Post on 08-Jul-2020
DALL’ECONOMIA DELLO SCARTO ALL’ECONOMIA CIRCOLARE. IL RUOLO DELLA CREATIVITÀ IMPRENDITORIALE E DELLA DIFFERENZIAZIONE PRODUTTIVA PER LA SOSTENIBILITÀ
CATIA BASTIOLI ROMA, 18 MARZO 2016 LAUDATO SI’: QUALE CURA DELLA CASA COMUNE?
La Strategia Europea necessita di ulteriori sforzi:
Porsi adeguati obiettivi e targets per vincere la triplice sfida della efficienza delle risorse, della
resilienza degli ecosistemi e del benessere delle persone accelerando la riconfigurazione dei
sistemi Europei di produzione e consumo.
partire dalla produzione di nuovi e più sostenibili prodotti per affrontare/risolvere le sei sfide
sociali identificate nella Strategia Europea del 2020 e altri problemi specifici locali
La terza conferenza europea sulla Bioeconomia di Torino (ottobre
2014) ha evidenziato che:
esiste la disponibilità di un’ampia gamma di nuovi prodotti e tecnologie a livello europeo,
nonché di casi studio di una economia di sistema, che possono catalizzare un più veloce
sviluppo sostenibile.
la crisi per un certo verso è il risultato della nostra incapacità di cambiare modello. Se le
politiche non saranno in grado di trarre vantaggio da quanto realizzato i costi della inattività
saranno drammaticamente elevati
è necessario un cambio di mentalità ( “mindset”): la Bioeconomia non riguarda le materie
prime rinnovabili ma la Rigenerazione Territoriale e un cambiamento culturale che deve
coinvolgere ognuno di noi
La sfida ambientale: da dove ripartire
Un cambio di modello da lineare a circolare
E’ necessario incoraggiare la transizione da un modello lineare a una economia circolare
attraverso un salto culturale verso una sostenibilità economica, sociale ed ambientale che
deve coinvolgere la società nella sua interezza e partire dal coinvolgimento delle aree locali e
dalla collaborazione dei diversi interlocutori
PROMUOVERE IL CONCETTO DI REGIONI SOSTENIBILI
COME PER «IL PATTO DEI SINDACI», CON NUOVE LOGICHE DI PRODUZIONE E
DI CONSUMO
Recupero di terre abbandonate per produzioni sostenibili sinergiche con il cibo
Riqualificazione dei suoli
Reindustrializzazione di siti inquinati/ deindustrializzati
Ripensare filiere agricole non più sostenibili (temporaneamente o permanentemente)
applicando nuove strategie a lungo termine che prevedano tecnologie integrate
Connettere i nuovi impianti (flagships) con l’energia rinnovabile garantendo che le nuove
produzioni nascano a basso contenuto di carbonio
Adottare standard adeguati ai sistemi come ad esempio il PEF, con misure di supporto
all’entrata sul mercato come il GPP)
Stimolare progetti sistemici che partendo da specifiche filiere locali prevedano nuovi approcci
alla produzione e al consumo coinvolgendo il mondo agricolo, industriale, della distribuzione,
del consumo, della ricerca e della formazione con obiettivi ambientali, economici e sociali
Network di Regioni Sostenibili attraverso Protocolli d’Intesa a livello nazionale ed europeo
capaci di connettere progetti garantendo la diversificazione e la complementarietà dei progetti
per un effetto sinergico e per garantire un impiego virtuoso dei fondi strutturali, dei PSR e di
altri mezzi finanziari con massimizzazione delle ricadute
Formazione e comunicazione
1. Chimica/Agricoltura: le bioraffinerie integrate nel territorio nella chimica da
materie prime rinnovabili su siti deindustrializzati. con filiere agricole su terreni
marginali e coproduzioni food/ feed con a valle, bioprodotti in grado di risolvere
gravi problemi di inquinamento ambientale;
2. Gestione dei Rifiuti: il riciclo del rifiuto organico, altrimenti sprecato in discarica,
essenziale per rigenerare la fertilità. Italia a rifiuto organico zero in discarica e
con un flusso di materie prime per compost, biogas e bioprodotti;
3. Energia: la rivoluzione delle energie rinnovabili e la rete elettrica nazionale, con il
lavoro già fatto e quello che si sta pianificando per permettere l’ integrazione
delle fonti rinnovabili e la loro interconnessione con gli altri Paesi europei.
