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1 !V!ERCOLEDr 25 AGOSTO 1837 37 • Anno XV - CREMONA . A . y y i v _ Z T^jfvJ^S^S-'Jfj^SpgJ^ai^lJ^w-?-^'^- ^ca^EB^j, e I STA aO; Estero [ila 202 Fondatóre: ROBERTO FARINACCI "LA VITA ITALIANA„• i?rDwtì politica mensile - Abbonamento annuo L. 30 P' u Il ìt i-' \i !'• ti. il •• li •' pn: 11"-: r.ii pi.-:.' p>.- pi:l d'r:: n'r.: gUlT] qunli 1!!H: :::l,itii;i del mondo si chia- : :abjljtà. Tutti parlano di :;ìiin; l'Europa: ma ^come si >€, PC mancano le fonda- se perfino il terreno entro i le dovrebbero essere getta- la Ito di sabbie mobili? Mo- pri-icipii. mobili le valuta- delia situazione, mobile l'o- •i:enLo degli interessi, mo- , aiiucjzic, un così bel frut- nvrìiurato la politica inter- :Ì1C dol dopoguerra, avve- dal pregiudizio societario, l'isi poi per menzogna. Una :'hc .sia portato nella poli- U'i-a il sistema parlamenta- : !G è avvenuto a Ginevra e l'iiìlo e una conferenza in- liinalc. l'effetto prodotto è ;.;?imo che nella politica in- : tutto diventa instabile: la ijrinia d'ogni altra cosa, .; ciascun elemento che do- : concorrere a mantenerla i:; certezza di arrivare dal- ai domani. iLterminare codesta instabi- urono 1 talcntosissimi cam- ricl demoliberalismo euro- :he a Parigi e a Versaglia, olpevoli davanti alla storia u.-^tizie commesse e di danni all'umanità di quanto noi o stati - i responsabili della a (a iormularc i nomi dei osgi :JÌ discute più che nel ma SI è unanimi nel preci- E,i;-(; nomi e responsabilità degli anuiloni versagliesi). Obbediro- no, probabilmente, agli ordini clic venivano ad essi dalle potcn- 7.e occulte onde erano governati: le quali, in quel momertto. spe- ravano di ridurre l'Europa intie- ra in proprio totale dominio, mer- cè la Lega ginevrina, di cui, ab oro già tenevano, le fila nel pu- gno. Necessità, dunque, appariva elle gli Stati non tornassero a dividersi in gruppi, stretti da pat- ti d'alleanza, alcuni dei quali a-, viebbero potuto essere più forti del :ìinedrio ginevrino e per altro, anche se più deboli avrebbero fi- nito col rappresentare un nucleo di resistenze. L'imbottimento dei crani, che ave-v-a largamente distribuite le formule sonore ed imbecilli del- l'ultima guerra, degli Stati Uniti d'Europa, della rinunzia all'impe- rialismo, della pérennissima pace e della democrazia -trionfante ed ecuinenica, s'era messo dunque a propagandare le tesi che, per e- vitare le guerre future bisogna abolire il « sistema delle allean- ze»: sistempy asserivano dogma- ticamente, insidioso e pernicioso. Ai5,serivanó, ma non dimostra- vano. . ,. Dimostrarlo sarebbe stato diffi- cile. Il .deplorato''-«§istema delle elleanze aveva assicurato . all'Eu- ropa gli ultimi quarant'anni sta- bili di pace. Quando mai, la pa- ce conclusa a Versaglia, con il fermo od idiota proposito di im- pedire le alleanze a vantaggio della nuova bottega di prodotti incendiari aperta a Ginevra, quan- do mai codesta povera pace ha lasciato sperare di essere tanto durabile'.' Quarant'anni?- Ma. se pace vuol significare ristabilito equilibrio, restaurazione della giu- stizia internazionale, eliminazio- ne delle cause di dissidio, concor- dia di popoli, tranquilla concor-- dia di convivenza e cordialità di governi, «pace», quella uscita da Versaglia, non fu mai. 'Fu, ed è, tregua, sosta d'armi, stato d'al- larme, vigilia continua dì mobili- tazione, nulla, insomma, è della pace che avevano dato all'Europa quarant'anni di politica estera condotta sotto il segnò dei patti d'alleanza e nella sfera della con- vergenza degli interessi. Non saremmo fascisti, non a- \ tmmo profittato della scuola (i< 1 Duce se non sapessimo rom- ! visiera con le falsificazioni e >, Pfianni di cui l'Europa fu ab- bi tiata ed avvelenata per anni t Oli lustri. Sull'epopea degli ' I mi fu buttata una coltre tes- t I di inganni e di iniquità. La_ \ 'ima venne avviluppata in una 1 i di patti contraddittorii che i iiagliavano appena tuffati nel '^ 10 dell'universalismo ginevri- 1 La Società delle Nazioni, ro- v li andò il mito, era la turpe I ilope che disfaceva la tela usa delle intese intenzional- 1 t^ conciliative. Fare l'univer- Lia la ricetta per impedire t il particolare, che avrebbe <- Ito al bene di tutti. luando il Duce da Roma pro- i' il Patto a Quattro la bestia ^ Ittica ululò da Ginevra il V ato anatema contro il « sl- 1 » aborrito dei patti partico-- ei raggruppamenti e magari illeanze. Tutte le democra- - 11 Jbioniche, tutte le piutocra- nernazionali, lutti i ghetti •^ \ iz:/.anti riecheggiarono quel- pace immediata, soda e feconda — non come quella del 1914, di al- ìarmi. di minacce — ma feconda di benessere-por l'umanità, bene- ficata da trentatrè anni di per- fetta tranquillità, utilissima al progredire del benessere e delia civiltà. Insomma, dal 1815 al 1848 e dal 1871 al 1914 il sistema dei rag- gruppamenti di Nazioni, ognuno dei quali veniva a fornire gli ele- menti costitutivi di una specie di Direttorio europeo formato " dalle grandi Nazioni, la vita interna- zionale ha trovato in .quéi rag- gruppamenti la base di Stabilità che le permise di ev^^tare la guer- ra. Oggi gli studiosi della storia politica europea sembrano, anM, tutti concordi nel riconoscere che se la partecipazione ad uno di quei raggruppamenti, l'alleanza franco-russa, fosse stata nel 1914 più aperta e più concreta da par- te dell'Inghilterra, quasi certa- mente sì 's.3.-.«ebbe evitata la guer- ra mondiale... - Ciò nonostante le potenze oc- culte che vogliono rovinare ìa ci- viltà d'Occidente e dinamitare la pace, seguiteranno a cercare di silurare ogni tentativo di ristabi- lire l'ordine generale mediante le intese particolari. Ma non varranno. G. Sommi Picenardi pre- PftEZZI DEIXE liNSERZIOM per millimetro di altezza (larghezze una colonna) (pasaiucnto antici- pato): AVVISI commerciali L. 2,00 — Avviai finanziari L. 4.61) - .. \vvisi Legali, concorsi < palti aste comunicati, diffide o simili h. 3,50 — Avvisi mortuari L 3,00 — Cronaca e Sentenze L 480 - ' AVVISI economici fvedi rubrica) — Rivolpersi esclusivamente aH'UMO.NE PCGfiLiriTA' nALlA.%A — S. A.: filiale di CREMONA - Gatleria 23 Marzo - lelefono 18-2S Centrale di Mil'ano e Siiccarsali Nuova campagna cartacea per impedire il riavvicinamento delle Grandi Potenze mediterranee Parigi, i,', luiuc moraatc che potrebbero riuscire Ima nuova campagna^ viene de- i leconde per la preparazione degli Un'auiomitra'iliatrlce nazionale sulla vìa di Cantander Santander stretta In una L' accanita resistenza dei rossi - L'assalto dei legio- nari al massiccio deli' Espureo - Varie linee espugnata - / Navarresi occupano la città di Torrelovega i pure all'instabilità, che era « Imo allora, e che lu poi fino I ~,gi il malanno d'Europa, il * ^ Ito del Duce avrebbe posto 1 cìimento e -dato rimedio. A- ' ij^ perfino, 4?to rimedio al V ipi+o.so annichilimento della ^ ^a societaria, che oggi afioiida - 1 disprezzo dei popoli, colfeci «Jijiiui dell'essere quella la causa ridia mancanza dell'ubi consi- i'«.'", mancanza di cui rischia di perire l'Europa. Qualcuno allora; che-non ' pote- •^'i tollerare che Mussolini, Mus- i:oliiii solo, pensasse realistica- mente a spegnere i focolai d'in- cendio, evocò persino la Santa Al- leanza; prova di una malafede Ka.scente da una sonora ignoran- za della storia. Ma se fu ingiusta <-'Jnlro il Belgio e l'Italia, se fu eu.si reazionaria al punto che ogni tentativo di apologia parrebbe grottesco, la Santa Alleanza diede pace all'Europa dal 1815 al 1848:,. Santa Maria de Cayon, 24 ijutte _ Santa7ider mobilila tutte le sue energie in una difesa che ?7iaci?ia sulle lince del fronte di battaglia rniglìata di uomini. Ieri, dayo una resistenza tenacissima, che i le- gionari della Divisione « Fiamme Nere » hanno stroncato e travolto, il villaggio di Santa Maria de Cayon è stato occupato e di fron- te alle legioni vittoriose si innal- za in questo sattore l'ultima bar- riera montana, al di là della qua- le apparirà alle truppe, il panp- rama dèlta città. La « fiamme Ne- re » ha assalito oggi questa bar- riera. Santa Maria de Cayon gia- ce in una vasta conca che corre parallelamente alla barriera tnon- tana di cui ho parlato. _l Mmimmtàmmmm Si' tratta della' v'alata vi t'Ui scqrir,e il rio Pisuena,^splendida vallata popolata da piccoli villag' gi'e' da fattorie, ricca di piaiita- gioni e dà cui si dipartono le ar- terie provinciali di allacciamento alle grandi strade che da tutti i punti della Spagna adducono a Santander. La Torrelavega-Var- gas-Santa Maria de Cayon-Sola- res parte di/atti dalla grande eà unica via 'di comunicazione San- tander-Asturia-per tagliare a "Var- gas la Burgos-Santunder e risali- re verso il mare sino a Solares, dove va a sboccare sulla strcida di Santander, sulla quale stanno marciando e combattendo le Frec- ce Nere. Poche ore forse ci separano dal blocco definitivo e totale della cit- tà stretta in una morsa di baio- 7iet/e, mentre l'esercito rosso si trova ancora sparso per la vasta provincia. Le ore che uerranno, e delle