DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Un grande sforzo di compilazione fa il giornalista Hugo Enrique Méndez Urdaneta sulle idee e le riflessioni dell’ambientalista Lenin Cardozo ed altri scrittori. Con questa iniziativa le idee già maturate arrivano, finalmente, al vecchio continente, in particolare per la nobile e grande Italia di Dante, e anche per gli italiani-parlanti sparsi in tutto il mondo. Hugo Enrique Méndez Urdaneta debutta così, come un universale giornalista ambientale ed insieme a Lenin Cardozo, arrivano alla patria natale di Cristoforo Colombo. Non per scoprire nuovi territori, ma per scoprire idee ambientaliste dalla prospettiva Latinoamericana, che sicuramente forniranno la loro parte per aiutare a fare la differenza in quello che oggi chiamamo Ecosiglo 21.

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Lenin Cardozo Parra ed Hugo E. Méndez U.

DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO.

Prima edizione.

Non è permesa la riproduzione totale o parziale di questo libro senza la preventiva

autorizzazione per scritto dei titolari di copyright.

Copyright di questo numero:

Copertina: Annabella Cristina Méndez Bravo, Natura Aperta.

Lenin Cardozo Parra ed Hugo E. Méndez U. 2015.

Editoriale Erato, 2015.

Isla Dorada, Maracaibo. Concetto, Editing, Montaggio e Composizione: Hugo E. Méndez U.

[email protected]

Stampato nella Repubblica Bolivariana del Venezuela.

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"Sono,

perchè sei,

Terra"

Lubio Cardozo, poeta venezuelano

Come il cicala

Tante volte mi cancellerano,

tante scomparsi,

al mio funerale andai,

solo e piangendo.

Feci un nodo del fazzoletto,

ma mi dimenticai dopo

che non era l'unica volta

e continuai cantando.

María Elena Walsh, poetessa argentina

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Dedicato

A tutti gli esseri viventi differenti alla razza umana, che d’ora in poi

“apellidaremos”, gli «humánidos», che essendo del regno animale o vegetale,

ci accompagnano in modo essenziale –per questo noi gli diamo il nostro

cognome–, nella fantastica avventura sul pianeta Terra.

Ai sette miliardi di esseri umani, registrati dall’Organizzazione delle Nazioni

Unite all’inizio del secondo decennio del secolo XXI, e a quelli che nasceranno

nei prossimi anni.

Lenín Cardozo

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Gli Autori

Ing. LENIN CARDOZO PARRA, Ecologista. Scrittore

venezuelano e ambientalista. Studi realizzati nell’Universidad

del Zulia, Universidad Complutense de España, Universidad de

Burgos de España. Corsi post-universitari in MBA, Management

Pubblico, Filosofia e Storia. Dottore in Scienze. Direttore

esecutivo Canal Azul 24 https://anca24latam.wordpress.com/ e

Blue Chanale 24 www.bluechannel24.com. Libri scritti: Desarrollo Sustentable. Mito

o Realidad. Maracaibo, Ediciones Erato, 2007. Crítica a la Razón Productiva de la

Modernidad y Discurso Filosófico Aambientalista Postmoderno. Maracaibo, Editorial

Universidad Cecilio Acosta, 2006. PDVSA Dos Pasos Atrás. Maracaibo, Ediciones

Erato 2004. 25 Historias Cotidianas. Maracaibo, Ediciones Chepa, 2000.

Fondatore e Direttore Esecutivo della ONG Fundación Azul Ambientalistas

www.azulambientalistas.org, email: [email protected] e il Blog

http://lenincardozo.blogspot.com/.

Mgs. HUGO ENRIQUE MENDEZ URDANETA, Giornalista e

professore universitario. Scrittore e ambientalista. Studi

realizzati nell’Università Pontificia Salesiana di Roma, 1984-1993.

Master in Scienze della Comunicazione Sociale, Specializzazione

Manager Televisivo, laurea in Scienze della Comunicazione

Sociale; Master in Educazione per la Scuola e la Comunicazione

Sociale, laurea in Scienze della Educazione. Baccalaureato in Scienze

dell’Educazione. Tesi di laurea: La struttura comunicativa della festa religiosa del

popolo. Ricerca e documentazione televisiva dell'Infiorata di Spello. (Lever Franco), 01-

01-1993. La integración del niño con handicap en la escuela primaria. Análisis de la

literatura italiana. (Natale Zanni), 01-01-1988. Baccalaureato: La concepción

universitaria según Andrés Bello. (José M. Prellezo), 01-01-86. Redattore responsabile

della Pagia web: https://anca24italia.wordpress.com. Giornalista della ONG

Fundación Azul Ambientalistas www.azulambientalistas.org, email:

[email protected] e il Blog: http://hugoemendez.blogspot.com.

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Ringraziamenti

Siamo categorici nel definire l’ambientalismo di oggi come il sacro rispetto per

il dono della vita, l’eredità per coloro che vengono. È la ricompensa con il più

profondo amore alle nostre due madri, quella biologica e quella naturale

(Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama). Il riconoscimento e

ringraziamento a coloro che sono stati i nostri genitori: alberi, montagne,

fiumi, laghi, cielo.

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Contenuto

Dedicato 5

Gli Autori 6

Ringraziamenti 7

Contenuto 8

Prefazione 12

Introduzione 13

0. La Fondazione

1. Il Manifesto Ambientalista: cosmovisione del Pianeta Azzurro, la

Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama

19

2. La Fondazione Azul Ambientalistas: uno spazio per cambiare il

mondo

23

3. Da muralisti conservazionisti a giornalisti ambientalisti 27

4. Azul Ambientalistas: 100 Ecoscuole, 6 Ecoaziende e 250 promotori

ambientali

30

1. America Latina

1. America Latina ambientalista, al di là delle ideologie 32

2. America Latina: lo sviluppo sostenibile e la crescita responsabile? 34

3. Circa 1,5 milioni di bambini e bambine muoiono per mancanza di

acqua in America Latina, secondo CEPAL

38

4. L’agenda politica ambientale latinoamericana va dallo sublime allo

inefficace, nulla trascendentale

40

5. L’acqua potabile in America Latina, il prossimo sequestro: “un

mercato che ha un volto che è buono e bello”

44

6. Evo, l’ambientalista che nessuno ascolta 47

7. Opportunità di energia geotermica in America Latina e nei Caraibi 50

8. Energia eolica marina, la migliore scommessa dei Caraibi 54

9. Fauna della foresta Amazzonica 57

10. Flora della foresta amazzonica 62

11. Il prezzo della vita in America Latina 65

12. Il buon povero e la classe media 67

13. Le palafitte, le case ecologiche più antica del Continente Americano 70

14. In America l’india añú Aniin ha congiunto due nature 72

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2. Venezuela

1. Venezuela: seminare il petrolio o seppellire il futuro 75

2. Venezuela: La Via del Cacao, è la strada verso il cielo 77

3. Venezuela: Ecoscuola un avvenimento ambientale positivo 79

4. Venezuela Azul Ambientalistas presenta Campagna senza

inmmondizia è meglio

81

5. Un Passo a passo per creare Parchi Ecoturistici 83

6. Parchi comunali una strategia formidabile per proteggere le foreste

e le aree verdi in Venezuela e nel mondo

98

3. Riflessioni

1. Di come essere un ambientalista e non morire nell’intento 101

2. Difendere la vita di qualsiasi specie fino all’ultimo battito 105

3. Prospettiva ambientale 107

4. Sociologia dell'ambiente, lo spazio necessario delle conoscenze per

salvare il pianeta

109

5. 1.800 milioni di persone bevono ancora acqua contaminata,

purtroppo

111

6. Seconda metà del 2015: Predizione Nostradamus Ambientale 114

7. Il secondo decennio sarà il decennio degli ambientalisti 118

8. Dall’ideologie al pensiero ambientalista 121

9. Crisi alimentare e biocarburanti 123

10. Io sono un ambientalista 127

11. Nel 2030, la moneta forte sarà il litro d’acqua in Occidente e la

ciotola di riso cinese

129

12. Cambiamento climatico lo sguardo è nell'Est 131

13. CO2 foreste boreali 133

14. Con l’acqua potabile eravamo felici e non lo sapevamo 135

15. Acqua del rubinetto 137

16. Non ci sarà un’altro giorno 139

17. L'eredità generazionale 141

18. 350 ppm 143

19. La triste sorte degli alberi molto utile: il caso del Palo de Mora 145

20. I Galli di Michelangelo 148

21. C'è bisogno dei poveri, più sono e meglio è! 151

22. L'amore per le mascotte 153

23. Le città in bianco e nero 155

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24. 3 Assassini in serie della natura 157

25. Futurama... 50 anni dopo 160

26. I volontari per vivere su Marte, viaggio senza ritorno 162

27. Le Scuole Ecologiche o “Eco-Schools” soluzioni locali al

cambiamento climatico.

165

28. Dieci idee per il glossario ambientale dell’America Latina 168

29. In Zulia, il canto delle cicale annuncia l'avvicinarsi della Pasqua 171

30. A Natale diamogli molte grazie alla Natura 177

4. Altri Scrittori

1. Piccolo Omaggio a Francesco d'Assisi 180

2. Andrés Bello e Alejandro de Humboldt: i creatori del sentimento

ecologico nel Nuovo Mondo.

182

3. Salvare il pianeta 189

4. Lo sviluppo sostenibile, un’idea distorta 193

5. Alberi abitanti delle terre esauste 198

6. Bioregioni dell’America di Gustavo Carrasquel 202

5. I Bambini

1. Otilia la bambina fra la spazzatura 205

2. I bambini smeraldi di Colombia 207

3. I bambini gabbiani 209

4. I Bambini di piombo di Bajos de Haina e La Oroya 211

6. I Poeti

1. Dea Terra, Lubio Cardozo 214

2. Tempesta, R.A. Fonseca 215

3. I fiori e gli uccelli di Juan Beroes, ecopoeta venezuelano 217

4. Il Café: un arbusto ecologico generatore di bene al humanus -

Testimonianza di due ecopoeti e un romanziere

220

5. Testimonianza poetica di Omar Khayyam dove oggi solo rimane il

diserto

224

6. L’orfico e lo chiaro in due poesie ad un medesimo fiore 227

7. Nuvole d’acqua e gli alberi nella ecopoesia di Carlos Augusto León 232

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7. I Vertici

1. Cime Tempestose e Vertice sul Cambiamento Climatico, due storie

comparate

235

2. L’altra faccia del Vertice di Cancun COP16: due anni dopo 238

8. Wikileaks

1. Wikileaks e il Vertice di Cancún 242

2. Wikileaks: Cavo del governo Francese sul Vertice di Copenaghen,

Jean-Louis Borloo, Ministro dell’Ambiente

245

3. Wikileaks: Cavo del governo Saudita sul Vertice di Copenaghen,

James B. Smith

248

4. Wikileaks Cavo del Presidente dell’UE, Herman Van Rompuy, del

Vertice di Copenaghen

254

9. Interviste nel Tempo

1. Ecopoesía un cammino per la riflessione. Intervista con il poeta

Lubio Cardozo

258

2. AMAZZONIA: Intervista a Chico Mendes dopo la morte 263

3. Intervista a Lenin Cardozo Parra: La realtà ambientale in America

Latina

267

4. Intervista a Jacques Yves Cousteau 271

5. Il lato EVERDE di Lenin Cardozo visto da EVERDE, Intervista 275

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Prefazione

Un grande sforzo di compilazione fa il giornalista Hugo Enrique Méndez Urdaneta sulle idee e le

riflessioni dell’ambientalista Lenin Cardozo ed altri scrittori. Con questa iniziativa le idee già

maturate arrivano, finalmente, al vecchio continente, in particolare per la nobile e grande Italia di

Dante, e anche per gli italiani-parlanti sparsi in tutto il mondo.

Hugo Enrique Méndez Urdaneta debutta così, come un universale giornalista ambientale ed

insieme a Lenin Cardozo, arrivano alla patria natale di Cristoforo Colombo. Non per scoprire

nuovi territori, ma per scoprire idee ambientaliste dalla prospettiva Latinoamericana, che

sicuramente forniranno la loro parte per aiutare a fare la differenza in quello che oggi chiamamo

Ecosiglo 21.

Acurata la riflessione di Lenin Cardozo quando dice che “la questione ambientale è passata

dall'essere una cosa che a pochi importava, alla grande preoccupazione del nuovo secolo, dove la

situazione è diventata più complessa in modo che le varie scienze sono state costrette a convergere,

per affrontare dallo transdisciplinare, l’organico del discorso e sostenere le categorie nascenti ei

concetti di questa nuova realtà. Al fine di conseguire i risultati, le risposte ad un'unica

preoccupazione, che è quella di salvarci e salvare il resto della specie che convivono sul pianeta.

Discipline come la biologia, la botanica, la zoologia, l’ecologia, la tassonomia, la geografia, la

geologia, l'astronomia, l'oceanografia, la meteorologia, l'idrologia, la medicina, l'antropologia, la

sociologia, la filosofia, tra le altre, oggi costruiscono il linguaggio del XXI secolo, in grado di

spiegare queste contingenze naturali. Portando così ad un linguaggio più coerente nell’analisi, il

nuovo linguaggio delle scienze, il linguaggio ambientalista.

La sfida è quella di imparare il nuovo linguaggio, trasferirlo e insegnarlo. Farci missionari di questa

nuova lingua. Abbracciando questa causa come un apostolato e predicare, con tutti i mezzi che

abbiamo, la profondità di ciascuno dei suoi concetti, della sua logica e del suo fare. È l'ultimo

Vangelo, la possibilità di unire gli sforzi e fermare gli squilibri ambientali che sono stati prodotti da

noi lungo il XX secolo fino ad oggi. Non vi è alcun modo per ignorare la realtà ambientale del

pianeta. La Madre Terra stessa si è preso cura di farci pagare molto caro la nostra indifferenza, il

nostro consumo predatore ed egocentrico stilo di vita ".

Se è vero che tutte le strade portano a Roma, si spera che anche da Roma si arrivi allora a tutte le

strade del ambientalismo.

Gustavo Carrasquel, ambientalista venezuelano. Consulente dell'UNEP.

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Introduzione

Di come essere un ambientalista e non morire nell'intento è il titolo di questo libro:

è l'utopia di non rinunciare alle nostre convinzioni, a ciò che amiamo. C'è un detto

popolare che spesso si dice nella mia città: el que no sabe es como el que no ve -colui che

non sa è come colui che non vede-, cioè, è un cieco intellettuale. Quindi è vero che si

vede ciò che si sa, si conosce, e questo sono le nostre proprie convinzioni, la nostra

cultura. Ma è anche vero che si vede ciò che si ama, e questo sono i nostri desideri,

le nostre aspirazioni, i nostri sogni.

Di come essere un ambientalista e non morire nell'intento è un libro che dice e parla

della libertà. È un libro politico. È un libro “ideologico”. È un libro che fa proposte

politiche e ideologiche per soluzioni ambientali, conservazioniste ed ecologiche.

Ci sono tre cose nella vita che non possiamo assolutamente fare obbligati o per

forza: sognare, leggere-scrivere ed amare. Tu non puoi sognare, per forza, tu non puoi

leggere-scrivere, per forza, ed infine, tu non puoi amare, per forza, queste tre

dimensioni umane sono una atto di assoluta libertà, e questo è questo libro un atto

di libertà, così come l’Arte.

Essere un ambientalista in un paese sottosviluppato, como il Venezuela, dove la

sua agenda pubblica è piena di irrisolti problemi sociali, è definitivamente un atto

temerario, per non dire quasi eroico, è una follia. Eppure, dove apparentemente

tutto è contro, la salvezza di questo pianeta è nelle mani degli ecologisti,

ambientalisti. Viviamo in un mondo di nuove realtà e sfide che meritano nuove

strategie, nuovi pensieri.

Questo libro è un compendium, una raccolta sentita, pensata, meditata,

sedimentata e cagliata di riflessioni, articoli, scrittori, poeti, interviste e personaggi

che in questi 29 anni Lenin Cardozo ha pubblicato o rilasciato nei social network,

giornali, riviste, libri, conferenze, corsi di aggioarnamenti, supporti elettronici o

mediante interviste televisive o radiofoniche. Cioè, si tratta di un lavoro

intellettuale, teorico e pratico delle nostre aspirazioni, convinzioni ed esperienze in

materia ambientale, ecologica e conservazionista.

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La causa ambientale, anche così incompresa è un ministero, è un apostolato, un

atteggiamento missionario, la cui ragione è risvegliare la coscienza, la riflessione,

sull'ambiente, nelle loro comunità, oppure lì dove si abbia la possibilità di

interagire con gli altri e con le numerose difficoltà in materia ambientale che oggi

sta vivendo la nostra città, regione, paese, continente e pianeta.

Un ambientalista ha come missione della vita re-immaginare, re-inventare ri-

pensare, il mondo, capire e far capire che tutte le specie che lo abitano hanno gli

stessi diritti e opportunità, oggi e domani. La vita di coloro che abitano questo

pianeta è un diritto, che fino all'ultimo secondo dobbiamo difendere con tenacia. In

altre parole, noi accettiamo l'esistenza del”altro”. Accettare l’esistenza dell’«altro»,

è il primo impegno.Il quale noi comprendiamo e rispettiamo. L’”altro” può essere

una persona che la pensa diversamente da noi, con differenti religioni, status

sociale, razza. Ma anche lì devono essere incluse, naturalmente, le diverse specie

animali, vegetali, ecosistemi, habitat, l’acqua, l’aria, la terra su cui andiamo tutti i

giorni.

Perche oggi, più che mai sembra vera quella lapidaria locuzione di Plauto Homo

homini lupus, l’uomo è lupo per l’uomo, frase che fu resa popolare da Thomas

Hobbes, filosofo inglese del XVII secolo.

Noi invece crediamo che Homo non-homini lupus est, l’uomo è lupo per i non-umani

– la flora, la fauna, l’acqua, la terra, l’aria–.

Di come essere un ambientalista e non morire nell'intento è un libro politico, una

guida teorico e pratica per diventare un ambientalista convinto. Inoltre, è una

guida di come si possono fare Ecoparchi, parchi comunali, certificare Ecoscuole ed

Ecoaziende.

Il libro è suddiviso in 9 sezioni.

0. La Fondazione, i suoi inizi, i progetti e gli impegni per la regione, il paese, il

continente e il mondo.

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1. America Latina, una panoramica delle problematiche più importanti del nostro

amato continente, l'acqua, la flora, la fauna, le ideologie, lo sviluppo sostenibile e

opportunità di energia.

2. Venezuela, brevi recensioni delle sue potenzialità come paese energetico,

cultura del petrolio, l'esperienza nella costruzione di ecoparchi e parchi comunali.

3. Riflessioni, analisi delle diverse tematiche in materia di ambiente, quali:

prospettiva ambientale, sociologia ambientale, il cambiamento climatico,

l'inquinamento ambientale e l'esperienza educativa nelle scuole ecologiche.

4. Altri Scrittori, scrittori come Lubio Cardozo, Ignacio Ramonet, Sadruddin Aga

Khan e Gustavo Carrasquel pongono questioni di grande interesse locale,

regionali, nazionali e internazionali, quali: Andrés Bello Alejandro de Humboldt i

creatori del sentimento ecologico nel nuovo mondo; Salvare il pianeta; Lo sviluppo

sostenibile e Le Bioregioni dellAmerica, sono questi alcuni dei temi.

5. I Bambini, quattro storie strazianti che raccontano la vita triste, desolante e

infame dei bambini latini americani, e riguarda la vita di Otilia la bambina fra la

spazzatura, I Bambini smeraldi dalla Colombia, I bambini gabbiani, I Bambini di piombo di

Bajos de Haina e La Oroya.

6. I Poeti, è il mondo, la natura, l'ambiente visto con l’occhio poetico di uomini, in

carne e ossa, con la loro sensibilità umanista e così straordinaria che ci sorprende

piacevolmente con i suoi semplici ma profondi scritti, tra i grande abbiamo: Lubio

Cardozo con su poema Dea Terra, Testimonianza poetica di Omar Khayyam, Il Café: un

arbusto ecologico generatore di bene al humanus - Testimonianza di due ecopoeti e un

romanziere, L’orfico e lo chiaro in due poesie ad un medesimo fiore; R.A. Fonseca e la sua

Tempesta; di Juan Beroes, I fiori e gli uccelli, e finalmente, Carlos Augusto León,

Nuvole d’acqua e gli alberi.

7. I Vertici, solo due Vertici analizzeremo in questo libro: il Vertice sul

Cambiamento Climatico ed il Vertice di Cancún COP16.

8. Wikileaks, i cavi declassificati che vi presentiamo qui, sono: Wikileaks e il Vertice

di Cancún; Wikileaks: Cavo del governo Francese sul Vertice di Copenaghen, Jean-Louis

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Borloo, Ministro dell’Ambient;, Wikileaks: Cavo del governo Saudita sul Vertice di

Copenaghen, James B. Smith; ed i Wikileaks Cavo del Presidente dell’UE, Herman Van

Rompuy, del Vertice di Copenaghen.

Ed infine, 9. Interviste nel Tempo, è un esercizio di interviste alcune immaginarie

e mentali, con personaggi che non ci sono più tra di noi, ma che in qualche modo

vogliamo che ci siano tra di noi; ed altre con personaggi che ancora ci sono, essi

sono: Ecopoesía un cammino per la riflessione. Intervista con il poeta Lubio Cardozo;

AMAZZONIA: Intervista a Chico Mendes dopo la morte; Intervista a Lenin Cardozo

Parra: La realtà ambientale in America Latina; Intervista a Jacques Yves Cousteau; ed Il

lato EVERDE di Lenin Cardozo visto da EVERDE.

Ma veniamo al nodo della questione: Come organizzarsi per difendere la causa

ambientale?

L’esperienza ci dice che il modo più diretto per partecipare, per essere efficaci nel

nostro sforzo è quello di motivare e incoraggiare ad organizzare o aiutare a creare

gruppi di volontariato o brigate ambientali, scolastiche, universitarie, comunitarie

e cittadine, nel nostro paese, città, regione, o perche non nel pianeta.

Di seguito vi presentiamo una “mappa”, un percorso, nei diversi livelli di

organizzazione, che permette realizzare modeste iniziative o attività, ma che

insieme, hanno l’effetto di sensibilizzazione, riflessione di non essere soli su questo

pianeta, e che il nostro contributo, piccolo o grande, sarà un contributo importante

per l'ambiente in cui viviamo: 1.- Diventa un «nouvelle» ricercatore ambientale e

giornalista, Divulga, Fai pressione; 2.- Crea brigate ambientalisti, fai il

monitoraggio del settore urbano in cui vivi e 3.- Crea gruppi o organizzazioni

politiche Ambientalisti: lo strumento politico.

Questa è la ragion d’essere degli ambientalisti. Va oltre le parole, lo enunciativo.

Convinzione e affetto è quello che ci muove. È l'energia che ci dà l'ispirazione per

andare avanti, per attingere alla forza da dove non se ne ha più per svolgere il

compito, la missione. Senza molto stridore ma con fermezza se va avanti su cosa si

deve fare. Noi ambientalisti contribuiamo a un mondo migliore per tutti gli esseri

che viviamo sul pianeta.

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Secoli fa, abbiamo perso la possibilità di guardare le altre specie per imparare da

loro. A quanto pare l’unico importante è solo ciò che accade tra di noi gli esseri

umani.

La questione della tutela ambientale, è al di là del bene e del male. Della politica o

dell’economia. Sebbene per questo se dovrà capire la politica e l'economia. O tutte

le conoscenze necessarie.

Non so se sono verdi o blu o qualsiasi colore che sicuramente lo avranno, di quello

che siamo convinti è che l'impegno ambientale c’è ed è la mappa o il percorso di

questo lungo cammino dei soldati pellegrini e apostoli del nuovo secolo.

Gli ambientalisti del mondo, ci impegniamo attraverso questo manifesto per

compiere le sette azioni sacre per salvare la Terra:

1. Piantare alberi,

2. Proteggere gli animali e la flora,

3. Gode il piacere dell’aria,

4. Rispetta l’acqua,

5. Amministra il fuoco,

6. Ama la Terra e la Mamma Terra, la Hallp`amama o Pachamama.

7. Ama la vita. Godi fino in fondo di essa.

Difendiamo con tutta la forza dei nostri muscoli, il nostro pensiero, il nostro sentire

di patria alla Madre Patria, dove ritorneremo per il viaggio attraverso l’abisso

dell’eternità.

Isla Dorada, Giugno 2015.

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0. La Fondazione

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Il Manifesto Ambientalista: cosmovisione del Pianeta Azzurro, la Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama

L’epoca dei “sistemi” è passata.

L’epoca della costruzione della forma

essenziale del ente partendo della verità

dell’essere non è arrivata ancora...

M. Heidegger, Contributi alla filosofia

A tutti gli esseri viventi differenti alla

razza umana, che d’ora in poi

“apellidaremos”, gli «humánidos»,

che essendo del regno animale o

vegetale, ci accompagnano in modo essenziale -per questo noi gli diamo il nostro

cognome-, nella fantastica avventura sul pianeta Terra.

Ai sette miliardi di esseri umani, registrati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite

all’inizio del secondo decennio del secolo XXI, e a quelli che nasceranno nei

prossimi anni.

Siamo categorici nel definire l’ambientalismo di oggi come il sacro rispetto per il

dono della vita, l’eredità per coloro che vengono. È la ricompensa con il più

profondo amore alle nostre due madri, quella biologica e quella naturale (Mamma

Terra, Hallp`amama o Pachamama). Il riconoscimento a coloro che sono stati i

nostri genitori: alberi, montagne, fiumi, laghi, cielo.

È proteggere ai fratelli non-umani: invertebrati, vertebrati, anfibi, il regno vegetale.

È chiedere perdono per coloro che sono stati uccisi o rubati per allungare la nostra

vita. È la lotta per la vita che dà senso alla vita. È l’opposto alla crudeltà, all’avidità.

È la via della pace spirituale, senza sensi di colpa. È l’ultima utopia.

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Un ambientalista ha come missione di vita re-immaginare il mondo, capire e far

capire che tutte le specie che lo abitano hanno il diritto alla vita, e anche nell’ultimo

secondo o battito di cuore, dobbiamo difenderla con tenacia. Accettare l’esistenza

dell’«altro», è il primo impegno. Il quale noi comprendiamo e rispettiamo.

L’«altro» può essere una persona che la pensa diversamente da noi, con differenti

religioni, status sociale, razza. Ma anche lì devono essere incluse, naturalmente, le

diverse specie animali, vegetali, ecosistemi, habitat, l’acqua, l’aria, la terra su cui

andiamo tutti i giorni.

Il pensiero ambientalista è stato creato in America, l’America ha lanciato al mondo

il SOS dell’ambientalismo. America come un continente, porta nei suoi geni una

cosmovisione ambientalista, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel secolo

XX , le prime azioni che hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura,

nascono dalla “zaga” di Greenpeace, a Vancouver, a ovest di Canada.

Ambientalisti hippies, hanno attirato l’attenzione del mondo per protestare con

indipendenza, senza compromessi con i partiti né legami con ideologie esistenti,

gli esperimenti nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e la persecuzione, di chi

hanno governato il paese in quella epoca, hanno costretto alla maggior parte dei

suoi fondatori a rifugiarsi in Europa. Era troppo sospettoso, durante la Guerra

Fredda, protestare per difendere il pianeta.

La proposta ambientalista, non è la terza via, non è il vestito nuovo di una sinistra

o una destra che vedono accorciate le loro offerte elettorali. Né, è un culto o una

nuova religione. Oggi è l’unica via, per valorizzare la vita. Viviamo nuove realtà

che richiedono ad urla nuove strategie. È ripensare un cambiamento nel nostro

contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Abbiamo bisogno di

codici etici globali. Modificare, cambiare il conservatore “senso comune” per un

senso ambientale.

L’essere umano ha la capacità di reinventarsi e il pianeta richiede di questa

metamorfosi, dell’intelligenza per sommare sforzi e “sapienze” specifiche,

generali, proprie, imparate o empiriche, ma tutte con un solo obiettivo comune,

preservare la Terra. Essere un ambientalista è una posizione di compromesso,

ferma e attivista. Non è comportarsi come lo struzzo, che davanti alla

Page 21: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

21

incomprensione o al pericolo mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà.

Proteggere le specie –humanus e humánidos– nella natura, è la sfida.

L’antica lotta tra la civiltà e la Terra, dovrebbe scomparire radicalmente, sostituirla

con la convivenza amorevole, equivalente, mutuamente aportativa tra la Terra e la

civiltà -la pace fertile- per salvaguardare il più grande miracolo del Pianeta

Azzurro: l’esistenza.

In questo sforzo titanico dei migliori uomini e le migliore donne per cambiare il

corso del destino del mondo, per rimuoverlo dal futuro disastro nel quale lo ha

portato la follia umana, confluiscono –a livello scientifico, artistico, poetico,

filosofico, umanistico– gli ambientalisti, coloro che lavorano per proteggere la

natura, intesa come la diversità di flora e fauna, la bellezza dei paesaggi naturali,

un privilegio di cui gode la specie umana, come un luogo di svago, ricreazione e

contemplazione che deve essere rispettato così come è stato ereditato nel corso

della storia.

Gli ambientalisti come attivisti che chiedono una reciprocità attiva e feconda tra

l’uomo e l’ambiente, un rapporto generazionale, che non sia basato su un modello

di sfruttamento irrazionale e distruttivo delle risorse. Radicali nella difesa del

diritto al godimento della vita di tutte le specie.

Questo manifesto conclude con la proposizione di cinque faccende primarie

generali che deve realizzare l’ambientalista, ecologista:

1. Liberare lo spazio in cui viviamo: la casa o un appartamento il più possibile

dell’inquinamento ambientale (la preparazione per il riciclaggio dei rifiuti,

risparmio energetico, gestire bene l’acqua, mantenere l’ornamento).

2. Il monitoraggio del settore urbano in cui viviamo: rivitalizzare gli spazi verdi

(giardini, i viali, piazze, parchi). Riportare gli sversamenti di acqua potabile.

Combattere l’inquinamento acustico, ecc.

3. Fare pressione: ogni ambientalista può portare a gli enti governativi (comuni,

consigli comunali, consigli legislativi, governi, ministeri, ecc.) le loro proposte,

reclami e suggerimenti.

4. Divulgare: tutti gli ambientalisti dovrebbero usare i mass media a sua

disposizione (stampa, radio, televisione, social network, aule, spazi

Page 22: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

22

universitari). Per realizzare tutto ciò che è stato indicato nelle sezioni precedenti

così come nuovi contributi e idee.

5. Lo strumento politico: l’ambientalista assumerà, se necessario, funzioni

politiche forti per proteggere l’ambiente. Senza paura.

Gli ambientalisti del mondo, ci impegniamo attraverso questo manifesto per

compiere le sette azioni sacre per salvare la Terra:

1. Piantare alberi,

2. Proteggere gli animali e la flora,

3. Gode il piacere dell’aria,

4. Rispetta l’acqua,

5. Amministra il fuoco,

6. Ama la Terra e la Mamma Terra, la Hallp`amama o Pachamama.

7. Ama la vita.

Difendiamo con tutta la forza dei nostri muscoli, il nostro pensiero, il nostro sentire

di patria in cui siamo nati e alla Madre Patria, dove ritorneremo per il viaggio

attraverso l’abisso dell’eternità, il Pianeta Azzurro, la Terra.

Fondazione Azul Ambientalistas

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Lubio Cardozo,

ecopoeta venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista

ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 23: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

23

La Fondazione Azul Ambientalistas: uno spazio per cambiare il mondo

La Fondazione Azul Ambientalistas è

una ONG ambientale, ecologista e

conservazionista, creata il 1°

settembre 1986 presso l’Università di

Zulia, Maracaibo, Venezuela, con lo

scopo di proteggere l’ambiente. È una

organizzazione che realizza azioni

dirette non-violente e di ricerca per

raggiungere i suoi obiettivi.

È la terza ONG, in longevità, del

continente americano –la prima Sierra Club in California, Stati Uniti d’America, nel

1892 e la seconda Greenpeace in Vancouver, Canada, nel 1971–. È stata

un’organizzazione che fa azioni dirette non violente, sostenendo le sue

impostazioni nel rigore scientifico e in iniziative di riflessione/attivismo cittadino,

attraverso l’educazione ambientale.

Interrompe la scena, facendo notare che le mura della città non sono utilizzate

esclusivamente per la propaganda politica, ci meritiamo spazi puliti, pieni di opere

artistiche o con messaggi cittadini nella ricerca di un ambiente migliore, una

migliore qualità di vita. Siamo usciti a recuperare i muri delle strade con più di 300

“murales” con messaggi educativi, ecologici e conservazionisti.

Assumiamo frontalmente, la denuncia del inquinamento atmosferico prodotto

dalle emissioni del Complesso Petrochimico nella regione del Zulia, che

impunemente, trabocca senza alcun controllo o filtri, tossici sia nell’atmosfera, così

come nel Lago di Maracaibo, producendo un alto tasso di cancro, malattie

respiratorie, malformazioni nei feti, malattie degli occhi, tra le altre malattie.

Simile segnalamento abbiamo mantenuto con l’estrazione del carbone nella Sierra

de Perijá, che si trova nella regione di Zulia, dove a parte di aggredire la natura e

spiazzare i suoi antichi abitanti, la comunità aborigena della zona, erano e sono

Page 24: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

24

ancora i responsabili delle malattie respiratorie che soffrono la popolazione

circostante o vicina in cui l’estrazione viene effettuata.

La Fondazione Azul Ambientalistas, ininterrottamente porta 29 anni assumendo

nel paese, le campagne internazionali come la Giornata Mondiale di Ricupero di

Costa e Spiagge, 350 ppm (controllo dell’Inquinamento Atmosferico), Difesa delle

Balene, campagne di Protezione degli Animali, campagne propie come la

Protezione dei Laghi e Fiumi del Venezuela, Specie Endogene, Aree di Riserva

ecologiche, ecc.

La Fondazione Azul Ambientalistas prende i suoi redditi attraverso i contributi

individuali dei suoi attivisti e sostenitori. Per fare la tua donazione, clicca qui.

http://www.azulambientalistas.org/donaciones.html.

La Fondazione Azul Ambientalistas fa campagne di educazione ambientale nelle

scuole, sviluppa iniziative per proteggere la biodiversità, ridurre l’inquinamento,

protesta contro l’uso degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e l’uso

dell’energia nucleare.

Nel settore della comunicazione, la Fondazione Azul Ambientalistas ha una

squadra di lavoro multidisciplinare che porta avanti due canali di notizie sulla

realtà ambientale delle Americhe (Canal Azul 24

https://canalazul24web.wordpress.com/ e Blu Channel 24

www.bluechannel24.com) e 4 agenzie di notizie sull’ambiente dalle Americhe

ANCA24, Noticias Ambientales, Ecológicas y Conservacionistas desde las

Américas; ANCA24 Canada, Environmental, Ecologists and Conservationists

News from the Americas e ANCA24 Italia, Agenzia di Notizie Ambientaliste,

Ecologiste e Conservazioniste per le Americhe, ANCA24 Deutsch, Der Erste

Umweltagentur Und Erhaltung Ecolog für Amerika.

Nell’area di educazione ambientale la Fondazione gestiona campagne a livello di

scuola, con il suo Programma ECOSCUOLA, e di sensibilizzazione dell’aziende

con il Programma ECOAZIENDE. Il giorno a giorno si sviluppa con iniziative per

la tutela della biodiversità, la corretta gestione dei rifiuti solidi, la riduzione

dell’inquinamento di plastica e la contaminazione da fuoriuscite di petrolio.

Page 25: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

25

Nel ambito scientifico la Fondazione Azul Ambientalistas coordina in

collaborazione con il Centro di Educazione Popolare “Jesús Ortega Rosario” (CEP),

la Estación Biológica “Pueblos de Aguas” per lo studio della flora costiera e della

biodiversità.

Noi concentriamo le nostre iniziative e le strategie per promuovere e sviluppare le

seguenti aree:

1. Investigazione e la segnalazione di attacchi contro i reati ambientali.

2. Informazione e sensibilizzazione dei mass media.

3. Educazione e sostegno comunitario o cittadino.

4. Proposte per soluzioni di sviluppo e consumo sostenibile.

La Fondazione Azul Ambientalistas, assume con responsabilità la sfida e il sogno

della conquista di un mondo migliore. Allarmando e orientando sui problemi

ambientali che minacciano la biodiversità, l’ecosistema, la fauna, la flora e tutto ciò

che riguarda lo spazio vitale di tutti. Il nostro pianeta TERRA.

Essere ambientalisti e non morire nell’intento, così viene dimostrato da questi anni

di creatività e di impegno per un mondo migliore.

INFORMAZIONI LEGALE

Fundación Azul Ambientalistas

R.I.F. J-40027964-0

Maracaibo, Venezuela

FONDATORI

01 de Septiembre de 1986

Dr. Lenin Cardozo Parra

Abog. Jorge Alberto Perozo Bracho

Dr. Elio Ríos Serrano

Dra. Beatriz Nava

Dr. Ángel Luís Viloria

Lcdo. Antulio Rondón

COMITATO CONSULTIVO

Dr. Egno Chávez

Dr. Guillermo Sthormes

Page 26: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

26

Lcda. Jennyfer Méndez

Abog. Nerio Romero

Dra. Flora Barboza

Dr. Ángel Muñoz

Lcdo. Jesús A.Troconis B.

