Post on 17-Feb-2019
A C U R A D E L
P R O F. A L F R E D O N A ZA R E N O D ’ E C C L E S I A
Filosofia delle Religioni 2
Introduzione
Diceva Charles Baudelaire, che non era uno stinco di
santo: « Non c’è niente di interessante sulla Terra, se
non le religioni».
Leone Tolstoi intuì quando scrisse: «» L’uomo può
ignorare di avere una religione come può ignorare di
avere un cuore; ma senza religione, come senza cuore,
l’uomo non vive.
Di fatto le Religioni sono esse stesse degli organismi
viventi che attraversano la nostra storia.
Ci appartengono e sentiamo bisogno di conoscerle.
Introduzione 2
Madre Teresa di Calcutta affermò: « Il vero cristiano,
dopo aver ponderato i vari punti di vista, si sentirà
portato a dire, amo tutte le religioni, ma sono
innamorato della mia».
La Religione ieri
Oggi le scienze religiose dimostrano che le religioni continuano a
svolgere un ruolo importante nella vita dell’umanità, che i
cambiamenti nel sociale possono portarle a trasformarsi, ma non
certo a scomparire. Come invece tante volte era stato predetto.
Qualcuna di queste profezie fallite?
Riguardo al Cristianesimo, Voltaire nel 1773 scriveva: « Nella
cultura nuova, non ci sarà futuro per la superstizione cristiana».
Ernest Renan nel 1847: « Per me è ormai più evidente della luce
del giorno che il Cristianesimo è morto».
Pierre Joseph Proudhon nel 1851: «Il Cristianesimo non durerà
più di venticinque anni».
La Religione nel mondo attuale
I profondi cambiamenti in corso nella società e nelle religioni d’oggi, rendono estremamente interessante il
problema del ruolo che esse esercitano oggi ed eserciteranno nel futuro della società.
Filosofia e Religione
La questione che si vuole affrontare riguarda il senso
dell’esperienza religiosa, presa nella sua struttura originaria
attraverso un’operazione regressiva che va al fondo di ogni
specificazione.
Ci si può chiedere che cosa caratterizza l’atteggiamento
religioso in quanto tale?
Con quali strumenti può essere sottoposto ad analisi?
Filosofia e Religione 2
Il fenomeno religioso può essere studiato da diversi punti di vista all’interno della cultura odierna: dalla Filosofia delle Religioni, dalla Storia delle Religioni, dall’Antropologia Culturale/Filosofica, dalla Teologia come scienza.
In ogni caso la necessità della riflessione filosofica costituisce un punto di riferimento importante per le discipline citate, perché consente di definire il loro campo di indagine, quello relativo all’esperienza religiosa, cogliendone la specificità rispetto alle altre espressioni umane.
Filosofia e Religione 3
Se si riflette sul senso dell’esperienza religiosa, si può
constatare che essa è qualcosa che si vive, ma che cosa si
vive?
Questo qualcosa che si vive ha una sua peculiarità?
È possibile, spesso accade, si lavora in campi di indagine
specifici e ci si inserisce in un canale di ricerca senza
chiedersi che cosa esso sia, ci si accontenta di svolgere
una professione senza porsi la domanda sul senso
dell’attività stessa: ma quando comincia la riflessione sul
senso di ciò che si sta facendo, si entra nell’ambito della
filosofia.
Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa
Scaviamo all’interno di noi stessi per cogliere la
presenza/assenza del divino. Quest’operazione ci
consente di analizzare la struttura dell’essere umano.
Procedendo con le indicazioni che vengono dalla scuola
fenomenologica, da Husserl e da Edith Stein.
L’indagine sull’interiorità è necessaria per affrontare la
questione che riguarda il senso dell’umano.
Quest’ultimo non può essere colto «da fuori» ma è
compreso da dentro, per mezzo dell’analisi delle nostre
esperienze vissute.
Tali considerazioni portano a ritenere quanto sia incisivo all’interno
di un’antropologia, che si può definire fenomenologica, come è
costituito l’individuo psicofisico. Da queste basi si
possono individuare tre dimensioni dell’essere umano che
propongo di visualizzare con il seguente grafico:
Dimensioni Dell’essere UMANO
CORPOREA
SPIRITUALE
PSICHICA
Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa 2
Attraverso l’investigazione dell’essere umano si può risalire alla
chiarificazione del senso religioso.
È opportuno, perciò, affrontare la questione: Chi siamo NOI?
Le Religioni e le Filosofie hanno spesso sostenuto che l’essere
umano è anima e corpo.
Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa 3
Il percepire, che noi viviamo, si attua attraverso le
sensazioni e ci conduce alla scoperta della corporeità.
Il desiderare, l’essere attratti o respinti e vivere gli
impulsi, istinti, ci rimandano a quel ambito che si può
definire psiche.
Gli atti del valutare, del riflettere, del decidere sono
relativi della dimensione spirituale, in cui il termine
spirituale indica ciò che è specificamente umano e che lo
distingue dal mondo.
Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa 4
Se con il termine anima si intende il territorio psichico-
spirituale, possiamo interpretare l’essere umano nella sua
dualità di anima e corpo.
