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Organo ufficiale
AssociazionePROSEGUGIO
L.Zacchetti
febbraio 2016
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tradizione, cultura e selezione del cane da seguita
Anno XXXV - Società Italiana Pro Segugio “L. Zacchetti” Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 – CN/RN
Import-Export lepri e fagiani di cattura
La Selva Società Agricola Via Canale Bastione 26 44025 Massa Fiscaglia (Fe) Tel. 0533 53936 - Fax 0533 539923 www.aziendalaselva.it amministrazione@aziendalaselva.it Codice identificativo Ministero Politiche Agricole 340001
Allevamento di fagiani americani e fagiani mongolia
LEPRI DI CATTURA
ESTERE E NAZIONALI
ALLEVAMENTO DI FAGIANI MANCHURIA E AMERICANI
La Selva Società AgricolaVia Canale Bastione 26 • Via Canale Fornaro 1 • Località Massa Fiscaglia • 44025 Fiscaglia (Fe)
Tel. 0533 53736 • Fax 0533 539923 • Cell. 339 8597074www.aziendalaselva.it • info@aziendalaselva.itCodice identificativo • Ministero Politiche Agricole 340001
La nostra orga-nizzazione, pre-sente in tutti i paesi autorizzati all’export delle lepri vive, assi-cura in primis la sanità degli ani-mali, la stabula-zione e la spedi-zione. Possibilità di visionare sui luoghi la cattura degli animali e le successive fasi fino all’arrivo nei nostri depositi in Italia. Disponibi-lità mesi: dicem-bre, gennaio, febbraio, aprile e maggio.
L’allevamento del Fa-giano è di tipo a “ci-clo chiuso”. Gli animali vengono fatti cresce-re in voliere di circa 6 metri di altezza al cui interno la vegetazio-ne naturale permette un buon adattamen-to alla vita in natura. L’azienda prevede l’al-levamento a densità ridotta rispetto alla media, il non utilizzo di occhiali e la sommini-strazione di granaglie fin dall’età di 40 giorni che consentono un mi-nor stress al momen-to dell’immissione in natura con dei buoni risultati faunistico ve-natori.
SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO
CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA GENERALE
DEI SOCI Ai sensi dell’art. 13 e 14 dello Statuto Sociale SIPS, si informa che l’Assemblea Generale dei Soci della Società Italiana Pro Segugio è convocata per sabato 9 aprile 2016, presso il Ristorante “Al Ponte Magno” - Strada Provinciale Staffolo Jesi, 15/b Monte Roberto (AN), per le ore 13.30 in prima convocazione e per le ore 14.30 in seconda convocazione, con il seguente Ordine del Giorno:
1) Relazione del Presidente sulla gestione del 20152) Relazione sul bilancio consuntivo del 20153) Approvazione del bilancio consuntivo 20154) Programma attività da svolgere nel 20165) Approvazione bilancio di previsione 2016
Possono partecipare all’Assemblea, con diritto di voto, i Soci dell’anno precedente, in regola con la quota sociale dell’anno in corso.
Presidente Nazionale SIPSDr. Vincenzo Ferrara
Organo ufficiale
AssociazionePROSEGUGIOL. Zacchetti
febbraio 2016
SOMMARIO
106
2 Ai soci
6 1° Campionato Italino SIPS su Cinghiale a Chieti
10 Trofeo degli Eccellenti 2015
15 Danni da ungulati selvatici
18 Il problema del cinghiale
20 Commento di Giovanni Incerti
21 Senza metodo, stile e intelligenza non c’è Segugio
24 Dalle sezioni
n. 106 febbraio 2016 - Anno XXXV
Organo Ufficiale dell’Associazione Italiana Pro Segugio “L. Zacchetti”
Direttore ResponsabileGian Carlo Bosio
Comitato di RedazioneFelice Argenio, Palmiro Clerici, Simona Pelliccia, Nicole Perret
Archivio fotograficoSIPS “L. Zacchetti”
Proprietà ed EditoreSIPS “L. Zacchetti” Casalpusterlengo (Lodi)
Progetto GraficoSergio PennerStudio DOD design - Massa Lombarda
StampaNannistampa - Rimini
PubblicitàSegreteria SIPS Tel. 0377 802414 – Fax 0377 802234www.proSegugio.itE- mail: info@proSegugio.it
SpedizioneAutor. del Tribunale di Crema n. 57/86Sped. in abbonamento postale 45%Art. 2 comma 20b Legge 662/96Filiale di RiminiAutorizzazione ROC 24745
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Finito di stampare nel mese di febbraio 2016
EDITORIALE
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Ai soci
Ai soci,Si avvicina la conclusione di que-sto mandato e desidero aggior-narvi su cosa è stato fatto fin ora dalla mia gestione del direttivo della Sips.La coesione e il rapporto col-laborativo tra i componenti del Consiglio ha consentito un gran-de progresso all’Associazione, il primo ringraziamento va a tutti i miei colleghi del direttivo che mi hanno aiutato. A Giancarlo Bosio,vulcanico vice presidente, sempre completamente immerso nella vita sociale della Sips; a Bru-no Boccati, un collega affidabile che ha sempre collaborato con particolare attenzione per quanto
riguarda l’aspetto economico-am-ministrativo; a Gianluca Di Gian-nantonio, che è stato fondamenta-le nel saper costruire e facilitare i rapporti tra Sips ed Enci; a Tutti gli altri colleghi del Consiglio ai quali rivolgo un grandissimo ringrazia-mento per il proprio contributo nella gestione della Sips. Con tutti loro, ecco cosa abbiamo realizza-to in questo triennio.Innanzitutto, come preventiva-to, abbiamo sviluppato un solido contatto con l’Enci. Riflettendo su questa collaborazione, mi chiedo come abbiano potuto le prece-denti amministrazioni dell’ente con il quale ci rapportiamo, ren-dere difficile ogni piccolo progres-
so che si tentava di sviluppare. La nostra Associazione che negli ul-timi 15 anni ha garantito all’Enci una media di 13000 adesioni di tesserati per anno, ha dovuto in-vestire una forza non necessaria per ottenere quanto era normale ricevere in cambio di questo gran-de impegno associativo. Per esem-pio un numero congruo di esperti giudici per ovviare all’espletamen-
Foto ricordo del Campionato Italiano SIPS su cinghiale ad Atessa (CH)
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to delle 300 verifiche zootecni-che attitudinali e morfologiche, la verifica e eventuale modifica dei nostri regolamenti, il contributo selettivo e finanziario. In questo mandato, la presenza del nostro vice presidente Gianluca Di Gian-nantonio nel direttivo dell’Enci ha facilitato il rapporto di sinto-nia con l’ente e con il presidente Dino Muto, siamo riusciti ad ave-re finalmente il ruolo che spetta alla Sips nell’Enci. Per questo sono grato sia a Gianluca e sia a Dino Muto, che tra l’altro ci ha onorato della sua presenza al Campionato di Ascoli del 2015.Negli ultimi tempi siamo riusci-ti ad avere maggiore visibilità,un esempio la nostra presenza alla mondiale di Milano per la presen-tazione del libro sui mantelli del cane,da noi ideato.Abbiamo modificato il regolamen-to delle prove di lavoro, renden-dolo più attuale.E’ stato organizzato il I° Campio-nato Italiano della SIPS su Cinghia-le a Chieti, insieme al presidente Nicola Rutolo.È stato editato il libro “I Segugi”,un libro tecnico sull’accostamento della Lepre,della Volpe e del Cin-ghiale. Presto verrà pubblicato il “D’Aubignè” pilastro nella storia del Segugismo, grazie all’impegno di Giancarlo Bosio e Sergio Pen-
ner. Sono stati espletati fin ora ben 5 convegni che hanno cer-cato di migliorare la conoscenza di argomenti necessari per l’alle-vamento del cane amatoriale e non, alcuni di questi con la col-laborazione dei vertici dell’Enci. Sono stati raccolti tutti i campioni biologici necessari per completa-re lo studio che riguarda il “Piano di allevamento del Segugio Ita-liano”, per marzo 2016 avremo i risultati. Sono stati raccolti i dati sullo studio”Ungulati e Segugi”, anche da questo studio avremo delle belle sorprese.È stato com-pletato l’iter riconoscitivo del Se-gugio Maremmano e del Segugio dell’Appennino, due grandissime realtà dell’allevamento italiano, rispettivamente con 25000 unità nei registri dell’Enci per il Marem-mano e 6500 per l’Appenninico. Vi esorto solo un attimo a pensare allo sforzo organizzativo e all’in-dotto finanziario generato dai numeri sopra riportati. La razio-nalizzazione di alcuni deficit am-ministrativi di segreteria,un tema sul quale riflettere e agire per la sua ottimizzazione. Il successo associativo,con aumento costante del numero di adesioni alla Sips, contro tendenza rispetto a tutti gli altri Club dell’Enci e di tutto il mondo venatorio. A tal proposito ho inserito sul sito della Sips un
ringraziamento a tutti coloro che si sono impegnati per far raggiun-gere alla Sips circa 12000 soci. Questo ottimo risultato del tes-seramento è il migliore degli ulti-mi 10 anni, mi fa ben sperare che i soci si riconoscono nella Sips e hanno una gran voglia di stare al suo interno.Il numero congruo di adesioni consentono alla Sips di avere più opportunità di sviluppo e una più grande possibilità di organizza-re eventi formativi e, perché no, conviviali. Mi riferisco alla Festa del Segugio, un momento di gran-de aggregazione e partecipazione alla vita sociale, per riconoscersi e sentirsi appartenenti alla vita ci-nofila Segugistica della Sips. A tal proposito vi avviso che la pros-sima edizione della Festa del Se-gugio, prevista per fine maggio, si terrà in provincia di Venezia e sarà Paolo Agostini, dinamico e stra-tegico consigliere nazionale,ad organizzarla. Un importante van-taggio per il calendario delle pro-ve e raduni è che non dovremo più avere il consenso dei gruppi cinofili provinciali e regionali, era una grossa complicazione del la-voro di segreteria,oltre che mo-tivo di frizioni tra alcune nostre sezioni provinciali e gruppi cinofili. Dal I° gennaio 2016 sarà la Sips nazionale a stilare e autorizzare
Trofeo delle Nazioni, la presentazione delle mute nella piazza di Ceva (CN)
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i calendari. Avverto tutti i presi-denti di sezione e tutti quelli che organizzano le prove che la loro richiesta potrà essere inoltrata all’Enci solo dalla segreteria na-zionale e non direttamente dalle sezioni provinciali, rispettando le tempistiche per l’inserimento nei calendari. Le richieste fatte dalle sezioni all’Enci non verranno pre-se in considerazione. Invito tutti a collaborare con i gruppi cinofili, avere con loro un buon collega-mento è importante per l’intera attività cinofila e per raggiungere migliori risultati in tutte le realtà locali. Vi informo che,nonostante la notevole attività svolta,anche per il 2015 il bilancio finanziario della Sips chiude con un risulta-to positivo,frutto di una gestione oculata e parsimoniosa, che con-sente di poter assicurare a chi amministrerà la Sips di non avere problemi di tipo finanziario.Con tutto quanto sopra ripor-tato non voglio dire che siamo stati impeccabili nella conduzione dell’Associazione, abbiamo cerca-to di fare il meglio possibile, ma
ci sono sempre possibilità di mi-glioramento. Ben vengano tutte le eventuali critiche alla nostra gestione, basta che siano costrut-tive e siano portatrici di contribu-ti che possano sviluppare ancor di più l’Associazione. Se dovesse toccare a noi guidare ancora la Sips svilupperemo altre attività, abbiamo progetti interessanti che vi proporremo prossimamente con la pubblicazione del nostro programma di gestione per il triennio futuro. Mi preme, però, rimandare alcu-ne critiche ai mittenti, in special modo quelle che riguardano il mio carattere. So che molti non gradi-scono e non condividono alcune scelte attuate dal direttivo e da me. Ricordo che il ruolo del diret-tivo di un’associazione è quello di tracciare una linea d’azione e se-guirla con coerenza. Ascoltare le eventuali critiche, valutarle, even-tualmente rivederne alcuni detta-gli, ma agire secondo la condotta stabilita nel programma di gestio-ne. Scrivo queste osservazioni perché coloro che non condivido-
no il nostro operato, non hanno mai inviato un solo articolo per la nostra rivista “I Segugi” nel qua-le manifestare la volontà di con-tribuire allo sviluppo della Sips. E non parliamo di articoli tecnici da parte degli esperti giudici!Mi chiedo quale sia stato il contri-buto tecnico di chi oggi, tramite articoli pubblicati su un’unica rivi-sta ostile, critica l’operato dell’at-tuale gestione. Vi ricordo che presto inizierà la stagione delle Verifiche Zootecniche, a febbraio avremo un affollamento di Cam-pionati Sociali, il 12-13 e 14 su Cinghiale in singolo e coppie ad Arezzo, il 20 e 21 ad Alessandria su Lepre; il 26-27-28 a Orvieto su Cinghiale in muta. Chiedo a tutti di rispettare i tempi di iscrizione ai Campionati,come da istruzioni riportate nei programmi che ver-ranno pubblicati sul sito della Sips.Vi aspetto ai nostri Campionati per onorare le nostre feste più grandi; auguro a tutti voi un anno fantastico scandito da ottimi risul-tati cinofili.
Vincenzo Ferrara
Organizzatori e giudici a Cavalese (TN) per la finale del Trofeo delle Alpi
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Che piccola cosa in effetti per quelli che non sanno, per quelli che non conoscono!Ma uno dei nostri più grandi ve-neur del secolo scorso, il conte Lecouteulx, che ha cacciato ed inseguito quasi tutte le specie di selvatici, mette in guardia tutti gli scettici e gli ignoranti ricordando loro la seguente verità:”Si può praticare la vénerie sia con dodici cani che con sessanta ed un piccolo inseguitore di lepri che fa molte prese è spesso un veneur più abile ed astuto di mol-ti proprietari dei grandi equipag-gi. La caccia alla lepre è forse la più difficile tra tutti i tipi di caccia e, secondo gli esperti dell’arte venatoria, proprio la più difficile di tutte. Un esperto cacciatore di lepre è certamente un buon ve-neur e un buon cane da lepre, se è resistente e veloce, può diven-tare ancora migliore sulle altre tracce.”È assolutamente vero. E possia-mo asserire, con tutta certezza, che il contrario non è vero. Un buon cane da cinghiale, da cervo o da capriolo potrebbe rivelarsi un mediocre cane da lepre. Per il cac-ciatore che è preso da quella deliziosa e incontenibile passione per l’inseguimento della lepre questo tipo di caccia diventa lo sport in assoluto il più accattivante e più appassionante di tutti i tipi di caccia.È il più appassionante, il più coinvolgen-te, perché è il più fine e il più difficile e perché ogni inseguimento offre una sen-sazione nuova e piena di sorprese; per-ché se spesso il cacciatore deve affron-tare una delusione, persevera comunque sempre per superare gli ostacoli; perché è un tipo di caccia che rappresenta un concentrato di emozioni che fanno di-menticare tutto il resto. È, a seconda delle situazioni, o insoddisfacente oppure as-solutamente affascinante perché la trac-cia è più leggera e più fugace e perché il cambio di direzione della preda è diffici-le da individuare e da risolvere. È molto raro trovare dei cani che non si lasciano ingannare dal cambio di direzione della lepre e che riescano a stare sulla traccia. Un grande veneur, che aveva inseguito almeno cinque o seicento lepri durante la sua carriera, confessava che non aveva mai posseduto un Segugio veramente in grado di non perdere mai la traccia. Nes-sun altro tipo di caccia subisce così tanto le variazioni di temperatura, o dell’am-biente, anche in apparenza le più legge-re, ed in grado di influenzare la qualità e la persistenza della traccia. Durante alcune giornate con tempo mediocre, od anche pessimo, si può comunque forza-re un cervo mentre non si potrebbe mai prendere un capriolo ed ancora meno
una lepre. Uno dei miei amici, vero ap-passionato dell’inseguimento della lepre, un giorno mi disse:“Non esistono cani buoni o cattivi, esisto-no le buone e le cattive giornate.”Sembra una battuta o un paradosso ma questa affermazione, forse un po’ eccessiva, contiene comunque una parte di verità. Durante le giornate molto buo-ne tutti i cani, anche mediocri, cacciano splendidamente. Durante altre giornate, quando la traccia è impossibile da segui-re, anche i migliori risultano penosi.Parlare di buone o di cattive giornate non è abbastanza significativo visto che la qualità della traccia durante una stessa giornata può variare in modo molto mar-cato e ciò può avvenire in modo brusco ed inaspettato. Ho un ricordo speciale di quella giornata tiepida di fine marzo quando, assieme a mio cognato, caccia-vo la lepre con la nostra piccola muta di Anglo-Français. Cercavamo di cacciare piuttosto che inseguire dato che dopo quindici o venti minuti, i nostri cani pur buoni, perdevano la traccia. In quattro ore di battuta una sola lepre saltò da-vanti a loro. Si lanciarono in seguita e la presero dopo cinquanta minuti. Durante ogni battuta, e in qualsiasi momento, si aspetta trepidante e si spera. Quando tutto va bene uno sta lì in trepida attesa e teme il silenzio del sottobosco e si ha paura che il tempo cambi. Quando i cani cacciano male si spera in un miracolo atmosferico che possa trasformare un cattiva traccia in una traccia calda e ben
presente.È il fatto di sussultare e di spera-re sono delle emozioni forti che ci fanno vibrare e vivere intensa-mente. Il selvatico tipo della peti-te vénerie è in assoluto la lepre.I cacciatori di una volta non ac-cordavano alla volpe il titolo di animale da vénerie e avrebbero riso a chiunque gli avesse parla-to del coniglio come animale da vénerie. Oggi si può, e si deve, essere meno esigenti e meno sprezzanti visto che la lepre di-venta sempre più rara un po’ ovunque e visto che è quasi im-possibile cacciarla nelle battute ad inseguimento, laddove queste esistono ancora!In mancanza di meglio, se uno ha la passione e l’anima del veneur, si dovrà accontentare di cacciare la volpe ed il coniglio da appas-sionato, pur di godere del lavoro dei Segugi e di ascoltare il con-certo delle loro voci. Esistono an-cora alcuni piccoli equipaggi che sono dedicati solamente all’inse-guimento della volpe. Ce ne sono anche specializzati nell’insegui-mento del coniglio. V’è da dire che
persino tra i cacciatori che praticano la caccia con il fucile ce ne sono alcuni che fanno la piccola vénerie e che hanno la vera passione dei Segugi, e ce ne sono di ottimi conoscitori, ed alcuni che apprez-zano i bei accostamenti e le belle seguite e che non sparano mai al selvatico sullo scovo (appena scovato).In compenso ce ne sono altri che credo-no di praticare la caccia alla seguita ma che sono dei semplici sparatori pronti ad assassinare la preda alla prima occasio-ne. La caccia con i cani per loro non ha nessun significato. La loro priorità e il loro piacere è abbattere un animale e persi-no parecchi animali. Mi è stato racconta-to di un nuovo ricco, del dopo guerra del 14-18, che aveva comprato una foresta e che aveva come unico obiettivo am-mazzare lepri, caprioli, cervi e cerbiatte di fronte ai suoi Segugi. Aveva l’opinione che un buon capo muta era solamente un cane non efficiente e da liquidare. Teneva in considerazione solamente i Segugi che si lanciavano sulla preda ma che erano subito pronti ad abbandonare l’inseguimento perché almeno loro non facevano perdere il tempo ai cacciatori appostati attorno ai recinti. Non sapeva, ed era totalmente nell’impossibilità di comprendere, che il momento più bello, più esaltante e più emozionante non era la breve e triste fucilata, che ammazza troppo presto la preda e di conseguenza tutte le gioie derivanti dalla caccia, ma era, bensì, rappresentato dallo splendido cantare dei Segugi all’inseguimento di una bella lepre rossa.
ll D’Aubignè editato! Ultima (ma non ultima) “fatica” di Gian Carlo Bosio e di Sergio Penner. Caposaldo della cultura cinegetica e Segugista. ProSegugio prosegue nel suo percorso editoriale e culturale.
tratto da questo meraviglio libro vi proponiamo....
L’inseguimento di una lepre!
REC
ENSI
ON
E
Campionato
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Se n’era parlato in Consiglio Na-zionale, e presto fatto è diventato realtà. I consiglieri Rober Scotto, Bruno Mugnaini e Gianfranco Ferrara in breve tempo sono riusciti ad or-ganizzare il “I° Campionato Italia-no SIPS su Cinghiale”.
Dopo anni di svolgimento della stessa manifestazione su Lepre, finalmente sono stati acconten-tati i possessori di ottimi Segugi da Cinghiale, con una prova che potesse evidenziarne le ottime qualità venatorie. Vista l’esplosione numerica dei
partecipanti alle prove su cinghia-le, la comparsa di questo selvatico nella maggior parte delle regioni italiane e non ultimo la possibilità di poter recuperare i cani grazie ai collari di reperimento sono cre-sciute in maniera esponenziale le prove in territorio libero.
