Post on 05-Mar-2020
“Giovani e crescita”“Giovani e crescita”
Due giorni di formazione
Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà
Abbazia di Spineto (SI), 6-7 ottobre 2011
“Giovani e crescita”“Giovani e crescita”
di Giorgio Vittadini Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà
Spunti per la discussioneSpunti per la discussione
A. Un Paese solo per vecchi?A. Un Paese solo per vecchi?
1. Diminuzione giovani
Spesa pensionistica in Italia: significativamente maggiore rispetto a quella dei paesi OCSE (14,1% sul Pil rispetto al 7% medio).
Nel 2010 tra i paesi OCSE l’Italia era il secondo paese più anziano dopo il Giappone, con 2,6 persone in età di lavoro (20-64 anni) per ogni anziano (65+).
1. Giovani e pensioni
lavoro (20-64 anni) per ogni anziano (65+).
Tendenza in aumento, a causa della bassa fertilità e della elevata speranza di vita.
Se tali stime sono lette assieme alla prospettiva di un profilo del rapporto spesa pensionistica / Pil crescente fino al 2030, si comprende che l'invecchiamento della popolazione pone questioni di sostenibilità della spesa sociale che sono ben lungi dall'essere risolte.
Meno figli per le famiglie più giovani
• La diminuzione del numero di figli minori si concentra nelle famiglie più giovani (capo-famiglia con meno di 40 anni, periodo 1997-2008)
2. Le giovani famiglie in difficoltà
con meno di 40 anni, periodo 1997-2008)
• Disoccupazione giovanile, precarietà e incertezza: fattori economici che possono aver influito su questa dinamica
Italia
1,8
2
2,2
2,4
tass
i di f
econ
dità
y = -0,04x + 2,711
1,2
1,4
1,6
10 15 20 25 30 35 40
tassi disoccup. giovanile
tass
i di f
econ
dità
Germania
1,5
1,6
1,7
1,8
1,9
2
tass
i di f
econ
dità
y = -0,03x + 1,691,1
1,2
1,3
1,4
0 2 4 6 8 10 12 14 16
tassi disoccup. giovanile
tass
i di f
econ
dità
Francia
2,1
2,3
2,5
2,7
tass
i di f
econ
dità
y = -0,02x + 2,311,5
1,7
1,9
2,1
0 5 10 15 20 25 30
tassi disoccup. giovanile
tass
i di f
econ
dità
Giappone
1,6
1,8
2
2,2
2,4
tass
i di f
econ
dità
y = -0,10x + 2,17
1
1,2
1,4
1,6
0 2 4 6 8 10 12
tassi disoccup. giovanile
tass
i di f
econ
dità
3. Scuola
Dispersione scolastica
� 117mila ragazzi non hanno terminato gli studi tra i 14 e 17 anni (Rapporto Isfol 2008)
� Il 40,5% dei ragazzi tra 15 e 24 anni non risulta in � Il 40,5% dei ragazzi tra 15 e 24 anni non risulta in formazione (Censis 2011)
� Dispersione del 18,8% tra i 18 e 24 anni (Istat 2011)
� Tassi di assenza scolastica in costante aumento
3. Scuola
Demotivazione
� In aumento i Neet: 2,1milioni (22%) di ragazzi tra 15 e 29 anni, 6,8% in + rispetto al 2009 (Istat, Rapporto 2010)Rapporto 2010)
� Il 38% dei quindicenni italiani ritiene la scuola «unluogo dove non si ha voglia di andare» (Ocse Pisa)
3. Scuola
Discrepanza con mercato del lavoro
� Bisogno di maestranze nelle imprese e operai specializzati
� Dal 2007 al 2010 il lavoro manuale è l’unico a � Dal 2007 al 2010 il lavoro manuale è l’unico a crescere: il 42,5% dei soggetti tra 15 e 24 anni svolge un’attività artigianale o operaia (Censis 2010)
ma…
� Meno 3,4% gli iscritti agli istituti professionali nell’a.s. 2011-12 rispetto al 2010-11 (Istat 2011)
� Il 49,2% ha scelto il liceo per l’a.s. 2011-12 (contro
3. Scuola
� Il 49,2% ha scelto il liceo per l’a.s. 2011-12 (contro il 46,2 dell’anno scorso)
Il lavoro manuale non permetterebbe emancipazione ed equità
3. Scuola - Pochi diplomati
4. Università – pochi laureati
Chart 12. Employer-sponsoring and participation rate in training
FinlandDenmark
Slovenia
Norway
United Kingdom
New Zealands
Australia
SwitzerlandUnited StatesNetherlands
Sweden
40
50
60
70
part
icip
atio
n ra
te in
con
tinu
ous
trai
ning
4. Università – Formazione permanente
Source : International Adult Literacy Survey
ChileHungary
Czech Rep.
