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“Giovani e crescita” Due giorni di formazione Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà di Giorgio Vittadini Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Spunti per la discussione

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“Giovani e crescita”

Due giorni di formazione

Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà

di Giorgio Vittadini Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà

Spunti per la discussione

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A. Un Paese solo per vecchi?

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1. Diminuzione giovani

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Spesa pensionistica in Italia: significativamente maggiore rispetto a quella dei paesi OCSE (14,1% sul Pil rispetto al 7% medio).

Nel 2010 tra i paesi OCSE l’Italia era il secondo paese più anziano dopo il Giappone, con 2,6 persone in età di lavoro (20-64 anni) per ogni anziano (65+).

Tendenza in aumento, a causa della bassa fertilità e della elevata speranza di vita.

Se tali stime sono lette assieme alla prospettiva di un profilo del rapporto spesa pensionistica / Pil crescente fino al 2030, si comprende che l'invecchiamento della popolazione pone questioni di sostenibilità della spesa sociale che sono ben lungi dall'essere risolte.

1. Giovani e pensioni

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Meno figli per le famiglie più giovani

• La diminuzione del numero di figli minori si concentra nelle famiglie più giovani (capo-famiglia con meno di 40 anni, periodo 1997-2008)

• Disoccupazione giovanile, precarietà e incertezza: fattori economici che possono aver influito su questa dinamica

2. Le giovani famiglie in difficoltà

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Italia

y = -0,04x + 2,711

1,2

1,4

1,6

1,8

2

2,2

2,4

10 15 20 25 30 35 40

tassi disoccup. giovanile

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co

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ità

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Germania

y = -0,03x + 1,691,1

1,2

1,3

1,4

1,5

1,6

1,7

1,8

1,9

2

0 2 4 6 8 10 12 14 16

tassi disoccup. giovanile

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co

nd

ità

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Francia

y = -0,02x + 2,311,5

1,7

1,9

2,1

2,3

2,5

2,7

0 5 10 15 20 25 30

tassi disoccup. giovanile

tass

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eco

nd

ità

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Giappone

y = -0,10x + 2,17

1

1,2

1,4

1,6

1,8

2

2,2

2,4

0 2 4 6 8 10 12

tassi disoccup. giovanile

tas

si d

i fe

co

nd

ità

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3. Scuola

Dispersione scolastica

117mila ragazzi non hanno terminato gli studi tra i 14 e 17 anni (Rapporto Isfol 2008)

Il 40,5% dei ragazzi tra 15 e 24 anni non risulta in formazione (Censis 2011)

Dispersione del 18,8% tra i 18 e 24 anni (Istat 2011)

Tassi di assenza scolastica in costante aumento

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3. Scuola

Demotivazione

In aumento i Neet: 2,1milioni (22%) di ragazzi tra 15 e 29 anni, 6,8% in + rispetto al 2009 (Istat, Rapporto 2010)

Il 38% dei quindicenni italiani ritiene la scuola «un luogo dove non si ha voglia di andare» (Ocse Pisa)

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3. Scuola

Discrepanza con mercato del lavoro

Bisogno di maestranze nelle imprese e operai specializzati

Dal 2007 al 2010 il lavoro manuale è l’unico a crescere: il 42,5% dei soggetti tra 15 e 24 anni svolge un’attività artigianale o operaia (Censis 2010)

ma…

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Meno 3,4% gli iscritti agli istituti professionali nell’a.s. 2011-12 rispetto al 2010-11 (Istat 2011)

Il 49,2% ha scelto il liceo per l’a.s. 2011-12 (contro il 46,2 dell’anno scorso)

Il lavoro manuale non permetterebbe emancipazione ed equità

3. Scuola

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3. Scuola - Pochi diplomati

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4. Università – pochi laureati

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Chart 12. Employer-sponsoring and participation rate in training

Source : International Adult Literacy Survey

ChileHungary

FinlandDenmark

Czech Rep.