1ºCampionatoItaliano SIPS
su Cinghiale a Chieti
Iro di Paolo Cucini Segugio Maremmano vincitore
del Campionato Italiano SIPS su cinghiale
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Grazie al lavoro di tante sezioni Sips che provvedono ad organiz-zare le prove ufficiali in terreno libero, siamo giunti all’implemen-tazione di questo Campionato. Il 12 settembre a Chieti, grazie alla perfetta organizzazione del presi-dente Nicola Rutolo e di Peppino Campitelli, presidente Regionale della ANLC, tutto è andato per il meglio. Accoglienza calorosa da parte degli abruzzesi, con tanti appassionati che hanno garantito a tutti i conduttori di reperire al-meno un Cinghiale. Anche il recupero dei cani è sta-to facilitato dai tanti conoscitori delle zone di sciolta, che hanno aiutato i concorrenti, preoccupati per la loro lontananza dai luoghi di residenza. Non posso dimenticare il contri-buto fornito al Campionato da parte di un grande esperto giu-dice, Nino Staniscia, venuto pur-troppo a mancare ultimamente, e di cui il Segugismo nazionale sentirà la mancanza. Proprio Nino aveva insistito tanto affinchè il Campionato fosse organizzato ad Atessa, sua cittadina di residenza, e così è stato. I posti collinari del teatino sono ben colonizzati dal suide che sta spopolando in tut-ta l’Italia, con cedui intervallati da
Campionato
I RISULTATI:CATEGORIA SINGOLIGiudici: Vincenzo Ferrara, Giorgio Rossi in ordine di classifica:1° class. Iro I°ECC (S. Maremmano P.R.) di Paolo Cucini (Toscana) CAMPIONE ITALIANO SIPS 2015 2° class. Mascherino, II°ECC (S.Maremmano P.R.) di Alessandro Con-tri (Toscana)3° class. Anuk, III°ECC (Briquet Griffon Vendeen) di Erik Parusso (Pie-monte) 4° class. Assassino, MB S.Maremmano Di Demetrio Lione (Campania)
CATEGORIA COPPIA E PARIGLIAGiudici: Luzzi Nicola, Raffaele Antonio, Scotto Rober in ordine di classifica:1° class.Pippo e Bufera I°ECC(S.Maremmano) Di Davide Vergagni PIEMONTE CAMPIONI ITAL. SIPS 2015Non Classificati: Campiglio e Vedremo (S. Maremmano P:R) di Sandro Albonetti (Toscana); Milly e Lampo (S.Maremmano) di Marco e Rudy Arbusti (Marche); Pirata e Kira G. Saintongeois di Fausto Mendicino (Calabria)
CATEGORIA MUTEGiudici: Mugnaini Bruno, Felice Bracco, Brumana Giovanni. Il titolo non è stato assegnato. Hanno partecipato:N.C. Zor-Argo-Ugo-Brina-Ledy-Red; Beagle di Giampiero Boglio (Piemonte)N.C. Tosto del Pogrosso-Patti-Terri del Pogrosso-Ronda del Pogros-so- Mozza-Gerry-Fiamma; S.Maremmano di Marco Antonini (Umbria)N.C. Bari-Bora-Zara-Peter-Thena-Ada; Segugi Istriani P.R.) di Fattore e Carracillo (Molise)N.C. Pinco-Dora-Mora-Pedro-Minerva-Melinda; Briquet Griffon Ven-deen di Martinello Altana (Sardegna). Un grande ringraziamento a Nicola Rutolo, a Peppino Campitelli, a Massimo Staniscia e a tutti gli accompagnatori di Chieti. Siete tutti invitati al II° Campionato Italiano SIPS su Cinghiale.
Pippo e Bufera, Segugi Maremmani di Davide Vergagni, primo classificato nella categoria Coppie al Campionato Italiano SIPS su cinghiale
Campionato
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forteti, un habitat ideale, che han-no messo a dura prova i migliori Segugi da Cinghiale che durante l’anno avevano ottenuto i migliori
risultati nelle prove regionali. Una batteria di 4 concorrenti per ca-tegoria, composta da coloro che avevano ottenuto i migliori risul-
tati a livello macroregionale, per cui tutti erano di livello venatorio molto alto. Un plauso particolare va a Marti-
Organizzatori, giudici e concorrenti al Campionato Italiano SIPS su cinghiale
I premiati con giudici e organizzatori al Campionato Italiano SIPS su cinghiale
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nello Altana che ha avuto la forza di arrivare a Chieti dalla Sardegna.Tutti hanno incontrato. Nella ca-tegoria singolo tutti e quattro si
sono qualificati. Solo una coppia in classifica e nessun qualificato per le mute. I cinghiali in branchi, spesso non
consentono l’ottenimento di qua-lifiche perchè fanno dividere i componenti di coppie e mute.
Organizzatori, giudici e concorrenti al Campionato Italiano SIPS su cinghiale
TROFEO
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TROFEODEGLI
ECCELLENTI 2015Dal 12 al 14 giugno 2015 si è te-nuta a Sassetta la decima edizione del Trofeo degli Eccellenti riserva-to ai Segugi Maremmani.Il regolamento del Trofeo prevede che possano partecipare alla gara quei cani che si siano qualificati primo o secondo nelle prove del circuito toscano per cani da segui-ta su cinghiale in singolo. Tengo a precisare che qualora uno o più
cani abbiano vinto non in una sola prova ma in più di queste, il rego-lamento non prevede che si scor-ra al terzo classificato. Precisazio-ne questa che non lascia adito a dubbi: i partecipanti sono cani di ottima qualità che non arrivano al trofeo per caso.Il gruppo di cani che partecipano al trofeo è completato da quattro/cinque soggetti che nell’anno si
sono distinti nelle prove tenutesi in tutta Italia, nominati dal consi-glio nazionale della S.I.P.S (Società Italiana Pro Segugio). Questo meccanismo permette ai soggetti che nn possono parteci-pare alle prove di toscana di misu-rarsi con i migliori della regione.
Hanno partecipato, nell’ordine di sciolta:
Il vincitore del Trofeo degli Eccellenti 2015 Assassino, Segugio Maremmano di Demetrio Leone
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ROFEO
12 GIUGNO:1. Miranda di Chiappa Michele,
155 molto buono, terzo classi-ficato
2. Matto di Paco Aleandro, 161
eccellente, secondo classificato3. Randello di Cesare Gandini, n.q4. Missina di Mario Galletti, 166
eccellente, primo classificato, vincitore di batteria
13 GIUGNO:1. Mentuccia di Tommaso Toc-
ci, 152 molto buono, secondo classificato
2. Febo di Tiziano Boddi, n.q
Il secondo classificato al Trofeo degli Eccellenti 2015 Fumo, Segugio Maremmano di Giovanni Petrucci
Il terzo classificato al Trofeo degli Eccellenti 2015 Burrasca, Segugio Maremmano di Domenico Siri
TROFEO
12
3. Soraia di Sandro Albonetti, 169 eccellente, terzo classificato
4. Zorro di Diego Venanti, 151 molto buono, quarto classificato
5. Burrasca di Siri Domenico, 170 eccellente, primo classificato, vincitore di batteria
14 GIUGNO:1. Mascherino di Alessandro
Conti, n.q2. Tofee di Andrea Aprilino, 164
eccellente, terzo classificato3. Fumo di Giovanni Petrucci, 172
eccellente, secondo classificato4. Assassino di Demetrio Leone
175 eccellente, primo classifi-cato, vincitore di batteria
5. Tripoli di Mino Cupini, n.q
CLASSIFICA FINALE:1. Assassino di Leone2. Fumo di Petrucci3. Burrasca di Siri
Il risultato finale è stato a dir poco sorprendente; per la prima volta dall’inizio del trofeo (10 anni fa)
non solo non ha vinto un toscano ma il podio è stato composto sol-tanto da concorrenti provenienti da fuori toscana. È d’obbligo una riflessione: è chiaro che il Segugio Maremmano, pur essendo nato nella maremma toscana, è ormai diffuso in tutta la penisola. I cani migliori possono venire da ogni parte d’Italia e le parole di qualcu-no che ingenuamente pensa anco-ra che la razza sia un’esclusiva di un piccolo territorio fanno sorri-dere; scripta volant verba manent, le parole volano con il vento i fatti restano e la classifica non lascia spazio a chiacchere. Grazie al la-voro portato avanti dalla S.I.P.S toscana e nazionale questo cane è diventato patrimonio di tutti i ci-nofili; soltanto in Italia si contano oltre 25mila iscrizioni ai libri Enci.Altro dato, quello di cui sopra, che da solo basterebbe a far cessare le polemiche se nn fossero basate su bassi interessi di bottega. Ricordo che la razza è stata anche ricono-sciuta dalla FCI (Federazione Ci-
nofila internazionale). Nell’attesa di un mea culpa da parte di tutti quelli che dicevano e scrivevano che ciò non sarebbe avvenuto, rinnovo l’invito a lavorare per lo sviluppo di questa razza. Ringrazio a nome della S.I.P.S toscana i si-gnori esperti giudici Bracco Felice e Righi Danilo, per aver diretto e valutato la prova, i cacciatori di Sassetta, che come sempre hanno messo a disposizione il loro ma-gnifico territorio e la loro capa-cità di accompagnatori, l’ammini-strazione comunale di Sassetta e quella provinciale di Livorno, che ci hanno supportato nel migliore dei modi. Un ultimo ringraziamen-to a Vincenzo Ferrara, presidente nazionale della Sips,Giorgi Rossi e Stefano Federici, Fefo, presidente della Sips di Livorno, motore del trofeo e delle prove della toscana, sempre a disposizione dei con-correnti e degli organizzatori
Bruno Mugnainicoordinatore regionale
S.I.P.S. Toscana.
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Organizzatori, giudici e vincitori del Trofeo degli Eccellenti 2015
Inaugurazione del Monumento del Trofeo degli Eccellenti a Sassetta (LI)
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Le riflessioni proposte sono ma-turate al termine di una gita di studio sull’Appennino pratese ef-fettuata nell’ambito del corso di Selvicoltura (Corso di laurea in Scienze Faunistiche dell’Università di Firenze), con la collaborazione del prof. Gianluca Giovanninie del dott. Davide Pozzi. Tali osserva-zioni sono comunque estendibili, purtroppo, a molte aree boscate del territorio italiano.I cedui quercini dell’Appennino pratese sono un ottimo punto di partenza per affrontare il discor-
Danni daungulati
RIFLESSIONIselvatici
so sui danni da ungulati. I cedui in questione presentano la fisio-nomia tipica dei boschi soggetti a forte pressione alimentare da parte dei selvatici: le matricine sono in gran parte scortecciate, mentre le ceppaie si presentano come cespugli bassi e densi, a cau-sa del morso ripetuto dei cervi.Vale la pena di riflettere sull’o-rigine dell’emergenza, sulle pos-sibili vie d’uscita e sul ruolo che possono svolgere, nella soluzione del problema, i tecnici forestali e i politici. Le considerazioni che
seguono non si riferiscono a casi particolari, bensì al territorio na-zionale, in buona parte interessa-to dal problema.Innanzitutto è necessaria una pre-cisazione terminologica per quan-to riguarda il cosiddetto “danno”. Non tutti infatti sono d’accordo con l’adozione di questo termine, che non renderebbe giustizia alle sacrosante esigenze alimentari dei selvatici. Personalmente sono d’accordo sul fatto che si possa parlare di consumo, a patto però che ci si riferisca a una situazio-
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ne prossima alla naturalità: se, per esempio, in una foresta vergine centroeuropea, uno-due cervi di-stribuiti su 100 hafanno colazione a base di piante erbace o arbusti-ve, latifoglie arboree e abete bian-co, è corretto parlare di consumo alimentare. Se, al contrario, i cervi diventano 10, pare ovvio parlare di danno, per lo stesso motivo per cui, se invitassi a cena una perso-na, potrei parlare di consumo nel caso la persona in questione si li-mitasse a fare una bella mangiata, mentre avrei diritto di parlare di danno qualora si facesse accom-pagnare da una decina di amici che mi saccheggiano il frigorifero, la dispensa e che, magari, solleci-tati da un abnorme appetito, mi mangiano pure il gatto.Si tratta dunque di riconoscere un’anomalia: quali che siano le cause del fenomeno (introduzio-ni fatte a cuor leggero, scomparsa dei grandi predatori, istituzioni di aree protette seguite dal divieto di caccia ecc.), è arrivato il mo-mento di prendere atto che la si-tuazione è diventata insostenibile. Perché, se il termine sostenibilità significa “gestire una risorsa in modo da garantirne l’uso alle ge-nerazioni future”, la conclusione è che la risorsa bosco, in casi di for-te pressione alimentare da fauna selvatica, non ha futuro: né sotto il profilo ecologico né sotto quello economico.A questo punto è necessario farsi una domanda: come si può risol-vere il problema del sovraccarico degli ungulati selvatici?La questione può essere affronta-ta sotto varie angolature: scientifi-ca, etica, politica.Nel mondo scientifico non sono pochi a sostenere che la selvicol-tura può svolgereun ruolo impor-tante nella soluzione del problema.Ebbene, chi scrive appartiene alla categoria degli scettici. Premesso che 1) ai danni da ungulati selva-tici non si pone rimediosolo con la riduzione della densità dei capi,2) anche la selvicoltura può gio-care un ruolo (favorendo quando possibile il bosco misto a rinnova-zione naturale, regolando oppor-tunamente l’ampiezza delle taglia-te nonché l’estensione del loro perimetro, stimolando con le op-portune cure colturali la diffusio-ne di un piano erbaceo-arbustivo, valutando la disponibilità alimen-tare non solo in termini quanti-tativi ma anche qualitativi, appo-nendo la ramaglia sulle ceppaie dopo il taglio dei cedui ecc.)… ma pensare che la selvicoltura possa
essere determinante nella solu-zione del problema degli ungulati selvatici equivale a pensare che una cura di vitamine (e sappiamo quanto siano importanti) possa essere un rimedio efficace contro una polmonite acuta.Il ruolo della selvicoltura, detto in altre parole, è di creare condizio-ni idonee al mantenimento di un equilibrio, mentre la terapia d’im-patto, necessaria in tutte le gravi patologie, non può che essere un abbattimento dei capi in eccesso, sulla base di ben congegnati piani di assestamento faunistico.E qui interviene l’aspetto etico che, a mio parere, nell’opinione pubbli-ca è strettamente contaminato da una miscela esplosiva di scarsa in-formazione e di emotività. Infatti, il principale ostacolo alla riduzione dei capi di ungulati sel-vatici è proprio rappresentato dal fatto che la cosa, per quanto
necessaria alla funzionalità dei sistemi agro-forestali, da un lato disturba l’opinione pubblica (gli ambientalisti, ma non solo) che identifica nei selvatici la compo-nente più rappresentativa della natura, dall’altro colpisce gli in-teressi di determinate categorie: come non ricordare che alcuni cacciatori sono interessati a con-servare alte densità di selvaggina?Di fatto, anche se è abbastanza ovvio che la caccia è necessaria per risolvereil problema, molte resistenze ven-gono opposte all’idea che il rime-
dio alla situazione anomala debba tradursi in una strage di animali. Paradosso notevole se si pensa che ogni giorno sulle nostre ta-vole arriva carne di manzo, vitello, maiale, agnello, pollo, tacchino e quant’altro, tutta carne che prima di essere ridotta in bistecche ha fatto parte di organismi che sono stati uccisi per la nostra alimen-tazione.Insomma, perché la mucca sì e il cervo no? Forse perché il cervo fa parte della wilderness?Suvvia, basterebbe ragionarci un attimo per capire che il problema è esattamente l’opposto: il cervo, quando è in eccesso, è la princi-pale minaccia alla wilderness, visto che impedisce la rinnovazione dei boschi, cioè l’habitat di tanti altri selvatici (piante e animali), oltre che il luogo in cui gli uomini hanno ricavato uno spazio economico.La verità è che, nell’opinione pub-
blica, manca la percezione esatta del problema, o meglio della sua dimensione: si fatica a capire che in molti casi abbattere gli ungula-ti selvatici non è un gioco o una gratuita cattiveria e nemmeno una forma di bieco cinismo, bensì una necessità. Personalmente confes-so di avere un’istintiva simpatia per tutti gli animali, cervidi com-presi, anche se ciò non m’impedi-sce di pensare che sia necessario riportarli a densità più vicine alla natura (il confine etico che non si può oltrepassare nei confronti degli animali è, a mio avviso, un
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altro: il maltrattamento, cioè ogni forma di violenza gratuita).Le spiegazioni all’atteggiamento dell’opinione pubblica non manca-no. L’Italia del secondo dopoguer-ra fu segnata dall’urbanizzazione, fenomeno che tuttora instilla in ognuno di noi, assieme a model-li di vita artificiosi, anticorpi che inducono a percepire la natura come un Eden lasciato alle spalle. Purtroppo, alla crescita del senti-mento non corrisponde un’ade-guata crescita della conoscenza. In altre parole, il livello di educa-zione ambientale rimane scarso, mentre l’amore per la natura con-tinua a rivestirsi di una dannosa irrazionalità.Si aggiunga che, in Italia, gli aspet-ti naturalistici sono trattati dai media spesso in modo approssi-mativo, a volte addirittura errato: insomma, i mezzi d’informazione sono corresponsabili della situa-zione che s’è creata.Le maggiori responsabilità, a mio avviso, spettano però al mondo politico, il cui compito dovreb-be essere quello di ricondurre la questione in un alveo raziona-le: fare sì che l’opinione pubblica prenda atto che la natura non è
un insieme di cervi e caprioli, ben-sì una rete di relazioni funzionali che non ammettono anomalie spaventose come quelle cui stia-mo assistendo. Se non è etico uccidere Bambi, lo è forse permettere la distruzione dei nostri boschi? Possibile che le istituzioni non riescano a rispondere a una do-manda così elementare? Oppure a dire chiaramente che la natura che ci circonda non è poi così ricca di naturalità, e che dunque necessita, più che di un approc-cio emotivo, di una razionale ge-
stione? Conosco personalmente proprietari di boschi, mortificati da una situazione incomprensibile per cui, dopo il taglio di un ceduo, non è permesso loro mandare una mucca al pascolo nel bosco (pena gravi sanzioni pecuniarie), mentre mandrie di cervi di straordinario appetito possono radere al suolo le ceppaie. È pur vero che in tal senso esisto-no indennizzi, ma non sono certo quelli a risolvere il problema.Possibile non rendersi conto del rancore verso le istituzioni che situazioni del genere possono de-terminare?A proposito, nel frattempo, a ren-dere meno insostenibile il proble-ma ci pensano i bracconieri…Il paradosso fa nascere una do-manda finale, cui ognuno può for-nire la propria risposta: se ad al-leviare le dimensioni dei problemi sono necessarie pratiche illegali, non sarebbe forse più opportu-no assumersi laresponsabilità di scelte magari poco popolari ma indirizzate verso il bene della col-lettività?