Slovenia
Italy
Belgium
AustraliaCanada
Ireland
Polandy = 0.7547x - 10.138
R2 = 0.4288
0
10
20
30
40
40 50 60 70 80 90 100
share of trainees sponsored by their employers
part
icip
atio
n ra
te in
con
tinu
ous
trai
ning
Source: Ok-Tergeist (2002)
Famiglia di provenienza condiziona la scelta dei percorsi e le aspirazioni lavorative
A 5 anni dalla laurea: i più ricchi hanno maggiori contratti stabili, maggiori contratti autonomi e maggiore reddito
L'istruzione, compresa quella universitaria, non aiuta la progressione sociale degli strati più deboli della popolazione
4. Università e discriminazione
progressione sociale degli strati più deboli della popolazione
Ridotta presenza di studenti esteri nel nostro sistema universitario. Non preoccupa che i nostri più bravi vadano all'estero ma che il nostro sistema educativo e professionale non sia attrattivo per talent internazionali.
L’efficienza tecnica (iscritti/laureati) è diminuita (Agasisti, 2005). Alcune università attraggono studenti ma non hanno mezzi per gestirli e quindi non aumentano proporzionalmente i laureati
L’universitario italiano che esce dal 3+2 è un universitario competitivo -> la nostra università di base offre una buona preparazione. Il livello medio americano è inferiore al nostro.
4. Università – in sintesi
Non basta aver allargato il numero di studenti e laureati (negli USA 40%), impegno da mantenere e incrementare.
MA…
Scarso investimento in master e dottorati
102030405060708090
Occupazione per Livello di Istruzione
5. Occupazione e capitale umano
010
high skilled medium low skilled
M.A. Maggioni, AEEE, 05/10/2004
Source: Ok-Tergeist (2002)
5. Disoccupazione giovanile
5. Disoccupazione giovanile
5. Disoccupazione giovanile e incertezza
6. Ingresso nel mercato del lavoro
6. Età insegnanti
Imprenditori titolari di imprese individuali “under 30” sono sempre più anziani
Nel 2002: 8,1% del tot.Nel 2010: 6,3% del tot.
Cresciuta del 5,2% la quota degli imprenditori ultra settantenni, salita dall'8,5 al 9,2% del totale.
6. Età imprenditori
settantenni, salita dall'8,5 al 9,2% del totale.
Mancano all'appello 65.358 nomi di titolari di imprese individuali con meno di trent'anni. Una riduzione pari al 23,5% in questa fascia d'età, che è responsabile del 90% della diminuzione complessiva di imprese individuali (-72.529) avvenuta in Italia tra il 2002 e il 2010
(dati di Unioncamere-Infocamere)
6. Età nella PA
30000
35000
40000
45000
15-24 anni
0
5000
10000
15000
20000
25000
Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010
Nord Nord ovest Nord est Centro Mezzogiorno Italia
150000
200000
250000
25-34 anni
6. Età nella PA
0
50000
100000
150000
Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010
Nord Nord ovest Nord est Centro Mezzogiorno Italia
Al dicembre 2006 l’età media dei docenti italiani: 52 anni
- dei ricercatori: 44,9 anni, - dei professori associati: 52,1 - dei professori ordinari 58,7
6. Età docenti universitari
Nel 2000/2001 era di 51 anni contro:
48 anni in Francia42 nel Regno Unito 41 in Spagna 52 in Germania (inclusi i docenti a tempo determinato, più giovani e più numerosi).
In Italia in media si diventa avvocati a 32 anni.
È facile desumere che se l’età media di laurea in Italia è 26,5 anni, un giovane avvocato viene
6. Età avvocati
in Italia è 26,5 anni, un giovane avvocato viene impiegato in media 5,5 anni come praticante (di cui due obbligatori e gli altri, probabilmente, dovuti a bocciature all'esame di abilitazione).