Slovenia

Norway

Italy

Belgium

United Kingdom

New Zealands

AustraliaCanada

SwitzerlandUnited States

Ireland

Netherlands

Poland

Sweden

y = 0.7547x - 10.138

R2 = 0.4288

0

10

20

30

40

50

60

70

40 50 60 70 80 90 100

share of trainees sponsored by their employers

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co

nti

nu

ou

s tr

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ing

Source: Ok-Tergeist (2002)

4. Università – Formazione permanente

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Famiglia di provenienza condiziona la scelta dei percorsi e le aspirazioni lavorative

A 5 anni dalla laurea: i più ricchi hanno maggiori contratti stabili, maggiori contratti autonomi e maggiore reddito

L'istruzione, compresa quella universitaria, non aiuta la progressione sociale degli strati più deboli della popolazione

Ridotta presenza di studenti esteri nel nostro sistema universitario. Non preoccupa che i nostri più bravi vadano all'estero ma che il nostro sistema educativo e professionale non sia attrattivo per talent internazionali. L’efficienza tecnica (iscritti/laureati) è diminuita (Agasisti, 2005). Alcune università attraggono studenti ma non hanno mezzi per gestirli e quindi non aumentano proporzionalmente i laureati

4. Università e discriminazione

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L’universitario italiano che esce dal 3+2 è un universitario competitivo -> la nostra università di base offre una buona preparazione. Il livello medio americano è inferiore al nostro.

Non basta aver allargato il numero di studenti e laureati (negli USA 40%), impegno da mantenere e incrementare.

MA…

Scarso investimento in master e dottorati

4. Università – in sintesi

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0102030405060708090

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Italy

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Hungary

C

hile

Pola

nd

Port

ugal

high skilled medium low skilled

M.A. Maggioni, AEEE, 05/10/2004

Source: Ok-Tergeist (2002)

Occupazione per Livello di Istruzione

5. Occupazione e capitale umano

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5. Disoccupazione giovanile

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5. Disoccupazione giovanile

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5. Disoccupazione giovanile e incertezza

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6. Ingresso nel mercato del lavoro

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6. Età insegnanti

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Imprenditori titolari di imprese individuali “under 30” sono sempre più anziani

Nel 2002: 8,1% del tot.Nel 2010: 6,3% del tot.

Cresciuta del 5,2% la quota degli imprenditori ultra settantenni, salita dall'8,5 al 9,2% del totale.

Mancano all'appello 65.358 nomi di titolari di imprese individuali con meno di trent'anni. Una riduzione pari al 23,5% in questa fascia d'età, che è responsabile del 90% della diminuzione complessiva di imprese individuali (-72.529) avvenuta in Italia tra il 2002 e il 2010

(dati di Unioncamere-Infocamere)

6. Età imprenditori

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6. Età nella PA

Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 20100

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

40000

45000

15-24 anni

Nord Nord ovest Nord est Centro Mezzogiorno Italia

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Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 20100

50000

100000

150000

200000

250000

25-34 anni

Nord Nord ovest Nord est Centro Mezzogiorno Italia

6. Età nella PA

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Al dicembre 2006 l’età media dei docenti italiani: 52 anni

- dei ricercatori: 44,9 anni, - dei professori associati: 52,1 - dei professori ordinari 58,7

Nel 2000/2001 era di 51 anni contro:

48 anni in Francia42 nel Regno Unito 41 in Spagna 52 in Germania (inclusi i docenti a tempo determinato, più giovani e più numerosi).

6. Età docenti universitari

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In Italia in media si diventa avvocati a 32 anni.

È facile desumere che se l’età media di laurea in Italia è 26,5 anni, un giovane avvocato viene impiegato in media 5,5 anni come praticante (di cui due obbligatori e gli altri, probabilmente, dovuti a bocciature all'esame di abilitazione).

