I luoghi della Passione di Gesù

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Autori: Daniela Rosellini - Cecilia Bozza

NOTA STORICA:

GERUSALEMME

Per avere testimonianze archeologiche su Gerusalemme bisogna risalire fino al terzo millennio, mentre il primo riferimento esplicito lo si trova in un testo egiziano del XX secolo. Attorno al mille quella che era la roccaforte dei Gebusei, venne conquistata da Re Davide, fu così che Gerusalemme, mai fino allora posseduta dal popolo d’Israele, nonostante fosse nel territorio abitato dalle sue tribù, divenne la capitale del nuovo regno. Qui fu trasportata dal re l’Arca dell’Alleanza – il segno della presenza del Dio degli eserciti in mezzo al suo popolo – e Gerusalemme divenne il centro della religiosità ebraica.

La città raggiunse il suo splendore con il figlio e successore di Davide re Salomone, giudicato molto severamente dall’autore del libro dei Re perché “commise quanto è male agli occhi del Signore e non fu fedele al Signore come lo era stato Davide suo padre” (1Re 11,6.) ma celebrato dai posteri perché fece edificare a Gerusalemme il primo grande tempio elevato all’unico e vero Dio.

Dopo la morte di Salomone la città conobbe un rapido declino per lo scisma politico religioso verificatosi nel Regno di Israele dopo la morte del re.Il libro dei Re ricorda che “nessuno seguì la casa di Davide, se non la tribù di Giuda”. Fu così che Gerusalemme da capitale di Israele rimase solo centro politico religioso per la tribù di Giuda.

Solo durante il regno di Ozia e più tardi con il re Ezechia, Gerusalemme ritornò ad essere la capitale della nazione e conquistò fra il popolo la fama di città inespugnabile. Ma appena cento anni dopo nel 586 a.C., dopo la morte del re buono Giosia, che aveva di nuovo esteso il regno fino ai confini raggiunti da Davide e contribuito a dare grande impulso alla riforma religiosa iniziata con la predicazione del profeta Isaia, Nabucodonosor distruggerà la città e deporterà tutti i suoi abitanti.

L’esilio babilonese durò 50 anni fino al 538 a.C. quando, Ciro re di Persia, occupò Babilonia e promulgò l’editto che permetteva agli ebrei di ritornare in patria in Israele. Questo periodo segna un passaggio decisivo verso una nuova concezione della religione: la promessa di Jahvé non appare più legata al possesso della terra, ma al legame più personale che si esprime nel vincolo dell’alleanza codificato dalla Legge.

Israele è ormai ridotta alla sola tribù di Giuda e si stringe intorno alla legge sacra, al sacerdozio ed al tempio di Gerusalemme e prende sempre più la fisionomia di una comunità religiosa dispersa.Fin dai primi decenni successivi al ritorno dall’esilio la preoccupazione principale degli ebrei fu la ricostruzione di Gerusalemme e del tempio, e fino all’occupazione della città compiuta dalle truppe comandate da Pompeo intorno al 63 a.C. non risultano notizie scritte sulla storia della città.Nel 37 a.C. Erode eletto dal Senato romano re dei Giudei, occupa Gerusalemme edificando il suo palazzo, la fortezza Antonia ed altri edifici di stile ellenistico, quindi per ingraziarsi la popolazione inizia la ricostruzione del tempio.

Lo storico Giuseppe Flavio racconta che per l’occasione Erode fece assumere diecimila operai e più di mille sacerdoti addestrati al mestiere di muratore perché i laici non potevano accedere ai luoghi più sacri del tempio.Occorsero più di 50 anni perché i lavori fossero ultimati, ma l’opera risulterà imponente, le cui fondamenta erano costituite da enormi blocchi di pietra la cui lunghezza variava dai 9 ai 12 metri.

Nel tempo in cui l’amministrazione della città era nelle mani del Procuratore Ponzio Pilato, Gesù venne a Gerusalemme e qui pianse sul tragico destino che si preparava alla città:” Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (Lc 19,43-44)

I segni della profezia di Gesù dovevano avverarsi non molti anni dopo. Nel 70 d.C. a causa della grande rivolta giudaica il tempio costruito da Erode venne raso al suolo dalle milizie di Tito. Da allora non venne più ricostruito.

DOVE E’ COMINCIATA LA GRANDE STORIA CHE E’ ARRIVATA FINO A NOI:

Giovanni e Andrea sulla riva del Giordano

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là (sul fiume Giordano) con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbi (che significa maestro), dove abiti?”. Disse loro:”Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

L’entrata in Gerusalemme

Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palma e uscì incontro a lui gridando:”Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!”.Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:”Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina.”

L’ultima cena.

Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse:”Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”.Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:”Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo:”Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.

L’orto degli ulivi.

Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c’era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro:”Chi cercate?” . Gli risposero:”Gesù, il Nazareno”. Disse loro Gesù:”Sono io!”.

Via Crucis.

Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro:”Ecco l’uomo!”. Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono:”Crocifiggilo, crocifiggilo!”.

Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce,si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo.

Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura:”Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse:”Tutto è compiuto!”. E chinato il capo, spirò.

Il Santo Sepolcro.

Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù….Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Parasceve dei giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

Fine