Eutanasia scarpa annagrazia 3e

34

description

 

Transcript of Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Page 1: Eutanasia scarpa annagrazia 3e
Page 2: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Il termine EUTANASIA, che deriva dal greco eu(bene) e thanatos (morte) e significa letteralmente buona morte, indica un‟azione o un‟omissione intenzionale, che provoca la morte di una persona gravemente malata

Page 3: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Il termine “eutanasia” fu introdotto dal filosofo inglese Francis Bacon nel saggio Progresso della conoscenza

In questo testo, Bacon invitava i medici a non abbandonare i malati inguaribili e ad aiutarli a soffrire il meno possibile

In verità Bacon attribuiva al termine “eutanasia” solo il significato etimologico di “buona morte”: lo scopo del medico doveva essere quello di far sì che la morte non fosse dolorosa

Page 4: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

La questione della correttezza morale della somministrazione della morte è un tema controverso fin dagli albori della medicina:

Nel Giuramento di Ippocrate si legge: Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo

Page 5: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

D'altra parte, nel mondo classico, in determinate condizioni, il suicidio (e l'assistenza allo stesso) era spesso considerato con rispetto

Le correnti di pensiero nell'ambito della filosofia morale più diffuse in epoca classica pre-cristiana, cioè l„epicureismo e lo stoicismo, consideravano il suicidio in linea di massima come un atto eticamente accettabile e degno di rispetto, in determinati contesti, senza trattare l'eutanasia medica come tipologia specifica

Un esempio di suicidio citato tra quelli ritenuti ammirevoli era quello di Seneca, anche se in realtà fu condannato al suicidio da Nerone

Page 6: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Il programma eugenetico nazista Aktion T4 fu anche chiamato «programma eutanasia», espressione che venne utilizzata allora da molti di coloro che erano coinvolti in quest'operazione, ma non può essere considerata a tutti gli effetti eutanasia.

Non prevedeva infatti il consenso dei pazienti, ma la soppressione contro la loro volontà.

Il programma non era poi motivato da preoccupazione per il benessere dell'ammalato, come il desiderio di liberarlo dalla sofferenza, l'Aktion T4 veniva invece portato avanti principalmente a scopo eugenetico, per migliorare l'«igiene razziale» secondo l'ottica dell'ideologia nazista allora imperante

Page 7: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

In passato la morte era considerata la naturale conclusione di ogni processo di vita, a cui nessuno pensava di sottrarsi , ma il progresso scientifico ha radicalmente cambiato il nostro atteggiamento nei confronti della morte

Oggi coltiviamo l‟illusione dell‟immortalità grazie ai progressi sempre più straordinari della medicina e alle nuove tecnologie, che sembrano prolungare sempre più la vita umana

Page 8: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Tuttavia sono soprattutto le condizioni del morire a essere profondamente mutate:

La durata della vita media è assai più alta

Grazie alle diagnosi è diminuito il numero di morti impreviste

Grazie ai progressi della medicina si può allungare la vita anche in caso di malattie gravi

Di conseguenza anche l‟agonia può prolungarsi

La maggior parte dei malati muore in ospedale anziché a casa

Page 9: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Il male più grande quindi non è morire, ma come morire

La capacità della medicina di intervenire e modificare il processo del morire pone la questione morale del diritto del malato a sottrarsi alle terapie che allungano l‟agonia e della liceità dell‟eutanasia

Page 10: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Bisogna innanzitutto distinguere tra:

Eutanasia passiva, la morte naturale ottenuta attraverso la sospensione dell‟uso dei mezzi indispensabili a mantenere in vita il malato terminale, senza contrastare le leggi di natura (si lascia morire)

Eutanasia attiva, la morte anticipata procurata attraverso un‟azione, ad opera di una terza persona su richiesta del malato terminale per diminuire le sue sofferenze (si “uccide”)

Suicidio assistito, una pratica legata all‟eutanasia attiva; avviene quando un malato terminale viene messo in grado di porre fine alla propria esistenza in modo agevole

Page 11: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

L‟idea che ha guidato la pratica medica fino ai giorni nostri, è che si deve fare tutto il possibile per prolungare la vita di una persona

In passato quando si poteva morire per un raffreddore, lo sforzo di allontanare il momento della morte era sicuramente desiderabile

