GIUSEPPE LIGUORI email: giuliguori@libero.it RICORDARE IL PASSATO, CONSERVARE IL PRESENTE: il...

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GIUSEPPE LIGUORIe m a i l : g i u l i g u o r i @ l i b e r o . i t

RICORDARE IL PASSATO, CONSERVARE IL PRESENTE:il percorso della memoria

Motivazione

Perchè parlarne?

memoria

2

Memoria: perché parlarne

Possibili problemi della memoria (soggettivi o reali) in tutte l’età;

Incremento dei disturbi di memoria nell’età senile;

Vissuto di paura per eventuale calo della capacità di ricordare cose ed avvenimenti

Riconoscere l’entità e il significato di eventuali disturbi e

• identificarne le cause quando sia possibile

3

Domande di tutti i giorni

Ma dove avrò messo quei documenti? Dove sono finiti i miei occhiali? Il nome di un attore? Dove abbiamo lasciato la

macchina? La data di un appuntamento? Come ho potuto dimenticare

quell’impegno?….. and so on

4

Domande sulla memoria

Quante volte capita di porgersi queste domande?

Cosa disturba il ricordo?

Cosa impedisce di utilizzare informazioni che pure si possiedono?

C’è qualche dato che sarebbe utile ricordare ma che non si riesce a richiamare alla memoria?

5

La maggior paura: l’Alzheimer6

Prevalenza dell’Alzheimer ed età senile

0

30

60

90

55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90+ 103

%

7

The road map8

Cos’è la memoriaCome funzionaDove conserviamo i

ricordiCome si conservano i

ricordiQuando la memoria

sembra non funzionare

Le patologie della memoria

La memoria e l’essere

“We are what we are not only because we think (“cogito ergo sum”) but also because we can remember what we have thought about”

Larry R. Squire and Eric R. Kandel(Memory: from Mind to Molecules, 1999)

9

Cos’è la memoria

La memoria può essere considerata come il meccanismo che permette di fissare, conservare e rievocare esperienze ed informazioni acquisite dall’ambiente (interno ed esterno) e, nell’uomo, derivate anche dal pensiero e dalle emozioni.

10

Funzione della memoria

La memoria è la capacità di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri.

Il ricordo è la funzione con la quale si esprime la memoria

11

La memoria e l’identità

La memoria è una funzione fondamentale della mente umana con la quale si integrano per il loro funzionamento le funzioni cognitive superiori La memoria rappresenta il “copione” secondo il quale si svolge l’esistenza della persona nella sua identità unificando e comparando le esperienze del passato con il presente e con il futuro

Perdere la memoria significa perdere con il ricordo del passato anche la propria identità personale

12

I processi mnesici fondamentali

acquisizione e codificazioneritenzione e immagazzinamento

recupero

13

Memoria come un computer

codifica

stoccaggio

recupero

14

Acquisizione e codificazione

Processi di acquisizione e codificazione: sono i processi che reggono l’acquisizione dello stimolo in forma di segnale e la sua traduzione in memoria. Durante la codifica, viene compiuto un lavoro di classificazione delle sue caratteristiche (fisiche, fonologiche, semantiche

15

Ritenzione e immagazinamento

Processi di ritenzione e immagazzinamento: sono i processi di stabilizzazione nel tempo delle informazioni acquisite in memoria, in quanto codificate ed elaborate; il principale meccanismo di stabilizzazione che permette di contrastare l’oblio è quello della ripetizione o dell’esercizio

16

Recupero

Processi di recupero: sono i processi che operano per fare riemergere, ed utilizzare, l’informazione “archiviata” in memoria. Si tratta del risultato operativo dei processi di acquisizione e ritenzione

17

Recupero dei ricordi

RECUPERO

Effettuato mediante due

sistemi

RIEVOCAZIONE RICONOSCIMENTO

18

La durata della memoria

molteplici sistemi di memoria, ciascuno controllato da network neurali distinti, e reciprocamente

differenziabili sulla base della durata o del contenuto dei ricordi.

