Giammetta Adolescenza e bullismo

Post on 28-Nov-2014

2.375 views 0 download

description

Cos'è il bullismo? Perché è così diffuso tra ragazzi e ragazze? Quali conseguenze ha?

Transcript of Giammetta Adolescenza e bullismo

Adolescenza e bullismo

S.M.S. Virgilio (Lavinio) e I.T.I.S. Luigi Trafelli (Nettuno)

Rosalia Giammetta

rosaliagiammetta@quipsicologia.it

www.quipsicologia.it

PreSaM Prevenzione e Salute Mentale Associazione Onlus, Roma

DEFINIZIONE DI BULLISMO

Il bullismo è un tipo di comportamento aggressivo con cui ripetutamente e con intenzionalità è arrecato danno ad una particolare vittima che, per svariati motivi, non è in grado di difendersi da sola in modo efficace.

DEFINIZIONE DI BULLISMO

Un ragazzo è vittima di bullismo quando un altro ragazzo o un gruppo di ragazzi gli dicono cose cattive e spiacevoli, riceve colpi, pugni, calci o minacce, quando viene rinchiuso in una stanza, riceve bigliettini o sms con offese e parolacce, quando nessuno gli rivolge mai la parola, viene preso ripetutamente e con cattiveria in giro, senza riuscire a difendersi.

CARATTERISTICHE DEL BULLISMO

INTENZIONALITÀ

il comportamento è consapevole e mira ad arrecare un danno alla vittima

SISTEMATICITÀ

si ripete nel tempo e non si limita a episodi sporadici

ASIMMETRIA DI POTERE

vi è una disparità fisica o psicologica o sociale tanto che la vittima non è in grado di difendersi.

TIPI DI BULLISMO

BULLISMO FISICO: colpi, calci, pugni, spintoni

TIPI DI BULLISMO

BULLISMO FISICO: sottrazione o danneggiamento di oggetti personali

TIPI DI BULLISMO

BULLISMO VERBALE: prese in giro, scherno

TIPI DI BULLISMO

BULLISMO INDIRETTO: diffusione di calunnie, esclusione dal gruppo

TIPI DI BULLISMO

CYBER-BULLYING (bullismo elettronico): consiste nell’uso di Internet (mediante e-mail, creazione di blog, condivisione di immagini o di video) o del cellulare per inviare insulti e messaggi minacciosi alla vittima o per diffondere immagini e messaggi dannosi o calunnie sul suo conto.

Le persone coinvolte non insistono oltre un certo limite per imporre la propria volontà.

Spiegano il perché sono in disaccordo, manifestando le proprie ragioni.

Sanno scusarsi o cercare altre soluzioni.

Sono in grado di accordarsi e negoziare per soddisfare i propri bisogni.

Sono in grado di porre un termine alla situazione conflittuale, cambiando argomento o allontanandosi.

Attaccare un coetaneo con coltellini o altri oggetti pericolosi, fare minacce pesanti, procurare ferite fisiche gravi, commettere furti di oggetti molto costosi, compiere molestie o abusi sessuali NON è bullismo.

Tali comportamenti sono veri e propri REATI!

DATI INTERNAZIONALI

15

8

15

27

12,5

20

6

2641

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

Norvegia

Irlanda

Spagna

Inghilterra

Giappone

Canada

Finlandia

Italia

LA DIFFUSIONE DEL BULLISMO NELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE DEL LAZIO Ѐ DEL 41,5 %

DIFFUSIONE DEL BULLISMO NELLE PROVINCIE DEL LAZIO

ROMA 45,7 %

LA FREQUENZA DEL BULLISMO DIMINUISCE CON L’ETÀ

La frequenza decresce con l’età, ma gli atti sono sempre più gravi.

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

FREQUENZA

ELEMENTARI

MEDIE

SUPERIORI

TIPO DI BULLISMO NEL LAZIO

DIFFERENZE DI GENERE

I maschi fanno maggiormente uso della violenza fisica.

Le femmine ricorrono a mezzi quali il pettegolezzo,

l’attribuzione di epiteti,

la manipolazione

affinché una relazione

d’amicizia si rompa.

BULLISMO?!

IL SILENZIO…

Paura di deludere le aspettative e vergogna

Tendenza a negare o a sdrammatizzare

Paura di ritorsioni Sfiducia negli adulti

È malvagio. Quando uno piange, egli ride. Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira a far male. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con la faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno. Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro.

