Post on 02-Aug-2020
1
2
i.C. “Leonardo da Vinci” - Ispica
ProGeTTo “SULLe orMe di Leonardo”
A.S. 2018/19
Raccolta di favole ideate e scritte
dagli alunni dellE classi PRIME
della Scuola Secondaria di Primo Grado
“Una ScUoLa da faVoLa”
3
PREFAZIONE
Questa raccolta di favole nasce dall’adesione dei docenti al
progetto intitolato “Sulle orme di Leonardo” che la nostra scuola,
l’Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci di Ispica, ha scelto di
sviluppare nell’anno scolastico 2018/19, in occasione del
cinquecentenario della morte del grande genio del Rinascimento.
Leonardo fu infatti non solo celebre pittore, architetto e
scienziato, ma anche poeta e scrittore, e precisamente autore di
numerose favole.
Proprio prendendo spunto dalla lettura e dall’analisi delle favole di
Leonardo, oltre che di quelle di Esopo e di Fedro, gli alunni delle classi
prime dell’istituto hanno ideato e scritto una propria favola inedita, che
fa parte di questa originale raccolta.
Nei loro lavori i nostri giovanissimi scrittori hanno cercato di
rispettare le regole del genere favolistico antico e si sono sforzati di
suggerire un personale insegnamento, la “morale” della favola; alcuni
testi presentano i personaggi e le situazioni tradizionali, altri invece
cercano di reinterpretare la tradizione e inseriscono le vicende
favolistiche in un’ambientazione più moderna.
Il progetto ha coinvolto gli alunni dell’intero istituto in vari lavori
ispirati alla vita e alle opere di Leonardo ed ha molto appassionato e
incuriosito gli studenti delle classi prime; con le loro favole i più piccini
hanno voluto distribuire infatti preziose perle di saggezza non solo ai
ragazzi più grandi, ma anche a noi adulti. Le favole infatti sono testi per
4
lettori di tutte le età, perché nascondono, dietro un’apparente
semplicità, le risposte alle numerose domande della vita, che spesso
trovano soluzione nell’equilibrio e nella giusta misura.
Il primo ringraziamento va senza dubbio a questi piccoli grandi scrittori
che hanno liberato tutta la loro creatività e hanno dimostrato grande
entusiasmo ed interesse verso questo lavoro.
Un doveroso “grazie” va rivolto anche alle famiglie degli studenti, che
hanno rivestito un ruolo indiretto ma determinante nella riuscita di
questa attività.
Un particolare e sentito ringraziamento infine va al nostro Dirigente
scolastico, il professor Giuseppe Fava, che ha condiviso con noi le finalità
del progetto ed ha creduto fin dall’inizio in questa iniziativa,
incoraggiandoci a lasciare un segno tangibile nei cuori dei “nostri”
ragazzi.
Le docenti di Italiano
Carmela Donzello
Barbara Gregni
Rosalba Raimondo
5
introduzione
La favola è un genere letterario molto antico, che ricorre nella
cultura di ogni paese e affonda le proprie radici nei racconti popolari
tramandati oralmente già in tempi molto lontani.
Il termine “favola”, spesso erroneamente usato come sinonimo di
“fiaba”, deriva dal latino “fabula”, che significa “parlare”. La favola è infatti
un breve racconto in prosa o in versi, i cui protagonisti sono perlopiù
animali umanizzati, che parlano, pensano e si comportano come uomini.
Spesso i personaggi sono pochi, limitati a due o tre, e con i loro
comportamenti rappresentano simbolicamente pregi e difetti tipici degli
uomini.
Le storie sono semplici e si risolvono rapidamente; le favole infatti
hanno un fine moralistico, ovvero trasmettono un insegnamento, che
attraverso una breve storia serve ad ammonire e a far riflettere il
lettore.
La morale di solito è esplicita, cioè viene espressa chiaramente
dall’autore alla fine o, più raramente, all’inizio del racconto. A volte però
può essere implicita o nascosta, e in questo caso spetta al lettore
ricavarla dal testo.
Le favole più antiche sono quelle scritte in greco nel VI secolo a.C.
dallo schiavo Esopo. Erano così celebri che venivano insegnate a scuola
dai maestri; grazie a questi brevi e piacevoli racconti, i giovani studenti
imparavano un complesso di regole comuni, come la fedeltà, l’amicizia,
la gratitudine, il sacrificio, la sincerità, la moderazione.
6
Nel mondo romano la favola trova il suo massimo rappresentante
in Fedro, vissuto nel I secolo d.C., che compose cinque libri di favole in
versi; Fedro, mettendo in risalto le prepotenze e i soprusi della società
romana, presenta la favola come lo strumento con cui i più deboli
possono denunciare le ingiustizie dei potenti.
Dopo Fedro, la favola torna in auge solo nel Rinascimento; sono di
questo periodo le favole di Leonardo da Vinci che furono composte
tra il 1490 il 1494, probabilmente per allietare le serate alla corte
milanese di Ludovico il Moro.
A differenza della tradizione, i personaggi delle favole leonardesche
non sono fissi e stereotipati. Il protagonista di queste favole è sempre
la natura insieme a tutti i suoi elementi: acqua, aria, fuoco, pietre, piante
e animali. Tra questi, le piante sono i soggetti prediletti e a ciascuna di
esse Leonardo attribuisce un carattere umano. Gli animali presenti nei
testi sono invece quelli più ignorati dalla tradizione, come il ragno, la
farfalla, il granchio e l’ostrica.
Il filo conduttore di queste composizioni è il rapporto tra l'uomo
e la natura: Leonardo invita spesso a non superare i limiti della natura;
l’uomo è infatti visto quasi sempre come un intruso, “il guastatore di ogni
cosa creata”.
Le vicende raramente contengono un lieto fine, ma si concludono
spesso con la sconfitta o la morte di un personaggio, che l’avversario è
riuscito a prevaricare perché più furbo o semplicemente più prepotente.
In tempi più recenti la favola è stata rivalutata grazie al francese
Jean de La Fontaine, che con i suoi dodici volumi di Favole scrisse un
vero capolavoro.
7
Il genere favolistico ha ispirato anche nel Novecento molti autori,
che hanno scritto favole adattandole ai nostri tempi e creando il genere
chiamato favola moderna; tra questi ricordiamo gli italiani Trilussa,
Gianni Rodari e Alberto Moravia.
In qualsiasi epoca esse siano state scritte, le favole rappresentano
un salto indietro nel tempo, simboleggiano un viaggio nel mondo della
fantasia e costituiscono un momento di evasione per ogni tipo di lettore,
piccolo o grande che sia.
Carmela Donzello
8
Classe 1 A
Scuola Secondaria I Grado
“Leonardo da Vinci”
a.s. 2018/19
9
chi La fa L’aSPeTTi
di Giuseppe Avveduto – 1 A a.s. 2018/19
In una foresta africana c’erano due volatili, un’aquila e un
falco. I due litigavano sempre
per chi fosse il più bravo a
cacciare.
Un giorno il falco decise di fare
un dispetto all’aquila. Le disse
che vicino all’albero centrale
della foresta c’era molta cacciagione per dei prelibati pasti.
L’aquila incuriosita si recò sul posto, ma vi trovò un
bracconiere che le rivolse contro ripetuti spari. Per sua
fortuna, l’aquila riuscì a sfuggire agli spari e si salvò. Ma,
indispettita, escogitò a sua volta un piano per vendicarsi del
falco.
Così un giorno portò il falco vicino
ad una grande foresta. Qui gli
lanciò una sfida: gareggiare per chi
fosse riuscito a volare più in basso.
Il falco volò così in basso che,
preso dalla competizione, non vide un leone affamato che lo
azzannò e lo inghiottì in un sol boccone.
L’aquila realizzò così un’atroce vendetta.
10
iL PeTTiroSSo, iL corVo e L’aqUiLa
di Andrea Bordonaro – 1 A a.s. 2018/19
Questa favola ci insegna che chi vuole strafare non fa niente
di buono; chi, invece, fa il giusto
si accontenta e gode.
Un giorno d’inverno un
pettirosso e un corvo andarono
alla ricerca di cibo.
Dopo qualche minuto di caccia, il
pettirosso disse: “Andiamo via
da qui, abbiamo preso tutto il cibo che potevamo”.
Il corvo, vanitoso, rispose: “Io sono abbastanza forte da poter
prendere altro cibo”.
Il pettirosso gli spiegò: “È
pericoloso proseguire perché si
sta facendo buio; io vado a casa,
tu continua pure”.