memoria

Breve termine

Lungo termine

Immediata

19

Memoria e tempo20

MEMORIA SENSORIALE

registrazione quasi fotografica dello stimolo

Si estingue in un brevissimo intervallo

Memoria iconica (stimoli visivi)

Memoria ecoica (stimoli uditivi)

Memoria immediata

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

1 0

Time

Stre

ngth

of m

emor

y tra

ce

Sensory buffer

21

Memoria a breve termine

DEPOSITO TEMPORANEOMEMORIA DI LAVORO

Ritenzione temporanea e manipolazione di informazioni necessarie per raggiungere gli obiettivi comportamentali a breve termine.

22

Memoria di lavoro

sorta di magazzino temporaneo necessario per svolgere un’ampia gamma di compiti cognitivi.

Essa consente di ritenere una quantità limitata di informazione per un periodo breve di tempo (nell’ordine di secondi)..

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

1 0

Time

Stre

ngth

of m

emor

y tr

ace

Sensory buffer

Short-term memory

23

Memoria di Lavoro (modello di Baddeley)

CIRCUITO FONOLOGICO: responsabile dell’elaborazione dell’informazione linguistica, costituito da un magazzino fonologico e da un processo di reiterazione articolatoria

TACQUINO VISUO SPAZIALE: responsabile dell’elaborazione dell’informazione visuo-spaziale

BUFFER EPISODICO

rappresentazioni integrate emultimodali

CONTROLLO CENTRALE

selezionare le strategie più adatte e programmare le

sequenze operative più corrette in base alle esigenze contingenti

ed alle esperienze passate

24

Memoria a lungo termine

la memoria del passato psicologico si occupa dell’informazione che non è in corso

d’elaborazione. Vi sono conservati ricordi ed esperienze,

immagazzinati non come copia esatta della realtà , ma come rielaborazioni e interpretazioni della stessa.

Capacità e durata illimitate

25

Differenti tipi di memoria a lungo termine

Memoria a lungo termine

Esplicita dichiarativa

semantica episodica

ImplicitaNon dichiarativa

Emozionale condizionat

a

procedurale

26

Memoria dichiarativa (esplicita)

Fa riferimento a ricordi che vengono rievocati con una partecipazione volontaria esplicita

EPISODICA:

ricordi contestualizzati nel tempo e nello spazio;

SEMANTICA:

ricordi de-contestualizzati nel tempo e nello spazio, come le conoscenze “enciclopediche” (linguistiche, storiche, musicali, matematiche, ecc..) acquisite nel corso della vita familiare, scolastica e sociale;

eventi fatti

27

Memoria non dichiarativa (implicita)

memoria di compiti, procedure, abitudini, risposte condizionate

Memorie inconsce che influenzano comportamenti coscienti

MEMORIA PROCEDURALECOMPORTAMENTI CONDIZIONATIMEMORIA EMOTIVA

28

Memoria proceduraleLa memoria di come si fanno le cose e di come si usano gli oggetti

Si acquisisce con l’esercizio e la ripetizione

29

Processi della memoria

Informazioni in arrivo

Performance

recupero

Working memory

Accumolo breve

termineCodifica

Memoria a

lungo termineConsolidamen

to

Bu

ffer

sen

sori

ale

visive

suoni

odori

tattiliAttenzione

Prova

Adattato da Rozenzeig, 2002

30

L’oblio

Oblio Incapacità a richiamare informazioni precedentemente apprese

Il grado di dimenticanza è massimale subito dopo l’apprendimento e diventa poi una graduale perdita di ricordi

31

La curva dell’oblio di Ebbinghaus

Da Hoffman, 2004

Le sillabe apprese vengono più rapidamente dimenticate nelle prime ore che seguono al loro apprendimento

32

Teorie dell’oblio

Decadimento le tracce della memoria si perdono con il tempo

Interferenza informazioni diverse che interferiscono con il recupero• Interferenza proattiva: vecchio informazioni

interferiscono con il richiamo di nuove informazioni

• Interferenza retroattiva: nuove informazioni interferiscono con il richiamo di vecchie informazioni