FRANTI

de Amicis Cuore 1885

BULLO Aggressivo e ostile con coetanei e adulti, prende in

giro ripetutamente e in modo pesante, rimprovera, minaccia, mette in ridicolo, spinge, prende a pugni o a calci, danneggia le cose che appartengono agli altri studenti; oppositivo, insolente, impulsivo; ha bisogno di comandare e di affermare se stesso e ritiene che l’aggressività sia un buon modo per ottenere ciò che vuole; è incapace di assumersi la responsabilità per quello che ha fatto e non ha rimorsi; mostra scarsa empatia per la vittima; ha una elevata autostima, è sicuro e poco ansioso.

Nelle famiglie dei bulli regnano spesso la violenza e la sopraffazione, poco calore, estrema severità o permissivismo.

VITTIMA

Più ansiosa e insicura degli altri studenti, ha un’opinione negativa di sé e delle proprie competenze;

fragile, spesso sola ed esclusa nella classe; fatica a riconoscere le emozioni proprie ed

altrui, soprattutto la rabbia; ha difficoltà ad affermare se stessa nel

gruppo dei coetanei; si colpevolizza.

Le famiglie delle vittime sono iperprotettive e

scoraggiano lo sviluppo dell’autonomia.

CONSEGUENZE DEL BULLISMO

PER I BULLI

Dipendenza da alcool o droghe

Comportamenti delinquenziali

Criminalità

PER LE VITTIME

Somatizzazioni

Solitudine

Ansia

Depressione

Suicidio

CONSEGUENZE DEL BULLISMO

Circa il 60 % dei bulli, seguiti dall’infanzia all’età adulta, entro i 24 anni è stato in prigione ed il 45 % è stato condannato per almeno 3 crimini.

Vittime seguite dall’infanzia all’età adulta mostrano una bassa autostima e un numero maggiore di sintomi legati all’ansia o depressivi.

DA DOVE NASCE IL BULLISMO?

Caratteristiche individuali: personalità del bullo personalità della vittima Cultura Caratteristiche familiari

Criticità dell’adolescenza Fenomeni di gruppo

BULLISMO

CULTURA

Mito della ricchezza e dell’affermazione personale, razzismo, relazioni basate sulla forza e sul potere.

Distinzione dell’umanità tra vincenti e perdenti.

La società è una “giungla”.

Ricerca di leader autoritari.

LE FAMIGLIE NON SONO PIÙ QUELLE DI UNA VOLTA…

FAMIGLIA DELLE

REGOLE

VECCHI ADOLESCENTI

FAMIGLIA DEGLI AFFETTI

NUOVI ADOLESCENTI

FAMIGLIA DELLE REGOLE

Rigidità negli atteggiamenti e nelle regole.

Regime educativo autoritario, eventualmente basato sulla paura e sulla colpa.

Confini rigidi e chiari fra i membri della famiglia.

Responsabilizzazione ed emancipazione precoci.

I genitori cercavano di trasmettere regole e principi cui i figli erano tenuti ad adeguarsi.

IERI

VECCHI ADOLESCENTI

Sofferenza psichica adolescenziale

conflitto con le regole, stabilite con fermezza dal

padre

FAMIGLIA DELLE REGOLE

FAMIGLIA DEGLI AFFETTI

Mancanza di regole o confusione sulle regole, che vengono continuamente negoziate.

Ragazzi poco abituati alla rinuncia e al sacrificio.

Confini inesistenti o confusi fra i membri della famiglia.

Sovrapposizione di ruoli, con una tendenza alla latitanza del ruolo paterno.

Processi per mantenere per lungo tempo i figli all’interno della famiglia.

OGGI

I genitori si adeguano ai figli e cercano di farli crescere felici.

Sofferenza psichica adolescenziale

conflitto sull’identità personale

FAMIGLIA DEGLI AFFETTI

I NUOVI ADOLESCENTI non conoscono regole chiare né confini netti.

COMPITI DI SVILUPPO PER L’ADOLESCENTE

DIVENTARE ricerca di identità

QUALCUNO Io chi sono?

NELLA RICERCA DI IDENTITÀ, IL GRUPPO DEI COETANEI È PER L’ADOLESCENTE UN

PUNTO DI RIFERIMENTO

Il gruppo dei coetanei rappresenta un vero e proprio “laboratorio sociale” nel quale l’adolescente può sperimentare modi di essere alternativi a quelli familiari.