Prof. Marco PaciDocente di Selvicoltura presso
l’Università degli Studi di Firenze
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Isabella Pratesi, che oggi fa parte del WWF, ma che è stata (od è ancora ed anche?) dirigente della LAV (o della LAC?), dopo il lut-tuoso evento che mai così tanto ha portato il cinghiale alla ribalta della cronaca quotidiana (benché di motivi per questa ribalta ce ne fossero già stati prima ed a iosa, sia con la morte di persone a causa di impatti automobilistici con l’animale, sia di aggressioni, ma senza fatti luttuosi diretti di cittadini inermi, sia per i miliardi di euro di danni ogni anno inferti all’agricoltura: ma si sa, i giornali sono prodotti da vendere, non già, come tanti credono, diffusori di notizie di interesse sociale: per cui, come si usa dire, se un cane morde il padrone, la cosa non fa notizia ma se un padrone morde il cane, allora si va in prima pagina!); si diceva, la Pratesi ha ritenuto di diffondere un comunicato stampa come Direttore del programma conservazione del WWF per cer-care di dare spiegazioni corrette sul fenomeno («Tutto quello che avreste voluto sapere sui cinghiali e nessuno vi ha mai detto»). Peccato che neppure lei ce lo dica! Il documento contiene tante contraddizioni ed inesattezze, che non possiamo esimerci dal farle notare. Se esiste un problema, e per partito preso si cominciano a raccontare cose non vere, il problema non si risolverà mai. E
Il problemadel cinghiale
Una risposta ad Isabella Pratesi, ragionando sulle contraddizioni
mancanza di buon senso, logico e pratico, del solito animalismo anticaccia
forse è proprio quello che voglio-no gli animalisti anticaccia: che si continui a parlare del problema del cinghiale, ma solo come argo-mento per attaccare i cacciatori, e senza mai proporre l’unica solu-zione plausibile: ovvero che siano gli stessi cacciatori, colpevoli della diffusione dell’animale, a provve-dervi riducendone drasticamente il numero con le loro armi. Ed è già dura convincerli, visto l’inte-resse che la stessa Pratesi eviden-zia, che hanno ad avere ogni anno un bel po’ di cinghiali da abbattere, per cui un numero troppo basso rischia ridurre i loro, come anche dice la Pratesi, “pingui” carnieri, ma… anche magari di spingere poi gli anticaccia a richiederne la protezione! Vediamo cosa ha scritto la Pratesi nel suo comunicato. I cinghiali «hanno zanne lunghe anche 30 centimetri affilate come rasoi.» Ci chiediamo se la Pratesi ha mai visto un cinghiale, o pensa che siano dei trichechi o dei ba-birussa? Dove ha mai visto zanne di 30 cm di lunghezza e poi, “affi-late”? Caso mai appuntite! Ma so-prattutto la Pratesi batte e ribatte per informare che i cinghiali sono tanti, sono troppi, fanno danni in-genti: Ecco cosa ha scritto: «(…) sono stati lanciati in un frenesia venatoria senza uguali: importati dall’Europa dell’Est ma anche alle-
vati in Italia (…). In pochi decenni i la popolazione di cinghiali si è così quintuplicata (…). La gestione dei poveri animali, la cui popolazione ha raggiunto livelli preoccupanti di 600.000 o forse 1 milioni di indi-vidui…» Ma poi, pur riconoscendo che proprio i cacciatori hanno anche la responsabilità di abbatterne troppo pochi e che quindi sono loro i primi ed unici responsabili della crescita esponenziale della popolazione, si guarda bene dal dirci come proprio i cacciatori potrebbero e dovrebbero risol-vere il problema: «(…) sono stati utilizzati per creare una popola-zione pingue e ricca adatta a sod-disfare le brame dei cacciatori.» Ovvero riconosce che sono trop-pi, che sono un problema. Ma poi, ecco che proprio con i cacciatori se la prende perché li uccidono, facendo capire che lei sarebbe contraria: «(questo purtroppo non li salva dalla morte a cui sono destinati). (…) affidata alle allegre brigate dei “cinghialari” (…). Al-trettanti cinghiali vengono uccisi illegalmente cacciati con trappole, lacci e fucili a pallettoni. Di notte e di giorno. A decine di migliaia. Ma non per svuotare e rendere più sicuri i nostri boschi (...). Chiu-diamo entrambi gli occhi e tap-piamoci le orecchie se sentiamo spari e fuori strada che rombano con il loro carico di carne di cin-
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ghiale. Lasciamo che continuino ad essere i cacciatori, nella legalità e nell’illegalità a gestire la nostra fauna. Non preoccupiamoci se le lobby dei “cinghialari” impediran-no che il problema del soprannu-mero dei cinghiali (che apporta un enorme danno all’agricoltura) venga veramente risolto.» Ovve-ro, silenzio assoluto sulla soluzio-ne del problema! In poche parole, la Pratesi vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Secondo lei i cinghiali sono troppi ed andrebbero ridotti e drastica-mente di numero, ma poi si schie-ra subito contro l’unica categoria di cittadini che a questo problema possono porre rimedio. Come non chiedersi, ma questa Pratesi, i cinghiali li vuole o non li vuole? Ne vuole tanti o ne vuole pochi? E se sono troppi, a chi affiderebbe il compito di ridurne il numero? Ai soliti “professionisti del catastrofi-smo animale” che attraverso studi e progetti, magari lautamente pa-gati dall’Unione Europa, ci verran-no poi a dire che bisogna lasciare crescere i lupi affinché vi provve-dano (come se i lupi fossero poi così fessi da lasciare in pace il be-stiame domestico per darsi inve-ce da fare a seguire le indicazioni dei “faunisti” del WWF e predare quindi solo cinghiali, cervi e ca-prioli anziché le ben più disponi-bili e facili pecore, capre, cavalli, vacche e cani!). Oppure, pretenderà di obbligare gli agricoltori a circondare ogni campo coltivato con recinti elet-trici, per i quali, che siano a spese dei proprietario o dell’appara-to pubblico, sempre di milioni di euro si parlerebbe? O ci verrà a dire che i cinghia-li bisogna catturali con costose trappole e burocratica metodo-logia (intanto pagherebbe pan-talone!) che lasceranno il tempo che trovano, perché la biologia ed il comportamento animale ci dice che mentre se ne cattura uno, la popolazione cresce di due? E poi, l’ipocrita chicca, già adotta-ta in alcuni aree protette chiuse alla caccia: catturali con le gabbie e farli poi uccidere nelle macelle-rie: ipocrisia all’ennesima potenza, eppure tante volte proposta non solo per cinghiali, ma anche per nutrie, scoiattoli grigi, ed altri ani-mali esotici o in soprannumero! Tutto questo pur di evitare che i cacciatori, facendolo a loro spese
pagando una tassa e magari an-che i capi abbattuti - quindi con entrate finanziarie che potrebbe dare un aiuto alle sempre esauste casse di chi gestisce la fauna ed i Parchi -, possano “divertirsi”: ov-verosia, impedire loro di divertirsi sembra essere l’unica ragione del perché non si vuole ricorrere alla caccia per risolvere un problema che oggi è quasi più sociale che faunistico! O li vorrebbe fare abbattere da guardiacaccia, guardie forestali e guardia parco? In tal caso, non lo sa che se esiste l’obbiezione di coscienza per l’esercito, è proba-bilmente giusto applicarla anche ai corpi di guardiania? Lo sa che difatti la grande maggioranza di queste guardie è animalista ed anticaccia? Che farebbe, li obbli-gherebbe a farsi “macellai” al po-sto dei cacciatori? In fondo, forse sarebbe un bene se lo facesse, così si potrebbe rendere conto di quanto utili siano i cacciatori in questi casi (sempre più frequenti, tanto che anche nazioni che ave-vano abolito la caccia la stanno pian piano ripristinando, magari mascherata da “prelievi selettivi”, “controllo delle popolazioni”, “ab-battimenti sanitari” ed altre scuse più o meno politicamente corret-te e che spesso non risolvono mai veramente i problemi). La Pratesi si allei pure con la sua sodale Brambilla; convincano pure l’opinione pubblica della “bon-tà” delle loro idee sulla gestione
faunistica; ma poi non vengano a piangere sul latte versato quando avremo altri morti ed aggressioni da parte di cinghiali e lupi ed orsi, al bestiame ed anche persone, con milioni di euro di danni che cittadini, agricoltori ed allevatori pagano di tasca loro, ricevendo, quando li ricevono, scarsi rimborsi dalla casse pubbliche sempre più vuote. Per non dire del rischio di estinzione di tante rare specie di fauna e flora (lo Scoiattolo rosso, l’Orso marsicano e il Camoscio d’Abruzzo, varie specie di orchi-dee, solo per fare alcuni esem-pi eclatanti) a causa della loro competizione con le popolazioni animali in forte crescita proprio perché si impedisce ai cacciatori di eliminarle o mantenerne basso il numero. In fondo si tratterebbe di fare un semplice calcolo tra co-sti e benefici, lasciando da parte i principi “talebani” di animalisti ed anticaccia, adottando invece misu-re basate sulla saggezza ed il buon senso.I cacciatori possono essere grandi attori nel mondo della conserva-zione, specie faunistica: la si smet-ta di vilipenderli e si cerchi una loro collaborazione per il bene del… bene Natura (che non è solo animali: Aldo Leopold, The-odore Roosevelt, Jim Corbett, Erminio Sipari, Mario Incisa della Rocchetta, Renzo Videsott, Fabio Osti, Mario Rigoni Stern, e tanti tanti altri, anche viventi - tutti am-bientalisti cacciatori - insegnano!).
Franco Zunino Segretario Generale Associazione
Italiana Wilderness
Muta di Liberati-Petrucci vincitrice del Trofeo delle Nazioni 2015
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Premetto che sono un Segugi-sta pratico con diverse espe-rienze essendo cresciuto in un ambiente familiare di seguisti e che ho giudicato con i miglio-ri giudici italiani, alcuni ancora in vita e alcuni che, purtroppo, non ci sono più, lasciando un grande vuoto di insegnamento. Ho trovato positivo apporta-re una revisione allo standard di lavoro per capire meglio la direzione da prendere, diversa-mente si rischierebbe l’impove-rimento della razza sul lavoro. Leggendo attentamente il nuovo regolamento sul lavoro del Se-gugio, rilevo che i problemi più importanti sono rimasti e sono i seguenti:- si deve tener presente che i
canettieri sono cambiati nel metodo, hanno avuto una evo-luzione, sono diventati “doma-tori”, ed ecco perché il regola-mento deve essere rigoroso su tutte le fasi;
- i collari (localizzatori) nelle prove non devono essere uti-lizzati, poiché si nota il cane mantenere un comportamento di sottomissione; mentre senza
collare, durante il turno della prova, possiamo vedere le doti naturali del soggetto e di que-ste esperienze ne potrei elen-care diverse.
L’art. 10 recita la seguente dicitu-ra: Il canettiere fa parte integrante della muta, coppia e singolo. Lo trovo un errore gravissimo e spiego il perché: il canettiere deve seguire i cani fino all’incontro con la passata della lepre, fermarsi e la-sciare proseguire i cani da soli per far sì che acquisiscano personalità, sagacia, ed infine far completare la fase di accostamento che, diversa-mente, verrebbe portata avanti dal canettiere, come spesso avviene, con il risultato che questi sogget-ti non diventano mai maturi. Da tantissimi anni si parla di ZONE DOC per le prove zootecniche, ma si continua ad esercitare pro-ve in zone di ripopolamento, in zone faunistiche, nelle quali ven-gono rilasciate ottime qualifiche. Continuando in questa direzione avremo un peggioramento della razza da lavoro del 90%, bisogna ricorrere ai ripari in breve tempo. Prima di terminare vorrei citare due fasi delle prove che, a mio
avviso, sono importantissime: la “cerca” in cui si assiste alla passio-ne, alla disciplina, al collegamento e si capisce il soggetto a quale raz-za appartiene, è stata declassata a 10 punti; l’accostamento che è la fase più importante della verifica zootecnica, olfatto, sicurezza nel-la valutazione dell’usta, soluzione dei falli su passata fredda, è stato bloccato a 30 punti.Sarebbe stato utile qualche punto in più per mantenere l’accosta-mento che vediamo sempre più scomparire. Se in Italia venisse fat-ta una verifica in tal senso avrem-mo l’l‰ che saprebbe risolvere il lavoro dell’accostamento.Infine, con questo commento, vorrei parlare dei 45 minuti in do-tazione alla seguita di prove di cui tanto discusso dai giudici durante le prove: occorre stabilire quanti metri in un minuto percorre un cane durante la seguita pressante in pianura, in collina ed in mon-tagna. Proporrei una diversa va-lutazione giudicando il percorso effettuato dal cane e non il tempo impiegato.
Giovanni Incerti
CommentoAL REGOLAMENTO NUOVO
RELATIVO ALLE PROVE ZOOTECNICHE DEL SEGUGIO
Il Best in Show del Raduno di Perugia
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L’occasione per l’idea di scrivere un articolo insieme a Giuseppe Quici è nata da due giorni di cac-cia trascorsi nelle terre molisane, dove abbiamo potuto osservare e confrontare forse due metodi di lavoro differenti ma comunque efficaci. Da una parte, Segugi che evidenziano le varie fasi con voce piuttosto abbondante, meticolosi nella fase di accostamento, molto avvinti alla passata. Dall’altro, cani veloci nella fase di accostamento, sbrigativi, che alla vocalizzazione spesso alternano passaggi segna-lati con la coda e con colpi di gola.Entrambe le mute arrivano alla ri-messa, scovano ed inseguono, pur se con tempistiche diverse forse e con metodi di lavoro apparente-
Senza metodo, stile e intelligenza
non c’è Segugiomente differenti.In realtà, non credo sia giusto par-lare di cani di iniziativa fortemen-te contrapposti a quelli di meto-do: il Segugio, per esser chiamato tale, deve necessariamente usare un metodo. E deve farlo con stile. Ciascuna razza, poi, certamente, avrà il suo. E non sarebbe corretto pretendere di applicare all’Ariege-ois lo stesso metodo dell’Italiano o viceversa. La tendenza ad uni-formare il metodo di lavoro, so-pratutto durante le verifiche zoo-tecniche, è un male non solo per la razza, ma per la cinofilia tutta.Il territorio plasma il Segugio. Questo è tendenzialmente vero; con l’accortezza di specificare, però, che il cane intelligente do-
vrebbe essere in grado di adattar-si ad ogni tipo di situazione. Negli altipiani meridionali, dove il Segu-gio dovrà accostare a volte per chilometri prima di giungere al covo, sarà più facile affinare la fase dell’accostamento, che dovrà es-sere necessariamente meticoloso e preciso, sul filo. Questo perché magari la pastura incontrata è una sola, e quella la muta deve lavo-rare.Parzialmente diverso sarà il com-portamento del Segugio nei terri-tori pianeggianti, dove la presenza della lepre è solitamente più ab-bondante (anche se negli ultimi tempi il calo del selvatico è sotto gli occhi di tutti ed è quindi ne-cessaria una oculata gestione della
Londa (FI). Una bella giornata con i Segugi dell’Appennino ospiti di Valter Mencetti
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lepre, evitando inutili immissioni di conigli di allevamento ed accre-scendo ciascuno un senso etico di rispetto e buon comportamento di ciascun Segugista durante la stagione venatoria).In questi territori di pianura, le pasture del selvatico spesso si in-trecciano l’una con l’altra, ed un Segugio abituato a lavorare sul terreno un’unica pista, se privo di elevato equilibrio e di relativa freddezza sull’odore, difficilmen-te scoverà la stessa lepre che ha accostato. Questa peculiarità ren-derà spesso difficoltosa la valuta-zione dell’accostamento, che non dovrebbe mai essere confuso con il passaggio disordinato da una pa-stura all’altra, un susseguirsi cioè di voci che non seguono un dise-gno preciso ed unitario.Dato per scontato che la fase della cerca, volgarmente detta pastura, finisce nell’esatto momento in cui l’usta del selvatico viene reperita sul terreno, non credo sia possi-bile definire come fuori mano o disorganizzata una cerca ampia in territori, come quelli montani, dove spesso la muta deve aprirsi a ventaglio per reperire la passata ed iniziare l’accostamento, unen-dosi appena un fiato utile viene segnalato da uno dei componenti; territori in cui per fare l’incontro è necessario scandagliare il ter-reno con pazienza. Certamente, però, appena il Segugio avrà fatto capire o con la voce o con il movi-mento del corpo e della coda che la pastura è presente, dovrebbe essere penalizzato quel cane che abbandona l’usta utile per cercare un fiato più facile.Dovrà al contrario applicarsi sul terreno e iniziare con precisione ed equilibrio la fase spettacolare dell’avvicinamento al covo, resa talvolta più difficoltosa dalle false rimesse che possono intralciare il cammino del Segugio. Fino ad arrivare al covo ed iniziare un in-seguimento incalzante e ben vo-calizzato. Proprio a tal proposito, vorrei esprimere la soddisfazione nel vedere che all’atto di appro-vazione del nuovo regolamento delle verifiche zootecniche non sia stata approvata la modifica re-lativa al finire degli otto anni. Sap-piamo bene tutti quanto impegno, tempo, risorse economiche ed affettive ed investimenti richieda il fare un Segugio, vederlo cresce-re, acquisire esperienza, malizia, astuzia, e perché no, maturità. In tutti i campi della scienza, le menti più brillanti hanno sempre dato grandi frutti soprattutto in età
matura, quando si è acquisita la consapevolezza data da tutte le esperienza sommate nel tempo. Allo stesso modo, il lavoro di un Segugio è un lavoro soprattutto di testa. Lo sforzo fisico è sicura-mente rilevante ma se un cane ad otto anni è “finito” e non riesce più a sostenere una cacciata di 2/3 ore, allora vuol dire che si è sbagliato qualcosa nella selezione; perché non stiamo parlando di un sollevatore di pesi massimi o di un cavallo da corsa. Stiamo parlando di un lavoro soprattutto olfattivo, in cui l’esperienza gioca un ruo-lo fondamentale. Credo che il modo per incentivare la selezione ed il ricambio generazionale non debba essere imposto con una restrizione alla libertà personale di ciascuno di scegliere chi pre-sentare in prova. Le prove di la-voro già hanno visto diminuire la partecipazione di molti associati, in primis a causa della crisi eco-nomica che ha attanagliato l’Italia in questi anni e da cui il recupero sembra lento. Non tutti hanno la possibilità di fare cucciolate con-tinue per assicurarsi sempre cani giovani e pronti. Si incentiverebbe in questo modo l’allevatore che può permettersi di avere in canile un numero di soggetti tali da po-ter sempre avere a disposizione dei soggetti da inserire in muta all’evenienza.Se volessi andare a scegliere un Segugio (cucciolo o grande che sia) da acquistare, vorrei vedere almeno i genitori. E se sapessi che il padre o la madre o i parenti in generale dopo gli otto anni sono finiti e non rendono più a caccia, beh, di certo cambierei linea di sangue. La longevità è fondamen-tale ai fini della valutazione della meritevolezza o meno di un cane. Questo, almeno, per me.Penso che se vogliamo incenti-vare l’allevamento, la selezione, le cucciolate mirate, dobbiamo piuttosto coltivare l’etica della correttezza, della lealtà nei com-portamenti. Cominciamo a non chiudere un occhio di fronte ai certificati falsi, alle seguite su ca-priolo, ad un Segugio incrociato, ad una radio usata in prova per pilotare l’azione di caccia. Queste sono le cose sulle quali interve-nire.
Simona Pelliccia
Brevemente, è necessario precisare che la col-laborazione cinofila con l’amica Simona è generata dalla comune volontà di rappresentare ed inter-
pretare l’attuale “Segugismofilia” in maniera critica ed indiscrimina-ta, attraverso la mente e la pen-na di due persone appartenenti a generazioni e culture cinofile ab-bastanza diverse, volte, però, agli stessi obiettivi di tutela della razza Segugio italiano.Come accennato da Simona ci sia-mo incontrati da me, nel Molise, in territori assolutamente naturali con pochissime lepri, smalizia-te e diffidenti, sulle quali i Segugi (di Simona) condotti dal collega Anacleto (papà di Simona) hanno espresso il loro peculiare animus di Segugi italiani. E’ vero, un lavo-ro diverso rispetto ai miei cani e di quelli di gran parte degli amici molisani ed abruzzesi, ma in ogni caso assolutamente rispondente allo standard di lavoro della raz-za. Abbiamo assistito alle classiche quattro fasi condotte con il pre-valente uso dell’iniziativa e della sollecitudine, a mio avviso una maggiore vocalizzazione(in acco-stamento) non sarebbe stata fuori posto. Poi null’altro da obiettare. Due vecchi leproni sono stati cat-turati, uno per giornata. Ho narra-to questo spunto per introdurre alcuni concetti e per ricollegarmi allo scritto di Simona.Sono sempre stato attratto dal Segugio che esprime un “ lavoro classico”: prevalentemente avvin-to alla traccia, lavoro vocalizzato nei vari dettagli, capacità di spazia-re sui falli ostili, tenacia sulle diffi-coltà olfattive, capacità di intuire la “zona lepre” e la sua rimessa, inseguimento sicuro.Per quanto ho potuto fare o, per dirla meglio, per quanto la disgra-ziata sorte mi ha consentito di ottenere, ho allevato e addestrato basandomi sui suddetti principi. Io, come altri, abbiamo selezionato per decenni in questa direzione. Ovviamente, ora, ciascuno ha la moglie che si merita significando che possediamo esattamente ciò che abbiamo voluto e selezionato. Il software alloggiato nella testa dei miei Segugi è questo e loro si comportano di conseguenza.Ovviamente ci sono state delle ragioni (o forse punti di vista) che hanno spinto e favorito la presen-za e l’utilizzo di un simile Segugio italiano. Personalmente e aldilà dell’aspetto emotivo-emozionale ho prediletto Segugi tendenzial-mente predisposti ad avanzare “tenendo l’usta”, con il fine di poter meglio raggiungere la rara lepre che in una notte calpesta il suolo di due o più paesi. Segugi che, in questo modo, hanno mi-
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nori possibilità di essere attratti da altri “animalacci”. Segugi che (secondo il mio punto di vista) avrebbero potuto rendere meglio nelle giornate con cattiva emana-zione (negli ultimi decenni queste giornate sono le più rispetto alle altre). Probabilmente avrò incon-sciamente subito anche l’effetto emulativo del: così fan tutti ! Sta di fatto che è andata in questo modo. Oggi (a dire il vero da qual-che anno) sto cercando di porre in atto un progetto di revisione e trasformazione del metodo di lavoro del Segugio. Moltissimi conterranei lo hanno già fatto con lodevoli principi e risultati. Ho sempre sostenuto e sosten-go che è necessario stare attenti per seguire l’evoluzione naturale del mondo che ci circonda (bio-logia, ecosistemi e mutazioni pla-netarie). Il Segugio non deroga e non sfugge a tale principio. Risul-terebbe perlomeno anacronistico restare inchiodato alle proprie convinzioni ed abitudini soprat-tutto se hai avuto dimostrazione che le stesse non rappresentano la unica verità, ragion per cui sono pienamente affaccendato per mo-dificare il software genetico dei miei cani verso un lavoro con più iniziativa e con aumentata attitu-dine alle seguite incalzanti. In tale ottica ho prediletto la ricerca e l’allargamento della conoscenza soprattutto vedendo al lavoro i Segugi di gente capace, per impa-rare (da entrambi) le speculazio-ni che mancano nel mio bagaglio cinofilo e cinotecnico. Riuscirò nell’intento? Intanto ci provo.Simona, nella parte introduttiva dell’articolo, afferma che… il Se-gugio per essere chiamato tale, deve necessariamente usare un metodo… verissimo! Ed aggiungo che deve essere un metodo capa-ce di esprimere e concretizzare le quattro fasi necessarie per esalta-re l’azione cinofila volta alla caccia della lepre. Ovvero rispondere a quanto trascritto nello standard di lavoro. Tuttavia bisogna lasciare spazio alle variabilità espressive, ovviamente non contenute nello standard di lavoro, alla cosiddetta individualità artistica del Segugio, tra cui il grandissimo ed inestima-bile patrimonio dell’intelligenza cinofila. Guai se facessimo diver-samente.Qualche anno addietro mi trova-vo a conversare con gli amici Nico De Angelis e Corrado Vagnoni, la discussione, condotta da me, ac-clarava la buona convinzione che per tenere bene il lavoro “sul
filo dell’emanazione” occorre un Segugio che proceda con calma. Dopo questa affermazione Cor-rado sbottò: ….ma tu sei in grado di negare che un cane sbrigativo non avanzi seguendo fedelmente l’usta? E’ stata la bomba che ha creato un varco nella mia visione Segugistica ed anche la scintilla che ha innescato un immediato processo di revisione, onesto, se-reno, utile. Aveva ragione Corra-do. Lo hanno dimostrato i Segugi di Simona quando hanno cacciato nel mio territorio. Oggi la mia convinzione disegna un modello di Segugio estrema-mente sobrio, collegato ma non dipendente dal conduttore, obbe-diente, dinamico e pieno di stile di razza, che lavori con naso, solerzia ed intelligenza.Già, l’intelligenza, gran parte dei Segugi sono cani abbastanza intel-ligenti. Però io mi riferisco all’in-telligenza venatoria che è cosa ben diversa ovvero la capacità innata di saper giungere sul selva-tico utilizzando i segnali odorosi che lo stesso ha lasciato durante il percorso che lo conduce al si-curo. L’intelligenza venatoria è lo strumento (un’arma se vogliamo) che misura l’efficacia predatoria necessaria alla sopravvivenza del predatore. Il Segugio impegnato nella caccia è un predatore. Tant’è che molti Segugisti, per esacerba-re le prestazioni agonistiche dei cani, inducono gli stessi alla presa dell’animale ed al consumo imme-diato della stessa o di alcune por-zioni viscerali. L’intelligenza venatoria è anche la virtù che impedisce al Segugio di rimanere imbrigliato sugli intrecci di più pasture (trascorsi notturni) delle lepri dimoranti in territori con buona od alta densità. Certa-mente dove c’è una sola traccia di lepre, come giustamente osserva anche Simona, le “questioni” si ri-solvono da sole, o meglio non si pongono affatto. Se il Segugio “si impiccia” su una traccia pulita o addirittura si “impantana” sul pra-to dove la lepre, durante la not-te, si è nutrita ed ha giocato, non può essere considerato tale. Sarà un cane, come tanti altri della sua specie, destinabile ad altri usi. Tutti siamo concordi nel volere il Segugio intelligente! Contestual-mente, però, pretendiamo che si comporti da cretino quando gli chiediamo di non cambiare la traccia, tra le tante incontrate in un bel prato e/o durante l’acco-stamento, e di scovare sempre e solo la lepre che ha accostato. Ri-
tengo che l’intelligenza venatoria del Segugio serva a raggiungere l’obiettivo di arrivare alla preda: scoverà la lepre che offra le mi-gliori condizioni per farlo subito. Punto e basta! E’ veramente stu-pido pensare che il Segugio debba rifiutare una traccia migliore di un’altra o rifiutare lo scovo per-ché non è quella la lepre che ha incontrato per primo la mattina nel prato; altra cosa è il rifiuto du-rante la seguita che, al contrario, denota una scelta razionale diret-ta alla ovvia migliore possibilità di cattura di un selvatico già stanco, ma di questo parleremo in altra occasione. In parallelo osservia-mo cosa accade quando un preda-tore a vita libera attacca un grup-po di prede; all’inizio della caccia ciascuna preda potenzialmente può essere catturata. Ciascuna preda ha prodotto una traccia e possiede una ben distinta emana-zione (che solo il predatore è in grado di percepire e valutare). Il predatore individua una preda e si concentra su di essa ma non è detto che sarà proprio essa ad essere catturata. Il predatore al termine dell’azione di caccia avrà catturato la preda che è risultata più facile da catturare. Ovvero il tutto si è svolto seguendo la leg-ge naturale del minimo sforzo e massimo rendimento (efficienza ed efficacia) a cui tutte le creatu-re diverse dall’uomo rispondono. Gli animali che rispondono a tale comportamento non lo fanno per istinto ma per intelligenza venato-ria, infatti quelli che avranno più successo predatorio aumentano le proprie possibilità di vita rispet-to a quelli con minore successo, significando, sostanzialmente, che il livello di intelligenza è diverso. Molti uomini, troppi, confondono l’intelligenza del cane definendola volgarmente istinto. Ma questo è solo un comportamento, tipica-mente umano, atto a rivendicare la superiorità di specie. L’intelligenza venatoria del Segu-gio si esprime anche tramite la ca-pacità di cacciare proficuamente con i compagni (collaborando con essi ed utilizzandone i risultati e le risorse) , in coppia o in gruppo, di interagire con le caratteristiche del terreno, del clima, e persino durante la caccia nel rapporto con il padrone. L’intelligenza ve-natoria guida e governa il Segugio principalmente quando l’olfatta-zione è insufficiente o disturbata. Un Segugio con tali caratteristi-che addestra il conduttore arguto.