Dr. Miguel Pietrangeli

DIRETTORI

Ing. Lenin Cardozo

Direttore Esecutivo

Mgs. Gustavo Parra Carrasquel

Direttore Generale e dei Mass Media

Jharlín Zuleta

Direttora Amministrativo

Mgs. Rafael Montilla Peñaloza

Direttore delle Relazioni Istituzionali

Leonardo Sanchez Criollo

Direttore di Progetti e Ricerche

Page 27: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

27

Da muralisti conservazionisti a giornalisti ambientalisti

Nella metà degli anni ottanta, ci

dichiariamo ambientalisti, e abbiamo

iniziato un concetto di murale

conservazionista nelle diverse e sobrie

pareti della città di Maracaibo,

regione del Zulia, Venezuela. Si ha

deciso di inserire le icone in cui il

criterio è stato uno, dargli ad ogni

parete un senso pulito ed estetico,

introducendo figure di fogliame e la

fauna della regione.

Fino ad allora le mure della città erano coperte con le vecchie campagne

pubblicitarie elettorali obsolete. Abbiamo avuto una difesa tenace di ogni spazio

conquistato e molti scontri con i partiti politici durante la campagna elettorale, loro

hanno tentato senza successo di investirci con i suoi partidari o “sporcatori” di

muri. Un poco più di 400 “murales” sono stati registrati nei primi 10 anni.

Negli anni successivi, abbiamo cercato di risvegliare la coscienza ambientalista

cittadina, sviluppando iniziative giornalistiche solitarie di attualità sulla

conservazione ecologica e ambientale. Per lungo tempo abbiamo conservato intere

pagine sui giornali locali, o semplicemente fornendo ai giornali dei nostri scritti.

Siamo andati avanti con l'azione di denuncia, perché tutto ci sembrava troppo

"leggero", di fronte alle contingenze ecologiche o ambientali contemporanie. La

vergognosa via del carbone che attraversa la città da un capo all'altro, lasciando

particelle di carbone, le allergie e ogni sorta di malattie respiratorie, ad ogni passo

che facevano i loro camion funerali.

Le emissioni incontrollate di gas inquinante del Complesso Petrochimico il Tablazo

che producono prurito, congiuntivite, asma, i bambini con atrofie, e decine di morti

strane sono state registrate dai mass media come "normali eventi della città."

Page 28: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

28

Amen, il cemento polveroso da San Francisco, avvelenando ai cittadini. E,

naturalmente, la più grande vittima della nostra pigrizia nazionale, la nostra

incapacità di essere produttivi, di cercare altre fonti di sviluppo, il nostro Lago di

Maracaibo. Questo prossimo 25 luglio, tra l'altro, compiera 100 anni ininterrotti di

avvelenamento di petroleo.

Il testimone adesso lo porta la terza generazione di Azul Ambientalistas, son

passati 29 anni, e quelli che non sono invecchiati sono gli stessi problemi che per

oltre due decenni ci seguono opprimendo.

La sfida è ora quella di informare, con qualsiasi mezzo e in tempo reale,

comunicare, dare l'allarme. Montato sulle autostrade dell'informazione, il

cyberspazio, con le loro reti sociali. Oggi continuiamo a sentirci efficaci, adesso da

CANAL AZUL 24, da BLUE CHANNEL 24, da Facebook con gli Azul

Ambientalistas, facendo giornalismo ambientale, difendendo la nuova bandiera di

umanità che ha avuto inizio 29 anni fa.

Lubio Cardozo, ecopoeta venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 29: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

29

Azul Ambientalistas: 100 Ecoscuole, 6 Ecoaziende e 250 promotori ambientali

L'iniziativa cominciò con molte

difficoltà nei primi mesi del 2010,

orientata verso l'educazione

ambientale, la sensibilizzazione e la

formazione massificata sui principali

problemi ambientali della regione

occidentale del Venezuela. Quetsa

iniziativa oggi mostra i risultati.

Inizia così una complessa catena di

azioni e di relazioni dove la

Fundazione Azul Ambientalistas trova nel settore aziendale sostegno attraverso la

Fondazione Enne, la quale sostiene e finanza il Programma pilota Ecoscuola.

La Mgs. Soraya Valdéz, Capo del Comune Scolastico Maracaibo 1, assume con

determinazione e prende il rischio di incorporare il programma in tre scuole a lei

affidate. Queste scuole, che fanno parte della emblematica parrocchia Coquivacoa,

a nord della città di Maracaibo, Venezuela, hanno ricevuto i tre workshop di

addestramento e la metodologia per svilupparli.

Sei passi, una simbologia e svariate attività, orientate verso il principale problema

ambientale a Maracaibo: la spazzatura. Con linguaggio semplice gli educatori

sono stati in grado di trasmettere queste conoscenze a centinaia di studenti.

Con lo slogan: "Dobbiamo imparare a separare i rifiuti (organico e inorganico), generare

rifiuti e ottenere rifiuti per riutilizzare e riciclare.” Sulla base delle tre R: Ridurre,

Riutilizzare e Riciclare, abbiamo seminato il seme.

Cominciano a fiorire i risultati e tre scuole nazionali sono certificate Ecoescuela nel

2011, con gioia e un sacco di creatività celebriamo lo sforzo. Contenitori per

separare e ottenere rifiuti, residui che hanno mostrato un mondo nuovo nel

riutilizzo e il riciclaggio. L’Ecocodice, i murales e migliaia di progetti in aula che

Page 30: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

30

hanno culminato issando la bandiera verde, ci hanno fatto vedere la magnitudine

del programma.

La campagna massiccia fatta nel 2011-2012 è stata avallata dell’allora capo della

Direzione Educativa della regione Zulia, sociologo Giovanni Villalobos, che ha

invitato a tutte le scuole ad attuare il Programma Ecoscuola nel Zulia.

Si sono conformati 455 comitati ambientali nelle scuole della città di Maracaibo. Un

vasto pubblico ci diede l'opportunità di fornire informazioni e addestramento a più

di 1.500 insegnanti. L'entusiasmo fu immediato, dall'inizio del 2012 cominciarono

le celebrazioni per ogni Ecoescuela certificata, fino ad arrivare a 100 scuole.

Per incoraggiare la partecipazione dei cittadini e delle aziende il Programma

Ecoazienda è stato molto utile, tanto nelle scuole come nel recupero di aree

naturali. Oggi abbiamo 250 promotori che hanno ricevuto il workshop di

addestramento ambientale durante sei mesi.

Grazie a questi promotori si mobilitano attraverso il Programma Ecoazienda, 800

persone alla conferenza "Giornata Mondiale delle Spiaggie e Puliamo il Mondo"

dove abbiamo pulito una delle più grande foreste di mangrovie sulle rive del Lago

di Maracaibo, il Parco “Tierra de Sueños”.

Vi invitiamo a visitare il nostro social network in modo da vedere la testimonianza

delle molteplici attività che cercano di essere un riferimento nel attivismo

ambientale.

Guardando al 2015, il nostro obiettivo è quello di certificare almeno 100 altri

Ecoscuole e aumentare il numero di Ecoaziende con lo scopo di formare e

sensibilizzare massicciamente alle comunità, sul grave problema dei rifiuti e la

necessità di infrastrutture di discariche reali, centri comunitari per la raccolta dei

rifiuti e programmi di educazione ambientale.

Gustavo Carrasquel | Director General Fundación Azul Ambientalistas

ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano |

ANCA24 Italia

Page 31: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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1. America Latina

Page 32: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

32

America Latina ambientalista, al di là delle ideologie

America Latina è stata molto

sfortunata nel fatto di copiare modelli

politici europei. Noi latino amercani,

ogni volta che copiamo sbagliamo,

con tendenza al peggio. Siamo stati

felici prima che arrivassero al

continente gli uomini a cavallo. Dal

culto alla natura siamo diventati

monarchici, poi repubblicani a volte,

capitalisti, nazionalisti, socialcristiani,

socialdemocrati, socialisti puri,

comunisti utopici o classici, imperialisti, anti imperialisti o pro di qualcuno o di

qualsiasi cosa dovevamo essere, infine, troviamo difficile essere noi stessi.

E non in conformità con i fallimenti noti di questi approcci (alcuni di loro hanno

fino a 100 anni di "prova" nel continente), la creatività ci ha portato a riemergere

molte di queste ideologie rugose, grinzose, ponendoli come una novità o come

articoli "fashion" che sono ormai del secolo XXI. Cioè, abbiamo rilanciato "il

marchio".

Gli stessi europei concludono, che il mondo non è stato meglio in quella presunta

distinzione tra destra e sinistra. Il filosofo italiano Norberto Bobbio, ha

ripetutamente espresso che la vecchia sinistra dello Stato aveva privilegiato

l’uguaglianza (che non ha ottenuto) e la Libertà (che ha calpestato). Qualora la

destra tradizionale ha continuato a difendere che ciò che conta è il diritto alla

libertà (che cercano sempre di controllare), quindi la parità, l’uguaglianza, oltre ad

essere irraggiungibile, è indesiderabile chiudono le forze economiche del mercato.

E a sua volta, la nuova sinistra ha sostenuto la necessità di coniugare la libertà con

l'uguaglianza.

Il sociologo inglese Anthony Giddens, ha detto che le idee della sinistra sono

vecchie e obsolete, e quelle della nuova destra hanno anche fallito. Pur ritenendo

Page 33: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

33

che la divisione destra-sinistra è inadeguata perché ignora problemi vitali,

riconosce che loro resistono a scomparire. Non basta fare appello a un centro-

sinistra per risolvere i problemi, in quanto vi sono problemi che richiedono

politiche radicali. Egli conclude che il socialismo di stato, come il neoliberismo

globalizzato hanno fallito. Quindi, questo piatto di spaghetti ideologico è

compreso solo dagli europei.

America, come continente, porta nei suoi geni una cosmovisione del mondo

ambientale, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel XX secolo, le prime azioni

hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, che sorgono dal

coraggio e la difesa di Greenpeace, a Vancouver nel Canada occidentale. Ecologisti

Hippies, attirano l'attenzione del mondo per protestare in maniera indipendente,

senza impegni di partito o di collegamenti con le ideologie esistenti, le prove

nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e le persecuzione di chi hanno governato

quei paesi, nell’epoca, costrinsero la maggior parte dei suoi fondatori a cercare

rifugio in Europa. Era troppo difidente , durante la Guerra Fredda, protestare per

difendere il pianeta. La proposta ambientalista, non è la terza via, né è il nuovo

vestito di una sinistra o una destra che sono venute a meno nelle loro offerte

elettorali. Né, si tratta di una setta o una nuova religione. È l'unico modo, per

apprezzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urli nuove strategie. È

ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto

naturale inclusivo. Richiedima di codici di etica globale. Bisogna cambiare questo

conservatore "senso comune" per un senso ambientalista.

L'essere umano ha la capacità di reinventare se stesso e il pianeta richiede di questa

metamorfosi. Essere un ambientalista significa rispettare la coesistenza tra noi, in

armonia con tutte le specie e proteggere il nostro unico habitat, la Terra. Ma è pur

sempre un atteggiamento impegnato, fermo e attivista. Noi non agiamo come lo

struzzo, che davanti al rischio o l’incomprensione mette la testa in un buco per

sfuggire alla realtà.

Proteggici come specie e la natura, è la sfida.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 34: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

34

America Latina: lo sviluppo sostenibile e la crescita responsabile?

America Latina ha una realtà

continentale e subcontinentale, ben

diversa dal resto dei continenti o sub-

continenti del mondo. La differenza

fondamentale è nella ottica o

prospettiva di vedere il mondo,

interessi locali o regionali, e i gruppi

etnici che le abitano, perche uno vede

ciò che sa. Abbiamo il più grande

polmoni vegetali, giungle e foreste del

mondo cosí come la maggiore

quantità di terra che non sono stati ancora sfruttate, inoltre abbiamo grandi risorse

naturali come l’acqua, il petroleo e le miniere.

Le nostre preoccupazioni ambientali sono specifici e le soluzioni principali devono

promuovere la crescita responsabile e inclusiva di tutte le specie che ci vivono e

viviamo sul pianeta. Il riscaldamento globale, l’indebolimento dello strato di

ozono, e di altre questioni importante e complesse ambientale, cessano di essere la

nostra priorità data l’impassibilità davanti alla deforestazione incontrollata

dell’Amazzonia, gli interventi umani che accelerano la siccità dei nostri laghi e

fiumi, le grandi isole dei rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico da anidride

carbonica nelle nostre città, tra le altre situazioni rilevanti. Siamo quindi di fronte a

realtà diverse che meritano diverse strategie.

Lo sviluppo sostenibile proposto dall’ONU, esprime la preoccupazione per

l’imminente esaurimento delle risorse naturali nel corso del tempo, frutto di un

consumo eccessivo di queste società, si propone un modelo di consumo più

“equilibrato”, in funzione di garantire alle generazioni future lo sfruttamento delle

stesse risorse. Questo concetto è stato accolto con applausi e acclamazioni e copiati

in ciascuna delle costituzioni delle nazioni dei paesi latinoamericani, fino al punto

Page 35: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

35

tale che si organizzarono studi di master nell’Università del Centro e Sud America

per approfondire “le considerazioni del caso”.

Questo approccio continua ad essere, fino ad oggi, la spina dorsale del pensiero

ambientale e politico che ci ha governato.

Ma di quale generazioni future parla questa proposta? Delle generazioni future

Latine o africane?

Questa tesi è la difesa delle generazioni future, ma dei figli, nipoti e pronipoti che

nascosno nei paesi sviluppati. A questi paesi non l’importa niente le nostre

generazioni native, amerindi o africane. Loro credono ancora nel pensiero unico,

basato sul principio che l’espressione della vita ruota solo attorno ad un specie, la

specie del Caucaso –LORO-. Un ragionamento totalmente egocentrico e di

esclusione.

America Latina, richiede un altro approccio, orientato alla crescita responsabile e

multispecie. Ma per andare in questa direzione, dobbiamo iniziare la costruzione

di un nuovo discorso o riflessione su tematiche ambientali, sulla base della nostra

realtà. Perché fino ad ora, non siamo stati assertivi nelle soluzioni dei nostri

problemi ambientali, perché la nostra logica per l'analisi è supportata dalla

struttura concettuale di altre realtà ambientali.

Mi avvalo di una analogia musicale, per spiegarmi meglio. La musica fino alla

metà del secolo XIX, non poteva che scriversi, sul concetto di ritmo binario (2/4,

4/4) che vengono utilizzati in marce militari o ternari (3/4) che sono utilizzati in

valzer viennesi, tra gli altri. Data l’incapacità di scrivere, in queste categorie binarie

e ternarie questi ritmi latini e/o africani, sono stati ripensati e sono stati creati i

ritmi composti (5/8, 6/8, 7/8, 10/8, 11/8 ... 17/8), che non è oltre che la somma o

combinazione di diversi modi di ritmi binari e ternari, e d’allora è che hanno

imparato a conoscere i nostri ritmi in tutto il mondo. Lo stesso accade quando si

cerca di analizzare la realtà ambientale in America Latina partendo dai “ritmi

marziali viennese”.

Nell’interesse di contribuire alla costruzione di concetti che permettono di dare un

supporto teorico linguistico al discorso ambientale latino-americano e per potere

Page 36: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

36

cosí sviluppare gli strumenti di analisi necessari per la diagnosi e la ricerca di

Ecosoluzioni, lascio alla discrezione del lettore, dieci concetti per il nuovo glossario

ambientale. Ecco i dieci concetti.

1. Ambientalista Azurro: Denominazione tecnica del colore del pianeta Terra

vista dallo spazio.

2. Ecosoluzione: strategie per affrontare con successo le azioni per proteggere

le specie e il recupero di spazi distrutti.

3. Crescita responsabile: è la capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici

per soddisfare le loro esigenze di consumo, da una visione

biogenerazionale.

4. Biogenerazione: è il diritto naturale che hanno tutte le specie di alungare la

loro esistenza futura nelle stesse condizioni che hanno nel presente.

5. Crescita Responsabile Biogenerazionale: è La capacità dei popoli amerindi,

africani e asiatici per soddisfare le loro esigenze di consumo senza

compromettere il futuro di tutte le specie che interagiscono in queste

comunità. Questo concetto nasce in contrasto con il concetto di Sviluppo

Sostenibile creati dai pensatori dei paesi sviluppati per esprimere il loro

bisogno di controllare il loro consumo, con lo scopo di garantire alle sue

future generazioni di continuare a sfruttare la stessa ricchezza e le risorse

che attualmente ottengono dai territori dell'America Latina, Africa e Asia.

6. Iberoambientalisti: I cittadini di lingua spagnola che difendono i diritti

naturali, presenti e futuri di tutte le specie che abitano il pianeta.

7. Latinoambientalisti: I cittadini di subcontinente latino-americano che

difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che

interagiscono nella loro comunità o ecosistema.

8. Atmosfere intervenute: sono le alterazioni che si verificano nell'atmosfera

del continente latino-americano a causa delle emissioni eccessive e continuo

tossiche prodotte nelle loro città.

9. Mexatmosfera: È l'intervento più aggressivo dell’atmosfera che ha il

subcontinente americano in una città. Città del Messico, per la sua

condizione geografica di valle intrappolati tra le montagna, ha un

inquinamento fotochimico che colpisce il 80% della popolazione, con livelli

di ozono sopra 0,30 ppm con particelle in sospensione di 10 micron.

Page 37: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

37

10. Desertificazione Amazonica: Processo di desertificazione senza precedenti

che si verifica in Amazzonia a causa della predazione, la deforestazione, la

biopirateria e l’incendio di alberi.

L'Amazzonia è il polmone del mondo, con la più grande foresta pluviale, il fiume

più lungo, il flusso d'acqua potabile più grande del mondo e la più grande

diversità di fauna e flora. L’impatto della desertificazione dell’Amazzonia è molto

più che la generazione di terre secche e aride. E il più grande crimine

generazionale della vita planetaria.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 38: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

38

Circa 1,5 milioni di bambini e bambine muoiono per mancanza di acqua in America Latina, secondo CEPAL

Circa 800 milioni di persone in America

Latina non hanno accesso all’acqua

potabile, un diritto umano

fondamentale per i paesi in via di

sviluppo, una situazione che uccide

circa 1,5 milioni di bambini e bambine

ogni anno, secondo i dati della

Commissione Economica per l’America

Latina (CEPAL).

Ogni 22 marzo viene celebrata la

Giornata Mondiale dell’Acqua, nel 2012, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per

l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), si riferisce all’evento con lo slogan “Il

mondo ha sete, perché abbiamo fame” che affronta la stretta relazione tra le

questioni relative all’accesso alle risorse idriche per garantire la sicurezza

alimentare.

Guatemala è il paese centroamericano che ha mostrato meno interesse per

affrontare le varie questioni derivanti dall’uso irrazionale del‘acqua, dal 1984 sono

stati sottoposti al Congresso della Repubblica diverse proposte di leggi dell’acqua

e creato una serie di uffici che sono stati inoperante, ha detto Carolina Peralta, in

un articolo d’opinione pubblicato da Prensa Libre.

La vicepresidenza della Reppublica è responsabile del tema e il problema continua

a generare ansia tra la popolazione, che ogni giorno vede che l’acqua scarseggia,

soprattutto per la mancanza di una politica di buona gestione delle risorse idriche,

ha detto Peralta.

L’avvocata ha sottolineato che nel paese non esiste alcuna legislazione che

disciplina l’uso delle acque sotterranee, l’apertura dei pozzi è capricciosa e le acque

sotterranee si esauriscono ogni volta di più, così accade con la vendita di acqua in

Page 39: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

39

cisterne, non vi è alcun controllo della potabilità dell’acqua distribuita per il

consumo umano.

Con l’arrivo della stagione secca, le fonti si esauriscono, la crescita della

popolazione incide sulle ricariche idriche e l’inquinamento dell’acqua evidenzia i

problemi di disponibilità per i consumi delle famiglie e degli alimenti che di solito

colpiscono ai più poveri, donne e bambini.

Tuttavia, la facilitazione di informazioni e conoscenze su come superare la siccità,

è stata fondamentale in alcune comunità assistite dalla FAO a partire dall’inizio

2011, bambine, adolescenti e casalinghe fanno parte di un progetto di rifornimento

idrico e della promozione dell’agricoltura urbana e “periurbana”.

L’iniziativa ha beneficiato di circa 800 famiglie, ma il lavoro lo fanno per lo più

donne, che hanno imparato a raccogliere l’acqua piovana e a gestirla razionalmente

in modo che nella stagione secca ci sia disponibilità per le verdure e vivai.

La sostenibilità delle loro coltivazioni ha garantito l’alimentazione delle comunità,

soprattutto in Palencia, uno dei comuni del Guatemala con i peggiori problemi di

siccità, a causa della mancanza di aree di ricarica d’acqua.

Come parte della Giornata Mondiale dell’Acqua, la FAO ha sottolineato

l’importanza di favorire alle donne l’accesso all’educazione, alla salute,

all’informazione e alla conoscenza come strategia chiave per garantire una gestione

equa dell’acqua e la sicurezza alimentare delle famiglie, nonostante il vuoto

istituzionale e giuridico che c’è in materia di risorse idriche.

Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

/Fonte: noticias.com.gt / Notizie dal Guatemala

Page 40: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

40

L’agenda politica ambientale latinoamericana va dallo sublime allo inefficace, nulla trascendentale

Basta fare un giro sulle capitali

latinoamericane dal Cono Sud fino a

Messico attraverso i Caraibi, per

rendersi conto di quanto gli attori

politici ignorano, praticamente, la

portata del problema ambientale,

pensiamo solo sulla questione della

gestione dei rifiuti.

A conseguenza della proliferazione

delle discariche inadeguate e i livelli

di inquinamento i danni causati alla nostra biodiversità e all’ecosistema sono

davvero preoccupanti.

La maggior parte dei Capi di Stato di latinoamericani, molti di loro con molti anni

nel potere, non hanno costruito una vera e propria politica di uso dei rifiuti. Con

infrastrutture e ingegneria per poter approfittare le risorse che la “spazzatura”

genera. Non esistono strategie orientate verso l’educazione ambientale,verso la

produzione di rifiuti e riciclaggio e molto meno ancora politiche del riutilizzo del

riciclaggio. Oltre alla mancanza di centri di stoccaggio per i rifiuti pericolosi come

le lampade a risparmio, cariche di mercurio.

In America Latina si produce solo e molta spazzatura. Per generare rifiuti è

necessario la separazione del materiale organico e l’inorganico, bisogna fare la

classificazione in base al’origine dei rifiuti per avere materiali riciclabili.

Molti dei paesi latinoamericani sono eccessivamente consumistici e sprechatori,

forse prodotto delle economie redditiere e stati che sovvenzionano ai cittadini per

mantenere nell’ignoranza ai suoi elettori. Questo ci fa essere i principali produttori

di rifiuti.

Page 41: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

41

Cari lettori, oggi non c'è un governo in America Latina che realmente stia

costruendo un legato per il miglioramento delle principali preoccupazioni

ambientali nel loro paese.

Basta solo chiedere a coloro che vivono in Patagonia –Cile, Argentina–, spesso

esposti a livelli eccessivi di inquinamento e all’assalto della predazione

transnazionale. A coloro che vivono su un lato del loro fiumicello e il suo grande

inquinamento a Buenos Aires.

A coloro che hanno bisogno del fiume Uruguay inquinato da rifiuti tossici. A

coloro che non possono più fare il bagno nel Lago paraguaiano inquinato Ypacaraí.

Agli animali e aborigeni spostati o uccisi nel Gran Chaco e nell’Amazzonia. A

coloro che sopravvivono dalle risorse fluviali del fiume Pilcomayo, vittima di

dragaggio e l’inquinamento minerario.

Chiediamoli allora, a quelli che ora soffrono l’inquinamento del Lago Titicaca,

dovuto all’abbandono della Bolivia e del Perù; alle vittime dell’estrazione illegale

a Madre de Dios –Perù–, a quelli che Chevron non ha voluto indennizzare per

l’inquinamento della sua amata giungla in Ecuador. A coloro che tutti i giorni

danno la loro vita in difesa del dell’Amazzonia e del Brasile e che devono

affrontare un Codice forestale irriverente e quello che rappresenta la diga “Belo

Monte”, favorendo i datori di lavoro.

A quelli che vivono a Bogotà che impotenti supportano l’inquinamento dei loro

fiumi e maltrattamento delle sue zone umide. A coloro che non possono fare nulla

contro la deforestazione causata alle giungle colombiane dovuto alla minerarie e il

narcotraffico. Ai coralli marini estinti sulle isole di Rosario a Cartagena della

Indias.

Agli abitanti del Lago di Maracaibo che non hanno impianti di depurazione per

acque reflue e contemplano impotente ogni anno, come il suo estuario si tinge di

verde, per la Lemna, e di nero, per la perdita di petrolio. Ai vicini che soffrono di

inondazioni e l’inquinamento nel Lago di Valencia e il fiume Guaire a Caracas.

Alla biodiversità danneggiata dal petrolio nel fiume Guarapiche. Agli animali e gli

ultimi gruppi etnici in Amazzonia venezuelana, uccisi dai “garimpeiros”.

Page 42: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

42

Non molto indietro rimangono le mangrovie deforestate in Panama, Costa Rica e

Nicaragua. Al contaminata ed erosa barriera corallina mesoamericana. Chiediamo

agli haitiani e dominicani per la sua deforestazione e l’inquinamento delle spiagge

e fiumi. A tutte le Antille per lo sbiancamento e la distruzione dei loro coralli,

senza che l’industria Alberghiera e turistica assumano la loro responsabilità.

A centinaia di specie colpite e forse anche migliaia morte che ancora genera il più

grande disastro ambientale del secolo XXI, la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del

Messico causato dalla British Petroleum, che tra l’altro, dopo aver dimostrato

l’inefficacia sono stati assunti, dalla compagnia petrolifera dello Stato messicano,

come consulenti.

Per non essere ingiusto vale la pena riconoscere gli sforzi che forse migliaia di

amministrazioni comunali hanno sviluppati per affrontare i problemi ambientali.

Ma la maggior parte senza supporto o lavoro in collaborazione con gli enti statali.

Commettendo l’errore di non dare la partecipazione alle organizzazioni non

governative o Fondazioni Ambientalisti, ecologisti e Conservatori, che sono stati i

veri apostoli di questa crociata.

Riconoscimento alle Grandi Antille. Ai scienziati cubani ei loro sforzi per

sviluppare il Corridoio Biologico dei Caraibi, e che, nonostante la mancanza di

risorse dovuto ad un “obsoleto” blocco economico che li ha negato la tecnologia

per proteggere la biodiversità del nostro Mar dei Caraibi. Ironicamente i cubani

sono all’avanguardia.

Quello che non dovremmo mettere da parte in questa analisi, è la complicità o

permissività dei governi nei confronti della multinazionale Monsanto.

Progressivamente la commercializzazione dell’OGM, organismi geneticamente

modificati, sta penetrando le basi dell’ignoranza del governo. Monsanto come

“Mercenario” fa di latinoamerica il “suo patio trasero”, –il suo cortile– la sua

“discarica” e i nostri governanti non dicono niente al riguardo.

Vertici, Riunioni, Incontri vanno e vengono senza ottenere risultati o impegni

vincolanti. L'OEA, l’ALBA, il CARICOM, il Mercosur e i Vertici a Rio de Janeiro, e

poi ti rendi conto che loro sono ben informati di ciò che accade e nulla sembra

Page 43: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

43

richiamare l’attenzione dei capi di Stato davanti al declino imminente della nostra

biodiversità, e che forse in molti casi irreversibili.

Sicuramente gli avversari naturali in ogni caso difenderanno o metteranno in

discussione questi argomenti. Come cittadino delle Americhe, esercitando il mio

diritto solo chiedo a nome dei senza voce, che i governanti dimostrino con opere e

adeguate politiche pubbliche che abbiamo sbagliato in dire tutto ciò.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano |

ANCA24 Italia, Gustavo Carrasquel,

https://canalazul24web.wordpress.com/2012/12/02/18193/

Page 44: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

44

L’acqua potabile in America Latina, il prossimo sequestro: “un mercato che ha un volto che è buono e bello”

Metà della popolazione vive sulla

Terra in circa il 5% della della

superficie no marittima del pianeta, e

gran parte si fonda attorno a regioni

costiere come gli estuari e bocche dei

fiumi. La biodiversità di fiumi, laghi

e zone umide è l’insieme di

ecosistemi più minacciati della Terra.

Quasi il 20% dei pesci d’acqua dolce

sono scomparsi o sono in pericolo di

farlo. Non si tratta solo di pesce.

Anfibi, molluschi e molte altre specie sono anche in pericolo di estinzione.

Gli esseri umani sono concentrati in prossimità dei corsi d’acqua provocando che i

sistemi d’acqua dolce siano i primi habitat a degradarsi. Usano l’acqua, consumano

le loro specie animali, usano i loro canali per spostarsi e come raccoglitori di

scarichi maritimi.

L'acqua potabile rappresenta solo il 0,008% di acqua terrestre, facendo, talvolta,

che il suo uso pone problemi complessi. Nelle aree urbane dei paesi no sviluppati

170 milioni di persone non hanno acqua potabile per soddisfare le loro esigenze

minime: bere, cucinare o lavarsi, nelle aree rurali di questi paesi la situazione è più

desolante in quanto raggiunge quasi 885 milioni.

Risulta, inoltre, che la fornitura di acqua dolce nel mondo sta diminuendo

inesorabilmente. Una persona su cinque non ha accesso all’acqua potabile e quasi

uno su tre non dispone di mezzi adeguati per fare che l’acqua sia potabile. Alcuni

esperti ritengono che la scarsità d’acqua potrebbe essere una delle principali cause

di guerre tra i paesi nel futuro, soprattutto nelle aree più secche. Solo facendo un

corretto uso ed equo potrebbe prevenire gli effetti catastrofici di questa situazione.

Page 45: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

45

In America Latina, le tensioni per la mancanza del prezioso liquido si fa sentire in

settori quali l’Altiplano e Puna che è una vasta regione che copre Ecuador, Perù,

Bolivia, Cile e Argentina, caratterizzata da una zona arida. La scarsità d’acqua ha

generato tensioni in passato, come le recenti controversie tra la Bolivia e Cile per

un piccolo corso d’acqua conosciuto come il Silala. La regione è anche molto fragile

e affronta gravi problemi di desertificazione, causata da diversi fattori, tra cui lo

sfruttamento eccessivo dei pascoli e dell’agricoltura intensiva.

Questa situazione ha fatto sì che la povertà sia diffusa nella zona ed è al centro di

continui problemi sociali. Alcuni paesi, come la Bolivia, hanno cercato di stabilire

una legge di acqua per l’uso corretto di questa risorsa, ma anche questo ha creato

tensioni nella zona. Lo stesso avviene nella vasta regione di “El Chaco” condiviso

da Argentina, Bolivia e Paraguay, con le risorse naturali caratterizzate dalla loro

fragilità e la relativa scarsità, oltre a una piccola popolazione emarginata.

Questa regione soffre di gravi problemi di desertificazione, che colpisce la povertà

dei loro abitanti. L’acqua è solo una delle risorse scarse, nonostante abbiano due

grandi fiumi che disegnano la regione: il Pilcomayo e Paraguay. Quando piove,

l’acqua scorre attraverso i burroni con tale forza che distrugge ogni cosa trovi nel

sul suo cammino. Le risorse idriche del Chaco affrontano anche problemi di

inquinamento, che in passato ha generato tensioni e che hanno portato alla

necessità di un’zione coordinata da parte dei paesi della regione.

Lo stesso problema si pone in Città del Messico che sta affondando a causa della

quantità di acqua estratta da sotto le sue fondamenta. Una delle città più grandi e

più popolata del mondo, Città del Messico era una terra fertile di laghi. Tuttavia,

negli ultimi 500 anni, i laghi sono stati prosciugati e le foreste circostanti sono stati

tagliate. Mentre la città cresceva, il problema dell’acqua diventava più grande.

A causa della mancanza di un adeguato sistema di drenaggio, oggi l’acqua piovana

viene miscelata con i rifiuti e viene utilizzata per l'irrigazione. La città si affaccia

ora ad un grave rischio di rimanere senza acqua potabile. Si stima che il 40% della

acqua della città si perde attraverso fughe nelle fogne costruite agli inizi del secolo.

Page 46: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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In Brasile, oltre 17 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile. Diversi

studi hanno dimostrato che il 70% del consumo di acqua va all’agricoltura, il 20%

per l’industria e solo l’8% è per uso umano.

E i proprietari della dottrina Monroe, dove “l’America è per gli americani” ha una

situazione più impegnata nel suo territorio, perché il 95% di acqua potabile è

sotterranea. Le loro fonti d’acqua sono in secca perché i contadini delle alte pianure

di Texas pompano il liquido più velocemente di quanto la pioggia li riempie. Il più

grande acquifero negli Stati Uniti, il Ogallala, è in via di esaurimento a una velocità

di 12.000 milioni di metri cubi (m3) all’anno. La riduzione complessiva fino ad oggi

raggiunge circa 325.000 milioni di m3, un volume che equivale al flusso annuo di 18

fiumi del Colorado. Il Ogallala si estende dal Texas a Dakota del Sud e le sue

acque alimentano un quinto delle terre irrigate degli Stati Uniti.

Non c’è bisogno di essere un Jules Verne o pitoniso, per esprimere un allarme,

davanti al più grande predatore di tutti i tempi, che sicuramente iniziarà a

guardare la faccia del Sud quando non abbia più da bere acqua potabile.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 47: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

47

Evo, l’ambientalista che nessuno ascolta

Evo ha significato oltre ad essere la

voce indigena in difesa dei diritti

della Madre Terra -come lui stesso

l’ha definito-, la personalità politica

più tenace negli ultimo vertice sui

Cambiamenti Climatici. Le sue

riflessioni sono state, ben espiegate,

trasparenti e senza alcun interesse di

cercare protagonismo nei mass media.

È stato un interlocutore preciso della

grande preoccupazione ambientale.

Spostando addirittura, nei suoi discorsi, la sua posizione ideologica... “già la tappa

della lotta di classe è passata...”, “il ventunesimo secolo sarà per la difesa della

natura”.

Tuttavia, né noi stessi, quelli che gestiamo ONG Ambientalisre, come Greenpeace,

Azul Ambientalistas, tra gli altri, abbiamo valutato, esaminato o rivisto, questo

alleato sincero. Sicuramente, perché in fondo nei nostri geni, dove sono nascosti

sentimenti razzisti, arroganti, presuntuosi e gli stessi complessi, che spesso non ci

permettono di essere più autentici, ci potrebbe sembrare “inconcepibile”, che un

indio boliviano, con precarie studi formali , sia il coraggioso, che affronta

apertamente e cerca di generare una discussione su questo tema in ogni spazio

continentale o globale, dove sta partecipando. Al contrario, l'intenzione dei paesi

inquinanti, che cercano di mettere a tacere ad ogni costo, questo assalto sul pianeta.

Uno dei Wikilears cavi, che si occupa dell’azione della diplomazia dei grandi

inquinatori, si riferisce a quanto è accaduto al Vertice di Copenaghen, dove si

evidenziano la situazione imbarazzante che significava le osservazioni del

presidente della Bolivia. Questo spiega la necessità di isolarlo, per lo “stridore”

delle sue opinioni. E si cercò di diminuire le sue rivendicazioni, partendo dal

presupposto che era del gruppo dell’ALBA. Cioè, l’asse del “male”.

Page 48: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

48

Ma quali sono questi “disagi” che Evo li produce alle nazioni inquinanti, che di

nuovo sono ripetuti nel vertice di Cancun?

Osservare che il testo del Vertice di Cancun, come il testo di Copenaghen, è una

vittoria vuota e falsa che è stato imposto senza consenso, e il suo costo sarà

misurato in vite umane.

Che è stato un atto deliberato, quello di ridurre le aspettative e minimizzare al

minimo lo sforzo del Vertice di Cancun. Nei casi in cui la cosiddetta “vittoria” per

il multilateralismo è davvero una vittoria per le nazioni ricche che hanno

intimidito e costretto ad altre nazioni ad accettare una soluzione alle loro

condizioni. Le nazioni più ricche non offrirono niente di nuovo nella riduzione

delle emissioni o finanziamenti, e, invece, hanno cercato di invertire gli impegni

già esistenti, e includere tutte le scappatoie possibili per ridurre il loro obbligo di

agire.

Evo ha detto: “...mentre le nazioni in via di sviluppo -che si trovano ad affrontare

le peggiori conseguenze dei cambiamento climatico- richiedono una soluzione

reale, ricevono solo il “realismo” di gesti vuoti. Le proposte da parte dei paesi

potenti sono state trattate come sacrosante, mentre le nostre proposte erano usa e

getta... gli accordi erano sempre a spese delle vittime, piuttosto che dei colpevoli

del cambiamento climatico. Quando Bolivia ha detto essere in disaccordo con il

testo nelle ultime ore di colloqui, l’obiezione è stata respinta. Un accordo in cui

solo i potenti arrivano alla vittoria non è una negoziazione, è una imposizione”.