Mentre il corvo cacciava,
incontrò un’aquila che lo divorò e
prima di essere mangiato disse:
“Aveva ragione il pettir…”.
E morì.
11
La VoLPe e L’USiGnoLo
di Chiara Caruso – 1 A a.s. 2018/19
Un giorno una volpe affamata vide un usignolo piccolo e
indifeso. Aveva un pezzo di carne in bocca, allora la volpe
astuta gli fece un bel complimento.
Così l'usignolo si mise a cantare e il pezzo di carne cadde.
La volpe allora prese la carne e l’usignolo rimase a bocca
asciutta.
La morale è che non bisogna dare importanza ai complimenti
degli altri.
12
LEONI A DUELLO
di Giuseppe Colombo – 1 A a.s. 2018/19
c’erano un giorno due leoni di diversa età.
Uno si chiamava Fil ed era un leone molto vanitoso, da anni
imbattuto nel combattimento; era considerato ormai da tutti
il più forte, sebbene fosse il più anziano.
Invece Achille, l’altro leone, era ancora giovane, ma già molto
forte.
Fil voleva sempre essere al centro dell’attenzione, così sfidò
Achille a duello. Achille sapeva benissimo che Fil era ancora
troppo forte per lui, ma ci volle provare lo stesso e accettò la
sfida.
Così iniziò il duello e, dopo circa dieci minuti, Achille era quasi
sfinito e dal momento che non ce la faceva più abbandonò la
sfida.
Certamente Fil era contentissimo della vittoria e si vantava
sempre e con tutti. Invece Achille incominciò ad allenarsi, fin
quando non diventò veramente forte. Allora sentì che era
arrivato il momento di sfidare nuovamente Fil, il quale nel
frattempo non aveva fatto altro che vantarsi.
E così iniziò il secondo duello. Fil notò subito che qualcosa era
cambiato, ma era ancora convinto di essere il più forte.
13
Purtroppo però Achille era ormai diventato bravissimo grazie
ai numerosi allenamenti e questo portò Fil ad abbandonare il
duello. Achille recitò infine queste parole: "Chi dorme non
piglia pesci".
Questo vuol dire che chi si impegna, prima o poi arriverà al suo
traguardo, per chi invece non fa niente quel momento non
arriverà mai.
14
IL CERVO E LA VOLPE
di Giulia di Benedetto – 1 A a.s. 2018/19
Un cervo aveva catturato e ucciso uno scoiattolo. La volpe lo
guardava gustarselo e quando il cervo se ne accorse la volpe
scappò via. Quindi il cervo se ne andò portando con sé lo
scoiattolo.
Il giorno seguente il cervo andò a casa della volpe con la pelle
dello scoiattolo, ma dentro, invece della carne, c’era la terra.
La volpe, pensando che fosse un gesto carino da parte del
cervo, la prese e la mangiò, senza accorgersi di quello che c’era
dentro.
Il giorno dopo andò dal cervo e lo invitò a cena offrendogli un
cinghiale ricoperto di salsa piccante.
Morale della favola? CHI LA FA L’ ASPETTI.
15
il cane che aiuta il lupo
di Carmelo Distefano – 1 A a.s. 2018/19
Il lupo Pippo stava giocando con i suoi amici a pallavolo. Ad un
certo punto sbucò da un cespuglio Leo, un cagnolino.
Leo gli chiese:" Posso giocare anch'io?'' e il lupo gli rispose:
"No, non puoi giocare perché sei troppo basso". E concluse con
una risata.
Il cane triste se ne andò più
in là a giocare da solo. Il
gatto Ciccio lo incontrò e
incominciarono a giocare
insieme.
Ad un certo punto si
sentirono le urla di Pippo. Leo e Ciccio gli chiesero: “Pippo,
perché urli?" e il lupo rispose: "La mia palla è andata a finire in
una grotta molto stretta dove io non riesco ad entrare!''
I due animali andarono a vedere e il cane, essendo piccolo,
riuscì a passarci e riprese la palla. Così il lupo capì di aver
sbagliato e non prese più in giro nessuno.
Questa favola insegna che non bisogna mai prendere in giro
nessuno, perché chiunque può aiutarti nelle cose che non riesci
o non puoi fare.
16
L’aSineLLo e i Libri
di Martina Fava – 1 A a.s. 2018/19
Morale: nulla si ottiene senza sacrificio.
Al piccolo asinello non piaceva per niente studiare. Invece di
andare a scuola come tutti i suoi compagni, si divertiva a
passeggiare nel bosco.
"Leggere tutto quello che è scritto nei libri é molto facile. Se li
mangiassi tutti,
imparerei molte
cose e non dovrei
andare più a scuola.”
E, senza pensarci
due volte, cominciò
a inghiottire i suoi
libri fino all’ultima
pagina.
Subito l’asinello si
sentì molto più
saggio e fiero di
tutto il sapere che aveva divorato. “Andrò a scuola e farò
sfoggio di quello che ho imparato davanti ai miei compagni.
Non crederanno alle loro orecchie!"
17
A scuola i compagni stavano aspettando impazienti quello che
l’asinello aveva da dire ma, quando aprì bocca, gli uscì solo un
versaccio. Tutti cominciarono a prenderlo in giro e venne
cacciato dall’aula.
Dopo la brutta figura che aveva fatto davanti ai suoi compagni,
il piccolo asinello capì che se voleva imparare, avrebbe dovuto
fare come i suoi amici: studiare tanto.
E da quel giorno non perse neanche una lezione.
18
LA GARA NELLA GIUNGLA
di Lorenzo Ferro – 1 A a.s. 2018/19
c’era una volta una gara in una giungla, a cui avevano
partecipato molti animali: un coccodrillo, un camaleonte, un
leone, una lepre e una tartaruga.
Lo scopo della gara era vincere un pezzo di carne.
Tutti gli animali si sfidarono, tranne la tartaruga, che riuscì a
scappare via in tempo per evitare lo scontro.
Alla fine della gara, la tartaruga tornò indietro e vide che tutti
gli animali si erano fatti male.
Allora la tartaruga cercò di aiutarli portando loro del cibo e
delle erbe per curare le loro ferite.
Gli animali si rialzarono e la tartaruga disse: “Perché vi
scontrate se sapete che vi farete male?”
Gli animali risposero: “Per avere un pezzo di carne”.
Allora la tartaruga esclamò: “Non capite che il cibo si può
trovare anche senza gara e senza farvi male?”
Così la tartaruga convinse gli altri animali ad arrivare al
traguardo con la calma e dividere tra loro la carne.
La morale di questa favola è che l’importante è partecipare,
non vincere.
19
LA CICALA E TALPA MALEFICA
di Vincenzo Gambuzza – 1 A a.s. 2018/19
Un giorno una talpa invitò una cicala a casa per fare i compiti
insieme. La cicala, arrivata a casa della talpa, bussò ed essa
sbucò subito fuori e insieme decisero di andare nella collina lì
vicino.
La talpa si nascose sopra un albero e la cicala spaventata chiese
aiuto ad una formica, che la ignorò. La cicala continuò a
cercare la talpa, poi impaurita tirò fuori il telefonino e
piangendo chiamò sua madre.
Il giorno dopo la cicala era arrabbiata e a scuola davanti ai suoi
compagni abbassò i pantaloni alla talpa per dispetto, ma invece
di farla piangere, la talpa scoppiò a ridere.
La cicala, arrivata a casa, prese il computer e hackerò l’account
della talpa. Iniziò a vedere di cosa aveva paura e trovò tra le
sue paure quella del buio.
Il giorno dopo la cicala invitò la talpa a casa sua, la rinchiuse in
una stanza senza luce e scappò. Finalmente fu felice e rideva
all’impazzata perché la sua vendetta era stata perfetta, mentre
la talpa capì che “Chi la fa l’aspetti”.
Da quel giorno la cicala e la talpa furono nemiche e non si
parlarono più.
20
IL LEONE E IL MONTONE
di Daniel Giliberto – 1 A a.s. 2018/19
un giorno un leone discuteva con un montone su chi fosse il
più forte.
Così il leone sapendo di poter vincere facilmente, lo sfidò a
braccio di ferro. Il leone utilizzò quindi il minimo delle sue
forze, prendendosi gioco del suo rivale.
Il montone, che era molto più astuto, usò le sue corna al posto
della zampa. Mettendoci tutta la forza che aveva riuscì a
battere il leone.