Giuseppe Quici
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Trentino Alto-Adige
FINALE DEL 2° GRAN TROFEO DELLE ALPIProva di lavoro internazionale per cani da seguita su lepre
Dopo il grande successo riscon-trato nell’edizione 2014, la Pro Segugio Trentina è stata chiama-ta ad organizzare, per il secondo anno consecutivo, la Finale del Gran Trofeo delle Alpi, prova di lavoro internazionale per cani da seguita su lepre valevole per l’as-segnazione dell’ambito Trofeo. Destinato a divenire il “Saladini Pi-lastri” del Segugio, il Gran Trofeo delle Alpi edizione 2015 ha visto l’aumento delle Sezioni provincia-li SIPS partecipanti con l’aggiunta di Vicenza. Quattro sono state dunque le prove di qualificazione, tutte svoltesi rigorosamente su territori di montagna della cate-na alpina, che hanno decretato la classifica dei dodici concorrenti finalisti suddivisi nelle tre classi di singoli, coppie e mute.La prima prova di qualificazione, curata dalla Sez. SIPS di Vicenza, si è svolta nel mese di aprile nella Riserva di Roana – Comprensorio alpino 4. La seconda prova di qua-lificazione, curata dalla Sez. SIPS di Aosta, si è svolta nel mese di maggio sui territori del Compren-sorio Alpino di Saint Vincent, Ayas e Brusson. La terza prova di qua-lificazione, curata dalla Sez. SIPS di Como, si è svolta nel mese di giugno nel Comprensorio Alpino delle Prealpi Comasche. La quarta ed ultima prova di qualificazione, curata dalla Sez. SIPS di Bergamo, si è svolta nel mese di luglio nel Comprensorio Prealpino di Ber-gamo. L’eccellenza dell’organizza-zione e i magnifici areali di prova sono le due costanti riscontrate nell’intero circuito delle qualifica-zioni alle quali hanno partecipato moltissimi appassionati Segugisti provenienti da quasi tutte le re-gioni del centro nord italiano a dimostrazione del fatto che l’en-tusiasmo, l’interesse e la passione per il Segugio e per le prove di lavoro su lepre non vedono tra-monto alcuno.A conclusione delle prove di qua-lificazione hanno conquistato l’ac-cesso alla finale: nella la classe singoli - i Sigg. Pel-liccia Anacleto e Simona con Rina, il Sig. Starcevic Drago – Team Ma-scheroni con Roll, la Sig.ra Bosio Lina con Eva e il Sig. Bellò Riccar-do con Lampo; nella la classe coppie - il Sig. Ca-nepa Giuseppe con Culto e Lea, il Sig. Chioda Enrico con Massi II e Spedy, il Sig. Schirato Andrea con
Lampo e Dali E il Sig. Zanrosso Nicola con Jok e Ziva;nella la classe mute - il Sig. Ram-pini Claudio con Leo, Lea, Rino, Selva, Giada e Diana. , Il Sig. Sani Tiziano con Janez, Oliva, Nora, Princi e Valentina, Il Sig. Tanghetti Dario con Mina della Concarena, Birba, Sila, Lila e Bigio e il Sig. Za-notti Vincenzo con Lampo Scintil-la, Shila e Nebbia.E veniamo alla finale che come si diceva è stata affidata per il secon-do anno consecutivo alla Pro Se-gugio Trentina. La prova è andata in scena domenica 23 Agosto ed ha avuto come palcoscenico i me-ravigliosi territori dolomitici della Val di Fiemme conosciuta a livello internazionale per aver ospitato ben tre edizioni dei campionati del mondo di sci nordico e per le sue preziose ed uniche ricchezze paesaggistiche e naturali. L’orga-nizzazione dell’evento, patrocina-to dall’Associazione Cacciatori Trentini, è stata curata, secondo la filosofia ormai consolidata della Sezione Provinciale Pro Segugio di Trento che vede diversi com-ponenti il Consiglio Direttivo at-tivarsi nell’organizzazione delle varie manifestazioni programmate annualmente, dal Vice Presiden-te Valerio Dondio, ed ha visto il coinvolgimento delle Riserve di Caccia di Cavalese, Carano, Daia-no Varena Tesero e Predazzo, che, come nelle precedenti occasioni (prove internazionali di eccellen-za del 2008 e del 2013), hanno dimostrato grande disponibilità e spirito collaborativo. Molto ap-prezzata l’organizzazione gene-rale della manifestazione con un piccolo neo dovuto all’impossibi-lità di trovare un’unica struttura disponile ad ospitare i sigg. giudici e i numerosi concorrenti ed ospi-ti giunti nella giornata di sabato 22 agosto. Del resto, in una valle turistica come la Val di Fiemme, il mese di agosto rientra interamen-te nell’alta stagione e le strutture ricettive vedono generalmente il tutto esaurito. Personalmente posso assicurare che si è cercato di fare il possibile per non disat-tendere la cordialità e l’ospitalità che ha sempre contraddistinto le manifestazioni cinofile organiz-zate in Trentino. Particolarmente significativa, gradita ed apprezzata la presenza del Presidente della SIPS nazionale Vincenzo Ferrara, arrivato in valle in compagnia del-
la consorte già nella giornata di giovedì 20 per assistere alla ma-nifestazione e per godersi qualche giorno di vacanza.Le varie fasi della manifestazione si sono regolarmente svolte nel pieno rispetto del programma e degli orari fissati, ed alle ore 6,30, puntualmente, sono iniziati i tur-ni di prova, corsi nelle Riserve di Caccia di Carano e Daiano dalla batteria dei singoli; nelle Riserve di Caccia di Varena e Tesero dalla batteria delle coppie e nella Ri-serva di Caccia di Predazzo dalla batteria delle mute. Numerosa e gradita la presenza di spettatori riscontrata, sia sui terreni di pro-va fin dalle prime ore del mattino, sia presso la struttura del ritrovo durante il pranzo e le premiazioni.E’ risaputo come le condizioni meteo siano determinanti al fine di facilitare o complicare il già di per sé difficile lavoro del Segugio sulla flebile traccia della lepre. An-che il comportamento notturno della lepre varia molto a seconda delle condizioni del tempo. I leg-geri piovaschi notturni e dell’alba facevano presagire difficoltà in-sormontabili per il lavoro dei pur bravi e selezionati Segugi. Invece, l’ottima presenza e il normale comportamento notturno delle lepri (assolutamente autoctone), l’esperienza e la perfetta cono-scenza del territorio da parte degli accompagnatori e la bravura di conduttori ed ausiliari, hanno permesso a quasi tutti i Segugi di reperire la pastura e/o la pas-sata utile e di tentare, nell’esiguo tempo a disposizione, di svolgere le fasi necessarie per raggiungere l’agognata qualifica. Altro fattore determinante nelle prove di la-voro è quello della fortuna che si può manifestare in tanti modi diversi. Ad esempio nell’estra-zione del turno di prova; oppure nell’attacco di pastura o passata di una lepre che non abbia poi percorso distanze chilometriche per mettersi al covo; oppure l’età stessa della lepre attaccata e il re-lativo comportamento che spesso mette in difficoltà anche i cani più esperti. Alla luce di queste con-siderazioni, come spesso accade nelle prove di lavoro, alla fine della mattinata, le qualifiche raggiunte sono state solo cinque, ben distri-buite però, nelle tre classi di lavo-ro a concorso:due nella classe singoli – giudice
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Trentino Alto-Adige
Mapelli Fiorenzo – 1° Ecc. P. 171 Bellò Riccardo con Lampo – 2° Ecc. P. 162 Pelliccia Simona e Ana-cleto con Rinauna nella classe coppie – giudice Virgili Franco – 2° Buono P. 145 – Zanrosso Nicola con Ziva e Jokdue nella classe mute – giudice Torri Armando – 1° MB P. 156,8 – Sani Tiziano con Janez, Oliva, Nora, Princi e Valentina – 2° AB P. 138,5 - Zanotti Vincenzo con Lampo Scintilla, Shila e Nebbia.Sempre a riguardo dell’organiz-zazione generale della manifesta-zione, va sottolineato l’alto grado di idoneità del punto logistico di ritrovo individuato nelle strutture per le feste campestri di Masi di Cavalese ed ottimamente gestito dal Comitato delle Associazioni di Volontariato del paese. Ampio e
dalle riflessioni, sempre lucide ed appassionate, del Presidente del-la SIPS Trentina Franco Canali al quale hanno fatto seguito i saluti del Neo Presidente dell’Associa-zione Cacciatori Trentini Carlo Pezzato, che complimentandosi con la Pro Segugio Trentina ha esortato la stessa a perseverare sulla strada della diffusione di una corretta cultura e conoscenza re-lativa all’uso del cane Segugio nel-la caccia alla lepre e ad una sem-pre più fattiva collaborazione con l’ACT, allo scopo di conseguire, a riguardo della specie lepre. i mi-gliori risultati gestionali possibili. Graditissimi i saluti del Presidente Nazionale SIPS Vincenzo Ferrara. Molto interessanti le riflessioni e i concetti espressi da Ferrara fra i quali, a mio avviso, spicca quello
della difesa e del mi-glioramento del cane Segugio nelle razze rico-nosciute, presenti ed usate in Italia. Anticipando le loro dettagliate re-lazioni, i Sigg. Giudici Enci Mapelli Fiorenzo, Virgili Franco e Torri Armando, si sono detti onorati di aver potuto giudicare questa se-conda finale del Gran Trofeo delle Alpi ed hanno espresso sinceri apprezzamenti per l’organizzazio-ne e per gli stupendi areali messi a disposizione nei tre settori di prova. Ideale la densità di lepri presenti sul territorio. Molto si-gnificativa la presenza di ungulati e volpi attraverso la quale si è po-tuto testare l’assoluta correttezza di tutti gli ausiliari finalisti.
La premiazione al Gran Trofeo delle Alpi
particolarmente adatto lo spazio messo a disposizione degli spon-sor tecnici dell’intero circuito del Trofeo - CANICOM, TRABAL-DO E MISTER MIX DOG - per gli stand espositivi dei loro prodotti, molto apprezzati dai numerosi presenti.Come da programma, al rientro dalle prove, si è tenuto il “pran-zo del cacciatore” che ha visto la massiccia partecipazione di circa 250 persone. Un numero diffi-cilmente riscontrabile in manife-stazioni analoghe. Segno tangibile della bontà organizzativa e di un pieno raggiungimento dell’obietti-vo relativo all’importante aspetto del coinvolgimento sociale. Dopo il piacevolissimo momento conviviale si è svolta la cerimonia di premiazione aperta dai saluti e
relativo all’importanza che riveste il volontariato puro e appassiona-to all’interno della grande famiglia della SIPS. L’Associazione deve es-sere depurata dai personaggi che la usano solo per interessi perso-nali ed economici. D’altro canto va riconosciuto il grande merito di molte Sezioni Provinciali SIPS e dei loro dirigenti che si prodiga-no, “volontariamente”, anno dopo anno, nell’organizzazione di prove e manifestazioni cinofilo Segugi-stiche di alto livello zootecnico. Meritevole di riconoscimento e apprezzamento è pure l’impegno sostanzioso ed oneroso che i moltissimi appassionati Segugisti mettono in campo per partecipa-re alle prove ed alle esposizioni. L’intento primario della Pro Segu-gio, va sempre ricordato, è quello
Si sono dunque aggiudicati il 2° GRAN TROFEO DELLE ALPI:per la classe singoli - il SIG. BEL-LO’ RICCARDO con il Seg. dell’ Appen. LAMPO;per la classe coppie - il SIG. ZAN-ROSSO NICOLA con i S.I.P.R. nero focati ZIVA E JOK;per la classe mute - il SIG. Le relazioni relative alle prove dei finalisti qualificati:BELLO’ RICCARDO con il Seg. dell’Appen. LAMPO 1° Ecc. P. 171 Giudice Sig. Mapelli Fiorenzo.Soggetto di ottima tipicità. Piace-vole e tipica la cerca. In cespuglia-to evidenzia traccia di lepre deru-bata, un attimo di smarrimento, in campo voltaico vocalizza pastura, ritorna in traccia e con concen-trazione percorre un buon tratto
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di strada cementata. Trovata entrata in bo-
sco, la seguita diventa in-teressante. Compie un largo
giro per poi tornare al punto di partenza. Il cane viene disturbato da persone presenti nel bosco. Lo stesso si deconcentra, perde la traccia . Si ferma il turno con il cane in fallo.PELLICCIA SIMONA E ANACLE-TO con il SIPR nero focato RINA 2° Ecc. P. 171 Giudice Sig. Mapelli Fiorenzo.Soggetto tipico. Liberata in pineta erbosa, subito reperisce passata utile vocalizzando, con decisione si porta verso l’alto per poi virare in basso. La voce aumenta, vicino a delle foglie selvatiche la lepre si deruba, la cagna nel cercare l’en-trata nelle stesse va in traccia, la seguita è subito incalzante por-tandosi verso l’alto, pochi minuti e si sente Rina cacciare verso il bas-so, caduta in fallo compie larghe cerchiature, il canettiere cerca di dare il proprio aiuto ma l’azione non migliora. In vari punti la cagna fa capire il tragitto della lepre ma la seguita non avviene più.ZANROSSO NICOLA con i S.I.P.R. nero focati ZIVA E JOK BELLO’ 2° B P. 145 Giudice Sig. Virgili Franco.Coppia di cani giovani di buona passione e maneggevolezza. Alla sciolta su prato, dopo breve tem-po trovano incontro di passata. L’accostamento è faticoso e poco vocalizzato. Entrati in bosco la le-pre si deruba ma arrivati in pros-simità del covo Ziva evidenzia la
fase richiamando il compagno di coppia. Unitisi i due cani danno inizio ad una discreta seguita.SANI TIZIANO con i S.I.P.R. fulvi JANEZ, OLIVA, NORA, PRINCI E VALENTINA 1° MB P. 156,8 Giu-dice Sig. Torri Armando Muta di SIPR fulvi di buon tipo. Sciolta in prato dopo breve cerca trovano passata e con buone voci iniziano ad accostare. Nora voce un po’ mascolina, Valentina da di-menticare. Tirano sicuri in folto e arrivano al covo da poco lasciato dalla lepre. Inizialmente la seguita si presenta difficoltosa poi si di-stendono in una buona seguita. Ti-rano in basso, poi vanno in fallo su stradello e non risolvono. Chiudo.ZANOTTI VINCENZO con i S.I.P.F. nero focati NEBBIA, SHILA, LAMPO E SCINTILLA 2° AB p. 138,5 Giudice Sig. Torri Armando Muta di SIPF nero focati di buon tipo. Sciolti in prato, corretti alla sciolta, buona la cerca. Trovano passata con buone voci e defilano in folto. La lepre parte alla volpina, i cani arrivano in traccia ed inizia-no la seguita inizialmente molto sofferta, poi riescono a riallacciar-la e partono più sicuri anche se non troppo incisiva. Chiudo con i cani in fallo.
È doveroso concludere con un sentito ringraziamento al comi-tato promotore del Gran Trofeo delle Alpi per aver affidato alla Pro Segugio Trentina anche questa se-conda Finale. (Penso e spero che le aspettative non siano state de-luse). Alle Sezioni Provinciali SIPS
e a chi per esse ha lavorato sodo per organizzare le varie prove di qualificazione. Ai Rettori, ai Soci e agli Accompagnatori delle riserve di Cavalese, Carano, Daiano, Vare-na, Tesero e Predazzo, che grazie alla loro disponibilità e collabora-zione fattiva hanno permesso di mettere a disposizione dei con-correnti finalisti territori magni-fici e le loro preziose competen-ze. Un grazie particolare ai Sigg. Rizzoli Giulio, Visentin Stefano, Bonelli Roberto, Polesana Alex, Canal Andrea e Valentino Micaela.All’Associazione Cacciatori Tren-tini per aver patrocinato la mani-festazione. Ai Sigg. Giudici ENCI Mapelli Fiorenzo, Virgili Franco e Torri Armando per la loro cor-rettezza e professionalità. Ai Si-gnori conduttori finalisti e ai loro bravissimi Segugi per l’impegno profuso nella partecipazione alle varie prove del Trofeo e con i complimenti per la qualificazione alla prova finale. A tutti gli spon-sor della manifestazione e soprat-tutto alle Aziende TRABALDO, CANINCON E MISTER MIX che con il loro sostegno e la loro pre-senza hanno contribuito ad ele-vare il livello e la qualità anche di questa seconda edizione del Gran Trofeo delle Alpi. A tutti coloro i quali, a vario titolo, hanno dato il loro apporto e contribuito al pie-no successo della manifestazione.Un cordiale saluto a tutti i Segu-gisti e un arrivederci al 3° Gran Trofeo delle Alpi.
Valerio DondioPro Segugio Trentina
La premiazione al Gran Trofeo delle Alpi
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GENNAIO 201602/03 GENNAIOCAC su LepreRAVENNASips Ravenna c/to MEDRI OTELLO cell. 338 3426603 CAC SU LEPRE qualificaz Reg. Coppa Italia F.I.D.C. - zone DOC APPIGNANO DEL TRONTO - AP zona doc - qualifica regionale coppa italia - Sips Ascoli Piceno e Ferm
o c/o Vagnoni Venturino e Antolini Antonio 349/199825009/10 GENNAIOCAC SU LEPREBIELLA SEZIONE PROVINCIALE DI BIELLA c/o Pegoraro Sezione Provinciale SIPS di BIELLA c/o PEGORARO Renato via Cairoli, 94 - 13894 Gaglianico (BI) - tel. 015/25.43.417 - cell. 338/1073006Prova CAC su lepre BERGAM
OSIPS BERGAM
O Morganti Riccardo tel
0363/912321PROVA DA SEGUITA SU LEPRE TRECENTA - ROSIPS ROVIGO c/o ZANIRATO FABRIZIO per iscrizioni M
ischiari Camillo 392/0892315
Zanirato 388/0403507 LEPRE CACTERAM
OSIPS TERAMO - Pigliacelli Roberto 15/16/17 GENNAIOProva CAC su lepre BRESCIA - QUINZANO D’OGLIOsips brescia Sig. M
antovani Giancarlo 335/7233406 segr. 030/259036516/17 GENNAIO 2016CAC SU LEPRE - BREVETTO DI M
UTA VERCELLI Sezione Provinciale SIPS di VERCELLI c/o FERRARIS Franco casc. Costa - 13100 Vercelli - cell. 338/84.61.324 - 348/79.79.680Prova CAC su lepre PAVIA SIG PAVIA Faravelli Giuseppe tel 334/1113798CAC su LepreM
EZZANO A OSTELLATO - FEc/o Bar LA Favorita Via Ferrara n. 142 S. Vito di Ostellato - FE SIPS FERRARA C/To Sig. PAMBIANCHI LARA
cell. 349/0691375 Sabato Coppie - Domenica MuiteCAC SU LEPRE FERM
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Sezione Provinciale di Ascoli Piceno e Fermo c/o Vagnoni Venturino e Antolini Antonio cell 349/199825023/24 GENNAIOCAC SU LEPRE - BREVETTO DI M
UTA TORINOSezione Provinciale SIPS di TORINOc/o ANGELONE Antoninovia M
ontello, 6 - 10036 Settimo T. (TO) -
cell.338/33.74.292PROVA DA SEGUITA SU LEPRE CAVERZERE - VESIPS VENEZIA C/O AGOSTINI PAOLO - iscrizioni Alberto Toffanello 389/4928801 - P. Agostini 328/9261811 - 5° Trofeo Ambito territoriale di Caccia - VE 4 5° Trofeo Federcaccia sezione di Caverzere - VE - Valevole qualificazioni Coppa Italia prov O - VE - TV - BL PROVA CINOFILA SU LEPRE - CAC valevole per TROFEO GILDO FIORAVANTI PESCARA SIPS PESCARA - C/O CIARM
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DALLE
SEZIONI
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Trentino Alto-Adige
Promosso e organizzato dalla Pro Segugio Trentina in collaborazio-ne con l’Associazione Cacciatori Trentini, L’Associazione Cacciato-ri d’Anaunia e le Riserve Comu-nali di Cles, Tuenno e Tassullo, si è svolto sabato 20 e domenica 21 giugno 2015 il 3° Trofeo Monte Peller, prova di lavoro nazionale con CAC per cani da seguita su lepre. Questa terza edizione del Trofeo ha confermato la bontà della for-mula (abbinamento delle catego-rie A e B) e la notevole apertu-ra verso il panorama Segugistico nazionale che stanno assumendo le prove di lavoro organizzate sul suolo trentino.Due le giornate di prova previste per permettere alle numerose batterie, divise nelle tre Classi di Singoli, Coppie e Mute di Cate-goria A e B, di poter correre sui bellissimi territori di media e alta montagna del Monte Peller gen-tilmente concessi dalle riserve sopra citate. Anche quest’anno si è avuta una buonissima parteci-pazione, non solo degli associati trentini ma anche di Segugisti di altre regioni italiane. Presenti nel-la Classe Mute alcuni nomi alti-sonanti del panorama Segugistico nazionale.Nella giornata di sabato 20 si con-frontavano due batterie di singoli di Cat. A, una batteria di singoli di Cat. B e due batterie di mute di Cat. A. Le precarie e sfavorevoli condizioni meteo hanno compro-messo le varie performance tanto che alla fine della mattinata vi è stata una sola qualifica. La giorna-ta di domenica 21 si presentava fin dall’alba decisamente miglio-re e infatti, le qualifiche ottenute alla fine delle prove, corse da sei batterie divise nelle varie classi e categorie, sono state sei, a con-ferma di quanto possano influire le condizioni meteorologiche, sul già di per se difficile e complicato lavoro del Segugio. Un grazie sentito per l’impegno profuso nell’organizzazione ge-nerale della prova al Consigliere della Pro Segugio Trentina Walter Inama e ai suoi collaboratori Piaia Vittorio e Taller Adriano. Ai Signo-ri giudici Enci Brazzarola, Turcati, Bianchetti, Pescadori e Torri per la loro disponibilità e professionalità; alle Riserve di Caccia di Cles, Tas-sullo e Tuenno e ai loro Rettori
3° TROFEO MONTE PELLERPROVA DI LAVORO NAZIONALE PER CANI DA SEGUITA SU LEPRE CON CAC
RISERVE COMUNALI DI CLES - TUENNO - TASSULLO
Rigotti Walter, Valentini Antonio e Torresani Antonio per aver ospi-tato la prova e fatto funzionare al meglio le strutture logistiche. Ai Soci delle riserve ospitanti che hanno svolto il difficile compito di “accompagnatori”. All’ACT per il patrocinio e a tutti coloro i quali, a diverso titolo, hanno contribui-to alla realizzazione e al successo della manifestazione.