Concordiamo con l’affermazione fatta da Evo quando dice: “C'è solo un modo per

misurare il successo di un accordo sul clima, e questo si basa sul fatto o meno si è

efficace per le riduzioni delle emissioni per prevenire il cambiamento climatico".

Quindi, la sua critica è corretta, perché nel testo di Cancun è permesso di

aumentare le temperature globali di 4 gradi, il che significherebbe livelli disastrosi

per l’umanità. Da recenti rapporti scientifici mostrano che 300.000 persone stanno

già morendo ogni anno da calamità legate al cambiamento climatico. Il testo di

Cancun, è un brevetto di corsaro per chi inquina, è il via libera, per lapidare

all’umanità e l’ambiente.

Page 49: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

49

Da questo spazio vi faccio una convocazione, di non consegnare il destino di

questo pianeta agli inquinatori. Ognuno di noi, dal proprio spazio ha molto da

offrire, per aiutare in questo grande ministero. La missione di un ambientalista è

quella di difendere la vita umana fino al suo ultimo battito. Ascoltate ad Evo e a

tutti i coraggiosi ambientalisti.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 50: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Opportunità di energia geotermica in America Latina e nei Caraibi

America Latina e i Caraibi, ha

sviluppato l'energia eolica,

fotovoltaica, solare termico,

geotermico e l'accettazione di auto

elettriche con batterie al litio. Anche

con i grandi benefici di ciascuna di

queste energia nobile, sta crescendo a

passi da gigante nelle due regioni,

l'utilizzo di energia geotermica.

Essendo questa un processo naturale

rinnovabile, attraverso il quale si

utilizza il calore generato nel centro della terra (magma) per produrre vapore ad

una condizioni di temperatura e pressione selezionata, consentendo di spingere un

sistema costituito da una turbina a vapore accoppiata ad un generatore elettrico.

L'energia geotermica si trova in geyser, vulcani, sorgenti termali, tra gli altri. La

sua forza principale è che questa tecnologia è accessibile 24 ore x 7 giorni alla

settimana, eliminando i problemi di variabilità associata con altre tecnologie, come

l'energia solare ed eolica. È una energia pulita in quanto il vapore dei rifiuti dopo

la generazione di elettricità può essere condensato e reiniettato di nuovo nel

serbatoio, per avviare un nuovo ciclo di produzione di energia. Oltre alla sua

versatilità, può produrre energia elettrica, per fornire acqua calda per uso

industriale.

Questa fonte di energia ha un altro grande vantaggio, che è quasi inesauribile

dovuto al calore costante che c’é all'interno della Terra, oltre ad ottenere acqua

dolce e salata come sottoprodotto, e il suo impatto per uso non combustibile.

In America centrale la geotermica è la seconda fonte più importante di energia

rinnovabile nella regione. Fino ad oggi sono stati compiuti progressi sia nella

ricerca, nello sviluppo delle risorse e lo sfruttamento; si stima che il potenziale

sfruttabile di questa risorsa nella regione centroamericana è nell'ordine di 5000

Page 51: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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MW distribuiti tra Costa Rica, Guatemala, El Salvador e Nicaragua, nel caso di

Panama e Honduras, ci sono solo stime preliminari, ma la somiglianza tra i

geologico-tettonica rispetto ai paesi vicini, indica che vi sono potenziali risorse per

la generazione di energia elettrica.

Costa Rica, per esempio, ha avviato l'esplorazione di due depositi a vapore, in

Occidente, con l'obiettivo di installare impianti geotermici Il Palias II e Borinquen.

Si stima 1,5 milioni di dollari per investire nel materiale necessario per fare 10

perforazioni esplorative, che può arrivare fino a 3.000 metri. Una prima cifra del

potenziale geotermico è 865 MW. Il Guatemala è un'altra nazione in materia

geotermica, che mira a generare il 60% del suo fabbisogno di energia elettrica

attraverso centrali geotermiche entro il 2022. El Salvador ha già due centrali

geotermiche: quella di Berlino, Usulután e la seconda in Ahuachapán, che fornisce

il 26% (180 MW) del consumo totale di energia di quella nazione. In Nicaragua,

campo geotermico, ha iniziato la prima fase, che prevede la perforazione di pozzi

di iniezione ad acqua e di pozzi che producono vapore sufficiente per la

generazione di energia, la costruzione di torri di raffreddamento, un impianto per

la distribuzione elettrica e l'installazione di turbine. Queste attività sono parte del

progetto San Jacinto Tizate, attuato da Polaris Energia Nicaragua, che spera di

creare con le sue due turbine di 72 MW.

Nei Caraibi, le due isole che compongono la Federazione di Saint Kitts e Nevis

hanno recentemente scoperto diversi siti geotermici che potrebbero fornire 50 MW

di energia pulita. Poiché le esigenze dei consumatori sono solo 10 MW, queste due

isole sono chiamate a diventare il primo paese al mondo a emissioni zero. Oltre a

entrare nel paese l'autosufficienza energetica, St. Kitts e Nevis esporteranno il

surplus di energia prodotta ad altri paesi dei Caraibi.

Inoltre, Dominica, ha avviato iniziative per l'esplorazione geotermica in Soufriere. I

risultati fino ad oggi sono abbastanza favorevole a incoraggiare gli investitori nello

sviluppo di progetti di questo tipo di energia. Santa Lucia svolge la stessa attività,

in accordo con la società statunitense Energy Qualibou per sviluppare centrali

geotermiche, l'uso e l'esportazione, che insieme hanno una capacità di 120 MW,

sufficiente per l'isola di 175.000 abitanti. Circa 1/3 dell'energia prodotta viene

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52

utilizzata sulla stessa isola, il resto verrà esportata nella vicina Martinica da un

cavo sottomarino.

In Sud America, il Cile ha un elevato potenziale geotermico nella zona di attività

vulcanica nota come l'Anello di Fuoco, nel Pacifico. Questo fatto ha consentito

l'avvio di attività di esplorazione, con il settore privato per individuare proposte di

investimento. Per fare questo, bisogna assegnare la concessione di 17 aree

geotermiche e 9 società con un investimento di oltre 106 milioni di dollari nei

prossimi 2 anni.

Anche Colombia, sta conducendo studi di fattibilità nella zona circostante il

vulcano Nevado del Ruiz. Il progetto, in linea di principio, ha un costo di $ 190

milioni e includono la realizzazione di studi di fattibilità, ambientali e finanziari, la

perforazione di esplorazione, perforazione di produzione, l'adeguatezza delle

infrastrutture di accesso, il collegamento alla rete di trasmissione nazionale ,

fornitura di attrezzature, costruzione di impianti e gestione commerciale.

Un'altra fonte importante di energia geotérmica in Sud America, si trova in Bolivia,

nella Laguna Colorada, situata nel dipartimento andino di Potosí (sud-ovest),

confinante con il Cile. Con un potenziale stimato di 6500 megawatt (MW).

Il progetto di Carchi, fa parte di un piano binazionale in Colombia, perché la zona

è al confine tra i due paesi. Il potenziale stimato del Perù per generare elettricità

con l'energia geotermica da sorgenti di acqua calda, è di circa 3.000 megawatt

(MW). Tale importo è stato stimato dagli esperti giapponesi che hanno annunciato

che nel sud del paese hanno iniziati gli studi per produrre energia in campi

geotermici e Hot borato nei depositi nel dipartimento di Tacna. Secondo gli studi

di fattibilità presentati, il potenziale di generazione di energia elettrica di entrambi

i campi è di 150 MW, 100 MW e il Hot borato nei depositi possono fornire 50 MW.

Argentina stima installare per l'anno in corso, la prima centrale geotermica. Questo

impianto sarà ubicato nella zona disabitata nella Valle del Cura (Chiesa) circa 370

km dalla città e contribuirebbero al sistema elettrico della provincia di San Juan 5

MW in una fase iniziale, con un investimento iniziale di 7 milioni di US $, 2 per le

attività di esplorazione che si aprono oggi e 5 milioni per la costruzione della

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centrale. Inoltre, nella seconda fase siu far{a inmediatamente l’ espansione, per

aumentare la produzione di energia di 150 MW.

In Venezuela, a est del paese ha il più alto potenziale geotermico. Una generazione

di energia stimata nell'ordine di 150 MW. Dal momento che la prima engineering

sono state avviate e non vi è un elevato interesse da parte del settore privato,

nazionale ed internazionale, a investire nello sviluppo di questi piani energetici.

Con energia geotermica, l'America Latina ed i Caraibi sono al riparo dal calore

della Madre Natura. Tutto indica che abbiamo un potere illimitato per sviluppare

e per essere in materia energetica un grande e potente continente.

Energia pulita per salvare il pianeta sarà la parola d'ordine di questo secolo!

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – José Forgione,

Collaboratore | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista

venezuelano | ANCA24 Italia.

Page 54: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Energia eolica marina, la migliore scommessa dei Caraibi

L’utilizzo energetico della forza dei

venti mediante l’installazione di

turbine eoliche in aree caratterizzate

da forti venti durante tutto l’anno, è

oggi, la proposta di energie pulita o

rinnovabili di maggiore sviluppo e

crescita tecnologica negli ultimi anni.

L’energia eolica sta guadagnando

terreno come una delle alternative

più valide per sostituire i

combustibili fossili e quindi viene

assunta come una delle azioni concrete per ridurre le emissioni di CO2 e così

frenare il riscaldamento globale .

Proposta energetica che siamo obbligati a difendere senza dubbio, dal momento in

cui l’attuale parco tecnologico nel settore energetico dei paesi sviluppati, rimane

ancora il più inquinante. Sebbene questi paesi “hanno accordato” nel Protocollo di

Kyoto di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Fissare come obiettivo che

entro il 2012, le emissioni di gas inquinanti potrebbe crescere solo un 15% rispetto

al 1990, tuttavia, tali emissioni rimangono ancora oggi nel 17% oltre il limite

accordato.

La miglior esperienza di questo tipo di energia alternativa è quella prodotta nel

mare aperto -energia eolica marina-, in quanto la velocità del vento è più forte e

più prevedibile, soprattutto quando i siti per installare l’energia eolica su un

terreno cominciano a scarseggiare negli insediamenti per gli insediamenti della

popolazione costiera.

Il primo parco eolico marino composto da 11 turbine da 450 kW, è stato costruito

in Danimarca nel 1991 a nord dell’isola di Lolland nel Mar Baltico e, nel 2002, dopo

il lancio di diversi parchi con diversa potenza, apre il parco Horns Rev, il più

grande del mondo con 80 turbine eoliche con una capacità installata di 160 MW.

Page 55: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

55

Questo paese ha il “Piano d’Azione sull’Energia, Energia 21”, in base al quale 4.000

MW di energia eolica saranno installati in mare aperto entro il 2030, che andrà

aggiungere altri 1.500 MW installati in terra per raggiungere oltre il 50 % del

consumo di energia nel paese, il tutto con un investimento di 70.000 milioni di

bolivares.

Dopo i risultati concreti ottenuti in quel paese, si può concludere che, anche se

l’impianto nel mare di strutture con caratteristiche simili, è di un investimento

superiore rispetto a quelli situati in terra, la produzione di energia elettrica è più

stabile e il 20 % in più, e la vita utile del parco, ben tenuto, può essere raddoppiata.

I parchi esistenti attualmente si trovano in aree poco profonde, lontani da vie

marittime, aree di collegamento via microonde, zone militari, spazi di particolare

interese ornitologico o naturale in generale e lontani dalla costa almeno 2

chilometri, per fare un uso migliore delle condizioni dei venti, con caratteristiche

diverse dai venti a terra.

In mare, il vento si trova con una superficie di ruvidità variabile, le onde, e senza

ostacoli come isole, isolette, e così via. Questo implica che la velocità del vento non

subisce variazioni significative a variare l’altezza della turbina eolica, in modo che

possono utilizzarsi torri più basse da quelle usate in terra.

Inoltre, il vento è generalmente meno turbolento in mare che in terra, così che in

una turbina eolica situata sul mare ci si può aspettare un periodo di lavoro utile

maggiore rispetto ad altre situate in terra.

Uno degli aspetti che riduce i costi di installazione di tale turbine eoliche è quello

di ottimizzare i sistemi di ancoraggio e base a terra. Inizialmente sono state fatte

mediante fondazione in calcestruzzo per gravità, facendo la costruzione in bacino

di carenaggio di grandi strutture che successivamente sono state fissate al

pavimento e sono stati riempiti con ghiaia e sabbia.

Un disegno successivo, il monopile, è quello di perforare il fondale con un

diametro di 3,5 a 4,5 metri e una profondità di 10 a 20 metri, che introduce un

cilindro metallico che è alla base della torre. Attualmente impiega una tecnica di

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56

gravità + acciaio, il risultato della combinazione delle due. Nel caso di acque

profonde, si usano tre gambe treppiedi ancorata al terreno.

Finalmente, i parchi eolici sono collegati con la terraferma attraverso cavi

sottomarini interrati per ridurre il rischio di danno fatti da attrezzi da pesca,

ancore, ecc. In aree strategiche del parco ci sono, tra l’altro, instalazioni di

servizio, centri di trasformazione che traducono la bassa o media tensione a alta,

per facilitare il trasporto fino alla costa. Se la distanza a terra è di 30 km è possibile

utilizzare connessioni di correnti in alta tensione. Una volta a terra, è sufficiente

collegare la linea elettrica con la rete di distribuzione esistente.

L’installazione di parchi eolici nei Caraibi, sono già competitivi, perché il tasso

percepito da queste tecnologie è inferiore al prezzo medio di generazione di

energia elettrica rispetto ai tassi elevati delle tecnologie che usano il petrolio -olio

combustibile o gasolio-. Questa scelta viene sostenuta perché il prezzo di questi

combustibili, prodotto per il trasporto alle isole, li rende sempre più proibitivi.

La variabilità del costo dell’energia prodotta con combustibili fossili mostra che un

kilowatt di energia eloica per ora costi circa la metà di quella prodotta con fueloil e

il 37% inferiore al gasolio. Così, i sistemi elettrici dei Caraibi saranno più sicuri,

perché miglioreranno la loro autosufficienza, saranno più puliti, rinnovabile e più

economici, perché saranno ridotti i costi di generazione dell’energia elettrica grazie

alla continua inflazione dei prezzi dei carburanti fossili.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 57: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Fauna della foresta Amazzonica

La foresta amazzonica ospita più

specie di animali di qualsiasi altro

ecosistema terrestre del pianeta. Si

stima che in esso ci siano circa il 30%

delle specie animali del mondo.

La grande varietà della sua fauna, è

associata alla diversità della sua

habitat, alla struttura a strati della

foresta, alla varietà degli alimenti a

disposizione durante tutto l’anno; e,

quindi la presenza dei tipi di alimenti, il che vuol dire l’incremento del numero di

specie che possono beneficiarsi di tali risorse. Tutte queste condizioni convergono

permettendo ad una grande varietà di nicchie che siano riempite da comunità

animali differenti. La competizione è limitata dalla distribuzione temporale di

alcuni alimenti per ciascuno degli strati della foresta.

Questo articolo si propone di guidare il lettore alla ricerca di información sui

seguenti gruppi di animali: Mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci e insetti,

Mammiferi: Rispetto ai loro parenti africani, i mammiferi amazzonici hanno

dimensioni più piccole. La schiena arcuata, la testa rivolta verso il basso e le piccole

dimensioni delle corna o palchi, sono adattamenti sviluppati per un facile

spostamento nel terreno denso tropicale.

I mammiferi, come ad esempio la vegetazione della foresta pluviale tropicale,

hanno alte percentuali di diversità delle specie, e la densità di popolazione

corrispondentemente bassa. I mammiferi sono più difficili da vedere, soprattutto

perché molti sono animali notturni. La distribuzione dei mammiferi nella foresta, è

in gran parte determinata dalla organizzazione della biomassa vegetale –cibo e

alloggio– e la disponibilità di acqua. Nella foresta primaria altamente stratificata, la

popolazione mammifera risponde a una distribuzione simile a quella della

vegetazione. Vi è una maggiore occupazione della struttura di superficie rispetto

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58

alla foresta temperata. Più di 300 specie di mammiferi si trovano nell’Amazzonia,

la maggior parte dei quali sono pipistrelli e roditori.

L’Amazzonia ospita il più grande roditore del mondo, il capaybara, che può pesare

200 libbre –91 kg–. I bradipi passano la maggior parte della loro vita sulle cime

degli alberi. La loro dieta è la nutrizione, che li costringe a risparmiare energia,

perché passa l’80% della loro vita di riposo. La dieta di una scimmia urlatrice è

costituita da foglie, che sono difficili da digerire.

Il loro metabolismo è così basso per cui hanno bisogno della luce del sole per

riscaldarsi. Due specie di delfini d’acqua dolce vivono nel Fiume dell’Amazzonia.

Edentate –compresi i bradipi, formichieri e armadilli– sono anche i residenti della

foresta amazzonica come il lamantino, che si trova nei fiumi che covergono col

fiume Amazzonia. Il delfino rosa è una specie che è di oltre due metri di

lunghezza e supera il giaguaro e il tapiro, ed è il più grande mammifero nativo in

Amazzonia.

Uccelli: Più di 1500 specie di uccelli si trovano nel bacino amazzonico nel suo

complesso è sede di un terzo degli uccelli del mondo. Molti degli uccelli che si

trovano in Amazzonia sono migranti provenienti da nord o da sud, arrivano alla

giungla per allontanarsi dal inverno. Tra gli animali che si trovano nel tettuccio,

baldacchino, abbiamo l’aquila arpia, che si nutre di scimmie, bradipi, procioni,

rettili e uccelli. Emblematico, la presenza dei Guacamayos, trovati lungo le

scogliere di argilla del fiume Amazzonia. Il Guacamayo di Spix è uno dei più

famosi.

Tra gli uccelli più comuni sono: Inambu Carijo, Inhambu listrado, Inambu pixuna,

Inhambu de pé Cinza, Inhambu galinha, Azulona, Mutum Poranga, Mutum de

habas, Mutum Cavalo Menor, Iri mutum, Araqua-pintado, Araqua de Cabeça

vermelha, Jacuaçú, Uru docampo, Uru Corcovado, Uru de Topete, Anhuma,

Marreca-Ananai, Pato-do-mato, Pato corredor, Marreca de bicoroxo, Pato e-cresta,

Pica-pau-de-Penacho, Pica-pau-chocolate, Pica-pau-amarelo, Pica pau-escamoso,

Pica-pau-de-coleira, Pica pau Barrado, Pica pau de peito pontilhado, Pica pau de

barriga vermelha, Pica pau da copa, Pica pau-Bufador, Pica pau anão de peito

Barrado, Pica-pau-anão-do-Orinoco, Pica pau anão Ferrugem, Pica pau de colar

Dourado, Capitão de Coroa, Capitão de cinta, Capitão-de-bigode, Capitão verde,

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59

Aracari minhoca, Aracari bico deMarfim, Aracari-mulato, Aracari-letrado, Surucuá

Pavao, Surucuá de coleira, Surucuá de caballo preta, Surucuá-de-barriga-amarela,

Surucuá-pequfno-de-barriga, Surucuá de barriga dourada, Juruva-Ruiva, Udu-de-

bico-Largo, Martín-pescador-anão, Martín pescadoir damata, Papá-lagarta

canelado, Alma-de-gato, Chincoã-de-bico-vermelho, Saci-faisão, Jacu-Estalo-de-

bico-verde, Jacu-Estalo-de-bico-vermelho, Arara-Canindé, Arara canga.

Rettili: I predatori vertebrati più abbondanti del suolo della foresta amazzonica

sono rettili, in particolare serpenti e lucertole. Si stima che ci siano oltre 500

mammiferi, 175 lucertole e oltre 300 specie di altri rettili. I più noti sono i serpenti

giganti boa constrictor. Nel complesso sono arboree, acquatiche, e relativamente

piccole. La maggior parte dei serpenti da suolo della foresta sono piccole o medie

dimensioni, notturne e un pò velenose.

Si nutrono di anfibi, mammiferi, uccelli e insetti. Ad esempio, il serpente talpa ha

lunghe zanne sporgenti oltre gli angoli della bocca, mascella staccabile tipo

cerniera, è particolarmente si adattano alla alimentazione di uova di uccelli.

Sebbene la testa è la dimensione di un dito umano, può ingoiare uove grandi come

quello di un pollo. Si trovano anche, specie chiamata “serpente di due teste”,

hanno una coda che assomiglia alla testa. Inoltre, per confondere ulteriormente i

predatori, il serpente muove la sua coda in un modo che imita il modo in cui la

maggior parte dei serpenti muove la testa.

Quindi, se è aggredita, la coda –che assomiglia alla testa– sarà l’obiettivo che

permette al serpente dare più opportunità di fugire.

Anfibi: Sono comuni nel sottobosco, anche se non abbondanti come si trovano

negli alberi. Tra i più noti della foresta sono le piccole rane dai colori vivaci di

veleno di dardo, –i membri della famiglia Dendrobatidae–. Queste rane sono di

lento movimento e nascondono tossine potenti nelle loro ghiandole sulle spale, e

fanno uso dei loro colore per fare pubblicità della loro composizione tossica per

spaventare i potenziali predatori. La potenza della tossina varia a seconda delle

specie, e gli abitanti della foresta hanno usato queste secrezioni della pelle per

secoli per avvelenare la punta delle frecce di cerbottana. La rana più tossica

conosciuta è la Terribilis Phyllobates di colore oro giallo. Inoltre, non tutte le specie

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60

di rane della foresta sono dai colori vivaci. In generale, tutti gli altri anfibi,

utilizzano il mimetismo o il camuffamento, come difesa.

Pesci: Il bacino amazzonico contiene il maggior numero di specie di pesci d’acqua

dolce del mondo, stimato in oltre 3.000 specie. La Amazzonia ha oltre 1.100

affluenti, 17 dei quali sono oltre 1.600 chilometri di lunghezza. Il Piramutaba, pesce

gatto gigante Amazononian, si ritiene che migra ad una distanza di circa 3.300

chilometri dal luogo di nidificazione nei pressi della foce dell’Amazzonia per loro

zone di riproduzione nell’alto Amazzonia.

Molti pesci in Amazzonia, come il Tambaqui, sono importanti dispersori di semi

di alberi. Il pesce Pirarucu o arapaima è uno dei più grandi d’acqua dolce del

mondo, raggiungendo una lunghezza massima di 5 metri. Egli è riconosciuto come

uno dei più antichi, risalenti al periodo Giurassico –200 milioni di anni–. Un altro

pesce molto apprezzato, è il Tambaqui o Pacu, che è considerato uno dei pesci

d’acqua dolce con un migliore gusto, si nutre di frutti e semi. L’Anguilla Elettrica,

che è una specie di pesce e non di anguilla, può raggiungere i 3 metri di lunghezza

e pesare 22 kg.

Diverse specie di pesci che sono stati tradizionalmente d’acqua salata e si sono

adattati alle condizioni d’acqua dolce della Amazzonia tra cui raggi, delfini, e

spugne.

Insetti: Oltre il 90% delle specie animali in Amazzonia sono insetti. Si stima che

ospita circa 30 milioni di tipi di insetti. Dispone inoltre di circa il 25% dei 2.000.000

coleotteri –Coleoptera–, che esistono in tutto il mondo. Lo scarafaggio di corne

lunghe –Titanus Giganteus– può avere una lunghezza del corpo –senza antenne–

superiore a 16 cm. Un chilometro quadrato di foresta pluviale spesso ospita più di

50.000 specie di insetti.

Alcuni scienziati stimano che il 30% della biomassa animale del bacino amazzonico

è formato da formiche. Le formiche tagliafoglie sono responsabili per la cattura di

una sesta parte delle foglie della zona, loro frammentano le foglie per poterle

trasportare ai loro nidi sotterranei. Le formiche svolgono un ruolo fondamentale

nell’ecosistema della foresta pluviale dovuto alla potatura della vegetazione, il che

stimola la crescita di nuove foglie e rompendo le foglie, se rinnova il terreno.

Page 61: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Inoltre, si stima che ci siano circa 6.000 specie di farfalle. Gli insetti come

millepiedi, scorpioni utilizzano la sabbia delle lombrichi come fonte di cibo.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 - Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 62: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Flora della foresta amazzonica

La foresta amazzonica, conosciuta

anche come l’Amazzonia, copre più

della metà del Brasile e prende il

nome dal fiume Amazonas. Inoltre è

designato come il polmone verde del

pianeta, perché ricicla l’anidride

carbonica in ossigeno. Si stima che

circa il 20% dell’ossigeno del pianeta è

prodotto dalla foresta amazzonica.

Nella foresta, si riceve circa 3 metri di

pioggia ogni anno. Cinquanta per cento di questa pioggia ritorna nell’atmosfera

attraverso il fogliame. Decine di milioni di ettari di foresta pluviale sono coperte da

acqua e nella misura in cui avanza le inondazioni, raggiunge i 20 chilometri su

entrambi i lati del canale naturale del fiume Amazonas. Le alte temperature e le

precipitazioni sono le stesse per tutto l’anno in Amazzonia.

Il clima è caldo e umido, con temperature medie di 27° C –80,7° F–. La differenza

di temperatura tra il giorno e la notte è maggiore di quello tra le stazioni. La sua

superficie totale è di circa 4 milioni di km2.

La foresta amazzonica è costituita da quattro strati o comunità. Strato emergente,

“Baldacchino” –il tettuccio–, Sottobosco e del Suolo. Ogni strato ha ecosistemi

unici, piante adatte a ogni sistema o strato.

1. Lo Strato emergente è il più alto livello in cui gli alberi possono raggiungere

un’altezza di 65 metri, è formata da alberi emergenti che sovrastano il

“Baldacchino” –il tettuccio–. Di solito sono alberi sempreverdi, resistono alle

alte temperature e forti venti. Le foglie sono piccole e coperte con una

superficie spessa cerosa per trattenere l’acqua. Si approfittano del vento

attraverso lo sviluppo di semi alati che sono trasportati in altre parti della

foresta. Questi alberi giganti hanno tronchi dritti e lisci, con pochi rami che

possono arrivare fino a 6 metri di larghezza, i loro sistemi di radice sono molto

Page 63: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

63

piccoli, esse crescono opposte e che possono estendersi verso l’esterno per una

distanza di circa 10 metri.

2. Segue, il Baldacchino –il tettuccio–, che è lo strato più importante della foresta

pluviale. Rappresenta una copertura più o meno continua di fogliame formata

dalle chiome degli alberi, che sale a un’altezza compresa tra 30 e 50 metri.

Secondo alcune stime, ospita il 40% di tutte le le specie vegetali, suggerendo

che è possibile che fino alla metà di tutte le specie sulla Terra ci sono lì. La

maggior parte degli alberi del baldacchino –tettuccio– hanno foglie lisce, ovali,

noti come fogli di punta di gocciolamento. Ciò consente all’acqua di fluire

fuori della foglia rapidamente e impedisce la crescita di funghi, muschi e

licheni. Il “baldacchino” –tettuccio– delle foglie sono molto densi e filtrano

l’80% della luce solare. Molti fiori e frutti crescono in questo strato.

3. Il livello successivo è il Sottobosco, che riceve solo tra il due al cinque per

cento della luce solare disponibile. Le piante in questo livello sono adattate

all’esistenza di questa ombra perpetua. Le sue foglie di raccolta di energia

solare crescono di grandi dimensioni, e sono di colore verde scuro. Di solito

non crescono più di 4 metri di altezza.

4. Infine, quello che viene chiamato il Suolo della foresta. Questa zona riceve solo

il 2% della luce solare. Solo possono crescere lì piante specialmente adattate,

come prati ed erbe. Contiene anche materia organica in decomposizione, che

scompare rapidamente a causa di alte temperature e umidità. Il terreno è

coperto di vegetazione in decomposizione e di organismi che si decompongono

in sostanze nutritive utilizzabili. Molte sostanze nutrienti si trovano in questa

biomassa. Perciò, le radici degli alberi si trovano vicine alla superficie per

accedere a tali nutrienti. Nonostante la sua ricchezza, gli alberi giganti

dell’Amazzonia crescono nelle terre più povere del continente. Poiché nei

primi due centimetri di suolo acido, si ha il 99% delle sostanze nutritive. Nove

decimi dell’energia della foresta viene immagazzinato nelle foglie e nei tessuti

degli alberi stessi. Il suolo della foresta è un materiale poroso, che impedisce

che i minerali e le sostanze nutritive possano essere lavati via dalle piogge.

Non appena cade un albero o un animale muore, gli organismi decompositori

fanno di questo processo una fonte di cibo.

La Foresta Amazzonica ha due stagioni di pioggia, umida e secca, con scarsa

differenziazione tra ciascuna. Ci sono piante come liane, che si sono adattate e si

intrecciano in ciascuno dei livelli. Sono flessibili come le stringhe, crescono e si

estendono in cerca del sole, contorcendosi e appoggiandosi sugli alberi.

Page 64: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

64

Raggiungendo fino a 200 metri di lunghezza. Inoltre abbondano a tutti i livelli le

piante epifite che crescono su altre piante in cerca di luce solare. Giocano un ruolo

importante nella foresta, come conservare l’acqua e il cibo –foglie morte e insetti–

dopo una tempesta. Tra le epifite più note ci sono le orchidee. Altre piante

spiccano, come la felce acquatica, che galleggiano in acqua, nutrendosi attraverso

le foglie, o si posano sui rami, come le epifite

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 - Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 65: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

65

Il prezzo della vita in America Latina

La ragion d’essere di un

ambientalista, ecologista o

conservazionista in sisntesi è la difesa,

fino all’ultimo respiro, della vita. È il

sacro, è il punto principale e finale di

ciascuna delle nostre lotte. Gli abitanti

di questo pianeta, animale e vegetale,

la natura ci hanno dato questo dono

magico, questo privilegio. Noi ci

battiamo per difendere le balene, i

delfini, circa per il maltrattamento

degli animali avvertiamo sulle diverse specie che sono in via di estinzione.

Inoltre, diffondiamo con tutta la nostra veemenza, la difesa dei boschi amazzoni e

la foresta boreale o taiga. Apprezziamo il privilegio di avere acqua potabile e

siamo a favore del’utilizzo di energie rinnovabili, come ad esempio una forte

azione per ridurre le emissioni di CO2, e quindi rallentare il riscaldamento globale

che colpisce tutti i continenti.

Tuttavia, gli ambientalisti e molti di noi in America Latina, facciamo come lo

struzzo, quando si fa prendere dal panico, mettiamo la testa in un buco per non

vedere ciò che accade intorno a noi. Come è sempre più svalutato il significato per

la vita dei nostri simili. Ad esempio: vengono uccisi ogni anno nella nostra regione

circa 200 mila persone, di cui 30 mila sono omicidi su commissione, più di tre

milioni di donne sono indotte all'aborto, nello stadio superiore a 14 settimane di

gestazione e oltre 200 mila persone muoiono per cattiva pratica medica. Per non

parlare di animali da compagnia, la decisione di vita o di morte di questi esseri che

fanno parte della famiglia sono nelle mani dei suoi proprietari, la morte degli

animali da compagnia per negligenza o atti deliberati dei proprietari o altri, non

hanno punizione.

A proposito degli omicidi in America Latina, il 70% dei casi non vengono puniti,

sia perché non vi è alcuna capacità di ricerca con tanti eventi simultanei,

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66

generando l’ozio nella migliore delle ipotesi, per non parlare, di complicità delle

forze di polizia .

Neigli aborti, il 99% dei casi, sono accettati come qualcosa che non ha dovuto

succedere. E le morti per cattiva pratica medica, il 90% delle denunce non sono

indagate, semplicemente le cose si lasciano così e quando se indaga comunque non

succede nulla. L’impunità è la legge suprema che governa la subregione. Nei

decenni appena trascorsi di realismo magico, costumi descritti da Gabriel García

Márquez, alla barbarie sud-realistica. Infine, si tarifo la vita su questo

subcontinente, dove il suo valore oscilla in base al paese di origine.

L’uscita, una sola, dedicare tutti gli sforzi per rafforzare l’educazione, e in maniera

massiccia fare gli investimenti di opere pubbliche sostenibile e di ampia portata

per generare posti di lavoro e infrastrutture produttive. Scommettere su un nuovo

cittadino, gli ambientalisti, protettori della vita.

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giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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Il buon povero e la classe media1

La povertà e la produzione alimentare

sono per gli ambientalisti, un punto

cruciale di attenzione, perché

definisce il comportamento

dell'umanità nei prossimi decenni e il

suo impatto sul resto della specie.

Una povertà irrazionale senza

produzione alimentare, sarebbe come

una nuvola di insetti cavallette su una

coltura di mais.

Quando si parla di povertà, e che cosa significa nel nostro continente, possiamo

dedurre che l'ultima cosa che desidera la maggior parte dei popolo

latinoamericano, è quello di essere poveri. Tuttavia, le politiche dei governi così

chiamati di "solidarietà" o solidale, sono dirette verso il consolidamento della

povertà. Continuano nella convinzione che i poveri, vogliono rimanere poveri o

piuttosto “poveri confortevoli”.

L'intelligenza politica di questi governi non hanno preso la briga di scoprire quali

sono le reali aspettative di coloro che oggi si difiniscono come poveri. Essa si basa

su ipotesi, modelli o visioni del mondo completamente obsolete. La realtà "vera" è

che tutti aspirano ad essere di classe media. E la globalizzazione si è incaricata di

far vedere i suoi diversi vantaggi. La classe media stessa, ha come la sua massima

aspirazione, di essere una solida classe media. Oggi il desiderio di essere ricchi,

non è ciò che muove o commuove la volontà delle persone.

1 Concetti per capire questo articolo::

Povertà confortevole: quando le persone che non lavorano o non hanno determinata professione,

sono estremamente soddisfatti con le cose che ricevono dal governo. È una povertà generazionale,

perché i loro figli si sentono che sono nella povertà media, ma in modo transitorio.

Povertà media: Coloro che aspirano ad essere classe media.

Classe media: Segmento della popolazione, che lottano per mantenere il loro standard di vita

medio.

Page 68: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

68

Così troviamo una miriade di strategie e di sforzi del governo, come i programmi

sociali, missioni educative, mediche, case di alimentazione, case di interesse

sociale, tra gli altri. Tutto sotto un unico obiettivo, rafforzare la povertà e la lealtà al

non cambio. Il riferimento politico, è stato quello di seguire ai governi che hanno

lottato e controllato alla povertà per forza.

Riflessione obbligatoria: in America Latina, siamo diventati esperti nel fare offerte

per i poveri, incoraggiandoli ad essere credenti fedeli della sua condizione storica,

con lo scopo di essere bravi poveri, e ora hanno cominciato a scoprire, che l'offerta

è sempre meno lusinghiera. L'altro capitale politico comincia a svanire e si

continua a pensare che il collettivo ciò che desidera è quello di essere classe media.

La visione ideologica, è ancora imposta e non permette considerare che con la

stessa dedizione che si ha studiato "ai re della povertà" possono essere riviste, le

nazioni che hanno sviluppato strategie sociali ed economiche per avere classe

media. Esempi, molti: in America, ci sono paesi senza dubbio, che hanno lavorato

per avere una forte classe media. La sua struttura di governo, è progettata per

sviluppare e mantenere la loro classe media. Altrettanto, questi governi forniscono

opportunità, programmi e anche le missioni al fine di rinforzarlì. E non è proprio

"l'impero".

Sicuramente i sostenitori della povertà estrema direbbero, che come può avere

classe media se ci sono ancora i poveri, e che fino a non finire con i poveri, non vi è

alcuna prospettiva di una classe media. Cioè, il dialogo/“trabalengua” di non

finere mai.

Le attuali strategie, continuano a mantenere la povertà confortevole, cioè una

porzione di poveri che ogni giorno è minore. Inoltre, ad essere una generazione di

poveri confortevole senza continuità generazionale. La maggior parte delle

aspettative c’è l’ha la così chiamata povertà media, che non accetta lo status di

povertà confortevole e aspira ad essere classe media.

Negli ultimi anni, i governi solidale hanno raggiunto la vetta di accettazione tra i

poveri, ma misteriosamente ha cominciato a declinare un pò tale approvazione.

Nel più interno, si è trasferito un connettore invisibile emozionale, guidato dai

poveri medio che aspirano altre soluzioni, le opportunità diverse all’attuale offerta.

Page 69: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

69

La classe media deve essere intesa come una tendenza globale di organizzazione

dei cittadini, così come sono le proteste o conflitti che oggi sono in crescita per

questioni ambientali. Che tra l'altro, chi li lideriza è la stessa classe media. Questa

classe media ha dimostrato la forza, la resistenza e la coerenza davanti ai

trasgressori del loro spazio.

Marx, al tempo, ha dato grandezza alla classe media, ha detto che dovuto ad essa

la Storia ha avuto un balzo in avanti, passando di colpo dal oscurantismo e la

gerarchia del sangue al pensiero moderno e universale; tuttavia, non ha

scommesso per la loro sopravvivenza.

Questa classe media, timida e discreta, ha sopravvissuto al convulso XX secolo e

oggi rinnovata, aggiornata, è il grande riferimento sociale. Se la classe media è stata

in grado di saltare l'arretratezza medievale in questo senzo specifico, perche ora,

che è il punto di riferimento più importante, non può detronizzare la povertà come

stile di vita?