Un medico comincia a lavorare in media a 31 anni (medico specializzato con anni di studio 6 + 5 )
oppure a 29 anni se medico generico ( 6 + 3 ).
6. Età medici
oppure a 29 anni se medico generico ( 6 + 3 ).
B. Educazione e capitale umanoB. Educazione e capitale umano
� Senza CU: Crescita esogena (Solow,1957)
Crescita PIL soltanto con crescita popolazione o tasso di miglioramento tecnico-organizzativo (CTO) esogeno
CU, crescita esogena ed endogena
� Con CU: Crescita endogena (Romer,1990)
Produttività determinata endogenamente da crescita CU, da attività di ReS, da varie modalità di apprendimento
Diffusione Diffusione
ICT ICT
Ricerca scientifica
Progresso
tecnologico
Impatto di CU su produttività
Aumento di creatività,
di capacità di lavoro
innovazione
Impatto territoriale
dei distretti
CU
Educazione
Impatto sulla
produttività
Aumento di creatività,
di capacità di lavoro
innovazione
Impatto territoriale
dei distretti
Educazione
�Un aumento di un anno di istruzione media nei paesi
Ocse provoca nel luogo periodo un incremento stabile
del 3-6% del prodotto (Rapporto OCSE 2005)
Impatto di CU su produttività
� Generalizzato aumento delle risorse pubbliche per
istruzione: 6,1% del PIL, (13% spesa pubblica), oltre
7.000 dollari annui per studente (media Ocse)
Percentuale di laureati (istr. Terziaria) vs
50° percentile "Literacy Skill Score" 15enni
Livelli di apprendimento e carriera successiva
Nesso tra qualità apprendimento nei primi anni e successo istruzione universitaria
0
10
20
30
40
50
60
460 480 500 520 540 560
r = 0.56
6
8
10
12
14
H*
no formaz
specif ica
base
Aumento CTO, CU, Formazione on the job
Senza formazione “on the job” l’incremento di CTO distrugge CU
36
Costi/opportunità di strategie formative: α (spec) ≤ β (base)≤ σ (appr)
M.A. Maggioni, AEEE, 05/10/2004Source: Maggioni (1997)
0
2
4
6
0 0.5 1 1.5 2
CTO
apprendimento
Linee di età-guadagni ipotetiche in occupazioni che differiscono nell’ammontare di conoscenze richieste:
Nessun training T
Guadagni annuali
Disuguaglianza sociali e CU
L’aumento di formazione e di istruzione diminuisce le disuguaglianze
età S' S
H
A
C
Nessun training
Basso training
Elevato training
bbB
T'
LL'
U'
T
U
• Nei Paesi emergenti (bric) la popolazione in età di lavoro aumenta: minor indice di dipendenza, maggiore risparmio, maggiori investimenti interni
• Nei Paesi occidentali maturi si distinguono tre
Popolazione in età di lavoro e crescita economica
• Nei Paesi occidentali maturi si distinguono tre tipologie di dinamica:
- USA, Svezia, UK
- Francia, Germania
- GIAPPONE (alta produttività), ITALIA (bassa produttività)
Recenti studi mostrano la forte importanza della motivazione personale nella riuscita scolastica
� Il CU di una persona non è riducibile all’incremento della sua capacità lavorativa
� Esso è innanzitutto desiderio di verità, di
Desiderio ed educazione: natura profonda del CU
� Esso è innanzitutto desiderio di verità, di giustizia, di bellezza
� Tale desiderio è il motore che ha reso miriadi di persone protagoniste della creatività sociale, dello sviluppo, del progresso attraverso il contributo gratuito all’edificazione del bene comune
� Occorre tornare ad educare io agli ideali
Spesa istruzione – confronto UE
Pochi investimenti non nell’eccellenza
Finanziamenti: scarsi, non selettivi tra università di eccellenza e non, basse tasse e basse borse di studio, nessun prestito, pochi
Università
basse borse di studio, nessun prestito, pochi fondi privati, poche risorse da vendita servizi
2 grandi temi:
• non si investe nell’eccellenza
• si spende poco e male
1. Concentrare le (poche) risorse disponibili su interventi ad elevato rendimento sociale e impatto rapido
2. Portare la famiglia, in quanto fattore di crescita, nell’ agenda politica
3. Promuovere, nel mercato dei capitali e degli investitori
Proposte per la famiglia
3. Promuovere, nel mercato dei capitali e degli investitori istituzionali, gli spazi di finanza sociale
Trasformare le entrate per obiettivi prioritari, come la famiglia, in “imposte di scopo”
+ risorse
Hanushek
540
550
560Finland
Netherlands
Ireland
50° percentile “Reading Skill Score” (OCSE-PISA 2000)
Proposte per la scuola
43
+ risorse
+ capitale umano
470
480
490
500
510
520
530
2.5 3 3.5 4 4.5 5 5.5
Austria
Denmark
France
SwedenUK
Ireland
Greece
Czech Rep.