quali stiamo vivendo con ansia ì minuli, potranno dare al- la situazione aspetti quanto mai drammatici. Da ciò trova spiega- zione la resistenza accanita dei rossi su Picomessa e Monte Escu- reo, quote\ situata Jra' .la strada Valencia - Santander e Burgos- Santander, resistenza contro la quale sta urtando da ieri sera la Divisione Volontari del Littorio. Di là da questa quota c'è la cit- tadina di Torrelavega. Ne verrebbe direttamente inve- stita e la sua caduta significhereb- be lo scatto d'una gigantesca trap- pola nella quale rimarrebbe rin- chiuso l'intero esercito comunista di Santander, poiché da Torrela- vega passa la grande ed unica strada delle Asturie, sola via di salvezza a quanti desiderano sfug- gire alla stretta dei nazionali vit- toriosi. I navarresi si t'rovavano sta- mattina -a soli cinque chilometri da Torrelavega, dopo una mar- cia favolosa. liente sana e goeirìera guerrieri d'antichi tempi, si ha ih sensaz'ione netta ---della potenza della rivoluzione che"^ in atto t,n questo paese e che, essi sono de- cisi a vincere sulla barbarie dei rossi a ogni costo. Dal 14 scorso a oggi i navar- resi hanno marciato fra le .mon- tagne a piedi, combattento da ma- ne a sera. Oggi sono. mtJirii, molto vicini alla mela e le loro bandiere lacere sono issate "sui cqlli dai quali si domina Torrelavega, chia- ve di Santander. > Mentre scrivo la battaglia ac- cesa su un fronte 50 Km. dal re e della Littorio sui monti in- torno a Puenta de Viesgo. I volontari hanno cozzalo nel fronte a sud di Santander in una resistenza tenacissima del nemico e l'hanno sormontata dopo com- battimenti che hanno nuovamen- te'confermato il coraggio, la de- cisione ammirevole e lo spirito e- roico che animano queste magni- fiche truppe. Da quindici ore si combatte dinanzi al villaggio Aes, fra Puenta Viesgo e El So- to, a «enti cfiilo?netri in linea d'aria da Santander. Le fortificazioni costruite dai rossi sui picchi Mesa . e Espureo sono battute dall'alba di oggi da Queste brigate spagnole sono in guerra da tredici mesi: dal lugUo dell'anno scorso, staccato il ficai- le dal muro della casa su nella vecchia Navarra, questa gente ru- de e sana, religiosa e guerriera ha seguito i suoi preti e i suoi capi sul sentiero della guerra, vincen- do sempre. Nelle dantesche vallate che c'a Pamplona scendono a San Seba- stiano sui monti di Oyarzum, nel- la gola del Bidassoa questa gente ha combattuto mesi e mesi e dal confine franco-spagnolo ha -ricac- ciato il .nemico di passo in passo, di monte in monte, da valli a va.- li fino a Bilbao .restituendo alla Spagna una delle sue più fiorenti Provincie. Poi ha sanguinosamen- te ributtato a Brunete le orde de- gli internazionali scagliati alla conquista di Navalcamero Ora sono qui e spno bellissimi. Viven- do fra questi navarresi che parla- no pòco, vestiti nei modi pii stra- ni, col cappellaccio estirpo di tela che conferisce loro un aspetto di La zona tratteggiata indica il terreno occupato dai nazionali nella loro avanzata su Santander litorii» cantabrico a Torrelavega, Le brigate di Castiglia risalgono le vallate di Valmaseda e di Espi- nosa des los Monteros, ricacèian- do i' magri battaglioni rossi rimà- sti di copertura, mentre il grosso delle forze rosse veniva spostato a oriente dove la minaccia nazio- nfile e legionaria-era più pres- sante. E' qui dove infuria la bat- taglia. Oggi sul fronte'della Di- visione dei Volontari del Litto- rio si decidono le sorti di San- tander. Non è possibile in queste pri- me ore del pomeriggio, mentre 'il cannone tuona e la fucileria: cre- pita, intercalata dal martellio fre- netico delle mitragliatrici fare delle previsioni. Lentamente, 'ma inesorabilmente l'avanzata dei na- zionali e dei legionari procede. A mezzogiorno, mentre lasciamo le linee della Divisione Volontari del Littorio, la manovra a tena- glia per stritolare i battaglioni rossi aggrappati a Picomesa e sul colle dell'Espureo era in atto. Si vedevano le formazioni' legionarie salire le montagne sotto questo splendido sole con uno stile im- peccabile, ma al comando dove la battaglia veniva diretta un silen- zio e una calma da convento : si parla sottovoce, le macchine da scrivere .picchiettano gli ordini scrìtti che partono per le prime linee. Le radio da campo segnalano di quarto d'ora in quarto d'ora la marcia in avanti. Si procede, cioè si vince. SANDRO SANDRI Bilbao, 24 notte. Gli avvenimenti precipitano. La marcia delle cinque colonne clie intjestono la capitale rossa della 'regione cantabrica diciamo la parola ressa per convenzione poi- ché dello stato d'animo della po- polazione suntanderina è dimo- strazione sufficiente la accoglien- za che è stata fatta oggi alle trup- pe dalla popolazione di Torrela- vega — è continuata per tutta la giornata con ritmo rapido malgra- do certe resistenze locali abba- stanza vivaci, che si sono cristal- lizzate sopratutto nel settore delle Frecce Nere, oltre^'Castro Urdio- les e in-quello delle-Fiamme-Ne- un cannoneggiamento incessante. I legionari assaltano le pendici del mass'iccio e le trincee dinan- zi' al villaggio di Aes una. dopo l'altra guadagnando cento metri per cento metri stando sulle trin- cee mezze distrutte con le bombe a mano e con le baionette e sor- prendendo i difensori, che sono fra le migliori truppe dell'eser- cito asturiano, con la loro audacia. Cosi sono state espugnate una dopo Valtra varie linee di trin- ceramenti rossi su questo sistema montagnoso cVe costituiva V e- quivalente, sia pure salvando le proporzioni, della cintura di fer- ro di Bilboo. A destra e a sini- stra (iella strada Burgos Santan- der su cui sf trovano Aes e Puen- ta de Viesgo i legionari procedono decisamerite attraverso IS monta- gne. Ad est della direttrice di marcia hanno superato nel po- merìggio di oggi Socobio e rag- giunto alle prime ore della sera il villaggio dì Vargaa, importan- tissimo nodo di comunicazione che si trova a soli 27 chilometri di strada da Santander e che è stato occupato prima del tramonto Devastazioni dei dinamitardi A ovest le truppe navarresi che avanzano lungo la direttrice Pa- lencia-Santander hanno compiuto oggi una grande marcia proceden- do lungo la strada interrotta da innumerevoli buche, opera della dinamite, attraverso i fiumicelli dove i ponti sono scomparsi, per i sentieri tracciati frettolosamente nel invo della roccia dagli artefici del genio legionario ed hanno oc- cupato il villaggio di Larros. Il ponte sul Besaya, dopo Barros, era uno dei più lunghi e alti del- la vallata, è stato fatto saltare anch'esso;, rria,un sottile lembo ne è rimasto in difficile equilibrio e su di esso > sono potuti, possare con m,iracolo di destrezza dei gui- datori i carri d'assalto e gli au- tocarri che trasportano le truppe. Più avanti un altro spettacolo di distruzione si presenta ai sol- dati navarresi: i rossi sono fug- giti alcune ore fa e il ponticello che collega la stazione ferrovia- ria al balneario di Caldas è stato distrutto. La devastazione compiu- ta dalla dinamite è stata tale che grossi pezzi dei muri dello stabi- limento termale sono stati proiet- tati nello spazio e l'edificio appare monco e in più parti ridotto a brandelli. Più lontano sono altri villaggi più poveri; mar anche qui le case, gli alber'gucci sono stati strada spezzata. In certi punti le truppe devono passare lungo la carrozzabile at- traverso le fiamme che ancora sal- gono dalle case incendiate poche ore prima dai rossi. Oltre Rio- corvo che è stato occupata ver- so le 15 i soldati debbono riparare un altro ponte. I cannoni tuonano per impedire al nemico di ten- tare concentramenti e nuclei di resistenza, mentre laviazione in- segue implacabile le forze rosse in-fuga a tre chilometri da Tor- relaucga. Quando sembrava che nessun ostacolo potesse più frap- porsi alla marcia delle truppe un altro ponte sfracellato pone un ritardo di un'ora all'avanzata, per riparare alla meglio il danno e permettere il passaggio dei sol- dati. Finalmente Vultimo ostacolo è superato. V'mmmMn Mìmua i ,Aìle n/ie, trup'i^e.