I luoghi di Piero Chiara

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I LUOGHI DI PIERO CHIARA UE Città di Luino Città di Luino Assessorato alla Cultura Comune di Valsolda progetto grafico: [email protected] COPERTINA 9-09-2006 9:55 Pagina 1

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I LUOGHI DIPIEROCHIARA

UE Città di Luino

Città di LuinoAssessorato alla Cultura

Comune di Valsolda

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PIERO CHIARAPiero Chiara nasce a Luino il 23 marzo 1913: suo padre Eugenio, siciliano d’origine, si eratrasferito sul Lago Maggiore nel 1908, come impiegato di dogana, la madre, VirginiaMaffei, era di Comnago, sopra Lesa. In seguito ad un percorso di studi irregolare e trava-gliato (dopo le prime tre classi elementari a Luino, si trasferisce al Collegio Salesiano diIntra e, concluse le elementari, al Collegio De Filippi di Arona), Chiara consegue la licen-za media da privatista solo nel 1932, dopo aver già affrontato varie esperienze lavorative,prima presso un fotografo di Luino, poi in un’officina meccanica di Novara, di nuovo in unlaboratorio fotografico di Milano ed infine, nel 1930-31, in Francia, dove si dedica a varimestieri. Interessato alle vicende delle persone e della realtà, curioso e attento osservatoredell’ambiente che lo circonda, Chiara non trascura in questi anni letture sempre più inten-se di autori italiani e stranieri, da Dante e Petrarca a Manzoni, Leopardi e Pirandello, daStevenson e Melville a Dostoewskij. Nel 1936 si sposa una prima volta, con la svizzera-tedesca Jula Scherb, da cui ha il figlio Marco; il secondo matrimonio, in anni più tardi, ècon la varesina Mimma Bozzetti. Superato un concorso statale per aiutante di cancelleriainizia la sua carriera in preture del Friuli, fino al trasferimento a Varese (dove presterà ser-vizio fino al raggiungimento dell’età minima per la pensione). Nel 1940 viene richiamatoalle armi, ma nell’ottobre dello stesso anno è congedato; nel 1943, superato clandestina-mente il confine in seguito ad un mandato di cattura nei suoi confronti, si rifugia inSvizzera. Dopo il periodo dell’internamento militare, dal ’43 al ’45, inizia la sua attività dicollaboratore di quotidiani e periodici (tra cui “Il Caffè” e “Paragone”), mentre dà alle stam-pe un libro di versi (Incantavi, 1945) e una serie di prose che ripercorrono le vicende del-l’internamento (Itinerario svizzero, 1950). Solo in età matura, anche grazie all’incoraggia-mento di Vittorio Sereni, si scopre narratore capace di creare storie ricche d’ingredienti bef-fardi, burleschi, sensuali, causticamente ironici che rivelano il volto nascosto della realtà,specie di quella provinciale, particolarmente presa di mira nei primi romanzi, Il piatto pian-ge (1962) e La spartizione (1964). Ma l’osservazione disincantata dei costumi provincialinon esaurisce la ricerca dello scrittore, il quale già l’anno seguente pubblica Con la facciaper terra e altre storie (1965), volume dai riflessi autobiografici. Nel 1967 appare Il balor-do, romanzo incentrato sull’enorme e sgraziata figura di un profeta buono, ma involontario,in un mondo indifferente, appena uscito dalla guerra. Seguono i racconti di I ladri (1967),“Ella, signor giudice…” e Un turco tra noi (1970), e i romanzi I giovedì della signoraGiulia (1970, ma apparso già nel 1962 a puntate sul “Corriere del Ticino”) e Il pretore diCuvio (1973), opera ambientata ancora nella provincia degli anni Trenta. A partire da Lastanza del vescovo (1976) Chiara rafforza il tema della ricerca di un’identità personale,avviata sin dalla raccolta di racconti L’uovo al cianuro e altre storie (1969) e proseguita conl’omogenea trilogia di Sotto la sua mano (1974). Il tema dell’identità improbabile, oltre chein diversi racconti de Le corna del diavolo (1977), riemerge in Il cappotto di astrakan(1978), romanzo ambientato a Parigi, il cui protagonista riconosce nel figlio della padronadi casa, personaggio in realtà ambiguo, un suo possibile alter ego, tentando pure di seguir-ne le orme sentimentali. Alla provincia luinese Chiara torna con Una spina nel cuore(1979), mentre con Vedrò Singapore? (1981) riprende il gusto per la divagazione, con unprotagonista insicuro e confusionario anche nell’esprimersi e nel pensare. Negli ultimi rac-conti toni irreali, beffardi o satirici, e scorci di vita convivono con note malinconiche, comenella storia del reduce di Viva Migliavacca! e altri 12 racconti (1982) o come in quella diun rifugiato politico in Il capostazione di Casalino e altri 15 racconti (1985). Da ricordareancora – oltre a un’edizione dell’autobiografia di Giacomo Casanova (Storia della mia vita,7 voll., 1964-65), alla biografia Il vero Casanova (1977) e alla singolare Vita di GabrieleD’Annunzio (1979) – Le avventure di Pierino al mercato di Luino (1980), Diario 1940(1981) e Il banco degli asini, nonché le raccolte postume Saluti notturni dal passo dellaCisa (1987) e Pierino non farne più (1987), mentre i volumi Di casa in casa, la vita e Glianni e i giorni (1988) riuniscono racconti già apparsi , anche in anni lontani, su quotidianie riviste. Muore a Varese il 31 dicembre 1986.

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