33

Altre teorie dell’oblio

Oblio motivato perdita di memorie dolorose

Fallimento della codifica può contribuire la mancata codifica dell’informazione dalla memoria a breve termine alla memoria a breve termine

Fallimento del recupero L’informazione è entro la memoria a lungo termine ma non può essere richiamata poichè manca un innesco al recupero

34

Anatomia della memoria

Dove sono conservate le memorie

35

SITI CEREBRALI DELLA MEMORIA

Lobo temporale

Corteccia associativa posteriore

Corteccia assocoiativa prefrontale

36

Lobo temporale37

Il paziente H.M. e la memoria

Nel 1953 il paziente H.M. fu sottoposto all’asportazione bilaterale dell’ipppocampo per curare una grave forma di epilessia

Dopo l’intervento comparsa di permanenti disturbi della memoria

38

I disturbi della memoria di H.M.

Amnesia anterograda amnesia per eventi successivi al danno chirurgico alla corteccia temporale

Amnesia retrograda amnesia per eventi immediatamente precedenti al danno, MA NON per eventi precedenti di 10 anni al danno

Memoria procedurale intattamaMemoria dichiarativa alterata

39

Ippocampo

Situato in profondità nel lobo temprale

40

Connessioni dell’ippocampo41

Funzioni dell’ippocampo

L’ippocampo NON E’ il sito della memoria a lungo termine

L’ippocampo NON E’ il sito della memoria immediata

L’ippocampo E’ implicato nel processo di formazione della memoria dichiarativa

associa insieme numerosi e diversi elementi informativi provenienti

dall’esterno

42

L’ippocampo al lavoro

The hippocampal formation participates in novel pictureencoding: Evidence from functional magnetic resonance

imagingStern, C et Al. Proc. Natl. Acad. Sci., 1996

43

Come lavora l’ippocampo

Codifica:Tracce mnesiche distribuite in varie regioni

Recupero di tracce non consolidate

Recupero di tracce consolidate

44

Come lavora l’ippocampo

sapore

vista

L’ippocampo riceveinformazioni da cortecciaassociativa sensoriale emotoria

Elabora questeinformazioni e

modifica lememorie che si

stannoformando,

associandole

Lega insieme le memorie chesi stanno formando, in modo dapermetterci di ricordare lerelazioni tra gli elementi

45

La corteccia cerebrale46

Specializzazione funzionale delle aree corticali47

Memoria e aree corticali

Regioni specifiche corticali hanno funzioni specializzate (linguaggio, visione, udito, controllo motorio, ecc.) e ognuna di esse contribuisce in maniera differente all’insieme della memoria

48

Memoria di lavoro e corteccia prefrontale

49

Anatomia della memoria di lavoro

Loop fonologico

Magazzino fonologico

Ripasso articolatorio

Corteccia fronto

parietale sinistra

Area di Broca

sinistra

50

Anatomia della memoria di lavoro

Parte mediale e laterale giro fusiforme del lobo temporale

51

Nuclei della base e memoria procedurale

preservata nei pazienticon danno al lobo temporalemediale, ma sono compromessiin quelli con disturbi ai ganglidella base (M. di Parkinson, Corea di Huntington)

52

Le vie della memoria54

Le pietre delle vie nervose

NEURONI

Cellule eccitabiliConnesse reciprocamenteCapaci di trasmettere l’impulso nervoso

55

Neuroni

FORMAZIONE E CONDUZIONE DELL’IMPULSO

NERVOSO

56

Connessioni dei neuroni

Connessioni reciproche per formare vie neurali

Connessioni tra milioni di vie neurali a formare reti neurali

57

I collegamenti tra i neuroni

LE SINAPSI

L’IMPULSO NERVOSO VIENE TRASMESSO MEDIANTE LIBERAZIONE DI MEDIATORI CHIMICI

58

La trasmissione sinaptica59

Neurotrasmettitori della memoria

Acetilcolina Ac. Glutammico ed ac. Aspartico Sistemi adrenergici GABASerotoninaNeuropeptidi

60

Sistema colinergico e memoria

La via basalo-corticale proietta dal nucleo basale del Meynert alla corteccia e risulta compromessa nella demenza di Alzheimer.