^rìa.varre's'i ènì, '(fieno ' neìli ciiìa , di torrelave- ga che viene rapidarp.'ente occu- pata. La bandiera della Spagna vaz'ionale è issata sugli edifici pi'ibblici. I militi hanno sgombe- rato la città in tempo, ma la grande, -maggioranza dèlia, popola- zione è rimasta sul posto per tri- butarr ai liberatori una acco- glienza letteralmente delirante. L'entusiasmo con cui le, forze na- varresi sono stata ricevute non ha quasi precedenti. Oltre Torre lavega, intanto, le truppe conti- nuano l'inseguimento del nemico j e raggiungono dopo due ore la linea Nortera-Barreda, sull'estua- rio che sbocca nel Cantabrico. rendendo ..così totale e definitivo Visolan^ento di Santander dalle Asturie. La città è orraai isolata. Una re- sistenza disperata sulle colline che la circondano non potrebbe ritardare che di un giorno o due la sua caduta. I primi fuooiaschi dello popolazione •civile affluisco- no alle linee nazionali. Sono in prevalenza donne. Sulla strada Santander-Gijon. tagliata stasera dai nazionali, sonò state cattura- te numerose autoìnobili sulle qua- li' ai trovavano vari dirigenti ros- si -di Santander. Giunge notizia da .Bilbao, che durante l'ultima udienza del Con- siglia di Guerra tenutosi Ì T Ì è stato condannato a morte Ema- nuel Castro, ex ministro dell'in- dustria del Governo basco come pure ì luogotenenti Cectlìo Ser- rano e Jose Angel Irazabel, che facevano parte della scorta del Presidente del governo basco. RICCARDO FORTE LE ACCUSE DI VALENZA Consultazioni prò-forma de! Segrefaria.fo ginevrino Ginevra, -li iioile Il Secirctario Generale della Le- ga sta attualmente procedendo, per conto del Presidente in cari- ca del Consiglio, alla consultazio- ne di prammatica dei diversi membri del Consiglio stesso in merito dita opportunità di una eventuale conv(j^azione d'urgenza dell'esecutivo societario per esa- minare la richiesta del Governo di Valencia circa i pretesi inter- venti di unità della marina da guerra italiana - nell'affondamento di vapori commerciali spagnoli provenienti da porti sovietici. Si tratta di una consultazione prò forma, dato che già si sa che nes- sun membro del Consiglio, ad ec- cezione forse del rappresentante sovietico, è disposto ad anticipare la riunione ordinaria per far pia- cere ai signori di "V^alenza. Si assicura intanto in questi ambienti che la data di convoca- zione del Consiglio rimane fissata al 10 settembre. Unico risultato della nota di Girai rimane pertan- to quello di garantire la possibi- lità al suo tirapiedi Del Vayo *di ripresentare al Consiglio della Lega le insulse accuse contro l'I- talia, per l'intervento nel conflitto spagnolo. Ciica l'attività cui sarà chiamato a Ginevra Io stesso Del Vayo, si rileva in questi ambienti che, in base al sistema alfabetico di rotazione, il compito di presi- dente della prossima sessione del Consiglio toccherebbe al rapore- sentante spagnolo. Ecco uno scher- zo della procedura che non è cer- lineandosi attraveijso l'Europa per annullare l'elTetto degli sforzi ten- tati in favore del riavvicinamento delle Grandi Potenze mediterra- nee. A Londra lord Cecil torna ad alzare la voce contro un'even- tuale iniziativa leghista atta a li- quidare l'affare etiopico. A Valen- za Girai stende per la Lega delle Nazioni un sesquipedale atto di accusa con'i,ro l'Italia il cui risul- tato dovrebbe essere quello di paralizzare ogni iniziativa di Chamberlain per stabilire rapporti migliori con Roma. A Parigi, ad Angora e altrove gli inevitabili incidenti navali che si producono nel Mediterraneo servono anch^es- si di pretesto per organizzare ar- tificiose correnti di ostilità nei no- stri riguardi e dissipare i buoni effetti del discorso di Palermo. Le penne mobilitate Intanto dispacci di agenzie dif- fondono false notizie sull'invio di nuove divisioni motorizzate in Libia, travisando l'annuncio del ritorno in quella colonia dei re- parti della Marmarica e della Sìrtìca, che presero parte alle manovre in Sicilia. L'Humonité stampa con titoli a carattere di scatola che il piroscafo inglese ì'Joenn .lidia è stato bombardato da eroplani italiani. Altri fogli presentano la decisions inglese e francese di rispondere con le ar- mi a qualunque attacco di cui fossero vittima piroscafi delle duo nazionalità come un avvertimen- to rivolto in modo speciale al- l'Italia, ecc. Una specie di mobilitazione di penna e di coscienza ha luogo insomma ancora una volta a po- chi giorni dalla sessione ginevri- na per intimorire Chamberlain e Chautemps e dissuaderli dall'osa- re il minimo gesto suscittibile di colmare il fosso scavatosi tra i loro paesi e l'Italia. II timore per l'aggravarsi de- gli eventi in Estremo Oriente di- 'stoglie l'attenzione di Londra e Pari'gi da quanto avviene in Me- diterraneo, spinge la furia dei se- minatori di discordia al pares- simo. La nota di Valencia, nelle sue sgrammaticature, è di una ampollosità altamente significati- va. « I fatti qui sopra riportati — dice — costituiscono aggressio- ni nuove e flagranti da parte dointalia contro la Repubblica spagnola; e ciò è così notorio e evidente che addurne delle pro- ve sarebbe un . insulto al buon sènso .dei. membri del Consiglio ("!X. ^Ue^sti, fatti costituiscono un aumentéf"'eccezionalmente grave dello stato, di tensione che esi- ste '.oggi" nel' Mediterraneo ' per ìt- fatto dell'aperta assistenza accor- data ai ribelli dalle' forze navali italiane, aggravamento il quale consiste non solo nel modo inso- lente con cui dette forze navali attaccano le navi, ma nello al- largarsi della zona della tensio- ne giacché l'intero Mediterraneo da Marsiglia a Barcellona ai Dar- danelli deve essere considerato ormai una regione in cui ad o- gni momento può prodursi un in- ridente atto a orovocare una con- fla-^rp-'one mondiale». Il documento conclude dicendo che « la criminosa condotta ita- liana deve ricevere davanti alla coscienza universale rappresenta- ta dalla Lega delle Nazioni, la condanna che merita ». Conclu- sione la quale, manco a dirlo, fa andare in brodo di giuggiole gli am.b'enti sovietofìli di Francia e di Navarra. Ma fino a aual punto una campagna di calunnie sfer- rata da irresDonsabili dalle ta- sche ben fornite di rubli può an- cora avere ragione del desiderio dì ben fare che sembra manife- starsi a Londra e a Parigi? Chau- temos e Chamberlain sono uomi- ni da cedere a ricatti così grosso- lani? eventi ulteriori, se egli sapesse resistere alle sollecitazioni indi- screte di certi ambienti sin trop- po noti interes.sati al perpetuarsi della tensione fra le potenze oc- cidentali. Vedremo fra qualche giorno se la Francia opti davvero por la politica del meglio o se per.<;iste a praticare la politica del peggio. Il Governo discuterà intanto do- m.ani in Consiglio dei ministri gli ultimi decreti leage da emarare prima della scadenza dei pieni poteri consentitigli dal Parlamen- to e cioè la riorganizzazione delle aziende ferroviarie sotto la dire- zione dello StJto la concessione di crediti inotecari ai proprietari' di case per l'inizio di lavori di re- .=-tauro, la determinazione del prezzo del, grano e la scppre.S7 Pione del prelevamento del dieci per cento sulle rendite destinate a rialzare il corso di queste e a stimolare il rimpatrio dei capitali emigrati. Chautemps penserebbe, a Quanto si dice,' a chiedere agli onerai una quarantunesima ora di lavoro settimanale il cui provento verrebbe adibito ad un fondo di pensione per la vecchiaia. c. r. ranzo tuttavia si sonq inteni,i(ìcata o^gi quando si è apprer^o che la stampa di JN'ew York, dopo aver rivolto critiche aspre all'Inghilter- ra perche està non aderì nel 19.32 alla proposta americana di coo- pcrazione m Cina e quindi si resa responsa'oile della situazione, pre- sente, diciiiara oggi che, nonostan- te tutte le recriminazioni, sarà pu- re necessaria una collaborazione intima tra le potenze bianciic di Ironie ai graviss.mi problemi creati dalla guerra in Asia. rmaniclie Ciano I d r a a Loodra e Eden verrà a Roma? Insistenti voci inglesi Londra, •'» notte Il ministro degli Esteri .Eden ha fatto ritorno oggi a Londra e domain vi giungerà il primo mi- nistro Chamberlain il quale di- scuterà della situazione interna- zionale oltre che con Eden e lord Haliìax anche con il ministro del- le Forze Armate. Uno dei proble- mi che necessariamente sarà og- getto di scambi di vedute sarà quello dei rapporti italo-britan- nici, dato che durante l'assenza del Primo ministro' dalla capita- le il discorso palermitano ,del Du- ce ha contribuito ad una ulterio- re chiarificazione dell'orizzonte e dato che si avvicina l'epoca del ritorno a Roma di Lord Perth (sir Erick Drummond) al quale bisognerà impartire istruzioni det- tagliate sul modo di condurre le conversazioni col conte Ciano. Correttezza de! "Popu'aire,, Il socialista Populaìre, del qua- le abbiamo segnalato ieri l'edito- riale pacato, torna oggi sull'argo- mento dei rapporti con l'Italia ri- petendo, senza lasciarsi trascina- re dalle escandescenze comuniste, che il riavvicinamento anglo-ita- liano e franco-italiano, per essere interessante, deve essere duratu- ro e che l'opinione francese non reclama da Mussolini né pegni né garanzie, ma unicamente di ve- dersi convinta della sua condotta presente e futura. Purtroppo que- ste dichiaraz'oni di buon volere sono tutte foderate di tali restri- z'oni e di tali pregiudizi che il loro interesse pratico non è gran- de; se il riavvicinamento anglo- italiano dovesse farsi attraverso Parigi siamo convinti che esso non avrebbe mai ^ogo. Parigi non potrà subire in grado piii o .meno alto l'iniziativa di migliora- ti raooorfi fra Londra e R-^ma; ma, allo stato attuale delle cose, non é in condizioni di esplicarne alcuna per proprio conto. Comunque, conformemente a quanto notavamo ieri, l'atmosfera generale nelle sfere ufììcìose ap pare meno pesante che non m passato. E malgrado gli articoli allarmistici ispirati a certi tecnici dallo scacco francese nella corsa Istres-Damasco-Parigi, articoli tal quali da parte nostra non sarebb" elegante insistere, gli onori resi agli equipasgi della nostra saua- dri l'Ila, le attenzioni cordiali di :u' è stato oersonalmente fatto segno Bruno Mussolini, la soddisfazione desta+a dal generoso sesto del o lonneUo .Biseo dor>p,ndo 300 mil.3 franchi agli invalidi dell'aeronau- tica francese, lo stesso tono cavil- leresco con cui la grande maggio- ranza dei giornali ha reso giusti- zia ai meriti dell'aviazione^ italia- na, costituiscono una prova che tra i due naesi la ruggine non è poi tanta che non si possa, con un po' di pazienza e di ìndusti-ìa. 