L’universalità di questo risultato lascia aperta la questione
della singolarità.
Attraverso una riflessione teorica è possibile cogliere gli
elementi universali e si può notare che i tratti comuni
consentono di riconoscere l’altro che è come me.
Per mezzo di un’esperienza vissuta che si definisce
entropatia o empatia.
Antropologia filosofica ed Esperienza religiosa 5
Edith Stein propone un nucleo personale che può essere
definito, usando un linguaggio tradizionale, anche
l’anima dell’ anima.
Tale nucleo fa sì che la singolarità possa essere declinata
in termini di «IO» che costituisce il momento di
consapevolezza del sé.
In tal modo, la mappa dell’interiorità umana si
definisce meglio, si allarga superando gli stretti confini
dell’anima e del corpo.
Corpo e Anima
L’etimologia di queste due parole nella lingua latina , mostrano una straordinaria correlazione già nel loro etimo e consentono di comprendere anche come fosse inteso l’essere umano in un contesto sacrale.
Risaliamo alla radice indoeuropea di entrambe. (Sanscrito)
Krp, che è alla base di corpo, significa dare forma a ciò che è puro; inoltre, far risplendere i riti sacri.
Con la parola anima si intende soffio, alito, ma soffio e alito cosmico derivando dalla radice "n " o "an" che in sanscrito, significa respirare, indica ciò che si origina dall’acqua primordiale e mostra che l’essere umano proviene dall’energia vitale primordiale.
Corpo e Anima 2
Nelle culture arcaiche tutto era legato a una visione metafisico-
religiosa della realtà e l’essere umano era la manifestazione
più esplicita di ciò che da la vita a tutte le cose.
L’essere umano può essere colto secondo una dualità che
diverrà con il passare del tempo sempre più evidente, dando
luogo a un dualismo.
Soma e Psyché
Tale dualismo è presente nella lingua greca, nella quale il
termine soma, traducibile in latino con corpus, possiede
un’origine diversa, indicando, sempre nell’indoeuropeo,
qualcosa di negativo, cioè la turgidezza e la pesantezza e
tutto ciò si trova nell’Orfismo e in Platone, dalla valutazione
dell’anima, psyché e dalla svalutazione del corpo.
Si può notare una differenza di significato che indica una
maggiore concretezza e unità di interpretazione dell’essere
umano nella cultura latina; infatti il corpo informa, non
appesantisce l’anima, come accade quando si usa il termine
greco.
Soma e Psyché 2
Per l'uomo l'anima è intesa come realizzazione delle
funzioni vegetative, sensitive e intellettuali potenzialmente
presenti nel corpo. Il concetto di forma si identifica quindi
in Aristotele con quello di essenza.
Tale differenza non si manifesta per psiche e anima, la
prima risale alla radice apsu (Sanscrito), che rimanda come
nel caso di an a «ciò che deriva dalle acque primordiali»,
mostrando una sorprendente coincidenza semantica con il
termine latino.
Soma e Psyché 3
I due contesti culturali, quello greco e quello romano,
evidenziano l’origine sacra dell’umano, la presenza in
esso di una dimensione che in termini filosofici è definita
spirituale.
L’indagine fenomenologica ci ha condotto a una complessa
stratificazione dell’essere umano, il quale mantiene la
dualità di aspetti corporei-spirituali nell’unità personale,
escludendo il dualismo, consistente nell’affermare l’origine
diversa e contrapposta dei due momenti.
Essere umano e tempo
Si può constatare che l’essere umano, pur vivendo nel
tempo, aspira sempre a qualcosa che supera il tempo che
permane; è capace, pertanto, di cogliere ciò che è
atemporale.
Tale traccia è presente in ciò che gli è più proprio, nel suo
nucleo identitario che non muta nel corso del tempo, ma
nel quale sono contenute le indicazioni per un
accrescimento del suo essere, in particolare, nella forma
d’essere della vita spirituale.
Conclusione
L’essere umano ha spazi di libertà, è possibile che
riconosca la presenza del Divino.
Il riconoscimento del Divino passa attraverso
l’accettazione o rifiuto della psiche che offre allo spirito
un materiale da vagliare, accogliendo o correggendo
l’impulso psichico attraverso la valutazione e la decisione
Anche la corporeità è coinvolta, perché l’accettazione fa
assumere al corpo atteggiamenti che manifestano il
rapporto con il Divino; in questo modo si giustificano i
riti e gli atti liturgici.
Bibliografia
Testi di Angela Ales Bello:
L’Universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di E. Husserl, E. Stein, H. Conrad - Martius, E .T .S ., Pisa 2003.
Edith Stein, Hedwing Conrad - Martius, Fenomenologia Metafisica Scienze, Laterza, Bari 2010.
Il Senso del Sacro, Dall’arcaicità alla desacralizzazione, Castelvecchi, Roma 2014.
TESTI DI EDITH STEIN (in traduzione italiana):
La struttura della persona umana, Città Nuova, Roma 2000
Introduzione alla filosofia, Città Nuova, Roma 2001.
Potenza e Atto, Studi per una filosofia dell’essere, Città Nuova, Roma 2003.