Questa favola ci insegna che la forza non è solo nei muscoli, ma
anche nel cervello.
21
Il lupo e il pastore
di Gabriele Granata – 1 A a.s. 2018/19
Un lupo andava dietro a un gregge di pecore senza far
loro nulla di male.
Il pastore da principio si guardava da lui come da un
nemico e lo sorvegliava pieno di sospetto.
Ma poiché quello continuava a seguirli e non faceva
nemmeno un tentativo di rapina, finì col considerarlo un
guardiano più che un nemico in agguato.
Quando ebbe bisogno di recarsi in città, prima di partire,
affidò le pecore a lui; ciò fu però una vera disgrazia, perché
al momento giusto il lupo mangiò buona parte del gregge.
Quando al suo ritorno il pastore vide il gregge distrutto,
esclamò: “Povero me! La colpa è tutta mia: perché ho
affidato delle pecore a un lupo?”
Così anche tra gli uomini è più che naturale che chi affida
un deposito a una persona avida non lo riabbia più indietro.
22
LA FARFALLA E IL RAGNO
di Antonino Leontini – 1 A a.s. 2018/19
C'era una volta in un bosco bellissimo una farfalla di una
specie rarissima. Un giorno in cui soffiava un vento molto forte
e c’era un brutto temporale, la povera farfalla non riusciva a
volare. Fu invece travolta dalla tempesta e fortemente
trascinata in un dirupo gelido e freddo e cadde proprio nella
ragnatela di un ragno.
La farfalla, molto spaventata ed intrappolata, pregò il ragno di
non ucciderla e di ridarle invece la libertà perché prima o poi
lui avrebbe potuto avere bisogno di lei. Il ragno non era affatto
convinto della sua idea, ma decise comunque di liberarla.
Qualche mese dopo il ragno uscì in giro per il bosco, ma
involontariamente cadde in una profonda buca.
Allora pensò alla sua amica farfalla e alla promessa che gli
aveva fatto, ossia che se lui avesse avuto bisogno, lei sarebbe
presto intervenuta.
Così la chiamò: “Amica vieni a salvarmi, ho bisogno di te,
questo vortice mi travolgerà!”. Così lei, come fedelmente
aveva promesso, subito arrivò con le sue ali incantevoli ed
accoglienti e si offrì per poterlo salvare.
Da quel giorno i due furono amici per sempre.
23
Il Cardellino
di Osama Mabrouk – 1 A a.s. 2018/19
Un giorno un cardellino ritornò nel suo nido con un verme in
bocca, ma non trovò più i suoi figli. Qualcuno durante la sua
assenza li aveva rubati.
Il cardellino preoccupato iniziò a cercare piangendo e
gridando, ma nessuno rispose.
Un giorno si incontrò con un fringuello e gli disse: “Mi pare di
aver visto i tuoi figli nella casa del contadino”.
Quando il cardellino arrivò nella casa del contadino si posò sul
tetto, ma non trovò nessuno. Allora scese sull’aia: era deserta.
Alzando la testa vide una gabbia appesa fuori dalla finestra e i
suoi figli che erano prigionieri.
I figli quando videro la madre iniziarono a pigolare dicendo:
“Facci andare via da qui” e cercavano di rompere la gabbia.
L’indomani il cardellino portò loro da mangiare per l’ultima
volta, ma il pasto era avvelenato.
Così gli uccellini morirono.
La morale della favola è “meglio morti che perdere la libertà”.
24
Il ghiro e lo scoiattolo
di Angelo Maucieri – 1 A a.s. 2018/19
Ai piedi dell’albero, abitava un ghiro che, pur essendo pigro,
raccoglieva provviste per l’inverno.
Lo scoiattolo, che era un furbacchione, gli fece un dispetto:
gettò giù da un ramo una ghianda e gridò per salutarlo: “Salve,
signor ghiro! Guardi cosa le sta accadendo in testa!”
Il ghiro pensò che fosse uno scherzo e non si spostò.
Da lì a qualche secondo, la ghianda gli piombò addosso. Lo
scoiattolo si mise a ridere e il ghiro si girò.
“Non sono scherzi da
fare!” disse allo
scoiattolo.
“Mi hai fatto male!”
Qualche settimana
dopo, lo scoiattolo
stava sistemando le
ghiande nella sua
tana. Ad un tratto il
ghiro suonò alla
porta tenendo un cestino.
“Aprimi la porta, sono il ghiro, ti ho portato un regalo!”
esclamò.
25
Lo scoiattolo aprì subito, senza indugio, ansioso di sapere quale
regalo lo aspettasse, il ghiro gli diede il cestino, poi si defilò.
Lo scoiattolo aprì il cestino e dentro trovò molte noci, ma
erano tutte marce.
Il ghiro che era rimasto ai piedi dell'albero, gridò per farsi
sentire dallo scoiattolo: “CHI LA FA L'ASPETTI!”
26
IL LUPO E IL FENICOTTERO
di Leonardo Meli – 1 A a.s. 2018/19
Il lupo e il fenicottero erano grandi amici, però si facevano
sempre dispetti.
Un giorno il lupo invitò il fenicottero a casa sua per una cena.
Mise in un piatto stretto e troppo poco profondo una zuppa a
base di lenticchie, il piatto preferito del fenicottero. Mentre il
lupo mangiava tranquillamente, il fenicottero restò a bocca
asciutta.
A sua volta, il fenicottero invitò il lupo a mangiare a casa sua e
mise in un vaso dal collo lungo prelibati bocconcini di pesce. Il
fenicottero mangiò bene, mentre il lupo restò a bocca asciutta.
Morale della favola: nella vita non si fanno dispetti perché
tornano sempre indietro.
27
I due topi
di Anita Nigro – 1 A a.s. 2018/19
Due topi erano sdraiati sotto una panca.
Ad un tratto il topo femmina disse: “L'inverno è ormai
arrivato! Dobbiamo costruirci un piccolo rifugio”.
Il topo maschio rispose: “Non disturbarmi, c’è ancora tempo
per questo”.
Il topo femmina allora pian piano se ne andò e si mise a lavoro.
Dopo il topo maschio si svegliò dal suo riposino e non
trovandola si mise a cercarla.
Quando la trovò, notò che aveva già costruito il rifugio. Il topo
maschio stava subito per entrare, ma il topo femmina esclamò:
“Tu non hai voluto lavorare, ora dormirai sotto la panca!”.
Il topo maschio, senza dir niente, se ne andò.
Dopo iniziò a piovere e il topo maschio, non sapendo dove
rifugiarsi, morì per la troppa pioggia.
28
IL LEONE E LA CARNE
di Lisa Nigro – 1 A a.s. 2018/19
Un leone molto affamato ordinò agli altri animali di portargli
un carico di carne, così gli animali si affrettarono a portarlo.
Il carico di carne venne depositato in una barca per
attraversare un fiume e la barca fortunatamente resse a
questo carico. Il leone non fu contento, perché voleva più
carne, così gli animali andarono a prendere dell’altra carne.
Il carico si fece più pesante e la barca lo resse a malapena, così
portarono anche questo carico al leone.
Egli però non era ancora soddisfatto, perché la carne che gli
animali avevano portato gli sembrava poca.
Gli animali cercarono di spiegare al leone che la barca non
avrebbe reso al carico troppo pesante, ma il leone insistette,
così gli animali obbedirono.
Il carico era diventato così pesante che la barca, mentre
attraversava il fiume, si spezzò in due parti e la carne cadde nel
fiume e venne trasportata dalla corrente fino a una cascata.
Gli animali arrivarono a mani vuote dal leone affamato e lo
avvisarono dell’accaduto, così egli restò a bocca asciutta.
Questa favola insegna che chi vuole troppo, nulla stringe.
29
Il gatto e il topo
di Ilaria Sarta – 1 A a.s. 2018/19
Un gatto tranquillo guardava la televisione sopra il suo
comodissimo divano. Un topino nel frattempo gli faceva gli
scherzi telefonici e il gatto urlava “Pronto! Pronto!”, ma
nessuno dall’altra parte rispondeva.
Questo accadde per tre volte finché, alla quarta volta, il gatto
vide il topo riflesso sullo schermo del televisore.
Allora per vendicarsi prese un pezzo di scotch, lo arrotolò e lo
mise dentro il pulsante del citofono della casa del topino;
quindi il campanello non smise piú di suonare.
Il topino, come impazzito, inizió a correre per tutta la stanza.