Perché continuare ancora ad essere poveri, se abbiamo tutto per essere classe

media?

L'uscita è una sola:

Primo: non escludere questa ipotesi.

Secondo: O si apre il dibattito, per accettare di lavorare in parallelo con strategie

che abbiano lo scopo di sviluppare la classe media o ci prepariamo ad essere

spostati da coloro che interpretano la vera aspirazione del “povero confortevole”.

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giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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Le palafitte, le case ecologiche più antica del Continente Americano

Da studi antropologici le prime case si

trovano nell’epoca mesoindia, che copre

il periodo tra il 5.000 e il 1.000 a.c.

Ciò è possibile dirlo, perché in quel mo-

mento si verifica un cambiamento nelle

condizioni di vita di coloro che

vivono sul Continente, a seguito dei

cambiamenti del clima e la vegetazione

che ne hanno condizionato la scomparsa

dei grandi mammiferi, che a sua volta ha

permesso a queste antiche popola-zioni, diventare raccoglitori e pescato-ri, come

testimoniano i resti trovati sulle costee le isole della regione.

Il tempo di andare a correre o nascondersi dai dinosauri era finito. Tuttavia, la

questione della sicurezza è stata sempre presente e ha determinato per coloro che

si trovavano nei pressi di laghi e delle coste, la decisione di costruire le loro case o

palafitte sulle acque.

I primi architetti specializzati in questo tipo di costruzione, sono stati gli aborigeni

chiamati Añú o paraujanos. Millenariamente hanno abitato la costa nord-

occidentale del Venezuela, e le zone lacustri della subregione. Questa cultura è

riconosciuta come gli originari costruttori dei palafitte.

L’idea iniziale di costruire le sue case è associata con alberi di alto fusto di quei

luoghi in cui sono state fatte i principali insediamenti, specificamente chiamati

Mangrovia, essendo il Mangrove Rosso (Rhizophora Mangle), con le sue radici

trampolieri che servirono come le prime fondamenta di queste vecchie case, poi si

alzarono sulle colonne degli stessi alberi, ma in modo indipendente.

Nel presente l’eco-case sono definite come quelle che ottengono condizioni

ottimale di abitabilità con il minimo consumo energetico, tenendo conto

Page 71: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

71

dell’orientamento della costruzione, la terra e la natura circostante. Devono essere

autosufficiente e auto-regolate, con una manutenzione che non dipenda da fonti

energetiche locali. In grado di riutilizzare l’acqua piovana. Costruite con materiali

non tossici. Essi devono avere zero emissioni, integrazione con il paesaggio, in

armonia con l’intorno vivo.

Queste case ecologiche gli Añú già le abitavano dai millenni.

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giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 72: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

72

In America l’india añú2 Aniin ha congiunto due nature

Il suono fragoroso dei cannoni che

sparavano la sua carica una e

una’altra volta ancora avevano

terrorizzato alla comunità indigena

añú che abitava a pochi chilometri da

dove fu combattuta la battaglia navale

sul Lago di Maracaibo. Già in

precedenza erano molto inquieti di

osservare per diversi giorni le varie

manovre di navi da guerra in quel

luogo.

L’anno era il 1823, per essere più precisi su un Giovedi e verso la fine del

pomeriggio iniziò lo scontro feroce tra la flotta spagnola e la squadra venezuelana.

In due ore di duro combattimento è stato deciso l’azione che suggellò

definitivamente l’indipendenza del Venezuela.

Da una delle barche in fiamme, saltò parte dell’equipaggio nel lago e nuotando

disperatamente hanno cercato di raggiungere la riva, la maggior parte dei quali

hanno raggiunto terraferma sono stati catturati dai soldati venezuelani. Uno di

loro, anche ferito, è riuscito a nascondersi tra le mangrovie e eluse la ferma

requisizione per trovare i vinti. Per tre giorni quasi morente, si è mantenuto

nascosto e quando le sue forze cominciavano ad abbandonarlo è stato trovato e

aiutato dagli añú ed è stato portato in una delle loro palafitte –ranch costruito sul

lago– per essere guarito e nutrito.

2 Añú termine che si riferisce ad uno dei popoli indigeni del Venezuela e uno dei cinque degli

aborigeni dello stato Zulia che sono: Bari, Yukpa, Añú, Wayú e Japreira, o al loro linguaggio la

lingua Añú. La parola Añú significa “popolo di acqua” o “gente di mare”.

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73

Una giovane india Añú di nome Aniin, che nella loro lingua significa “Qui”, si

prese cura di lui, un processo che è durato diversi mesi, il tempo necessario per che

il marinaio si recuperasi pienamente e riflettesi sul suo futuro immediato, che è

stato quello di di non tornare in Spagna e rimanere a far una famiglia con Aniin e

far parte della comunità indigena.

Il marinaio si è rivelato essere il secondo Capitano della Fregata San Carlos, di

nome Miguel Ortega Morán y García, fiero e coraggioso uomo di mare, che è unito

la sua anima al nobile popolo Anú, di quanto sia attualmente il popolo di Santa

Rosa de Agua, nella città di Maracaibo, ad ovest del Venezuela..

Aniin rappresentò per il Capitano Ortega, il sentimento più puro. La prole tra

Miguel Ortega e Aniin fu prolifera, si stima che hanno avuto più di dieci figli. Fu

una donna piena di bontà, Miguel ha ammirato di Lei il suo affetto per gli animali,

tanto che ha avuto la convinzione che Aniin poteva comunicarsi con loro.

Dove Aniin si siedeva, arrivavano gli uccelli, i procioni, le farfalle, i granchi, varie

specie della zona e tutti in armonia godevano della loro presenza. Se stavano

malati solo quando venivano toccati da Lei si rianimavano e si curavano. Per Lei,

ogni specie aveva una ragion di essere e quelle vite dovevano essere rispettate.

Sono stati i suoi altri figli.

Oggi, quasi due secoli dall’arrivo del Capitano Ortega nella terra dei sogni,

successivamente chiamata Capitano Chico in suo onore, Aniin rappresenta ancora

l’espressione umana più genuina che unisce ai due continenti e il sentimento

protezionista della cultura Añú per la loro specie e per tutto quello che significa

l’amore per la natura.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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2. Venezuela

Page 75: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

75

Venezuela: seminare il petrolio o seppellire il futuro

Mentre cresce la riflessione e l’azione

da parte degli ambientalisti circa la

necessità di inquinare meno il pianeta

e richiedere energie pulite, in realtà

quelli che realmente oggi segnano le

nuove tendenze per l’uso e il

consumo energetico, sono i paesi

sviluppati e le loro piattaforme indus-

triali e commerciali. Queste nazioni

stanno dimostrando l’urgenza di

cambiare i loro sistemi energetici, a

causa dell’uso sempre meno redditizio e dipendente da combustibili fossili e loro

derivati.

Difficile da sostenere e pianificare le economie, che sono sotto l’influenza della

salita del prezzo del petrolio e della sempre più ridotta produzione di paesi

petroliferi. Nella sua visione dei paesi regolatori, è di vitale importanza preservare

i loro senso di indipendenza e la loro subordinazione al consumo di energia

derivata dal petrolio, è uno degli elementi urgente dell’agenda politica di quelle

nazioni, che senza dubbio hanno segnato una nuova direzione. La decisione è

presa, è giunto il momento di cambiare i loro modelli energetici attuali. Le energie

come quella solare, eolica, delle maree, biomasse, tra le altre, sono finora opzioni

molto più immediate che sono in fase di sviluppo, sicuramente in un prossimo

futuro appariranno fonti più efficienti, è una ricerca senza fine.

In Venezuela, la frase seminare il petrolio, è già un mandato che ha una validità

assoluta. La nostra condizione di paese petrolifero ci costringe a esplorare lo

sviluppo delle diverse fonti di energia, perche chi se non noi per comprendere la

posizione di fragilità economica di un paese mono dipendente da un unico tipo di

energia?

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76

Già sono stati fatti gli investimenti iniziali in energia come la eolica, però, non è

sufficiente, se ci ripensiamo come stato-nazione. Energeticamente abbiamo bisogno

di un piano “B”. Un piano nazionale che tuteli le nostre generazioni future. La

responsabilità di coloro che ora governano nel settore energetico è di fondamentale

importanza. Ancora siamo in tempo per preparareci e proteggere la nostra

leadership come nazione produttrice di energia. Siamo certi, che stiamo lavorando

in questa direzione. Come quando si fa un giuramento: "Si así lo hicieran que la

Patria los premien, si no que los demande".

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 77: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Venezuela: La Via del Cacao, è la strada verso il cielo

Sono 57 Km tra passo di montagna

(foresta pluviale) e tratti di litorale. É

il percorso venezuelano di

interpretazione più importanti dal

punto di vista storico, geografico,

botanico, zoologico, che per gli

esploratori esperti o alle prime armi

ed escursionisti è un privilegio di

conoscere. É la strada che unisce due

popoli unici, singolari: Turmero e

Chuao, e per arrivare lí dobbiamo

superare la catena montuosa del Venezuela centrale chiamata Henrry Pittier Park,

che copre una superficie di 107.800 ettari, situata nel nord della regione di Aragua,

che comprende gran parte della costa di Aragua e la zona montagnosa della

regione Carabobo. Questo percorso è stato per molto tempo, una strada utilizzata

dal grande popolo del cacao Chuao (sulla costa di Aragua) per uscire dalla valle

dove si trova la principale città della regione, Maracay. Oggi questa via, in alcune

delle sue estrade bisogna riscoprirela perche la la foresta cerca di nasconderle per

ingannare al turista.

Gli esploratori devono affrontare una topografia irregolare, composta da ripidi

pendii e valli strette trasversali nel vertice nord. Tutto questo paesaggio brusco,

accidentato appartiene alla catena montagnosa della Cordillera de la Costa,

formata da rocce metamorfiche del Mesozoico, risalente al periodo Cretaceo, circa

70 milioni di anni fa. Ci sono anche rocce basiche e acide: i piccoli valli sono

paesaggi della recente Quaternario. Questi paesaggi di montagna sono molto

dinamici e si verificano frane con una certa regolarità in aree di forte pendenza, in

condizioni di pioggia persistente.

Page 78: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

78

Per gli osservatori di uccelli, è trovarsi con uno dei grandi santuari del mondo. Ci

sono 520 specie di uccelli, pari a circa il 41,6% del uccello nazionale e il 6,5% delle

specie di uccelli del mondo. Inoltre, è il passaggio aereo di molte specie migratorie,

sia uccelli e insetti volanti. Altrettanto, è la patria di almeno 22 specie endemiche o

limitati, alcune a rischio di estinzione, come il casco Curassow (Pauxi pauxi), topo

acquatico endemico (Ichtyomys pittieri), cane da acqua marsupiale (Chironectes

minimus), il giaguaro (Panthera onca), il puma (Puma concolor), “cunaguaro”

ocelot (passeri Felis), scimmia urlatrice (Alouatta seniculus), tapiro (Tapirus terra),

cuchicuchi (POTUS flavus) e la donnola (Eira barbara).

Per gli studiosi della flora, è l'opportunità di osservare “los herbozales” e le

praterie costiere, boschi e foreste di latifoglie semi stagionali, boschi nuvolosi

costieri. Sulle piste, foresta secca, foresta arbustiva seca, vegetazione di savana e

foreste molto umide perennifogli transizionale con l'influenza marina. Nella alta

montagna, selva nuvolosa e selva nuvolosa superiore. Umidità relativa molto alto,

superiore a 1.000 metri sopra il livello del mare. I suoi abitanti più illustri ci

accolgono: il nano “los chaparros” (Curatella americano virgiloides Boudichia), il

majaguas (Heliocarpus sp) e palo maria (Triplaris sp) delle foreste di quote più

basse. La benna o bambino (Gyranthera caribensis) della foresta nuvolosa come le

palme macanilla (Bactris setulosa), canna da mulino (Chamedorea pinnatifrons)

prapa (Wettinia praemorsa) e altre dei generi Geonoma, Hyospathe e Socratea. Le

aracee, orchidee, bromeliacee e piperaceae evidenziano nel gruppo di piante

epifite. Nel sottobosco stanno in primo piano i platanillos con diverse specie di

heliconia.

Dopo una discesa aggressiva e inclinata si raggiunge la foresta costiera e da lí fino

al paese emblematico di Chuao. Dove secondo la Regina Isabella di Spagna, è il

luogo dove si produce il migliore cacao del mondo. Popolo di origine africana, che

in quella mescolanza dei fiumi, spiagge, frutti di mare e il ritmo ipnotico dei

tamburi, qualcuno pur ha pensato che è arrivato in paradiso.

La Via del Cacao, definitivamente è la strada verso il cielo.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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Venezuela: Ecoscuola un avvenimento ambientale positivo

La città di Maracaibo, nello Stato di

Zulia in Venezuela occidentale,

detiene il record di avere il maggior

numero di certificati Ecoscuole del

continente (250 scuole). Seguita dalla

città di San Juan de Puerto Rico con 7

e Santiago de Cile con 4.

L’implementazione di questo modello

di gestione scolastica ambientale,

nella parte occidentale del paese

raggiunge una popolazione di circa

200.000 studenti.

La Fondazione Azul Ambientalistas nel 2010 ha sviluppato il programma e inizia,

come prova di riferimento, la sua impiantazione in 3 scuole di Maracaibo. Nel 2011

fece un accordo con la Zona Educativa con lo scopo di prendere e implementare il

programma nell’intero stato di Zulia.

Il programma Ecoescuela, unisce l’esperienza scolastica partendo da una

riflessione ambientalista basata sui valori, generando atteggiamenti, abilità e

competenze necessarie per partecipare attivamente alla conservazione

dell’ambiente, con l’implementazione delle azioni permanente della scuola e della

comunità; articolando la collaborazione e il sostegno di enti pubblici e privati.

Questo approccio coinvolge attivamente i genitori ei tutori, personale

amministrativo della scuola, lavoratori, insegnanti, studenti, con una forte enfasi

sull’intorno.

Ecoescuela non è un corso di classe, o una attività del club di scienza. È un tutto. Si

tratta di un modello di gestione della scuola da un punto di vista ambientale che si

intreccia come asse (transdisciplinare) e fa collegamenti con ciascuna delle

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conoscenze che vengono insegnate. Cioè, l’insegnante di educazione fisica

dovrebbe parlare di ambiente, altrettanto il professore di matematica, per esempio.

Questo modello di gestione crea le scuole del 21° secolo. E partiamo da una

semplice premessa: nei banchi nelle aule delle nostre scuole, sono seduti i bambini

e le bambine che in un futuro immediato saranno i grandi difensori della loro città,

la loro qualità della vita, l’ambiente o in opposizione, saranno i grandi inquinatori

e predatori delle risorse naturali. Quello che si faccia da le Ecoscuole sarà il fattore

determinante.

Il programma ha due fasi: l’esecuzione del modello di gestione e lo sviluppo di

attività ambientali di “campo” o con l’intorno. Tuttavia, questo programma ha una

metodologia per misurare l’impatto dello sviluppo o evoluzione, basato su ISO

14000. Questi indicatori di gestione sono essenziali per fare un adeguato

monitoraggio del programma. Dove non solo è in grado di misurare l’impatto

all’interno della scuola ma a casa ei loro dintorni.

Ecoscuela ha la propria icona, che è un comico Escuelito, versionato centinaia di

volte dalla fantasia e la creatività dei bambini. Tutto un furore made in Venezuela.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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Venezuela Azul Ambientalistas presenta Campagna senza inmmondizia è meglio

La Fondazione Azul Ambientalistas,

da Maracaibo, regione Zulia, Vene-

zuela, ha presentato una proposta per

affrontare il grave problema ambien-

tale che rappresenta la produzione

incontrollata di immondizia in Mara-

caibo.

Spiegano loro che la immondizia è il

principale problema ambientale del

Venezuela e dell’America Latina, così

l’hanno determinato gli studi effettua-ti da ambientalisti e organizzazioni

ecologiste per oltre un decennio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2010, ha stabilito che ogni persona

genera circa 1,40 kg di rifiuti al giorno. Solo negli ultimi cinque anni si è registrato

un aumento del 40% della produzione della stessa in tutto il mondo.

La mancanza di politiche pubbliche orientate verso l’educazione, l’addestramento

e la formazione ambientale con infrastrutture adeguate per la gestione dei rifiuti

prodotti ha portato, come conseguenza che in generale il sistema di raccolta e

disposizione crolli.

La maggior parte delle cosiddetti discariche, anche se sono state costruite

correttamente, adeguatamente, finiscono essendo “discariche” di immondizia a

cielo aperto.

È molto semplice. Mentre produciamo immondizia, nessuno sforzo o "buone

intenzioni" saranno sufficienti per risolvere questo grave problema. Dobbiamo

generare le politiche di educazione ambientale massificata con l'installazione

infrastrutture adeguate.

Page 82: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Secondo gli esperti della Fondazione Azul Ambientalistas, “Dobbiamo smettere di

produrre immodizia. E generare rifiuti attraverso la separazione dell’organico e

l’inorganico, con la corretta classificazione in base all’origine dei rifiuti, affinché

potremmo ottenere rifiuti riutilizzabili e riciclabili”.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha detto nel discorso di

apertura della 66a sessione dell'Assemblea generale, che "...tra le cinque opportunità

operative per modellare il mondo, la tutela dell'ambiente è fondamentale e solo con

l'educazione saremmo capaci di produrre un grande cambiamento di atteggiamento

massivo per la conservazione, dove le scuole sono il punto di partenza”.

Ecco perché la Fondazione Azul Ambientalistas cerca con una proposta oggettiva e

semplice sollecitare ai governi, una volta per tutte, di assumersi la responsabilità

condivisa per migliorare le condizioni ed eliminare il terribile flagello della

produzione di immodizia.

Invitiamo tutti a conoscere la nostra ricerca e proposta per servire come modello,

dato che si basa sui programmi che hanno avuto molto successo come lo sono le

Ecoescuela, Ecoaziende e Ecocomunità, così lo manifestano i dirigenti di queste

ONG venezuelane.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano |

ANCA24 Italia

Per conoscere di più su questa proposta visita il sito:

Gustavo Carrasquel, ambientalista venezuelano | ANCA24

http://www.azulambientalistas.org/Una-Verdadera-Propuesta-para-el-Problema-

de-la-Basura.html

Page 83: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

83

Un Passo a passo per creare Parchi Ecoturistici

In un paese come il Venezuela, così diverso nelle sue risorse naturali e bellezze

paesaggistica, c’è ancora molto da fare e da scoprire per espandere l'orizzonte del

turismo con responsabilità ambientale.

In ogni città, si possono trovare trinceramenti di vita silvestre, foreste, aree naturali

che devono essere custodite in modo che essi non siano avvolti da un presunto

sviluppo. Tuttavia, questa necessaria protezione, non deve essere un ostacolo

perche questi luoghi siano promossi e visitati per apprezzare il suo fascino e la sua

biodiversità. Perciò il concetto di Parco Ecoturistico acquista significato e

pertinenza.

Per la formazione di un Parco Ecoturistico il primo passo è, trovare quel luogo

privilegiato per la natura, e successivamente determinare l'area (misura) che copre;

secondo, informarsi sullo stato (proprietà) del terreno; terzo, le caratteristiche del

ecosistema; quarto, individuare e documentare la flora e la fauna presenti; e

quinto, altri temi di interesse. Trovare un nome suggestivo, atrattivo, legato al

luogo, alla sua storia per dare identità e senso all’Ecoparco, questo è un compito

nulla superfluo.

Tutto questo processo deve avvenire con la partecipazione dei leader della

comunità della zona, che sono chiamati a convocare, motivare e sensibilizzare gli

abitanti, gli studenti e tutti coloro che preoccupati per l'ambiente e al benessere

Page 84: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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comune voglia unirsi. I custodi e sostenitori naturali dell'iniziativa sono quelli che

vivono in questa area naturale.

È sempre consigliabile avere la consulenza di professionisti nel campo della

biologia, l'educazione ambientale, l'ecologia, ma soprattutto ci deve essere la

volontà, l’entusiasmo, la voglia di imparare lungo la strada e, soprattutto, la

convinzione di voler essere parte di un significativo progetto che trasformerà

positivamente la comunità. Il supporto logistico e finanziaro delle istituzioni e gli

enti governativi sono sempre benvenuti. Organizzarsi sotto la figura di una

Associazione Civile o Fondazione è un processo che faciliterà ricevere contributi e

gestire le risorse.

Avendo il luogo e le persone disposte a lavorare, ciò che segue è di proiettare le

caratteristiche del ecoparco, le strutture che ci saranno (passerelle, posti a sedere,

punti di vista, segnaletica, aree di servizio, parcheggio), disegnare strategicamente

i sentieri di interpretazione che saranno percorsi dai visitatore a seconda alle

diverse aree di interesse. Fate l’elenco dei requisiti e andate a trovare le risorse

necessarie.

Sui Sentieri di interpretazione (L'anima del parco è il suo percorso di

interpretazione)

Sono quelle strade progettate per fornire accesso in modo ricreativo e

soddisfacente alle conoscenze scientifiche sulle aree naturali, con un minimo

impatto (il percorso dovrebbe essere uno, quello che sia convenuto, non possono

avere più di uno).

Per costruire e mantenere i sentieri si richiede un approccio conservazionista con lo

scopo di proteggere l'ambiente. Il percorso dovrebbe essere in grado di fondersi

con l'ambiente naturale, mantenendo la continuità e la regolarità nel modo di

percorrere il paesaggio.

Il punto finale dell’intervento deve essere il climax del parco, la migliore vista del

percorso. Che il visitatore dica: ne è valsa la pena di esssere venuti qui!. Dovete

cercare che questo percorso sia un circuito, che il percorso non sia lo steso che

l’uscita, perché altrimenti scoraggiarebbe ai visitatori.

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Un esempio dettagliato del percorso di interpretazione d el Parco Ecoturistico

"Terra dei Sogni".

Percorso di Interpretazione “Foresta di Mangrovie Rossa”

Percorso: 1,5 km andata e ritorno (distanze maggiori stancano ai visitatori).

Tempo di percorrenza: un'ora e mezzo circa. cccc

Località: Parco Ecoturistico "Terra dei Sogni", Captain Chico - Santa Rosa de Agua

a Maracaibo, Venezuela.

Descrizione:

Il sentiero inizia nella foresta di mangrovie rosse Capitano Chico, chiamato oggi

Parco Ecoturistico "Terra dei Sogni", di Santa Rosa de Agua. Camminaremmo

sempre accompagnato da ecoguide.

Con loro entriamo nella foresta di costa, sentiremmo subito la variazione di

temperatura che produce l'ombra di mangrovie, chiamato il microclima del

mangle, da lì osservarete la flora di costa tutto il suo splendore.

In questo caso, sono state definite 4 fermate dove l'ecoguida parlerà inmaniera

piacevole e rilassante su temi come la flora, la fauna, e altri temi concordati per

dare risalto a quegli spazi magici. Interno alla foresta il percorso sarà in due

sezioni, la prima sulla terraferma, dove si potrà vedere la vegetazione specifica per

questo tipo di costa e la seconda, si percorrerà il humedal – le zone umide– abitate

da mangrovie rosse. Tra le due sezioni troveremo un “escampado” –smesso di

piovere–, la comunità ha chiamato il "Emplanado".

L'ecoguida durante tutto il tour, spiegherà l'importanza di preservare le mangrovie

rosse come garante della biodiversità delle foreste costiere.

Seguendo con il Passo a passo, devono essere conformati gruppi di ecoguide che,

sotto consiglio, preparano lo script con informazioni e aneddoti che offrono ai

visitatori durante il tour. Orari, turni, biglietteria, uniformi dovrebbero essere

definiti, tra gli altri aspetti relativi ai servizi turistici.

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Intorno al Ecoparco si possono e devono generare altri servizi, come la vendita di

piatti tipici, souvenir, artigianato, etc.

Bisogna, in modo particolare, impegnarsi nella promozione e la diffusione dei

nuovi spazi ecoturismo, per il quale, i partnership con i media ei governi regionali

locali sono estremamente importanti. Le direzioni del turismo e l'ambiente del

governo sono alcune degli enti implicati.

Una volta culminati questi ardui ma esaltanti compiti, conclusi i lavori di

condizionamento dell'area e agevolazioni previste per l'assistenza turistica, il

nostro Ecoparco sarà pronto ad aprire le sue porte.

Accogliere i visitatori con entusiasmo e la migliore disposizione per assisterli

durante il tour sarà la migliore accoglienza; fornire attraente informazione, curiosa,

semplice, dove prevalga il messaggio sensibilizzatore e ambientalista, farà di

questa visita una ricordo permanente e un apprendimento che sarà sicuramente

trasmesso ad altri e altri.

Circa i Cartelli e il Portale d'ingresso

Il più semplice è meglio. Preferibilmente in tabelle o tavole di legno riciclate.

Dobbiamo sforzarci nel portale d’ingresso del parco, perché è la prima carta di

presentazione. Normalmente questi spazi sono impattati da rifiuti, bisogna fare

uno sforzo supremo per pulirli. Tutto deve essere perfetto.

Successivamente alcuni esempi.

Ponti e passerelle

Il visitatore deve sentire la tranquillità che si trova su un percorso sicuro. Devono

costruire ponti per superare gli ostacoli e corrimano. Qui, così come i portali e gli

avvisi, la creatività non ha limiti. Nulla è scritto, tutto è in attesa della nostra

inventiva.

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Parchi ecoturistici di Zulia

1.Tierra de Sueños http://lenincardozo.blogspot.com/2012/08/de-un-inmenso-basurero-nacio-el-hermoso.html

2. Ojo de Agua el Cardón http://lenincardozo.blogspot.com/2013/10/ojo-de-agua-el-cardon-el-parque-donde.html

Page 96: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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19. Metropolitano Ramón Valbuena.

http://lenincardozo.blogspot.com/2015/01/riabilitazione-e-ridenominazione-del.html

20. Cerro Los Vientos.

http://lenincardozo.blogspot.com/2015/03/parque-ecoturistico-cerro-los-vientos.html

Page 97: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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21. "Caño 2 Bocas".

http://lenincardozo.blogspot.com/2015/03/desde-sanzibar-salimos-al-parque.html

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | Hugo E. Méndez U., giornalista

ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia.

Page 98: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Parchi comunali una strategia formidabile per proteggere le foreste e le aree verdi in Venezuela e nel mondo

In America Latina la proposta dei

Consigli Comunali ha operato per

diversi anni in paesi come Cile,

Uruguay e Messico, tra gli altri. In

Venezuela nel 2006, si istituisce la

legge dei Consigli Comunali e

stabilisce che in ogni comunità si

dovrebbe costituire un consiglio

comunale. Dove una comunità è

definita come: il conglomerato di oltre

un centinaio di famiglie che

condividono una storia comune, lavorano per un specifico bene comune e

condividono le stesse problematiche di servizi, sanità, trasporti, acqua, fogne,

marciapiedi, asfaltato, sicurezza.

La questione ambientale rientra all’interno della direttiva dei Consigli Comunali

ed è assunta da un delegato, che nella maggior parte dei casi è visto come una

rappresentazione simbolica davanti all’urgente agenda di problemi non risolti.

Alcuni di questi Consigli Comunali il governo centrale gli ha iniettato risorse

economiche per costruire case, scuole, asfaltato di strade, l’acquisto di autobus e

una lista infinita di cose, il tutto sotto la premessa di essere un progetto sociale, già

approvato dalla comunità. Cioè, questa organizzazione primaria municipale,

fondamenatle, basica ha un vero e proprio campo d’azione amministrativa

comunale nel suo ambito di applicazione.

Con questa premessa, nella città di Maracaibo nella parte occidentale del paese,

Fondazione Azul Ambientalistas ha elaborato una proposta ambientalista di

decreto comunale per dargli un rango di Parco Comunale a 130 ettari di foresta di

mangrovie che sono state progressivamente erose da coloro che intenzionalmente

hanno riempito di terra queste zone umide per acquisire terreni per costruiri case.

Page 99: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Ed accordo con il Consiglio Comunale, in una estremità della città di Santa Rosa

de Agua, chiamata il “Capitano Chico”, si istituisce il primo Parco Comunale di

Venezuela: “Tierra de Sueños”.

La proposta che ogni consiglio comunale decreta le sue aree verdi come parchi

comunali, sarebbe l’azione più immediata, con rango obbligatorio per fermare i

“terrofagos”, che indiscriminatamente corrodono le pendici dei nostri parchi

nazionali, zone umide o di un minor numero di aree verdi che ci restano nelle

città. Con questo provvedimento, la stessa comunità è colei che si impegna come

sofferente diretto a difendere questi spazi.

Noi osiamo quindi a fornire una definizione o un concetto di ciò che è o dovrebbe

essere un Parco Comunale: È una zona verde adiacente a un Consiglio Comunale o

a un consorzio composto di Consigli Comunali, che è dotato di personalità

giuridica comunitario ed è stato creato per proteggere e conservare la sua ricca

flora e fauna e a sua volta essere un luogo di ricreazione e di svago, in armonia con

la natura, di coloro che abitano quella comunità o comunite.

Diamo da adesso in poi la benvenuta ai centi di parchi comunali di cui ha

bisogno Venezuela e il mondo.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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3. Riflessioni

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Di come essere un ambientalista e non morire nell’intento

Essere un ambientalista in un paese

sottosviluppato, dove la sua agenda

pubblica è piena di irrisolti problemi

sociali, è definitivamente un atto

temerario, per non dire quasi eroico.

Eppure, dove apparentemente tutto è

contro, la salvezza di questo pianeta

è nelle mani degli ambientalisti.

Viviamo in un mondo di nuove realtà

e sfide che meritano nuove strategie,

nuovi pensieri.

Quindi scrivo queste righe nel caso in cui alcuni decidono di unirsi a noi in questa

causa.

Un ambientalista ha come missione della vita re-immaginare il mondo, capire e far

capire che tutte le specie che lo abitano hanno gli stessi diritti e opportunità, oggi e

domani. La vita di coloro che abitano questo pianeta è un diritto, che fino

all'ultimo secondo dobbiamo difendere con tenacia. Cioè, noi accettiamo l'esistenza

del”altro”. Il quale noi comprendiamo e rispettiamo. L’”altro” può essere una

persona che la pensa diversamente da noi, con diverse religioni o fedi e razze. Ma

anche, possono essere le diverse specie animali, ecosistemi, habitat, che vivono e

convivono con noi su questo pianeta.

La causa ambientale, anche così incompresa è un ministero, è un apostolato, un

atteggiamento missionario, la cui ragione è risvegliare la coscienza, la riflessione,

nell'ambiente, nelle loro comunità, oppure lì dove si abbia la possibilità di

interagire con gli altri le numerose difficoltà in materia ambientale che oggi sta

vivendo la nostra città, stato, paese, continente e pianeta.

E come possiamo contribuire ad aumentare la consapevolezza ambientale?

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Il nostro esempio individuale è il primo passo. E tutto si riferisce a chiederci di

essere un cittadino migliore, una persona migliore.

Imparare ad apprezzare il fatto che anche in paesi come il nostro, siamo dei

privilegiati, perché si ha l'acqua potabile, che abbiamo alcuni servizi

inimmaginabili per molte persone nel mondo e questo che sembra quotidiano,

irrilevante, è un tesoro.

Che la somma di consumo giornaliero di cibo, carburante, tra l'altro, che si

traducono a sua volta in una grande produzione di rifiuti, emissioni di gas in

atmosfera, acque di scarico che, oltre le nostre case, si filtrano negli acquiferi, fiumi

e mari, che hanno un impatto sull'ambiente.

Ambiente dove abitatano anche altre comunità non-umane che saranno

direttamente colpite, se non controlliamo gli iper consumi.

Che dobbiamo imparare e spiegare, che la natura ha una rete di corrispondenti,

che qualsiasi danno ambientale fatto da noi in qualsiasi parte del mondo, oceani o

continenti colpisce dal Polo Nord alla Patagonia. Che il cambiamento climatico, il

riscaldamento globale, la diminuzione dello strato di ozono, i terremoti o tsunami,

hanno smesso di essere parole o frasi lontane e che ogni giorno ci avvicinano di

più alla nostra vita quotidiana.

Come organizzarsi per difendere la causa ambientale?

L’esperienza ci dice che il modo più diretto per partecipare, di sentirsi utile per il

nostro sforzo è quello di motivarci e incoraggiare ad organizzare o aiutare a creare

gruppi di volontariato o brigate ambientali, scolastiche, universitarie, comunitarie

e cittadine, nel nostro ambiente.

Di seguito si presenta una “mappa”, nei diversi livelli di organizzazione, che

permette realizzare modeste iniziative o attività, ma che insieme, hanno l’effetto di

sensibilizzazione, riflessione di non essere soli su questo pianeta, e che il nostro

contributo, piccolo o grande, sarà un contributo importante per l'ambiente in cui

viviamo.

1.- Diventa un «nouvelle» ricercatore ambientale e giornalista:

Page 103: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

103

In un primo livello di organizzazione, si può essere molto utile per l’ecologia e

l’ambiente, essendo un «nouvelle» ricercatore o giornalista ambientale, aiutando la

vostra comunità a conoscere le varie preoccupazioni su questi temi. Sicuramente in

molti mass media o mezzi di informazione, i vostri contributi saranno presi in

considerazione.

2. - Creazione di brigate ambientalisti:

Le brigate ambientaliste sono gruppi di giovani o adulti che si conformano per

attività specifiche, ad esempio, dipingendo murales su temi ecologici (in pareti ad

alta visibilità), mantenere nei cartelloni le informazioni aggiornate sulle questioni

ambientali della regione, paese o del mondo.

Organizzare eventi speciali di raccolta dei rifiuti o di rifiuti solidi dalle spiagge,

fiumi e aree che possono influenzare la qualità della vita nell'ambiente.

Assistere nel diserbo del terreno, la distribuzione delle informazioni scritte negli

angoli affollati della città su un incidente che merita la solidarietà immediata dei

cittadini (ad esempio per creare consapevolezza sul consumo di acqua, elettricità,

ecc.)

Raccogliere fondi per sponsorizzare uno eco-tour, per esempio assistere

l’osservatorio ornitologico, organizzare visite al giardino botanico, acquario, zoo,

tra gli altri.

Offrire colloqui, conferenze o videoconferenze, su varie questioni ambientali.

3.- Creazione di gruppi o organizzazioni Ambientalisti:

I gruppi ambientalisti sono organizzazioni più permanente nel tempo, in cui la

conservazione dell'ambiente in una condizione accettabile per la vita non potrebbe

capirsi senza gruppi dedicati a questi compiti in modo organizzato: Il suo lavoro è

molteplice: ricerca, informazione e sensibilizzazione, denuncia, reporting, pulizia,

conservazione e riforestazione.

La ragione di essere dell’esistenza di queste organizzazioni può essere in difesa di

un problema, tema in particolare o di portata globale, ad esempio, ci sono

Page 104: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

104

organizzazioni che si dedicano alla difesa di una specie animale (uccelli, balene,

tartarughe, delfini, animali domestici) o flora, ecosistemi, o una località, così come

esistono organizzazioni i che il loro obiettivo principale è quello di sensibilizzare a

tutti sui problemi ambientali che attualmete ha il pianeta. Questi raggruppamenti

possono essere di natura scientifica o divulgativo.

Azul Ambientalistas, per esempio, è un’organizzazione ambientale, fondata nel

1986 nelle aule universitarie per effettuare ricerche, proposte, denunce e proteste

contro il deterioramento del nostro ambiente. Promuovendo, inoltre, i valori e le

conoscenze per lo sviluppo sostenibile della conservazione dell'ambiente.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 105: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

105

Difendere la vita di qualsiasi specie fino all’ultimo battito

Questa è la ragion d’essere degli

ambientalisti. Va oltre le parole, lo

enunciativo. Convinzione e affetto è

quello che ci muove. É l'energia che ci

dà l'ispirazione per andare avanti, per

attingere alla forza da dove non se ne

ha più per svolgere il compito, la

missione. Senza molto stridore ma

con fermezza se va avanti su cosa si

deve fare. Noi ambientalisti

contribuiamo a un mondo migliore

per tutti gli esseri che viviamo sul pianeta.

In questo mondo c'è posto per tutti e tutti sono importanti, tu sei qui per un

periodo, con un senso di essere.

La natura ci messe molto tempo per perfezionare ogni specie, avrà la sue ragioni

per farlo. É troppo banale continuare a pensare che l'uomo continui ad essere al

centro del mondo o l'universo. Noi siamo uno in più, forse con molta più

organizzazione, che abbiamo imparato presto a sviluppare strumenti, ma questo

non significa che questo primato dà a noi il diritto di sterminarci o sterminare ai

non-umani. Crudeltà, avidità, invidia, rancore, comportamenti unici della razza

dell'homo sapiens.

Secoli fa, abbiamo perso la possibilità di guardare le altre specie per imparare da

loro. A quanto pare l’unico importante è solo ciò che accade tra gli esseri umani.

