Post on 20-Jan-2016
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Il concetto non è "eutanasia è un bene" o "eutanasia è un male"'. Io come biologo posso affrontare la parte pratica; arrivare a un metodo scientifico per stabilire quando un ammalato ha più interesse a restare in vita o quando gli conviene cessare di vivere. Renato DULBECCO
La vita è nostra, non è affatto un dono di Dio, parola di atea. Siamo noi i padroni del nostro destino, delle nostre scelte, anche di quella, indubbiamente complessa e difficile, di decidere quando morire. Margherita HACK
Ho visto troppe morti terribili, che se avessi potuto, avrei dato io il colpo decisivo per impedire una ulteriore sofferenza (…) Ricordo ancora mia moglie, quando era alla fine, che mi supplicava con gli occhi di esaudire il suo desiderio di "staccare la spina", come si dice, appunto, e non potei farlo; ma da allora ho giurato a me stesso che, se mi capiterà l'occasione, lo farò. Indro MONTANELLIIo ho una gran paura della sofferenza. Per questo dico: meglio che provveda un medico, meglio morire con un po' d'anticipo se quello che ci resta da vivere è solo un martirio. Paolo VILLAGGIO
EUTANASIADefinizione dei termini
Storia del problema
Contesto culturale
EUTANASIADefinizione dei termini- dalla buona morte… all’intervento diretto
- eutanasia attiva
- eutanasia passiva
- eutanasia neonatale, eutanasia sociale
- accanimento terapeutico
EUTANASIAStoria del problema
- Nell’antichità
- ripresa dal nazismo
- dibattito attuale
EUTANASIAContesto culturale di oggi- comprensione umanitaria
- tentativo di legalizzazione
Quali spinte etiche, culturali ed ideologiche?
Secolarizzazione non sacralità
Principio soggettivista relativismo
Principio della libertà cultura radicale
Principio del piacere cultura edonista
Principio dell’utile utilitarismo
Principio del maggior beneficio contrattualismo
Principio dell’assolutezza
della scienza scientismo
senso della vita?non senso della sofferenza
assurdità della morte(realtà ultime)
DIGNITA’ DELLA VITAin relazione al qui ed ora
Oscenità della morte
Oscenità del dolore
Non senso del vivere e del morire
In Francia ai bambini si dice che i nonni defunti sono partiti per un viaggio
lontanoin Inghilterra si dice che riposano in un
giardino in cui spunta il caprifoglio
Non sono più i bambini che spuntano sotto i cavoli ma i
morti che scompaiono tra i fiori
De-sacralizzazione della vita
Negazione dell’inviolabilità
Plausibilità dell’eutanasia
Manifesto sull’eutanasia (The Humanist, 1974)«Noi crediamo che la coscienza morale sia abbastanza sviluppata nella nostra società per permetterci di elaborare una regola di condotta umanitaria per quanto riguarda la morte e i morenti. Deploriamo la morale insensibile e le restrizioni legali che ostacolano l'esame di quel caso etico che è l'eutanasia. Facciamo appello all'opinione pubblica, illuminata, perché superi i tabú tradizionali e abbia compassione delle sofferenze inutili al momento della morte [ …]. Ogni individuo ha il diritto di morire con dignità».
«Affermiamo che è immorale tollerare, accettare o imporre la sofferenza. Crediamo nel valore e nella dignità dell'individuo, ciò implica che lo si tratti con rispetto e lo si lasci libero di decidere ragionevolmente della propria sorte [ ]. In altri termini bisogna fornire il mezzo di morire "dolcemente, facilmente" a quanti sono afflitti da un male incurabile o da lesioni irrimediabili, giunti all'ultimo stadio. Non può esservi eutanasia umanitaria all'infuorì di quella che provoca una morte rapida e indolore ed è considerata come un beneficio dall'interessato.
È crudele e barbaro esigere che una persona venga mantenuta in vita contro il suo volere e che gli si rifiuti l'auspicata liberazione quando la sua vita ha perduto qualsiasi dignità, bellezza, significati, prospettiva d'avvenire. La sofferenza inutile è un male che dovrebbe essere evitato nelle società civilizzate […]. Raccomandiamo a quanti condividono il nostro parere di firmare le loro "ultime volontà di vita", di preferenza quando sono ancora in buona salute».
