IL METODO ANALOGICO Università Cattolica del sacro cuore – Sede di Milano Facoltà di Scienze...

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IL METODO ANALOGICO

Università Cattolica del sacro cuore – Sede di Milano

Facoltà di Scienze della Formazione

Matematica elementare

Professore Giovanni Lariccia

Anno accademico 2013-14

Lavoro di gruppo: MATECREA

Camera Francesca, Danieli Patrizia, De GennaroRoberta, Livio Anita,

Pagano Elisabetta, Peverelli Cristina

La capacità di classificare il mondo in termini di numerosità non è come quella di leggere uno scritto alfabetico, non abbiamo bisogno di impararla, nasciamo già sapendo come farlo: fa parte del nostro cervello matematico.

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COS’È IL METODO ANALOGICO

Riscoprire la nostra innocenza, la capacità di

meravigliarsi, riprendere coscienza e

ricollegarsi con i nostri sentimenti, ritrovare

le immagini e le emozioni per vedere ancora

la realtà e tutta la sua bellezza.

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IL MODO NATURALE

Il metodo analogico mira “semplicemente”

ad avvicinarsi al modo naturale di

apprendere che i bambini hanno fuori e

prima di entrare a scuola. Potrebbe essere

definito il modo normale di apprendere in

opposizione a quello scolastico.

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E GLI INSEGNANTI?

Quello che gli insegnanti devono fare è

iniziare una ricerca dentro sé stessi,

guardarsi dentro e scoprire il funzionamento

della mente, partendo dall’essenza di un

bambino.

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TUTTI SIAMO STATI BAMBINI

Gli insegnanti dovrebbero recuperare le

emozioni di quando erano bambini, di

quando tutto era nuovo, quando agivano in

onestà con i propri sentimenti e non

utilizzavano strumenti di pensiero propinati

da altri.

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Abbiamo bisogno di queste sensazioni per

ridefinire in modo più corretto cosa siano i

numeri, il calcolo, e la matematica.

Abbiamo bisogno di ristabilire una giusta

discriminazione tra ciò che viene da dentro e ciò

che abbiamo imparato dagli altri, invertendo la

nostra predilezione per i simboli e le parole

rispetto all’interno.

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Più nel particolare abbiamo bisogno di

decontaminarci da due convinzioni :

La concettualità Il culto della scrittura

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LIBERARCI DALLA CONCETTUALITA’

E’ necessario decontaminarci dall’idea che il calcolo

abbia a che fare con la concettualità, che bisogni

padroneggiare il “concetto di numero” per fare dei

semplici calcoli mentali.

Non aveva torto Piaget ad affermare che estraiamo il

concetto di numero dalle esperienze attraverso un

processo di riflessione, ma il calcolo mentale è un’altra

cosa , non ha bisogno di concetti.

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E’ un’ operazione quasi istintiva in cui

semplicemente attribuiamo un nome alle

quantità. Abbiamo questa competenza dalla

nascita per il solo fatto di saper vedere e

parlare.

IL CALCOLO MENTALE

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LIBERARSI DALLA SCRITTURA

Il culto della scrittura che caratterizza il

nostro tempo, deve essere superato.

I numeri scritti nel calcolo mentale non

contano niente: i bambini capiscono ciò e li

trattano, perciò, come etichette.

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COS’È IL METODO ANALOGICO

E’ un metodo fondato sul calcolo mentale

senza numeri.

Utilizza strumenti (ad esempio“La linea del

20”) che sviluppano il calcolo mentale

simulando il funzionamento delle mani, come

se fosse un computer analogico fornito dalla

nostra natura.

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Tutto il mondo è costruito su base analogica, cioè

come ripetizione dello stesso atomo o della stessa

cellula;

Ogni piccolo passo è un avanzamento e la conquista

del mondo è una moltiplicazione di passi;

L’analogia (e non la logica) è lo strumento per

conoscere cose nuove;

Tutto è speculare e replicativo della stessa unità.

PERCHÉ?

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DA DOVE ARRIVA

Secondo le ultime acquisizioni della ricerca su

innatismo e genialità nei bambini, il calcolo nasce

da una visione interna della quantità, alla quale i

bambini riescono ad abbandonarsi con facilità.

Devono essere adeguatamente “educati” a farlo,

tenuti per mano nel loro mondo.

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VEDERE CON IL CUORE

Con questo metodo svanisce la tensione e i

bambini comprendono che serve lasciarsi

andare alla spontaneità della visione.