'e- varla. Delbos, il quale è tornato a Pa- Un faito non improbabile A proposito del ministro degli interi, itaUftao sì. continua a. par- lare qui! Sella possibilità di una sua visita a Londra e la stessa Yorkshire Post, . sempre ottima- mente informata, dice >oggi che- tale eventualità, è già -stata pre- sa- in 'considerazione e non deve esser posta fra le cose improba- bili.' Il giornale accenna pure ad una possibile visita di Eden in Italia e a questo riguardo 'scrive che eventuadmente il ministro de- gli Esteri britannico potrebbe de- cidere di recarsi nella capitale italiana durante il periodo in cui soggiornerà a Ginevra, ' qualora ritenesse opportuno di consultar- si personalmente col Governo di Roma. Ma per il momento, il pro- blema dell' Estremo Oriente è quello che maggiormente preoccu- pa gli uomini di Stato britannici in \i.sta del fatto che la distru- zione .di proprietà britanniche a Scianghai ammonta già a tre mi- liardi di lire e continuamente si aggravano; e ancora peggio in vista delle intenzioni attribuite al Governo giapponese. - Giorni or sono segnalavamo il timore inglese che il Giappone voglia monopolizzare in futuro i privilegi spettanti Seiangai alle varie Potenr.e bianche e ìnsediar- visi da padrone in quel grande porto che è il polmone economico della Cina. Questo timore era nullo in confronto di quello su- scitato da certe informazioni odierne secondo le quali i piani di Tokio sarebbero ben piii am- biziosi. Il Giappone, si dice sta- sera a Londra, intende affermar- si in Cina anche a sud e occu- pare Canton. Esso cioè si propor- rebbe una guerra decisiva, risul- tato della quale dovrebbe essere la cacciata dei Cinesi nell'inter- no e l'occupazione da parte dei giapponesi di tutte le Provincie marittime. Questi progetti, per quanto fantastici, sono discussi seriamenie in qualche giornale britannico E si rileva tra l'altro che la situazione allarma vivamente il Governo di Londra .perchè «il servizio di interessi dei prestiti cinesi è garantito dalle entrate dell" do'iar'^ marittimo». Si os- serva qui che ouesto sistema do- ffanale è basato sui trattati in- tprra^i'onali e ci si domanda se i t'-attati verranno osservati per filo e pc- sepno da un G'aopone agli apici della gloria militare. 1 danni brifannid Al momento presente si ripete contro la nuova offensiva giudaico-massonica Berlino. 2't luitte Mentre la politica di non inter- vento languisco per l'opposizione della R^lssia sovietica e per l'in- dulgenza dei suoi traviati padrini, con la conseguenza che delle al- lentate reti de! controlio approfit- tano i trasporti sovietici per in- tensificare le rotte dal Mar Nero„ verso i porti della Spagna rossa e l'audacia dei ' pirati dell'aria pare accumulare incidenti su iji- cidenti, con l'evidente intento di spingere le cose all'orlo del pre- cipizio e del caos internazionale, la stampa tedesca ne trae occa- sione per sottolineare l'ammoni- mento in cui è culminato il di- scorso di Palermo: che cioè nes- suno si illuda sulla « solidarietà in atto » delle due Potenze del- l'asse Roma-Berlino; e che queste lascino, per esempio, trascinare l'Europa in una situazione tale da compromettere la salute di Euro- pa nel bacino occidentale medi- terraneo, lasciando cioè che co- munque possa insediarvisi un» succursale di Mosca. 4 La tracotanza bolscevica a Londra in l'orma ufficiosa che l'Inghilterra non intende a nessun costo abbandonare le posizioni da lei occupate a -Seiangai e nelle altre città della Cina. 1 danni su- biti dalle ditte britanniche do- vranno essere risarciti. A Tokio sono già stati inviati ammonimen- ti in ouesto senso con la speranza di indurre il Governo nìnponico a meditare prima di compiere al- tri passi. Si è avvertito il Giap- none perfino che dovrà pagare il fìtto degli edifici britannici occu- oati temporaneamente dalle trup- pe di Sciancai. Ma la speranza maggiore è riposta nel piano di neutralizzazione della città per il quale sussiste da os'^i il consenso cinese comunicato all'ambasciato- re britannico, consenso condizio- nato naturalmente ad un'eauale acc.'='tta^''^ne da parte del Giap- pone. I giornali oggi traggono occa- sione dal nuovo incidente di pi- rateria aerea del piroscafo bri- tannico Noemi Julia e delle pro- teste che essi destano nella stam- pa inglese, nonché delie attire pro- teste per l'abuso che della bandie- ra britannica si fa per rifornire abusivamente il campo dei rossi, per esprimere la speranza di un ravvedimento dell'opinione pub- blica inglese circa il pericolo d'una ulteriore indulgenza verso la tra- cotanza collegata di Valencia e di Mosca Una vivace polemica viene poi condotta dalla, più, parte dei gior- nali con la stampa franciese, éia~ pò l'indubitabile ammonimento di Mussolini, evidentemeafe sembrai aver registrata che Passe Bem.'^-». Berlina -non .é '.una finzione né' un vuoto spaventapasseri; rna non potendo tuttavia rassegnarsi a considerare che l'Europa non giri pili su un asse francese o al mas-. Simo su un asse franco-inglese, in- tensifìca -la campagna per svalu- tare la politica concordata dai due Stati solidali come tutt'altro che rivolta alla pace, come dimo- strerebbe il fatto della loro non pronta adesione a tutte le trufTe della politica di sicurezza e di collaborazione. XI Boersen Zeifung. in special modo, controbatte questa incrudi- ta carripagna secondo la quale i due Stati autoritari altra politica non avrebbero fatto se non quel- la di sacrificare gli interessi in Europa ai loro interessi ideologi- ci, opponendosi a Ginevra, alla' politica collaborazione e in. Spagna attraversando la pplitica di non ingerenza. Lo scopo di tut-" to ciò. secondo U giornale, è di dimostrare che l'asse Roma-Berti- no cominci male e abbia già dimo- strato sul nascere di essere" del tutto negativo per l'opera della pace al contrario di quello Lon- dra-Parigi che tanti e tanti be- nemeriti servigi ha resi come è noto alla'pace a Ginevra., La "pace ginevrina,, L'autorevole organo tedesco obietta a ciò che della « pace gi- nevrina », vale a dire della pace francese o franco - inglese tanto l'Italia che la Germania ne ebbe- ro abbastanza avendo potuto sol- tanto contro Ginevra l'uno e l'al- tro raggiungere gli obbiettivi del- la propria libertà e possibilità di vita e di sviluppo. Ma siccome la pace ginevrina non coincide af- fatto con la pace di Europa, ciò non vuol vdire affatto che l'asse Roma - Berlino non abbia fatto nulla per quest'ultima. Al con- trario, -di essere uno dei più effi- caci strumenti di pace di cui la politica europea abbia mai dispo- sto, l'asse Roma-Berlino ha già dato sufficienti prove concluden- do accordi, spianando questioni, se- gnalando zone nevralgiche e strin- gendo patti di amicizia con tutti • i Paesi con cui ha potuto, ecce- zion fatta proprio con quelli per i quali precisamente e soltanto l'appartenenza al sistema france- se, ha costituito un'assoluta im- possibilità a farlo. Il giornale reca dì ciò come esempio più brillante l'esempio della Cecoslovacchia dicendo es- sere questo un caso assolutamen- te inguaribile, come dimostrano episodi recenti e passati, il più eloquente dei quali è quel fa- moso piano economico danubiano immaginato da Hodza. al servizio della Francia da cui era esclusa nientemeno che la Germania Comprensione rumena a favore dell'Italia Bucarest, 2'» tioi:e Ha destato viva impressione il commento ai discorso di Palermo pubblicato sull'organo ufficioso del 'VIinistero degli Esteri, l'independen- cc TQumaine. Il giornale rileva l'er- rata politica seguita nei confronti dell'Italia nella questione abissina a nella questione spagnola. Negli am- bienti politici romeni si osserva che questa è la prima volta che il gior- Sembra però che questo piano I naie del Ministero degli Esteri ro- rigi oggi dalla villeggiatura e che ha fatto in consiglio di Gabinetto potrà diventare realtà solo se gli | mono prende cosi netta posizione una esposizione sommaria della I Stati TJnìti collaboreranno con \ contro la minaccia bolscevica e a situazibrié internazionale, ha da-1 l'Inghilterra. Per il momento nes- favore dell' Italia, il che .significa .to destinato a rialzare il prestigio vanti a se, prima della riunione suna informazione concreta si può' che il discorso di Palermo è. stato fatti saltare, i pònti .distrutti, la I dell'istituto ginevrino. , '. 'idei. Consiglio . gine-vriho.. alcune I ottenere da Washington. Le spe- ' compreso nelle sfere ufficiali romene.