Casi studio avanzati di bioeconomia in Italia nella logica
della economia circolare interconnessa e interdisciplinare
IL CASO DELLE PLASTICHE BIODEGRADABILI (A PARTIRE DAI SACCHI PER IL RIFIUTO ORGANICO E
DALLO SHOPPER), ATTRAVERSO TANTE SFIDE E COMPLESSITÀ, HA SAPUTO CREARE UNA
CULTURA COMUNE E UNA COESIONE TRA PARTI NORMALMENTE SU FRONTI OPPOSTI,
PONENDO LE BASI PER UNA POSIZIONE CONDIVISA DELL’ITALIA SU QUESTO TEMA (IL MONDO
AMBIENTALISTA, L’AGRICOLTURA, L’INDUSTRIA ED IN PARTICOLARE IL SETTORE DELLA CHIMICA,
L’ACCADEMIA E IL MONDO DELL’INNOVAZIONE, LE PARTI SOCIALI, LE ISTITUZIONI LOCALI,
NAZIONALI ED EUROPEE, LA STAMPA, IL MONDO DELLA FINANZA, LE FONDAZIONI, LA GDO DA
ULTIMO UNIONCAMERE E CONFCOMMERCIO).
LO SVILUPPO DI PRODOTTO È STATO UTILIZZATO COME PROPULSORE DI NUOVE TECNOLOGIE
INTEGRATE CHE STANNO PER INIZIARE A GENERARE NUOVI SVILUPPI CREANDO SISTEMI A
MONTE E A VALLE
Il caso delle filiera delle bioplastiche e proteine: stiamo imparando a fare sistema
INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE
A VALLE
GRANDE DISTRIBUZIONE
CITTADINI CONSUM-ATTORI
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
BIOPLASTICHE
FILIERA AGRICOLA
INTEGRATA
RICERCA&INNOVAZIONE
COMPOSTATORI
COMPOST PER LA FERTILITÀ
DEI SUOLI
E OPERATORI RACCOLTA DIFFERENZIATA
LA BIORAFFINERIA NOVAMONT: TECNOLOGIE, COMPETENZE E LOGICA MULTISETTORIALE
Ampio portafoglio di tecnologie proprietarie (>1000
brevetti)
Centro di ricerca nel 1996, nel 2015 il Gruppo
Novamont ha fatturato circa 178Ml€ (crescita del +30%
rispetto al 2014, usando tutte tecnologie proprietarie
Investimenti in ricerca ad oggi >200Ml€
4 impianti primi al mondo, con un investimento
industriale complessivo che supera i 500Ml € e ulteriori
investimenti programmati
Primo progetto «flagship» approvato e finanziato a
livello EU
Gruppo di ingegneria capace di costruire impianti basati
su tecnologie proprietarie e capace di moltiplicare le
opportunità
Reindustrializzazione di 6 siti deindustrializzati
(convolte oltre 550 unità dirette e 1.500 indirette)
Mercati in diversi settori, con una serie di prodotti nel
campo delle bioplastiche e dei biochemicals prima non
esistenti in Europa
Una filiera agricola con grande potenziale per
alimentare le bioraffinerie e creare una fonte locale di
proteine per l’alimentazione animale (accordo
strategico con Coldiretti)
Attivazione di un sistema di raccolta differenziata del
rifiuto organico eccellente e di riferimento per l’Europa