Alla fine disperato, prese un martello e ruppe il campanello che
finalmente finì di suonare.
Il gatto divertito lo riprendeva con il suo telefonino. Infine gli
invió il video tramite WhatsApp con su scritto: “CHI LA FA
L'ASPETTI!”.
30
UN CUCCIOLO DI LEONE CON LA
MACCHIA ROSSA
di Gioele Spadaro – 1 A a.s. 2018/19
Quel giorno in Africa faceva particolarmente caldo, ma ai vari
cuccioli di volpe della foresta non dava fastidio.
Giocavano a palla e ad un tratto da un cespuglio sbucò fuori un
cucciolo di un leone che chiese agli altri cuccioli se poteva
giocare, ma tutti risposero di no perché aveva sul suo viso una
macchia rossa. Così, rattristato il cucciolo di leone si diresse
verso l’esterno della foresta.
Allora in un albero vide uno scoiattolo con il quale fece amicizia
e giocarono insieme. Ad un tratto gli animali che si trovavano
all’interno della foresta gridarono aiuto, perché c’erano delle
persone malvagie che volevano catturare gli animali presenti.
Piano piano queste persone malvagie si avvicinarono al
cucciolo di leone per catturare anche lui. Tutti gli animali,
ormai circondati dalle persone crudeli, erano nel panico, ma al
cucciolo di leone venne la splendida idea di attaccare
aggressivamente le persone che, spaventate, scapparono.
Una volta salvati, tutti gli animali si abbracciarono l’un l’altro
pieni di gioia e di felicità. Abbracciarono anche il leone con la
macchia rossa, così diverso da averli salvati tutti.
31
L’ aGneLLo e La VoLPe
di Zaira Spadaro – 1 A a.s. 2018/19
Un giorno un agnello, mentre giocava con il telefono, scoprì
che un animale aveva il suo numero e gli aveva inviato un
messaggio su WhatsApp.
La sua immagine-profilo era la foto di una volpe. L’agnello
rispose al messaggio e la volpe, dopo avergli spiegato come
aveva avuto il suo numero, gli chiese di incontrarsi.
La volpe aveva escogitato un buon piano per “papparsi”
l’agnello, ma quello, avendo capito tutto, saggiamente andò
dalla volpe con il suo amico toro.
La volpe, che
pensava d’avere
una preda facile,
scappò e così
l’agnello esclamò:
“Fidarsi è bene, ma
non fidarsi è
meglio”.
E se ne andò via con
il suo amico.
32
Classe 1 B
Scuola Secondaria I Grado
“Leonardo da Vinci”
a.s. 2018/19
33
IL LUPO E IL TORO
di Manuel Agosta – 1 B a.s. 2018/19
Un giorno un lupo affamato andò in cerca di cibo. Dopo aver
gironzolato in lungo e in largo giunse in una fattoria; disteso
vicino ad un albero vide un toro mezzo addormentato e ne
approfittò per mettere in atto una delle sue trappole.
Il lupo si avvicinò al toro e gli domandò: “Mi faresti compagnia,
visto che sono solo soletto?”. Il toro, sentendo la proposta
allettante, si destò e si sollevò da terra, pronto a seguirlo.
Camminarono a lungo e il toro cominciò ad avere un brutto
presentimento, poi però cambiò idea perché, tutto sommato,
il lupo con lui si comportava bene.
Dopo qualche ora, finalmente, raggiunsero il luogo in cui il lupo
aveva preparato la trappola. C’era un enorme fuoco acceso e
il toro insospettito chiese al lupo: “Cosa hai intenzione di
fare?”. Il lupo rispose tranquillamente: “Una grigliata tra amici,
34
noi siamo arrivati per primi! Ora ci raggiungeranno gli altri.
Vedrai come ci divertiremo!”.
Il toro iniziò davvero ad avere paura perché temeva fosse
giunta la sua ora, soprattutto quando il lupo, con una scusa, lo
fece avvicinare al grande fuoco.
A quel punto il toro non ebbe più dubbi, capì l’inganno e la vera
intenzione del famelico lupo. Così cominciò a correre a
perdifiato, fuggì lontano e si salvò la vita.
La favola insegna che fidarsi è bene, ma non fidarsi è anche
meglio!
35
LA LEPRE E LA FORMICA
di Paola Betta – 1 B a.s. 2018/19
Un giorno una lepre e una formica si sfidarono: l’obiettivo era
costruire la casa più bella in meno tempo possibile.
La lepre, sicura della sua bravura, lavorò velocemente e si
divertiva a ripetere alla povera formica: “Cosa credi di fare?
Non vedi? Io sono molto più brava di te!!”
La formica, invece, era più cauta e attenta a non commettere
errori.
Così, allo scadere del tempo, la formica aveva fatto un vero
capolavoro e vinse la sfida. La lepre, invece, aveva combinato
solo un gran pasticcio.
La favola insegna che non bisogna mai sopravvalutarsi perché
gli altri potrebbero essere migliori di noi.
36
L’aSineLLo e La VoLPe
di Simone Brafa – 1 B a.s. 2018/19
Una volpe molto furba e astuta aveva il compito di
sorvegliare la foresta abitata da asini, scimmie e altri animali.
Un giorno un asinello, lungo il suo cammino, incontrò una
volpe che gli domandò: “Dove vai così di fretta? Fermati un
attimo, vedo che sei stanco. Avvicinati, ti faccio rilassare un
po’, so che sei un animale buono e pacifico. Sarà un piacere
averti come amico!”
Quindi gli propose un gioco, ma aveva già in mente di fargli un
brutto scherzo. Gli chiese di aprire le mani e quando l’ingenuo
asinello lo fece, gli cadde a terra una lama.
La volpe furba si finse sorpresa e furiosa. Poi aggiunse. “Cosa
avevi intenzione di fare? Volevi approfittarti della mia
gentilezza? No, non puoi essere mio amico, vattene via!”.
37
E fu così che l’asinello venne cacciato anche da tutti gli altri
animali della foresta e visse per sempre da solo.
La favola insegna a non fidarsi mai dei più furbi che dietro ogni
gesto nascondono l’inganno.
38
L’aPe e L’orSo
di Diego Domenico Cappello – 1 B a.s. 2018/19
In un bosco un’ape era intenta a produrre il miele quando un
orso si avvicinò all’alveare e se lo mangiò tutto.
Allora la poveretta chiese aiuto alle amiche api che inseguirono
l’orso per il bosco e lo punsero lungo tutta la schiena.
Così il golosone dolorante si mise a correre a perdifiato e,
trovato un laghetto, si buttò nell’acqua, placando l’ira delle api
inferocite.
La favola insegna che non è bene rubare ciò che appartiene agli
altri.
39
IL GATTO FUGGITIVO
di Giorgia Cicero – 1 B a.s. 2018/19
Un gattino che abitava in una campagna sperduta veniva
preso in giro dai compagni per il suo corpicino estremamente
piccolo e per il suo carattere molto dolce e sincero. “Oh,
povero me, perché tutti mi prendono
in giro? Come vorrei vivere felice e
rispettato!” Un giorno vide un carro
gigantesco che trasportava del cibo
per animali diretto alla fattoria più
grande del paese. Velocemente, senza
farsi vedere, scappò via dalla
campagna per inseguire quel carro e, subito, con movimenti
svelti, ci salì su.
Arrivarono a destinazione e il gattino, un po’ confuso, andò in
giro per le strade a cercare un padrone. Un uomo lo vide in un
cantuccio tutto tremante e spaventato e disse tra sé e sé:
“Com’è dolce, piccolo e indifeso questo cucciolo. Sembra
anche impaurito, poverino”.
Così lo prese in braccio, lo accarezzò dolcemente e lo portò
nella sua accogliente e comoda casa, trattandolo proprio come
un figlio.
La morale è: “Fuggi via da chi ti fa stare male, stai sempre
accanto a chi ti fa sentire bene e ti strappa un sorriso!”.
40
LA VOLPE E IL CIGNO
di Francesca Denaro – 1 B a.s. 2018/19
Una volpe affamata vide un bel cigno che nuotava nello
stagno, gli si avvicinò e gli disse: “Come sei bello! Com’è
candido il tuo piumaggio! Sicuramente, passare un po’ di
tempo con te sarebbe altrettanto stupendo!! Vuoi fare una
passeggiata?”.
Il cigno, tutto lusingato, rispose: “Certo, volentieri!”.
Ma, arrivati a metà strada, in un luogo isolato ed appartato, la
volpe, in un sol boccone, se lo mangiò.