Il nucleo sembra coinvolto nei processi di apprendimento memoria integrazione cognitiva

delle informazioni rilevanza motivazionale.

61

Costruzione della memoria

Come si conservano le memorie

62

Plasticità neuronale

• Per plasticità cerebrale si intende la capacità del cervello di modificare la propria struttura e la propria funzionalità a seconda della attività dei propri neuroni (correlata ad esempio a stimoli ricevuti dall'ambiente esterno)

• Questa potenzialità si esprime con un aumento delle dimensioni di alcune regioni del cervello in seguito al loro uso

63

I ciechi che imparano a leggere in Braille

64

I tassisti di Londra

una parte dell’ippocampodi tassisti esperti (la parte posteriore) risulta essere più estesa di quella di un gruppo di controllo di non-tassisti

65

I violinisti di Elbert

La rappresentazione corticale della mano destra è più estesa di quella della mano sinistra che, reggendo l’archetto, compie movimenti meno complessi

66

Rimodellamento sinaptico

La plasticità neuronale che sottende la conservazione dei ricordi è basata sul rimodellamento sinaptico

Il rimodellamento sinaptico può interessare sia la liberazione di neurotrasmettitori sia l’efficienza dei recettori post sinaptici

È basato sul fenomeno della long term potentiation

67

Long term potentiation

La stimolazione prolungata del neurone presinaptico porta a distanza ad un aumento costante dei potenziali eccitatori post sinaptici

68

Plasticità sinaptica

Densità presinaptica

Prima LTP dopo LTP

LTPRafforzamen

to sinapsi esistenti

Creazione nuove sinapsi

69

Plasticità sinaptica70

Neurogenesi della memoria71

I meccanismi di trasferimento dell’informazione al nucleo, necessari per il processo di consolidamento, coinvolgono il sistema CREB (CyclicAMP Responsive Element Binding protein) che sono fattori di trascrizione attivati da AMPc.L’attivazione della CREB permette che questa proteina si leghi ad una specifica regione di DNA detta CRE. Questa interazione porta all’attivazione della trascrizione di geni cosiddetti precociQuesti geni sono fattori di trascrizione a loro volta inducono la sintesi di proteine che sono alla base delle modificazioni strutturali responsabili della codificazione a livello sinaptico della memoria a lungo termine.

Disturbi della memoria72

ALTERAZIONI QUANTITATIVE

ALTERAZIONI QUALITATIVE

Ipermnesie permanenti transitorie

IpomnesieAmnesie

ConfabulazioniParamnesie

Rievocazione senza riconoscimento

Rievocazione con errato riconoscimento

EcmenesieDéjà vu, jamais vu

I disturbi della memoria73

Amnesia74

Amnesia

L’amnesia é una riduzione più o meno grave della capacità ricordare informazioni ed avvenimenti caratterizzata da una compromissione selettiva della memoria a lungo termine

75

Legge di Ribot

Théodule-Armand Ribot

1839- 1916

Caratteristica del disturbo amnestico è, come vuole la legge formulata da T. A. Ribot, di preservare, contrariamente al discorso della memorizzazione, i dati acquisiti in un lontano passato, lasciando decadere per primi quelli di recente acquisizione.

76

Amnesie

•Perdita del ricordo di fatti specificielettiva

•Perdita del ricordo di interi periodi dell’esperienza della persona, investendo qualsiasi contenuto.globale•incapacità ad acquisire e registrare nuove informazionianterograda

retrograda l’incapacità di riportare alla coscienza ricordi fissati precedentemente

77

Amnesia globale transitoria78

Amnesia anterograda ad insorgenza improvvisa accompagnata da continue domande.