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!V!ERCOLEDr 25 AGOSTO 1837 37 • Anno X V - CREMONA . A. y y i v _ Z

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202 Fondatóre: ROBERTO F A R I N A C C I "LA VITA ITALIANA„• i?rDwtì politica mensile - Abbonamento annuo L. 30

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:Ì se perfino il terreno entro i le dovrebbero essere getta­la Ito di sabbie mobili? Mo-pri-icipii. mobili le valuta-delia situazione, mobile l'o-•i:enLo degli interessi, mo-

, aiiucjzic, un così bel frut-nvrìiurato la politica inter-

:Ì1C dol dopoguerra, avve-dal pregiudizio societario,

l'isi poi per menzogna. Una :'hc .sia portato nella poli-U'i-a il sistema parlamenta-

: !G è avvenuto a Ginevra e l'iiìlo e una conferenza in-liinalc. l'effetto prodotto è ;.;?imo che nella politica in-: tutto diventa instabile: la ijrinia d'ogni altra cosa,

.; ciascun elemento che do-: concorrere a mantenerla i:; certezza di arrivare dal­

ai domani. iLterminare codesta instabi-urono 1 talcntosissimi cam-ricl demoliberalismo euro-

:he a Parigi e a Versaglia, olpevoli davanti alla storia u.- tizie commesse e di danni

all'umanità di quanto noi o stati - i responsabili della a (a iormularc i nomi dei osgi :JÌ discute più che nel ma SI è unanimi nel preci-

E,i;-(; nomi e responsabilità degli anuiloni versagliesi). Obbediro­no, probabilmente, agli ordini clic venivano ad essi dalle potcn-7.e occulte onde erano governati: le quali, in quel momertto. spe­ravano di ridurre l'Europa intie­ra in proprio totale dominio, mer­cè la Lega ginevrina, di cui, ab oro già tenevano, le fila nel pu­gno. Necessità, dunque, appariva elle gli Stati non tornassero a dividersi in gruppi, stretti da pat­ti d'alleanza, alcuni dei quali a-, viebbero potuto essere più forti del :ìinedrio ginevrino e per altro, anche se più deboli avrebbero fi­nito col rappresentare un nucleo di resistenze.

L'imbottimento dei crani, che ave-v-a largamente distribuite le formule sonore ed imbecilli del­l'ultima guerra, degli Stati Uniti d'Europa, della rinunzia all'impe­rialismo, della pérennissima pace e della democrazia -trionfante ed ecuinenica, s'era messo dunque a propagandare le tesi che, per e-vitare le guerre future bisogna abolire il « sistema delle allean­ze»: sistempy asserivano dogma­ticamente, insidioso e pernicioso. Ai5,serivanó, ma non dimostra­vano. . ,.

Dimostrarlo sarebbe stato diffi­cile. Il .deplorato''-«§istema delle elleanze aveva assicurato . all'Eu­ropa gli ultimi quarant'anni sta­bili di pace. Quando mai, la pa­ce conclusa a Versaglia, con il fermo od idiota proposito di im­pedire le alleanze a vantaggio della nuova bottega di prodotti incendiari aperta a Ginevra, quan­do mai codesta povera pace ha lasciato sperare di essere tanto durabile'.' Quarant'anni?- Ma. se pace vuol significare ristabilito equilibrio, restaurazione della giu­stizia internazionale, eliminazio­ne delle cause di dissidio, concor­dia di popoli, tranquilla concor--dia di convivenza e cordialità di governi, «pace», quella uscita da Versaglia, non fu mai. 'Fu, ed è, tregua, sosta d'armi, stato d'al­larme, vigilia continua dì mobili­tazione, nulla, insomma, è della pace che avevano dato all'Europa quarant'anni di politica estera condotta sotto il segnò dei patti d'alleanza e nella sfera della con­vergenza degli interessi.

Non saremmo fascisti, non a-\ tmmo profittato della scuola (i< 1 Duce se non sapessimo rom-! visiera con le falsificazioni e >, Pfianni di cui l'Europa fu ab­bi tiata ed avvelenata per anni t Oli lustri. Sull'epopea degli ' I mi fu buttata una coltre tes-t I di inganni e di iniquità. La_ \ ' ima venne avviluppata in una 1 i di patti contraddittorii che i iiagliavano appena tuffati nel '^ 10 dell'universalismo ginevri-1 La Società delle Nazioni, ro-

v li andò il mito, era la turpe I ilope che disfaceva la tela

usa delle intese intenzional-1 t conciliative. Fare l'univer-

Lia la ricetta per impedire t il particolare, che avrebbe

<- Ito al bene di tutti. luando il Duce da Roma pro-

i' il Patto a Quattro la bestia ^ Ittica ululò da Ginevra il

V ato anatema contro il « sl-1 » aborrito dei patti partico--ei raggruppamenti e magari illeanze. Tutte le democra-

- 11 Jbioniche, tutte le piutocra-nernazionali, lutti i ghetti

•^ \ iz:/.anti riecheggiarono quel-

pace immediata, soda e feconda — non come quella del 1914, di al-ìarmi. di minacce — ma feconda di benessere-por l'umanità, bene-ficata da trentatrè anni di per­fetta tranquillità, utilissima al progredire del benessere e delia civiltà.

Insomma, dal 1815 al 1848 e dal 1871 al 1914 il sistema dei rag­gruppamenti di Nazioni, ognuno dei quali veniva a fornire gli ele­menti costitutivi di una specie di Direttorio europeo formato " dalle grandi Nazioni, la vita interna­zionale ha trovato in .quéi rag­gruppamenti la base di Stabilità che le permise di ev^^tare la guer­ra. Oggi gli studiosi della storia politica europea sembrano, anM, tutti concordi nel riconoscere che se la partecipazione ad uno di quei raggruppamenti, l'alleanza franco-russa, fosse stata nel 1914 più aperta e più concreta da par­te dell'Inghilterra, quasi certa­mente sì 's.3.-.«ebbe evitata la guer­ra mondiale...

- Ciò nonostante le potenze oc­culte che vogliono rovinare ì a ci­viltà d'Occidente e dinamitare la pace, seguiteranno a cercare di silurare ogni tentativo di ristabi­lire l'ordine generale mediante le intese particolari. Ma non varranno.

G. Sommi Picenardi

pre-

PftEZZI DEIXE liNSERZIOM per millimetro di altezza (larghezze una colonna) (pasaiucnto antici­pato): AVVISI commerciali L. 2,00 — Avviai finanziari L. 4.61) - ..\vvisi Legali, concorsi < palti aste comunicati, diffide o simili h. 3,50 — Avvisi mortuari L 3,00 — Cronaca e Sentenze L 480 - ' AVVISI economici fvedi rubrica) — Rivolpersi esclusivamente aH'UMO.NE PCGfiLiriTA' nALlA.%A — S. A.: filiale di CREMONA - Gatleria 23 Marzo - lelefono 18-2S Centrale di Mil'ano e Siiccarsali

Nuova campagna cartacea per impedire il riavvicinamento delle Grandi Potenze mediterranee

Parigi, i,', luiuc • moraatc che potrebbero riuscire Ima nuova campagna^ viene de- i leconde per la preparazione degli

Un'auiomitra' i l iatr lce nazionale sulla vìa di Cantander

Santander stretta In una L' accanita resistenza dei rossi - L'assalto dei legio­nari al massiccio deli' Espureo - Varie linee espugnata - / Navarresi occupano la città di Torrelovega

i pure all'instabilità, che era « Imo allora, e che lu poi fino I ~,gi il malanno d'Europa, il

* ^ Ito del Duce avrebbe posto 1 cìimento e -dato rimedio. A-

' ij^ perfino, 4?to rimedio al V ipi+o.so annichilimento della ^ ^a societaria, che oggi afioiida - 1 disprezzo dei popoli, colfeci «Jijiiui dell'essere quella la causa ridia mancanza dell'ubi consi-i'«.'", mancanza di cui rischia di perire l'Europa.

Qualcuno allora; che-non ' pote-• ''i tollerare che Mussolini, Mus-i:oliiii solo, pensasse realistica­mente a spegnere i focolai d'in­cendio, evocò persino la Santa Al­leanza; prova di una malafede Ka.scente da una sonora ignoran­za della storia. Ma se fu ingiusta <-'Jnlro il Belgio e l'Italia, se fu eu.si reazionaria al punto che ogni tentativo di apologia parrebbe grottesco, la Santa Alleanza diede pace all'Europa dal 1815 al 1848:,.

Santa Maria de Cayon, 24 ijutte _ Santa7ider mobilila tutte le sue

energie in una difesa che ?7iaci?ia sulle lince del fronte di battaglia rniglìata di uomini. Ieri, dayo una resistenza tenacissima, che i le­gionari della Divisione « Fiamme Nere » hanno stroncato e travolto, il villaggio di Santa Maria de Cayon è stato occupato e di fron­te alle legioni vittoriose si innal­za in questo sattore l'ultima bar­riera montana, al di là della qua­le apparirà alle truppe, il panp-rama dèlta città. La « fiamme Ne­re » ha assalito oggi questa bar­riera. Santa Maria de Cayon gia­ce in una vasta conca che corre parallelamente alla barriera tnon-tana di cui ho parlato. _l

Mmimmtàmmmm Si' tratta della' v'alata vi t'Ui

scqrir,e il rio Pisuena,^splendida vallata popolata da piccoli villag' gi'e' da fattorie, ricca di piaiita-gioni e dà cui si dipartono le ar­terie provinciali di allacciamento alle grandi strade che da tutti i punti della Spagna adducono a Santander. La Torrelavega-Var-gas-Santa Maria de Cayon-Sola-res parte di/atti dalla grande eà unica via 'di comunicazione San­tander-Asturia-per tagliare a "Var-gas la Burgos-Santunder e risali­re verso il mare sino a Solares, dove va a sboccare sulla strcida di Santander, sulla quale stanno marciando e combattendo le Frec­ce Nere.