Questa favola insegna che non dobbiamo farci ingannare dagli
altri. “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!”
41
IL CAMALEONTE
di Clelia Di Gregorio – 1 B a.s. 2018/19
Un camaleonte veniva deriso da tutti gli animali della foresta
per il suo aspetto e per questo stava sempre da solo.
Un giorno tutti gli animali del bosco organizzarono una gara:
avrebbe vinto chi fosse riuscito a non farsi trovare.
Il camaleonte decise di partecipare, ma i suoi amici gli dissero:
“Tu sei strano, non puoi giocare con noi” e il povero
animaletto rispose: “Scoprirete che, proprio grazie alla mia
stranezza, alla mia diversità, riuscirò a battervi”.
E fu così che alla fine il camaleonte si mimetizzò e riuscì a
vincere la gara, lasciando tutti esterrefatti.
La favola insegna che non bisogna mai sottovalutare gli altri e
giudicarli solo per il loro aspetto esteriore.
42
iL GaMbero e L’aGneLLo
di Daniela Di Martino – 1 B a.s. 2018/19
Un agnello beveva il latte dal cocco caduto dagli alberi. Arrivò
un gambero e chiese all’agnello: “Perché ti accontenti di un
cocco troppo maturo, quando puoi arrampicarti e prenderli
tutti? Quelli sì che sono buoni e saporiti!!”.
L’agnello rispose: “È troppo pericoloso, potrei cadere e farmi
male, non sono bravo a risalire il tronco!”.
Il gambero allora, fin troppo sicuro di sé, si arrampicò, ma
dopo alcuni istanti, cadde a testa in giù e a mani vuote. Per
fortuna il suo guscio lo riparò dall’urto.
La favola insegna che “Chi troppo vuole, nulla stringe”.
43
chi La fa L’aSPeTTi
di Giuseppe Dimartino – 1 B a.s. 2018/19
Il toro Tonino e l’agnello Ginetto stavano facendo una
passeggiata lungo il fiume.
Il lupo Roberto avrebbe voluto mangiare l’agnello, ma era
consapevole che il toro, potente e grosso, glielo avrebbe di
certo impedito.
Allora andò dal leone Leo e dalla
volpe Romina e chiese loro: “Mi
dareste una mano a catturare
l’agnello e il toro?” “Con grande
piacere” risposero prontamente i
due amiconi.
Così si prepararono per l’ardua
impresa, con l’intento di colpirli proprio durante la loro
consueta passeggiata quotidiana. I tre misero in atto una
manovra a tenaglia per ucciderli, ma lo scaltro e furbo toro
riuscì a proteggere l’agnello, anche se, durante lo scontro,
rimase ferito.
Una volta guarito, però, il toro raggiunse la casa del lupo e la
distrusse.
Quest’ultimo, piangendo, se ne andò con la coda tra le zampe,
mentre il toro gli ripeteva: “Chi la fa, l’aspetti!”
44
LA SCIMMIA E IL LAMA
di Giulia Donzello– 1 B a.s. 2018/19
La scimmia dalle zampe bianche, un giorno, decise di fare uno
scherzo a un lama.
Lo scherzo consisteva nel rubargli tutte le provviste per poi
fargliele ritrovare dentro una pozzanghera.
Il perfido intento venne messo in atto. Il lama, dal suo
cantuccio, vide la scimmia ridere di lui mentre fissava la
pozzanghera; così gli si avvicinò, guardò le provviste ormai
perse e gli disse: “Lo so che ti stai divertendo un mondo, ma
pensa se lo avessero fatto a te!”.
La scimmia cancellò il sorriso dalla faccia e si girò
scomparendo mesta mesta tra i rami della foresta.
“Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te!”.
45
La VoLPe e L’aGneLLo
di Giovanni Fava – 1 B a.s. 2018/19
Una volpe, lungo un ruscello, vide un agnello e pensò tra sé e
sé: “Com’è tenero! La sua carne sarà squisita, lo devo
mangiare!!”.
Così disse all’agnello: “Guarda come brilla l’acqua, avvicinati”.
L’agnello si avvicinò al ruscello, ma ben presto capì che era un
tranello. All’improvviso il ramo sotto cui si era riparata la
volpe, si staccò dall’albero e l’agnello, accortosi del pericolo,
urlò: “Allontanati, veloce, sei in pericolo!!”
La volpe, con uno scatto fulmineo, si allontanò dall’albero e fu
salva. Così ringraziò l’agnello e gli risparmiò la vita.
La favola insegna che bisogna sempre essere grati a chi ci dà
una mano.
46
LA RANA E IL CONIGLIO
di Salvatore Gennaro – 1 B a.s. 2018/19
Un giorno, in uno stagno, una rana stava inseguendo una
libellula. Ad un tratto cadde, come al solito, nella tana del
coniglio che tranquillamente stava mangiando le carote.
La rana gli disse. “Ahi, mi sono fatta male!” E il coniglio rispose.
“Devi stare attenta a dove metti i piedi! Non è la prima volta
che disturbi la mia quiete!”
“Ma io guardavo in alto perché inseguivo la libellula, non l’ho
fatto volutamente.” Il coniglio ormai stufo ed arrabbiato
decise comunque di vendicarsi.
Si recò presso lo stagno e vi gettò tutti i resti delle sue carote.
Così lo stagno divenne invivibile per la povera rana che fu
costretta ad andarsene lasciando il coniglio in pace.
La favola insegna che si deve stare sempre attenti a dove si
mettono i piedi per non incorrere in spiacevoli conseguenze.
47
WOLF E BETTY
di Felisia Giudice – 1 B a.s. 2018/19
Due cani randagi di nome Wolf e Betty erano da sempre
amici. Un giorno decisero di andare in campagna per una
passeggiata, fecero il bagno nello stagno e si rotolarono nel
fango.
Ad un certo punto pensarono di
giocare con un legnetto, ma non
riuscirono a trovarne neanche
uno. Così Wolf disse: “Betty,
aspettami qui, lo vado a cercare
io”.
Poco dopo giunse in quel luogo l’accalappiacani che portò via
Betty. Wolf, accortosi dell’accaduto, provò ad aiutarla ma non
ci riuscì; allora corse abbaiando sempre più forte verso la
fattoria del suo vecchio padrone Robert per chiedergli aiuto.
Robert lo accompagnò al canile e Wolf, una volta entrato,
riuscì a mettersi d’accordo con Betty. Appena l’uomo la afferrò
per metterla in gabbia, lei gli diede un morso, mentre Wolf
faceva rotolare a terra vari barili che crearono un gran fracasso
nella stanza. A quel punto i due amici riuscirono a scappare e
andarono a vivere felici nella fattoria di Robert. Questa è la
vera amicizia: aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà.
48
LA SCIMMIA TESTARDA
di Francesca Giuliana – 1 B a.s. 2018/19
In una foresta una piccola ed inesperta scimmia affamata
cercò di prendere un frutto in cima ad un albero.
Tentò in diversi modi, ma invano. La prima volta smosse il
tronco per far cadere il frutto, poi, non ottenendo alcun
risultato, prese una pietra e la lanciò contro un ramo, ma
anche questo tentativo fallì. Demoralizzata, pensò tra sé e sé:
“Come posso fare? Ho troppa fame e questo albero è pieno di
banane mature e gustose!!”.
Si disperò, ma non si
arrese. Così provò con
un altro metodo ancora
e cercò di arrampicarsi.
Anche se ci mise molto,
alla fine ci riuscì e prese
un frutto.
Il giorno dopo non ripeté più gli errori del precedente. “Questa
volta so come fare!” pensò pregustando il lieto pasto. Subito si
arrampicò come un fulmine e raccolse molto rapidamente e
con facilità tante banane.
Questa favola insegna che non bisogna arrendersi subito,
perché sbagliando s’impara.
49
LA LUMACA E IL TOPO
di Silvia Incatasciato – 1 B a.s. 2018/19
Un giorno un topo si recò in giardino per procurarsi del cibo.
Dopo il lungo pomeriggio trascorso a raccogliere bucce,
molliche, resti di formaggio e verdura di vario genere, il topo
incontrò una lumaca curiosona, intenta a guardare tutti i suoi
movimenti e le disse: “Cosa vuoi? Cibo non te ne do!”.
La lumaca rispose: “Va bene, allora resto qui ad osservarti”. La
lumaca, che era furba, aspettò con calma che il topo, stanco, si
addormentasse, per prendersi tutto ciò che aveva raccolto,
senza alcuno sforzo. E così fu.