Oggi, invece, prolungare la vita di un malato, non solo non è più desiderabile, ma può diventare un atto di crudeltà

Page 12: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Nessuna forma di eutanasia è considerata ammissibile da coloro che ritengono che l‟uomo non possa decidere della propria morte

Alla base di questa posizione ritroviamo l’etica della

sacralità della vita: perché

l‟uomo non può disporre della vita a suo piacimento, non potrà nemmeno decidere di interromperla

L‟unica pratica consentita è l‟interruzione di terapie sproporzionate rispetto ai risultati per permettere alla natura di fare il suo corso (eutanasia passiva)

All‟etica della qualitàdella vita si richiamano invece coloro per i quali sia l‟eutanasia che il suicidio assistito siano ammissibili

Si fronte al dolore fisico ciascuno ha il diritto di decidere, in piena autonomia, se vivere o morire

Il testamento biologico, in cui si può indicare se e fino a che punto si vuole ricorrere a terapie straordinarie, risolve i casi di coma

Page 13: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

RAGIONI A FAVORE DELL‟EUTANASIA VOLONTARIA

RAGIONI CONTRO L‟EUTANASIA VOLONTARIA

Libera scelta: la scelta è un fondamentale

principio democratico. L'idea che il cittadino sia libero nelle sue opinioni e nel suo voto presuppone che egli sia anche sovrano in una sfera privata, dove i suoi valori di coscienza sono insindacabili

Qualità della vita: il dolore e la sofferenza

che si sperimentano durante una malattia possono risultare incomprensibili ed insostenibili, anche se viene messa in atto una terapia contro il dolore. Chi non lo ha provato non può capire, e la decisione pertanto non può spettare ad un terzo. Ignorando poi il dolore fisico, può risultare insostenibile per un individuo far fronte alla sofferenza psichica conseguente alla perdita della propria indipendenza. Per questo la società civile non dovrebbe forzare nessuno a sopportare questa condizione

Dignità: la convinzione profonda di sentirsi

senza alcuna possibilità di recuperare ciò che rende la vita degna di essere vissuta, ed anzi di dover pesare sui propri cari sempre di più e per tempi lunghissimi, rendendo pure a loro difficile condurre la loro stessa vita come prima

Giuramento di Ippocrate: ogni medico deve

giurare su qualche variante di esso; la versione originale esclude esplicitamente l'eutanasia.

Morale: per le convinzioni personali di alcune persone,

l'eutanasia di alcuni o di tutti i tipi può essere moralmente inaccettabile. Questa visione morale di solito vede l'eutanasia come un tipo di omicidio e l'eutanasia volontaria come un tipo di suicidio, la moralità del quale è oggetto di vivo dibattito.

Teologica: diverse religioni e moderne interpretazioni

religiose considerano sia l'eutanasia che il suicidio come atti "peccaminosi“

Piena consapevolezza: l'eutanasia può essere

considerata "volontaria" soltanto se il paziente è cognitivamente competente per poter prendere la decisione relativa, ovvero se ha una comprensione adeguata delle opzioni e delle loro conseguenze. In alcuni casi, tale competenza cognitiva può essere difficile da determinare

Necessità: se c'è qualche ragione per credere che la

causa della malattia o della sofferenza di un paziente sia o possa essere presto risolvibile, compatibilmente con la sua situazione clinica una scelta potrebbe essere quella di sperimentare nuovi trattamenti, o dedicarsi a cure palliative

Desideri della famiglia: i membri della famiglia

spesso desiderano passare più tempo possibile coi loro cari prima che muoiano; in alcuni casi, però, questo si può tradurre disfunzionalmente in una forma di incapacità di accettazione dell'inevitabilità del decesso

Page 14: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

L‟eutanasia in Europa è praticata legalmente solo in Olanda e Belgio

In Italia non c‟è nessuna norma sull‟eutanasia attiva per cui questa è comparabile all‟omicidio volontario secondo l‟articolo 575 del Codice Penale. Ciò vale anche per il suicidio assistito che la legge considera reato ai sensi dell‟articolo 580

L‟eutanasia passiva purché consensuale è considerata lecita e oggi comunemente ammessa