Poche ore forse ci separano dal blocco definitivo e totale della cit­tà stretta in una morsa di baio-7iet/e, mentre l'esercito rosso si trova ancora sparso per la vasta provincia. Le ore che uerranno, e delle quali stiamo vivendo con ansia ì minuli, potranno dare al­la situazione aspetti quanto mai drammatici. Da ciò trova spiega­zione la resistenza accanita dei rossi su Picomessa e Monte Escu-reo, quote\ situata Jra' .la strada Valencia - Santander e Burgos-Santander, resistenza contro la quale sta urtando da ieri sera la Divisione Volontari del Littorio. Di là da questa quota c'è la cit­tadina di Torrelavega.

Ne verrebbe direttamente inve­stita e la sua caduta significhereb­be lo scatto d'una gigantesca trap­pola nella quale rimarrebbe rin­chiuso l'intero esercito comunista di Santander, poiché da Torrela­vega passa la grande ed unica strada delle Asturie, sola via di salvezza a quanti desiderano sfug­gire alla stretta dei nazionali vit­toriosi.

I navarresi si t'rovavano sta­mattina -a soli cinque chilometri da Torrelavega, dopo una mar­cia favolosa.

liente sana e goeirìera

guerrieri d'antichi tempi, si ha ih sensaz'ione netta ---della potenza della rivoluzione che"^ in atto t,n questo paese e che, essi sono de­cisi a vincere sulla barbarie dei rossi a ogni costo.

Dal 14 scorso a oggi i navar­resi hanno marciato fra le .mon­tagne a piedi, combattento da ma­ne a sera. Oggi sono. mtJirii, molto vicini alla mela e le loro bandiere lacere sono issate "sui cqlli dai quali si domina Torrelavega, chia­ve di Santander. >

Mentre scrivo la battaglia 'è ac­cesa su un fronte dì 50 Km. dal

re e della Littorio sui monti in­torno a Puenta de Viesgo.

I volontari hanno cozzalo nel fronte a sud di Santander in una resistenza tenacissima del nemico e l'hanno sormontata dopo com­battimenti che hanno nuovamen­te'confermato il coraggio, la de­cisione ammirevole e lo spirito e-roico che animano queste magni­fiche truppe. Da quindici ore si combatte dinanzi al villaggio dì Aes, fra Puenta Viesgo e El So-to, a «enti cfiilo?netri in linea d'aria da Santander.

Le fortificazioni costruite dai rossi sui picchi Mesa . e Espureo sono battute dall'alba di oggi da

Queste brigate spagnole sono in guerra da tredici mesi: dal lugUo dell'anno scorso, staccato il ficai-le dal muro della casa su nella vecchia Navarra, questa gente ru­de e sana, religiosa e guerriera ha seguito i suoi preti e i suoi capi sul sentiero della guerra, vincen­do sempre.

Nelle dantesche vallate che c'a Pamplona scendono a San Seba­stiano sui monti di Oyarzum, nel­la gola del Bidassoa questa gente ha combattuto mesi e mesi e dal confine franco-spagnolo ha -ricac­ciato il .nemico di passo in passo, di monte in monte, da valli a va.-li fino a Bilbao .restituendo alla Spagna una delle sue più fiorenti Provincie. Poi ha sanguinosamen­te ributtato a Brunete le orde de-gli internazionali scagliati alla conquista di Navalcamero Ora sono qui e spno bellissimi. Viven­do fra questi navarresi che parla­no pòco, vestiti nei modi pii stra­ni, col cappellaccio estirpo di tela che conferisce loro un aspetto di

La zona tratteggiata indica il terreno occupato dai nazionali nella loro avanzata su Santander

litorii» cantabrico a Torrelavega, Le brigate di Castiglia risalgono le vallate di Valmaseda e di Espi­nosa des los Monteros, ricacèian-do i' magri battaglioni rossi rimà­sti di copertura, mentre il grosso delle forze rosse veniva spostato a oriente dove la minaccia nazio-nfile e legionaria-era più pres­sante. E' qui dove infuria la bat­taglia. Oggi sul fronte'della Di­visione dei Volontari del Litto­rio si decidono le sorti di San­tander.

Non è possibile in queste pri­me ore del pomeriggio, mentre 'il cannone tuona e la fucileria: cre­pita, intercalata dal martellio fre­netico delle mitragliatrici fare delle previsioni. Lentamente, 'ma inesorabilmente l'avanzata dei na­zionali e dei legionari procede.

A mezzogiorno, mentre lasciamo le linee della Divisione Volontari del Littorio, la manovra a tena­glia per stritolare i battaglioni rossi aggrappati a Picomesa e sul colle dell'Espureo era in atto. Si vedevano le formazioni' legionarie salire le montagne sotto questo splendido sole con uno stile im­peccabile, ma al comando dove la battaglia veniva diretta un silen­zio e una calma da convento : si parla sottovoce, le macchine da scrivere .picchiettano gli ordini scrìtti che partono per le prime linee.

Le radio da campo segnalano di quarto d'ora in quarto d'ora la marcia in avanti. Si procede, cioè si vince.

SANDRO SANDRI

Bilbao, 24 notte. Gli avvenimenti precipitano. La

marcia delle cinque colonne clie intjestono la capitale rossa della 'regione cantabrica — diciamo la parola ressa per convenzione poi­ché dello stato d'animo della po­polazione suntanderina è dimo­strazione sufficiente la accoglien­za che è stata fatta oggi alle trup­pe dalla popolazione di Torrela­vega — è continuata per tutta la giornata con ritmo rapido malgra­do certe resistenze locali abba­stanza vivaci, che si sono cristal­lizzate sopratutto nel settore delle Frecce Nere, oltre^'Castro Urdio-les e in-quello delle-Fiamme-Ne-

un cannoneggiamento incessante. I legionari assaltano le pendici del mass'iccio e le trincee dinan­zi' al villaggio di Aes una. dopo l'altra guadagnando cento metri per cento metri stando sulle trin­cee mezze distrutte con le bombe a mano e con le baionette e sor­prendendo i difensori, che sono fra le migliori truppe dell'eser­cito asturiano, con la loro audacia.

Cosi sono state espugnate una dopo Valtra varie linee di trin­ceramenti rossi su questo sistema montagnoso cVe costituiva V e-quivalente, sia pure salvando le proporzioni, della cintura di fer­ro di Bilboo. A destra e a sini­stra (iella strada Burgos Santan­der su cui sf trovano Aes e Puen­ta de Viesgo i legionari procedono decisamerite attraverso IS monta­gne. Ad est della direttrice di marcia hanno superato nel po­merìggio di oggi Socobio e rag­giunto alle prime ore della sera il villaggio dì Vargaa, importan­tissimo nodo di comunicazione che si trova a soli 27 chilometri di strada da Santander e che è stato occupato prima del tramonto

Devastazioni dei dinamitardi A ovest le truppe navarresi che

avanzano lungo la direttrice Pa-lencia-Santander hanno compiuto oggi una grande marcia proceden­do lungo la strada interrotta da innumerevoli buche, opera della dinamite, attraverso i fiumicelli dove i ponti sono scomparsi, per i sentieri tracciati frettolosamente nel invo della roccia dagli artefici del genio legionario ed hanno oc­cupato il villaggio di Larros. Il ponte sul Besaya, dopo Barros, era uno dei più lunghi e alti del­la vallata, è stato fatto saltare anch'esso;, rria,un sottile lembo ne è rimasto in difficile equilibrio e su di esso > sono potuti, possare con m,iracolo di destrezza dei gui­datori i carri d'assalto e gli au­tocarri che trasportano le truppe.

Più avanti un altro spettacolo di distruzione si presenta ai sol­dati navarresi: i rossi sono fug­giti alcune ore fa e il ponticello che collega la stazione ferrovia­ria al balneario di Caldas è stato distrutto. La devastazione compiu­ta dalla dinamite è stata tale che grossi pezzi dei muri dello stabi­limento termale sono stati proiet­tati nello spazio e l'edificio appare monco e in più parti ridotto a brandelli. Più lontano sono altri villaggi più poveri; mar anche qui le case, gli alber'gucci sono stati

strada spezzata. In certi punti le truppe devono

passare lungo la carrozzabile at­traverso le fiamme che ancora sal­gono dalle case incendiate poche ore prima dai rossi. Oltre Rio-corvo che è stato occupata ver­so le 15 i soldati debbono riparare un altro ponte. I cannoni tuonano per impedire al nemico di ten­tare concentramenti e nuclei di resistenza, mentre laviazione in­segue implacabile le forze rosse in-fuga a tre chilometri da Tor-relaucga. Quando sembrava che nessun ostacolo potesse più frap-porsi alla marcia delle truppe un altro ponte sfracellato pone un ritardo di un'ora all'avanzata, per riparare alla meglio il danno e permettere il passaggio dei sol­dati. Finalmente Vultimo ostacolo è superato.

V'mmmMn Mìmua i ,Aìle n / i e , trup'i^e.^rìa.varre's'i ènì, '(fieno ' neìli ciiìa , di torrelave­ga che viene rapidarp.'ente occu­pata. La bandiera della Spagna vaz'ionale è issata sugli edifici pi'ibblici. I militi hanno sgombe­rato la città in tempo, ma la grande, -maggioranza dèlia, popola­zione è rimasta sul posto per tri-butarr ai liberatori una acco­glienza letteralmente delirante. L'entusiasmo con cui le, forze na­varresi sono stata ricevute non ha quasi precedenti. Oltre Torre lavega, intanto, le truppe conti­nuano l'inseguimento del nemico

j e raggiungono dopo due ore la linea Nortera-Barreda, sull'estua­rio che sbocca nel Cantabrico. rendendo ..così totale e definitivo Visolan^ento di Santander dalle Asturie.