La favola dimostra che bisogna sempre stare attenti a chi si
approfitta del lavoro altrui.
50
IL LUPO E LA LEPRE
di Andrea Lorefice – 1 B a.s. 2018/19
In un bosco molto lontano viveva un lupo affamato.
Ad un tratto, correndo come un fulmine, arrivò una lepre e il
lupo la rincorse. Quando la lepre, ormai stanca, si fermò, il lupo
la raggiunse e disse. “Ti ho presa finalmente!”.
Proprio mentre stava per agguantarla, arrivò il padre della
lepre che, velocemente, la afferrò e la portò via con sé, per
trovare rifugio nella loro tana sicura.
Il lupo, nel tentativo di entrare, si chiuse la coda tra le ante
della porta. E gridò: “Ahi, povero me, che dolore!” e cominciò
a tirare per liberarsi. Ma tirando, tirando e tirando ancora, la
coda si staccò e il lupo corse via saltellando per il gran dolore.
La favola insegna che prendere di mira qualcuno può causare
solo guai.
51
I LUPI E GLI AGNELLI
di Skander Maalel – 1 B a.s. 2018/19
Tanto tempo fa, in un luogo non precisato, c’erano due lupi e
sei agnelli. Quando i lupi incontrarono due di essi, decisero di
fare loro un brutto scherzo, addirittura pensarono di
mangiarli.
Uno dei due lupi si nascose e l’altro disse ad un agnello: “Là c’è
un bel prato e l’erba è molto buona!”. Così i due agnelli vi
andarono di corsa, ma il lupo saltò fuori dal suo nascondiglio e
ne mangiò uno in un sol boccone. Poi, con la pancia piena, si
sdraiò all’ombra di una grande quercia e si addormentò. L’altro
agnello, tutto impaurito, disse tra sé e sé: “Devo andare a
chiamare i mei amici agnellini, solo con il loro aiuto riuscirò a
sconfiggere i lupi cattivi”. Ma alla fine i due lupi riuscirono a
mangiarli tutti e sei.
La morale di questa favola è che non bisogna fidarsi molto delle
persone, persino di quelle che sembrano amiche”.
52
LA SCIMMIA, IL CAMALEONTE E IL
GATTO
di Nicolas Portochese – 1 B a.s. 2018/19
Un giorno una scimmia, mentre passeggiava serenamente
per la giungla mangiando una banana, lungo il suo cammino
incontrò un camaleonte che prendeva il sole, così gli disse:
“Vuoi fare una partita di calcio?” Il camaleonte rispose
prontamente: “Sì, volentieri!”.
La scimmia, nota a tutti per i suoi scherzi, portò il camaleonte
credulone in una grotta e lo lasciò là dicendogli che sarebbe
andato a chiamare i suoi compagni.
Dopo un po’ arrivò un gatto che, vedendolo tutto solo e triste,
gli disse: “Cosa fai al buio solo soletto?” Il camaleonte rispose:
“Sto aspettando la scimmia, mi ha detto che dobbiamo fare
una partita di calcio”.
53
Allora il gatto replicò: “La scimmia è una
burlona! Ma tu credi a tutti? Andiamo, vieni
con me, lascia perdere, torna alle tue
attività, ascoltami”.
E lo accompagnò fuori dalla grotta. È
proprio vero che è meglio non fidarsi di chi
non si conosce!!
54
LA LEONESSA E LA GAZZELLA
di Bruna Rabbito – 1 B a.s. 2018/19
Nella savana una leonessa e una gazzella erano acerrime
nemiche. La leonessa tentava di sbranare la gazzella, ma lei
fortunatamente riusciva sempre a
sfuggire.
Un giorno i cuccioli della leonessa
stavano giocando vicino a un dirupo, ma
si erano avvicinati troppo al precipizio e
stavano per cadere. Così la leonessa,
tutta agitata, chiese alla gazzella: “Ti
prego, tu che sei agile e scattante
anche sulle pendici rocciose, salva i
miei piccoli che sono in pericolo!”
La gazzella, tenera di cuore, le
rispose: “Certo, stai tranquilla, ci
penso io”. Così la gazzella con abilità salvò i cuccioli e le due,
finalmente, diventarono buone amiche.
La leonessa fu sempre grata alla gazzella che trovò in lei una
fedele compagna di giochi.
La favola insegna che “anche la regina della foresta ha avuto
bisogno di un suo suddito, quindi, anche i grandi e i potenti
possono trovarsi in situazione di bisogno!”
55
IL GATTO BUGIARDO E IL TOPO
di Gaia Zocco – 1 B a.s. 2018/19
Tanto tempo fa, in una vecchia fattoria, viveva un contadino
insieme al suo gatto. Di tanto in tanto il contadino tagliava del
lardo e lo lasciava sul tavolo della cucina pronto per il pranzo.
Un giorno, ritornato a casa, si accorse che il quantitativo del
lardo era inferiore a quello da lui tagliato.
Passarono i giorni e, visto che il fatto succedeva spesso, il
contadino si rivolse al suo gatto
dicendogli: “Sei stato tu a
mangiare il lardo o qualcun
altro?!”
“Io? Assolutamente no!” Rispose il
furbastro prontamente. Il gatto non solo negò di essere stato
lui, ma addirittura diede la colpa ai topi affamati.
Il contadino, allora, di notte, preparò la trappola per i topi,
però il giorno seguente vide, con grande stupore, che a
rimanere incastrato nella trappola non era il topo ma la
zampetta del gatto.
La morale di questa favola spiega che chiunque compia
ripetutamente un’azione proibita, alla fine rischia di subirne le
conseguenze; da qui il detto “Tanto va la gatta al lardo che ci
lascia lo zampino”.
56
Classe 1 C
Scuola Secondaria I Grado
“Leonardo da Vinci”
a.s. 2018/19
57
IL LEONE E LA GAZZELLA
di Sofia Buffa Calleo – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta un leone che voleva dominare gli animali della
savana.
Un giorno si presentò davanti a loro e disse: “Ho deciso di
mangiare tutti partendo dal più
piccolo fino al più grande! Quindi il
primo sarà il cucciolo di tigre”.
Il cucciolo di tigre cominciò a
tremare, ma nessuno intervenne
per salvarlo. Solo una gazzella si
impietosì e, presa la rincorsa,
infilzò con le sue corna il cuore del
leone.
Gli animali della savana si guardarono stupefatti e capirono che
essere grandi e grossi non significa essere i più forti. Invece
conta di più avere degli amici pronti a tutto per te.
Per questo chi trova un amico trova un tesoro.
58
IL FALCO CACCIATORE
di Alessio Cicciarella – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta un orso che viveva in montagna. Mentre
mangiava il miele incontrò un cinghiale e per gentilezza l’orso
gli disse: “Vuoi mangiare un po’ di miele?”
Il cinghiale rispose: “Sì, grazie”. E diventarono amici.
Mentre l’orso e il cinghiale ritornavano nello stesso posto a
mangiare le bacche, incontrarono un riccio e gli dissero: “Vuoi
mangiare con noi un po’ di bacche?”
Il riccio rispose di sì, molto contento dell’invito.
Un altro giorno il cinghiale, l’orso e il riccio incontrarono un
falco che pensò: “Che pasti squisiti sarebbero tutti e tre!”
Ma poi pensò che non era giusto, allora disse ai tre animali: “E’
meglio che non vi mangi!” E diventarono amici per sempre.
Un amico vale più di un pasto.
59
IL PICCHIO SOLITARIO
di Michelle Cicciarella – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta un picchio di nome Boris che era molto solo
perché con chiunque parlava non
andava d’accordo.
Un giorno nella foresta arrivò un
altro picchio di nome Jampiere.
Jampiere andava d’amore e
d’accordo con Boris dopo che gli
aveva salvato la vita sconfiggendo
con coraggio il grosso leone cattivo;
da quel momento erano diventati
inseparabili.
La morale è chi trova un amico trova un tesoro.
60
IL CAMALEONTE E LA LUCERTOLA
di Amalia Civello – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta una lucertola che aveva da fare le valigie.
Un giorno un camaleonte incontrò la lucertola e le domandò:
“Dove vai con queste valige?”
Rispose la lucertola: “Vado in Italia in vacanza”.
Il camaleonte domandò: “Posso venire con te?”.
“Sì” e tutte e due andarono all’aeroporto insieme e salirono
sull’aereo.