Page 15: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Nel 1984 il parlamentare Loris Fortuna, già estensore della Legge sul divorzio presentò una legge per disciplinare l‟interruzione delle terapie ai malati terminali

Da allora sono state numerose le iniziative parlamentari per legalizzare l‟eutanasia: il 13 luglio 2000 lo stesso ministro per la Sanità Umberto Veronesi affermò che l‟eutanasia non è un tabù e che una soluzione al problema deve essere trovata in tempi brevi

Page 16: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

AREA CONTRARIA

AREA “POSSIBILISTA”

Centro Destra

o Popolo della Libertà

o UDC

o Forza Italia

o Lega Nord

Centro Sinistra

o UDEUR

o Margherita

Ex Democratici di Sinistra

AREA FAVOREVOLE

Socialisti Radicali Italiani Sinistra massimalistao Comunisti Italianio Rifondazione Comunistao Verdi Liberali Riformatori Liberali

Page 17: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

INDUISMO L‟Induismo è in genere contrario

all‟eutanasia per il grande rispetto che ha della vita umana

Tuttavia lascia a ciascun individuo piena libertà di coscienza

Se il medico accetta di fare eutanasia ad un paziente, l'innaturale separazione dell'Atman dal corpo-mente sarà causa di cattivo karma per tutti e due. Gli ultimi pensieri prima di morire sono importanti in vista della rinascita e il pensiero del suicidio ( se pur assistito) sarebbe devastante. Il principio della nonviolenza richiederebbe la proibizione dell'eutanasia ma molti induisti per ragioni culturali considerano la pratica dell'eutanasia una buona azione , una azione moralmente giusta

Page 18: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

La cultura poi si mescola inestricabilmente con la religione e dall'esterno si possono individuare due posizioni diverse rispetto al problema dell' eutanasia:- aiutare una persona sofferente a terminare l'esistenza è una buona azione e perciò un obbligo morale. Lo stesso vale per l' utilizzo di macchine per la sopravvivenza.- l'eutanasia interferisce con le legge delle rinascite perciò è una cattiva azione, una proibizione morale. Lo stesso vale per l' utilizzo di macchine per la sopravvivenza

Page 19: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

BUDDISMO

Centro dell‟insegnamento del Buddha è l‟impermanenza dell‟essere e la realtà della morte. Pertanto è inutile allungare la vita oltre il suo corso naturale con i mezzi e le tecniche che la scienza medica può offrire

Usare cure eccessive non serve ad altro che a rimandare la morte inevitabile

Ci sono diverse visioni del problema dell'eutanasia tra i buddisti. In generale vi è una posizione di netto rifiuto delle pratiche eutanasiche, ma non mancano le correnti di pensiero volte ad accettare possibili eccezioni in alcuni casi particolari.

Nel buddismo Therevada ogni upasaka (credente buddista laico) recita quotidianamente questa formula: "Io mi rifiuto di distruggere esseri viventi."Tuttavia per gli ordini monastici buddisti le regole sono più esplicite, come si può notare dal testo che segue: "Nessun monaco (bhikkhu) dovrebbe intenzionalmente privare ogni uomo della sua vita, o cercare un assassino per questi, o pregare per la sua morte, o incitarlo a morire ..."

Page 20: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Il Dalai Lama è stato citato dall„ Agence France- Presse il 18 settembre 1996 in un articolo intitolato Il Dalai Lama riconsidera l'eutanasia per le circostanze eccezionali riguardo alle sue posizioni sull'eutanasia:

Alla domanda sulla sua opinione sull'eutanasia, il Dalai Lama ha detto che i buddisti credono che ogni vita sia preziosa e nessuna più della vita umana, aggiungendo: "Penso sia meglio evitarla" (l'eutanasia)."Ma allo stesso tempo penso che come per l„aborto, che è considerato dal buddismo come un atto di omicidio [...] il metodo buddista consiste nel giudicare il giusto e l'errore o i vantaggi e gli svantaggi

Il 9 febbraio 2009 il Dalai Lama, in visita a Roma per ricevere la cittadinanza onoraria e intervistato sul concomitante caso di Eluana Englaro, in stato vegetativo da 17 anni, ha ribadito le sue convinzioni sull'argomento:

L'eutanasia "dovremmo evitarla, ma in casi particolari si potrebbero fare delle eccezioni". Su Eluana: "Se veramente non c'è alcuna possibilità di guarigione, mantenere quello status è molto costoso e le famiglie soffrono, allora si potrebbe agire. In generale se pure una persona non cammina più, ma il suo corpo e il suo cervello sono ancora presenti, allora è meglio tenere una persona in vita, ma si possono fare eccezioni".Le cure vanno fermate se non vi è "la possibilità di recuperare la coscienza e le funzioni mentali". Nel buddismo, "nei casi di male incurabile c'è una pratica che consente l'abbandono della coscienza dal corpo"; negli altri casi "anche noi parliamo di suicidio".

Page 21: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

CONFUCIANESIMO

Secondo Confucio vita e morte sono al di là del governo umano

L‟uomo deve adeguarsi alle leggi della natura, alle quali non può in nessun caso sottrarsi, tantomeno anticipando il momento della morte

Page 22: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

ISLAM L‟eutanasia nell‟islam è vietata

perché la vita è sacra, come dice il CORANO “Non prendere alcuna vita che Dio ha reso sacra, tranne che per giustizia”.

Inoltre l‟eutanasia va contro il principio di non maleficenza: “Nessun male deve essere fatto o contraccambiato nell‟Islam”

L‟islam condanna anche l‟accanimento terapeutico: il medico deve preservare il processo della vita, non quello della morte.

È inoltre vietato per un musulmano pianificare la propria morte per il futuro ma è possibile rifiutare terapie curative.

Page 23: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

La vita, come si è detto, appartiene a Dio, e a nessuno è permesso di toglierla. L‟Islam vieta dunque la sospensione di cure a un vivente dietro sua richiesta oppure dei parenti, nel caso il paziente sia incapace di intendere e volere. Anche perché qualsiasi forma di eutanasia impedisce al musulmano di godere di quel credito verso Dio che la sofferenza gli garantisce. Sempre nell‟ottica religiosa, è sempre presente il principio secondo il quale finché c‟è vita c‟è speranza, ed un miracolo può sempre accadere.

Seguendo poi la tradizionale impostazione apologetica, la documentazione giuridico-religiosa contemporanea riafferma che la diffusione dell‟eutanasia in Occidente è frutto del materialismo dilagante, della dissoluzione della famiglia, accompagnati dall‟assenza di stretti legami e di affetto tra parenti, per cui il malato grave e quello terminale rischiano facilmente di essere abbandonati a se stessi.

Le moderne teorie non si soffermano troppo sui differenti tipi di eutanasia; generalmente non vanno oltre la distinzione tra eutanasia attiva e passiva, condannandole entrambe come suicidio, e il suicidio è esplicitamente vietato dal Corano: «Non uccidete voi stessi» (IV.29). Tuttavia qualche studioso sembra mostrare una qualche comprensione verso la cosiddetta eutanasia passiva (non meglio definita) che talvolta può non essere considerata un crimine qualora non venga equiparata al suicidio.

Secondo alcuni “dotti” – peraltro malamente giudicati – l‟eutanasia passiva contribuisce a salvaguardare la dignità della vita e della morte del sofferente.

Comunque sia, un medico musulmano non può intervenire direttamente per togliere volontariamente la vita al malato, nemmeno per pietà; deve semmai esaminare se il malato è curabile o meno, non se deve continuare a vivere. Analogamente non deve somministrare farmaci che ne accelerano la morte, neppure in obbedienza alla richiesta dei parenti.

Una simile accelerazione corrisponderebbe all‟omicidio. Dio ha fissato la durata di ogni vita, e la volontà del Creatore non può essere contrastata: «Non è possibile che alcuno muoia altro che col permesso di Dio stabilito e scritto a termine fisso ...» (Corano III.145).

Page 24: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

EBRAISMO Per il Talmud è meglio soffrire sette anni che morire di

colpo. Le tradizioni ebraiche più ascetiche vedono il dolore come benedizione: l‟ebreo non deve andare incontro alla morte con paura e terrore.

L‟unica paura è quella di andare incontro alla morte senza essere debitamente preparati. La Mishnah consiglia di convertirsi un giorno prima della morte cioè ogni giorno. Così come è proibito accelerare la morte, è proibito anche ritardarla con mezzi artificiali.

