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    !V!ERCOLEDr 25 AGOSTO 1837 37 • Anno X V - CREMONA . A. y y i v _ Z

    T^ j f vJ^S^S- ' J f j ^SpgJ^a i^ l J^w-?-^ ' ^ - ^ c a ^ E B ^ j ,

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    202 Fondatóre: ROBERTO F A R I N A C C I "LA VITA ITALIANA„• i?rDwtì politica mensile - Abbonamento annuo L. 30

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    :::l,itii;i del mondo si chia-: :abjljtà. Tutti parlano di

    :;ìiin; l'Europa: ma ^come si >€, PC mancano le fonda-

    :Ì se perfino il terreno entro i le dovrebbero essere getta-la Ito di sabbie mobili? Mo-pri-icipii. mobili le valuta-delia situazione, mobile l'o-•i:enLo degli interessi, mo-

    , aiiucjzic, un così bel frut-nvrìiurato la politica inter-

    :Ì1C dol dopoguerra, avve-dal pregiudizio societario,

    l'isi poi per menzogna. Una :'hc .sia portato nella poli-U'i-a il sistema parlamenta-

    : !G è avvenuto a Ginevra e l'iiìlo e una conferenza in-liinalc. l'effetto prodotto è ;.;?imo che nella politica in-: tutto diventa instabile: la ijrinia d'ogni altra cosa,

    .; ciascun elemento che do-: concorrere a mantenerla i:; certezza di arrivare dal-

    ai domani. iLterminare codesta instabi-urono 1 talcntosissimi cam-ricl demoliberalismo euro-

    :he a Parigi e a Versaglia, olpevoli davanti alla storia u.-̂ tizie commesse e di danni

    all'umanità di quanto noi o stati - i responsabili della a (a iormularc i nomi dei osgi :JÌ discute più che nel ma SI è unanimi nel preci-

    E,i;-(; nomi e responsabilità degli anuiloni versagliesi). Obbediro-no, probabilmente, agli ordini clic venivano ad essi dalle potcn-7.e occulte onde erano governati: le quali, in quel momertto. spe-ravano di ridurre l'Europa intie-ra in proprio totale dominio, mer-cè la Lega ginevrina, di cui, ab oro già tenevano, le fila nel pu-gno. Necessità, dunque, appariva elle gli Stati non tornassero a dividersi in gruppi, stretti da pat-ti d'alleanza, alcuni dei quali a-, viebbero potuto essere più forti del :ìinedrio ginevrino e per altro, anche se più deboli avrebbero fi-nito col rappresentare un nucleo di resistenze.

    L'imbottimento dei crani, che ave-v-a largamente distribuite le formule sonore ed imbecilli del-l'ultima guerra, degli Stati Uniti d'Europa, della rinunzia all'impe-rialismo, della pérennissima pace e della democrazia -trionfante ed ecuinenica, s'era messo dunque a propagandare le tesi che, per e-vitare le guerre future bisogna abolire il « sistema delle allean-ze»: sistempy asserivano dogma-ticamente, insidioso e pernicioso. Ai5,serivanó, ma non dimostra-vano. . ,.

    Dimostrarlo sarebbe stato diffi-cile. Il .deplorato''-«§istema delle elleanze aveva assicurato . all'Eu-ropa gli ultimi quarant'anni sta-bili di pace. Quando mai, la pa-ce conclusa a Versaglia, con il fermo od idiota proposito di im-pedire le alleanze a vantaggio della nuova bottega di prodotti incendiari aperta a Ginevra, quan-do mai codesta povera pace ha lasciato sperare di essere tanto durabile'.' Quarant'anni?- Ma. se pace vuol significare ristabilito equilibrio, restaurazione della giu-stizia internazionale, eliminazio-ne delle cause di dissidio, concor-dia di popoli, tranquilla concor--dia di convivenza e cordialità di governi, «pace», quella uscita da Versaglia, non fu mai. 'Fu, ed è, tregua, sosta d'armi, stato d'al-larme, vigilia continua dì mobili-tazione, nulla, insomma, è della pace che avevano dato all'Europa quarant'anni di politica estera condotta sotto il segnò dei patti d'alleanza e nella sfera della con-vergenza degli interessi.