Italy
Hungary
Portugal
Poland
Germany
Spain
Spesa Istruzione in rapporto al PIL
r = - 0.09
23.625
30
35
40Math
test
score
Esami centralizzati, Autonomia scolastica
Performance degli Studenti
44
NoYes
No
Yes
4.5
23.6
11.7
0.00
5
10
15
20
25
Central exams
School autonomy in determining course content PISA
� Libertà di educazione:pluralismo scolastico e autonomia
� Libertà di scelta delle famiglie: voucher
Modelli legislativi per il capitale umano
Proposte per la scuola
� Libertà di scelta delle famiglie: voucher
� Pluralità opzioni e rilancio formazioneprofessionale
� Valorizzazione professionalità insegnante
� Autonomia programmi, stipendi, budget
� Valutazione
Finanziamenti da offerta a domanda
Cambiare mentalità: l’università non è spesa sociale
Mentre spendiamo tanto e male per la scuola, spendiamo poco per l’università
Proposte per l’università
Smettere di finanziare a pioggia
Spostare finanziamenti da offerta a domanda: Miure regioni finanzino gli studenti che scelgono dove andare
Tasse + alte proporzionate ai redditi e borse di studio + alte per permettere un effettivo diritto allo studio
Diversificazione e competizione università
Scegliere un modello che valorizzi una competizione virtuosa fra università, una libertà di iniziativa
responsabile, positiva, costruttiva
Flessibilità di didattica e di ricerca vincolati al
Proposte per l’università
Flessibilità di didattica e di ricerca vincolati al raggiungimento di obiettivi di qualità e quantità
Ruoli diversi per diverse università tenendo conto di economie di scala, risorse attivabili, diversi obiettivi
effettivamente perseguibili
Master e dottorati
Ciò che è fondamentale nell’università italiana e non è stato riformato organicamente: l’eccellenza (dottorati,
master…)
Proposte per l’università
Dottorati di livello internazionale
Formazione permanente classe dirigente attraverso master universitari
Estension e fondazioni per le università a questo scopo
Internazionalizzazione
Strumenti per far formare gli studenti all’estero e possibilmente farli rientrare
Proposte per l’università
Strumenti per attirare studenti dall’estero e per mantenere i contatti
Esternalizzazione
Libertà di stipulare contratti con imprese, consulenti… (esternalizzazione)
Libertà di vendere servizi educativi e ricerche
Proposte per l’università
Libertà di vendere servizi educativi e ricerche
Capacità di ricerca, ma anche capacità organizzative e di reperimento fondi
Semplificazione norme reclutamento personale per attività di vendita servizi ricerca e consulenza
Detassazione donazioni, ecc
Giovani (15-29 anni)*: Tipologie contrattuali Avviamenti
40000
60000
80000
100000
120000
Proposte per il lavoro
0
20000
I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre
Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 Anno 2011
Flessibili Permanenti
64% di contratti flessibili e 36% Permanenti *
-Apprendistato = 10% degli Avviamenti Complessivi 08-10
-Apprendistato= 28% degli Avviamenti Permanenti 08-10
* Senza AVG e senza Altre tipologie di comunicazioni (stage e tirocini)
Transizioni nel periodo 2000 - 2006
Probabilità di passaggio di
stato marginali
Transizioni nel periodo 2000 – 2006Modalità di convergenza – Tempo indeterminato
Tempo di convergenza