Ifedelissimi N OI, MALATI DI W AGNERISMO» · edizione de Il viaggio artisti- ... sull opportunità...

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«E si ricordi: un wagneriano vero non ha bisognodi ascoltare altro». Parola del discepolo più de-

voto di Wagner: Massimiliano Marzo, docente univer-sitario, classe 1968. Presidente, presidente onorario,unico socio e unico sostenitore dell’unica associazio-ne wagneriana a Bologna. «Sì, per adesso sono solo —ammette — e nonostante questo ho ottenuto il per-messo per costituire l’associazione, ma saremo in tan-ti: Bologna è una roccaforte wagneriana». È vero: ilcompositore tedesco ci ha a malapena messo piede,ma il capoluogo emiliano ha ospitato la prima rappre-sentazione italiana di Wagner, il Lohengrin , nel 1871.E un viaggio nelle associazioni dedicate del genio diLipsia può ben cominciare da questo Robinson Cru-soe del wagnerismo bolognese.

Sono 140 le associazioni wagneriane nel mondo(anche a Taipei e Tartu, Estonia). Quattro in Italia: Ve-nezia, Milano, Roma e, appunto, Bologna. «Certo,non possiamo, anzi, non posso competere con Vene-zia — dice Marzo —, che è la vera città wagneriana,dove il maestro visse. Però Bologna lo ha amato subi-to». Qui, infatti, cinque furono le prime italiane di Wa-

gner. Secondo la leggenda,la passione c’entra poco etutto si ridurrebbe ad unarappresaglia di campanilicontro Parma e Verdi, ma imelomani, si sa, parlanod’altro: «Ho ben cinque del-le quarantasette versionidel Tristano», dice Marzo.Le altre quarantadue le hail secondo wagneriano diBologna, Giancarlo Bongio-vanni, nel suo storico nego-zio di dischi. Meglio non no-minargli il maestro, perchélui comincia a snocciolarele date delle prime bologne-si: «Lohengrin : 1871, Tan-nhäuser ...».

A Venezia, gli aneddotisfumano. «Qui parla la sto-ria — taglia corto Alessan-dra Pugliese, vice presiden-te dell’associazione vene-ziana — il maestro la scelsecome sua città, venne perla prima volta nel 1858, vilavorò a lungo e vi morì. Ab-

biamo più di 120 soci». Oltre ad una delle più ricchecollezioni di cimeli. Doretta Panizzutt Pess fa stradanell’elegante mezzanino del Casinò di Ca’ VendraminCalergi, antico appartamento di Wagner. «Vede quel-la finestra? Il maestro vi meditava». In effetti Veneziagli andava a genio per il silenzio. Ma non i veneziani,con i quali non legò affatto. Nonostante questo, il cul-to è fervido: il ristorante del Casinò propone una cenawagneriana, lettere e foto vengono custodite in prezio-se teche e ogni anno il pellegrinaggio a Bayreuth di-venta una questione morale. «Per chi riesce ad avere

il biglietto», chiosa Giampietro Tessarin, musicologo.Già, perché ci vogliono sette anni per un ticket.

A meno che non si faccia come Klaus Greschek, wa-gneriano di Bonn: ogni anno prende una settimana diferie, va a Bayreuth e si piazza davanti al teatro con uncartello al collo dove si legge: cerco biglietto. «In moltisperano di avere un ingresso da qualcuno che rinun-cia all’ultimo momento — spiega Robert Campello, se-gretario dell’associazione — e ogni volta se ne conta-no a decine». Di quelli che rinunciano? «No, di quellicon il cartello al collo». Il ventinovenne Tessarin peròrifiuta ogni liturgia. «Noi giovani amiamo Wagner per-ché è moderno. Pensiamo ai leit motiv nelle colonnesonore cinematografiche: vengono da lui. Ai miei pic-coli allievi spiego la sua musica con i film di Disney ea Bayreuth ci vado in jeans». Nasce una disputa gene-

razionale con Panizzutt, fedele allo smoking d’ordi-nanza e interviene Campello: «Wagner coinvolge tuttiperché la sua arte è completa». Ogni anno, affondasseVenezia, si va a Bayreuth. «Ci prendiamo dei giorni,andiamo in auto — dice Campello — è un rito». Silva-na Quadri sfiora un biglietto ingiallito in cui il Wagnerordina al povero gondoliere di procurargli dodici bot-tiglie di champagne: «Sì, ho radici verdiane — confes-sa — ma il maestro mi ha sedotta».

Il musicologo ottocentesco Albert Lavignac scrisseche «il vero wagneriano non va a Bayreuth in carroz-za, ma in ginocchio». Paolo Jucker, presidente dell’as-sociazione wagneriana diMilano, è presente ogni an-no a Bayreuth dal 1997.«Non in ginocchio — am-mette ridendo —, ma an-ch’io pago il mio obolo alwagnerismo». Jucker hauna rara collezione di libret-ti del Festival dal XIX seco-lo a oggi. Non solo. «Lette-re, biglietti — dice frugan-do in scatole polverose —che mi procuro nelle astedi Londra e New York». Lasua libreria gareggia in ric-chezza con quella di un al-tro fervente wagneriano mi-lanese, il musicologo Gui-do Salvetti, che ha la primaedizione de Il viaggio artisti-co a Bayreuth , di Lavignac(Jucker ha la settima). Ma aMilano l’apice lo tocca Ilde-brando Ferrario. L’ascoltodi Wagner, per lui, è una co-sa seria. «Prima studio il li-bretto, poi leggo le prescri-zioni sceniche del maestro e infine ascolto».

