di diverti-mento, strettamente collegati allaprodu-zione di endorfne. Puoi partire.Tra imotiviperandareall’Elefantentref-fen cominciamodal gusto per la “prepa-

Le temperature invernali, sem-pre vicine o sotto lo zero, lagrandeprobabilità di trovareneve sulpercorso e al raduno.E scordatevi alberghi o came-

re attrezzate, l’organizzazione prevedesolamente posti tenda, paglia da stende-re sulla neve e fascine da ardere. Questaè l’Elefantentrefen, raduno di motoci-clette (e annessi motociclisti) di naturaquantomeno avventurosa. Dal 1988 inpoi, il luogo di ritrovo è situato nella fo-restadiLohThurmansbang-Solla,nord-est di Monaco. La destinazione fnale siraggiunge conbelle stradine tra i boschied è situata in una vallata (forse in pas-sato erauna cava), con in fondoungran-de piazzale in cui si trova una fontana,rigorosamente ghiacciata. Ad andarcid’estate sarebbeunabella gita, così inve-ce il “Trefen” si trasformaquasi semprein un’avventura. La prima edizione ri-sale al 1956.Ungruppodi amici sognavaun appuntamento annuale ed estremo econ il passaredel tempo il radunodiven-ne un vero punto di riferimento per gli

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Monaco

Berlino

GERMANIA

Thurmansbang

razione da freddo”, in un viaggio a tem-peratura media di 0 °C. Impari moltoguardando gli altri e scopri para-piediricavati da taniche in plastica, ritagliatee fssate artigianalmente, fno ad acces-sori leonardeschi quali micro sci colle-gati a pistoncini fssati al telaio, da ap-poggiare sulla neve come stabilizzatori.Il bello del viaggio, oltre al panoramaalpino, è poi ogni metro di attenzione easfalto che percorri. Lungo la strada tifermi di frequente per ritemprarti e quiincontri tanti altri “suonati” tra cui sicrea subito una sorta di intimità, da av-ventura condivisa. Sulle strade provin-ciali l’attenzione deve essere costante.Anchesesonopulite, capita infattidi tro-vare tratti di alcune decine di metri con

una spanna di neve portata dal vento.Ci sono poi i momenti indimenticabiliche vivrai nella “Fossa”, nonproprio untradizionale campeggio ordinato.Mettila tenda dove trovi posto, in mezzo auna variopinta alternanza di quelleclassiche, di quelle a forma di tee-peeindiano e le militari dei motard tede-schi, con tantodi camino centrale da cuisbufa il fumo in arrivo da una griglia-ta luculliana.Il tutto assomiglia a un campo improv-visatodi soldati napoleonici, con scambiinterminabili di cibi e bevande italichee ostrogote. Quanto vale stare tra amici,sotto stellate e fuochi d’artifcio, a gu-starsi il maialino cotto su spiedo e falò,arrivato fn lì legato sul portapacchi in-sieme ai barilotti di birra, mentre unaltro del gruppo canta le canzoni di Co-chi eRenato conuna chitarrina da viag-gio? L’ambiente è internazionale ma c’èsempre un po’ di rivalità tra i popoli,unita a tanta autoironia.Unanno, con loscopo di trovare nuovi amici, decidem-mo per un metodo estremo. Portare un

È nata nel 1956con le Zundapp

L’Elefantentreffen(nata come radunodi Zundapp-KS-601-Gespanne, detteappunto Elefanten)si svolge dal 1956,per tre giorni, a finegennaio. Dal 1989il luogo di ritrovoè in Germania,nella foresta di LohThurmansbang-Solla.

colore estremo

Immagini del raduno tedesco

tra neve, fango, portabottiglie,

simil vasche da bagno

e i resti di un bovino

con annessi “vuoti” alcolici.

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piccolomegafonogiocattolo edifonderenel campo la registrazione in tedesco diItalia-Germania 4 a 3, epica semifnaledel Mondiale messicano del 1970.«Se ci inseguono scappiamo,ma seridono è fatta!». Hanno riso.Ammirare le tante moto allineatesulla stradina che porta al campo èsempre un piacere. Mi è capitatospesso di trovarci quasi tutti i mo-delli che ho avuto in passato. Il CB400N, ilmiticoTransalp, unSuzu-ki 380, il Laverda 125, le Vespe, ilVaradero. Ti batte il cuore quandoti ci avvicini e senti: “Come va vec-chio mio, bello rivederti e scoprireche non ti tiri indietro per gli ap-puntamenti importanti”. E allora, aqueste creature, sorrido e do unacarezza, so che la sentono…Ma l’Elefantentrefen è soprattuttoricordi, ricordi che ti porti a casa.Al ritorno dalla prima volta, nevi-cata continua da Monaco a dopo ilBrennero, il guanto che fa da tergi-cristallo per alcune centinaia dichilometri alla fne è zuppo. Auto-grill diBressanone con self service,siamo inquattro,prendiamo ivassoi,mail primo lo riempiamo dei nostri guantifradici e chiediamoalla gentile commes-

sa se per favore li mette in una teglia inforno. Succede. Altro ritorno, con nevi-cata per tutta la notte precedente. Sulle

stradinedapercorrere per arrivarealla statale si va piano piano, coipiedi raso strada che sforano i 10cm di neve già accumulatasi. Erosolo un po’ più avanti deimiei ami-ci, arrivo sulla statale, mi fermo emi volto. E vedo gli altri che proce-dono sì sulla stradina innevata,macon dietro un enorme spazzaneve,alle spalle del quale si intravede lastradapulita, nera e lucida. La sedeera troppo stretta per fermarsi elasciarlopassare enoi eravamopar-titi dueminuti troppo presto!Ingegno umano. Arrivi al Trefencongli stivali bagnati e scopri il bre-vetto per asciugarli. A moto fermaaccendi il motore, ne togli uno pervolta e lo metti a fondo marmittamentre il compagno ti aiuta a sga-sare. Stivali perfettamente asciuga-ti. Tutto questo, compreso il sorrisodell’amico che traspare dalla suavisiera semighiacciata, fa dell’espe-rienza una fonte inesauribile di

emozioni e racconti tra appassionati del-le due ruote. Alla prossima…

show ghiacciato

Il freddo la fa da padrone ma non

è chiaro se i tizi sotto siano vestiti

così per proteggersi o per dare

spettacolo: l’effetto è notevole.

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