E quando arrivarono in Italia vissero felici e contenti.
61
I TRE AMICI DEL BOSCO
di Michele Di Giorgio – 1 C a.s. 2018/19
Nel bosco viveva una comunità di lepri. Uno dei leprotti,
Tom, veniva deriso perché giocava con due strani animali: una
gallinella zoppa e un topolino nero nero che faceva ribrezzo a
tutti. I tre si riunivano nel tardo pomeriggio nel loro albero
segreto e trascorrevano dei momenti spensierati.
Col tempo Tom fu costretto dalla sua famiglia a giocare solo
con altri leprotti e non più con i suoi veri amici.
Un giorno mentre giocavano a nascondino, Tom finì dentro
una trappola.
“Aiuto! Aiuto! Aiuto!” gridava Tom disperato, ma i suoi
compagni che avevano paura di finire anche loro nella trappola
del cacciatore, rimasero immobili e terrorizzati.
“Andate a chiamare il mio amico topo e la mia amica gallina!”,
chiese Tom ai suoi compagni.
“Loro sanno come aiutarmi e non hanno paura di nessuno”,
aggiunse il leprotto.
Con velocità fulminea giunse Black il topolino e solo dopo un
po’ arrivò la gallina Cornelia. In quello stesso momento, il
cacciatore stava sparando al leprotto, ma Cornelia senza
pensarci due volte si mostrò al cacciatore, che così pensò:
“Stasera potrò farmi un bel brodo di gallina!”
62
Intanto il topolino con i suoi denti aguzzi rosicchiò la rete
dov’era intrappolato Tom che, una volta libero, tirò un sasso
al cacciatore e lo fece cadere. I tre amici si riabbracciarono
felici.
Questa favola contiene due insegnamenti. Il primo è che gli
amici non si scelgono in base alla razza o all’apparenza, perché
i veri amici sono quelli che si aiutano nel momento del bisogno.
Il secondo insegnamento è che chi troppo vuole, come il
cacciatore, nulla stringe.
63
IL GATTO E IL TOPO
di Gaia Fidelio – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta una casa abbandonata dove spesso andava un
gatto a cercare la sua preda.
Un giorno, mentre gironzolava per tutta la casa, all’improvviso
avvistò un topo molto grosso. Subito pensò di rincorrerlo per
mangiarselo, ma quando il topo si accorse della sua presenza
fuggì verso la sua tana, dove si trovavano tutti gli altri topi.
Successivamente, quando il gatto stava per catturarlo, tutti gli
altri topi uscirono dalla tana, lo accerchiarono e cercarono con
tutte le loro forze di aggredirlo. Così il gatto si impaurì e scappò.
Questa favola insegna che l’unione fa la forza. Infatti un solo
topo è debole, ma quando stanno tutti insieme diventano forti.
64
Il lupo invidioso
di Sofia Fidelio – 1 C a.s. 2018/19
C’era una volta una volpe molto conosciuta tra gli animali e
un lupo geloso di lei.
Il lupo, preso d’invidia, tese una trappola alla volpe ed essa ci
cascò.
Infastidita dal comportamento del lupo, la volpe decise di
ricambiarlo con la stessa moneta.
Il lupo, a sua volta, ci cascò e venne deriso per sempre.
La favola insegna che chi la fa l’aspetti e che non bisogna essere
invidiosi delle cose degli altri.
65
LA PECORA E IL LUPO
di Antonino Floridia – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta in un bosco un gregge. Ogni volta che le
pecore passeggiavano, incontrava un
lupo solitario e quando lo vedevano
scappavano sempre.
Un giorno una piccola pecora si perse
nel bosco. Ad un certo punto vide il
lupo e iniziò a correre, ma cadde
dentro una trappola costruita dai
cacciatori. Il lupo si avvicinò subito,
aprì la bocca e la tirò fuori dalla
trappola.
La piccola pecora ringraziò il lupo e da allora capì che
l’apparenza inganna.
66
La Regina zanzara
di Francesco Fronte – 1 C a.s. 2018/19
Tanto tempo fa, prima della comparsa degli uomini, il pianeta
Terra era popolato solo da ragni e insetti.
Per evitare un possibile scontro, i due popoli decisero di
stanziarsi in due zone diverse. Da una parte c’era il regno degli
insetti, sempre ricco di vita e vegetazione, dall’altra parte il
regno dei ragni, sempre e stranamente poco illuminato e pieno
di arbusti.
Una cosa che accomunava i due regni, oltre al fatto di essere
retti da una monarchia con a capo un re o una regina, era che
entrambi erano ricoperti di fiori.
Nel regno degli insetti erano stati sovrani: la delicata farfalla, il
gentile bruco, il saggio grillo e la severa ma giusta ape. Poi fu il
turno della zanzara.
La nuova regina era molto prepotente e desiderava tanto
possedere i colori delle farfalle. La regina zanzara, pertanto,
costringeva i suoi sudditi a portarle i petali dei fiori per potersi
agghindare e somigliare ad una farfalla.
Nel regno degli insetti i fiori cominciarono a scarseggiare.
Questo voleva dire meno nutrimento per molti insetti. Per
questo, tutti gli insetti del Regno decisero di riunirsi per
67
risolvere il problema. L’unico che ebbe un’idea valida fu Leo il
moscerino. Leo andò dalla regina e le disse:
“Oh mia Regina! I fiori nel regno sono finiti. Gli unici rimasti si
trovano nel Regno dei ragni, ma … nessuno ha il coraggio di
metterci zampa!”
“Fifoni!”, urlò la regina, “me li
procurerò da me!”.
La regina raccolse molti fiori
ma, scontenta, ne voleva
ancora di più e perciò si
addentrò sempre più nel
territorio dei ragni. Distratta,
rimase bloccata in una
ragnatela.
Nessuno ebbe più notizia della regina. Per ringraziare il
moscerino che aveva spronato l’avidità della regina zanzara e,
quindi, posto fine alla sua arroganza, tutti gli insetti decisero di
proclamarlo re.
Morale: “Chi troppo vuole nulla stringe!”
68
Il leone viziato
di Giovanni Fronte – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta, in un deserto lontano, un leone che abitava
vicino ad un fiume e che aveva molta acqua e un dromedario
che non beveva da diverse settimane e aveva solo una piccola
botte d’acqua, ma si accontentava di quello che aveva.
Il leone, che non si accontentava mai, escogitò un piano per
rubare la piccola botte del dromedario. Il piano consisteva
nell’andare di notte a rubare la botte mentre il dromedario
dormiva.
Allora, quando il dromedario si addormentò, il leone andò a
rubargliela. Appena si avvicinò, però, sprofondò nelle sabbie
mobili vicino alla botte e morì.
La morale è: “Chi si accontenta, gode!”
69
LA CICALA E LA FORMICA
di Rosy Galifi – 1 C a.s. 2018/19
Un giorno, come tutte le mattine, la cicala cantava di
continuo e la formica, ormai stanca di sentire la sua voce, bussò
alla sua porta e le disse: “Cortesemente, potresti smetterla di
cantare sempre?”
Lei rispose: “Scordatelo! Io non smetterò di farlo, questo è il
mio lavoro!”.
Quindi litigarono per alcuni giorni, però poi la formica bussò di
nuovo alla sua porta e le disse: “Scusa per il comportamento
di una settimana fa, ero molto arrabbiata e me la sono presa
con te.”
Alla fine diventarono amici e, come si dice, “Chi trova un
amico trova un tesoro”. Quindi si aiutarono sempre a vicenda
e uscivano insieme per fare delle lunghe chiacchierate.
Un giorno si costruirono una casa vicino ad un albero e vissero
per sempre felici e contenti.
70
Il cane affamato
di Marcello Gambuzza – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta in un bosco un cane che era temuto da tutti
gli animali di quella zona.
Un giorno il cane era affamato e si incamminò alla ricerca di
cibo. Ma a fine giornata riuscì a prendere solo un pezzo di
carne. Quel pasto non gli sembrò sufficiente e, prima di
mangiarlo, andò di nuovo a cercare altro cibo.
Passò tutta la notte fuori, ma al suo ritorno non trovò più il
pezzo di carne né era riuscito a prendere altro da mangiare.
La favola insegna che chi troppo vuole, nulla stringe.
71
Chi trova un amico trova un
tesoro
di Mariavittoria Giuliana – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta una pecora che voleva diventare amica del
lupo, ma il lupo la considerava debole.