La conoscenza arriva da dentro.

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NUMERI O PALLINE?

Basta chiudere gli occhi e pensare solo alle

palline e non ai numeri, perché questi non

esistono.

Le cifre si utilizzano come etichette senza

giustificazione.

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GLI STRUMENTI

Si utilizzano strumenti che hanno la

caratteristica di simulare i procedimenti mentali

del calcolo in modo da trasferire la

comprensione dall’elaborazione logico

concettuale a quella analogico- intuitiva.

E’ come se i bambini imparassero ad usare il

computer osservando come fanno gli altri.

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LE MANI

Lo strumento per eccellenza, il primo con cui

i bambini stabiliscono un contatto,

soprattutto visivo, è proprio nel loro corpo: le

mani.

Le mani: un meraviglioso computer analogico

visivo.

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INIZIAMO…

Con entrambe le mani chiuse, iniziamo ad aprire da sinistra: questo è il numero uno.

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Andando avanti cogliamo ancora

istantaneamente, senza conteggio, il numero

due.

Fino al tre, siamo nell’unità della visione;

elaboriamo senza alcuna fatica, non ci tocca

contare.

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Dal tre in poi usciamo dall’unità della visione

e ci tocca contare.

Il limite si chiama “SUBITIZING”, visione a

colpo d’occhio.

Iniziando a contare, interrompiamo il flusso

spontaneo della visione.

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Superata la visione istintiva, riconosciamo il

quattro perché ne vediamo uno chiuso che

serve a completare la cinquina.

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Entra in gioco il fattore tempo: tre secondi

sono il massimo della persistenza della

visione nello schermo della mente.

Inoltre, per la nostra visione simultanea, non

esiste un numero otto, se non come cinque

più tre.

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Le dieci dita, composte di due immagini

simmetriche agevolano e rendono felici: tutto

il nostro conoscere si basa sulla ricerca di

analogie, di simmetrie e di contrasti di

simmetrie.

Cerchiamo di utilizzare il minor numero

possibile di byte della nostra memoria di

lavoro.

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COSA FA L’INSEGNANTE?

Si dovrebbe fare pochissimo, solo ciò che è

essenziale.

Si dovrebbe fare presto e subito perché non

si può spezzettare l’esperienza.

L’insegnante in classe presenta quello che i

bambini dovrebbero saper fare.

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Tutto nel tempo di un respiro.

L’insegnante dovrebbe aprire le porte all’espansione e

all’investimento affettivo.

Dovrebbe parlare pochissimo: parlano i fatti.

Il metodo analogico è comprendersi senza parlare

perché quando si condividono le finalità avviene come

uno scambio di pensieri.

D’altronde quello che avviene nella mente sarebbe

troppo complesso da spiegare a parole.

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UTILIZZARE GLI STRUMENTILA LINEA DEL VENTIPRIMA ELEMENTARE

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E’ lo strumento per apprendere i numeri e il

calcolo nella maniera più facile e corretta,

valorizzando le capacità di ogni bambino.

Lo strumento aiuta la mente predisponendo

le quantità nell’ordine giusto per essere lette

dai nostri occhi simultaneamente.

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COME INIZIAMO?

L’attività si svolge nel tempo di circa 15 minuti.Il bambino con lo strumento davanti ai suoi

occhi conta tutti i tasti partendo da sinistra.

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Ora conta alzando i tasti partendo da destra.

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Conterà poi partendo da un punto qualsiasi.

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Conta i numeri cugini (1 e 11, 2 e 12, e così via).

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Riconosce istantaneamente quantità: alza sei tasti senza contare; abbassa sei tasti.

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Ordinalità e cardinalità: alza il numero undici; alza sei tasti, il terzo.

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IN PARALLELO …

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COME UTILIZZARE LE PALLINE

Esempio

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RICORDA

Non astrarre ma VEDERE.

Non contare mai, perché il conteggio si fa con il

materiale, se chiudi gli occhi il materiale sparisce.

Pensa solo alle palline.

Sii ordinato internamente.

Non pensare mai alle operazioni.

Disinteressati della scrittura dei numeri.

Impara a chiudere gli occhi.

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NON SI VEDE BENE CHE CON IL CUORE …

Con il metodo analogico i bambini

comprendono che, al contrario della

tensione, serve lasciarsi andare alla

spontaneità della visione, dimenticando se

stessi, come nel gioco.