La città è orraai isolata. Una re­sistenza disperata sulle colline che la circondano non potrebbe ritardare che di un giorno o due la sua caduta. I primi fuooiaschi dello popolazione •civile affluisco­no alle linee nazionali. Sono in prevalenza donne. Sulla strada Santander-Gijon. tagliata stasera dai nazionali, sonò state cattura­te numerose autoìnobili sulle qua­li' ai trovavano vari dirigenti ros­si -di Santander.

Giunge notizia da .Bilbao, che durante l'ultima udienza del Con­siglia di Guerra tenutosi Ì T Ì è stato condannato a morte Ema­nuel Castro, ex ministro dell'in­dustria del Governo basco come pure ì luogotenenti Cectlìo Ser­rano e Jose Angel Irazabel, che facevano parte della scorta del Presidente del governo basco.

RICCARDO FORTE

LE ACCUSE DI VALENZA

Consultazioni prò-forma de! Segrefaria.fo ginevrino

Ginevra, -li iioile Il Secirctario Generale della Le­

ga sta attualmente procedendo, per conto del Presidente in cari­ca del Consiglio, alla consultazio­ne di prammatica dei diversi membri del Consiglio stesso in merito dita opportunità di una eventuale conv(j^azione d'urgenza dell'esecutivo societario per esa­minare la richiesta del Governo di Valencia circa i pretesi inter­venti di unità della marina da guerra italiana - nell'affondamento di vapori commerciali spagnoli provenienti da porti sovietici. Si tratta di una consultazione prò forma, dato che già si sa che nes­sun membro del Consiglio, ad ec­cezione forse del rappresentante sovietico, è disposto ad anticipare la riunione ordinaria per far pia­cere ai signori di "V alenza.

Si assicura intanto in questi ambienti che la data di convoca­zione del Consiglio rimane fissata al 10 settembre. Unico risultato della nota di Girai rimane pertan­to quello di garantire la possibi­lità al suo tirapiedi Del Vayo *di ripresentare al Consiglio della Lega le insulse accuse contro l'I­talia, per l'intervento nel conflitto spagnolo. Ciica l'attività cui sarà chiamato a Ginevra Io stesso Del Vayo, si rileva in questi ambienti che, in base al sistema alfabetico di rotazione, il compito di presi­dente della prossima sessione del Consiglio toccherebbe al rapore-sentante spagnolo. Ecco uno scher­zo della procedura che non è cer-

lineandosi attraveijso l'Europa per annullare l'elTetto degli sforzi ten­tati in favore del riavvicinamento delle Grandi Potenze mediterra­nee. A Londra lord Cecil torna ad alzare la voce contro un'even­tuale iniziativa leghista atta a li­quidare l'affare etiopico. A Valen­za Girai stende per la Lega delle Nazioni un sesquipedale atto di accusa con'i,ro l'Italia il cui risul­tato dovrebbe essere quello di p a r a l i z z a r e ogni iniziativa di Chamberlain per stabilire rapporti migliori con Roma. A Parigi, ad Angora e altrove gli inevitabili incidenti navali che si producono nel Mediterraneo servono anch^es-si di pretesto per organizzare ar­tificiose correnti di ostilità nei no­stri riguardi e dissipare i buoni effetti del discorso di Palermo.

Le penne mobilitate Intanto dispacci di agenzie dif­

fondono false notizie sull'invio di nuove divisioni motorizzate in Libia, travisando l'annuncio del ritorno in quella colonia dei re­parti della Marmarica e della Sìrtìca, che presero parte alle manovre in Sicilia. L'Humonité stampa con titoli a carattere di scatola che il piroscafo inglese ì'Joenn .lidia è stato bombardato da eroplani italiani. Altri fogli presentano la decisions inglese e francese di rispondere con le ar­mi a qualunque attacco di cui fossero vittima piroscafi delle duo nazionalità come un avvertimen­to rivolto in modo speciale al­l'Italia, ecc.

Una specie di mobilitazione di penna e di coscienza ha luogo insomma ancora una volta a po­chi giorni dalla sessione ginevri­na per intimorire Chamberlain e Chautemps e dissuaderli dall'osa-re il minimo gesto suscittibile di colmare il fosso scavatosi tra i loro paesi e l'Italia.

II timore per l'aggravarsi de­gli eventi in Estremo Oriente di-'stoglie l'attenzione di Londra e Pari'gi da quanto avviene in Me­diterraneo, spinge la furia dei se­minatori di discordia al pares­simo. La nota di Valencia, nelle sue sgrammaticature, è di una ampollosità altamente significati­va. « I fatti qui sopra riportati — dice — costituiscono aggressio­ni nuove e flagranti da parte dointalia contro la Repubblica spagnola; e ciò è così notorio e evidente che addurne delle pro­ve sarebbe un . insulto al buon sènso .dei. membri del Consiglio ("!X. ^Ue^sti, fatti costituiscono un aumentéf"'eccezionalmente grave dello stato, di tensione che esi­ste '.oggi" nel' Mediterraneo ' per ìt-fatto dell'aperta assistenza accor­data ai ribelli dalle' forze navali italiane, aggravamento il quale consiste non solo nel modo inso­lente con cui dette forze navali attaccano le navi, ma nello al­largarsi della zona della tensio­ne giacché l'intero Mediterraneo da Marsiglia a Barcellona ai Dar­danelli deve essere considerato ormai una regione in cui ad o-gni momento può prodursi un in­ridente atto a orovocare una con-fla-^rp-'one mondiale».

Il documento conclude dicendo che « la criminosa condotta ita­liana deve ricevere davanti alla coscienza universale rappresenta­ta dalla Lega delle Nazioni, la condanna che merita ». Conclu­sione la quale, manco a dirlo, fa andare in brodo di giuggiole gli am.b'enti sovietofìli di Francia e di Navarra. Ma fino a aual punto una campagna di calunnie sfer­rata da irresDonsabili dalle ta­sche ben fornite di rubli può an­cora avere ragione del desiderio dì ben fare che sembra manife­starsi a Londra e a Parigi? Chau-temos e Chamberlain sono uomi­ni da cedere a ricatti così grosso­lani?

eventi ulteriori, se egli sapesse resistere alle sollecitazioni indi­screte di certi ambienti sin trop­po noti interes.sati al perpetuarsi della tensione fra le potenze oc­cidentali. Vedremo fra qualche giorno se la Francia opti davvero por la politica del meglio o se per.<;iste a praticare la politica del peggio.

Il Governo discuterà intanto do-m.ani in Consiglio dei ministri gli ultimi decreti leage da emarare prima della scadenza dei pieni poteri consentitigli dal Parlamen­to e cioè la riorganizzazione delle aziende ferroviarie sotto la dire­zione dello StJto la concessione di crediti inotecari ai proprietari' di case per l'inizio di lavori di re-.=-tauro, la determinazione del prezzo del, grano e la scppre.S7 Pione del prelevamento del dieci per cento sulle rendite destinate a rialzare il corso di queste e a stimolare il rimpatrio dei capitali emigrati. Chautemps penserebbe, a Quanto si dice,' a chiedere agli onerai una quarantunesima ora di lavoro settimanale il cui provento verrebbe adibito ad un fondo di pensione per la vecchiaia.

c. r.

ranzo tuttavia si sonq inteni,i(ìcata o^gi quando si è apprer^o che la stampa di JN'ew York, dopo aver rivolto critiche aspre all'Inghilter­ra perche està non aderì nel 19.32 alla proposta americana di coo­pcrazione m Cina e quindi si resa responsa'oile della situazione, pre­sente, diciiiara oggi che, nonostan­te tutte le recriminazioni, sarà pu­re necessaria una collaborazione intima tra le potenze bianciic di Ironie ai graviss.mi problemi creati dalla guerra in Asia.

rmaniclie

Ciano I d r a a Loodra e Eden verrà a Roma?

Insistenti voci inglesi Londra, •'» notte

Il ministro degli Esteri .Eden ha fatto ritorno oggi a Londra e domain vi giungerà il primo mi­nistro Chamberlain il quale di­scuterà della situazione interna­zionale oltre che con Eden e lord Haliìax anche con il ministro del­le Forze Armate. Uno dei proble­mi che necessariamente sarà og­getto di scambi di vedute sarà quello dei rapporti italo-britan-nici, dato che durante l'assenza del Primo ministro' dalla capita­le il discorso palermitano ,del Du­ce ha contribuito ad una ulterio­re chiarificazione dell'orizzonte e dato che si avvicina l'epoca del ritorno a Roma di Lord Perth (sir Erick Drummond) al quale bisognerà impartire istruzioni det­tagliate sul modo di condurre le conversazioni col conte Ciano.

Correttezza de! "Popu'aire,, Il socialista Populaìre, del qua­

le abbiamo segnalato ieri l'edito­riale pacato, torna oggi sull'argo­mento dei rapporti con l'Italia ri­petendo, senza lasciarsi trascina­re dalle escandescenze comuniste, che il riavvicinamento anglo-ita­liano e franco-italiano, per essere interessante, deve essere duratu­ro e che l'opinione francese non reclama da Mussolini né pegni né garanzie, ma unicamente di ve­dersi convinta della sua condotta presente e futura. Purtroppo que­ste dichiaraz'oni di buon volere sono tutte foderate di tali restri-z'oni e di tali pregiudizi che il loro interesse pratico non è gran­de; se il riavvicinamento anglo-italiano dovesse farsi attraverso Parigi siamo convinti che esso non avrebbe mai ^ogo. Parigi non potrà subire in grado piii o

.meno alto l'iniziativa di migliora­ti raooorfi fra Londra e R- ma; ma, allo stato attuale delle cose, non é in condizioni di esplicarne alcuna per proprio conto.