Si aggiudica il 3° TROFEO MON-TE PELLER con il miglior punteggio assoluto di P.171 KIRA di Mocellin Enrico
Un saluto agli amici Segugisti e un arrivederci al prossimo Trofeo Monte Peller.
Valerio DondioPro Segugio Trentina
LE QUALIFICHEClasse Singoli Cat. ABATTERIA N. 2Giudice Sig. Pescadori 1° MB P.152 FALCO - Cond. Taller Adriano
Classe Coppie Cat. ABATTERIA N. 1Giudice Sig. Bianchetti 1° MB P.157 LAMPO e BIA Cond. Bellò RiccardoBATTERIA N. 2Giudice Sig.Turcati 1° MB P. 157 MIRNA e ZAR Cond.ri Sala-De Piazzi
Classe Coppie Cat. BBATTERIA N. 1Giudice Sig. Canali 1° B P.140 TOSCA e STELLA Cond. Rizzi Walter
Classe Mute Cat. A (sabato 20)BATTERIA N. 2Giudice Sig. Brazzarola 1° MB P.153,6 SIBILLA-PERLA-NEPAL- CLARINO-DINA Cond. Montersino Cristian
Classe Mute Cat. A (domenica 21)BATTERIA N. 1Giudice Sig. Brazzarola 1° ECC. P.164,75 LAPO-LARA-LORD- LINDA Cond. Gaffo Valerio2° ECC. P.163 TEO-RAMBO-LILLI-RINA-KIRA-ROSA Cond. Mocellin EnricoBATTERIA N. 2Giudice Sig. Torri 1° ECC. P. 166,75 DELSA-ALISSA-DEA- RUMBA Cond. Rapis Battista
Premiazione al 3° Trofeo Monte Peller
DALLE
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Brescia
Come già nel 2014 anche in que-sto 2015 la seconda edizione del Trofeo “Cani da Seguita”, spon-sorizzato dal noto bimestrale di cultura Segugistica ed organizza-ta grazie al fondamentale aiuto dell’Associazione Sportiva “IPE-DRETTI” in collaborazione con il Gruppo Cinofilo di Vallecamonica, la ProSegugio e il Comprensorio Alpino di Caccia Ponte di Legno C1, alla fine non ha fatto registra-re i tanto paventati (da qualcuno) eventi di destabilizzazione delle popolazione di cervidi. Così una volta ancora nel corso del suo intervento, a chiusura della mani-festazione cinofila, il Dott. Alberto Rizzi, Presidente del CA C1, evi-denziando che non vi è stato un solo Segugio che si sia interessato a nessun altro animale al di fuori della lepre né che si sia smarrito (sebbene la maggior parte di loro si trovasse a cacciare per la prima volta tra le belle montagne camu-ne), a dimostrazione della loro maneggevolezza ed obbedienza e del loro alto grado di addestra-mento, ha potuto sottolineare che si è trattato dell’ennesima occa-sione atta a dimostrare agli scetti-ci come, solamente tramite la col-laborazione - volenterosa e fattiva - tra gli appassionati delle diverse forme di caccia, sia possibile im-maginare un futuro per un’attività come quella venatoria che mol-
SEGUGI IN VAL CAMONICA
ti ritengono (anche se a torto) oramai anacronistica. Quindi, ad ulteriore riprova, lo stesso tema è stato rafforzato dal successivo intervento dell’Esperto Giudice Enci Sig. Villiam Landini, già Presi-dente dell’ATC3 di Reggio Emi-lia e dirigente della FIDC che, in quanto tale, ha portato la propria esperienza in proposito prima di complimentarsi altresì con tutti i conduttori intervenuti per l’alto livello dei soggetti presentati; con-cetto poi ribadito anche dall’altro Esperto Giudice Enci, Sig. Giusep-pe Minelli, chiamato anch’egli ad esprimere il proprio pensiero sul palco delle premiazioni dall’effer-vescente Battista Pedretti, affian-cato da Giuliano Mondadori Di-rettore di “Cani da Seguita”. Passando ad una breve sintesi del-le due giornate di prove, detto di come un brutto incidente sulla direttrice della Valcamonica abbia ritardato, anche di molto, l’arrivo dei concorrenti nella serata di ve-nerdì 3 luglio 2015 privandoli così di un bel momento di conviviali-tà; la cronaca, necessariamente “stringata”, della manifestazione riporta che nella prima giornata sono state conseguite solamente sei (6) qualifiche valide, due per ogni categoria, ai fini dell’assegna-zione del Trofeo (mentre lo scor-so anno erano state esattamente il doppio). Stesso trend anche
nella seconda giornata laddove, tuttavia, si sono però ripetuti i soggetti del veterano toscano Umberto Mattei: Pelo, Segugio Italiano a pelo raso nero focato, in Classe Singoli; del bergamasco En-rico Chioda, Massy e Speedy , Se-gugi Italiani pelo raso nero focati, in Classe Coppie, e dell’umbro Carlo Generotti, Ras, Rino, Mery, Roccia, Lula e Diva, Segugi Italia-ni pelo raso fulvi, in Classe Mute, che si sono pertanto aggiudicati la seconda edizione del Trofeo “Cani da Seguita” quali Primi Assoluti delle rispettive Classi; mentre a conclusione delle due giornate di prove il premio per il Miglior Sog-getto della manifestazione è anda-to al cane Lula di Carlo Generotti. In conclusione, al di fuori dei mo-menti strettamente riguardanti la verifica zootecnica, sulla scia dello scorso anno le due giornate di prove sono state intervallate da-gli ottimi pranzi, caratterizzati da piatti tipici, degustati nei ristoranti locali gestiti da cacciatori in com-pagnia di tutti i partecipanti. alla prova. Da menzionare, infine, an-che la splendida mostra dei trofei, della scorsa annata venatoria, pre-parata dal Comprensorio Alpino di Caccia “Ponte di Legno C1” con cui abbiamo condiviso la struttura del “Centro Eventi Adamello” che fatto da scenario alle premiazioni svoltesi al suo interno.
La premiazione
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CuneoVarese
Domenica 5 Luglio 2015 si è svol-to a Morazzone il consueto radu-no dedicato alle razze da seguita.
Nonostante la notevole calura che ha caratterizzato i primi gior-ni del mese di Luglio, Domenica 5 un nutrito gruppo di Segugisti si è dato appuntamento in quel di Morazzone per l’ormai con-sueto appuntamento del raduno delle razze da seguita. Ottima la presenza delle razze da seguita nazionali, presenti anche un buon numero di inseguitori di origine estera. Impeccabile l’organizzazio-ne della SIPS varesina, che grazie al contributo dei suoi soci, ha po-tuto organizzare il raduno secon-do tutti i crismi che richiede una manifestazione di tale fattura. Ha aiutato senza dubbio un clima di lealtà e di grande sportività che ha animato l’intera giornata. Molti i sorrisi e gli abbracci che gli ap-passionati, accorsi da ogni angolo della Lombardia e dalle regioni li-mitrofe, si sono scambiati nel cor-so dell’intera giornata. In questo modo è stato senza dubbio age-volato il delicato compito cui si sono sottoposti con entusiasmo gli esperti giudici Alessandro Bra-ga e Giuseppe Mozzi, che si sono equamente divisi l’impegno di dare una valutazione morfologica ai soggetti iscritti a catalogo. Sot-to l’occhio attento dei due esperti giudici hanno sfilato circa un cen-tinaio di soggetti, tra cui si sono distinti alcuni elementi di note-vole caratura. Positiva comunque anche la qualità media dei soggetti presentati, a riprova del fatto che anche tra i cosiddetti privati, se-lezionatori amatoriali delle nostre razze da seguita, vi è chi ha lavora-
A MORAZZONE LA QUARANTUNESIMA EDIZIONE DEL PRESTIGIOSO RADUNO DI VARESE
to bene per conservare oltre alle attitudini venatorie anche le quali-tà morfologiche delle razze da se-guita. Alla fine si è giunti al best in show, disputatosi tra i soggetti più meritevoli di ogni razza. La vitto-ria finale è stata appannaggio del Segugio italiano fulvo a pelo raso Boy, di proprietà di Guido Verze-
ni, Segugista non nuovo a questo genere di trionfi. Non ci resta dunque che dare appuntamento al prossimo anno, con la speran-za di ritrovarci nuovamente tutti assieme con lo stesso entusiasmo che ha caratterizzato quest’enne-sima edizione del nostro amato raduno.
La premiazione al Raduno di Varese
La premiazione al Raduno di Varese
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VareseCuneoVarese
Due fine settimana, quelli del 25 e 26 Luglio e del 1 e 2 Agosto, hanno visto i Segugi da lepre impegnati in quattro giorni di prove nella pro-vincia di Varese. Sabato 25 Luglio sono state sei le batterie impegnate sul terreno di prova, tre riservate alle coppie ed altrettante alle mute. Sotto gli occhi attenti dei giudici Villa, Bonardi, Faravelli, Trapuzzano, Marcaletti e Minelli hanno mostra-to il loro valore molti soggetti di ottimo livello. Non sono così man-cate le qualifiche, tra cui spiccano un eccellente per la coppia forma-ta da Rada e Perla di proprietà di Del Conte, e tre qualifiche di molto buono, rispettivamente assegnate alle mute di Brazzarola, Turcatti e Savelli. Cinque le batterie ospitate la Domenica, giornata contraddistinta da un’ottima prova della muta di fulvi di Gilberto Mattiello, cui han-no fatto seguito altre due buone prestazioni delle coppie di Pagani e Turcatti. Il weekend successive si è così concluso il Trofeo Belloni, che anche per questo secondo round ha visto un buon numero di parteci-panti, nonostante la stagione sia tra-dizionalmente avversa al lavoro del Segugio. Sabato primo Agosto sono state organizzate cinque batterie, giudicate dalle esperte trombette Mapelli, Bonardi, Tacca, Ghidelli e Marcaletti. Giornata favorevole al lavoro delle coppie, si sono distin-te quelle di Gallazzi, Martignoni e Signoroni. Si è confermata però su tutte la coppia di Turcatti che con un’ottima prestazione andava a gua-dagnare un primo eccellenti, con 171 punti. Anche nella conclusiva giornata di Domenica 2 Agosto non sono mancate le qualifiche. Parec-chie le mute che si sono distinte, su tutte quella di Carlo Gallazzi, che giocava in casa e che ha confermato il valore assoluto della sua compagi-ne. Positive anche le prestazioni del-
QUATTRO GIORNI DI PROVE A VARESE: SEGUGI DA LEPRE IN LIZZA PER IL TROFEO BELLONI
Nella foto Kate di Gilberto Mattiello, vincitrice del trofeo Belloni
le mute di Rapis, Turcatti, Signoroni, Pagani, Fermo Sassi e Davide Sassi. Cala così il sipario sul Trofeo Bel-loni edizione 2015. Il riconoscimen-to per la miglior coppia è andato al bravo canettiere Gianni Turcatti, che abbandonato provvisoriamen-te il ruolo di giudice ha mostrato il valore dei suoi pupilli. La muta di Carlo Gallazzi, composta da quattro Segugi italiani tutto pepe è stata in-vece insignita dell’ambito premio di miglior compagine della manifesta-
zione. Alla giovane Kate di Gilberto Mattiello, fulvo a pelo raso di cui sentiremo sicuramente ancora par-lare, è andato il Trofeo Belloni, am-bito e prestigioso riconoscimento, premio meritato per l’attuale pre-sidente della pro Segugio varesina, considerato anche il suo impegno nella selezione. Che dire dunque, a conclusione di queste brevi note sulla manifestazione, se non…arri-vederci al prossimo anno!
Bruno Bonardi
I premiati
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CuneoVerona
Anche quest’anno il 22 maggio u.s. la società italiana Pro Segugio sez. di Verona, ha organizzato Una cena sociale che ha visto la par-tecipazione di numerosi soci ed invitati tra cui i presidenti Nazio-nale e regionale dell’associazione, responsabili dell’amministrazione provinciale di Verona, esponenti politici, associazione venatorie, e giudici di verifiche zootecniche.Dopo i discorsi di rito, nei quali si è fatto il punto sulle attività svolte e su alcune problematiche Aperte del settore, al termine delle pre-miazioni, il presidente Detogni ha chiesto l’attenzione dei Presenti per introdurre quello che a suo parere era uno dei momenti più qualificanti della serata, ovvero la consegna del contributo che l’as-sociazione annualmente destina ad iniziative benefiche.Quest’anno la scelta è caduta sull’associazione Cinofila di Pro-tezione Civile “ Diade” che opera Nella provincia di Verona per la formazione di cani da ricerca per-sone in superficie o sotto mace-rie, che si contraddistingue per la professionalità del suo staff e per l’innovazione delle metodiche di-dattiche utilizzate.Si è voluto in questo modo da una parte privilegiare un’associazione avente anch’essa carattere Cino-filo, dall’altra mostrare sensibilità verso una specializzazione di par-ticolare rilevanza sociale.Detogni ha poi passato la parola al presidente di Diade, il sig. Gian-ni Savio, che è anche il segretario Generale del Coordinamento delle Unità Cinofile da Soccorso della Regione Veneto, il quale Ha prima di tutto ringraziato il pre-sidente, il consiglio direttivo e tutti i soci della sezione di Verona della Società Italiana Pro Segugio
CENA SOCIALE
per passare poi ad analizzare alcu-ne analogie e diversità tra le due specializzazioni, quella venatoria e quella da soccorso.Tanto per iniziare i cani da cac-cia hanno una tradizione mille-naria, mentre la protezione civile Cinofila in Italia risale agli anni 70 del secolo scorso – ma si sta tentando di supplire all’esperien-za atavica adottando le tecniche più moderne perla formazione / addestramento delle unità cinofileCome sta facendo DIADE, e poi per la caccia vi sono razze specia-lizzate mentre per la protezione Civile si impiegano cani di varie razze, selezionando i soggetti in base alla loro predisposizione.In protezione civile non si incon-trano le difficoltà per l’addestra-mento precedentemente illustrate.
Per il settore venatorio, non dob-biamo inventarci gare per poterci muovere liberamente sul Territo-rio, ma in compenso lavoriamo tutto l’anno, con attività a livello settimanale, stage mensili, ed esa-mi di operatività annuali, questi ultimi dopo almeno due anni di preparazione.Ma, ha concluso Savio, un elemen-to fondamentale accomuna le due specializzazioni: il piacere di vede-re i cani operare, esprimersi nella natura, e la consapevolezza che, al di là di giudizi di gara o di esami di operatività, un cane è preparato quando è bello vederlo lavorare.La serata si è poi piacevolmente conclusa con un brindisi alla cino-filia.
Giancarlo DetogniPresidente SIPS Verona
Un momento della cena sociale
Il saluto del Presidente Detogni
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CuneoVerona
Cari soci, amici e appassionati, il giorno 12 novembre 2015, per il terzo anno consecutivo, presso il ristorante “Al Bosco”, di Cervare-se Santa Croce (PD), si è svolta la premiazione dei Campioni Veneti per l’anno 2015, avvenuta durante la cena appositamente organizza-ta e composta da tipiche pietanze venete.La serata è stata particolamente apprezzata dai cinofili Segugisti Veneti.Come tutti gli appassionati sanno, lo scopo del campionato SIPS Re-gione Veneto, per cani da seguita su lepre, è quello del migliora-mento genetico, la valorizzazio-ne, l’incremento e l’utilizzo della popolazione canina naturalmente predisposta a questa attività.Attraverso le verifiche zootecni-che e le relative qualifiche, perciò, si possono accertare i soggetti più adatti alla riproduzione. Questo è, e deve essere, l’unico obbiettivo di questo campionato regionale.E’ chiaro a tutti che, il premio al proprietario, è solo un simbolo; in realtà, il vero premio è il cane con
PREMIAZIONE CAMPIONI REGIONE VENETO ANNO 2015
il suo patrimonio genetico. Que-sto è ciò a cui dobbiamo prestare attenzione ed è il vero e genuino motivo per cui si è istituito il cam-pionato.Per la cronaca, i Campioni Regio-nali SIPS, premiati per l’anno 2015 sono:- Cat. Singolo (Classe A): cane Ra-sti, di Fidenzio Celegato.- Cat. Coppie (Classe A): i cani Ziva e Jok, di Nicola Zanrosso.- Cat. Mute (Classe A): i cani Leda, Timba, Sony, Rol, Mara di Luca Marcon. - Cat. Singolo (Classe B): il cane Albina di Settimo Canella.- Cat. Coppie (Classe B): i cani Bo-sco e Perla di Fabio Cailotto.- Cat. Mute (Classe B): i cani Dino, Lothar, Laica, Asso, Bionda, Tosca, di Fabrizio Zanirato.
Durante la serata, si è svolta an-che la premiazione dei vincitori del “Quadrangolare delle 4 Pro-vincie” (FE-PD-VE-RO) e i cui vin-citori sono:- Cat. Singolo: il cane Albina, di Settimo Canella.
- Cat. Coppie: i cani Tito e Lea, di Vittorio Muraro.- Cat. Mute: i cani Viola, Turbo, Mango, Rol e Cutolo di Gianni Pellegrini.
Nel prosieguo della serata, il presidente SIPS di Padova, Adol-fo Garavello e il segretario, Livio Scalzotto, hanno premiato anche i Campioni Provinciali di Padova, distintisi nei campionati di diverse associazioni venatorie.A termine di questo piccolo re-soconto su una giornata parti-colarmente soddisfacente ed in-teressante, sia dal punto di vista sportivo, sia sociale, voglio por-gere i più vivi complimenti, anche a nome dell’intero Consiglio Re-gionale SIPS, ai campioni premiati, sicuri che ciò sarà per loro uno stimolo ancora maggiore per pro-muovere e divulgare agli amanti e ai neofiti, la passione per questo straordinario amico e compagno da seguita che ci regala sempre splendide soddisfazioni ed emo-zioni.