La questione della tutela ambientale, è al di là del bene e del male. Della politica o

dell’economia. Sebbene per questo se dovrà capire la politica e l'economia. O tutte

le conoscenze necessarie. Non so se sono verdi o blu o qualsiasi colore che

sicuramente lo avranno, di quello che sono convinto è che l'impegno ambientale c’è

Page 106: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

106

ed è la mappa o percorso di questo lungo cammino dei pellegrini e apostoli del

nuovo secolo.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 107: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

107

Prospettiva ambientale

Lavorriamo da molti anni in una linea

di ricerca che abbiamo chiamato

“Prospettiva Ambientale”, che non è

altro che visualizzare le contingenze

future dal presente. Con la finalità di

generare coscienza ecologica,

conservazionista e ambientalista per

prevenire ciò che apparentemente si

presenta come una tendenza o

fenomeni irreversibili nel medio o

lungo termine.

La “Prospettiva Ambientale” è un approccio, supportato da giornalismo

investigativo, pubblicazioni di ricerca, interviste di scienziati e specialisti che

presentano le loro idee attraverso i social network. Mi appoggio anche nella

narrazione letteraria per intrattenere e catturare l’attenzione del lettore, poiché per

molti può essere un pò noioso leggere su questi temi, a causa della mescolanza dei

concetti tecnici delle differenti saperi delle scienze.

Gli articoli o lavori realizzati da questo approccio non sono fantascienza. Sono

chiare megatendenze in materia di ambiente. Dietro ogni, articolo o lavoro

pubblicato, ci sono le opinioni di decine di scienziati preoccupati, cercando di

allertare al mondo che continua guardando con indifferenza questi temi.

L’agenda pubblica dei governi nazionali o locali, ancora fanno delle tematiche

ambientali, snobismo, un discorso, un dovrebbe essere. Ma il potere economico è

quello che alla fine punta la bilancia e non è precisamente l’ambiente il

beneficiario.

Difendere il pianeta si merita tutte le strategie possibili. La “Prospettiva

Ambientale” è una di loro.

Page 108: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

108

Annesso alcuni titoli di pubblicazioni realizzate dal punto di vista di questo

approccio per illustrare meglio e incoraggiare, a coloro che coraggiosamente

ancora mi leggono.

In spagnolo:

1. http://lenincardozo.blogspot.com/2010/09/futurama.html

2. http://lenincardozo.blogspot.com/2010/09/no-amanecio-mas.html

3. http://lenincardozo.blogspot.com/2010/09/legado-generacional.html

4. http://lenincardozo.blogspot.com/2010/11/pronostican-la-gran-guerra-por-

el-agua.html

5. http://lenincardozo.blogspot.com/2010/11/en-el-2030-las-monedas-fuertes-

seran-el.html

In italiano:

1. https://anca24italia.wordpress.com/2012/05/08/663/

2. https://anca24italia.wordpress.com/2012/02/10/non-ci-sara-unaltro-giorno/

3. https://anca24italia.wordpress.com/2012/03/02/leredita-generazionale/

4. https://anca24italia.wordpress.com/2012/04/11/il-manifesto-ambientalista-

cosmovisione-del-pianeta-azzurro-la-mamma-terra-hallpamama-o-

pachamama/

5. https://anca24italia.wordpress.com/2012/04/09/la-fondazione-azul-

ambientalistas-uno-spazio-per-cambiare-il-mondo/

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 109: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

109

Sociologia dell'ambiente, lo spazio necessario

delle conoscenze per salvare il pianeta

Se qualcuna disciplina della

conoscenza nel secolo XXI, ha un

ruolo da protagonista, quella è la

sociologia, sociologia ambientale in

particolare. Questo approccio, lo

afirma, il loro potenziale e la loro

capacità di sistematizzare le diverse

conoscenze che oggi sono coinvolti

nella discussione delle problematiche

ambientali. Questo apre una strada

per gli uomini e le donne che

abbracciano la professione che studia le società e la loro interazione con ecosistemi

naturali. Non è più possibile concepire il ruolo di una società, se non vista da una

prospettiva di integrazione con la realtà ambientale. È comprendere la costruzione

sociale basata sull'adattamento di ogni società con il suo ambiente naturale. Questa

nuova prospettiva che collega gli studi di atteggiamenti, abilità, strategie e

comportamenti delle società alle problematiche ambientali e le sue relazioni con i

territori, spazi e luoghi stanno ripensando la politica di sviluppo che finora non

hanno integrato questi elementi in modo chiaro e stanno diventando veri

paradigmi di analisi.

Viene quindi posto in primo piano, la Sociologia dell'ambiente, come lo spazio per

affrontare lo transdisciplinare, sistematizzare il discorso, e categorie emergenti e

concetti del sapere diversi, per costruire un corpo teorico e metodologico, capace di

essere assertivo in diversi studi, diagnostici e approcci della realtà socio-

ambientale.

Da dove cominciare? Questioni come la cultura dei rifiuti, l'uso corretto dell'acqua

e le sue implicazioni sociale, l’ordinamento e gestione delle aree naturali, il

cambiamento climatico o gli atteggiamenti e i comportamenti sociali sulle abitudini

Page 110: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

110

sostenibili, la comunicazione ambientale, l’educazione ambientale, tra i tanti altri

argomenti fanno parte del più ampio programma della nuova sociologia.

Il ruolo della Sociologia Ambientale, si ri fa alla sociologia tradizionale e oggi

rappresenta uno strumento strategico delle nuove conoscenze nella ricerca

cooperativa delle azioni necessarie da intraprendere, per salvare il pianeta.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 111: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

111

1.800 milioni di persone bevono ancora acqua contaminata, purtroppo

L’Organizzazione delle Nazioni Unite

riconosce ampiamente che l’accesso

all’acqua potabile è migliorato in

questo millennio. Ma mentre questo

grande progresso è stato fatto, un

nuovo studio della University of

North Carolina (UNC) a Chapel Hill,

indica che le sfide sono ancora più

esigente da quello che le statistiche

suggeris-cono.

Recentemente, l’UNICEF e l’Orga-nizzazione Mondiale della Sanità hanno

pubblicato un rapporto affermando che la meta del Millennio della ONU negli

Obiettivi di Sviluppo del Millennio è quella di ridurre la percentuale di persone

senza accesso all’acqua potabile, molto prima della data stabilita.

Tra le strategie principali c’è quella di promuovere l’accesso a “fonti migliorate” di

acqua potabile, come ad esempio la fornitura e l’assistenza di pozzi protetti tra il

1990 e il 2015.

Tuttavia, il nuovo studio UNC stima che 1,8 milioni di persone, 28% della

popolazione mondiale, utilizzò acqua potabile nel 2010.

Questo numero è di 1 miliardo in più rispetto al rapporto ufficiale dall’OMS e il

Programma Congiunto di Monitoraggio dell’UNICEF, che ha stimato che 783

milioni di persone (11% del pianeta) ha utilizzato acqua clasificata come “fonti non

migliorate”.

L’autore principale del nuovo studio, Jamie Bartram, Ph.D., professore di scienze

ambientali e ingegneria presso la Scuola Gillings di Salute Pubblica Globale, ha

detto che l’OMS/UNICEF sottolineano i progressi che possono essere raggiunti

attraverso azioni concertata a livello internazionale, ma sono rimaste in attesa le

Page 112: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

112

esigenze di milioni di persone che hanno unicamente accesso al acqua

contaminata.

Nei paesi in via di sviluppo, se abitate in una piccola città o grande città, l’acqua

potabile può essere difficile da trovare. I tubi e rubinetti, di riposo, fonti pulite e

pozzi sono contaminati o le persone devono trasportare o immagazzinare l’acqua

in maniera potenzialmente malsana.

Lo studio “Global Acess per la Sicurezza dell’Acqua: Contabilità per la Qualità

dell’Acqua” e il conseguente impatto sui progressi degli ODM”, è stato pubblicato

il 14 Marzo 2012, nella Gazzetta Internazionale di Ricerca del Ambiente e Sanità

Pubblica.

Diversi scienziati hanno analizzato la qualità dell’acqua e informazioni del rischio

sanitario secondo uno studio condotto in cinque paesi, e da dove sono estrapolati i

dati per stimare le cifre globali.

Lo studio suggerisce che dei 5,8 milioni di persone che utilizzano attraverso tubo o

“altri” mezzi fonti d’acqua migliorate, nel 2010 1 miliardo di persone

probabilmente hanno ricevuto l’acqua contaminata con le feci; aggiungendo che

circa 800 milioni di persone raccolgono l’acqua da fonti non preparate

significherebbe che 1,8 milioni di persone bevono acqua contaminata.

Inoltre, gli esperti stimano che altri 1,2 milioni di persone hanno fonti d’acqua che

non hanno la protezione sanitaria di base contro la contaminazione.

“In totale, si stima che 3 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile,

utilizzando una definizione più rigorosa, che include sia la qualità effettiva

dell’acqua e i rischi sanitari”, conclude lo studio.

Lo studio ha anche evidenziato che il recente rapporto della OMS/UNICEF, ha

confermato l’annuncio di quanto era stato raggiunto in quanto agli Obiettivi di

Sviluppo del Millennio che sono stati adottati nel 2000, e che questo progresso

dovrebbe portare a un cambiamento graduale per garantire che tutte le famiglie,

luoghi di lavoro e le scuole abbiano un approvvigionamento affidabile di acqua

che è - e rimane - protetta.

Page 113: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

113

Tuttavia, i ricercatori dicono che la portata delle stime dello studio UNC e le

implicazioni per la salute e lo sviluppo suggeriscono che deve essere prestata una

maggiore attenzione ad una migliore comprensione e gestione della sicurezza

dell’acqua potabile.

Nel continente americano di 930 milioni di persone che lo abitano, circa 300

milioni non hanno acesso all’acqua potabile.

Gustavo Carrasquel, giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 –Hugo E.

Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia preso da:

ww.physorg.com

Page 114: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

114

Seconda metà del 2015: Predizione Nostradamus Ambientale

Avvio del “decennio muto”

Cina e Stati Uniti, leader nel mondo

per la sua capacità di inquinare il

pianeta, faranno un accordo

bilaterale, quello di non parlare più

sui problemi ambientali, almeno per

un decennio. Ciò creerebbe un

accordo con le loro reti di

comunicazione per non trasmettere

più questo “spinoso” peoblema. Sarà

lanciato sul mercato l’antivirus Wikilears, con lo scopo di evitare eventuali fughe

di informazioni durante il “decennio muto”. Infatti, al creatore di Wikilears, gli

sarà scoperto i suoi legami di parentela con Bin Laden, e in un eroico atto di

comando verrà rapito e portato a Guantanamo, per averlo sotto osservazione per il

resto della sua vita. La Comunità europea ignorarà anche il tema. “Nessuno dovrà

reagire contro i proprietari dei dollari e yuan”. Il Vertice sui cambiamenti

climatici COP17 in Sud Africa, sarà ricordato come il vertice dei segretari, perché

saranno proprio i segretari dei Ministeri dell’Ambiente dei rispettivi paesi, che

assisteranno ed informeranno che i suoi capi non sono potuti andare perche

saranno molto occupati.

Ritorno al carbone e il petrolio si rafforza.

Il carbone si rafforzerà, gli ambientalisti del Pentagono e Scotlan Yard, hanno

scoperto che il carbone e il petrolio hanno proprietà medicinali e perciò si ripristina

con grande furia il loro uso. Lo slogan commerciale sarebbe: “Dovete comprare il

carbone, comprare tutto il possibile, migliorarà la vostra salute!”. Nel frattempo

l’Arabia Saudita, non ancora recuperata dagli shock avuti nei vertici di

Copenaghen e Cancun, dove hanno messo in discussione l’uso di combustibili

fossili, decidono di prendere l’offensiva e creare l’Organizzazione dei Paesi Amici

del Petrolio (L’OPAP), per diffondere le campagne per l’uso di petrolio e suoi

Page 115: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

115

derivati. Sarà iniziato così, una intensa guerra mediatica contro l’energia

rinnovabile. Rapidamente L’OPAP, sarà il beniamino di tutti i media mondiali.

Oltre a pagare una fortuna in pubblicità, regalarerà le auto con un alto consumo di

benzina a migliaia di giornalisti. Le case automobilistiche americane, esprimeranno

la loro gratitudine per sempre.

L’accademia accoglie agli esiliati ambientali

Le accademie delle lingue di tutti gli idiomi hanno coniato un nuovo concetto,

quello di Esiliati o Rifugiati Ambientali. Nome dato a loro, ai milioni di sfollati o

prodotti degli alluvioni o paesi sommersi da parte dello tsunami, a partire dal

2013. Paese affittato o paese portatile, è un altro concetto, associati ai paesi che

dovranno affittare terreni per spostare il loro popolo, temporaneamente o

permanentemente. Le accademie vogliono anche unificare altri concetti, ad

esempio, non è lo stesso avere gli animali domestici in Occidente che in Asia avere

animali domestici per l’alta gastronomia o haute cuisine.

Il Giappone caccierà pinguini

I giapponesi cominciano a considerare che dovuto alla fine imminente delle balene

e i delfini per fare i loro sushi, i pinguini potrebbero essere un’altra opzione, anzi

l’unica opzione. Le prime navi giapponesi si vedranno nel Polo sud. La barca di

Paul Watson, di Sea Shepherd Conservation Society, misteriosamente precipiterà

nel Pacifico. E in questo stesso mistero finirà la barca di Greenpeace. Nasce una

nuova organizzazione scientifica in quel paese per “studiare” questa specie

interessante: Penguini in sushi.

Fine dell’obesità e del sovrappeso.

Data la mancanza sempre più crescente di cibo in tutto il mondo, gli esseri umani

inizieranno a partire dal 2013 una dieta “ben equilibrata di poca acqua potabile e

alcuni fagioli o chicchi di riso”. Le Nazioni Unite studierà la possibilità di una

risoluzione per mangiare solo una volta al giorno. Tranne, ovviamente, nei paesi

sviluppati, mantenendoli i tre pasti con i loro spuntini. Si stanno anche valutando

non essere così severo con il tema del cannibalismo in Africa. Eppure, uno dei

maggiori specialisti mondiali nel genocidio di quel continente, determinerà che

Page 116: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

116

non dovrebbe uccidersi più persone senza nessun scopo. E si proietterà come

leader nel mercato globale nella vendita di reni. La mafia in Kosovo comicerà a

preoccuparsi molto davanti a questo inaspettato rivale commerciale. I grassi per il

2013 inizieranno il conto alla rovescia e avranno i giorni contati.

Si acceleranno i preparativi per viaggiare verso Marte

L’inquinamento ha iniziato a produrre così tanti eventi atmosferici distruttivi, che

hanno conseguito, purtroppo, mettere d’accordo ai paesi sviluppati, non per

fermare definitivamente il degrado ambientale, ma per condividersi Marte. Essi

concludono che “è più economico, migrare che inquinare il pianeta”. Di

conseguenza, si è iniziata la gara per vedere chi arriva per primo e prende le terre

migliori. Un principe arabo e uno della nobiltà inglesa, comandano il progetto

interplanetario. La missione fu chiamata Avatar II.

La FIFA ha messo l’occhio sull’Amazzonia

La Federazione internazionale del calcio, starebbe seriamente pensando di

acquistare la parte dell’Amazzonia che è disboscata, e fare di questi vasti territori,

centinaia di mega campi, che ospiterebbero, i futuri campionati del mondo. Hanno

visualizzato un grande affare in questi nuovi deserti. Inoltre, alcune persone

pensano che allevare i cammelli lì, potrebbe essere un’altra alternativa.

Gli ambientalisti saranno formalmente dichiarati terroristi urbani

Gli ambientalisti passeranno alla clandestinità. Le nazioni inquinanti decideranno

di agire e chi arriva a protestare per difendere l’ambiente, riceverà il carcere a

seconda dove sia la protesta, frustate o la lapidazione. I gruppi radicali razzisti i

così detti “colletti bianchi”, neo-nazisti, ecc., dato che il flusso di immigrati,

rifugiati e sfollati, che sono entrati nelle loro nazioni è immensa, e che per

combattere o sconfiggere a tante persone, merita troppa fatica, loro avranno la

necessità di cambiare le loro abitudini e ora perseguiterano gli ambientalisti o

ecologisti. E per miglior fortuna di loro, avranno sufficienti sponsor o

finanziamenti nazionali e internazionali.

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117

Fine delle ideologie del secolo XVIII, XIX e XX

Sarà finita la discussione bizantina se si è a sinistra o a destra. Le linee militari

nazionalisti, sopravviveranno. Il capitalismo di Stato, in tutte le sue versioni sarà il

modello dominante. L’ideologia ambientalista sarà rafforzata. Ci saranno anche

nuovi modi di pensare, come l'ideologia della semplicità, gli americani la

chiameranno “twitter ideology”. Ma non prosperarà a lungo, visto che Bill Gates,

come sempre, acquisterà i diritti.

Nascita di un nuovo paese, Plastilandia

Così come si annegano alcuni paesi isole nel Pacifico, prodotto del aumento dei

livelli d’acqua a causa dello scioglimento del Artico, altri paesi “emergeranno”.

Tale è il caso, di Plastilandia, territorio fluttuante dovuto ai molti chilometri

quadrati di plastica che ci sono sulla superficie degli oceani. Adesso alcuni

scienziati e imprenditori stanno valutando l’uso residenziale di questa gran

piattaforma navigante. Solo abbiamo ancora da risolvere, come localizzarla dopo,

perché come starebbe galleggiando sugli oceani, sarebbe difficile individuare un

sito specifico nei mappamondi.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 118: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

118

Il secondo decennio sarà il decennio degli ambientalisti

Anche se il 2010 è stato il culmine,

l’anno di record di questo decennio, e

di recente l’uragano Sandy, per

quanto riguarda a calamità naturali,

la natura ci avvisa, sulle contingenze

future che dobbiamo superare o

difenderci, davanti alle risposte che ci

darà lei stessa, pertanto abuso,

purtroppo, che ha ricevuto dalla razza

umana. È stato anche l’anno più

attivo che ha avuto Le Nazioni Unite

–ONU– in materia ambientale. Tre conferenze mundiali ed un Vertice, tutte sul

Cambiamento Climatico, queste contingenze naturali e questi sforzi organizzativi,

ci aprono la strada, per dire, senza equivoci, che questo secondo decennio, si

profila come il decennio degli ambientalisti, ecologisti e conservazionisti.

Vediamo anche che questo decennio si profila come uno dei momenti salienti del

giornalismo ambientale, che sarà robusto ed accompagnato da centinaia di stampe

e giornali digitali che si dedicano, in tutto il mondo, al tema ambientale o hanno

spazi interamente dedicati ad importanti sezioni in materia di conservazione

ambientale.

Inoltre, dobbiamo aggiungere, i contributi informativi coraggiosi compiuti da

migliaia di “blogger” che ogni giorno si impegnano a la solidarietà attiva e

crescente della televisione e la radio. Dove, insieme consolidano un schiacciante

fenomeno mediatico al produrre una sinergia tenace, a favore della tutela

dell’ambiente.

Ma quali sono quelli indicatori che ci permettono di inferire tanta importanza a

favore del pianetaTerrra per questo secondo decennio?

Il Club dei paesi inquinanti si sente allo scoperto ed evidenza timore.

Page 119: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

119

La globalizzazione attraverso internet, e lo strumento creato dagli stessi paesi che

avvelenano il pianeta, che aveva lo scopo di progettare una rete invisibili di

comunicazione per controllare a distanza alle organizzazioni o eseguire in tempo

reale le loro strategie, ma l¡internet ha servita anche per comunicare e unirci. Ci ha

messo in allerta in “incidenti”, come la filtrazione di Wikileaks dei documenti

classificati, ha messo ha disposizione gratuitamente la lettura nel cyberspazio, ci ha

permesso di decifrare, scoprire, il “modus operandi” del Club diegli inquinatori.

Oggi, si possiamo correttamente dire “qui tutti ci consciamo e sappiamo quali sono

gli interessi di ognuno”. E i loro interessi –quelli degli inquinatori–, non sono gli

stessi come quelli del resto del genere umano, che è la stragrande maggioranza, e

della vita in generale di tutte le specie.

Inoltre, loro non possono più nascondere la loro paura, perché sanno che stanno

facendo male. Essi sono direttamente responsabili che più di 250 milioni di persone

sono, annualmente, colpite da disastri naturali causati dal cambiamento climatico.

Il loro stilo di vita irresponsabile ha scatenato feroci incendi in Russia, la siccità o

inondazioni massiccia in Asia e in Africa, tsunami, terremoti, uragani,

deshielamiento del Artico e la perdita di gran parte della biodiversità in ciascuno

dei continenti .

L’uscita è, nella nostra intelligenza e la creatività, che saranno le armi invincibili

per fermare gli inquinatori e distruttori dell’ambiente. Noi che non condividiamo il

suo comportamento innaturale, dobbiamo organizzarci e agire. Così, come loro,

hanno boicottato, bloccato o sotto posto a embargo nazioni per asfissiarle

economicamente, allo stesso modo, e con buona ragione, il resto delle persone ,

sempre più informate su questo pianeta, può anche farlo.

Perché acquistare un prodotto realizzato da una nazione che inquina il pianeta?

Perché consumare se quella nazione uccide le balene?. O non difende le proprie

foreste?

Noi siamo un grande esercito di milioni di minuscoli lillipuziani, di fronte ad un

Gullivers obeso e irresponsabile. Dove i nostri fili sottili di comunicazione faranno

le solide ed infrangibile reti per intrappolarli, e quindi ridurre e fermare,

definitivamente, l’impunità ambientale.

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120

Senz’altro abbiamo tutto a nostro favore. Il secondo decennio sarà il decennio degli

ambientalisti.

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121

Dall’ideologie al pensiero ambientalista

Alla fine del secolo XIX, sono nate le

ideologie che hanno definitivamente

spostato il pensiero religioso. Queste

ideologie, scoppiano fratturando

l'umanità e rendono il secolo XX il

centro di discussioni tra la teoria

comunista e capitalista. Mentre

emersero sfumature da entrambe le

parti, questi approcci hanno

polarizzato il pensiero politico, fino

all'arrivo del secolo XXI stesso.

Il nuovo capitalismo, il capitalismo del XXI secolo, il nuovo socialismo, il

socialismo del XXI secolo sono gli ultimi sussulti degli indebolite ormeggi o

ancore, di chi come lo struzzo, davanti al panico, mette la testa in un buco per

evitare la realtà. Una sorta di incapacità per non capire, i bisogno sempre più

tuonanti ed evidenti, di una popolazione che cerca di interpretare i segni

drammatici inviatici dalla natura.

La popolazione mondiale di esseri umani aumenta in modo esponenziale e le

risorse si esauriscono geometricamente. In 50 anni, nessuno sarà d'accordo, in una

di queste ideologie anacronistiche, perché l'attenzione si concentrerà su come

sopravvivere in un mondo praticamente distrutto dall'egoismo degli uomini, che

non è mai stato in grado di trovare un equilibrio, per riciclare i suoi consumi

esagerati, di riconoscere l'esistenza degli altri abitanti del pianeta terra. Ci rimarrà

soltanto abitar gli oceani, facendo trame nei mari, come spazi per la produzione

alimentare e produzione di acqua potabile.

Il XXI secolo, scopre l'umanità, che ha vissuto immersa nella cultura della loro

fretta, assorta nel suo mondo sotterraneo e si risveglia proprio ora di maniera

tempestiva, piene di scosse, cercando di interpretare ciò che era invisibile nei suoi

primi momenti della sua realtà e che oggi gli diventa travolgente. Come sono i

ricorrenti fenomeni naturali che stordiscono alle diverse concentrazioni di persone

Page 122: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

122

che vivono nei continenti. I combustibili fossili e idrici sempre più esauriti, la

scarsità di cibo e acqua potabile. Questa nuova realtà per molti, richiede dall'inizio

di questo nuovo secolo, nuove strategie, nuove idee e approcci. La luce alla fine del

tunnel sarà l'ideologia ambientalista, che governarà all'umanità fino alla fine del

suoi tempi.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 123: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

123

Crisi alimentare e biocarburanti

Per i scienziati agricoli si sta

avvicinando a passo giganteschi la

crisi alimentare, denominato

"tsunami silenzioso". Secondo Josette

Sheeran, Programma Alimentare

Mondiale, un organismo delle

Nazioni Unite, un'ondata di

inflazione dei prezzi degli alimenti si

muove per il mondo, lasciando

disordini e indebolendo governi nella

sua scia.

Ciò è confermato dalle statistiche che mostrano, che per la prima volta in 30 anni

stanno emergendo proteste per il cibo, la mancanza di cibo, simultaneamente in

molti luoghi . Ad esempio, in Bangladesh si hanno intensificato i disordini, la Cina

comincia a sentire i rigori di queste carenze, i loro poveri, quelli che vivono con 1

“dollaro” al giorno, stanno tirando fuori i bambini dalla scuola e riduciendo le

verdure per poter pagare il riso.

Coloro che vivono con ½ “dollaro” al giorno stanno riduciendo la carne e verdure

e uno o due pasti, in modo da poter comperare una ciotola di riso. E quelli più

bisognosi, che vivono con ¼ “dollaro” al giorno affrontano il disastro. In molti

luoghi, la scarsità tradizionalmente di cibo significa in questi momenti carestia

massiva. Le misure della crisi attuale sono la miseria e la malnutrizione. Le classi

medie nei paesi poveri stanno rinunciando all'assistenza sanitaria ed eliminando la

carne, per poter mangiare tre pasti al giorno.

Circa un miliardo di persone vivono con redditi non superiori a ½ “dollaro” al

giorno. Secondo le stimazioni, se il costo degli alimenti aumenta del 20% (in

America Latina e in Africa, questi prezzi sono aumentati molto di più), 100 milioni

di persone potrebbero essere costretti a tornare al livello di povertà assoluta. In

alcuni paesi, ciò annullarebbe tutto quello che è stato acquisito nella riduzione

della povertà negli ultimi dieci anni di crescita. Dato che i mercati alimentari sono

Page 124: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

124

agitati, i conflitti civili sono in aumento, la crisi alimentare potrebbe diventare una

sfida alla globalizzazione. A questa variabile macroeconomica che noi chiamiamo

il cibo, ora deve aggiungere l'impatto della produzione sempre più accelerata di

biocarburanti.

Mentre i biocarburanti sono stati pensati come chiave per combattere i

cambiamenti climatici, essi (i biocarburanti) sono ottenuti da coltivazioni che a

volte sono fondamentale per il sostentamento alimentare dei paesi sottosviluppati.

I coltivi per la produzione di biocarburanti, l´opzione energetica che si fa strada

per la fornitura di benzina o gasolio come combustibile, cominciano ad avere una

forte opposizione sociale. Le ONG provenienti da diversi paesi produttori di

materie prime (semi di soia in Argentina e Brasile, ed olio di palma dall'Indonesia

e dalla Malaysia) hanno denunciato le devastazioni della agricoltura industriale e

coltivazioni energetiche: la deforestazione, lo spopolamento delle campagne,

perdita di biodiversità, inquinamento delle acque, il sovraffollamento nelle città e

la fame.

Hanno inoltre avvertito che questi prodotti vegetali necessari da parte dei paesi

sviluppati per i suoi automovili, sono vitali per il sostentamento fondamentale e la

sua sicurezza alimentare dei paesi in via di sviluppo.

Un rapporto delle Nazioni Unite ha avvertito che la corsa a produrre quantitativi

di biocarburanti (dal mais, canna da zucchero, soia o palma) sta causando più

deforestazione, più fame e facendo più poveri alle popolazioni rurali. Le Nazioni

Unite non si oppone a impianti di carburante, ma teme che questa fonte di energia

si sta sviluppando fuori di controllo e senza limiti di tutte le sue conseguenze. Per

Jorge Rulli, ricercatore argentino "I biocarburanti si accentuano e aggravano gli

attuali disordini di un modello agricolo che ha causato danni sociali e ambientali,

così come la povertà in molti paesi", altrettanto spiega come “monoculture hanno

provocato spostamenti massicci di popolazione alle città e la contaminazione dei

campi”.

L'industria agricola impiega a pochi lavoratori, e la disoccupazione rurale alimenta

la disoccupazione urbana. Infine Rulli ha detto "trasformaremmo i nostri campi di

soia in nuovi campi petroliferi". Nei paesi in cui hanno già cominciato i coltivi per

produrre la materia prima per i biocarburanti, si comincia a notare la speculazione

Page 125: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

125

della terra; i prezzi sono diventati più costosi e non c’è dove mettere il bestiame,

che cominciarono ad occupare le pianure e il ciglio della strada. "

Inoltre il suddetto rapporto delle Nazioni Unite indica anche che i coltivi

energetici (cereali e canna da zucchero per l'etanolo, e oli di soia o di palma,

dedicati a biodiesel) possono causare uno squilibrio nella catena alimentare. Il

pericolo è che sianno destinati a questo scopo le terre, le acque e altre risorse a

scapito delle merci. La scarsità e l'aumento dei prezzi potrebbe aggravare le

condizioni dei poveri. In Messico, l'aumento dei prezzi delle tortillas di mais

(l'alimento base della dieta messicana) a causa della deviazione di grano per la

produzione di etanolo degli Stati Uniti ha suscitato grande inquietudine. In Brasile,

l'espansione della canna da zucchero per produrre etanolo ha trovato una

resistenza inaspettata da parte del governo locale di Rio Verde (città prospera

nello stato centrale di Goiás) e le imprese agricole, che hanno deciso di imporre al

coltivo di canna da zucchero un limite del 10% dei terreni agricoli del comune. Ciò

rappresenta 50.000 ettari, otto volte l'area già occupata dalla canna di zucchero nel

comune, per la fornitura di una vecchia distilleria di alcool o etanolo. Per loro

questo monocoltivo di canna è "uno tsunami verde che spezza la catena produttiva

agro-alimentare" e "provoca tragedie sociali" e ambientali, se non sono controllati.

Inoltre, l'Unione europea, non molto indietro e ha intenzione diimportare grandi

quantità di materie prime (palma, soia) provenienti da foreste tropicali, paludi e

altri ecosistemi, e denunciare i gruppi ambientali europee. Per loro "I biocarburanti

sono una minaccia per le foreste", e mettere in guardia dei pericoli che incombono

sul Ecuador, Colombia e Brasile. In Indonesia prevede di sviluppare i

biocarburanti (legata alla politica europea) di prevedere moltiplicando per 43 la

produzione di olio di palma, che ha distrutto 20 milioni di ettari di foresta

tropicale, secondo Veterinari Senza Frontiere.

Da questo spazio, dalle notizie di Channel Azul 24 e da Azul ambientalistas;

proponiamo che la soluzione inizia con l'educazione ambientale, l`unica uscita per

prendere coscienza e fare del risparmio energetico una proposta di vita. C'è

accordo sul fatto che con i biocarburanti ci sono due pericoli eminente. Oltre alle

conseguenze negative sulla produzione alimentare nel mondo e l'impatto sugli

ecosistemi si stanno creando false aspettative e false speranze tecnologiche. Il

Page 126: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

126

pericolo è che si abbassi la guardia sul risparmio energetico e consumo

responsabile, che sono le soluzioni chiave di cui abbiamo bisogno per mitigare il

cambiamento climatico e avvicinarci ad un società più giusta, più armoniosa con

l'ambiente.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 127: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Io sono un ambientalista

Dedicato a Antulio Rondón, Elio Ríos,

Beatriz e Gustavo Nava Carrasquel.

Alla fine degli anni '80 consideriamo

apertamente assumere la difesa

dell'ambiente che era piuttosto una

novità nel Zulia. Iniziamo questa

epica avventura dipingendo murales

nella città di Maracaibo con slogan su

ciascuno dei problemi ambientali che

ci riguardavano. Abbiamo preso

parte dell'impeto dei giovani muralisti cileni, figli di coloro che sono stati al riparo

in questa terra generosa prima del trauma della caduta di Allende, che nel

frattempo studiavano con noi presso l'Università di Zulia.

Nella città ci chiedevano chi eravamo, anche se nell’università ci chiamavamo

Movimiento 20 (20 punti per gli studenti e 00 punti per i partiti politici), ma fuori

del campus universitario non aveva senso esprimeci come un movimento

studentesco, perché il tema ambientale era un tema universale che andava al di là

di ogni confine accademico, sociale o politico.

Decisamente dovevamo concettualizzarci, definire la nostra ragione d'essere. Non

potevamo chiamarci ecologisti, perché non eravamo ecologisti, né biologi, né

naturalisti, né scienziati e tanto meno conservazionisti, perché non stavammo

conservando qualcosa in particolare, abbiamo voluto vedere noi stessi come un

semplice cittadino con bisogno di esprimerci nella protezione dell'ambiente,

ipotizzando azioni di strada e sfida, esponendo ai predatori e inquinatori nella

regione. Finalmente abbiamo concluso che se ci preoccupava l’ambiente ci avremo

chiamato ora e per sempre "ambientalisti".

Così è nato il concetto di "made in Zulia, dall'Università di Zulia dal Venezuela". A

quasi 30 anni da definirci come donchisciotti della natura, oggi, ci sono oltre 8,5

Page 128: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

128

milioni di siti web in tutto il mondo che parlano degli ambientalisti. Tuttavia,

siamo pochi, ma non così pochi come prima.

Come il cicala

Tante volte mi cancellerano,

tante scomparsi,

al mio funerale andai,

solo e piangendo.

Feci un nodo del fazzoletto,

ma mi dimenticai dopo

che non era l'unica volta

e continuai cantando.

María Elena Walsh, poetessa argentina

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 129: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

129

Nel 2030, la moneta forte sarà il litro d’acqua in Occidente e la ciotola di riso cinese

Tutto indica, che entro 18 anni, il

baratto sarà uno dei più forti sistemi

economici, in particolare nello

scambio di cibo e acqua potabile. Di

conseguenza, il dollaro e l’euro

cesseranno di essere così preziosi in

Occidente per essere spostati dal litro

d’acqua potabile, così come dalla

ciotola di riso di 700 grammi, che

sposteranno il yen giapponese e il

yuan cinese, come principali valute

asiatiche.

Le potenze di più capacità di guerra, controlleranno le poche riserve d’acqua dolce

rimaste in ciascuno dei continenti. L’acqua sarà razionata per arrestare a più di tre

miliardi di nuovi persone assetate che nasceranno nel 2030, ugualmente,

massimizzeranno i loro guadagni economici e lo scambio di questa nuova

ricchezza, per essere gli unici possessori di questa risorsa. Conseguenza diretta

dello scioglimento dei ghiacci polari aumenterà l’acqua degli oceani e provocherá

la penetrazione di sale nei corpi d’acqua dolce. Queste inondazioni costiere

saranno intensificati a tal punto che si presume la scomparsa delle isole del

Pacifico, provocando un esodo di massa dei suoi abitanti verso i continenti. Ciò

significa che in Asia avrà meno territorio, per la coltivazione, e più persone in cerca

di terre da abitare.

Il riso, sarà controllato principalmente dalla Cina, e nel mercato dei cambi sarà la

ciotola 700 grammi, l’equivalenti al cibo di una famiglia di 3 membri al giorno e si

affermerà come la valuta più forte del cibo. Si stima che, anche tale regione

produce circa 1000 milioni di tonnellate entro il 2030, questi volumi non saranno

sufficienti per soddisfare una parte della fame nel mondo che scoppierà. La Russia

nel frattempo, ha lottato per imporre il Pane di 500 grammi come moneta di cibo,

per essere loro i produttori di grano, ma solo riusciranno ad utilizzarlo nella sua

Page 130: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

130

zona di influenza, perché hanno appena coperto con precarietà, la domanda della

regione e dei paesi della sua orbita.

Il subcontinente latinoamericano, svilupparà la sua propria moneta di scambio o

baratto, e la chiamerà la ciotola di fagioli di 300 grammi. La carestia in

latinoamerica si mitigerà più che in altre parti del mondo, grazie alla ciotola di

fagioli che ci salverà. Almeno un pò di fagioli avremo da mangiare.

Africa, diventerà il continente ostaggio. La migrazione fuori di questo vasto

territorio saranno vietate. La carestia e la mancanza di acqua potabile flagelleranno

al continente. Tecnologica e militarmente chiuderanno le loro frontiere. Sarà il

grande ghetto del secolo 21. Il continente sarà escluso dalla comunicazione globale,

in modo di ridurre l’ansia del proprio popolo di cercare nuove aspettative di vita.

Così, staranno le cose nel 2030.

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giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 131: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Cambiamento climatico lo sguardo è nell'Est

Solo da un nuovo ordine mondiale,

che abbia come prima premessa la

tutela ambientale, raggiungeremmo

l’uscita per frenare gli effetti che

producono il cambiamento climatico

sul pianeta. Fino ad ora, i vertici del

clima sono stati sviluppati guidati

dagli interessi di chi inquina.

Di quale nuovo ordine delle nazioni

stiamo parlando?

Sono richieste, nuove partnership politico/economiche, in grado di radunare il

maggior numero di nazioni per accordare soluzioni reali al problema ambientale.

Finora molti dei paesi in questione, colpiti, ingenuamente, hanno fatto concessioni

al Club dei paesi inquinanti sotto le false promesse di sostegno finanziario che

avrebbero avuto successivamente. Promesse fatte nei vertici passati, che non si

sono mai materializzate, e nuovamente, con gli stessi “modus operandi”, vengono

gestita nel Vertice di Cancun.

