Giacomo Leopardi Recanati 1898 – Napoli 1837

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Giacomo Leopardi Recanati 1898 – Napoli 1837. Una vita contro…. Il “Natio borgo selvaggio” “Le ricordanze” (1829). Le ricerche, le indagini, gli studi. Ambiente familiare Recanati Malattia Restaurazio-ne Fallimenti personali Delusioni. Profondità di ispirazione. - PowerPoint PPT Presentation

Transcript of Giacomo Leopardi Recanati 1898 – Napoli 1837

Giacomo Leopardi Recanati 1898 – Napoli

1837

Una vita contro….

Il “Natio borgo selvaggio”

“Le ricordanze” (1829)

Le ricerche, le indagini, gli studi

Formazione classica

Illuminismo

Contrasto con il reale

Profondità di ispirazione

•Ambiente familiare

•Recanati

•Malattia

•Restaurazio-ne

•Fallimenti personali

•Delusioni

RealtàIllusione

Moti dell’animo

Presente Passato

Ragione

Sensazione Immaginazione

Una vita come sfida

“La natura è grande”

“La ragione èpiccola”

Poesia sentimental

e

Immaginazione “sentimento”

CIVILTÀ

Natura

Ragione

illusioneRealtà

illusione Realtà

Pessimismo

Il pessimismo storico

Natura madre

Illusioni

Ragione e civilizzazionedolore

Piccoli Idilli (1819-1821)

La sera del dì di festa

Il sogno

L’infinito

Alla luna

Pessimismo storico

Il pessimismo cosmico

Natura matrigna

Ragione

Dolore

Le operette morali (1824)

Pessimismo cosmico

Passato Presente

Rimembranza

Canti pisano-recanatesi(Grandi Idilli)Canti pisano –

recanatesi (1828-1830)

Grandi Idilli

Il Sabato del villaggio

Le ricordanze

A Silvia

La quiete dopo…

Teoria del

piacere

Canto notturno…

Pessimismo cosmico

“…d’in su i veroni del paterno ostelloporgea gli orecchi al suon della tua voce,ed alla man veloceche percorrea la faticosa tela .“ ( A Silvia 1828)

L’ultimo appello

Natura matrigna

Ragione

Dolore

La ginestra

L’ultima sfida

La ginestra

Natura matrigna

Ragione

Dolore

“Nobil natura è quellache a sollevar s'ardiscegi occhi mortali incontraal comun fato, e che con franca lingua,nulla al ver detraendo,confessa il mal che ci fu dato in sorte,e il basso stato e frale;quella che grande e fortemostra sé nel soffrir, né gli odii e l'irefraterne, ancor più gravid'ogni altro danno, accrescealle miserie sue, l'uomo incolpandodel suo dolor…”