che prevede l’uso di bioplastiche biodegradabili
Creazione del Cluster Chimica Verde (più di 100
associati tra imprese e università e altri attori del
comparto della bioeconomia)
Sistema formativo per ricercatori giovani ed esperti (più
di 300 persone dal 2000, la maggior parte delle quali poi
entrata a far parte dell’organico della società)
Network dei siti produttivi in funzione, in costruzione e in progettazione con flusso feedstock dedicati alla filiera delle bioplastiche
MATER-BIOPOLYMER (78% Novamont) Patrica (FR) - Lazio
PRODUZIONE POLIESTERI DA OLI VEGETALI
NOVAMONT Novara - Piemonte
CENTRO DIREZIONALE E CENTRO DI RICERCA
ACIDO
AZELAICO
BIO-BDO
MATER-BIOTECH (100% Novamont) Adria (RO) - Veneto
FLAGSHIP PRODUZIONE BIO-BUTANDIOLO PER
VIA FERMENTATIVA
NOVAMONT Terni - Umbria
PRODUZIONE MATER-BI DA
AMIDO
RICERCA SU INTERMEDI DA
FONTE RINNOVABILE
NOVAMONT Piana di Monte Verna (CE) -
Campania
CENTRO DI RICERCA BIOTECNOLOGICO
MATRÌCA Porto Torres (SS) - Sardegna
FLAGSHIP AZELAICO E PELARGONICO, LORO ESTERI, PLASTIFICANTI, ERBICIDI NATURALI, BASI PER BIOLUBRIFICANTI
FILIERA AGRICOLA INTEGRATA
ZUCCHERI 2°
GENERAZIO
NE
POLIESTERI
AMIDO
NUOVI BIOCHEMICALS: SETTORI IN CUI I PRODOTTI MATRÌCA CONTRIBUIRANNO
ALLA QUALITÀ DELL’AMBIENTE
BIOPLASTICHE: MATER-BI PROPRIETARIO
DI TERZA GENERAZIONE (CON ACIDO
AZELAICO)
PLASTIFICANTI PER PVC E ALTRI
POLIMERI IN SOSTOTUZIONE DEGLI
FTALATI
PRODUZIONE GLOBALE DI
FTALATI: 5,5 MLN TON
BIOLUBRIFICANTI PER AGRICOLTURA,
APPLICAZIONI INDUSTRIALI E MARINE:
ALTA SCIVOLOSITÀ, BIODEGRADABILITÀ,
BASSA INFIAMMABILITÀ
PRODUZIONE UE DI
LUBRIFICANTI: 5,2 MLN TON
FLUIDI IDRAULICI: 0,7 MLN TON
COMPONENTI PER COSMETICI PALM OIL
FREE
OLI ESTENSORI PER GOMME PRODUZIONE EUROPEA:
> 0,5 MLN TON
BIO-ERBICIDI PER AGRICOLTURA
INTEGRATA
SETTORI APPLICATIVI
CONTENUTO DI
CARBONIO ORGANICO
NEGLI STRATI
SUPERIFCIALI (FONTE:
JRC)
IL COMPOST
COME MOTORE
PER LA FERTILITÁ DEI SUOLI
SVILUPPO DI SISTEMI PER LA
RACCOLTA DIFFERENZIATA DEL
RIUFUTO ORGANICO
ATTRAVERSO LE BIOPLASTICHE
RIFIUTO
ORGANICO IN
DISCARICA
Esempio di Innovazione di Prodotti per Ripensare un Sistema
2006: 2,600 TON UMIDO + VERDE RACCOLTO
2013 IN ITALIA (DATI RAPPORTO ANNUALE CIC 2014):
5.200 TONNELLATE RACCOLTE (UMIDO + VERDE)
4,8% DI IMPURITÀ (TREND DI
CONTAMINAZIONE IN CALO)
240 IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO E 43 IMPIANTI DI DIGESTIONE ANAEROBICA
45 31
39 30
18 30
56
96
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Vienna Monaco diB.