Nella stessa maniera, in quanto non capiscono o accettano, il danno che gli si fa al

pianeta, in quella stessa misura, la vecchia diplomazia kissingeriana, continua ad

operare sotto la premessa dell’inganno, coercizione e corruzione di funzionari e dei

governi di scarse economie. La stessa Comunità Europea, sotto la guida di Francia

e Spagna, si sono anche piegate alle seducenti e fuorviante manovre finanziarie.

La stessa cosa accadde, con alcune nazioni africane, fortemente impattate dalla

siccità e dalla carestia, che in recenti vertici, “hanno vendutto la sua anima” o

futuro, scommettendo su un supposto credito “istantaneo” o bonus di “fedeltà”

che non è mai arrivato. Hanno firmato, due e tre volte il loro proprio “certificato di

morte” agli nemici della natura.

Molto diversa è la situazione che circonda la Russia, come un paese vittima del

cambiamento climatico diventa un alleato naturale per difendere questa causa.

Page 132: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

132

Tale è stata la sua preoccupazione che il suo primo ministro, Vladimir Putin, ha

accusato al cambiamento climatico della siccità e gli incendi boschivi, che rase al

suolo più di un milione di ettari di foreste nel giugno 2010. “Il clima sta

cambiando. Quest’anno in Russia abbiamo capito benissimo gli attuali problemi

climatici, quando ci siamo imbattuti negli incendi boschivi”, ha dichiarato Putin.

Quindi, nella sua qualità di una nazione, leader della Federazione Russa, in

collaborazione con la Germania, nazione forte della Comunità Europea, potrebbe

nucleare, un primo gruppo di paesi disposti a prendere iniziative per ridurre la

produzione di CO2. La Russia inoltre, ha il potere di convocare, per fare che una

parte importante delle nazioni arabe li accompagni in questa crociata per salvare il

pianeta.

Pari opportunità, apporterebbero le nazioni che stanno soffrendo i danni dei

cambiamenti climatici, che si trovano in gran parte, in Asia e Africa. Essi, sono

nell’urgenza e l’obbligo di fare le loro proprie organizzazioni sub-continentali per

sopravvivere.

In una strategia simile, deve essere approfondita, la proposta sub-regionale del

Centro e Sud America e i Caraibi. Stiamo parlando quindi, di sei accordi di

integrazione assieme per controllare il cambiamento climatico, che farebbero

sinergia e maggioranza, prima di un nuovo invito delle Nazioni Unite, per

costringere agli inquinanti a prendere azioni sorvegliate.

L’ufficiale, istituzionale deve riorganizzarsi, dalla nuova logica ambientale, per

raggiungere gli accordi necessari. Ma quello non ufficiale, quello non istituzionale,

dovrebbe allo stesso modo, organizzarsi e potenziarsi in ogni comune, città, o

paese per n fare le lore cose. Nei casi in cui l’unico protagonista, sarà la difesa della

vita di tutte le specie.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 133: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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CO2 foreste boreali

Le foreste boreali, gli ultimi polmoni

verdi del pianeta, che si estendono in

tutto nord del Canada, Alaska, Russia

e Scandinavia, purtroppo sono vicine

a diventare il prossimo Amazzonia.

Dal momento che risultano sempre

più minacciate a causa dei

cambiamenti climatici e la presenza

umana predatora. Fino ad oggi, le

immense distese delle foreste boreali

erano rimaste intatte grazie alla bassa

presenza umana in queste latitudini. Qualora l'attenzione mondiale negli ultimi

tre decenni si eveva concentrata sulla perdita e il degrado delle foreste tropicali.

Attualmente, gli scienziati e gli ambientalisti chiedono misure urgenti per

preservare le foreste boreali e salvaguardare la biodiversità, oltre a prevenire la

perdita di une dell’affonde più importanti di CO2 del pianeta. Le foreste boreali

coprono un terzo della superficie forestale globale e il terzo delle riserve di

carbonio.

Fino ad ora, solo il fuoco e gli insetti sono stati i protagonisti dell’equilibrio degli

ecosistemi boreali. Tuttavia, la crescente domanda di risorse ha fatto che la

mineraria, l'industria del legno e lo sviluppo urbano hanno aumentato nel corso

degli anni, causando la perdita estesa di foresta in alcune regioni.

Il fuoco è il principale artefice del cambiamento essendo l'attività umana quella che

provoca il maggior numero di incendi. Ci sono prove che il cambiamento climatico

sta aumentando la frequenza e il rischio di incendi nella zona boreale. La foresta

russa è la più degradata e ha subito gravi danni negli ultimi decenni. Paesi con le

foreste boreali proteggono dalla sfruttamento del legno meno del 10% delle sue

aree boschive ad eccezione della Svezia, dove la percentuale è del 20%.

Page 134: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

134

Le scoperte sono state pubblicate nella rivista “Trends in Ecology and Evolution”,

intitolato “Conservazione urgente di stoccaggio del carbonio boreale e la della

biodiversità”. Mentre i governi non riconoscono il cambiamento che si verifica, si

ritiene che solo il 40% di queste foreste rimangono ancora intatte, e il grado di

frammentazione tra loro aumenta.

Del resto, il cambiamento climatico è un problema molto complesso, e gli scienziati

più studiano e più variabili devono essere prese in considerazione. Il clima della

Terra è un sistema globale è completamente interconnesso, quindi una disfunzione

locale può influire sul tutto. Prova di ciò è che negli ultimi anni hanno dimostrato

che l'aumento di temperatura sta uccidendo le conifere nel nord del Canada.

Rappresentando una nuova variabile, finora non studiata in profondità, nella lotta

contro il riscaldamento globale.

Comunque la bontà, che le foreste e gli oceani continuano ad essere i grandi

servitori o dissipatori di CO2 sta diventando sempre minore. In particolare il

contributo delle foreste boreali per la loro, sempre di più, aggressiva

deforestazione.

Uno studio pubblicato su Nature suggerisce che, negli ecosistemi terrestri a

latitudini settentrionali, dalla Russia al Canada, l’assorbimento di CO2 che accade

in primavera scompare con la liberazione di questo gas di effetto serra in autunno.

Negli ultimi due decenni, le temperature delle latitudini settentrionali è aumentata

di 0,8 gradi centigradi in primavera e 1,1 in autunno.

Fino ad ora, si pensava che la dilatazione della primavera dovuto al riscaldamento

aumentava l'attività fotosintetica, caratterizzata dalla fissazione di anidride

carbonica e la liberazione dell'ossigeno.

Anche nell’immediato futuro, queste foreste fungeranno come rifugio per molti

animali che si muovono dovuto al aumento delle temperature più al sud. Non

dobbiamo dimenticare che le conifere sono uno degli strumenti più importanti per

combattere il cambiamento climatico.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 135: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Con l’acqua potabile eravamo felici e non lo sapevamo

L'anno 2014 chiude con un saldo di

900 milioni di persone nel mondo che

soffrono di quasi totale mancanza di

acqua potabile e si stima che

arriveranno a 2,5 miliardi entro il

2025. Anche se il problema è globale,

sembra che i paesi sottosviluppati

siano quelli che soffriranno di questa

agonia, a causa della crescita in

aumento della popolazione (si stima

che nascono in questi territori il 95%

dei 80 milioni di persone che ogni anno aumenta la popolazione mondiale).

In questo senso, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'UNICEF, hanno

detto che 24.000 bambini muoiono ogni giorno in America Latina, nei Caraibi e

nell'Africa per cause prevenibili come la diarrea, colera, infezioni virali e

parassitarie, malattie come la malaria e la tubercolosi, tutte queste conosciute per

esercitare un forte effetto depressivo sul sistema immunitario prodotto dall’acqua

contaminata.

Si stima che un bambino soffre fino a quattro episodi di diarrea all'anno. I bambini

e le bambine di queste paesi hanno anche la possibilità di avere diarrea fino a 240

volte superiore rispetto ai bambini e le bambine dei paesi sviluppati. Tutto questo

porta come conseguenza della mancanza di acqua potabile in queste regioni, che

un bambino muoia ogni tre secondi e mezzo.

Secondo l'OMS, dal punto di vista della distribuzione, si stima che sono necessari

per persone 50 litri di acqua al giorno. Avendo 55 paesi un consumo di acqua

potabile per persona/giorno sotto il minimo.

In America Latina, per esempio, consumiamo una media di 250 litri per

persona/giorno (in cui solo lavarsi i denti con il rubinetto aperto, si consumano

Page 136: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

136

circa da 10 a 20 litri e da 45 a 50 litri a usare il gabinetto). A proposito, un lavaggio

di veicolo con un tubo flessibile può consumare circa 500 litri di acqua. Mentre in

alcune parti dell'Africa non raggiungono i 2,5 litri di acqua per persona.

Il dibattito globale è centrato sul tema ricorrente dell'ambiente. Ed in particolare

alla nuova malattia del pianeta, il cambiamento climatico. Che sta causando il

scioglimento dei poli, l'aumento delle temperature e il volume dell'oceano, tra le

altre conseguenze.

Secondo il Panel internazionale sul cambiamento climatico, questi eventi si

riflettono drammaticamente nei paesi africani, Centro e Sud America e nei paesi di

Oceania. Si prevede che l'erosione dell’acqua corrente, i flussi dei fiumi e la

disponibilità d’acqua diminuisca in queste regioni, accompagnata da frequenti

inondazioni e siccità. Oltre alla deforestazione incontrollata e lo sviluppo agricolo

senza controllo, dighe e sistemi di irrigazione sono gli altri responsabili della

scarsità del nuovo e vitale "petrolio bianco".

Naturalmente che i paesi sviluppati hanno preso le sue precauzioni, i recolonialisti

o neocolonialisti, stimolando iniziative di privatizzazione dell'acqua potabile in

base a presunte azioni "ben intenzionate" per ridurre la povertà, la riduzione del

debito, la liberalizzazione del commercio e sviluppo economico.

Cosa fare? Nel attivismo ambientale, la partecipazione dei cittadini è la soluzione.

L'agenda pubblica dei nostri paesi, richiede la considerazione di più azioni, leggi,

interventi sulle questioni ambientali. È necessario indicare la strada. Queste azioni

devono essere collettive, militante e disinteressate. L'obiettivo è senza frontiere,

senza esclusione, è un obiettivo superiore: la vita.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 137: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Acqua del rubinetto

Noi siamo cresciuti nella

quotidianità di aprire il rubinetto e

vedere uscire l’acqua. Quel suono

dell’acqua è diventato familiare, al

punto tale che per secondi quasi

ipnotizza ad ascoltarlo. Da piccolo,

sono rimanevo impressionato dalla

forza del getto quando aprivo

completamente quella “chiave

magica”. A volte giocavo e bevevo

acqua dal rubinetto fino a

scoppiare, e solo così calmavo la mia sete. Non mi ricordo che alcuna volta

mancassi l’acqua. Per me era come l’aria, era normale, sempre c’era.

Sono diventato adulto e sembra che crescendo abbia cambiato anche la realtà per

l’accesso all’acqua. Ora, non tutti i giorni c’è, quando arriva è di un colore marrone

è bisogna aspettare che sia chiara. Impensabile per molta sete che io abbia, possa

bere direttamente dal getto. Ma anche così, io sono ancora un grande fortunato

perché dal rubinetto della mia casa ancora, anche in modo irregolare, l’acqua esce.

Nel mondo solo circa un miliardo dei 7 miliardi di persone che lo abitano, hanno il

privilegio di avere l’acqua nel rubinetto nella loro casa. Cioè, di ogni 7 persone,

una è utente di tale impianto. America ed Europa sono i continenti che in gran

parte dispongono di questa struttura.

Tuttavia, l’accesso all’acqua del rubinetto al 100% potabile sta diminuendo,

dobbiamo esercitare misure estreme: filtrare, bollire. Poiché la maggior parte delle

dighe sono violate dalle varie forme di inquinamento. Vi è anche, nei 5 continenti,

una alta popolazione senza accesso all’acqua potabile -circa 900 milioni di

persone-.

In America Latina e nei Caraibi, si stima che 100 milioni di persone nella regione

non hanno acqua pulita, essendo questa popolazione la più sensibile alle malattie

Page 138: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

138

diarroiche. Le conseguenze correlate con il consumo di acqua contaminata

provoca più morti ogni anno nel continente americano rispetto a qualsiasi tipo di

violenza, sono i dati diffusi dalle Nazioni Unite in occasione della celebrazione

della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Quando abbiamo avuto l’acqua del rubinetto in abbondanza, eravamo felici e non

lo sapevamo.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2012/05/agua-en-el-grifo.html

Lenin Cardozo, Agua en el grifo. Domingo, 20 de mayo de 2012.

Page 139: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

139

Non ci sarà un’altro giorno

Oggi non si è fatto giorno, così come

da tempo non si fa giorno per

nessuno. Nel 2010, le parti per milione

(ppm) di CO2, secondo gli scienziati

le ppm sono salite in 395, ovvero 45

ppm in più dello standar per

garantire la nostra sopravvivenza

come specie. Gli scienziati dicono che

il limite di sicurezza per l'umanità è di

350 ppm di CO2 nell'atmosfera.

Le Nazioni Unite lo stesso anno cerco di limitare il livello di CO2 a 450 ppm, ma i

loro sforzi non sono stati ascoltati. Tutto questo, a causa di bruciare combustibili

fossili sopra la soglia dello standar. L'anidride carbonica è la causa principale

dell’effetto serra nell'atmosfera, avendo come conseguenza il riscaldamento

globale, che accelera lo scioglimento dei ghiacciai, aumento della siccità continenti,

il consumo delle foreste, facendo finire specie e gli ecosistemi.

In quegli anni arrivare ai 350 ppm significava trasformare il mondo. Significava

anche costruire pannelli solari al posto di centrali a carbone, piantare alberi invece

di tagliare le foreste tropicali, aumentare l'efficienza e diminuire i nostri consumi

eccessivi, il riciclo del 99%, tra tante altre cose. Perciò tornare a 350 nuovamente

significava proporre migliaia di soluzioni diverse. A llora mancò il valore

collettivo, l'azione dei cittadini a difendere l'ambiente.

Quello che è vero, che 50 anni dopo, il CO2 ci togliò le albe, i 5000 ppm che

abbiamo ora, ci lasciano senza visibilità e senza ossigeno. Oggi viviamo in città

sotterranee con atmosfere artificiali controllate.

Quello che era iniziato come città Moll come La Villa sotterranee di Montreal che

ha iniziato con 32 chilometri di gallerie collegando a 41 lotti (circa 12 chilometri

quadrati), PATH a Toronto, con 371.600 metri quadrati e 27 chilometri di passaggi,

Chikigais in Giappone con 81.765 metri quadrati, Forum des Halles a Parigi, con

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140

300 chilometri di passaggi e il Palazzo Comunale in Australia con 4 chilometri

quadrati, sono diventate i portali delle città emergente che abbiamo dovuto

costruire per sopravvivere, all'atmosfera già insostenibile che copriva i continenti.

Ma non tutti abbiamo avuto spazio in quelle città, più della metà della popolazione

umana scomparse, a conseguenza dalla mancanza di ossigeno. E quelli che ancora

rimaniamo in vita, soffriamo le nuove malattie prodotte della mancanza dei raggi

solare e grazie a respirare l'ossigeno riciclato. La nostra aspettativa di vita si è

ridotta a 30 anni, così si è accordato di dare almeno 3 decenni di possibilità di

vivere a ciascuno degli abitanti di queste città.

Ogni persona quando arriva ai 30 anni deve scrivere il suo epitaffio o il pensiero

finale. Questo è il nostro: Per me non c'era l’alba nè il giorno, nessun colore, ho

vissuto in grigio e così morirò. Non ho eredità per le generazioni future. Quella fu

la mia eredità.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 141: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

141

L'eredità generazionale

Ho 50 anni e ho una figlia

adolescente. La possibilità che i miei

nipoti raggiungano almeno la mia età

è ancora incerto. Anche quando

entrambe le famiglie, materna e

paterna è ricorrente avere una

famiglia ottuagenaria e centenaria.

Ma al di là della nostra genetica della

longevità, l'ambiente sarà il fattore

determinante.

Da continuare il percorso che portiamo, la qualità della vita di mia figlia sarà

compromessa, ma quella dei miei nipoti sarà incerta. Entro 50 anni, gli scienziati

stimano che il mondo aumenterà la sua temperatura di 4° C in più, portando come

conseguenza la scomparsa del ghiaccio del Artico, così come gli orsi polari e

pinguini.

Il livello del mare si alzerà e si sommergeranno città come New York, Boston,

Miami, Los Angeles, San Francisco, Vancouver, Buenos Aires, Sao Paulo, Rio de

Janeiro, Recife, Dhaka, Città del Capo, Cairo, Dubai, Mumbai, Singapore,

Bangladesh, le Filippine, Shanghai, Sydney, Perth, Auckland, Hong Kong, città

giapponesi, Vladivostok, Amsterdam, Londra, Dublino, Bilbao, San Sebastian,

Santander, Ferrol, la Coruña, Rias Baixas, tra le altre città che sono a piedi di costa.

Altrettanto si stimano innumerevoli mega terremoti durante questo periodo.

Questa geografia incontrollata impattarebbe direttamente ai più importanti

acquifere di acqua dolce che attualmente conosciamo. I cambiamenti climatici

pregiudicarebbe anche la maggior parte delle specie marine, riducendo

drasticamente o scomparendo la specie. Inoltre, causarebbe la scomparsa della

foresta amazzonica, che parallelamente il tasso di deforestazione e la combustione

sta facendo, le prolungate siccità, portando la morte della vegetazione. Allo stesso

modo influenzano sul resto delle “humedales” e foreste minori. Molte delle specie

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142

che conosciamo oggi, si vedranno solo in archivi fotografici e videografici. Come

conseguenza dalla perdita irreversibile della biodiversità a livello mondiale.

Attualmente, secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa due

milioni di persone muoiono ogni anno a causa delle conseguenze di inquinamento

atmosferico che provoca problemi respiratori e cardiaci, infezioni polmonari e

cancro. In 50 anni, si stima che alte concentrazioni di CO2, come altri gas

nell'atmosfera avrà un effetto esponenziale, facendo di questo tipo di

inquinamento la principale causa di decessi nel mondo, si stimano circa 100 milioni

di morti all'anno.

Sulla questione alimentare, questo sarebbe influenzato dalla crescita della

popolazione mondiale. Entro il 2012, la popolazione mondiale è stimata a 7.000

milioni, fra 50 anni la popolazione potrebbe aumentare di 2 miliardi di persone in

più, cioè, saremo in 9 miliardi di persone. A quel punto dovremo produrre più cibo

con meno spazio di quello che abbiamo oggi per la coltivazione.

Cosa fare? Sembra che si tratti di pura finzione? o continuaremo ad invecchiare

dietro a questa realtà? È l’egoismo personale che sicuramente governa la nostra

vita e non ci permettono di costruire una eredità per le nostre future generazione?

La partecipazione dei cittadini nella difesa della natura è in porta. Unisciti a noi

oggi nell’azione in materia ambientale, bisogna dare tutto per i nostri figli, i nostri

nipoti e le generazioni future. Camminiamo insieme in questa crociata per la vita.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2010/09/legado-generacional.html

Lenin Cardozo, Legado generacional. Jueves, 16 de septiembre de 2010.

Page 143: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

143

350 ppm

350 è il numero che gli scienziati

assumono come il limite massimo di

sicurezza per il biossido di carbonio

che dovrebbe essere nella nostra

atmosfera ed è misurata in parti per

milione (ppm). Oltre tale numero

avvengono i cambiamenti climatici

fuori di controllo.

Attualmente stiamo a 400 ppm, e se

non siamo capaci di tornare

rapidamente a meno di 350 ppm in questo secolo, si rischiarà di raggiungere i

punti critici e gli impatti saranno irreversibili come lo scioglimento dello strato di

ghiaccio di Groenlandia.

Tra quelli cambiamenti climatici c’è il riscaldamento globale, che sta accadendo più

velocemente del previsto, dove gli esseri umani sono responsabili.

Il riscaldamento globale è causato dal rilascio dei cosiddetti gas serra

nell'atmosfera. Il gas serra più comune è il biossido di carbonio. Molte delle attività

che facciamo ogni giorno, come cucinare, il riscaldamento nei paesi con 4 stagioni,

il traffico veicolare, si basano sulla combustione di combustibili fossili come

carbone e petrolio che emettono anidride carbonica e altri gas che trattengono il

calore durante la combustione.

Il riscaldamento globale destabilizza il delicato equilibrio che rende la vita su

questo pianeta possibile. Solo pochi gradi di temperatura possono cambiare

completamente il mondo così come lo conosciamo, e minacciano la vita di milioni

di persone.

Il pianeta si trova in zona di pericolo, perché abbiamo inviato troppa anidride

carbonica nell'atmosfera, e stiamo cominciando a vedere i segni di un problema

reale: lo scioglimento del ghiaccio Artico, la rapida diffusione di siccità, tra gli altri

priblemi.

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144

Nel Forum Mondiale Umanitario svoltosi nei primi mesi del 2010, venne riferito

che il cambiamento climatico causa la morte a più di 300.000 vite all'anno. Inoltre,

il rapporto di Oxfam spiega che “il riscaldamento di 2 °C implica un futuro

devastante per almeno 600 milioni di persone”.

Perciò, la riduzione di CO2 è la sfida principale nella lotta contro il riscaldamento

globale, e sarà l'elemento chiave di qualsiasi trattato internazionale sul clima.

Gli scienziati sono sempre più focalizzati sul ruolo di altri gas che agiscono

sull'effetto serra a breve termine, come il metano (che è 25 volte più potente della

CO2, ma c'è molto meno in atmosfera), la produzione industriale di CFC e di altri

prodotti chimici nocivi.

Molte di queste fonti di inquinamento hanno un profondo impatto sul resto degli

esseri viventi e l'ambiente, oltre ad essere contribuenti al cambiamento climatico.

Cosa fare: Partecipare, come attivista in difesa del 350 ppm in ogni luogo, città,

dove ci troviamo.

Creare momenti di riflessione per discutere la questione del cambiamento

climatico e le sue conseguenze.

Discutere e persuadere a sostituire i nostri modelli di consumo energetico, ad

esempio, la costruzione di pannelli solari e centrali eoliche per la produzione di

energia, piantare alberi per ripopolare le foreste pluviali, creare migliaia di spazi

verdi nelle città, tra le cose più immediate.

AZUL Ambientalistas in Venezuela si unisce all'impegno globale di combattere per

il 350 ppm.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 145: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

145

La triste sorte degli alberi molto utile: il caso del Palo de Mora

L’albero di PALO DE MORA può

misurare oltre 30 metri di altezza con

un diametro ottimo di 50 cm. Ha

bisogno per arrivare a quella altezza

almeno di trenta anni, ma, si spera,

che può prolungare la sua esistenza a

più di dieci anni e nel frattempo

abbellisce il paesaggio, ossigena

l’atmosfera. Il suo nome scientifico è

Chlorophora tinctoria (L) della

famiglia Moraceae. Vasti tratti di

questa pianta ha occupato i territori tra gli altipiani centrali e tutta la Cordigliera

della Costa del Venezuela, fino a 600 metri sul livello del mare.

La sua ricchezza intrinseca si compone di: a) molto resistente alle intemperie, duro,

di lunga durata in acqua, proprio per il lavoro di ebanisteria per la loro buona

reazione alla lucidatura, per la falegnameria in genere, e la costruzione navale. b)

Contiene un lattice abbondante o resina da cui si ottengono due coloranti potenti

che si conoscano nel settore chimico con i nomi dei “morina” e "maclurina" usati

per tingere lana, seta, pelle, nylon. c) Dalla corteccia dello stelo si estrae una stoppa

gommosa usata nel calafataggio delle navi. I frutti molto nutriente in fruttosio, la

vitamina C, dal sapore ricco, raffinato sono il complemento della dieta dei bambini

di campagna.

Ebbene, queste bontà naturali del PALO DE MORA incitò l’avidità dei rapinatori

della foresta, che ha portato quasi all’estinzione di questo splendido abitante della

giungla. Il suo status di albero selvatico scomparse, e oggi è visto solo nei parchi,

strade, giardini di residenze private.

Molto poco si sa, del disboscamento vissuto in Venezuela, in modo molto

aggressivo dalla prima tappa della Colonia fino alla fine del XIX secolo. Europa, in

Page 146: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

146

particolare Germania, Inghilterra e Spagna, gran parte del loro mobili ed edifici di

quell’epoca sono stati fatti di legno venezuelano.

Per il nostro porto principale, La Guaira, navi speciali per il trasporto di “rolas” di

legno facevano code interminabili per caricare i nostri alberi di alto fusto.

Interessante infatti l’approccio tedesco: loro ci abbattono i nostri boschi, e i loro

boschi sono intoccabili. Loro abattono le foreste degli altri.

Già il botanico Henri Pittier ci aveva avvertito nel 1926, del brutale sfruttamento

del PALO DE MORA. Scrive nella prima edizione del suo Manual de las plantas

usuales de Venezuela (Caracas, List del Comercio, 1926, p. 324): “Per gli anni 1870-

1890 ci fu una grande esportazione di questo legno dal Venezuela, tanto che oggi ci

sono pochi alberi di grandi dimensioni nei quartieri vicino al porto di imbarco”.

[Commento degli editori: La distanza tra il porto di Cumana, all’estremità orientale

a nord del paese e il porto di Maracaibo –estremità occidentale nord- e tra questa

linea costiera ci sono gli importanti porti di La Guaira e Puerto Cabello, vale la

pena informare: che comprendono tutta la Cordigliera della Costa, oltre tutti gli

altipiani centrali, e sono circa il 30% del territorio di questa nazione].

Intanto il botanico Jesús Hoyos, come un modo per salvare questo degno

rappresentante della flora nazionale il PALO DE MAORA, raccomanda nel suo

ùltimo libro, Frutales en Venezuela, Caracas, Sociedad de Ciencias Naturales La

Salle, 1994, p. 351, quanto segue: “Può essere utilizzato come albero di

riforestazione nelle zone calde del paese.

Questo contribuirebbe anche alla promozione della fauna selvatica”. Azul

Ambientalistas simpatizza con la raccomandazione del dottor Jesús Hoyos, ma il

compito è chiaramente in maiuscolo, significa una sfida patriottica per le

dipendenze responsabili della conservazione della flora e fauna dello Stato

venezuelano. Ma, ci sono queste dipendenze, avrebbero interesse in essa?

Ora è tempo di scrivere l’altra storia, quella che narra il saccheggio delle nostre

foreste ancentrasle, la nostra fauna selvatica. Le vene aperte che hanno lasciato “i

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conquistatori” nel Continente Verde, cosí come lo chiamò 212 anni fa, Alexander

Von Humboldt, quando scoprì la nostra straordinaria natura.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 148: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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I Galli di Michelangelo

Michelangelo, così si chiamava anche

il suo nonno, ci ha detto innumerevoli

volte come da bambino vedeva al suo

nonno mentre applicava alcune

“tecniche” per mettere in forma ai

propri galli da combattimento.

Tra le prime cose che fece fu quella di

tagliare con un coltello o forbici la

cresta e anche quello che chiamano il

mento –una cosa del genere, e come

se a qualcuno di noi taglierebbero con questi attrezzi le orecchie o le guance–,

questo si faceva afferrando saldamente l’animale tra due persone.

Questa “operazione” era fatta a crudo e, naturalmente, senza anestesia, il

sanguinamento provocato se cercava di controllare stringendo la ferita con una

spugna umida e lavandola con acqua e sapone. I galli “urlavano” incessantemente

fino alla stanchezza e con i giorni –se non prendevano un’infezione mortale– si

sovrapponevano al dolore provato. Presumibilmente queste mutilazioni venivano

fatte in modo che quando si faceva il combattimento niente gli disturbasse o

molestasse nella testa.

Immediatamente dopo aver valutato la dimensione degli speroni, vengono

solitamente strappati con le pinze –il foro lasciato nelle gambe diventa nero ed era

difficile da curare–, quando finalmente era guarita la zona della ferita,

l’incollavano gli speroni di un’altro “gladiatore morto” che c’è l’avessi più taglienti

e in condizioni migliori. Allo stesso modo con un carbone rovente gli bruciavano il

picco –secondo questi “esperti” questo permetteva ammorbidire il becco per poi

essere carteggiato fino a lasciarlo con filo–.

La preparazione successivamente era tagliargli le piume dalle estremità, schiena e

petto, con l’intesa che in questo modo li consentiva all’uccello tormentato una

maggiore facilità nei loro movimenti. Questo atroce “desplumaje” –piumaggio–

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149

generava in quei piccoli corpicini molteplici infezioni nella pelle, che dovevano

essere pazientemente curate con “polvitos” disinfettanti. Prima del combattimento

il “minuscolo guerriero” era chiuso in una gabbia stretta che non li consentiva

alcun movimento fino a quando arrivava “il grande giorno”.

Nella “gallera” 3 entrambi i contendenti erano trattenuti e si avvicinavano

bruscamente l’uno contro l’altro, come se fossero stati indotti a credere che tutti

questi mali che avevano sofferto era stato responsabiltá di alcuni degli avversari.

L’istinto di pericolo possedeva ai bipedi e subito iniziava una lotta amara fino alla

morte. Il duello era feroce e sanguinante. Ogni colpo con il picco o gli speroni

erano precisi accoltellamenti che strappavano tutto ciò che era a portata. Vinceva

quello che lasciava abbattuto o morto all’avversario.

Il proprietario del gallo perdente –secondo il gergo “gallera” era stato disonorato–,

dovuto alla rabbia lo prendeva morente dalla terra e lo “despequezaba”

pubblicamente o lo sbatteva duro contro la terra per non lasciar in dubbio la sua

rabbia. Altri li scaricavano le loro armi e nemmeno si preoccupavano di

raccoglierlo.

I galli vincitori nella maggior parte dei casi, avevano subito gravi contusioni e tagli,

i quali li mantenevano gonfi, impavidi e in piedi come statue per giorni o

settimane. Tali casi il nonno Michelangelo li trattava come un intero “chirurgo

esperto”, e si prendeva il paziente compito di “cucire” ogni ferita. Michelangelo

apriva il loro becco e li spingeva con le mani il pane bagnato con brodo di vitamine

verso la trachea, fino a quando il cibo arivava allo stomaco. Inoltre li dava acqua

lasciando cadere un filo sul picco, la quale scendeva per gravità. Se il gallo non

poteva stare in piedi o si piegava, l’esperienza gli aveva inseganto che la morte era

inevitabile.

In pochi giorni, i lividi sulla testa e sul corpo del gallo che è riuscito ad essere in

piedi, cominciava a scomparire e con qualche sforzo riusciva ad aprire gli occhi e

vedere il cibo, ciò che restava era di seguire la cura di routine fino a quando poteva

badare a se stesso. Dopo un mese era come “nuovo di zecca”, pronto per il

3 Luogo dove si fa il combattimento.

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150

prossimo combattimento. Se il gallo era molto buono, potrebbe raggiungere i

cinque combattimenti prima di perdere per un colpo da un gallo migliore.

Il nonno di Michelangelo, nel suo miglior tempo di allevatore e chirurgo di galli ha

avuto fino a un centinaio di esemplari a casa. Col tempo, questo ufficio ha iniziato

a riempirsi di tristezza, a quanto pare ha iniziato a sognare che lui stesso era un

gallo da combattimento, più volte si svegliò sudato e spaventato quando credeva

che con un coltello o con le forbici veniva mutilato o soffriva la crudeltà di questo

sanguinante divertimento. Mai piú tornó alle “galleras”.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 151: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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C'è bisogno dei poveri, più sono e meglio è!

Immaginate un paese o una città o

uno stato senza poveri. Non è

possibile. Più che un sogno per i

politici ed imprenditori sarebbe un

vero incubo. La povertà, gli conviene

a tutti. A tutti coloro che ne hanno

bisogno come un modo per rimanere

in politica usando la massa lavorale

per fare ricchezza. La povertà è buona

per gli imperialisti e anti-imperialista,

“pitiyankees” o anti-yankees. E se è

povertà estrema è meglio. I guadagni sono di più.

La povertà è docile, malleabile, manipolabile, sensibile, emozionale, confortevole,

ingenua e molto buona, per essere trasportata da speranze terrestre e

extraterrestre. La povertà è uno stile di vita. Più che fisica, la povertà è mentale, è

una credenza collettiva, dove tutti sono apparentemente disabili, incapaci di

avvalerci dei suoi propri mezzi, di avanzare nella vita o progredire. Si percepice

come uno stato sonnolento della mente, che fa muovere il corpo quasi

istintivamente. Per non dire, primitivamente. La povertà inoltre, cresce, si

riproduce in solitudine o indotta. Ma sia qualsiasi delle sue forme, è sempre utile.

Chi ha per se un pezzo di povertà controllata, ha un cammino sicuro verso il

successo. Qui se compie il proverbio: dimmi quanta povertà controlli e vi dirò

quanto è la vostra ricchezza.

Contra la povertà, tutti noi lottiamo, tutti noi vogliamo salvare i poveri. Moriamo e

viviamo per aiutare i poveri. Chi non ama i poveri?

Ma tanta preocupazione perché? Semplice: Gestire, manipolare la povertà è uno

dei migliori affari del mondo. È la grande industria. È avere soggetti, servi a buon

mercato, eserciti di zombie privati, seguaci eterni, incondizionali sotto la promessa

che la povertà scomparirà un giorno, a condizione che siano guidati dal suo

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padrone, leader, pastore, capo, genitore, o come si faciano chiamare i proprietari di

quella povertà in particolare.

Quello che non sanno i poveri, è che gli ultimi interessati nel porre fine alla

povertà sono gli stessi che promettono di combatterla. La povertà è come la storia

del "cocco". Ecco che arriva il cocco, andiamo tutti a combattere il "cocco", dice il

leader, e sorpresi a tutti con la sua eloquenza, il coraggio e bravura, ma che

nessuno amazzi al "cocco", perché senza il "cocco", non ci sarebbe un leader da

seguire e finirebbero i benefici.

La povertà è una verità che tutti lo sanno ma nessuno lo dice. Lo sanno gli stessi

poveri, e i coproprietari di quelle povertà. Ma si nasconde, si fa finta, tutti

chiudono un occhio alla povertà, per che scorra senza molti ostacoli, il rapporto

perverso tra la povertà e coproprietari. La povertà ha anche dato il suo contributo

al linguaggio dell’umanità, a coniare le sue stesse parole e di integrarle al

linguaggio quotidiano: “cachifo”, “cachifiando”, poveretto, povero diavolo, "in

cobrito", “pelao”, "senza soldi", "morto di fame”. affamati, “piedi in terra",

miserabile, “lambuceo”, e tante altre. Con la povertà è nata una nuova scienza:

Amministrazione della Povertà, con il suo Master Business Poor proprio, con

molto più potenziale e futuro che la consumata Amministrazione di Azianda e il

suo Master Business Administration.

Infine, abbiamo scoperto che il mondo non è diviso tra ricchi e poveri. Il mondo è

diviso tra coproprietari di povertà e la povertà che si avicina al miglior offerente. O

meglio, povertà confortevole. Coloro che non siamo allineati a nessuna di queste

categorie, siamo solo alcuni poveri disadattati.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia.

Page 153: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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L'amore per le mascotte

Dedicato ai cani di Gricelda

infinitamente grato per amare gli

animali domestici. Ad Argos, cane di

Lord Byron.

Chi sviluppa l'amore per le mascotte,

ha scoperto uno dei sentimenti più

puri associati con le emozioni, i

sentimenti e gli affetti. É adottare ad

un altro essere e adattarsi a convivere

con una specie diversa da quella

umana. Connessioni senza linguaggio

ed intuitiva. Sono sentimenti eterni che ci professano, incondizionali e assoluti.

Dal punto di vista umano, sono i bambini che non crescono mai, dal punto di vista

delle mascotte, forse, noi siamo eterni amici per giocare e accompagnarci, come i

“giocattoli” del film “Toy Story”, regia di John Lasseter.

Essi –le mascotte– non conoscono né passato né futuro, solo vivono e godono il

presente con coloro che li forniscono protezione. Presente, dove l'emozione

principale è aspettarci, incontrarci, trovare il nostro sguardo e secondi di

attenzione. L'attesa può essere ore o decenni, ma sempre ci aspettano. E se non

arriviamo mai, mantengono il dolore della mancanza e la speranza di incontrarci

di nuovo, fino all'ultimo giorno della loro esistenza.

Nell'Iliade, Argos il cane di Ulisse, lo riconobbe dopo 20 anni, e nell'emozione

muore di cuore. La favola diventa realtà quando noi conosciamo la storia di

Hachiko, cane giapponese di Odate, che spero ogni sera per dieci anni presso

l'ingresso della stazione ferroviaria di Shibuya, al suo padrone morto, fino a

quando venne la sua morte.

Egilda Parra, ricercatrice sulle "Credenze delle non Scienze", afferma che in alcune

culture si ritiene che gli esseri umani quando muoiono, chi li riceve, in quell’altra

tappa della vita, sono gli animali che avevano e che hanno compiuto il loro ciclo di

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vita sotto la protezione di queste persone, e lo fanno in ringraziamento al tempo

dedicato, e si incontreranno per darvi il benvenuto. Il simbolismo di quello che

significano le mascotte, in molte latitudini, non è gratuito. Gran parte della storia

dell'umanità ne rende conto.