6. Età avvocati

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Un medico comincia a lavorare in media a 31 anni (medico specializzato con anni di studio 6 + 5 )

oppure a 29 anni se medico generico ( 6 + 3 ).

6. Età medici

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B. Educazione e capitale umano

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Senza CU: Crescita esogena (Solow,1957)

Crescita PIL soltanto con crescita popolazione o tasso di miglioramento tecnico-organizzativo (CTO) esogeno

Con CU: Crescita endogena (Romer,1990)

Produttività determinata endogenamente da crescita CU, da attività di ReS, da varie modalità di apprendimento

CU, crescita esogena ed endogena

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Diffusione ICT

Aumento di creatività, di capacità di lavoro

innovazione

Impatto territorialedei distretti

CU

Educazione

Impatto sulla produttività

Ricerca scientifica Progresso

tecnologico

Aumento di creatività, di capacità di lavoro

innovazione

Impatto territorialedei distretti

Educazione

Impatto di CU su produttività

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Un aumento di un anno di istruzione media nei paesi

Ocse provoca nel luogo periodo un incremento stabile

del 3-6% del prodotto (Rapporto OCSE 2005)

Generalizzato aumento delle risorse pubbliche per

istruzione: 6,1% del PIL, (13% spesa pubblica), oltre

7.000 dollari annui per studente (media Ocse)

Impatto di CU su produttività

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Percentuale di laureati (istr. Terziaria) vs

50° percentile "Literacy Skill Score" 15enni

0

10

20

30

40

50

60

460 480 500 520 540 560

r = 0.56

Livelli di apprendimento e carriera successiva

Nesso tra qualità apprendimento nei primi anni e successo istruzione universitaria

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36

Costi/opportunità di strategie formative: (spec) (base) (appr)

M.A. Maggioni, AEEE, 05/10/2004Source: Maggioni (1997)

0

2

4

6

8

10

12

14

0 0.5 1 1.5 2

CTO

H*

no formaz

specif ica

base

apprendimento

Aumento CTO, CU, Formazione on the jobSenza formazione “on the job” l’incremento di CTO distrugge CU

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Linee di età-guadagni ipotetiche in occupazioni che differiscono nell’ammontare di conoscenze richieste:

età S' S

H

A

C

Nessun training

Basso training

Elevato training

bbB

T'

LL'

U'

T

U

Guadagni annuali

Disuguaglianza sociali e CU

L’aumento di formazione e di istruzione diminuisce le disuguaglianze

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• Nei Paesi emergenti (bric) la popolazione in età di lavoro aumenta: minor indice di dipendenza, maggiore risparmio, maggiori investimenti interni

• Nei Paesi occidentali maturi si distinguono tre tipologie di dinamica:

- USA, Svezia, UK

- Francia, Germania

- GIAPPONE (alta produttività), ITALIA (bassa produttività)

Popolazione in età di lavoro e crescita economica

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Recenti studi mostrano la forte importanza della motivazione personale nella riuscita

scolastica

Il CU di una persona non è riducibile all’incremento della sua capacità lavorativa

Esso è innanzitutto desiderio di verità, di giustizia, di bellezza

Tale desiderio è il motore che ha reso miriadi di persone protagoniste della creatività

sociale, dello sviluppo, del progresso attraverso il contributo gratuito all’edificazione del bene comune

Occorre tornare ad educare io agli ideali

Desiderio ed educazione: natura profonda del CU

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Spesa istruzione – confronto UE

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Pochi investimenti non nell’eccellenza

Finanziamenti: scarsi, non selettivi tra università di eccellenza e non, basse tasse e basse borse di studio, nessun prestito, pochi fondi privati, poche risorse da vendita servizi

2 grandi temi:

• non si investe nell’eccellenza

• si spende poco e male

Università

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1. Concentrare le (poche) risorse disponibili su interventi ad elevato rendimento sociale e impatto rapido

2. Portare la famiglia, in quanto fattore di crescita, nell’ agenda politica

3. Promuovere, nel mercato dei capitali e degli investitori istituzionali, gli spazi di finanza sociale

Trasformare le entrate per obiettivi prioritari, come la famiglia, in “imposte di scopo”

Proposte per la famiglia

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43

+ risorse

+ capitale umano

Hanushek

470

480

490

500

510

520

530

540

550

560

2.5 3 3.5 4 4.5 5 5.5

Austria

Denmark

France

Sweden

Finland

UK

Netherlands

Ireland

Greece

Czech Rep.