Assenza di deficit neurologici ad eccezione dell’amnesia.

Durata variabile da minuti ad oreLa capacità di acquisire nuove memorie viene

gradualmente recuperata lasciando solo un denso vuoto amnesico per la durata dell’episodio.

Ipotesi etiologica ischemia transitoria della regione ippocampale

Invecchiamento e memoria79

Invecchiamento cerebrale

Riduzione di volume e di peso dell’encefalo

Aumento di dimensione e volume dei ventricoli

Appiattimento delle circonvoluzioni

Calcificazioni e fibrosi delle meningi

Ateromasia e sclerosi dei vasi

80

Atrofia cerebrale nell’anziano81

Modifiche neurotrasmissione

Deterioramento delle vie di trasmissione colinergica implicate nei circuiti della memoria

82

Invecchiamento cerebrale

Rigidità e dogmaticità del pensieroLabilità emotivaScarsa capacità di adattamentoTendenza alla depressione

MODIFICHE PSICO AFFETTIVE

83

Invecchiamento cerebrale

Intelligenza fluida: capacità di pensare e di ragionare

Intelligenza cristallizzata: capacità di applicare abilità e conoscenze

MODIFICHE INTELLIGENZA

84

Memoria dell’anziano

la disfunzione della memoria è graduale e riguarda soprattutto la rievocazione del materiale mnesico

egli riesce comunque ad acquisire nuove informazioni

le funzioni intellettive globali sia pure un po’ rallentate e meno elastiche, sono comunque conservate

le disfunzioni presenti non interferiscono in maniera significativa con la vita quotidiana

85

Memoria nell’anziano

Compromissione delle codifiche e del recupero minore attivazione corticale in alcuni compiti

86

La memoria dell’anziano

Capacità di attenzione ridotteMemoria di lavoro invariata o ridottaMemoria a breve termine invariata o ridottaMemoria a lungo termine Marcatamente

ridottaMemoria storica invariata

87

Le Suore di Notre Dame

The nun study: studio prospettico longitudinale sulle Religiose appartenenti alla congregazione delle Sisters of Notre Dame negli Stati Uniti (in totale 678 suore) seguite nel corso degli anni con controlli clinici e test psicometrici e il cui cervello viene esaminato autopticamente alla loro morte

Suor Bernadette

LaureataInsegnante per 21 anni in scuole elementari e per 7 anno in High SchoolDopo gli 80 anni risultati più che normali ai test cognitiviDceduta a 85 anni per Infarto

All’esame microscopico del cervello lesioni molto gravi del tutto simili a quelle di una grave forma di Alzheimer

88

Riserva cognitiva

Fattori geneticiLivello di scolaritàAttività professionaleStile di vitaInteressi e tempo liberi

Capacità della mente di compensare il danno organico cerebrale

89

Invecchiamento cerebrale patologico

La demenza non è un’accentuazione del fisiologico processo di invecchiamento né una sua anticipazione temporale.

Vi sono chiare differenze qualitative sia sul piano anatomopatologico che clinico-fenomenologico

90

Demenza

lento e progressivo cammino a ritroso nel corso del quale il soggetto adulto va incontro ad insidiosa, progressiva ed inesorabile perdita del patrimonio cognitivo acquisito nel corso della vita a causa di una progressiva ed inesorabile devastazione strutturale del suo cervello.

91

Demenza

la demenza è espressione del vario associarsi di deficit della memoria e di altre aree cognitive e che causa, in chi ne è affetto, una significativa riduzione delle capacità di svolgere in autonomia le attività della vita quotidiana

92

Demenza - malattia delle quattro A

Amnesia perdita significativa di memoria

Afasia incapacità di formulare e comprendere i messaggi verbali

Agnosia incapacità di identificare correttamente gli stimoli, riconoscere persone, cose e luoghi

Aprassia incapacità di compiere correttamente alcuni movimenti volontari, per esempio vestirsi

93

Prevalenza della demenza94

Manifestazioni cliniche della demenza

Declino cognitivoCompromissione delle capacità prestazionali delle attività della vita quotidiana