Frau Helga Augsdörfer-Bilotti, presidente dell’asso-ciazione di Roma, ci ha provato. Lei, nativa di Bayreu-th e romana «per amore», combatte dure battaglie:«Organizzo conferenze, concerti, faccio i salti mortaliper diffondere le opere di Wagner». E invece? «Niente— sospira —, siamo pochi, meno di una cinquantina.Bayreuth non attira. Certo, ci sono quelli che si lascia-no coinvolgere dalle altezze wagneriane. Ma perché,in incontri che mi costano fatica, molti arrivano, guar-dano il buffet e se ne vanno?».

Servizio fotografico di Marco Scarpa

I fedelissimi

IN RETE

Gli ultrà all’opera

Sono preparatissimi, si commuovono, «litigano»

sull’opportunità di indossare i jeans. E hanno

un’unica missione: il pellegrinaggio a Bayreuth

«NOI, MALATIDI WAGNERISMO»

Il festivalGli indirizzi

Cultura popUna figurina

Liebig dei primidel Novecento

dedicata a Wagner

Alle nove di sera del 29 novem-bre, P. (Piergiorgio?) ha un proble-ma: quale esecuzione scegliereper ascoltare il ciclo dell’«Anellodei Nibelunghi» tra quelle di Ba-renboim, Böhm, Furtwängler, Keil-berth, Knappertsbusch, Leins-dorf, Levine, Neuhold, Sawalli-sch e Solti? Lancia il quesito inrete, in uno dei tanti gruppi di di-scussione. E i wagneriani telema-tici rispondono: Vinix spiazza tut-ti buttando lì Karajan, Rudy propo-ne Boulez e Placebo987 non hadubbi: «Solti, Solti, Solti». Così na-

scosti, ma così raffinati, i wagne-riani della rete spopolano neiblog, nei forum, nei gruppi. Siscambiano idee, discettano supregi e difetti delle esecuzioni,sono competenti. Ci sono quelliche si confrontano sulle differen-ti versioni del «Tristano e Isotta»,come Danilo che ha quella di Car-los Kleiber e Renato, il quale pos-siede quella firmata da Herbertvon Karajan. Danilo poi affermadi avere una vecchia edizione or-mai superata e di volerla regala-re, un gesto «certamente più poe-tico che venderla».Si trovano anche i resti di un fo-rum dal titolo «i wagneriani» do-ve, tempo fa, Gaetano esultava:

«Finalmente si avvera un sogno.Grazie a Riwagner, nostro amicodi gruppo, riuscirò a coronare ilsogno di andare a Bayreuth, miti-co tempio di Wagner». Ossia al fe-stival di Bayreuth. E c’è anchechi mette in rete la foto dell’ago-gnato biglietto d’ingresso, conqui-stato dopo anni di attesa. Massi-mo B. lo dice apertamente: «Cer-to, Wagner è una malattia».Su un forum dedicato agli appas-sionati del teatro lirico, raccontail suo terzo consecutivo pellegri-naggio a Bayreuth: «Eccoci, dopoun viaggio di 9 ore via Monaco eNorimberga, arrivare nella bellacittadina pronti per il rito». Unamalattia, già, come sottolinea

Jean Paul che, anni fa, in rete au-gurava all’amico Giampaolo unpiacevole anno nuovo, dopo«un’estate trascorsa all’addiac-cio davanti al Festspielhaus diBayreuth con annesso cartello"Ich suche Karte", cerco un bi-glietto, implorando a viva voce divoler ascoltare Wagner». E infinec’è Massimiliano C. che non cela fa più e chiede: «Ma voi riusci-te davvero a trovare tutti quattroore nell’arco della vostra giorna-ta per dedicarli a Wagner?». E seC. ammette: «Assolutamente no»,Tomas Milan lo dice chiaramen-te: «Wagner non è per tutti. Non èmica il Festival di Sanremo».

R.Sco.

Cimeli, dischi, aneddoti: un compositore trattato da rockstarViaggio tra le associazioni italiane dedicate al genio di Lipsia

I L R E P O R T A G E

Il Festivaldi Bayreuth ,in Baviera, fuvoluto dallo stessoWagner. Ottenereun bigliettoper l’evento estivoè molto difficile.Ci si può provarescrivendo, nonoltre la metàdi settembre, a:BayreuthFestspiele ,Kartenbüro,Postfach 100262,D-95402 Bayreuth.Tempo mediodi attesa, 7 anni .Altre indicazioni suwww.bayreuther-fe-stspiele.de.

Richard Wagner ,Cannaregio 2040,Venezia ; tel.041.2760407.Wagnerianadi Bologna,via Milano 7;tel: 051.493892.Wagnerianadi Milano,via Cavalieri del S.Sepolcro, 10; tel.02.8053874. Amicidi Wagner, Roma,via Val Chisone35; tel. 06.8183950.AssociazioneInternazionaleRichard Wagner(Friburgo):www.richard-wa-gner-verband.de/.

CelebrazioniL’avviso di una delle

manifestazionidedicate a Wagner

dopo la morte

A Venezia Sopra, il pianofortenell’appartamento in cui visse Wagner;in alto, alcuni membri dell’associazioneD I R O B E R T A S C O R R A N E S E

15Eventi Scala Venerdì 7 Dicembre 2007 Corriere della Sera