Oggi, ci sono persone in Asia, che quando alle mascotte muoiono i loro proprietari,

sacrificano agli animali per risparmiarli il dolore della mancanza. Per fortuna in

Occidente, tali pratiche non esistono, ma quello che è certo è che molti di questi

poveri animali sono completamente senza protezione in assenza dei suoi

protettori.

Le mascotte, tra le sue bontà e vantaggi, e che essi si integrano facilmente nella

famiglia o se adattano alla solitudine dei loro padroni. Stimolano il sentimento di

amicizia, fiducia e sicurezza. La particolare interazione con loro, ci distoglie ed

elimina lo stress.

Questi singolari animali hanno poca comprensione delle delusioni, depressioni o la

nostra visione del cosmo, ma sentono o percepiscono ciò che accade. La loro

intuizione dà loro la capacità di individuare il pericolo e l’allarme.

E se di grandi pericoli dobbiamo fare riferimento, con le mascotte ci sbarazziamo

di essere vittime di istinti umani in genere come l'invidia, l'orgoglio, la vendetta, la

crudeltà, l'odio, tra molti altri.

Ragione aveva il poeta inglese Lord Byron nel condannare: "Più conosco gli

uomini, più amo il mio cane".

Se non avete avuto ancora la possibilità di scoprire il mondo degli animali

domestici, delle mascotte, è il momento. Dagli alla tua vita questo privilegio.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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Le città in bianco e nero

Cammino per le strade e viali della

mia città e mi rendo conto che il

colore predominante è il nero o il

bianco. Viviamo in città che a poco a

poco hanno perso il colore. Anche se

ci sono sfumature di grigio o

marrone, il pezzo forte rimane il nero

o il bianco. Presumo che questa

scoperta sottile fa parte del mio

ingresso alla vecchiaia, perché

comincio a vedere le cose da un altro

punto di vista.

Quando si è molto immerso in questi mondi interiori, in questa cultura dalla fretta,

non c'è tempo per dettagliare i colori particolari o sfumature.

Da bambino, le tonalità verdi prodotti di tanti alberi vicino a casa mia, mi

impressionavano, mi facevano sognare ad occhi aperti. Ora, questi stessi spazi

dove giocavo e consumivo le ore più felici della mia vita, no esitono più. Hanno

asfaltato e fatto parcheggi, costruito edifici, case o centri commerciali, in fine,

questi “luoghi incantati” sono conservati solo nella mia mente.

Essere immersi in un’esperienza urbana non significa necessariamente castrare

l’opportunità di condividere con il mondo naturale.

Le nostre città hanno da tempo perso questo senso, ci allontaniamo dalla armonia

con l’ambiente e privilegiamo di vivere nelle nuove “caverne” realizzata di

cemento, blocchi e calcestruzzo. Il godimento e la contemplazione di foreste o aree

verdi all’interno o al di fuori della città, non esistono più o sono sempre meno.

Abbiamo bisogno di avvicinarci di nuovo a quella natura che è anche il rifugio per

le altre specie, la casa di tutti in modo da poter goderla, valorizzarla, proteggerla e

difenderla. Andiamo a cercare quei colori che oggi sono assenti. Non più città in

bianco e nero che ci circondano, che ci intrappolano e ci riempino di vuoto, di

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solitudine e di isolamento. Che finisca quel destino di nascere e vivere senza i

colori della vita. Ritornare alla natura, è il primo principio. La Natura con i suoi

colori che ancora ci aspetta.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2012/12/ciudades-en-negro-y-blanco.html

Lenin Cardozo, Ciudades en negro y blanco. Jueves, 13 de diciembre de 2012.

Page 157: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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3 Assassini in serie della natura

1. La borsa di plastica.

La borsa della spazzatura finalmente è

arrivata nella discarica, ei bambini che

lì lavorano, corrono a prenderela e

giocare con essa, prendendola a calci

come un pallone da calcio, fino a

quando, finalmente, la spezzano e

come se fosse una pentolaccia -

“pignatta”- di una festa di bambini si

avventano sulla borsa e la scrutano

cercando un tesoro nascosto.

Spaccata la borsa, il vento la trascina e già fatta a pezzi rimane intrappolata dal

ramo di uno dei pochi alberi rimasti intorno alla discarica. La forza del vento la sta

spaccando finchè si trasforma in piccole strisce spargendola nei terreni adiacenti.

La lucertola morta di fame per la mancanza di vegetazione nella zona, vede la

striscia di plastica che libera un cierto splendore quando la luce del sole in essa si

riflette e con cautela si avvicina e in microsecondi la inghiotta. Dopo pochi minuti

sente le dolorose convulsioni nello stomaco che produce la plastica dentro il suo

corpo e morente comincia a tremare involontariamente.

In lontananza il falco “Cari Cari” scopre alla lucertola e di un colpo la cattura e

come un gran piatto gourmet la degusta sulla cima di un albero vicino. Un’ora

dopo, il falco, scosso dal dolore nello stomaco crolla agonizzante, la stessa striscia

di plastica che ha mangiato la lucertola gli ha causato la morte.

Al falco schiantato sulla terra, gli fa un giro l’avvoltoio nero fino a che inizia il suo

lavoro di pulizia, con tanta sfortuna per lui –l’avvoltoioi– che torna a al suo tratto

digestivo la striscia di plastica che ore dopo uccide anche lui. L’avvoltoio è

disintegrato dai “bachacos” rossi della zona (grandi formiche carnivore) e

diventato polvera questo nobile uccello, libera la striscia di plastica, che ancora una

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158

volta sarà spinta dai venti verso il terrapieno o un qualsiasi fiume, lago o mare,

per continuare i suoi crimini durante 100 anni ancora.

2. Pesticidi ed erbicidi.

A pochi chilometri dalla discarica, stanno spruzzando un pesticida per controllare i

parassiti che consumano il fogliame che è destinato per il pascolo di mucche.

Un rospo attratto dalle perle o cristalli di veleno da un “lenguazo” cattura un paio

di loro e le ingoia. In pochi secondi entra in coma per avvelenamento e prima di

morire la serpente di savana, quella che sulla schiena è punteggiata di nero, verde

e marrone e ventre giallo, da un solo morso lo prende e si dà un banchetto. Allo

stesso modo, la serpente in pochi minuti è già morente e comincia a tremare in

modo incontrollabile. Due uccelli trampolieri che vedono in lontananza si

avvicinano sulla serpente e catturandola si contendono il premio.

L’uccello adulto si è imposto e la porta via. In poche ore il veleno fa la il suo lavoro

di nuovo. Il corpo rigido dell’airone, comincia ad alimentare l’avvoltoio fortunato e

così, ancora una volta il ciclo delle morti per avvelenamento continua.

3. Pallini di piombo.

Molto vicino al “zamural” –luogo dove si trovano gli avvoltoi-, un cacciatore di

frodo spara il suo colpo contro alcuni piccioni per vedere come è buona la sua

mira, le centinaia di pallini di piombo che non raggiungono nessuno di questi

uccelli cadono ovunque. Questa azione provoca un terribile inquinamento di

piombo –saturnismo- di questi spazi.

Il saturnismo è il fenomeno di avvelenamento che si verifica quando gli uccelli

ingeriscono pallini di piombo provenienti dalle cartucce utilizzate dai cacciatori.

Gli uccelli li ingeriscono scambiandoli per i sassolini che li aiutano a digerire il

cibo. Questi pallini di piombo sono conservati nel ventriglio degli uccelli, che è il

luogo dove si verifica la molitura o macinazione del cibo.

Il piombo sparisce o si scioglie nei succhi gastrici assorbendosi una certa quantità

da parte dell’organismo... pochi giorni dopo compaiono i primi sintomi, problemi

Page 159: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

159

digestivi e nervosi, che causano diarrea e perdita di equilibrio. Centinaia di uccelli

muoiono subito nascosti tra la vegetazione.

Poi i “bachacos” o avvoltoi come fanno sempre la pulizia liberando degli

organismi ai pallini assassini di piombo, minuti o ore dopo si riavvia di nuovo il

ciclo delle morte in serie.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 160: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

160

Futurama... 50 anni dopo

Finalmente i giapponesi si

mangiarono tutti i delfini per fare i

suoi sushi ed insieme ai norvegesi e

islandesi finirono anche con le balene.

I canadesi, estinsero le foche e gli orsi

marini. In India la tigre del Bengala

scomparsero, come il cane selvatico

asiatico, la “grulla sarus”, la

tartarugha bastarda, e l’elefante

asiatico. In Kenya, non ci rimasero

nessun animale selvatico, e fu seguito

da altri paesi africani. I cinesi mangiarono tutte le tigre siberiane, scimmie, cani,

serpenti, vermi e insetti del Asia e non conformandosi con quello, entrò in guerra

con l’Africa, per le termiti e le cavallette.

L’ONU è intervenuta e ha accettato di condividerle. Compagnie del legname

portoghese e inglese, hanno distrutto tutte le foreste dell’Amazzonia. L’ultimo

albero è stato tagliato in una cerimonia solenne con la presenza tra gli altri, del

presidente del Brasile. La British Petroleum e Shell, dopo aver inquinati tutti gli

oceani, estratto l’ultima goccia di petrolio dalla terra, finirono anche avvelenando

l’acqua potabile.

I test nucleare russo/americani della regione artica, hanno finito di sciogliere i

ghiacciai. Nel Pacifico, con l’aiuto dei cinesi e francesi questi stessi test

annientarono tutta la sua flora e fauna. Qualcuno in la Patagonia ha detto, che se

c’è mancanza di cibo i pinguini sono una soluzione e in meno di tre mesi sono stati

estinti. Le isole Galapagos sono rimaste come museo fotografico, neanche il guscio

delle tartarughe sono stati salvati. La plastica galleggiante dagli oceani, hanno

unito i continenti. La parola mascota, è stata abbandonata dal linguaggio

internazionale. Ci rimangono il punto di riferimento per una cucina raffinata: Salsa

di Boxer, Barbone, il Beagle, Terrier, Dalmata, Pastore, Labrador, Schnauzer,

Pitbull, Maltese, Cocker, Collie per gli spaghetti, salsa di siamesi al curry, ecc.

Semplicemente abbiamo finito con tutto.

Page 161: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

161

Inoltre abbiamo firmato un nuovo trattato di guerra a Ginevra, dove a causa della

mancanza di cibo è stato concordato che i prigionieri si potevano mangiare. Gli

afghani e iraniani rimasero, dovuto alla tecnologia, per la carne in scatola. I

desadattati di Greenpeace, se gli è stato attribuito lo status di pericolosi terroristi e

si gli sono anche mangiati. Gli Azul Ambientalistas sono diventati cladenstini. Il

cannibalismo, è diventato il nuovo regime di alimentazione umana. Dal Gruppo

dei 12 (paesi sviluppati), si sono raggruppati in 3 e le altre nazioni, sono state

cancellate e gli hanno dato il grado di territori di umani per allevamento.

Quante cose sono passate, proprio per non agire tutti ad una sola voce, con lo

scopo di fermare l’impunità ambientale 50 anni fa.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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I volontari per vivere su Marte, viaggio senza ritorno

Il senso di ogni ambientalista,

ecologista e conservazionista è quello

di difendere la vita fino all’ultimo

battito. La vita è un privilegio, ma è

anche una missione che la natura ci

designa. Ogni specie, ha una ragion

d’essere o un ruolo da svolgere, un

compito da fare. Il dono della vita che

ha una specie, non è quello di

sterminare un altra specie. Le

condizioni del pianeta vennero fissati

per vivere tutti in perfetto equilibrio. Equilibrio che gli esseri umani abbiamo rotto

e siamo ora alla vigilia di perdere il paradiso. L’eden di Adamo ed Eva.

La razza umana per sopravvivere necessita ora di un piano B. L’arca di Noè del

XXI secolo devrebbe essere sollevata per raggiungere la nuova terra ferma.

La proposta di colonizzare un altro pianeta, è stata la motivazione principale delle

agenzie spaziali, l’iniziativa, che dal punto di vista scientifico deve essere

accelerata a causa della chiara tendenza della sovrappopolazione della nostra

specie e l’esaurimento delle risorse. La questione ha nuovamente preso di recente

con la proposta dei giovani scienziati Schulze-Makuch e Paul Davies, University of

Arizona, dove sostengono che la colonizzazione di Marte potrebbe essere più

rapida e meno costosa se gli astronauti cominciano a comportarsi come i primi

conquistatori come quelli che sono arrivati sul suolo americano: senza chiedere il

loro ritorno a casa. “L’obiettivo principale è quello di cominciare a spostare

l’esplorazione di Marte”, così si esprimono questi scienziati, nell’interesse di

accelerare la ricerca di un nuovo pianeta di fronte a qualsiasi catastrofe sulla Terra.

La strategia iniziale –perché ciò avvenga nei prossimi dieci anni–, è quella di

proporre di inviare inizialmente due squadre di persone a bordo di navi diverse

per aprire gli accampamenti e poi iniziare a ricevere regolarmente altri coloni con il

Page 163: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

163

cibo. Così, non portando combustibile e ulteriori disposizioni per i ritorni, si

ridurrebbe le spese di viaggio del 80%. Il pianeta Marte è il più promettente per

supportare una colonizzazione continua, dal momento che per molti aspetti è

simile alla Terra.

Il successo della proposta di Davies e Schulze-Makuch dipende dal compiere

rigorosamente, tre fasi:

1. la scelta accurata del luogo di atterraggio, utilizzando tutti i dati delle

missioni attuali e future verso il Pianeta Rosso;

2. lo stabilimento preliminare di una base disabitata, ma con le risorse

necessarie per sostenere la vita umana; e

3. l’invio di astronauti pronti per eseguire un viaggio sola andata, senza

alcuna speranza di ritornare sulla Terra.

Gli scienziati suggeriscono che la selezione del primo equipaggio devono essere

coloni che abbiano superato l’età riproduttiva e che la loro aspettativa di vita siano

al di sotto 20 anni. Inoltre, una volta arrivati alla base, il loro lavoro non sarebbe

molto diverso come quelli effettuati dai primi conquistatori dalla America, ma con

risorse e strumenti più sofisticati. Arricchire il terreno per renderlo adatto alla

coltivazione, costruire rifugi per i futuri coloni e se stessi, raccogliere i materiali

necessari per espandere la colonia e per sviluppare la sua propria biosfera, un

ambiente in grado di sfruttare le risorse del pianeta per la propria sopravvivenza.

I primi astronauti, inoltre, avranno ricevuto un training intensivo sia fisicamente

che psicologicamente prima di intraprendere la sua missione, e avranno, una volta

lì, costante contatto con la Terra attraverso la mail, radio e conferenza video. Infine,

Davies e Schulze-Makuch sottolineano che, nell’era della comunicazione, questi

primi coloni marziani saranno “più connessi a casa che i primi esploratori

dell’Antartide“.

Sotto queste ipotesi, l’ONG Azul Ambientalistas, ha proposto una iniziativa

globale alla ricerca di questi volontari o neocoloni. In principio, per attirare

l’attenzione su vari problemi ambientali che affliggono il pianeta attualmente, e

come un secondo ordine, indagare, fino a che punto, ci sono veramente volontari

disposti a vivere in un accampamento dello spazio, l'ultima tappa della vita. La

registrazione per le nomination saranno aperte fino al 31 dicembre 2015. Gli

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164

elenchi di persone che si offrono come volontari verranno inviati alle varie agenzie

spaziali che stanno lavorando sulla proposta dei viaggi interplanetari, il tutto

nell’interesse di sostenere il progresso di queste missioni.

[email protected], è la mail per applicare.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 165: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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Le Scuole Ecologiche o “Eco-Schools” soluzioni locali al cambiamento climatico.

Il programma Scuole ecologiche o

“Eco-Schools” è una associazione o

partnership tra il settore pubblico e

privato, che aiuta alle scuole a

implementare i concetti ambientali.

Tra questi concetti, un argomento

fondamentale nell'agenda ambientale

è il cambiamento climatico nel

mondo. Questo programma si è

centrato su un'azione concreta,

insegnare ai docenti e agli studenti

delle diverse comunità oltre a riconoscere l'impatto dei cambiamenti climatici

conseguire la bassa emissioni di carbonio nelle loro attività e comunità.

Il programma Scuole Ecologiche o Eco-Schools genera e promuove l'innovazione

nella scuola e nella comunità. Le Scuole diventano il banco di prova di proposte

per soluzioni associate al riciclo, risparmio energetico e dell'acqua, la

riforestazione, le riduzioni delle emissioni di carbonio e programmi alimentari. I

test servono a suscitare interesse e prensentare le proposte che si traducono in

soluzioni reali per armonizzare con il nostro ambiente.

Per quanto riguarda le soluzioni per il clima, il programma Eco-Schools è un

esempio di partnership innovative per adattarsi ai cambiamenti climatici,

interessati al design e l'uso di nuovi metodi di funzionamento fuori dal comune. Le

associazioni si sforzano di sviluppare e migliorare nuovi modelli operativi di

business, prodotti, servizi e mercati. Le loro attività sui temi del cambiamento

climatico si concentrano in cambiare le prassi aziendali e grazie alla assunzione di

un gran numero di partner si può ridurre i rischi ei costi di innovazione.

La Scuola di Tecnologia Sandwich nel Regno Unito, ha migliorato le sue operazioni

attraverso le Eco-Schools. Sandwich Tech ha trasformato i suoi metodi educativi e

le operazioni con l'installazione di turbine eoliche e di altri sistemi di generazione

Page 166: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

166

di energia rinnovabili. Questa innovazione ha ridotto l'effetto di carbonio e

generato economica, sociale e ambientale, per diventare un modello di sostenibilità

per la comunità.

Il modello di Eco-Schools ha due caratteristiche. In primo luogo, come associazione

di innovazione, incoraggia le scuole a trasformare le loro attività principali e

mobilizza alle persone coinvolte con le scuole a cercare soluzioni concrete ai

cambiamenti climatici. In secondo luogo, l'associazione funziona come una

collaborazione del locale al globale con tutti i partner in condizioni di parità.

Il design dal piano locale al globale ha attirato a partner come il marchio delle auto

Toyota e le società di servizi finanziari HSBC, che forniscono finanziamenti e

assistenza tecnica alle Eco-Schools. Il programma permette alle aziende di

collegare tra loro le aspirazioni globali connessi con le operazioni locali, come la

Eco-Schools, che si concentrano sull'innovazione e l'adozione di prodotti e processi

di basse emissioni di carbonio. Gli altri partner internazionali includono il

Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente e l'Unione europea.

Il progetto di eco scuola ottiene finanziamenti, volontari e sostegno pratico a livello

nazionale e internazionale che permettono al programma di prosperare in 50 paesi.

Mines Urban, una ONG con sede nel Regno Unito, interessati alla gestione dei

rifiuti, è stata responsabile per la trasformazione di una Eco Scuola in Halifax, in

Inghilterra. Il progetto, conosciuto come il Foot Print “Impronta Legera”,

incoraggia ai bambini a fare un uso più efficiente dell'energia e ridurre gli sprechi

riciclando a casa e nella scuola. Il progetto ha coinvolto la Halifax Bank of Scotland

a sostenere le iniziative delle scuole locali in materia di istruzione sui temi del

riciclaggio, l'energia e la sostenibilità. "Per noi, il successo è un vero senso di

appartenenza al progetto e un impegno duraturo per l'ambiente da parte della

comunità," dice Gill Tatum, amministratore delegato di Mines Urban.

Questi tipi di collaborazione incoraggiano le scuole partecipanti e ai coordinatori

nazionali per aiutare ai programmi di Eco Scuole in altri paesi e imparare da loro.

Ad esempio, il Progetto Eco-Schools per l'innovazione e l'ambiente è un concorso

internazionale sponsorizzato da Toyota nelle scuole partecipanti in Danimarca,

Page 167: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

167

Finlandia, Norvegia, Portogallo e Turchia. Il programma incoraggia le scuole per

mettere a punto le proprie innovazioni e ridurre il loro impatto sull'ambiente.

La Fondazione per lo sviluppo della Scuola Elementare Privata di Ankara, in

Turchia, ha vinto il concorso 2010 con il suo programma “Io Assumo la mia

responsabilità", che mette gli studenti direttamente responsabile del consumo di

elettricità in classe. In ogni classe sono stati installati i sistemi di interruttori di luce

attivati da una scheda simile a quelli utilizzati nelle camere di alcuni alberghi. Uno

studente è responsabile per la scheda per ogni classe. Grazie al progetto, che

insieme al tema del risparmio energetico fa parte integrante del programma

scolastico si è riuscito a ridurre il costo di energia elettrica dalla scuola e un

ambiente migliore per tutti.

Associazioni innovatrice come Eco-Schools sono risorse per altre associazioni

altrettanto innovative, con lo scopo di accelerare la transizione verso un basso

tenore di carbonio e per i governi nazionali interessati a ridurre tali emissioni come

una risposta necessaria al cambiamento climatico globale.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. / ANCA24 Italia / Fonte: Partnerships to tackle

climate change.

Page 168: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

168

Dieci idee per il glossario ambientale dell’America Latina

L’analisi e le proposte alle

preoccupazioni ambientali del

subcontinente latino americano, poco

o nulla contribuiscono alla loro

soluzione. Tutto questo, a causa del

discorso ecologico e ambientale,

costruito da un approccio di altre

realtà ambientali. Mi avvalo di una

analogia musicale, per confrontare

queste realtà latino americane in

diversi settori. Questo è il caso della

teoria musicale per la creazione di ritmi composti, per interpretare i ritmi latini,

folk, Caraibici e Africani. La musica fino alla metà del secolo XIX, non poteva che

scriversi, sul concetto di ritmo binario (2/4, 4/4) che vengono utilizzati in marce

militari o ternari (3/4) che sono utilizzati in valzer Viennesi, tra gli altri. Data

l’incapacità di scrivere, in queste categorie binarie e ternarie questi ritmi latini e/o

africani, sono stati ripensati e sono stati creati i ritmi composti (5/8, 6/8, 7/8, 10/8,

11/8 ... 17/8), che non è oltre che la somma o combinazione di diversi modi di ritmi

binari e ternari, e d’allora è che hanno imparato a conoscere i nostri ritmi in tutto il

mondo. Lo stesso accade quando si cerca di analizzare la realtà ambientale in

America Latina partendo dai “ritmi marziali viennese”.

Nell’interesse di contribuire alla costruzione di concetti che permettono di dare un

supporto teorico linguistico al discorso ambientale latino americano e per potere

cosí sviluppare gli strumenti di analisi necessari per la diagnosi e la ricerca di

Ecosoluzioni, lascio alla discrezione del lettore, dieci concetti per il nuovo glossario

ambientale.

Ecco i dieci concetti:

1. Ambientalista Azurro: Denominazione tecnica del colore del pianeta Terra

vista dallo spazio.

Page 169: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

169

2. Ecosoluzione: strategie per affrontare con successo le azioni per proteggere

le specie e il recupero di spazi distrutti.

3. Crescita responsabile: è la capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici

per soddisfare le loro esigenze di consumo, da una visione

biogenerazionale.

4. Biogenerazione: è il diritto naturale che hanno tutte le specie di alungare la

loro esistenza futura nelle stesse condizioni che hanno nel presente.

5. Crescita Responsabile Biogenerazionale: È La capacità dei popoli

amerindi, africani e asiatici per soddisfare le loro esigenze di consumo senza

compromettere il futuro di tutte le specie che interagiscono in queste

comunità. Questo concetto nasce in contrasto con il concetto di Sviluppo

Sostenibile creati dai pensatori dei paesi sviluppati per esprimere il loro

bisogno di controllare il loro consumo, con lo scopo di garantire alle sue

future generazioni di continuare a sfruttare la stessa ricchezza e le risorse

che attualmente ottengono dai territori dell'America Latina, Africa e Asia.

6. Iberoambientalisti: I cittadini di lingua spagnola che difendono i diritti

naturali, presenti e futuri di tutte le specie che abitano il pianeta.

7. Latinoambientalisti: I cittadini di subcontinente latino-americano che

difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che

interagiscono nella loro comunità o ecosistema.

8. Atmosfere intervenute: sono le alterazioni che si verificano nell'atmosfera

del continente latino-americano a causa delle emissioni eccessive e continuo

tossiche prodotte nelle loro città.

9. Mexatmosfera: È l'intervento più aggressivo dell’atmosfera che ha il

subcontinente americano in una città. Città del Messico, per la sua

condizione geografica di valle intrappolati tra le montagna, ha un

inquinamento fotochimico che colpisce il 80% della popolazione, con livelli

di ozono sopra 0,30 ppm con particelle in sospensione di 10 micron.

10. Desertificazione Amazonica: Processo di desertificazione senza precedenti

che si verifica in Amazzonia a causa della predazione, la deforestazione, la

biopirateria e l’incendio di alberi. L'Amazzonia è il polmone del mondo, con

la più grande foresta pluviale, il fiume più lungo, il flusso d'acqua potabile

più grande del mondo e la più grande diversità di fauna e flora. L’impatto

della desertificazione dell’Amazzonia è molto più che la generazione di

Page 170: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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terre secche e aride. E il più grande crimine generazionale della vita

planetaria.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia.

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In Zulia, il canto delle cicale annuncia l'avvicinarsi della Pasqua

Tante volte mi cancellerano,

tante scomparsi,

al mio funerale andai,

solo e piangendo.

Feci un nodo del fazzoletto,

ma mi dimenticai dopo

che non era l'unica volta

e seguii cantando.

María Elena Walsh, poetessa

argentina

Le cicale arrivano a marzo alle nostre foreste e boschi, per dire addio ad aprile o

maggio. Da sempre il canto delle cicale è presente fra noi. Vederle negli alberi o

giocare con i suoi gusci vuoti, è ricordare l'infanzia.

Sulle strade percorse a marzo: Chaktapa, Yapotopona, Totumena, Mecocal,

Consejo de Ciruma, La Williams, Los Manantiales, Sansibar, Carrasquero, Japreira,

di questo splendido paradiso terrestre chiamato Zulia, abbiamo sentito in quei

luoghi il canto rauco di questo insetto unico.

Hanno un sviluppo vitale che dura dai 2-17 anni. Vivono sepolte in uno stato

larvale, sotterraneo. Dopo diversi anni di essere tra le radici degli alberi, la larva

diventa una ninfa e lascia il suolo, ed è pronto a mutare per diventare adulto.

Trascorrono più di un decennio nel buio sotterraneo della terra e circa un mese

alla luce del giorno prima di morire. La loro unica missione in questi ultimi giorni

è la riproduzione.

Le cicale si nascondono tra le foglie degli alberi. Da qui fanno il loro canto. Dopo il

tramonto è quando cantano intensamente. Alcune lo fanno in coro sincronizzato,

altre cantano singolarmente. Quello che sappiamo è che inchiodati ai tronchi degli

alberi tremano quando lanciano le note e non si sa se il suo canto è una canzone

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d'amore o un gemito di dolore. Essi si protegono nella corteccia degli alberi e

depongono le loro uova sui tronchi. Poi le uova cadono a terra ed è così quando

vengono sepolte.

Sono insetti singolari che richiedono più tempo per riprodursi che per morire.

Alcuni gli chiamano cicale ed altri “chicharras”. Appartengono alla famiglia dei

cicádidos. I quali sono i più noti dell'ordine degli insetti homopteri.

Nei tempi antichi, sono state molto apprezzate dai greci per il loro avvertimento

puntuale dell'arrivo della primavera.

Esse non mordono e non pungono, sono innocue e il loro scheletri servono come

fertilizzante per gli alberi.

A questi insetti gli caratterizza la loro struttura corporea. Sono spessi e robusto,

hanno una lunghezza di 10 a 50 mm. Hanno quattro ali trasparenti, percorse da

venature scure che nella posizione di riposo formano un tetto sul corpo dell'insetto.

Esse se fissano agli alberi con le loro 6 gambe. Ci sono di colore marrone, verde,

nero o grigio. Le cicale, come molte persone li chiamano, sono facilmente

riconoscibili perché portano in testa 3 ocelli che sono gli occhi semplici e due

antenne che inoltre li aiutano a catturare tutto ciò che accade intorno a loro.

Dal punto di vista scientifico gli esperti dicono che il canto delle cicale è sentito nei

giorni di caldo intenso, ma è solo un segnale di accoppiamento.

Solo i maschi hanno l'organo produttore del suono che si trova alla base

addominale, chiamato “timbales”.

Cantano in primo luogo per attrarre le femmine per formare una coppia

riproduttiva. Si ritiene che la canzone è utilizzata come un corteggiamento.

I maschi si accoppiano con il maggior numero possibile di femmine e le femmine

depongono da 500 a 600 uova. Dopo di che muoiono.

La coincidenza del suo canto annuncia la Quaresima o Pasqua ed ha a che fare con

le prime piogge di aprile.

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173

COME LA CICALA

Tante volte mi uccisero,

tante volte io morii,

ma comunque sono qui

resuscitando.

Ringrazio la disgrazia

e la mano con il pugnale,

perché mi uccise così male,

e seguii cantando.

Cantando al sole,

come la cicala

dopo un anno

sottoterra,

così come supérstite

che ritorna dalla guerra.

Tante volte mi cancellerano,

tante scomparsi,

al mio funerale andai,

solo e piangendo.

Feci un nodo del fazzoletto,

ma mi dimenticai dopo

che non era l'unica volta

e seguii cantando.

Cantando al sole,

come la cicala,

dopo un anno

sottoterra,

così come superstite

che ritorna dalla guerra.

Page 174: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

174

Tante volte ti uccisero,

tante resusciterai

quante notti trascorrerai

disperando?

E al’ora del naufragio

e quella del buio

qualcuno ti salverà,

per andar cantando.

Cantando al sole,

come la cicala

dopo un anno

sottoterra,

così come supérstite

che ritorna dalla guerra.

María Elena Walsh, poetessa argentina

Canzoni, racconti ed interviste dedicati alla Cicala

[youtube:https://www.youtube.com/watch?v=PemrnBRG0aQ]

[youtube:https://www.youtube.com/watch?v=8WXQkh0dWX0]

[youtube:https://www.youtube.com/watch?v=BgPuV8N3BJs]

[youtube:https://www.youtube.com/watch?v=1Ik6zOukFGk]

[youtube:https://www.youtube.com/watch?v=WeviNCUL-9A]

[youtube:https://www.youtube.com/watch?v=k4Af_YT8WU4]

[youtube:https://www.youtube.com/watch?v=EDNt9213_6U]

Page 175: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

175

Como la Cigarra

Tantas veces me mataron,

tantas veces me morí,

sin embargo estoy aquí

resucitando.

Gracias doy a la desgracia

y a la mano con puñal,

porque me mató tan mal,

y seguí cantando.

Cantando al sol,

como la cigarra,

después de un año

bajo la tierra,

igual que sobreviviente

que vuelve de la guerra.

Tantas veces me borraron,

tantas desaparecí,

a mi propio entierro fui,

solo y llorando.

Hice un nudo del pañuelo,

pero me olvidé después

que no era la única vez

y seguí cantando.

Cantando al sol,

como la cigarra,

después de un año

bajo la tierra,

igual que sobreviviente

que vuelve de la guerra.

Page 176: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

176

Tantas veces te mataron,

tantas resucitarás

cuántas noches pasarás

desesperando.

Y a la hora del naufragio

y de la oscuridad

alguien te rescatará,

para ir cantando.

Cantando al sol,

como la cigarra,

después de un año

bajo la tierra,

igual que sobreviviente

que vuelve de la guerra.

María Elena Walsh, poetessa argentina

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 177: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

177

A Natale diamogli molte grazie alla Natura

È vero che la celebrazione di Natale è

venuto a noi da un senso religioso, e

perciò l’abitudine di incontro in

questa data ci ha dato l’abito di

ricongiungimento familiare. Ora tutti

in questa data siamo convocati a

condividere, in definitiva, è già un

giorno speciale tra i propri cari.

Celebriamo con la stessa gioia di una

festa di compleanno, in questo caso, è

come se quel giorno fosse il

compleanno della famiglia come un tutto. In gratitudine o in espressione del nostro

più puro affetto, questa volta in modo speciale tra tutti noi ci facciamo dei regali. È

anche il tempo per la riflessione in famiglia e esprimere i nostri auguri per il

prossimo futuro in unione con tutti quelli che hanno dato un senso alla nostra vita.

Per chi desideriamo vivere in armonia, rispettando i nostri vicini e accettando il

diritto di altre specie di avere il loro spazio, per coloro che sono pienamente

consapevoli del privilegio di meritare di vivere in un pianeta sano, senza

inquinamento e con meno spreco di risorse naturali, che è il patrimonio di tutti,

umani e non umani, è anche il momento di mostrare la nostra gratitudine per la

natura. La madre naturale. La grande protettrice e fornitrice di tutto ciò di quello

che abbiamo avuto bisogno per preservare la vita.

Molti penseranno che ringraziare la natura suona come qualcosa di lontano o

religioso. L’egocentrismo umano, ci ha fatto credere che la vita degli abitanti del

pianeta ruota solo intorno a noi stessi. È come in passato, quando abbiamo pensato

che l’universo ruotava attorno al Pianeta Terra come il suo unico asse. Grande

errore, il nostro sistema planetario è centrato sul Sole e la vita in tutte le sue

espressioni, gira avendo come centro solo la natura.

Page 178: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

178

Da qualsiasi punto di vista, la Natura accetta le espressioni di gratitudine. Gli

impegni per la difesa e gli sforzi per ripristinarla. Il Natale è uno di quei momenti,

non l’unico, ma molto significativo.

A Natale, diamogli molte grazie alla natura, per averci fatto godere il più grande

miracolo, la cosa più sacra che abbiamo, la vita.

"Sono,

perchè sei,

Terra "

Lubio Cardozo, ecopoesta venezuelano.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 - Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 179: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

179

4. Altri Scrittori

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180

Piccolo Omaggio a Francesco d'Assisi

Mi accompagna la fortuna di avere

fratelli da parte del mio padre e la mia

madre. Mi unisce a loro un affetto

speciale per il nostro legame comune.

È davvero interessante, incrocciare le

nostre vita, anche se abbiamo anche

una parte del nostro origine diverso

tanto culturale come esperienziale.

Questo è ciò che mi fa pensare, che

questi contrasti sono anche un

privilegio e come tale io lo apprezzo.

Nel caso in cui il legame comune è mia madre, il mio affetto è speciale perché è un

riflesso del mio amore e la mia devozione per il corpo che ha reso possibile la mia

esistenza. È il grande dono che la natura mi ha dato. Mi devo a mia madre

biologica, come così io mi devo a mia madre naturale, la Terra.

Altrettanto capisco che ho altri fratelli, quelli che sono venuti da mia madre

naturale, che è questo altro essere straordinario che nel suo rifugio e riparo sono

state create le condizioni per la nascita e lo sviluppo di altre vite. Sono loro i miei

fratelli naturali. Francesco d’Assisi, nel suo libro Il fiorello, ci parla del mio fratello

Lupo, fratelli pesci, fratello albero.

Alla bontà dei miei fratelli naturtali gli devo il prolungamento della mia vita.

Inoltre, molti di questi fratelli con il loro sacrificio, mi hanno permesso di

continuare.

Pensare a cosa significa essere un figlio della Madre Terra, nei miei fratelli naturali,

mi ha fatto essere un ambientalista, che difende con tenacia il diritto che hanno

tutte le sorelle specie al dono della vita. E mi ha costretto a rivelare contro

l'arroganza umana, di decidere chi vive e chi muore. Di continuare accettando,

nascosto nell'indifferenza più terribile, quel "paradigma legge", dove è giustificato

che Caino uccide ("per motivi di sopravvivenza") al fratello naturale Abele.

Page 181: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

181

Grazie fratello albero per i tuoi manghi, avocadi, guaiave, sapote, lechosas.

Grazie sorella gallina per le uova, grazie sorella mucca per il tuo latte, per vivere io

non condivido la tua morte, ma la tua vita, la tua compagnia, la tua bella presenza.

Ogni volta siamo sempre di più quelli che amiamo, che difendiamo, che siamo

disposti ad andare a qualsiasi lotta per salvare, la loro la vita in comune.

"Sono,

perchè sei,

Terra "

Lubio Cardozo

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2011/08/hermanos-por-parte-de-madre.html,

Lubio Cardozo, Hermanos por parte de madre. Miércoles, 24 de agosto de 2011.

Page 182: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

182

Andrés Bello e Alejandro de Humboldt: i creatori del sentimento ecologico nel Nuovo Mondo.

Il primo poeta lirico nato in

ispanoamerica che ha celebrato nei

suoi versi, con entusiasmo fiero, il

paesaggio del Nuovo Mondo è

Andrés Bello (Caracas, 1781 - Santiago

del Cile, 1865). Bello ha vissuto 29 a

Caracas, nelle sue vicinanze, persino

avventurò per le valli di Aragua.