Un giorno la pecora, mentre pascolava, incontrò un orso, i due
iniziarono a parlare e capirono di avere tante cose in comune.
Così, ben presto, i due diventarono amici.
Tutte le volte che all’orso o alla pecora serviva aiuto, i due si
aiutavano a vicenda, invece quando il lupo chiedeva aiuto non
veniva nessuno a soccorrerlo.
La favola insegna che “Chi trova una amico trova un tesoro”.
72
La volpe fannullona
di Ayman Khemissi – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta una volpe fannullona che rubava la carne del
suo vicino, un vecchio leone.
Un giorno il leone morì, quindi la volpe dovette cambiare i
piani per procurarsi il cibo senza lavorare.
Trovò un orso dall’apparenza ingenua e provò a rubare dei
pezzi di carne che erano vicini alla zampa dell’orso, ma per sua
sfortuna l’orso si accorse di lei a la uccise.
La morale di questa favola è “Prima il dovere poi il piacere”.
73
Il pesce che si credeva furbo
di Martina Latino – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta un pesce di nome Rosso, che non voleva amici
perché non ne aveva bisogno e diceva che era il più forte.
Un giorno se ne stava tutto solo mentre gli altri si divertivano;
un pescatore che stava pescando lo prese e Rosso, che era
incastrato, non riusciva a liberarsi e diceva che non avrebbe
avuto aiuto dagli altri.
I pesci se ne accorsero e lo videro incastrato mentre cercava
di liberarsi. Dapprima non lo volevano aiutare perché lui si era
comportato male, ma poi lo aiutarono e si misero d’accordo
per liberarlo.
Rosso era stato salvato e capì cosa voleva dire avere degli
amici. La favola insegna che l’unione fa la forza.
74
L’UcceLLino e La rana
di Alessandro Musco – 1 C a.s. 2018/19
c’erano una volta in uno stagno un uccellino e una rana.
Un giorno scoppiò un temporale accompagnato da un vento
molto forte e il povero
uccellino non riuscì a
volare. Il vento lo fece
cadere nello stagno di
una rana.
L’uccellino impaurito
dall’acqua pregò la
rana di aiutarlo a
nuotare cosicché lui
avrebbe ricambiato l’aiuto.
La rana diffidente pensò al peggio, temendo che questo non
sarebbe mai accaduto. Invece si sbagliò.
Un giorno la rana uscì dal suo stagno per fare una passeggiata
e mentre saltellava venne attaccata da un uccellino dal becco
lungo; allora l’altro uccellino rispettò il patto e mandò via
l’uccellino dal becco lungo.
La morale della favola: “Chi crea un patto deve rispettarlo”.
75
I TRE FRATELLI DISPETTOSI
di Alessandro Oddo – 1 C a.s. 2018/19
Un cagnolino di nome Jack andava a scuola e ogni giorno tre
cani, che erano fratelli ed erano più grandi di lui, lo
bullizzavano: gli toglievano la
merenda, l’acqua, gli
rompevano la penna e gli
strappavano i quaderni.
Queste cose le subivano pure
gli altri cagnolini.
Allora un giorno Jack lo disse
ai suoi genitori, che
preoccupati chiesero ai
genitori degli altri cagnolini,
se pure i loro figli venissero bullizzati.
Un giorno tutti i genitori andarono a casa dei tre fratelli per
chiarire il fatto.
Da quel giorno i tre fratelli non fecero più dispetti a nessuno.
76
L’aiUTo di fifÌ
di Aya Rial – 1 C a.s. 2018/19
Un giorno un uccellino stava volando serenamente.
Ad un certo punto sbatté contro un palo e cadde. La vide un
cane di nome Fifì e da una parte pensava: “Se lo mangio, mi
sfama” e dall’altra: “Se lo aiuto, mi aiuterà lui quando
succederà a me.”
Fece la cosa migliore e lo aiutò.
Un giorno mentre Fifì camminava sbatté contro un muro e
venne aiutato dall’uccellino.
La favola insegna che l’aiuto va sempre ripagato.
77
La VoLPe e L’orSo
di Diamante Terribile – 1 C a.s. 2018/19
c’era una volta un orsetto che era goloso di miele.
Un giorno la volpe va da lui e gli dice: “Vuoi venire con me? Ti
porto dove c’è tanto miele”. Così l’orsetto andò.
Una volta arrivati, invece di tanto miele, ci fu un branco di volpi
che lo sbranarono.
La favola insegna che la golosità è un vizio e in quanto tale è
causa di numerosi guai per molte persone.
78
Indice
Prefazione (Docenti di Italiano) p. 3
Introduzione (Carmela Donzello) p. 5
Classe I A
Chi la fa l’aspetti (Avveduto Giuseppe) p. 9
Il pettirosso, il corvo e l’aquila (Bordonaro Andrea) p. 10
La volpe e l’usignolo (Caruso Chiara) p. 11
Leoni a duello (Colombo Giuseppe) p. 12
Il cervo e la volpe (Di Benedetto Giulia) p. 14
Il cane che aiuta il lupo (Distefano Carmelo) p. 15
L’asinello e i libri (Fava Martina) p. 16
La gara nella giungla (Ferro Lorenzo) p. 18
La cicala e la talpa malefica (Gambuzza Vincenzo) p. 19
Il leone e il montone (Giliberto Daniel) p. 20
Il lupo e il pastore (Granata Gabriele) p. 21
La farfalla e il ragno (Leontini Antonino) p. 22
Il cardellino (Mabrouk Osama) p. 23
Il ghiro e lo scoiattolo (Maucieri Angelo) p. 24
Il lupo e il fenicottero (Meli Leonardo) p. 26
I due topi (Nigro Anita) p. 27
79
Il leone e la carne (Nigro Lisa) p. 28
Il gatto e il topo (Sarta Ilaria) p. 29
Un cucciolo di leone con la macchia rossa (Spadaro Gioele) p. 30
L’agnello e la volpe (Spararo Zaira) p. 31
Classe I B
Il lupo e il toro (Agosta Manuel) p. 33
La lepre e la formica (Betta Paola) p. 35
L’asinello e la volpe (Brafa Simone) p. 36
L’ape e l’orso (Cappello Domenico Diego) p. 38
Il gatto fuggitivo (Cicero Giorgia) p. 39
La volpe e il cigno (Denaro Francesca) p. 40
Il camaleonte (Di Gregorio Clelia) p. 41
Il gambero e l’agnello (Di Martino Daniela) p. 42
Chi la fa l’aspetti (Dimartino Giuseppe) p. 43
La scimmia e il lama (Donzello Giulia) p. 44
La volpe e l’agnello (Fava Giovanni) p. 45
La rana e il coniglio (Gennaro Salvatore) p. 46
Wolf e Betty (Giudice Felisia) p. 47
La scimmia testarda (Giuliana Francesca) p. 48
La lumaca e il topo (Incatasciato Silvia) p. 49
Il lupo e la lepre (Lorefice Andrea) p. 50
I lupi e gli agnelli (Maalel Skander) p. 51
La scimmia, il camaleonte e il gatto (Portochese Nicolas) p. 52
80
La leonessa e la gazzella (Rabbito Bruna) p. 54
Il gatto bugiardo e il topo (Zocco Gaia) p. 55
Classe I C
Il leone e la gazzella (Buffa Calleo Sofia) p. 57
Il falco cacciatore (Cicciarella Alessio) p. 58
Il picchio solitario (Cicciarella Michelle) p. 59
Il camaleonte e la lucertola (Civello Amalia) p. 60
I tre amici del bosco (Di Giorgio Michele) p. 61
Il gatto e il topo (Fidelio Gaia) p. 63
Il lupo invidioso (Fidelio Sofia) p. 64
La pecora e il lupo (Floridia Antonino) p. 65
La regina zanzara (Fronte Francesco) p. 66
Il leone viziato (Fronte Giovanni) p. 68
La cicala e la formica (Galifi Rosy) p. 69
Il cane affamato (Gambuzza Marcello) p. 70
Chi trova un amico trova un tesoro (Giuliana Mariavittoria) p. 71
La volpe fannullona (Khemissi Ayman) p. 72
Il pesce che si credeva furbo (Latino Martina) p. 73
L’uccellino e la rana (Musco Alessandro) p. 74
I tre fratelli dispettosi (Oddo Alessandro) p. 75
L’aiuto di Fifì (Rial Aya) p. 76
La volpe e l’orso (Terribile Diamante) p. 77