Paolo AgostiniPresidente SIPS Veneto
Premiazione dei campioni veneti
Veneto
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CuneoMonte Cimone
Nel secondo fine settimana di luglio si è svolto, come da ormai dieci anni, il tradizionale appunta-mento del Trofeo Monte Cimone, nei magnifici areali dell’ATC di Modena 2 e Modena 3. La professionalità e l’impegno profusi da tutta l’organizzazione ha dato i suoi frutti, consentendo alla manifestazione di confermarsi uno degli appuntamento Segugi-stici più importanti dell’anno. Una verifica zootecnica fortemente voluta da Zeno Colò, che si è de-finito orgoglioso dei risultati otte-nuti e del buon svolgimento della prova anche quest’anno. Il Trofeo giunge ormai alla sua de-cima edizione. Fino a pochi anni fa, il Cimone ha ospitato il prestigioso Campio-nato Italiano della nostra Società specializzata, arrivando ad essere una delle vetrine vetrina Segugisti-che più importanti con oltre mille soggetti presentati. Non nego che il ricordo del Cam-pionato Italiano Sips in quei terri-tori e in quel particolare periodo dell’anno, quasi a conclusione del-la stagione agonistica, è velato da una certa nostalgia. La speranza è che in un futuro non troppo lontano si possa tornare ad organizzare un evento così im-portante in areali di tale valore, in territori cioè dove la presenza nonché la varietà di selvatici è tale da assicurare a tutti i concorrenti la possibilità di mostrare il valo-re e la correttezza degli ausiliari presentati.Oltre all’organizzazione magistra-le di Zeno Colò, molto importan-te si è rivelato anche l’impegno di Incerti Giovanni, esperto giudice nonché Presidente SIPS Carpi, del segretario Arletti Tonino, di Gian Carlo Bonettini in segreteria e la collaborazione dell’ATC MO3 e MO2; delle associazioni venatorie e dei numerosi sponsor; infine, importante l’aiuto dell’ente par-co Emilia Centrale per la conces-sione dei terreni e di tutti gli ac-compagnatori che hanno saputo coordinare in maniera ottima le numerosissime batterie. Fondamentale la collaborazione di tutti i numerosissimi esperti giu-dici che hanno valutato l’operato dei Segugi presenti.Quanto ai risultati finali, per la categoria singoli, è risultata vinci-trice Ginetta di Anacleto e Simo-na Pelliccia, seguita da Moira di Umberto Mattei; terzo posto per
TROFEO MONTE CIMONE 2015
CLASSIFICHE
SINGOLI 1BATT1 MB ROL di MASCHERONI 1532MB RUBI di BERTAZZO 151-168=3193B LEO di ISEPPI 1482BATT1ECC MOIRA di MATTEI 163-165=328 2AB TEA di SOLA 133-152=2853BATT1MB CALLAS di ROVINI 152 4BATT1ECC GINETTA di PELLICCIA S. 168-165=333 2ECC FIAMMA di PELLICCIA S. 1673MB BOBO di CORTI 157-164=321
COPPIE 5BATT 1MB DIVA, PEPE di PELLICCIA A. 151+158=3092B LUNA, MORO di MANELLI 141-140=2416BATT2B FARO, CRISSY di BRUGNONI 1417BATT1ECC VOLGA, VIDAL di LENZINI 170-156.5=326.5 2B VESPA, BANDIERA di CIARELLA 148.58BATT1MB RIBOT, DORA di CAPUSSO 158-156.5=314.5 9BATT1MB NERONE, GEMMA di ANTICHI 151-170.5=321.5 10BAT2B ARIO, NEGER di ROMANI 141.5-171=312.25
MUTE11BAT1ECC OLIVIA, NORA, PRINCI, VALENTINA, EMI, JANES di SANI 167.16-150=317.162ECC ZAC, DAROK, SUPER, ARGO di SANI 1603MB UMBRO, PEDRO, RITA, BEBA di APOSTOLICO 154.512BATT1ECC SIBILLA, TRILLI, CLARINO, NEPAL, ROMA, BRINA di MON-TERSINO 164 2ECC VERA, SARA, ONDINA, SORBETTA di MONTERSINO 161.25-172=333.2513BATT1MB LAPO, LORD, LINDA, LARA di GAFFO 155.5-136.5=29214BATT1ECC ZICO, MORO, PIPPO, BRICA, MINA di PATACCINI, COR-CIOLANI 1682ECC MINA, BIGIO, SILA, LILA di TANGHETTI 162.75-152=314.753B LISA, TARO, CIUFFO, ZIMBO, ZENO di CORSINI 143.5
Vincitore categoria mute al “Trofeo Monte Cimone”
39
CuneoMonte Cimone
15BAT 1ECC SIRIO, PRADO, DORA, SHAKIRA di GHIROTTO 1642ECC OBAMA, GINETTA BUBU, ADRIANA di AURITI 162.5-147.750=310.2516BATT1ECC TITO, BLEK, TITA, MONELLA, GAIA, LEDI di PONGIBENE 161.662MB FIFI, LEO, ASSO, FATA di STEFANONI 158.25-154=312.2517BATT1MB CRISTAL, SCILA, TRILLY, STELLY, ASTER di GIGLIOLI 159.4-158=317.43 SUFF ZURINA, LINDA, MIRCA, ZUPPETTINA, ZETTERINA di SOZZI 12718BATT2AB TOM, SAM, VITO, VELIO di COLO’ 139.53AB SARA, ROCCO, PERSIA, RAMA, ISCHIA di BELLUCCI F 137.8,161=298.819BATT1ECC ROCKI, ROCCO, FINA, LOLLO di NENCETTI 167.75-160.25=328 2ECC TIMBA, EMI, DAMA, ALBA, LEO di PEDRETTI 162.8-168.2=331 20BATT1ECC VANDA, MORA, INDIO, RENO, BRIO di GNAVOLINI 165.62MB VERA, GILDA, NILA, DIK di DONNINI, ARMENIA 156.25-149=305.2521BATT1MB RAS, TONI, LULA, BIRBA di GENEROTTI 1542MB RONDA, ATOS, FEBO, BELEN di AMORINI 15222BATT1MB LAIKA, DESY, BOSCO, SELVA, BELLA di GIUSTO 159.4-166=325.42MB VASCO, LEDI, DIANA, ZARA di MASTROGIACOMO 154.7523BATT1MB DAFNE, DORA, GIANNA, DORA1, GILDA, TILDE di DONNI-NI 152.5-156=308.52MB SARA, SOPHINE, JACK, CESARE di CICCARELLI 151.43AB ERCOLE, LAPO2, GIGIA, GIOIA, VILMA, SIRA di BRAMBILLA-SCHI 132.1624 BATT2B DORA, ZINGO, LINA, FIOCCO, OMBRA DEL TRESTE di 148.2-152.2=300.43B BRINA, DIANA, PERLA, ZAC, ZORRO di BRUNETTI 144.4-170.2=314.625BATT1ECC GIGGI, MOLLO, SIRIA, EMMA, DORA, STELLA di MOLINO 166.52ECC RENO, ALBA, INCA, TEA di CATALDI C 1643AB BRICCA, IUMA, IUNCHE, IARIBBI, IUVA DI CATALDI A 134.626BATT1MB NEMO, NITA, SELLI, PALU di COLLI 157.7
Vincitore categoria singoli al “Trofeo Monte Cimone”
Vincitore categoria coppie al “Trofeo Monte Cimone”
Bobo di Fognani/Corti.Nelle coppie, vincono i Segugi di Daniele Lenzini, seguiti dalla cop-pia di Segugi italiani di Piero Anti-chi, seguiti dal signor Capusso.Infine, per la categoria mute si affermano i Segugi di Giovanni Montersino, seguiti dalla muta di Battista Pedretti; terzo posto per i Segugi dell’appennino di Valter Nencetti. Cac assegnato al cane Fiume di Giovanni Petruccioli, che si aggiu-dica perciò il Segugio d’Oro, se-condo trofeo Bruno Mussi offerto da Anna Manfredini e dai figli Ger-mano e Ilaria Mussi.L’appuntamento è per la prossima edizione.Riportiamo i risultati delle sin-gole batterie nelle giornate di sabato e di domenica, con i nomi dei Segugi (mi preme sottoline-are che sono loro i destinatari delle qualifiche, e sarebbe sem-pre giusto ricordare prima il loro nome, durante le premiazioni, e poi quello dei proprietari) e dei conduttori premiati presso l’ho-tel “Al Poggio” nella frazione di Poggioraso di Sestola.
Simona Pelliccia
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È’ ormai risaputo come l’an-nuale campionato per Segugi
specializzati nella caccia alla lepre organizzato dall’Unione Regionale Segugisti Piemontesi-SIPS, dedi-cato dal 1997 alla memoria del compianto ing. Pasquale Minella, sia stato ideato con l’ambizioso proposito di evidenziare la conti-nuità di rendimento di un’équipe - singolo, coppia o muta che sia - piuttosto che un grande exploit verificatosi una tantum in un’u-nica occasione, magari in condi-zioni climatiche particolarmente favorevoli. Il tutto nell’ottica di perseguire il miglioramento del-le nostre amate razze sia sotto il profilo della funzione per cui sono state selezionate, e cioè la caccia ai mammiferi selvatici, che della morfologia. L’edizione 2015 del concorso, la trentaduesima in ordine di tempo, sarà ricordata nell’ambiente cinofilo-Segugistico per alcuni, significativi motivi. Il primo in assoluto è senz’altro quello che vede l’ingresso nell’al-bo d’oro dei vincitori del trofeo di Orazio Minella, figlio dell’inge-gnere, “socio” di Andrea Ghisio nella proprietà e conduzione della muta di Segugi dell’Appennino-le-praioli italiani, nella varietà a pelo forte, trionfatrice nella cat. A. Pro-prio qui sta il secondo motivo: mai in passato si era aggiudicata il tito-lo una muta costituita da soggetti di tale razza, del tutto assimilabili nel tipo ai “cravin” piemontesi, erroneamente ritenuta da alcuni addetti ai lavori come più dotata per il lavoro a singolo o in coppia, con minor spirito di muta rispetto ad altre. Altra novità consiste nel luogo prescelto per la premiazione dei vincitori del trofeo e per la con-comitante, periodica riunione del Consiglio Regionale SIPS del Pie-monte: non più, come da tradizio-ne pluridecennale, il “Mini-Hotel” di Asti (ai cui tavoli, in più occa-sioni, si era seduto lo stesso ing. Minella quale presidente dell’U-nione), bensì l’Hotel “L’Angolo” di Carisio (VC). Qui, sabato 5 Set-tembre, in un’ampia e funzionale sala congressi, un discreto numero di appassionati in rappresentanza di tutte le province piemontesi non ha voluto mancare all’invito del direttivo presenziando alla ri-unione alla quale sono intervenuti anche il Presidente nazionale della SIPS Vincenzo Ferrara ed il Vice-presidente Giancarlo Bosio. L’oc-
32° TROFEO “MEMORIAL PASQUALE MINELLA”
Piemonte
casione era rappresentata dall’al-lestimento, per il pomeriggio, di una giornata di studio sul tema “Biologia e genetica del colore del mantello nel cane” organizzata dalla SIPS in collaborazione con l’ENCI e l’Università di Camerino. Prima di dare la parola ai relatori, il sottoscritto – nella sua veste di Presidente dell’Unione – ha prov-veduto, coadiuvato dallo stesso Ferrara e dal Vice-presidente re-gionale Marco Tosini, alla conse-gna dei trofei ai canettieri vincito-ri nelle diverse classi/categorie del 32° Trofeo “Minella”, quest’anno articolato in sole quattro verifi-che zootecniche rispetto alle sei previste, stante l’annullamento a causa della neve delle due “tap-pe” di Asti e Cuneo. Le équipes composte da soggetti iscritti ai registri genealogici hanno potu-to, inoltre, come da regolamento,
conteggiare nel proprio tabellino anche i punti derivanti dalla quali-fica ottenuta nel raduno nazionale svoltosi l’anno precedente presso il Centro Cinofilo “La Tollara”, l’u-nico del genere organizzato dalla SIPS in Piemonte. Il tutto finalizza-to, come già detto, alla manifestata voglia di coniugare “morfologia e lavoro”, in altre parole “bello e bravo”, oltrechè di evidenziare la costanza di rendimento da par-te dei soggetti partecipanti in un arco temporale di circa tre mesi, al cospetto delle più diversificate condizioni climatiche, vegetazio-nali ed ambientali. La presenza di una densità ottimale di lepri nei vari areali teatro delle prove ha permesso alle giurie di volta in volta succedutesi di valutare in modo probante la maneggevo-lezza e la correttezza dei cani nel rispettare i selvatici diversi dall’o-
VINCITORI 32° TROFEO SIPS-PIEMONTE “MEMORIAL PASQUALE MINELLA”:COPPIE cat. A ß Franco CAPUSSO (Ribot-Dora - ris. Bea)MUTE cat. A ß Andrea GHISIO/Orazio MINELLA (Macchietta-Bandito-Muschin-Bebi-Elisabetta - ris. Coca Cola)MUTE cat. B ß Domenico CENA/Graziano CARLI (Zara-Lara-Asia-Pelo-Laica)
Franco Capusso con Ribot e Dora vincitori della cat. A Coppie del
“Memorial Pasquale Minella”
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Piemonte
recchiona, che in alcune occasioni erano rappresentati da minilepri e volpi, in altre da cinghiali e caprioli. Al termine dell’ultima prova vali-da per l’assegnazione del trofeo è stato dunque possibile stilare le classifiche finali, decretando i vincitori nelle varie classi/catego-rie. Partendo dunque dalla classe Singolo, si conferma il trend de-gli ultimi anni, ovvero una scarsa partecipazione al concorso tanto in cat. A (soggetti iscritti), quan-to in cat. B (soggetti non iscritti), tanto da non poterlo assegnare in nessuna delle due. Nella clas-se Coppie di cat. A occorre re-gistrare il successo al fotofinish dell’astigiano Franco Capusso coi Segugi italiani a pelo raso fulvi Ri-bot e Dora (riserva Bea), il quale ha preceduto di un’inezia (poco meno di tre punti, 603 a 600,1) i Segugi dell’Appennino-lepraioli italiani a pelo forte Shiba e Laika del torinese Carlo Coggiola, vinci-tore nelle due edizioni precedenti del “Minella” seppur con soggetti diversi, a riprova della bontà delle sue scelte allevatoriali. Entrambi gli equipaggi hanno ottenuto la qualifica in tre delle quattro prove disputatesi. Per Capusso si tratta della vittoria “bis” nel concorso, dopo aver già conquistato il ti-tolo nel 2008 fra le coppie B. In quest’ultima categoria, invece, il “Minella” per il 2015 non è stato assegnato in quanto nessuna équi-pe è riuscita a dare continuità ai risultati ed a conquistare punti in almeno due diverse tappe. Fra le Mute A, come già detto so-pra, ha trionfato l’equipaggio di Segugi dell’Appennino-lepraioli italiani fulvi a pelo forte dei ver-cellesi Andrea Ghisio ed Orazio Minella, composto da Macchietta, Bandito, Muschin, Elisabetta e Bebi, con Coca Cola riserva, impostosi in virtù di un significativo en-plein di risultati: nessuno “zero” nel suo tabellino di marcia ed una vittoria, pertanto, meritatissima a quota 759 punti. Da sottolineare come in questa classe la competizione sia stata come al solito vibrante, come dimostrano i punteggi to-talizzati dai Segugi italiani a pelo raso nero-focati dei fratelli asti-giani Giancarlo e Valter Boschiero, plurititolati rappresentanti di raz-za, piazzatisi sugli altri due gradi-ni dell’ipotetico podio con Stella, Kira, Luna, Daria, Diva e Tosca, seconde con 636,2 punti in virtù delle qualifiche ottenute a Vercel-li, Alessandria e Novara, mentre Gaia, Birba, Lori, Vespa, Molly ed Arna (anch’esse meritevoli di tre
qualifiche rispetto alle quattro tappe del trofeo svoltesi) si sono classificate terze con 492,85 pun-ti. Anche fra le mute di categoria B si sono potute apprezzare alcune prestazioni degne di nota, prima fra tutte quelle compiute da Zara, Lara, Asia, Pelo e Laica dei torinesi Domenico Cena e Graziano Car-li, al primo importante successo della loro carriera cinofila “in so-cietà” (mentre per Cena si tratta del secondo successo nel trofeo, dopo quello conseguito nel 2012, sempre nella stessa categoria).La festa dei Segugisti piemonte-si è stata completata dalla pre-miazione di due equipaggi che si sono particolarmente distinti in campo nazionale ed internaziona-le nell’anno 2015. Mi riferisco, in particolare, agli astigiani Silvano Molino, vincitore con la sua muta di italiani a pelo raso nero-focati del 10° Campionato Italiano SIPS in quel di Gubbio (PG), e Calisto e
Daniela Ferrero, piaz-zatisi al posto d’onore con la loro muta di nero-focati a pelo forte nella 23^ Coppa Europa FCI organizzata dalla Repubblica di San Marino sui terreni dell’Appennino marchigia-no, competizione per la quale la stessa muta di Molino era stata selezionata quale riserva.Con la consegna dei premi e le foto di rito, alcune delle quali ri-portate a corredo di queste note, è calato il sipario anche sull’edizio-ne numero trentadue del Trofeo “Pasquale Minella”: per tutti l’ap-puntamento è rinnovato al 2016, per la trentatreesima, sempre nel segno di un sano agonismo, im-prontato alla massima sportività ed alla volontà di migliorarsi sem-pre più. È questo l’unico modo per onorare al meglio la memoria dell’Ingegnere!
Gianedoardo Giordanino
Andrea Ghisio e Orazio Minella
con la muta vincitrice della
cat. A Mute del “Memorial
Pasquale Minella”
Domenico Cena e Graziano Carli con la muta vincitrice della cat. B Mute del “Memorial Pasquale Minella”
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CuneoAlessandria
Confortata dai giudizi positivi espressi da tutti – giudici, con-correnti e spettatori – al termine dell’edizione dello scorso anno, la sezione SIPS di Alessandria si è nuovamente cimentata nei giorni 9 e 10 Maggio 2015 nell’organiz-zazione del 2° Trofeo “Terre del Giarolo”, verifica zootecnica per cani da seguita su cinghiale in terreno libero con CAC in palio, riservata nell’occasione alle clas-si Singolo e Muta e valida per il 1° Trofeo “Mari e Monti – Inter-regionale del Nord Italia”. Teatro della prova, gli areali agro-silvo-pastorali di diversi comuni della Val Grue, ricadenti nel territorio dell’ATC AL 3, quali Avolasca, Bri-gnano Frascata, Casasco, Dernice, Garbagna, Momperone, Monleale, Montemarzino, Pozzol Groppo, S. Sebastiano Curone e Montegioco. Proprio in quest’ultimo comune, e più precisamente alla frazione Palazzo, si trova il Bar “Peker”, scelto quale luogo di ritrovo per concorrenti, giudici, accompagna-tori e semplici appassionati della disciplina a partire dalle ore 5 del mattino. Da qui, dopo aver esple-tato le formalità burocratiche di rito, i concorrenti, incolonnati in base alla batteria e preceduti dai fuoristrada degli accompagnatori, hanno raggiunto i luoghi destina-ti alle diverse sciolte. Chiamati ad esprimere un giudizio tecni-co sulle prestazioni degli ausiliari in concorso gli esperti Giovanni Brumana (Svizzera), Gianni Gaino, Rober Scotto e Maria Assunta Vil-la. La presenza in giusta quantità non solo del cinghiale, ma anche di caprioli e daini, nonché di al-tre specie di mammiferi selvatici, quali volpi e lepri, ha consentito loro di verificare adeguatamente
2° TROFEO “TERRE DEL GIAROLO”
il grado di specializzazione e la maneggevolezza delle équipe in concorso, esprimendo una valu-tazione cinotecnica di merito ed assegnando qualifiche importanti, soprattutto fra i singoli. Unanimi e positivi da parte dei giudici i pare-ri sull’idoneità dei terreni, espressi al termine di entrambe le giorna-te di prova, così come lusinghieri i commenti sull’apparato organiz-zativo, in particolare sulla grande competenza e disponibilità messe in campo dagli accompagnatori di batteria, da un concorrente defi-nite addirittura “commoventi, al limite delle lacrime!”. Anche se può sembrare superfluo, occorre, infatti, rimarcare l’importanza che essi rivestono nell’”economia” di una prova di questo tipo, partico-larmente complessa dal punto di vista logistico. Lasciando spazio alla manifestazione, come eviden-ziato dai giudici nelle relazioni esposte all’atto della premiazione, la consistenza del selvatico ogget-to della prova si è rivelata ottima-le: tutte le sciolte hanno avuto a disposizione l’incontro con l’usta dell’ungulato. Ventisei i singoli, di cui uno – un briquet griffon vendéen - ha sostenuto con esito positivo la prova per l’iscrizione nel RSR come capostipite, e sei le mute iscritte a catalogo nell’arco delle due giornate in cui si è ar-ticolato il concorso. Come si può evincere dalle classifiche riportate in calce a queste note, il grande protagonista è stato il Segugio Maremmano nella sua varietà a pelo raso, razza che si è ormai af-fermata in tutta la penisola come una fra le più idonee per la cac-cia al cinghiale, disimpegnandosi al meglio – grazie alla sua con-formazione morfologica – anche
fra la vegetazione più intricata della macchia mediterranea, sua terra d’origine. Al termine delle due giornate, sono state attribu-ite cinque qualifiche di Eccellente (oltre ad una sesta rilasciata ad un petit bleu appartenente ad una muta non classificata), tre di Mol-to Buono (e due a componenti di una muta, un petit ed un griffon bleu), due di Buono ed una di Ab-bastanza Buono. Sulla qualità delle prestazioni ha influito considere-volmente l’elevata temperatura, con un’escursione termica di pa-recchi gradi nell’arco della stessa mattinata: mai come in questa occasione è stato determinante il sorteggio dei turni di sciolta (il cosiddetto “fattore C” ..!). Unica nota stonata, la necessità per un paio di soggetti di ricorrere alle cure del veterinario a causa del-le ferite lacero-contuse riportate nell’incontro troppo “ravvicina-to” col suide. In base ai punteg-gi assegnati dai giudici, la vittoria in classe Singolo nella seconda edizione del Trofeo “Terre del Giarolo” è stata appannaggio del Maremmano a pelo raso Bacca-no, di proprietà di Stefania Vigo e condotto da Domenico Siri, qua-
Baccano miglior Singolo Montegioco 2015
La premiazione
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CuneoAlessandria
chi scrive!Fra le mute in concor-so, invece, nessuna è riu-scita ad acquisire una qualifica, ragion per cui non è stato possibi-le assegnare il trofeo. A conclusione di queste note, è doveroso da parte del cronista – nella sua veste di presidente pro-vinciale della SIPS – ringraziare tutti coloro che hanno contribu-ito alla perfetta riuscita della ma-nifestazione, la prima del genere allestita in provincia di Alessandria per quanto riguarda le mute. Un “grazie” di cuore, in particolare, va al nostro giovane socio Ales-sandro Mogni (al cui entusiasmo ed alla cui tenacia si deve l’idea di allestire questo evento cinofilo), alla squadra di cinghialai di Monte-gioco n° 33 (presso la cui casa di caccia si è svolto il pranzo, allesti-to da un team di cuochi/camerie-ri dilettanti capitanato da Marco Bruno), alla Provincia di Alessan-dria, all’ATC AL 3, ai capisquadra di caccia al cinghiale Aldo Serra (Brignano F.), Davide Giovannetti (Dernice), Fabrizio Guglielmone (Garbagna) e Attilio “Tilly” Poggi (Montegioco) ed ai loro soler-ti collaboratori, ai gestori delle ZRC “Brignano-Casasco” Benito Raschia e “Valle Arbogna” Franco Semino, al direttore della rivista “Cinghiale & Cani” Elisa Lucibello, ai giudici ed ai concorrenti, que-sti ultimi tutti veramente sporti-vi e leali! Grazie anche a tutti gli sponsors ed in particolare a Mi-ster Mix Dog per i sacchi di man-gime messi a disposizione per la premiazione ed a BS Planet per i gadget offerti a tutti i presenti. A tutti rinnovo il più cordiale e sen-tito arrivederci al 2016, per una nuova edizione del Trofeo “Terre del Giarolo”, per la cui organizza-zione ci stiamo tutti, ognuno per la propria parte, già attivando!