- Solo la conoscenza scientifica è oggettiva. Questa è incompatibile con la conoscenza soggettiva, pertanto i valori etici sono solo immaginazione e mito.
- L’uomo sorto dal caso e dalla necessità è arbitro di sé ed ha solo se stesso come unico riferimento; la ragione scientifica è l’unico destino e non deve risponderne a nessuno.
- L’uomo sa finalmente di essere solo, nell’immensità indifferente dell’universo da cui è emerso per caso.
- Per cui è immorale accettare o imporre la sofferenza
- L’unico valore è la dignità dell’individuo
- L’uomo va lasciato libero di decidere della propria sorte: vanno forniti i mezzi di morire dolcemente a quanti sono afflitti da mali incurabili all’ultimo stadio.
Indicazioni etiche sull’eutanasia
Rifiuto dell’eutanasia propriamente detta
Uso proporzionato dei mezzi terapeutici
Cure normali e cure palliative
Rifiuto dell’accanimento terapeutico
Uso degli analgesici
La verità al paziente terminale
Rifiuto dell’eutanasia propriamente detta
Non parlare di eutanasia diretta e indiretta (cura del dolore) perché può ingenerare equivociNon parlare di eutanasia attiva e passiva (omissione di cure) perché può ingenerare equivociEutanasia che parte dalla compassione: è falsa pietàEutanasia definita per legge: obiezione Oltre alle motivazioni di ordine religioso si impone il valore fondamentale della vita umana come valore laico; diritto naturale o, meglio, diritto fondamentale dell’uomo come fondamento dell’etica
Uso proporzionato dei mezzi terapeuticiDiritto a morire in serenità e dignità senza ricorrere a mezzi sproporzionati
- in mancanza di altri rimedi è lecito ricorrere a mezzi sperimentali anche se no esenti da rischio
- è lecito interrompere tali mezzi (sentito il parere del malato, dei familiari e di competenti) se non hanno efficacia
- è sempre lecito accontentarsi di mezzi normali: non si può imporre l’uso di mezzi rischiosi o onerosi
- nel caso di morte imminente è lecito rinunciare a trattamenti che prolungano la vita in modo precario e penoso, senza tuttavia interrompere le cure normali
- Quando ogni cura risulta essere inefficace ogni intervento è sproporzionalo e si deve ricercare non la guarigione ma il rispetto verso il paziente
-Cure normali: alimentazione, idratazione, (artificiali o meno) pulizia…
- Cure palliative: terapie oncologiche
- Cure di supporto: antidolorifici,… sostegno psicologico, sostegno dell’equipe curante e assistenti volontari
Cure normali e cure palliative
Rifiuto dell’accanimento terapeutico- Rifiuto dell’accanimento terapeutico nel caso di morte accertata- Problema della constatazione di morte: (stato di morte cerebrale totale)- Coma reversibile: obbligo di usare tutti i mezzi a disposizione- Coma irreversibile: solo cure ordinarie e non straordinarie (sfibranti e onerose) che prolungano l’agonia (sarebbe accanimento)- Prolungare la vita solo artificialmente sarebbe offensivo per il morente e i familiari- Caso del coma irreversibile prolungato che rimane in vita con le sole cure ordinarie Per alcuni vita umana (biologica) e non vita umana personale (relazione); ma questa distinzione fa problema
Uso degli analgesici
- È lecito l’uso degli analgesici anche se col rischio di abbreviare la vita in mancanza di altri mezzi
- Lecito l‘uso di analgesici che tolgono l’uso della coscienza purché il morente abbia avuto il tempo di svolgere i suoi doveri religiosi e morali
- È necessario il consenso del pazienteOccorre proporzionare la somministrazione al dolore per non scadere in eutanasia
- Diritto all’informazione
- Verità come criterio per ogni atto morale
- Questa informazione va tenuta in un contesto di comunicazione umana
- La verità va commisurata alla capacità del soggetto di riceverla adeguatamente
La verità al paziente terminale