Comunque, conformemente a quanto notavamo ieri, l'atmosfera generale nelle sfere ufììcìose ap pare meno pesante che non m passato. E malgrado gli articoli allarmistici ispirati a certi tecnici dallo scacco francese nella corsa Istres-Damasco-Parigi, articoli tal quali da parte nostra non sarebb" elegante insistere, gli onori resi agli equipasgi della nostra saua-dri l'Ila, le attenzioni cordiali di :u' è stato oersonalmente fatto segno Bruno Mussolini, la soddisfazione desta+a dal generoso sesto del o lonneUo .Biseo dor>p,ndo 300 mil.3 franchi agli invalidi dell'aeronau­tica francese, lo stesso tono cavil-leresco con cui la grande maggio­ranza dei giornali ha reso giusti­zia ai meriti dell'aviazione^ italia­na, costituiscono una prova che tra i due naesi la ruggine non è poi tanta che non si possa, con un po' di pazienza e di ìndusti-ìa. 'e-varla.

Delbos, il quale è tornato a Pa-

Un faito non improbabile A proposito del ministro degli

interi, itaUftao sì. continua a. par­lare qui! Sella possibilità di una sua visita a Londra e la stessa Yorkshire Post, . sempre ottima­mente informata, dice >oggi che­tale eventualità, è già -stata pre­sa- in 'considerazione e non deve esser posta fra le cose improba­bili.' Il giornale accenna pure ad una possibile visita di Eden in Italia e a questo riguardo 'scrive che eventuadmente il ministro de­gli Esteri britannico potrebbe de­cidere di recarsi nella capitale italiana durante il periodo in cui soggiornerà a Ginevra, ' qualora ritenesse opportuno di consultar­si personalmente col Governo di Roma. Ma per il momento, il pro­blema dell' Estremo Oriente è quello che maggiormente preoccu­pa gli uomini di Stato britannici in \i.sta del fatto che la distru­zione .di proprietà britanniche a Scianghai ammonta già a tre mi­liardi di lire e continuamente si aggravano; e ancora peggio in vista delle intenzioni attribuite al Governo giapponese. - Giorni or sono segnalavamo il

timore inglese che il Giappone voglia monopolizzare in futuro i privilegi spettanti Seiangai alle varie Potenr.e bianche e ìnsediar-visi da padrone in quel grande porto che è il polmone economico della Cina. Questo timore era nullo in confronto di quello su­scitato da certe informazioni odierne secondo le quali i piani di Tokio sarebbero ben piii am­biziosi. Il Giappone, si dice sta­sera a Londra, intende affermar­si in Cina anche a sud e occu­pare Canton. Esso cioè si propor­rebbe una guerra decisiva, risul­tato della quale dovrebbe essere la cacciata dei Cinesi nell'inter­no e l'occupazione da parte dei giapponesi di tutte le Provincie marittime. Questi progetti, per quanto fantastici, sono discussi seriamenie in qualche giornale britannico

E si rileva tra l'altro che la situazione allarma vivamente il Governo di Londra .perchè «il servizio di interessi dei prestiti cinesi è garantito dalle entrate dell" do'iar'^ marittimo». Si os­serva qui che ouesto sistema do-ffanale è basato sui trattati in-tprra^i'onali e ci si domanda se i t'-attati verranno osservati per filo e pc- sepno da un G'aopone agli apici della gloria militare.

1 danni brifannid Al momento presente si ripete

contro la nuova offensiva giudaico-massonica

Berlino. 2't luitte Mentre la politica di non inter­

vento languisco per l'opposizione della R^lssia sovietica e per l'in­dulgenza dei suoi traviati padrini, con la conseguenza che delle al­lentate reti de! controlio approfit­tano i trasporti sovietici per in­tensificare le rotte dal Mar Nero„ verso i porti della Spagna rossa e l'audacia dei ' pirati dell'aria pare accumulare incidenti su iji-cidenti, con l'evidente intento di spingere le cose all'orlo del pre­cipizio e del caos internazionale, la stampa tedesca ne trae occa­sione per sottolineare l'ammoni­mento in cui è culminato il di­scorso di Palermo: che cioè nes­suno si illuda sulla « solidarietà in atto » delle due Potenze del­l'asse Roma-Berlino; e che queste lascino, per esempio, trascinare l'Europa in una situazione tale da compromettere la salute di Euro­pa nel bacino occidentale medi­terraneo, lasciando cioè che co­munque possa insediarvisi un» succursale di Mosca. 4

La tracotanza bolscevica

a Londra in l'orma ufficiosa che l'Inghilterra non intende a nessun costo abbandonare le posizioni da lei occupate a -Seiangai e nelle altre città della Cina. 1 danni su­biti dalle ditte britanniche do­vranno essere risarciti. A Tokio sono già stati inviati ammonimen­ti in ouesto senso con la speranza di indurre il Governo nìnponico a meditare prima di compiere al­tri passi. Si è avvertito il Giap-none perfino che dovrà pagare il fìtto degli edifici britannici occu-oati temporaneamente dalle trup­pe di Sciancai. Ma la speranza maggiore è riposta nel piano di neutralizzazione della città per il quale sussiste da os'^i il consenso cinese comunicato all'ambasciato­re britannico, consenso condizio­nato naturalmente ad un'eauale acc.'='tta '' ne da parte del Giap­pone.

I giornali oggi traggono occa­sione dal nuovo incidente di pi­rateria aerea del piroscafo bri­tannico Noemi Julia e delle pro­teste che essi destano nella stam­pa inglese, nonché delie attire pro­teste per l'abuso che della bandie­ra britannica si fa per rifornire abusivamente il campo dei rossi, per esprimere la speranza di un ravvedimento dell'opinione pub­blica inglese circa il pericolo d'una ulteriore indulgenza verso la tra­cotanza collegata di Valencia e di Mosca

Una vivace polemica viene poi condotta dalla, più, parte dei gior­nali con la stampa franciese, éia~ pò l'indubitabile ammonimento di Mussolini, evidentemeafe sembrai aver registrata che Passe Bem.' -». Berlina -non .é '.una finzione n é ' un vuoto spaventapasseri; rna non potendo tuttavia rassegnarsi a considerare che l'Europa non giri pili su un asse francese o al mas-. Simo su un asse franco-inglese, in-tensifìca -la campagna per svalu­tare la politica concordata dai due Stati solidali come tutt'altro che rivolta alla pace, come dimo­strerebbe il fatto della loro non pronta adesione a tutte le trufTe della politica di sicurezza e di collaborazione.

XI Boersen Zeifung. in special modo, controbatte questa incrudi­ta carripagna secondo la quale i due Stati autoritari altra politica non avrebbero fatto se non quel­la di sacrificare gli interessi in Europa ai loro interessi ideologi­ci, opponendosi a Ginevra, alla' politica dì collaborazione e in. Spagna attraversando la pplitica di non ingerenza. Lo scopo di tut-" to ciò. secondo U giornale, è di dimostrare che l'asse Roma-Berti-no cominci male e abbia già dimo­strato sul nascere di essere" del tutto negativo per l'opera della pace al contrario di quello Lon­dra-Parigi che tanti e tanti be­nemeriti servigi ha resi come è noto alla'pace a Ginevra.,

La "pace ginevrina,, L'autorevole o r g a n o tedesco

obietta a ciò che della « pace gi­nevrina », vale a dire della pace francese o franco - inglese tanto l'Italia che la Germania ne ebbe­ro abbastanza avendo potuto sol­tanto contro Ginevra l'uno e l'al­tro raggiungere gli obbiettivi del­la propria libertà e possibilità di vita e di sviluppo. Ma siccome la pace ginevrina non coincide af­fatto con la pace di Europa, ciò non vuol vdire affatto che l'asse Roma - Berlino non abbia fatto nulla per quest'ultima. Al con­trario, -di essere uno dei più effi­caci strumenti di pace di cui la politica europea abbia mai dispo­sto, l'asse Roma-Berlino ha già dato sufficienti prove concluden­do accordi, spianando questioni, se­gnalando zone nevralgiche e strin­gendo patti di amicizia con tutti • i Paesi con cui ha potuto, ecce­zion fatta proprio con quelli per i quali precisamente e soltanto l'appartenenza al sistema france­se, ha costituito un'assoluta im­possibilità a farlo.

Il giornale reca dì ciò come esempio più brillante l'esempio della Cecoslovacchia dicendo es­sere questo un caso assolutamen­te inguaribile, come dimostrano episodi recenti e passati, il più eloquente dei quali è quel fa­moso piano economico danubiano immaginato da Hodza. al servizio della Francia da cui era esclusa nientemeno che la Germania

Comprensione rumena a favore dell'Italia

Bucarest, 2'» tioi:e Ha destato viva impressione il

commento ai discorso di Palermo pubblicato sull'organo ufficioso del 'VIinistero degli Esteri, l'independen-cc TQumaine. Il giornale rileva l'er­rata politica seguita nei confronti dell'Italia nella questione abissina a nella questione spagnola. Negli am­bienti politici romeni si osserva che questa è la prima volta che il gior-

Sembra però che questo piano I naie del Ministero degli Esteri ro-rigi oggi dalla villeggiatura e che ha fatto in consiglio di Gabinetto potrà diventare realtà solo se gli | mono prende cosi netta posizione una esposizione sommaria della I Stati TJnìti collaboreranno con \ contro la minaccia bolscevica e a situazibrié internazionale, ha da-1 l'Inghilterra. Per il momento nes- favore dell' Italia, il che .significa

.to destinato a rialzare il prestigio vanti a se, prima della riunione suna informazione concreta si può' che il discorso di Palermo è. stato fatti saltare, i pònti .distrutti, la I dell'istituto ginevrino. , '. 'idei. Consiglio . gine-vriho.. alcune I ottenere da Washington. Le spe- ' compreso nelle sfere ufficiali romene.