Gianedoardo Giordanino
RISULTATI & CLASSIFICHESabato 09.05.2015Classe SINGOLO - cat. ABatt. n° 1 - Giudice: Brumana G.1° ECC. (p. 168) Iro (Seg. Maremmano P/R - cond. Cucini)2° A.B. (p. 134) Ruby (Seg. Maremmano P/R - cond. Bondanza)Batt. n° 2 - Giudice: Gaino G.1° ECC. (p. 170) Pippo (Seg. Maremmano P/R - cond. Vergagni)2° M.B. (p. 156) Piuma (Seg. Maremmano P/R - cond. Giannini)3° B. (p. 140) Artù (Seg. Maremmano P/R - cond. Papini)Batt. n° 3 - Giudice: Villa M.A.1° ECC. (p. 171) Randello (Seg. Maremmano P/R - cond. Gandini)Classe MUTA - cat. ABatt. n° 4 - Giudice: Scotto R.Nessun classificato
Domenica 10.05.2015Classe SINGOLO - cat. ABatt. n° 1 - Giudice: Gaino G.1° Riservato2° B. (p. 148) Diverso (Seg. Maremmano P/R - cond. Mogni)Batt. n° 2 - Giudice: Scotto R.1° ECC. (p. 160) Saetta (Seg. Maremmano P/R - cond. Giubbani)2° M.B. (p. 150) Reno (Seg. Maremmano P/R - cond. Saviotti)Batt. n° 3 - Giudice: Villa M.A.1° ECC. (p. 172) Baccano (Seg. Maremmano P/R - cond. Siri)2° M.B. (p. 151) Kim di Casa Lerda (briquet griffon vend. - cond. Bove)Classe MUTA - cat. ABatt. n° 4 - Giudice: Brumana G.Nessun classificato[ECC. (p. 162) Baldo - M.B. (p. 158) Tobia (Petit Bleu de G. - cond. Pollero)][M.B. (p. 154) Teo (Griffon Bleu de G. - cond. Olivero)]
VINCITORI 2° TROFEO “TERRE DEL GIAROLO”:• classe SINGOLO ß BACCANO (Seg. Maremmano P/R - cond. Siri) con p. 172 - ECC.• classe MUTA ß non assegnato
lificato Eccellente con punti 172 dal giudice Villa, il quale ha così ac-quisito il diritto di partecipare alla finale del 1° Trofeo “Mari e Monti – Interregionale del Nord Italia” svoltasi a Casella (GE) nel mese di Giugno. Questa la relazione sul turno di Baccano: “1° turno (do-menica 10/05) – inizio prova ore 7.00: Maschio di buon tipo. Buona cerca; dopo aver rilevato passata, defila per buon tratto, va in trac-
cia e nel prosieguo abbaia a fermo (scrofa con prole) con differenzia-zione di voce. Partono i cinghiali e Baccano prosegue la canizza con altri brevi fermi – Fine prova ore 8.10”. Da notare che per i coniugi savonesi Siri si tratta della secon-da affermazione consecutiva nel trofeo, ottenuta con due soggetti diversi: dapprima con Burrasca II ed ora con Baccano. “Chapeau”, è proprio il caso di dire, da parte di
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Un’isola illuminata dal sole prima-verile accoglieva nei giorni 2-3-4 aprile 2015 tanti Appassionati provenienti da tutta Italia, inten-zionati a confrontarsi nella clas-sica prova su lepre organizzata all’Isola d’Elba.L’accoglienza si svolgeva intera-mente all’interno del villaggio Le Calanchiole di Capoliveri dove tutti venivano ospitati nei bunga-low-chalet in riva al mare e dove all’interno del ristorante lo “chef” Massimo deliziava tutti con cene a base di pesce fresco pescato in-torno all’Isola d’Elba.Sponsor della prova la ditta di mangimi Smarty Dog e la Locman che omaggiava i vincitori asso-luti con un orologio modello “ISLAND”.La giuria era composta dai signori Butini, Ferrara V., Fiaschetti, Fogna-ni, Gaino, Pigliacelli, Raffaele, Righi e Soprano.La prima giornata era dedicata alla categoria singoli e vedeva iscritti ben 27 soggetti in sei batterie, dopo la colazione e le formalità di rito le batterie partivano alla volta delle zone di sciolta.Giornata serena che rivelava ai partecipanti la natura in tutto lo splendore della fioritura primave-rile.
Il miglior risultato era quello del-la giovane Segugia italiana a pelo raso EMY dell’inossidabile Lelio Agostini che si aggiudicava me-ritatamente il II° TROFEO DEL TIRRENO.Il giudice Fiaschetti relazionava: “Soggetto in tipo di ottima strut-tura, slegato in costone cerca con metodo e stile di razza. Reperi-sce pastura in pineta, accosta per buono tratto. La lepre si è deruba-ta, la cagna arriva sul covo eviden-ziando la partenza del selvatico. La seguita è ben condotta e con buo-na voce. Chiudo il turno. Ottimo il recupero.”Alla premiazione, condotta dal Presidente Ferrara che ci onora-va della sua presenza, Agostini era raggiante non riuscendo a nascon-dere l’emozione del momento.
Nella seconda giornata, soleggiata, si svolgeva la prima prova dedica-ta alle categorie coppie e mute, tre le batterie di coppie e sei le batterie di mute. Tra gli iscritti molti nomi noti dell’ambiente Segugistico, pro-venienti dalle regioni del nord e centro Italia.Il miglior risultato delle coppie era appannaggio dei Segugi italiani p.r. DIVA e PEPE di Simona e Cleto
Pelliccia con un ottimo ECC. 173Il giudice Fognani scriveva “Cop-pia di buon tipo, liberata in prato abbandonato cercano in stile, re-periscono passata. Con voci tipi-che l’accostamento è sbrigativo in stile di razza. In bosco Diva dopo breve silenzio scova con urlo tipi-co seguita da Pepe dando inizio ad una seguita incalzante e ben voca-lizzata. Diva con voce squillante si fa sentire a gran distanza, chiudo il turno con i cani di ritorno in seguita”.A seguire la coppia di s.i.p.r. FARO e BIRBA di Fausto Brugnoni con ECC. 161
Nella categoria mute il miglior ri-sultato era dei Segugi italiani p.r. FRITZ - LILLO - FIUME (CAC) - MONTI di Giovanni Petruccio-li con un ECC. 177,50 e il CAC ECC. 182 a FIUME.Il giudice Pigliacelli relazionava “Muta composta da soggetti tipi-ci e solidamente costruiti, cerca avida, maneggevolezza ed indice di coesione. Ottimali accostano con concreta sollecitudine per lunghissimo tratto in terreno im-pervio di montagna con fondo roccioso fino a giungere in un piccolo avvallamento con fitta ve-getazione arbustiva dove avviene
Toscana
II TROFEO DEL TIRRENO. TRIONFANO AGOSTINI, BRUGNONI E PRETRUCCIOLI
Muta di Giovanni Petruccioli vincitrice del Trofeo del Tirreno
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CLASSIFICHE
1° Batteria Singolo Giudice FIASCHETTI1° cl. ECC. 163 EMY s.i.p.r. di Agostini2° cl. MB 156 PEPE s.i.p.r. di Rovini3° cl. B 144 CALLAS s.i.p.r. di Rovini2° Batteria Singolo Giudice FERRARA V. 1° cl. MB 153 VIOLA s.i.p.r. di Montiani2° cl. MB 150 SCILLA s.i.p.r. di Civinelli3° Batteria Singolo Giudice FOGNANI-Nessun Classificato4° Batteria Singolo Giudice BUTINI1° cl. RISERVATO2° cl. B 143 STELLA s.i.p.r. di Ciampolini5° Batteria Singolo Giudice RIGHINessun Classificato6° Batteria Singolo Giudice Pigliacelli-Nessun Classificato
1° Batteria Coppie Giudice RIGHI1° cl. MB 150 MORO-LAMPO s.i.p.f. di Ceccarini2° cl. AB 135.50 PELO-MOIRA s.i.p.r. di Mattei2° Batteria Coppie Giudice GAINO1° cl. ECC. 161 FARO-BIRBA s.i.p.f. di Brugnoni2° cl. MB 157 TILL-MA s.i.p.f. di Bongiorni3° cl. MB 154 CREMA-CRISSY s.i.p.f. di Brugnoni4° cl. B 144 MAYA-STELLA s.i.p.r. di Ciampolini3° Batteria Coppie Giudice FOGNANI1° cl. ECC. 173 DIVA-PEPE s.i.p.r. di Pelliccia2° cl. B 141 PERLA-BRINA s.i.p.f. di Mercadini
1° Batteria Mute Giudice BUTINI1° cl. ECC. 171 SARA-SARA DI MONTERSINO-RINGO-SORBETTA s.i.p.f. di Montersino2° Batteria Mute Giudice SOPRANO1° cl. ECC. 161,40 SORBA-UMBRO-BRANDO-RITA-PEDRO s.i.p.r. di Apostolico3° Batteria Mute Giudice FERRARA V. 1° cl. ECC. 170,20 IONA-RONDA-BELEN-ATOS-FEBO s.i.p.r. di Amorini2° cl. AB 130,25 RAS-LULA-LISA-LILLI s.i.p.r. di Generotti4° Batteria Mute Giudice PIGLIACELLI1° cl. ECC. CAC 177,50 FRITZ-LILLO-FIUME (CAC)-MONTI s.i.p.r. di Petruccioli2° cl. ECC. 165,16 LAPO-ERCOLE-GIGIA-GIOIA-VILMA-SIRA s.i.p.r. di Brambillaschi3° cl. MB 152 SOMY-ROL-LEDA-TIMBA-MARA s.i.p.f. di Marcon5° Batteria Mute Giudice FIASCHETTINessun Classificato6° Batteria Mute Giudice RAFFAELE1° cl. MB 154,75 MILL-ALFA-TOBI-LEO s.i.p.r. di Pierelli2° cl. SUFF. 127,20 DIANA-WHISKY-WILLIAMS-VITA-VANDA s.i.p.f. di Pierangioli1° Batteria Coppie Giudice GAINONessun Classificato2° Batteria Coppie Giudice FOGNANI1° cl. ECC. 163 FARO-BIRBA s.i.p.f. di Brugnoni2° cl. B 145 TILL-MA s.i.p.f. di Bongiorni3° Batteria Coppie Giudice RIGHI1° cl. MB 155,50 PERLA-BRINA s.i.p.f. di Mercadini2° cl. B 140 PEPE-DIVA s.i.p.r. di Pelliccia
1° Batteria Mute Giudice FIASCHETTI1° cl. ECC. 169,25 SARA-SARA DI MONTERSINO-RINGO-SORBETTA s.i.p.r. di Montersino2° cl. MB 156,25 DINA-VICKY-DIANA-VESPA s.i.p.r. di Montersino2° Batteria Mute Giudice BUTINI1 cl. ECC. 161,60 SORBA-UMBRO-BRANDO-RITA-PEDRO s.i.p.r. di Apostolico3° Batteria Mute Giudice RAFFAELE1° cl. B 148,60 IONA-RONDA-BELEN-ATOS-FEBO s.i.p.r. di Amorini4° Batteria Mute Giudice SOPRANO1° cl. ECC. 171,50 FRITZ-LILLO-FIUME-MONTI s.i.p.r. di Petruccioli2° cl. AB 135,50 LAPO-ERCOLE-GIGIA-GIOIA-VILMA-SIRA s.i.p.r. di Brambillaschi5° Batteria Mute Giudice FERRARA V. 1° cl. MB 151 BRIK-VIPERA 1-INDIA-AMBRA-VIPERA 2 s.i.p.f. di Fortuna6° Batteria Mute Giudice PIGLIACELLI1° cl. MB 154 MILL-ALFA-TOBI-LEO s.i.p.r. di Pierelli
CLASSIFICA FINALE CATEGORIA SINGOLI1° Assoluto EMY s.i.p.r. di Agostini Lelio2° Assoluto PEPE s.i.p.r. di Rovini Alfiero3° Assoluto VIOLA s.i.p.r. di Montiani EnricoCLASSIFICA FINALE CATEGORIA COPPIE1° Assoluto FARO-BIRBA s.i.p.f. di Brugnoni Fausto2° Assoluto PEPE-DIVA s.i.p.r. di Pelliccia Anacleto3° Assoluto TILL-MA s.i.p.f. di Bongiorni CristianoCLASSIFICA FINALE CATEGORIA MUTE1° Assoluto FRITZ-LILLO-FIUME-MONTI s.i.p.r. di Petruccioli Giovanni2° Assoluto SARA-SARA DI MONTERSINO-RINGO-SORBETTA s.i.p.r. di Montersino Giovanni3° Assoluto SORBA-UMBRO-BRANDO-RITA-PEDRO s.i.p.r. di Apostolico Stefano
lo scovo. La seguita è subito rabbiosa, veloce e ben vocalizzata, la muta compie ampio itinerario at-traversando più vallate, torna sul luogo dello scovo e prosegue sva-licando oltre il monte”.Seconda posizione per la muta di s.i.p.f. SARA - SARA DI MON-TERSINO - RINGO - SORBETTA di Cristian e Giovanni Montersino con ECC. 171
Terza ed ultima giornata disturba-ta dalla pioggia e dal forte vento, i Concorrenti e i Giudici si pre-paravano ad una giornata difficile.
Nella categoria coppie si ripete-vano con un ottimo eccellente FARO e BIRBA s.i.p.f. di Brugnoni mentre DIVA e PEPE s.i.p.r. di Pel-liccia non riuscivano a ripetere la bella prova del giorno precedente a causa di un vero e proprio for-tunale durante il turno anche se erano riusciti a scovare la lepre. Una menzione alla coppia TILL e MA di Bongiorni che otteneva la qualifica in entrambe le giornate.Il giudice scriveva sui Segugi di Brugnoni “Coppia omogenea in tipo, corretti alla sciolta. Faro re-perisce per primo la passata, le voci sono di buon timbro squil-lante. Reperita passata si portano in bosco, Birba scova, il compagno acconsente, cadono in fallo, lo ri-solvono, la seguita gira intorno al monte, rientra incalzante ben vo-calizzata e fanno rientrare la lepre, attraversa un torrente e cadono in fallo in cui chiudo”.
Nella categoria regina belle prove delle mute di Petruccioli, Mon-tersino e Apostolico che si clas-sificavano nell’ordine con ottimi eccellenti. Nelle relazioni si legge che i turni si svolgevano sotto una pioggia battente che tuttavia per-metteva ai cani di ottenere pun-teggi alti.Il giudice Fiaschetti relazionava sulla muta dei Segugi italiani p.f. di Montersino “Muta di eccellen-te tipicità e di buona struttura. Slegata sotto una pioggia batten-te rilevano passata sotto uliveto vocalizzando con voci tipiche sia nel timbro che nel tono. Accosta-no per un lungo tratto, entrano in bosco e Ringo scova a vista. La seguita è ben coesa e pressante, dopo ampio giro la lepre rientra dove è stata scovata. Chiudo il turno con i cani in seguita.”Al termine delle prove tutti al ri-storante le Calanchiole dove era pronto il caminetto acceso per
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riscaldarsi. Dopo aver fatto tutti i conteggi e dopo un ottimo pran-zo venivano proclamati i vincitori assoluti nelle categorie coppie e mute. Trofei in ceramica personalizzati con l’immagine dell’Isola d’Elba e un prezioso orologio per i primi assoluti offerto dalla Locman.Premiazione che veniva condot-ta magistralmente dal Presidente Ferrara e da tutti i Giudici ed Ac-compagnatori.Nella categoria coppie trionfava Fausto Brugnoni mentre nella ca-tegoria mute Giovanni Petruccioli, entrambi affezionati frequentatori delle prove elbane.La SIPS Isola d’Elba ringrazia il dottor Vincenzo Ferrara per aver partecipato alla manifestazione nella duplice veste di Giudice e Presidente Nazionale. Ringrazia tutti i Concorrenti, i Giudici, gli Accompagnatori e tutti Coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’evento.Un grazie particolare anche ai Si-gnori giornalisti del settore pre-senti in questa occasione. Vi aspet-tiamo con rinnovato entusiasmo alle prove in programma nel 2016 che troverete nei calendari ENCI e SIPS, ricordandoVi sempre... che esserci è già un successo!
Fausto Brugnoni con
Faro/Birba vincitore della
categoria Coppie
Organizzatori e partecipanti al Trofeo del Tirreno
Emy di Lelio Agostini vincitrice della categoria Singolo
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Si è svolta nei giorni 17-18-19 aprile il IV° Trofeo Isola d’El-ba Cup, prova di primavera su cinghiale con CAC in territorio libero. Edizione molto affollata, dove si sono confrontati i miglio-ri dresseur italiani della specialità, giunti da tutte le regioni d’Italia, dal Nord al Sud, Sardegna inclusa.I Concorrenti e i Giudici sono stati accolti presso il Villaggio Le Calanchiole, al Lido di Capoliveri, dove è stato organizzato un pic-colo “villaggio olimpico” con in-cluso il raduno mattutino e i pasti a base di pesce fresco preparati magistralmente dallo chef Massi-mo consumati presso il ristorante Le Calanchiole. La formula degli chalet sul mare è stata apprezzata da tutti, un’ot-tima opportunità per prendere la prima tintarella primaverile sulla meravigliosa spiaggia sottostante, sfruttata soprattutto dalle Signore al seguito dei Partecipanti.
Chiamati a giudicare i migliori Giudici Enci abilitati, i signori Bal-doni, Bracco, Brumana (CH), Di Giannantonio, Fusarpoli, Mugnaini, Scotto, Righi e Trapuzzano.Delegato Enci era presente il si-gnor Verdini Ugo che ringraziamo per aver svolto ottimamente le proprie competenze.Onorati della presenza del Con-sigliere Nazionale ENCI nonché vice Presidente della SIPS dott. Gianluca Di Giannantonio che portava i saluti dei Presidenti na-zionali ed esprimeva parole di elo-gio sulla validità dei terreni, sulle meraviglie ambientali dell’Isola e sull’organizzazione della prova.
La manifestazione era supportata dagli sponsor BSPlanet, Smarty Dog e Trabaldo che mettevano a disposizione alcuni loro prodotti da affiancare ai Trofei per i vincito-ri assoluti di ogni categoria.
Ottima la presenza di cinghiali in tutte le zone dando la possibilità dell’incontro a tutti i Concorren-ti, a riprova di quanto affermato è l’aver assegnato tutti i premi di batteria disponibili nelle tre gior-nate di prove dove alcune batterie vedevano addirittura l’ein plein di qualifiche, casi rari in competizio-ni svolte in terreno libero.
Nutrita e qualificata la presenza di esperti Accompagnatori che al termine della manifestazione
IV° TROFEO ISOLA D’ELBA CUP
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IV° TROFEO ISOLA D’ELBA CUP
Batteria 1 Singoli Giudice MUGNAINI1° cl. ECC. 174 TOFEE Segugio Maremmano di AprilinoBatteria 2 Singoli Giudice BRACCO 1° cl. ECC. 164 BACCANO Segugio Maremmano di Franchini2° cl. MB 156 FIBRA Segugio Maremmano di Giannelli3° cl. MB 153 MAMBO Segugio Maremmano di GiannelliBatteria 3 Singoli Giudice RIGHI1° cl. ECC. 168 ELBA Segugio Maremmano di Cucini2° cl. ECC. 164 IRO Segugio Maremmano di CuciniBatteria 4 Singoli Giudice BRUMANA1° cl. ECC. 163 BOBBONE Segugio dell’Appennino di Iannotta2° cl. ECC. 161 VIOLA Segugio Maremmano di Angiolini3° cl. MB 151 TREMENDA Segugio Maremmano di CerretaniBatteria 5 Singoli Giudice FUSARPOLI1° cl. MB 151 ALFA Segugio Maremmano di Dettori2° cl. MB 150 MERI Segugio Maremmano di Romeo3° cl. B 149 BOBO Segugio Maremmano di Ricciuti
IV° TROFEO ISOLA D’ELBA CUP
Batteria 1 Coppie Giudice BRUMANA1° cl. RISERVATO2° cl. B 142 PIPPO - UGO Segugi Maremmani di VergagniBatteria 2 Coppie Giudice BRACCO1° cl. ECC. 168,50 FIBRA - MAMBO Segugi Maremmani di Giannelli2° cl. MB 155 BARABBA - SANTO Segugi Maremmani di Tofone3° cl. MB 151,50 SANSONE - OLIVIA briquet griffon vendeen di BonanniBatteria 3 Coppie Giudice MUGNAINI1° cl. MB 154,50 ELBA - ZIRA Segugi Maremmani di Cucini2° cl. B 146 LAMPO - MILLI Segugi Maremmani di ArbustiBatteria 4 Coppie Giudice BALDONI1° cl. MB 156 SHIRO - ITO’ Segugi bruno del Giura di Galeotti2° cl. MB 151 FATA - ALFA Segugi Maremmani di DettoriBatteria 5 Coppie Giudice DI GIANNANTONIO 1° cl. MB 150 CICCIO - TOTO’ petit bleu de gascogne di D’EpiroBatteria 1 Mute Giudici FUSARPOLI - RIGHI 1° cl. MB 152,50 Muta di briquet griffon vendeen di ParussoQualifiche individuali ad alcuni cani di PetrucciBatteria 2 Mute Giudici SCOTTO - TRAPUZZANONessuna Muta classificataQualifiche individuali ad alcuni cani di Sargenti e Calzuola
Tofee Segugio Maremmano di Andrea Aprilino
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venivano menzionati e ringraziati per la dedizione dimostrata sul campo, sia per la scelta delle zone di sciolta, ma ancor più per l’aiuto concreto dato ai Concorrenti per il recupero dei cani una volta ter-minato il turno.