Londra Amburgo Berlino Milano
Milano2014
Milano2013
2012(Organicoporta aporta)
Rifiuto organico: il caso Milano
IL MODELLO DI BUSINESS NOVAMONT E LE SUE POTENZIALITA’ DI RIGENERAZIONE TERRITORIALE
GDO
TRASFORMATORI
GRANDI BRANDS AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE
COMPOSTATORI
Bio BDO
Trattamento biomasse
Biotecnologia Industriale
Acido azelaico
Acido pelargonico
Altri intermedi chimici
Cosmetici Additivi per polimeri
Biolubrificanti Bio-erbicidi
CREAZIONE DI INFRASTRUTTURE DI BIOECONOMIA NELLE AREE LOCALI
TECNOLOGIE PER INTEGRAZIONE A MONTE DELLA FILIERA DELLA BIOPLASTICHE
• Fattori che influenzano la
rigenerazione territoriale
• settori applicativi
• Partners/stakeholder
lungo la value-chain
11
AGRICOLTORI UNIV.ERSITA’, CENTRI R&D ,
START-UPS, AMBIENTALISTI,
AVVIATA IN UMBRIA PIÙ DI 10 ANNI FA CON L’OBIETTIVO DI CREARE UN NUOVO MODELLO DI COLLABORAZIONE TRA INDUSTRIA DI INNOVAZIONE E AGRICOLTORI, PER UNA RIGENERAZIONE TERRITORIALE PARTENDO DAGLI OLI VEGETALI E DALLA FILIERA DELLE BIOPLASTICHE
OGGI: I PRIMI PRODOTTI SONO PRONTI PER ESSERE MESSI SUL MERCATO DA PARTE DEI CONSORZI AGRARI
PORTO TORRES: 4 ANNI DI ATTIVITÀ SPERIMENTALE SU ARIDOCOLTURE (PROTOCOLLI AGRONOMICI, MECCANIZZAZIONE, LOGISTICA, MIGLIORAMENTI GENETICI, ETC.), UTILIZZO DI BIOMASSE/OLI CON MATRÌCA, ALIMENTAZIONE ANIMALE IN COLLABORAZIONE CON I PASTORI
ACCORDO GENERALE NOVAMONT/COLDIRETTI FIRMATO A GENNAIO 2015
NOVAMONT/COLDIRETTI: UNA RELAZIONE DI LUNGO CORSO
PRODOTTI BIO-BASED: SUPPORTO AI PRODOTTI BIO-BASED, PROVENIENTI DA
FILIERE INTEGRATE, CON UN CONTENUTO DI MATERIA PRIMA RINNOVABILE >50%,
E CHE RISOLVONO SPECIFICI PROBLEMI AMBIENTALI (ES. SHOPPER
BIODEGRADABILI E COMPOSTABILI E UTILIZZO DI LUBRIFICANTI, FILM
PER PACCIAMATURA, BIOERBICIDI RINNOVABILI E A BASSO IMPATTO),
IMMESSI SUL MERCATO TRAMITE CIA – CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
IL CARDO, COME ESEMPIO DI ARIDOCOLTURA:
UNA OPPORTUNITA’ PER IL SUD ITALIA E NON SOLO
Sviluppare una filiera agricola tutta italiana sulla
coltivazione del cardo, può essere alla base di una intera
filiera produttiva con mote ricadute anche in campo
agricolo e di qualità del territorio:
• effetto positivo sul reddito dell’agricoltore
• beneficio ambientale per il limitato uso di prodotti
chimici, acqua etc richiesto dalla coltura
• aumento della vitalità delle aree rurali
• rilancio di attività economiche profittevoli in aree
attualmente marginali
• Possibilità di creare una sorgente locale di proteine per
il settore mangimistico oltre all’olio per la filiera
chimica, zuccheri di diversa nauta e molecole attive
IL CARDO: USI DIVERSI E CONDIZIONI DI SVILUPPO
L’impresa agricola di Giacomo Masia, con il suo
impegno nella sperimentazione del cardo in
Sardegna, è arrivata tra i finalisti nella categoria
We Green, dedicata alle aziende che pongono
particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e
all’agricoltura sociale, ponendosi come interpreti
di un modello di sviluppo attento alla sostenibilità e
a servizio dell’intera società.
IMPRESA AGRICOLA DI GIACOMO MASIA (CARDO) FINALISTA AGLI OSCAR GREEN DI COLDIRETTI
Spin-off fondato nel 2014 e partecipato
dall’Università degli Studi di Sassari.