L‟indisponibilità per l‟uomo della propria esistenza è dunque un concetto fondamentale anche nella visione ebraica. Come ricorda il rabbino Riccardo Di Segni “La vita non ci appartiene ed è nostro dovere tutelarla. Abbiamo un diritto-dovere di sottoporci alle cure con lo scopo di alleviare la sofferenza ma non di estendere innaturalmente la vita”. Nel diritto ebraico, il suicidio assistito è chiaramente proibito tuttavia “in casi particolari è con­sentito rimuovere ciò che prolunga artificialmente l‟agonia”.

Page 25: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

L'ebraismo tuttavia è parzialmente diviso sul tema dell'eutanasia. In genere i teorici dell'ebraismo ortodosso si oppongono all'eutanasia, spesso in modo vigoroso, anche se alcuni dimostrano una certa comprensione per l'eutanasia passiva in circostanze limitate.

All'interno dell„ebraismo conservativo e riformato, invece, c'è un sostegno abbastanza diffuso per l'eutanasia passiva.

Page 26: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

CHIESA ORTODOSSA La Chiesa ortodossa condanna l‟eutanasia come peccato

mortale. La Chiesa ortodossa russa ha condannato l'eutanasia come una

combinazione di omicidio e suicidio. Allo stesso tempo, si sono diffusi molti casi in cui le persone, che

non hanno avuto alcuna speranza dai loro medici, sono stati curati da Dio, spesso per miracolo. Ciò dovrebbe insegnare a mantenere la speranza fino all'ultimo momento, di obbedire alla volontà di Dio e di continuare a lottare per la vita.

E 'importante capire che nella società moderna c'è un serio pericolo di trasformare l'eutanasia in una sorta di mezzo per risolvere i problemi economici e sociali.

È facile immaginare una situazione in cui la pressione sarebbe stato messa su pazienti, che non sono economicamente redditizi, al fine di convincerli a porre fine alla loro vita. Tale pressione è assolutamente immorale.

Page 27: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

CHIESE PROTESTANTI

Le Chiese protestanti e in particolare i valdesi, condannano l’omicidio e quindi l‟eutanasia, ma nello stesso tempo si pongono il problema della sofferenza e del diritto individuale alla morte, diritto che deve essere riconosciuto.

In particolare il documento del Sinodo Valdese (1998) ammette la domanda di suicidio assistito secondo il principio che la sua accoglienza “può essere assunta da un accompagnamento pastorale che tiene aperta la dimensione di conflittualità che tale decisione implica”.

Page 28: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

CHIESA CATTOLICA

La Chiesa cattolica condanna sia l‟accanimento terapeutico sia l‟eutanasia.

È ottimo impegnarsi in favore della salute e della vita senza mai tralasciare alcuna possibilità, soprattutto oggi che la scienza medica raggiunge obiettivi un tempo ritenuti impossibili.

Page 29: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Ma, quando ogni cura è inutile, sono da condannare interventi fortemente invasivi e umilianti, che prolungano inutili agonie. “L‟interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all‟accanimento terapeutico‟. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole vo­lontà e gli interessi legittimi del paziente” (Catechismo della Chiesa cattolica n. 2278).

Per il cattolicesimo la vita è un dono di cui solo Dio può disporre: per questo l‟eutanasia è un vero e proprio omicidio.” Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l‟eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile. Così un „azione oppure un „omissione che da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un „uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L‟errore di giudizio nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest‟atto omicida, sempre da condannare e da escludere” (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2277

Page 30: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Casi controversi

Elena Moroni

Uno dei casi che senza dubbio fece più scalpore in Italia fu quello di un ingegnere di Monza, Ezio Forzatti, che il 21 giugno 1998 si introdusse nel reparto di terapia intensiva dove la moglie Elena Moroni, di 46 anni, si trovava ricoverata in coma irreversibile a seguito di un edema cerebrale.

Egli aveva con sé una pistola scarica, che usò per minacciare il personale di servizio e tenerlo a distanza mentre staccava il respiratore che teneva in vita la moglie e, una volta accertatane la morte, si lasciò arrestare dagli agenti di polizia nel frattempo sopraggiunti.