    Non saremmo fascisti, non a-\ tmmo profittato della scuola (i< 1 Duce se non sapessimo rom-! visiera con le falsificazioni e >, Pfianni di cui l'Europa fu ab-bi tiata ed avvelenata per anni t Oli lustri. Sull'epopea degli ' I mi fu buttata una coltre tes-t I di inganni e di iniquità. La_ \ ' ima venne avviluppata in una 1 i di patti contraddittorii che i iiagliavano appena tuffati nel '^ 10 dell'universalismo ginevri-1 La Società delle Nazioni, ro-

    v li andò il mito, era la turpe I ilope che disfaceva la tela

    usa delle intese intenzional-1 t̂ conciliative. Fare l'univer-

    Lia la ricetta per impedire t il particolare, che avrebbe

    sono potuti, possare con m,iracolo di destrezza dei gui-datori i carri d'assalto e gli au-tocarri che trasportano le truppe.

    Più avanti un altro spettacolo di distruzione si presenta ai sol-dati navarresi: i rossi sono fug-giti alcune ore fa e il ponticello che collega la stazione ferrovia-ria al balneario di Caldas è stato distrutto. La devastazione compiu-ta dalla dinamite è stata tale che grossi pezzi dei muri dello stabi-limento termale sono stati proiet-tati nello spazio e l'edificio appare monco e in più parti ridotto a brandelli. Più lontano sono altri villaggi più poveri; mar anche qui le case, gli alber'gucci sono stati

    strada spezzata. In certi punti le truppe devono

    passare lungo la carrozzabile at-traverso le fiamme che ancora sal-gono dalle case incendiate poche ore prima dai rossi. Oltre Rio-corvo che è stato occupata ver-so le 15 i soldati debbono riparare un altro ponte. I cannoni tuonano per impedire al nemico di ten-tare concentramenti e nuclei di resistenza, mentre laviazione in-segue implacabile le forze rosse in-fuga a tre chilometri da Tor-relaucga. Quando sembrava che nessun ostacolo potesse più frap-porsi alla marcia delle truppe un altro ponte sfracellato pone un ritardo di un'ora all'avanzata, per riparare alla meglio il danno e permettere il passaggio dei sol-dati. Finalmente Vultimo ostacolo è superato.

    V'mmmMn Mìmua i ,Aìle n / i e , trup'i^e.^rìa.varre's'i ènì, '(fieno ' neìli ciiìa , di torrelave-ga che viene rapidarp.'ente occu-pata. La bandiera della Spagna vaz'ionale è issata sugli edifici pi'ibblici. I militi hanno sgombe-rato la città in tempo, ma la grande, -maggioranza dèlia, popola-zione è rimasta sul posto per tri-butarr ai liberatori una acco-glienza letteralmente delirante. L'entusiasmo con cui le, forze na-varresi sono stata ricevute non ha quasi precedenti. Oltre Torre lavega, intanto, le truppe conti-nuano l'inseguimento del nemico

    j e raggiungono dopo due ore la linea Nortera-Barreda, sull'estua-rio che sbocca nel Cantabrico. rendendo ..così totale e definitivo Visolan^ento di Santander dalle Asturie.

    La città è orraai isolata. Una re-sistenza disperata sulle colline che la circondano non potrebbe ritardare che di un giorno o due la sua caduta. I primi fuooiaschi dello popolazione •civile affluisco-no alle linee nazionali. Sono in prevalenza donne. Sulla strada Santander-Gijon. tagliata stasera dai nazionali, sonò state cattura-te numerose autoìnobili sulle qua-li' ai trovavano vari dirigenti ros-si -di Santander.

    Giunge notizia da .Bilbao, che durante l'ultima udienza del Con-siglia di Guerra tenutosi Ì T Ì è stato condannato a morte Ema-nuel Castro, ex ministro dell'in-dustria del Governo basco come pure ì luogotenenti Cectlìo Ser-rano e Jose Angel Irazabel, che facevano parte della scorta del Presidente del governo basco.

    RICCARDO FORTE

    LE ACCUSE DI VALENZA

    Consultazioni prò-forma de! Segrefaria.fo ginevrino

    Ginevra, -li iioile Il Secirctario Generale della Le-

    ga sta attualmente procedendo, per conto del Presidente in cari-ca del Consiglio, alla consultazio-ne di prammatica dei diversi membri del Consiglio stesso in merito dita opportunità di una eventuale conv(j^azione d'urgenza dell'esecutivo societario per esa-minare la richiesta del Governo di Valencia circa i pretesi inter-venti di unità della marina da guerra italiana - nell'affondamento di vapori commerciali spagnoli provenienti da porti sovietici. Si tratta di una consultazione prò forma, dato che già si sa che nes-sun membro del Consiglio, ad ec-cezione forse del rappresentante sovietico, è disposto ad anticipare la riunione ordinaria per far pia-cere ai signori di "V âlenza.