Nel gruppo, egli cerca di difendersi dalla solitudine, dalla paura della complessità del mondo, cerca di capire, attraverso lo sguardo degli altri, lui chi sia.

Con i coetanei l’adolescente può condividere i conflitti e le angosce proprie dell’età che sta attraversando.

IL BULLISMO È UN INSIEME DI COMPORTAMENTI INADEGUATI, MA ALQUANTO EFFICACI!

La prepotenza permette all’adolescente di emergere nel gruppo e godere di un aumento di prestigio tra i coetanei

essere ‘visto’

avere potere e controllo sugli altri

soddisfare il desiderio di vivere sensazioni eccitanti

capire chi è

mettere alla prova le proprie abilità.

BULLO

Il bullo non è motivato al cambiamento:

non si percepisce come una persona che ha bisogno di aiuto;

i suoi comportamenti sono un problema solo per gli altri e a lui consentono di ottenere vantaggi immediati.

IL BULLISMO È UN FENOMENO DI GRUPPO

L’85% degli episodi di bullismo avviene in presenza dei compagni.

La presenza di bullismo svela che in quella classe c’è qualcosa che non funziona bene.

IL BULLISMO È UN FENOMENO DI GRUPPO

Il bullo cerca di conquistare con le sue azioni violente ai danni della vittima ciò che non saprebbe conquistare in altro modo:

potere sul gruppo, ammirazione, approvazione.

E GLI ALTRI CHE FANNO?

Bullo e vittima non sono le uniche persone coinvolte nel bullismo. Ci sono infatti:

i gregari, che partecipano alle prepotenze sotto la guida del bullo;

i sostenitori, che non prendono parte all’azione ma la sostengono attivamente con risolini, incitamenti e via di seguito;

gli spettatori neutrali, che non prendono una posizione di fronte alle prepotenze o che non sono mai presenti agli episodi;

i difensori della vittima, gli unici ad assumersi il rischio di opporsi al bullo.

GLI ALTRI CHE FANNO?

0

10

20

30

40

50

60

SPETTATORI

NEUTRALI 54 %

SOSTENITORI DEL

BULLO 21 %

SOSTENITORI

DELLA VITTIMA 25 %

PERCHÉ COSÌ TANTI COMPAGNI NON INTERVENGONO DINANZI A UNA VITTIMA IN DIFFICOLTÀ?

In una situazione del genere spesso non si verificano comportamenti d’aiuto, poiché prevalgono due meccanismi:

ignoranza collettiva: “se nessuno interviene vuol dire che la situazione non è così grave”;

diffusione di responsabilità: “ci sono anche altri che possono intervenire”.

MECCANISMI DI GRUPPO CHE GENERANO E MANTENGONO IL BULLISMO

I protagonisti di episodi di bullismo attivano dei processi per evitare sentimenti di svalutazione, di colpa, di vergogna e per pensare di aver agito in modo legittimo.

GIUSTIFICAZIONE MORALE

“È giusto litigare per proteggere un amico”

ETICHETTAMENTO EUFEMISTICO

“Dare una sberla o una spinta a qualcuno è solo un modo di scherzare”

“Gli ho dato solo uno spintone, mica un pugno!”

CONFRONTO VANTAGGIOSO

DISTORSIONE DELLE CONSEGUENZE

“Ma non si è fatto niente!”

DIFFUSIONE DELLA RESPONSABILITA’

“Non sono stato solo io, c’erano anche degli altri”

DISLOCAMENTO DELLA RESPONSABILITÀ

“Se i ragazzi si azzuffano o si comportano male a scuola è colpa degli insegnanti”

“Certi ragazzi sono molto aggressivi ma non ne hanno colpa. È che hanno grossi problemi in famiglia o nella società

DEUMANIZZAZIONE DELLA VITTIMA

“È giusto trattar male qualcuno che si comporta come un verme”

ATTRIBUZIONE DI COLPA

“I ragazzi che vengono maltrattati di solito se lo meritano”

“È stato lui a provocarmi”

Grazie per l’attenzione!

Per approfondire Buccoliero, Maggi. Bullismo, bullismi. Franco Angeli

Di Cesare, Giammetta. L’adolescenza come risorsa. Carocci

Menesini. Il bullismo. Erickson Edizioni