Italy

Hungary

Portugal

Poland

Germany

Spain

50° percentile “Reading Skill Score” (OCSE-PISA 2000)

Spesa Istruzione in rapporto al PIL

r = - 0.09

Proposte per la scuola

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44

NoYes

No

Yes

4.5

23.6

11.7

0.00

5

10

15

20

25

30

35

40

Central exams

School autonomy in determining course content PISA

Math test

score

Esami centralizzati, Autonomia scolastica Performance degli Studenti

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Libertà di educazione: pluralismo scolastico e autonomia

Libertà di scelta delle famiglie: voucher

Pluralità opzioni e rilancio formazione professionale

Valorizzazione professionalità insegnante

Autonomia programmi, stipendi, budget

Valutazione

Modelli legislativi per il capitale umano

Proposte per la scuola

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Finanziamenti da offerta a domanda

Cambiare mentalità: l’università non è spesa sociale

Mentre spendiamo tanto e male per la scuola, spendiamo poco per l’università

Smettere di finanziare a pioggia

Spostare finanziamenti da offerta a domanda: Miur e regioni finanzino gli studenti che scelgono dove andare

Tasse + alte proporzionate ai redditi e borse di studio + alte per permettere un effettivo diritto allo studio

Proposte per l’università

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Diversificazione e competizione università

Scegliere un modello che valorizzi una competizione virtuosa fra università, una libertà di iniziativa

responsabile, positiva, costruttiva

Flessibilità di didattica e di ricerca vincolati al raggiungimento di obiettivi di qualità e quantità

Ruoli diversi per diverse università tenendo conto di economie di scala, risorse attivabili, diversi obiettivi

effettivamente perseguibili

Proposte per l’università

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Master e dottorati

Ciò che è fondamentale nell’università italiana e non è stato riformato organicamente: l’eccellenza (dottorati,

master…)

Dottorati di livello internazionale

Formazione permanente classe dirigente attraverso master universitari

Estension e fondazioni per le università a questo scopo

Proposte per l’università

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Internazionalizzazione

Strumenti per far formare gli studenti all’estero e possibilmente farli rientrare

Strumenti per attirare studenti dall’estero e per mantenere i contatti

Proposte per l’università

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Esternalizzazione

Libertà di stipulare contratti con imprese, consulenti… (esternalizzazione) Libertà di vendere servizi educativi e ricerche

Capacità di ricerca, ma anche capacità organizzative e di reperimento fondi

Semplificazione norme reclutamento personale per attività di vendita servizi ricerca e consulenza

Detassazione donazioni, ecc

Proposte per l’università

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Giovani (15-29 anni)*: Tipologie contrattuali Avviamenti

I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I Trimestre II Trimestre III Trimestre IV Trimestre I TrimestreAnno 2008 Anno 2009 Anno 2010 Anno 2011

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

Flessibili Permanenti

64% di contratti flessibili e 36% Permanenti *-Apprendistato = 10% degli Avviamenti Complessivi 08-10-Apprendistato= 28% degli Avviamenti Permanenti 08-10

* Senza AVG e senza Altre tipologie di comunicazioni (stage e tirocini)

Proposte per il lavoro

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Transizioni nel periodo 2000 - 2006

Probabilità di passaggio di stato marginali

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Transizioni nel periodo 2000 – 2006Modalità di convergenza – Tempo indeterminato

Tempo di convergenza