Intanto, gli innesti di protesiartificiali erano diventati

di moda. La body artaveva aperto la strada.

Si era persino trovato il mododi trasferire gli schemi neuronali

da una persona all’altra.Ma il pensiero non fu

possibile trasferirlo perfettamente,lo schema non funzionava mai

nello stesso modo.

Avevano persino una specie di breve infanzia e adolescenza.

Multinazionali del crimine costruirono robot destinatial circuito della prostituzione, mentre gli eserciti regolari si dotavano di robot-soldatesse. Avevano il vantaggio di rendere più incerta la reazione del soldato nemico.Ma non era finita qui.

Le roboprostitute, dette roboladies,erano bellissime,rivestite di materiale biologico.In più potevanosvolgere moltialtri servizi.

Anche nel lavoro si trovò che lapresenza di roboladiesaumentavala produttività.

E qui arrivarono i guai. Nessunoaveva pensato che si potesserocreare problemi sessuali nellecoordinate dei nuovi cervelliartificiali. E anche in quelli

degli esseri umani.Pasticci incredibili

esplosero nelleaziende e nelle famiglie.

Quello che poteva essere un paradisosi rivelò un inferno.

Armi, sesso eproduzione finironoin mano alle robot.

I rapportitra gli umanidegradarono

rapidamente, anche per altre ragioni.

La povertà e la desertificazione crescente avevano spinto centinaia di milioni di persone a emigrare

verso il nord del mondo. Fu un diluvioumano di proporzioni inarrestabili.

Alla fine, dopo lunghi scontri sanguinosi, i privilegiati si erano chiusi in pochi

ghetti, superprotetti dai robot.

Naturalmente le robot volevano diventare una cosasola con l’amato e cominciarono a convincere o a

costringere i partner a fondere i loro circuiti neuronali.La stessa cosa avveniva per le donne.

Le unioni tra umani e robot vennero legalizzate.

C’era unaresistenzasotterranea.Ma era cosada romantici.Le rivolte serie eranotutte finitemolto male.

Certo che del vecchio detto “l’uomo è la misura di tutte le cose”, non era

rimasto granché.Però si stava indubbiamente meglio.