Disturbi psichiatrici

95

Disturbi delle memoria nelle demenza

Progressivamente ingravescentiIncapacità a ricordare i contenuti

mnesici acquisiti e ad immagazzinare nuove informazioni

Alterazioni Memoria Diacronica (difficoltà a collocare gli eventi nella giusta sequenza temporale)

Paramnesie (difficoltà a riconoscere i ricordi come personali)

96

Declino cognitivo nella demenza

Mancanza di consapevolezza Disorientamento Spaziale e

Temporale Compromissione dell’attenzione:

Difficoltà di concentrazione Facile distraibilità

Compromissione della capacità d’astrazione Perdita capacità di critica e di giudizio Alterazione del comportamento sociale

97

Disabilità funzionali nella demenza

Compromissione delle ADL (Activity Daily Living) IADL (Instrumental Activity Daily Living)

Lavarsi Andare in bagnoCura della personaMuoversi in casaMangiare

LavorareFare la spesaPulire la casaGestire denaroUsare il telefonoGuidareGestione familiare

ADL

IADL

98

Disturbi comportamentali

Disturbi psicologici

AgitazioneGridareIrrequietezzaVagabondaggioDisinibizione

sessualeAccaparramentoImprecazioni

AnsietàDepressioneAllucinazioni IllusioniApatia

Disturbi psichici nella demenza99

Malattia di Alzheimer

La più comune causa di demenza specie in età > 65 a.

Malattia degenerativa, progressiva caratterizzata da un esordio insidioso e graduale e a decorso progressivamente ingravescente

100

Alois Alzheimer

Alois Alzheimer incontra e visitaAugusta D. nel novembre del 1901presso la Clinica Neurologica diFrancoforte: Augusta ha allora 51 anni

101

1864-1915

Gaetano Perusini

1879 - 1915

The contribution of Gaetano Perusini to the definition of Alzheimer's disease.Lucci B.Ital J Neurol Sci. 1998 Feb;19(1):49-52.

The examination of three publications clearly shows that, after Alzheimer's concise clinical report of 3 November 1906, Perusini was responsible for more clearly defining its clinical and histopathological characteristics without ever claiming be the discoverer of the new disease.

102

Demenza di Alzheimer

65 anni

Malattia di Alzheimer

Demenza senile tipo Alzheimer

Età di esordio

+

103

Non solo Alzheimer

Tipo di Demenza %

Demenza di Alzheimer 50-60%

Demenza vascolare 10-20%

Demenza a corpi di Lewy 7-25%

Demenza di Pick e demenza fronto-temporale

2-9%

Altre forme di demenza 5-15%

Demenze reversibili 5-20%

104

Demenze reversibili

Demenze da malattie carenziali, disendocrine, dismetaboliche

Demenze da cause tossiche / iatrogene (es. alcool, farmaci)

Demenze da lesioni occupanti spazio (Tumori, Ematomi sottodurali cronici)

Demenza da idrocefalo normotesoDemenze da malattie psichiatriche

(depressione, disturbo dissociativo)

105

Deterioramento cognitivo lieve

Normale

MCIAlzheimer

MCI = Mild Cognitive Impairement

106

Deterioramento cognitivo lieve (MILD)

Disturbo cognitivo di entità maggiore di quella attesa per età e scolarità che tuttavia non interferisce in maniera significativa con le attività della vita

quotidiana

107

Differenze in PET

Invecchiamento fisiologico

MILDDemenza tipo

Alzhiemer

108

Criteri diagnostici della MCI

1) Problemi di memoria riferiti dal paziente stesso e preferibilmente confermati da altra persona;

2) decadimento mnesico maggiore del normale misurabile con appropriati test;

3) normale pensiero generale e ragionamento;

4) conservazione della capacità di effettuare le normali attività quotidiane

109

Passaggio da MCI a AD110

Approccio al paziente con demenza

PrecocitàAppropriatezzaTempestivitàIntegrazione

111

112