La prima giornata vedeva confron-tarsi cinque batterie di singoli, cli-ma variabile con ampie schiarite,le zone di sciolta erano Lacona, Monte Poppe, Monte Orello, Bu-raccio e Santa Lucia/Turchetto.A termine delle prove il miglior punteggio giornaliero era quello raggiunto dalla Segugia Maremma-na TOFEE di Andrea Aprilino con un ottimo Ecc. 174, questa la rela-zione del giudice Mugnaini :“Soggetto ben costruito, ma al limite inferiore della taglia. Alla sciolta attua una cerca pazzesca. Reperita passata della notte da voce e accosta per circa venti minuti, raggiunti i cinghiali abbaia a fermo con coraggio, determina-zione ed ottima espressività. I cin-ghiali partono e Tofee li insegue con ottimo ritmo e buona voce, i cinghiali si fermano e la cagna ab-baia a fermo e riprende la seguita quando i cinghiali ripartono.La cagna alterna abbai a fermo a seguite secondo il comportamen-to dei selvatici fino alla fine del turno.”
Nella seconda giornata di prove previste cinque batterie di coppie e due di mute, cielo coperto, le zone di sciolta Mulini a vento/San Martino, Monte Tambone, Capo-liveri, Monte Poppe, M2/Literno, Capo d’Arco/Rio Elba, Buraccio/Campo alla Valle.
Nella categoria coppie trionfo di Giannelli con i Segugi Maremmani FIBRA - MAMBO che si aggiudi-cavano quindi il IV° Trofeo Isola
d’Elba Cup di catego-ria con un ottimo Ecc. 168,50Il giudice Bracco scriveva “Coppia in tipo, corretti alla sciol-ta, rilevano subito passata utile e vocalizzano, l’accostamento è pre-ciso e portato con sicurezza con buon spirito di coppia. Intensifica-no dopo lungo tratto e vanno a fermo. Forzato il selvatico vanno in seguita che è ben vocalizzata, incalzante e sicura. Risolvono un fallo e riprendono la seguita che è sempre piacevole e ben ritmata.”Nelle mute il miglior risultato giornaliero era appannaggio del signor Parusso con i suoi briquet griffon vendeen con MB 152,50I giudici Fusarpoli e Righi scrivo-no” Muta omogenea e in tipo. Ma-neggevoli alla sciolta, dopo ampia cerca in folto emettono qualche urlo tipico di razza dando l’im-pressione di aver incontrato in poco tempo. Arrivano di fronte ad un ponte che collega la vallata e si sente un breve cenno di fermo e
IV° TROFEO ISOLA D’ELBA CUP
Batteria 1 Singoli Giudice RIGHI1° cl. MB 151 GIOVE Segugio Maremmano di LenziBatteria 2 Singoli Giudice MUGNAINI1° cl. ECC. 174 ASSASSINO Segugio Maremmano di Lione2° cl. ECC. 173 MASCHERINO Segugio Maremmano di Contri3° cl. ECC. 166 ANUK Briquet Griffon Vendeen di Parusso4° cl. ECC. 162 ZIVAGO Segugio Maremmano di Lione5° cl. ECC. 160 SPUGNA Segugio Maremmano di ManettiBatteria 3 Singoli Giudice BRUMANA1° cl. ECC. 169 FUMO Segugio Maremmano di Petrucci2° cl. B 147 MATTO Segugio Maremmano di PascoBatteria 1 Mute Giudici BRACCO - BALDONI1° cl. ECC. 165,16 Muta di Segugi Istriani p.r. di Fattore & Carracillo2° cl. ECC. 163,16 Muta di Ariegeois di Olivieri3° cl. MB 156,60 Muta di Petit Bleu de Gascogne di D’Epiro4° cl. MB 153,83 Muta di Ariegeois di PaoloniBatteria 2 Mute Giudici SCOTTO - TRAPUZZANO1° cl. Riservato2° cl. B 141,37 Muta di Segugi Maremmani di De AngelisQualifiche individuali ad alcuni cani di Romaniello, Boglio e AngioliniBatteria 3 Mute Giudice FUSARPOLI1° cl. ECC. 160,50 Muta di Segugi Maremmani di Bellini & Galeazzi
IV° TROFEO ISOLA D’ELBA CUP
CLASSIFICA FINALE CAT. SINGOLI1° Assoluto ECC. 174 TOFEE Segugio Maremmano di Aprilino2° Assoluto ECC. 174 ASSASSINO Segugio Maremmano di Lione3° Assoluto ECC. 173 MASCHERINO Segugio Maremmano di ContriCLASSIFICA FINALE CAT. COPPIE1° Assoluto ECC. 168,50 FIBRA - MAMBO Segugi Maremmani di Giannelli2° Assoluto MB 156 SHIRO - ITO’ Segugi bruno del Giura di Galeotti3° Assoluto MB 155 BARABBA - SANTO Segugi Maremmani di TofoneCLASSIFICA FINALE CAT. MUTE1° Assoluto ECC. 165,16 PETER-BORA-BARI-THENA- ARIA- ADA Segugi Istriani p.r. di Fattore & Carracillo2° Assoluto ECC. 163,16 ARY-ZORRO-FARO-FALCO-TEO-INDIO ariegeois di Olivieri3° Assoluto ECC. 160,50 ACHILLE-DESIDERIO-VOGLIA-NALA-LILLI-MAMBO Segugi Maremmani di Bellini & Galeazzi
Fibra/Mambo Segugi Maremmani
di Giannelli
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subito la seguita velo-ce e persistente. NB: Lo
scovo si verifica sul suono di fine turno.”
La giornata conclusiva, con cie-lo sereno, vedeva cimentarsi tre batterie in categoria singoli ed altrettante nella categoria mute. Queste le zone di sciolta: Bagnaia, Capoliveri, Rio Elba/Cavo, Santa Lucia/Turchetto/Monte Orel-lo, M2/Literno/Filetto, Buraccio/Campo alla Valle/Monte Fabrello.
Nei singoli il miglior turno delle tre batterie era quello del Segu-gio Maremmano ASSASSINO di Lione.Il giudice Mugnaini nella relazione così scrive:“Soggetto di buona tipicità. Alla sciolta attua un’ampia cerca. Re-perita passata della notte da voce ed accosta per lungo tratto con decisione, buono il ritmo fino al raggiungimento del cinghiale. L’ab-baio a fermo lo posso sentire solo da lontano, quando il cinghiale parte Assassino va in seguita con buona voce, ma il ritmo è un pò lento anche se costante, la seguita si protrae fino alla fine del turno”.
Nelle mute trionfo della muta composta da PETER-BORA-BA-RI-THENA- ARIA- ADA Segugi Istriani p.r. di Fattore & Carracillo con Ecc. 165,16 che nell’ultimo turno di batteria svolgevano un ottimo lavoro così descritto dai giudici Bracco e Baldoni:“Muta omogenea di buona tipicità, corretti alla sciolta in strada bian-ca. Entrano in folto e dopo breve cerca rilevano passata notturna e vocalizzano con voci tipiche. L’accostamento è breve ma pre-ciso, giunti alla rimessa eseguono un buon abbaio a fermo, forzato il selvatico vanno in seguita tipica
della razza, buona vocalizzazione e con la muta coesa. Dopo circa venti minuti risolvono un fallo e riprendono in modo incalzante, chiudo il turno con la muta in rin-traccio.”
Dopo le verifiche dei punteggi ot-tenuti nelle tre giornate di prova venivano proclamati i Vincitori As-soluti per ogni categoria:Categoria Singoli 1° Assoluto ECC. 174 TOFEE Se-gugio Maremmano di Aprilino che a parità di punteggio con il Se-gugio Maremmano ASSASSINO, prevaleva per la minore età, come da regolamento.Categoria Coppie1° Assoluto ECC. 168,50 FIBRA -MAMBO Segugi Maremmani di GiannelliCategoria Mute1° Assoluto ECC. 165,16 PETER-BORA-BARI-THENA-ARIA- ADA Segugi Istriani p.r. di Fattore
& CarracilloDopo la consegna dei bellissi-mi Trofei in ceramica abbinati ai ricchi premi, tra cui un BS3000 EVOMAP, offerti dalla BSPlanet e Trabaldo, in un clima di festa e serenità, Concorrenti ed Orga-nizzatori si scambiavano i saluti di rito con la promessa di riveder-si il prossimo anno sui terreni di quest’isola meravigliosa.La SIPS Isola d’Elba ringrazia l’Am-ministrazione provinciale per la concessione delle autorizzazioni, tutti gli Sponsor e Tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito all’ottimo successo della manife-stazione. Occasione questa per invitare tutti agli Appassionati a partecipa-re alle prove elbane in programma nel 2016 ricordando che “esserci è già un successo...”.
Graziano SignoriniSIPS Isola d’Elba
Segugi Istriani di Fattore & Carracillo
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RADUNO PER TUTTE LE RAZZE DELLA SIPS
La SIPS perugina ha organizzato al Borgo le Terre del Verde – Ba-
dia Val di Rasina, splendida strut-tura alberghiera, nel comune di
Gualdo Tadino (PG), il Raduno di tutte le razze rappresentate dalla
Le migliori coppie al Raduno di Perugia
I migliori gruppi al Raduno di Perugia
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SIPS. Roberto Sforna, presidente della SIPS di Perugia, con la col-laborazione di Marcello Minelli e Piergiovanni Gaggi, aiutati da tanti volontari della sezione Sips, hanno preparato nei minimi particolari lo svolgimento della manifestazio-ne, in uno scenario pieno di verde e dotato di tutti i confort, metten-do a proprio agio tutti gli esposi-tori e tutti i visitatori. Moltissimi i soggetti presentati, rappresentanti di 14 razze da seguita. I migliori di razza:
Caramella, Anglo-Francaise de Pe-tit Venerie di Stefano Borri Adua, Ariegeois di Stefano Guer-rino Richaro Desirè of Staraus, Beagle di Alessio Pancia Stella, Beagle Harrier di Mirko Verzieri Belen, Briquet Griffon Vendeen
di Benedetta Moscatelli Baleno del Pogrosso, Gascon Saintongeois di Stefano Caciolla Tito, Griffon Bleu de Gascogne di Paolo Zeppoloni Gulliwer, Petit Bleu de Gasco-gne di Giulio Frellicca Erold, Porcelaine di Enzo Cer-quetelli Furia di Campello, Segugio Maremmano P.R. di Vincenzo So-prano Ras, Segugio Italiano P.R. di Carlo Generotti Frida, Segugio Italiano P.F. di Gen-ni Filippeschi Trono, Segugio del Giura di Luca Brunacci Luna, Segugio del Bernese di Maurizio Liberati.
Migliori Coppie: 1° S. Maremmano P.R Allevamen-
to di Campello; 2° Ariegeois di Marco Barbanera; 3° Beagle di Alessio Pancia.
Migliori Gruppi: 1° Porcelaine di Enzo Cerquetelli; 2° SIPR di Carlo Generotti; 3° Griffon Bleu de Gascogne di Claudio SpacciniBest In Show: I° Luna, Segugio del Bernese di Maurizio Liberati; II° Trono, Segugio del Giura di Luca Brunacci; III° Richaro Desirè of Staraus, Be-agle di Alessio Pancia.
La sezione SIPS di Perugia rin-grazia tutti gli espositori, tutti gli sponsor, tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della ma-nifestazione. Invita tutti ai prossi-mi Raduni che organizzerà.
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Alcuni migliori di razza al Raduno di Perugia
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Perugia
Il 19/11/15, in una battuta di caccia sul monte Suba-sio, nel comune di Spello (PG),dove di solito svolgo la mia attività venatoria, ho assistito ad una scena alla quale non avrei mai voluto partecipare.Intorno alle 7.30, mentre ero in attesa dei miei due Segugi che stavano facendo il loro giro di ricerca sul territorio circostante, ho sentito abbaiare a lungo, con una intensità insolita in una normale azione di cac-cia, la mia cagnetta lungo il fosso che mi stava di fronte.Il sospetto della presenza dei lupi che mi è subito sal-tato alla mente (visto che li ho già visti molte volte sulla zona) è stato confermato dall’ altra cagna che, uscita dal bosco, è corsa verso di me ululando e visibilmente atterrita dalla paura.Nel frattempo la cagnetta conti-nuava ad abbaiare sempre con la stessa intensità scendendo sem-pre più in basso nel fosso dove evidentemente i lupi la stavano trascinando. Era semplicemente una scena straziante che mi portava ad im-maginare la fine più brutta che po-tesse capitare ad una cagnetta di appena 8 mesi, visto che non po-tevo fare niente in suo soccorso essendo distante circa 200 metri e su un terreno molto scosceso e difficile a percorrere.Senza descrivere ulteriori parti-colari di quel brutto evento che si è concluso, nonostante tutto, con l’ inaspettato ritrovamento della cagnetta ancora viva, anche se tutta coperta di sangue e con numerosi evidenti buchi soprat-
I LUPI DEL SUBASIO NEL 2015
tutto sulla parte posteriore e sul collo (ved. foto e certificato alle-gati) sento doveroso fare alcune valutazioni sul caso.La spiacevole esperienza mi ha fatto percepire a pieno la perico-losità di questi predatori che per mangiare attaccano tutto ciò che incontrano.Sapendo che trattasi di una raz-za di lupo di grosse dimensioni e molto prolifica come evolverà la situazione sul monte Subasio negli anni futuri? Chi la gestirà? Chi ga-rantirà la sicurezza? Le stesse persone che hanno ide-ato e realizzato questo scellerato progetto di immissione e diffusio-ne incontrollata del lupo saranno capaci di dare le giuste risposte e contenere i danni?Da parte mia credo di poter af-
fermare serenamente che il Subasio e le mon-tagne vicine con l’ attuale presenza dei lupi, sempre più numerosi ed aggres-sivi, sono diventati luoghi con potenziale pericolo e non possono più garantire quelle occasioni di relax e di benessere, in assoluta si-curezza, alle quali eravamo abituati. In particolare i no-stri Segugi che prospettiva hanno in tale situazione? Quella di diventare carne per i lupi? Credo che non si possa riservare tale destino ai nostri fedeli ausiliari.Penso pertanto, per farla breve, che gli Enti prepo-sti si debbano attivare per trovare tempestivamente soluzioni equilibrate ed ef-ficaci che tengano conto sia dei principi di una corretta gestione faunistica e sia del-la fondamentale esigenza di
garantire la sicurezza di tutti i fru-itori della montagna, compresi gli animali domestici. Ad esempio, una scelta molto concreta ed irrinunciabile ad oggi, vista la situazione a cui siamo ar-rivati, penso che sia il passaggio ad una programmazione seria di atti-vità per il contenimento del lupo.Molto onestamente, mi sento di aggiungere che un territorio ristretto come il nostro, cosi fortemente antropizzato ed ac-cessibilissimo a tutti, non ha as-solutamente le caratteristiche per ospitare un predatore primario come il lupo e pertanto sono pie-namente convinto che la sua pre-senza, anche se contenuta, creerà sempre incompatibilità con i resi-denti sul posto.
Domenico Santarelli
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Avellino
COME SEMPRE UN SUPER RADUNO
Il 5 luglio si è tenuto ad Avellino il XVI raduno Nazionale, 15 razze e quasi 300 Segugi sono risultati iscritti, ciò si è concretizzato gra-zie alla costanza ed alla caparbietà di soci che, a tutto ed a tutti, an-tepongono la passione per il Se-gugio ed il senso di appartenenza alla SIPS. All’evento, inoltre, ora-mai partecipano tantissimi appas-sionati del Centro Sud ed in veste plurima: concorrente, organizza-tore o semplice spettatore, infatti, anche tante altre sezioni provin-ciali collaborano in tutti i sensi. La presenza dei vari rappresentanti che partecipano alla premiazione finale, ne è testimonianza. Ringra-ziamo i concorrenti tutti, i giudici Sandra Piscedda, Claudio Lombar-di, Antonio Nucci e Marcello Mas-sardi, i commissari di ring e tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita dell’evento in particolar modo la squadra di Caccia al Cin-ghiale “Gli Invidiabili The Legend” capitanata da Gerardo Sarno, che hanno realizzato i ring, la cucina sul posto (a prezzo di assoluto recupero spese) e tanto altro. Ci scusiamo per eventuali disagi pro-vocati. Durante la premiazione è sta-
ta premiato, inoltre, la coppia di Istriani di Carracillo/Fattore per l’ottimo risultato avuto durante la verifica zootecnica di Montesano sulla Marcellana.La passione e la costanza hanno fatto si da poter organizzare an-che un Corso per Aspiranti Giu-dici di “Categoria B”. Tale corso è stato organizzato dalle SIPS Cam-pane, Basilicata, Molise e Puglia. Circa 40 i partecipanti quasi tutti giovani ma non mancava qualche meno giovane, ciò testimonia sana passione. Tutti, nessuno escluso, durante le lezioni hanno seguito con attenzione estrema i relato-ri - per le expò Sandra Piscedda e per le prove (lepre e cinghiale) Vincenzo Soprano - che ringrazia-mo. I Corsisti mettendo in risalto il proprio impegno sommato alla passione, hanno dato giuste rispo-ste alle domande (scritte) dopo la prova pratica sia alla lepre che al cinghiale. E’ incentivante per gli organizzatori vedere tanti visi at-tenti durante le lezioni e contenti dopo, la SIPS è anche questo. La SIPS di Salerno che oramai conta 300 soci, oltre il consueto raduno Amatoriale, ha organizza-to ottime verifiche sia alla lepre,
territorio libero, deus machine Caruso Vincenzo ed Antonino Ab-bate, Liberato Parisi e Peppe Mas-sa, Biagio Carbone e Barra Gen-naro, ecc. ecc., quindi il vecchio (si fa per dire) ed il nuovo amalgama-to, che al cinghiale. Il direttivo tut-to (o quasi) ed oltre si è speso e dato tanto per raggiungere questi risultati che, a breve, saranno si-curamente migliorati, vista la con-sistenza quantitativa e qualitativa della locale sezione SIPS. Nelle ve-rifiche zootecniche alla lepre, giu-dicate da Ferrara Gianfranco per le coppie e Raffaele Antonio per le mute, il Signor Michele D’Aniel-lo, vecchia conoscenza ed esper-to Segugista (peccato che non gli piace la notorietà e gli onori di cronaca), nella categoria coppie ha conquistato un meritato ec-cellente. Ha ben figurato anche la coppia di Lanzotto Mario, tutti i concorrenti, comunque, hanno mostrato le doti dei loro cani an-che se, sfortunatamente, non han-no avuto una qualifica, infatti nei turni successivi c’era mancanza di olfattazione crediamo dovuta ad escursione termica (temperatura quindi caldo in notevole aumen-to).
La premiazione
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Avellino
Migliori di razzaSegugio Italiano Pelo Raso - Elvis (176) di Giuseppe FardellaSegugio Italiano Pelo Forte - Zaira (229) di Giovanni MancinelliSegugio Maremmano - Furia di Campello (263) di Vincenzo SopranoPetit Bleu de Gascogne - Rondinella (154) - di Giuseppe RaffaeleBeagle - Igor dell’Isola di Ios (235) di Pompele CarloAriegeois (147) - Carlotta di Rocco LettieriSaintongeois (11) - Flea - di Pranteda AntonioBriquet griffon vendeen - Gemma (155) di Tanga AlfonsoAnglo Francais de Petit Venerie - Full (134) di Carrabs GiampietroBeagle Harrier - Ettore (150) di Barone GiuseppePorcelaine - Stella (153) di Vito BitettiGriffon Belu de Gascogne - Alonso (155) di Michele VaccaroSegugio dell’Istria a pelo raso - Biba (231) - Carracillo-FattorePosavatz - Biba del Fattore (231) - Carracillo-Fattore Segugio del Giura - Lara (233) - di Votta Mariano
Classifica: Best Show1° classificato - Segugio Maremmano - Furia di Campello (263) di Vincenzo Soprano2° classificato - Posavatz - Biba del Fattore (231) - Carracillo-Fattore 3° classificato - Beagle Harrier - Ettore (150) di Barone Giuseppe
Classifica coppie1° coppia classificata Segugi Italiani a Pelo Forte di Giovanni Mancinelli2° coppia classificata - Segugi Istriani - Carracillo-Fattore3° coppia classificata Segugi Italiani pelo raso - Fardella/Splendori
Classifica Gruppi1° gruppo Classificato - Anglo Francaise de Petit Venerie - Landolfi Vincenzo/Carrabs Giampietro2° gruppo classificato - Segugi Maremmani (Fulvi) - All. di Collesorvo di De Angelis Sergio3° gruppo classificato - Beagle - All. dell’Isola di Ios di La Marca
DALLE
SEZIONI
Gli amici della SIPS della Basilicata e della Campania a Nusco (AV)
DALLE
SEZIONI
56
Avellino
Le Sezioni della Basilicata, Cam-pania, Molise e Puglia hanno orga-nizzato il primo Corso per giudici di categoria “B” - Cani da seguita su Lepre e Cinghiale -. Oltre 30 persone iscritte che, a fine della prima giornata di corso e con la cena già pronta, continuavano a porgere domande, tanta era la vo-lontà di apprendere. Agli istruttori, gli esperti giudici Sandra Piscedda e Vincenzo So-prano, vanno i nostri infiniti rin-graziamenti. Ai corsisti, oltre alla parte teorica, sono state som-ministrate 2 schede per la lepre
CORSO PER GIUDICI DI CAT.B AD AVELLINO
(singolo e coppia-muta) e 2 per il cinghiale (singolo coppia-muta), le stesse in uso per le verifiche zootecniche. I candidati le hanno compilate al momento delle pro-ve pratiche tenutesi nelle ZAC di Flumeri (Lepre) e Caposele (Cin-ghiale). E’ stato somministrato ai discenti un questionario di 22 domande a cui ogni candidato doveva rispon-dere. Buono il livello del risultato rag-giunto da tutti. Le sezioni organiz-zatrici si sono impegnate sin d’ora di organizzarne un altro corso il
prossimo anno, magari con qual-che aggiornamento, per vivere insieme 2 giorni di sana cinofilia. Personalmente sono rimasto sod-disfatto di tutto e di tutti, ciò che faccio è solo e soltanto per la pas-sione che nutro verso il Segugio. Non posso di esimermi da ringra-ziare i giudici formatori, i corsisti, la struttura che ci ha ospitato, i proprietari delle ZAC e tutti co-loro che hanno reso possibile lo svolgimento di quanto sopra. Gra-zie anche a nome della SIPS.
Gianfranco Ferrara
I partecipanti al corso di Avellino
Avellino
DALLE
SEZIONI