    Si assicura intanto in questi ambienti che la data di convoca-zione del Consiglio rimane fissata al 10 settembre. Unico risultato della nota di Girai rimane pertan-to quello di garantire la possibi-lità al suo tirapiedi Del Vayo *di ripresentare al Consiglio della Lega le insulse accuse contro l'I-talia, per l'intervento nel conflitto spagnolo. Ciica l'attività cui sarà chiamato a Ginevra Io stesso Del Vayo, si rileva in questi ambienti che, in base al sistema alfabetico di rotazione, il compito di presi-dente della prossima sessione del Consiglio toccherebbe al rapore-sentante spagnolo. Ecco uno scher-zo della procedura che non è cer-

    lineandosi attraveijso l'Europa per annullare l'elTetto degli sforzi ten-tati in favore del riavvicinamento delle Grandi Potenze mediterra-nee. A Londra lord Cecil torna ad alzare la voce contro un'even-tuale iniziativa leghista atta a li-quidare l'affare etiopico. A Valen-za Girai stende per la Lega delle Nazioni un sesquipedale atto di accusa con'i,ro l'Italia il cui risul-tato dovrebbe essere quello di p a r a l i z z a r e ogni iniziativa di Chamberlain per stabilire rapporti migliori con Roma. A Parigi, ad Angora e altrove gli inevitabili incidenti navali che si producono nel Mediterraneo servono anch^es-si di pretesto per organizzare ar-tificiose correnti di ostilità nei no-stri riguardi e dissipare i buoni effetti del discorso di Palermo.

    Le penne mobilitate Intanto dispacci di agenzie dif-

    fondono false notizie sull'invio di nuove divisioni motorizzate in Libia, travisando l'annuncio del ritorno in quella colonia dei re-parti della Marmarica e della Sìrtìca, che presero parte alle manovre in Sicilia. L'Humonité stampa con titoli a carattere di scatola che il piroscafo inglese ì'Joenn .lidia è stato bombardato da eroplani italiani. Altri fogli presentano la decisions inglese e francese di rispondere con le ar-mi a qualunque attacco di cui fossero vittima piroscafi delle duo nazionalità come un avvertimen-to rivolto in modo speciale al-l'Italia, ecc.

    Una specie di mobilitazione di penna e di coscienza ha luogo insomma ancora una volta a po-chi giorni dalla sessione ginevri-na per intimorire Chamberlain e Chautemps e dissuaderli dall'osa-re il minimo gesto suscittibile di colmare il fosso scavatosi tra i loro paesi e l'Italia.

    II timore per l'aggravarsi de-gli eventi in Estremo Oriente di-'stoglie l'attenzione di Londra e Pari'gi da quanto avviene in Me-diterraneo, spinge la furia dei se-minatori di discordia al pares-simo. La nota di Valencia, nelle sue sgrammaticature, è di una ampollosità altamente significati-va. « I fatti qui sopra riportati — dice — costituiscono aggressio-ni nuove e flagranti da parte dointalia contro la Repubblica spagnola; e ciò è così notorio e evidente che addurne delle pro-ve sarebbe un . insulto al buon sènso .dei. membri del Consiglio ("!X. ^Ue^sti, fatti costituiscono un aumentéf"'eccezionalmente grave dello stato, di tensione che esi-ste '.oggi" nel' Mediterraneo ' per ìt-fatto dell'aperta assistenza accor-data ai ribelli dalle' forze navali italiane, aggravamento il quale consiste non solo nel modo inso-lente con cui dette forze navali attaccano le navi, ma nello al-largarsi della zona della tensio-ne giacché l'intero Mediterraneo da Marsiglia a Barcellona ai Dar-danelli deve essere considerato ormai una regione in cui ad o-gni momento può prodursi un in-ridente atto a orovocare una con-fla-^rp-'one mondiale».

    Il documento conclude dicendo che « la criminosa condotta ita-liana deve ricevere davanti alla coscienza universale rappresenta-ta dalla Lega delle Nazioni, la condanna che merita ». Conclu-sione la quale, manco a dirlo, fa andare in brodo di giuggiole gli am.b'enti sovietofìli di Francia e di Navarra. Ma fino a aual punto una campagna di calunnie sfer-rata da irresDonsabili dalle ta-sche ben fornite di rubli può an-cora avere ragione del desiderio dì ben fare che sembra manife-starsi a Londra e a Parigi? Chau-temos e Chamberlain sono uomi-ni da cedere a ricatti così grosso-lani?

    eventi ulteriori, se egli sapesse resistere alle sollecitazioni indi-screte di certi ambienti sin trop-po noti interes.sati al perpetuarsi della tensione fra le potenze oc-cidentali. Vedremo fra qualche giorno se la Francia opti davvero por la politica del meglio o se per.