Page 31: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Eluana Englaro Molto dibattuto in Italia, per le implicazioni etiche e politiche che ha

avuto, anche in relazione al dibattito sull'eutanasia e sul testamento biologico, è stato il caso di Eluana Englaro, una giovane donna di Lecco che, dopo un grave incidente stradale avvenuto nel 1992, è rimasta in stato vegetativo persistente fino alla sua morte nel febbraio del 2009

A seguito della richiesta del padre della donna di sospendere ogni terapia, e dopo una lunga vicenda giudiziaria, un decreto della Corte di Appello di Milano, confermato in Cassazione, ha stabilito l'interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale realizzato mediante alimentazione e idratazione e ha impartito delle disposizioni accessorie circa il protocollo da seguire nell'attuazione dell'interruzione del trattamento. Tra queste, oltre la sospensione dell'erogazione di presidi medici collaterali, anche la somministrazione di sedativi e antiepilettici

Prima e dopo la morte della donna, avvenuta nella clinica di Udine nella quale era ricoverata per dare attuazione alla sentenza il 9 febbraio 2009, la vicenda ha colpito fortemente l'opinione pubblica, spaccata in due, anche con roventi polemiche e strascichi politici. La polemica ha riguardato, oltre alle questioni etiche, scientifiche, giuridiche e politiche, anche le modalità che hanno condotto alla morte della Englaro per le quali si è parlato di eutanasia in relazione al prescritto utilizzo di sedativi.

Page 32: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Piergiorgio Welby Il dibattito sull'eutanasia si è riproposto, alla fine del 2006, quando il

citato Piergiorgio Welby ha chiesto che gli venisse staccato il respiratore che lo teneva in vita.

Welby è morto il 20 dicembre 2006 per insufficienza respiratoria sopravvenuta a seguito del distacco del respiratore a opera del medico anestesista Mario Riccio, di Cremona.

Questi, in una conferenza stampa tenutasi il giorno dopo, ha confermato le circostanze della morte di Welby e si è autodenunciato. La Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma ha avviato un'indagine sul medico.

Nel frattempo, il 1º febbraio 2007 l‟Ordine dei medici di Cremona ha stabilito che la condotta tenuta da Riccio è stata corretta e non è meritevole di alcuna sanzione sebbene, anche in questa occasione, la notizia non abbia mancato di suscitare polemiche

Il 23 luglio 2007 il GUP di Roma, Zaira Secchi, ha definitivamente prosciolto il medico ordinando il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato. Secondo alcune posizioni, espresse soprattutto nella Chiesa cattolica, in questo caso, si sarebbe impropriamente tirato in ballo l'argomento "eutanasia", in quanto la questione riguardava solamente se fosse fondata la richiesta di Welby di sospendere qualsiasi terapia che lo tenesse in vita, incluso il distacco dal respiratore artificiale, cosa che lui, immobilizzato per via della distrofia muscolare, non poteva fare. Come per il caso Englaro, il ricorso era motivato dalla lettera del citato articolo 32 Cost.

Page 33: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Terri Schiavo Negli Stati Uniti fece scalpore il caso di Terri Schiavo,

in stato vegetativo persistente (PVS) dal 1990, al cui marito Michael la corte suprema dello Stato della Florida diede nel 2005 il permesso di sospendere l'alimentazione forzata.

Anche in quel caso si discusse sulla correttezza dell'uso del termine eutanasia.

La sospensione della terapia in casi di coma irreversibile o PVS è prassi normale negli Stati Uniti: il caso nacque perché i genitori di Terri si erano sempre opposti alla richiesta del genero, imputandola solo al suo desiderio di liberarsi della moglie. Terri divenne, suo malgrado, oggetto di battaglia ideologico-politica tra i sostenitori e gli oppositori dell'eutanasia.

L„esame autoptico praticato sulla donna dopo la sua morte appurò che il cervello di Terri Schiavo pesava circa la metà di quello di una donna in salute della stessa età, che gran parte delle cellule era irrimediabilmente distrutta o danneggiata, e che essa era totalmente incapace di percepire alcun senso, tanto meno sentire o vedere.

Page 34: Eutanasia scarpa annagrazia 3e

Lavoro svolto da

Annagrazia Scarpa