Progetto legato all’utilizzo della farina
proteica ottenuta dalla trasformazione del
cardo per l’alimentazione animalie
Oltre al beneficio per il territorio, i
coprodotti della filiera del cardo, tutti
senza Ogm, permettono di ridurre
l’importazione e, di conseguenza, i costi,
delle farine proteiche, con evidenti
vantaggi economici e ambientali
LAVORARE CON GLI SPIN-OFF: ANIMAL NEW TECH E LA SPERIMENTAZIONE SULLE FARINE PROTEICHE DAL CARDO
SPERIMENTAZIONI BIOLUBRIFICANTI MATROL-BI
Inizio sperimentazioni olio idraulico
Matrol-Bi ISO 46 su mezzo
autocompattatore Contarina S.p.A.
LA PARTNERSHIP INTORNO AD UN PROGETTO
8 REGIONI SOSTENITRICI:
R. BASILICATA
R. EMILIA ROMAGNA
R. LOMBARDIA
R. PIEMONTE
R. PUGLIA
R. SARDEGNA
R. UMBRIA
R. VENETO
IMPRESE: 43%RICERCA PUBBLICA: 29%ALTRI SOGGETTI: 28%
CLUSTER NAZIONALE DELLA CHIMICA VERDE
106 REALTÀ ADERENTI 4 SOCI FONDATORI
NORD ITALIA: 60%
CENTRO ITALIA: 24%
SUD ITALIA: 16%
Comitato
Innovazione
Industriale
Comitato
Disseminazione
Comitato
Ricerca Pubblica
Comitato
Sviluppo
Territoriale Consiglio
Direttivo
TAVOLO PERMANENTE
LA FORMAZIONE: IL PROGETTO NOVAMONT
Promuovere i green jobs nel territorio di competenze
della Fondazione e in particolare tra i giovani
ORIENTAMENTO
Aumentare la consapevolezza dei
giovani sulle opportunità, le
competenze e i profili richiesti
dalle professioni verdi
MIGLIORAMENTO
DELL’OFFERTA
FORMATIVA
Migliorare l’offerta formativa
dell’istruzione secondaria e
terziaria in linea con le
competenze richieste dalla green
economy
LAVORO NEI GREEN
JOBS
Favorire l’incontro tra domanda e
offerta di green jobs e lo sviluppo
dell’imprenditoriolità in campo
ambientale
GREEN JOBS FONDAZIONE CARIPLO
impianti di compostaggio
e digestione anaerobica
industria di trasformazione delle
bioplastiche (compresa la
trasformazione secondaria)
agricoltura ed attività collegate
produzione di building blocks per l’industria delle bioplastiche e dei biochemicals (compresa la costruzione di impianti)
Ricerca, Sviluppo e Innovazione e produzione di bioplastiche
1.000 tonnellate DI BIOPLASTICA = creazione di 60 POSTI DI LAVORO
Il che significa 100.000 POTENZIALI POSTI DI LAVORO nell’UE
POTENZIALE CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO
4 PROGETTI PER TRASFORMARE IL LIMITE IN SVILUPPO
1) Bioeconomia intesa come rigenerazione territoriale declinata
attraverso il concetto di Regioni Sostenibili e di
creazione di infrastrutture della Bioeconomia e di
standard di sistema
2) Bioraffinerie integrate con filiere lunghe con
forte coinvolgimento del mondo agricolo
trasformando deserti in comunità accoglienti
3) Zero rifiuto organico a discarica, per portare tutta l’Italia a livello dei
migliori casi . Nuovi impianti, compost di
qualità contro la desertificazione e contro i gas serra, biometano per i
veicoli, nuove materie prime per bioraffinerie
4) «Green Jobs» come opportunità per imprese, istituzioni, giovani e meno
giovani di cambiare cultura lavorando insieme
su progetti sistemici
GRAZIE PER L'ATTENZIONE!
«La sfida del nostro millennio sta nel divario tra i mezzi di
cui l’umanità dispone e la saggezza con cui sapremo
utilizzarli»
Umberto Colombo