Amico della saggezza, in quegli anni

studiò grammatica latina, castigliano,

letteratura classica, accanto a queste conoscenze umanistiche ha effettuato anche

indagini in botanica, geografia dei loro dintorni. Amicus arborum, lasciò una

vigorosa testimonianza di amore per il suo ambito vegetale: ad un piccolo fiume a

nord della città, che scorre tra le fattorie e le foreste, il Anauco – rimangono oggi

solo il nome di un ponte, un filo di acque di scarico e un poema di Bello, lì ha fatto

una bella composizione embricata di riferimenti ellenistici, che vengono copiati

qui ai lettori quindici versi, (...) “Tu, verde e gentile rive di Anauco, per me più felici che

le foreste idalios e i pascoli splendidi della placida Páfos, risuonarai nei miei canti umili; e

quando la mia ombra sulla nefasta nave visitatrice del Erebus le valli solitarie nelle tue

ombrose giungle e lontane tane vagarò qual un giorno” (...) (A. Bello, EL ANAUCO. En:

Poesías. Caracas, 1981. pp. 5-6).

Ha scritto anche nella sua tappa “caraqueña” il suo famoso sonetto "I MIEI

DESIDERI", dove per la prima volta nella lirica venezuelana due alberi leggendari,

molto particolari per i suoi gambi, la palma di cocco –il “cocotero”– accanto al

Salice appaiono, così come la regione chiamata per sempre Aragua. In Venezuela,

due specie della famiglia delle Salicaceae c’è, il noto nel sermo ruralis, popolazione

rurale, Salice piangente (Salix babylonica L.) portato al paese sotto la presidenza di

Guzman Blanco, e il nativo salice comune (Salix humboldtiana); l'espressiva palma

Page 183: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

183

di cocco, “cocotero”, della famiglia Palmas Arecaceae, simpatica bandiera verde-

gialla dei tropici arricchisce l’acquerella fissata nei versi di Bello, (...) “Da Aragua

alle rive un distretto che mi tribute le semplice squisitezze, che vicino alle mie rustiche case

tra massi scorra un ruscello. Per prendermi nel calore estivo che abbia un boschetto, voglio

anche, che cresca accanto al salice il coco orgoglioso”. (A. Bello, “MIS DESEOS”. En:

Poesías. Caracas, 1981. p. 7).

Lo stesso vale per la piccola composizione in romanzo ottonari etichetta “A UN

SAMÁN”. A questo gigante della flora del continente verde, “delle regioni

equinoziali” humboldtiane, Bello lo immortala quando viene inserito per prima

volta nella lingua della odica del Nuovo Mondo. Emblematici questa immensa

Pithecellobium Saman (Leguiminosae Mimosaceae) con la sua colossale fronda

delle pianure calde del occidente del paese, oggi albero della simbologia

istituzionale della regione di Aragua. (...) “Allunga, il Saman i tuoi rami senza timore

al fato feroce, e che la sua ombra amichevole al camminante protegga.” (A.Bello, “A UN

SAMÁN”. En: Poesías. Caracas, 1981. p. 32). "Dopo aver lasciato il paesi di Turmero,

ad una lega di distanza, si scopre un oggetto che appare all’orizzonte... Non è una collina

né un gruppo di alberi ravvicinati, ma un solo albero, il famoso Saman di Güere, conosciuto

in tutta la provincia per la vastità dei suoi rami che formano una coppa emisferica tazza di

576 piedi di circonferenza. Il Samán una specie variopinta di Mimosa, le cui braccia

tortuose sono divise per ramificazione. Il suo fogliame tenue e delicato, risalta

piacevolmente sul blu del cielo. Molto tempo ci siamo fermati sotto quel duomo vegetale”...

(Alejandro de Humboldt, Viaje a las regiones equinocciales del Nuevo Continente.

Caracas, Monte Ávila Editores, 1985. t. III, p. 87).

Bello si recò a Londra nel 1810 in missione diplomatica, insieme a Bolivar, per

quanto riguarda il progetto dell'indipendenza dei venezuelani. Mai più sarebbe

tornato al suo paese. Si sono conosciuti Bello e Humboldt nel breve interim di

quest’ultimo a Caracas? Ci sono solo congetture al riguardo senza supporto

storiografico, ma nella storia possibile questo ha dovuto accadere. La spedizione

organizzata dal naturalista, geologo, botanico, astronomo Alejandro de Humboldt

(Berlino 1769-1859) e il medico, botanico Aimé Bonpland (La Rochelle, Francia,

1773 – Uruguay, 1858) arrivai al porto di Cumana alla foce del fiume Manzanares il

16 luglio 1799. Hanno intrapreso, quindi, dal Venezuela questi due grandi uomini

della scienza la prima esplorazione importante per la conoscenza approfondita

Page 184: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

184

della natura del Nuovo Mondo, con il suo successivo corollario del profondo

impatto nella trasformazione nella mineralogia, geografia, eodesia, astronomia,

zoologia, botanica, cosmologia, tra gli altri.

Così Humboldt descrive la sua profonda emozione nel vedere per la prima volta il

verde del Nuovo Continente. “Siamo arrivati all'ancoraggio, di fronte allo sbocco del

fiume Manzanares, il 16 luglio, allo spuntar del giorno, ma non siamo riusiti a sbarcare se

non in tarda mattinata, perché siamo stati costretti ad aspettare la visita degli ufficiale del

porto. I nostri sguardi erano fissi sui gruppi di “cocoteros” –palme di cocco– che

abbellivano la costa, i cui tronchi oltre sessanta piedi di altezza dominavano il paesaggio.

La pianura era coperta di gruppi di case, Cápparis e di quelle mimose arborescenti che,

somigliano al pino di Italia, che estende le sue braccia a forma di parasole. Le foglie pennate

delle palme spiccavano sul il blu del cielo, la cui purezza nessuna traccia di vapori

offuscava. Saliva il Sole rapidamente verso lo zenit. Diffondevasi una luce abbagliante

nell’aria, sulle colline biancastre tappezzate di Nopales cilindrici, e sempre in un mare

calmo, le cui rive sono popolate da pellicani, aironi, fenicotteri. La brillantezza della

giornata, la forza dei colori vegetali, la forma delle piante, il piumaggio variegato degli

uccelli, tutto annunciava il carattere preminente della natura nelle regioni equatoriali.” (A.

de Humboldt, op. cit, t. I. p. 377).

Il 21 novembre dello stesso anno, 1799, "di pomeriggio", arrivarono a Caracas, dove

sarebbero rimasti solo due mesi. “Due mesi trascorsi a Caracas. Abbiamo vissuto il

signor Bonpland e me stesso in una grande casa quasi isolata, nella parte più alta della

città. Dalla cima di una galleria potevamo vedere immediatamente la cuspide della Sedia, la

cresta dentata di Galipán e il sorridente valle del Guaire, la cui ricca coltivazione contrasta

con la cortina scura delle montagne che circondano. Era la stagione della siccità.” (A. De

Humboldt, Op. Cit; t. II, p. 329).

Il percorso di Humboldt–Bonpland attraverso il territorio della provincia del

Venezuela è stato: Da Caracas a Valles del Tuy, Valles de Aragua: La Victoria,

Turmero, Maracay, Valencia, Las Trincheras –acque termiche–, Puerto Cabello;

sono andati verso le Pianure Centrali: Calabozo, Apure –San Fernando–, collegato

con il fiume Orinoco –aprile 1800–: San Carlos de Rio Nero, Caño Casiquiare,

scesero per l’Orinoco di Angostura –oggi Città Bolívar–, poi hanno preso la strada

delle pianure per El Pao a Barcellona, da lí un’altra volta a Cumaná. Da questo

Page 185: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

185

porto si sono imbarcati verso l'Avana. “Abbiamo trascorso 16 mesi su questa costa e

all’interno del Venezuela. (...) Ci siamo separati dai nostri amici di Cumana il 16 novembre

(1800). La notte era fresca e deliziosa. E non fu senza emozione che abbiamo visto l’ultima

volta il disco della luna illuminare le cime degli cocoteros –alberi di cocco– intorno alle rive

del Manzanares”.

Humboldt ha lasciato nel suo lungo viaggio di sedici mesi –16-VII-1799 al 16-XI-

1800– per il territorio venezuelano descrizioni affidabili dell’agricoltura in quel

momento della storia, ha spiegato nel dettaglio le colture originali: il mais, la

manioca, la patata, il cocotero, il cacao, la papaia, il Sapotacee, i anonanéceas,

l’ananas, guaiava, insieme a molti altri. Di piante esotiche, portate dagli europei, ha

sottolineato il caffeto, la canna da zucchero, alcuni alberi di frutta –mele, pesche,

arance–, infine. Segnali di queste piante sative rivelate dallo scienziato tedesco in

seguito rinascerebbero nei versi di Andrés Bello. Humboldt rivela nella sua

meravigliosa avventura intellettuale, scientifica, chiamata Viaggio alle Regioni

equinoziali del Nuovo Continente, per prima volta agli ispanoamericani lo

splendore, la realtà, la ricchezza, la bellezza, la alterato, della terra in cui sono nati,

vivono, dove poi depositeranno le loro ossa: il Nuovo Continente. Perciò, Bolivar

in lettera 1820 definisce a Humboldt “lo scopritore scientifico del Nuovo Mondo”.

Il libro è stato pubblicato prima in francese nel 1814, lo stesso anno ha iniziato la

versione inglese, stampato a Londra. Quest’ultima versione è stata letta da Bello

durante il suo lungo soggiorno nella capitale dell’Inghilterra. Questo evento ha

significato l’incontro esistenziale definitivo tra il grande poeta e il grande

naturalista. Dalla nebbiosa lontananza dall’Inghilterra a Bello è stato rivelato con

detta scoperta la maestà naturale del Nuovo Mondo intellettualmente illuminato

dallo’intelligenza e la scientificità di Humboldt. Solo da allora Bello ha potuto

comporre le sue due formidabili poesie novomondane, “ALOCUCIÓN A LA

POESÍA” (1823), “LA AGRICULTURA DE LA ZONA TÓRRIDA (1826).

Due lunghe silva1 dove per prima volta si invita ad amare, curare, lo spazio

naturale –la sua flora, la sua fauna, i suoi fiumi, la sua aria, la sua luce, la sua terra,

i suoe mari–, chiamata da Humboldt con sorprendente precisione geodetica "zona

torrida", compresa tra il Tropico del Cancro nell'emisfero settentrionale, il Tropico

del Capricorno nel hermisferio sud, diviso per il cerchio massimo deli Ecuador, ma

Page 186: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

186

solo l’area circoscritta al Nuovo Mondo. Per i lettori vengono copiati solo i primi 50

versi del suo poema.

L’AGRICOLTURA DELLA ZONA TORRIDA

Salve, feconda zona,

che il sole innamorato circoscrive

il vago corso, e quanto essere si incoraggia

in ogni vario clima

accarezzata dalla sua luce, concepisce!

Te tessi all’estate la sua ghirlanda

di granate spiga, tu l’uva

dai alla bollente cuba2

non di purpurea frutta, o rossa o gualda3,

alle tue foreste belle

manca sfumatura alcuna, e bevi in esse

arome mille il vento;

e greggi sono innumerevoli

pascendo le tue verdure, dalla pianura

avendo da confine l’orizzonte,

fino l’eretto monte,

di inaccessibile neve sempre canuta.

Te dai la canna hermosa4,

da dove la miele si purifica,

da chi disdegna il mondo i nidi d'ape;

te in urne di corallo –cagli– cuajas5 la mandorla

che nella spumante jícara6 trabocca;

che fa vergognare fuori al murice di Tiro;

e del tuo indaco l’inchiostro generoso

emula è del fuoco del zaffiro.

Il vino è tuo, che la ferita agave

per i bambini versa

di Anahuac8 felice; e la foglia è tua,

che, quando di morbido

Page 187: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

187

fumo in spirali vagarosas7 fugge

alleviará il fastidio allo svago inerte.

(…).

Per i tuoi figli l’eminente palma

il suo vario feudo alleva,

e l’ananas condimenta la sua ambrosia;

il suo pane bianco la manioca;

le sue pomas9 la patata educa;

e il cotone dispiega

l’aura lieve e le rose d’oro

ed il verllo di neve.

Sdraiata per te il fresco parcha10

pende dei suoi rami arrampicatori

nettarei palloni e frangiati fiori ;

e per te il mais, il capo altezzoso

della spigata tribù, gonfia il suo grano;

e per te la banana

sviene al peso della sua dolce carica;

la banana, per prima

di quanti concesse bellissimi regali

Provvidenza alle genti

dell’ecuador felice con mano lunga”.

(…).

(A. Bello, “LA AGRICULTURA DE LA ZONA TÓRRIDA”. En: Poesías. Caracas,

1981. pp 65-69).

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2012/06/andres-bello-alejandro-de-humboldt-

los.html, Lubio Cardozo, Andrés Bello – Alejandro de Humboldt: los creadores del

sentimiento ecológico en el nuevo mundo. Lunes, 11 de junio de 2012.

_____________________________________________

Page 188: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

188

1. silva. La Silva comprende una serie continua di versi, che non sono fatte da strofe, e di notevole

lunghezza, il cui modello poetico, è nato dal canzoniere petrarchesco come risultato di tendenze

contraria allo schema della strofa. Questa poesia appartiene a Andrés Bello alle Silvas classicche

del Età d’Oro di rima consonante alternado settenari ed endecasìllabe.

2. cuba. Ciotola di legno contenente vino in fermentazione.

3. gualda. Erba della famiglia Resedáceas, con gambi ramoso da 4-6 decimetri altezza, foglie

intere, lanceolate, con un dente su ogni lato della base, fiori gialli in spighe compatte, e frutta

capsulare con piccoli semi a forma di rene. Anche se abbastanza abbondante come pianta

selvatica, si coltiva per tingere giallo dorato con la sua cottura.

4. hermosa. Bellisima, splendida, meravigliosa.

5. cuajar. Trasformare un liquido in una massa solida e pastosa.

6. jícara. Piccoli vasi, di solito di terracotta, che viene spesso utilizzato per bere il cioccolato.

7. Anahuac. Territorio dell'impero azteca. Terre fertili del Messico.

8. vagarosas. Che vaga, o facilmente e di continuo si sposta da una all'altra parte all’altra.

9. pomas. Frutta di albero. Casta di mela piccola e piatta, di colore verde e di buon gusto.

10. parcha. Frutto della passione.

.

Page 189: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

189

Salvare il pianeta4

Questo articolo è di Ignacio Ramonet

e fu pubblicato nel 2003 in: I lavori

selezionati da, Le Monde

Diplomatique, Ecología y Desarrollo

Sustentable. Salvar El Planeta.

Selezione di articoli in, Le Monde

Diplomatique, (Presentazione di Sara

Larrain), Santiago de Chile, Editorial

Aún Creemos en Los Sueños, 2003,

pp. 15-18.

La sfida del vertice Mondiale sullo Sviluppo che si terrà a Johannesburg, che

riunisce i capi di governo e partecipanti provenienti da 180 paesi, è quello di

invertire le tendenze individuate nel Vertice della Terra tenutosi a Rio de Janeiro

nel 1992, che si è accelerato e peggiorato con le politiche globali degli ultimi dieci

anni. Il riscaldamento globale, la scarsità d'acqua, la scomparsa delle foreste, la

minaccia di estinzione di molte specie, la povertà in crescendo, derivante da un

modello di consumo e di produzione irrealizzabile. Inseparabile dalle crescenti

disuguaglianze, queste pratiche, se non vengono rivertite, potrebbero minacciare la

specie umana stessa.

Dal 26 agosto al 4 settembre a Johannesburg, Sud Africa, ospiterà il Vertice

Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile. Questo è un grande evento che riunirà il

maggior numero di capi di Stato e di Governo, mai stati riuniti negli ultimi anni, e

circa 60.000 partecipanti provenienti da 180 paesi. Si cercherà di rispondere a tutte

le domande e preoccupazione più grave per tutta l'umanità: Come preservare

l'ambiente? Come eliminare la povertà? Come salvare il nostro pianeta?

Perché la Terra è ammalata. Gravemente. Tuttavia, la diagnosi dei principali mali

che affliggono è stata fatta dieci anni fa a Rio de Janeiro, nel corso del primo

4 Questo articolo è tradotto cosí come è stato scritto 10 anni fa, conservando i tempi verbali.

Page 190: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

190

Vertice della Terra. Aveva già suonato il campanello d'allarme: il clima se riscalda,

la scarsità di acqua potabile, le foreste scompaiono, decine di specie vive sono in

via di estinzione, la povertà strangola oltre un miliardo di esseri umani.

I leader mondiali hanno ammesso, allora, che "la causa principale del costante

degrado dell'ambiente globale è un schema di produzione e di consumo non

fattibile, in particolare nei paesi industrializzati, molto preoccupante in quanto

peggiora la povertà e gli squilibri". Avevano preso due convenzioni decisive sul

cambiamento climatico e la biodiversità, oltre un piano, denominato Agenda 21 –

per espandere lo sviluppo sostenibile.

Questo piano si basa su un'idea semplice: lo sviluppo è sostenibile se le future

generazioni ereditino un ambiente la cui qualità è almeno uguale a quella percepita

dalle precedenti generazioni 5 . Questo sviluppo comporta l'applicazione di tre

principi: il principio di precauzione, che favorisce un approccio preventivo piuttosto

che correttivo, il principio di solidarietà tra le generazioni attuali e future e tra tutti i

popoli del mondo, e il principio di partecipazione di tutti gli attori sociali nel

processo decisionale6.

Dieci anni più tardi, in molti paesi, le cose non sono migliorate. Al contrario, con

l'accelerazione della globalizzazione neoliberista "lo schema di consumo e di

produzione non fattibile" si è anche rafforzato. Le disuguaglianze hanno raggiunto

livelli che non si vedevano dai tempi dei Faraoni. La ricchezza delle tre persone

più ricche del mondo supera la ricchezza accumulata degli abitanti dei 48 paesi più

poveri. L'inquinamento ecologico del mondo ricco sulla biosfera si è anche

accentuato. Mentre che i treinta paesi più sviluppati rappresentano il 20% della

popolazione mondiale, producono e consumano l'85% dei prodotti chimici

5 Edouard Goldsmith, Le Tao de l’écologie. Une Vision écologique du monde. Éditions du Rocher,

Mónaco, 2002. 6 Vedi il dossier “Environnement et Développement. Le Défi du XXIe siècle”, Alternatives

Économiques, julio-agosto de 2002.

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sintetici, l'80% delle energie non rinnovabili, 40% di acqua potabile. E le loro

emissioni di gas serra, pro capite, è dieci volte superiori a quelli dei paesi del sud7.

Durante l'ultimo decennio, le emissioni di anidride carbonica (CO2), causa

principale del riscaldamento globale, sono aumentate del 9%. Gli Stati Uniti, il più

grande inquinatore del pianeta, nello stesso periodo sono aumentate del 18%. Più

di un miliardo di persone non hanno ancora l'acqua potabile sicura, e quasi tre

miliardi (la metà dell'umanità) consumano acqua di qualità deplorevole. Poiché

dovuto all'ingestione di questa acqua contaminata, 30.000 persone muoiono ogni

giorno. Cioè, dieci volte al giorno il numero delle vittime degli attacchi atroci,

abominevole dell'11 settembre 2001.

Continua la devastazione delle foreste; ogni anno 17 milioni di ettari scompaiono,

che rappresentano quattro volte la lunghezza della Svizzera. E siccome non ci

sono alberi che assorbiscono l’eccedenti del CO2, l'effetto serra e il riscaldamento

climatico peggiorano. Inoltre, ogni anno, circa 6.000 specie animali sono

sterminatei. L'estinzione di massa che minaccia il 13% degli uccelli, il 25% dei

mammiferi e il 34% dei pesci, può essere compensata solo nella storia della Terra,

con la scomparsa dei dinosauri.

Questo dà una dimensione di speranza che suscita il Vertice di Johannesburg. Una

speranza che potrebbe essere delusa se prevalgono gli egoismi nazionali, la logica

produttivista, lo spirito commerciale e la legge del profitto. Come è successo nel

mese di giugno, a Bali, durante la Conferenza Preparatoria che non riuscì ad

adottare un piano d'azione per lo sviluppo sostenibile e si è conclusa con un

fallimento.

Per salvare il pianeta, è imperativo che i potenti di questo mondo, assumano a

Johannesburg almeno questi sette decisioni principali:

1. un programma internazionale a favore dell'energia rinnovabile, con particolare

attenzione nell'accesso all'energia nei paesi del Sud;

7 State of the World 2002, Worldwatch Institute, Washington, 2002. Vedi anche il sito oficiale dl la

ONU sul Vertice di Johannesburgo: www.un.org.

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192

2. impegni a favore dell’accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, al fine di

dimezzare fino alla metà, entro il 2015, il numero delle persone private di

questa risorsa vitale, che è certamente un bene comune dell'umanità;

3. misure per proteggere le foreste, come previsto dalla Convenzione sulla

Biodiversità adottata a Rio nel 1992;

4. risoluzioni per attuare un quadro giuridico per istituire la responsabilità

ecologica delle imprese e riaffermare il principio di precauzione come

condizione per ogni azienda;

5. iniziative per subordinare i regolamenti della Organizzazione Mondiale del

Commercio (OMC) ai principi delle Nazioni Unite in materia di tutela degli

ecosistemi e delle norme dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL);

6. regolamenti per richiedere ai paesi sviluppati che si impegnino a destinare

almeno lo 0,7% della loro ricchezza per l'aiuto pubblico allo sviluppo;

7. Infine, le raccomandazioni per cancellare il debito dei paesi poveri.

Con la distruzione del mondo naturale, l'umanità ha fatto la Terra sempre più,

meno fattibile. Il Vertice di Johannesburg dovrebbe cercare di invertire le tendenze

che possono inevitabilmente portare ad una catastrofe ecologica globale. Sfida

centrale di questo inizio del XXI secolo. O l'umanità stessa sarà a rischio di

estinzione.

Ignacio Ramonet: Director de Le Monde diplomatique, Francia. Articolo publicato

nel n° 22 della edizione chilena, Le Monde Diplomatique, agosto di 2002.

Tradotto da : Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano |

ANCA24 Italia

Page 193: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

193

Lo sviluppo sostenibile, un’idea distorta

Il dogma dello sviluppo sostenibile

è di per sé ingannevole: confonde le

menti, cosí come ha fatto a sua volta,

l’idea che la Terra fosse piatta, ma

con conseguenze infinitamente più

gravi per la sopravvivenza della vita

sul pianeta. Le aziende si sono

appropriate del concetto, falsifican-

dolo, e persino la Organizzazione

delle Nazioni Unite (ONU) opera in

questa direzione.

Nonostante tutti i discorsi sui bisogni fondamentali e lotta contra la povertà (e di

diversi decenni ufficialmente dedicati allo sviluppo), le persone che vivono in

estrema povertà continuano a crescere. La nozione di “sostenibilità” è diventata un

pio incantesimo, anziché promuovere un’azione urgente e concreta, come

dovrebbe accadere.

Tuttavia, vi è una realtà: 80 paesi hanno un reddito pro capite, inferiore a quello di

dieci anni fa, il numero di persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno

infatti non diminuisce (1.200 milioni), mentre il numero di individui che

guadagnano meno di 2 dollari al giorno è di circa 3.000 milioni. Ci vorrebbero 109

anni per un povero ottenere quello che il calciatore francese Zinedine Zidane può

guadagnare ¡in un giorno!

Lo sviluppo sostenibile è stato distorto in cinque modi: in primo luogo, dal mondo

degli affari, tale concetto è diventato sinonimo di crescita sostenibile. In questo

caso è un ossimoro8 che riflette il conflitto tra una visione commerciale e una

visione ambientale, sociale e culturale del mondo. Divenne così uno slogan per le

aziende multinazionali e i settori degli affari. Peggio ancora, purtroppo, fecce

8 Figura retorica che consiste nell’accostare parole che esprimono concetti opposti (per esempio

ghiaccio bollente)

Page 194: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

194

strada ad una “reazione verde”, cioè , la deviazione progressiva del movimento

ecologista per un presunto “realismo aziendale”. Inclusive i termini ecologisti e

“difensore della natura” possono attualmente essere utilizati indifferentemente sia

per coloro che distruggono i boschi o uccidono gli animali per le loro pelli. Oggi

tali pratiche si nascondono dietro dubbiosi eufemismi tali come rendimento o

raccolta dei frutti naturali della flora e della fauna.

In secondo luogo, l’idea di sviluppo sostenibile è stata distorta per quella di

“utilizzazione sostenibile”, un’abominazione orchestrata da una corrente

imprenditora di un presunto “uso razionale”, cercando di nascondere le pratiche

interamente contrarie. Questo movimento serve come alibi per un comportamento

distruttivo e, in maniera del tutto infelice, si è infiltrata in istanze fondamentali

come la Convezione sul Commercio Internazionale delle Specie in Pericolo di

Fauna e Flora Selvatiche (CITES, sigla in spagnolo) e la Commissione Baleniera

Internazionale (CBI).

Così, la “utilizzazione sostenibile” delle risorse naturali di fauna ha creato una

industria molto redditizia della carne di animali selvatici, soprattutto in Africa.

Adepti del "utilizzazione sostenibile" sperano di convincere gli africani e gli asiatici

poveri di non uccidere gli animali che gli riportano l’equivalente di diversi anni di

salari, mentre gli europei e gli americani ricchi, desiderosi di trofei, gli cacciano

per solo piacere.

Alcuni ambientalisti, convertiti in “scienziati seri”, si sono allontanati dalle

questioni morali come il commercio di pellicce o i circhi (riservato per gli idealisti

emotivi). Ma che una attivitá sia economicamente sostenibile non la fa

desiderabile o accettabile, da un punto di vista etico. In un discorso davanti ai

delegati della CBI, il direttore generale dell’Agenzia di Pesca Giapponese, e anche

rappresentate del suo paese alla CBI, ha rivelato che Tokyo aveva firmato accordi

di pesca con 8 paesi e aveva speso 400 milioni di dollari in aiuti. Questo è ciò che si

chiama letteralmente “andare a pesca di voti”.

In terzo luogo, le imprese dei paesi membri dell’Organizzazione per la

Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) stanziarebbero 80.000 milioni di

dollari l’anno in tangenti, per ottenere benefici o contratti. Un importo analogo a

quello che eliminerebbe la povertà, dice l’ONU. Il commercio illegale di animali

Page 195: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

195

vivi e di prodotti derivati dalla loro ossa è diventato la seconda fonte di reddito,

dopo la droga, per la criminalità organizzata nel mondo. Questo traffico, che è in

realtà una fonte di reddito a basso rischio, ha portato a specie come i rinoceronti e

tigri a rischio di estinzione.

In quarto luogo, l’idea di sviluppo sostenibile favorisce il dominio delle grandi

aziende internazionali. In base al nuovo principio “chi paga al lobbista fissa le

regole”, dopo l’elezione di George W. Bush solo si pensa nello scambio di favori

con il mondo imprenditoriale americano. Durante il Forum Eeconomico Mondiale

a New York, nel febbraio 2002, Richard Parsons, presidente di Time AOL, ha

detto, –apparentemente, senza considerarlo preoccupante o normale– che “in un

momento della storia, le chiese hanno giocato un ruolo importante nella nostra

vita, poi furono gli Stati, ed è ora la volta dell’impresa”. Ovunque, per risolvere i

mali del pianeta, si esaltano le virtù delle soluzioni basate sul mercato: la

filantropia, l’autocontrollo, la responsabilità sociale delle imprese e codici di

condotta volontari. Tuttavia, nessuna di queste proposte andrebbe a sostituire la

responsabilità dello Stato, la politica e la regolamentazione.

Persino l’ONU concorda con il movimento, prendendo iniziative come il Global

Compact, con la partecipazione di 50 delle più grandi aziende del mondo9. Tale

come ha osservato The Guardian di Londra: "L’ONU sta diventando una sorta di

poliziotto dell’economia mondiale, che aiuta le aziende occidentali ad entrare in

nuovi mercati eludendo le regole, unici mezzi per fargli rendere i conti”.

Infine, la filosofia dello sviluppo sostenibile ha portato con sé anche un’idea

esecrabile: quella del consumo sostenibile. Mentre in tutto il mondo si parla solo di

soldi e di consumo eccessivo, questa vocabolo illustra come il concetto di

sostenibilità si perse nelle vie della neolingua, cosí come definito dal rapporto

9 Creata dalle Nazioni Unite nel luglio 2000, Global Compact è un forum che riunisce le aziende

leader nel proprio settore, gli organismi dell’ONU, le ONG e sindacati. Il suo scopo è “di

contribuire alla nascita di valori e principi condivisi in vista di un mercato globale con un profilo

umano”. www.unglobalcompact.org

Page 196: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

196

Brundtland 10 , che richiede non solo continuare la crescita in corso, ma di

accelerare da 5 a 10 volte in piú.

NUOVO INDIRIZZO

800 milioni di persone soffrono di malnutrizione, mentre una piccola percentuale si

soffoca di sovralimentazione. La questione della industria alimentare sottolinea

l’importanza di questioni come le associazioni dei consumatori, le disuguaglianze

mondiali e l’indebolimento dei poteri pubblici dello stato. L’apertura di un grande

mercato mondiale nel nome del libero commercio, le regole dell’Organizzazione

Mondiale del Commercio (OMC) e il controllo degli aiuti contribuisce a rafforzare

e centralizzare questa industria: dieci aziende controllano il 60% di questo settore

(semi, fertilizzanti, pesticidi, l’industrializzazione, spedizione).

Ci sono circa 200 trattati internazionali in materia di ambiente, di cui è stato

ratificato il 75% negli ultimi trent’anni. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, gli

impegni assunti con grande copertura mediatica, –in particolare nella Conferenza

di Rio del 1992– sono rimaste lettera morta. Peggio ancora, la loro efficacia è spesso

distrutta per la sua vaghezza e lassismo utilizzata per far rispettare i trattati.

Potrebbe essere già troppo tardi per qualsiasi “sostenibilità”. Probabilmente perché

molti processi sono irreversibili. La risposta alle crisi ambientali, come ai

cambiamenti climatici, non aspetterà indefinitamente per ottenere risultati

scientifici che “conclusive”. Forse è il momento di posticipare tutte le innovazioni

scientifiche o tecnologiche che comporti potenziali effetti negativi sul pianeta e la

società.

Senza dubbio, la scienza –o quello che potremmo chiamare con un certo timore la

scienza aziendale– sembra essere sempre sul punto di ottenere una scoperta

importante che, può sembrare pericoloso, viene inevitabilmente accompagnata da

una raffica di commenti rassicuranti su i suoi potenziali benefici. Se si mantiene il

flusso di sovvenzioni per la ricerca.

10 Prende il nome dalla dottora Gro Harlem Brundtland, che, nel 1983, ha presieduto la

Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo. Su questa relazione si basará la Conferenza

delle Nazioni Unite per l’Ambiente e lo Sviluppo nel 1992, chiamato “Vertice di Rio”.

Page 197: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

197

Non possiamo prendere una nuova direzione, basata nella rigenerazione, piuttosto

che nella sostenibilità dello status quo insostenibile, in un buon “economato” (una

sorta di “economia economica”)11 di ciò che esiste, piuttosto che sullo sviluppo e la

ricerca sfrenata di crescita? Il “economato” ha il vantaggio di andare al di là dei

semplici principi economici, –per quanto importanti essi siano–, ristabilendo un

equilibrio attraverso l’attenzione, anche sostenuta, l’ambiente, l’etica e la

spiritualità, che sono gli elementi vitali di ogni civiltà reale e fattibile.

Sadruddin Aga Khan*.

Tratto da: Selección de artículos de Le Monde Diplomatique, Ecología y Desarrollo

Sustentable. Salvar El Planeta. Selección de artículos publicados en le Monde

Diplomatique, (Presentación de Sara Larraín), Santiago de Chile, Editorial Aún Creemos

en Los Sueños, 2003, pp. 19-23.

* Lo zio di Karim Aga Khan IV, attuale e 49° Capo Spirituale degli Ismailiti, il

principe Sadruddin Aga Khan ha lavorato presso l’UNESCO, è stato Alto

Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati e Incaricato di Missione del

Segretario Generale delle Nazioni Unite e nella Commissione dei Diritti

dell’Uomo. Ha Presieduto la Fondazione Bellerive, dedicata specificamente alle

tematiche ambientali. Articolo pubblicato nel numero 42 dell’edizione Cono Sur

de Le Monde Diplomatique, Diciembre 2002. Traduzione: Gustavo Recalde.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

11 Jean-Marie Harribey, L’Économie Économe. Le Développement soutentable par la rédution du temps de

travail, L’Harmattan, colección “Logiques Économiques”, Paris, 1998.

Page 198: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

198

Alberi abitanti delle terre esauste

La terra è una donna, forse la più

bella dell’universo. Tutti i popoli

d’Occidente la mettono sul lato

femminile. Il fondatore della

Teogonia, il greco Hedíodo (s. IX - VII

a.c), il primo a poetizarla, esporre in

modo affidabile la sua entità religiosa,

chiamandola Gé, a volte Gaia –radice

etimologica della parola Gaia in

castigliano–.

Chiamarono i Romani della latinità Tellus, anche Terra; ugualmente i suoi membri

materie femminili: argilla. “Greda”, sabbia, roccia, pietra, allo stesso modo le sue

misure in estensione agricola: campagna, azienda, agricoltura, fattoria, eredità,

insomma.

Recita Platone (Atene: s. IX a.c) nel suo dialogo, –Le Leggi. Messico. Lib. V, 1975, p.

99–. Una definizione categoriale sul tema: “Essendo la Terra, la patria di tutti, si

dovrebbe sentire più rispetto per lei così come alla progenitrice dei nostri giorni,

perché la Terra è una Dea, dunque per questa ragione sovrana dei suoi abitanti che

non siamo altro che semplici mortali”.

Quando lussureggiante i contadini del campo amano la terra, la sfruttano, la

spremono nel modo più spietato, ma quando con gli eccessi degli abusi lei

invecchia, diventa arida e sterile, l’abbandonano. Quel pezzo di terra gli vede

partire, ma anche sterile, e comunque sorride, perché nessuno può rubaregli la

gravidanza di speranza. Lei sa chi è e quanto rappresenta.

Presto delle sue viscere le piante minuscole, hanno iniziato di nuovo ad uscire,

dopo la spigolatura di erbe, seguiranno ad essa la montagna alta con la sua

equilibrata irregolarità dei futuri cespugli, fino a quando appaiono i primi alberi, la

coraggiosa avanguardia legnosa, costituirà a sua volta i fermi passaggi delle

Page 199: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

199

foreste, boschi e foreste a venire. E i botanici hanno identificato alcuni di questi

alberi colonizzatori della terra abbandonate ed esauste.

Saranno menzionati in questa pagina, solo due di queste piante: YAGRUMO -

Cecropia spp Moraceae-. E BOTOTO -Cocholosperumum orinocense / C.

Vitifolium Cocholospermaceae-.

Scrivi sulla prima Leandro Aristiguieta lo seguente: “Alberi piuttosto alti, tronco

dritto e stretto braccio. Le foglie sono grandi, lunghi piccioli digito - lobi,

“alternas”, molto ornamentale. Si propaga per seme. I Yagrumos, sono piante

molto ornamentali per le loro dimensioni sottili, adatto per giardini e parchi” –dal

suo libro, Árboles ornamentales de Caracas. Caracas, UCV, 1962 p.164–.

Intanto Henri Pittier dice, “sono tra le prime piante legnose, che appaiono in campi

di coltivi abbandonati, senza aver arrivato fino alla data per accertare l’origine dei

semi.

I gambi sono divisi internamente da setti trasversali in un gran numero di

compartimenti che sono un rifugio per alcune specie di formiche dove trovano lì il

loro cibo in grandi ghiandole o pulvini, situati alla base dei piccioli.

Il Yagrumo, dà alle formiche la stanza e il cibo, ma in cambio queste lo difendeno

da qualsiasi nemico, essendo solo il pigro (Bradypus tridactylus), avido dei

germogli teneri di questa pianta, l’unico che sembra indifferente ai loro attacchi.

Questa associazione è uno dei migliori esempi di simbiosi”. –Nel suo Manual de

las plantas usuales de Venezuela y su suplemento. Caracas, Fondazione Eugenio

Mendoza, 1970 pp.420 -. 421–.

Proviene il termine Yagrumo della lingua dei Cumanagotos, indigena di razza

Caraibi, primitivi abitanti del nord-est del Venezuela. –Lisandro Alvarado,

Glosario de voces indígenas de Venezuela. Obras completas, V. I. Caracas, La Casa

de Bello, 1984. p.377–.

Espone il botanico Jesús Hoyos, le sue conoscenza sul BOTOTO come segue: “In

Venezuela cresce spontaneamente nelle zone calde del paese, spesso formando

Page 200: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

200

parte della vegetazione pioniera, cresce dopo l’accesso e la masterizzazione [...]

Piccolo albero da 4 a 12 m. alto, tronco e rami sottili, fragili.

Fiori grandi, giallo – oro, appariscente, sono raggruppati in pannocchie terminali,

che compaiono prima delle foglie, tra gennaio e aprile [...], si diffonde per semi e

trincee. Non è esigente al tipo di terreno, cresce bene in poveri suoli e richiede

l’esposizione in pieno sole”. –Dal suo bellisimo libro, Flora tropical ornamental.

Caracas. Sociedad de Ciencias Naturales La Salle, 1978, p.349–.

YAGRUMO

Abbandonati i Campi dell’aratura, circondati dal tedio di steccati ciechi.

Collassano al tempo i proibiti dall’oblio i sogni del ritorno della primigenia fronda.

Arrivano con impulso nascosto delle destinale coperchio mille erbe senza nome,

avvento in questi amari spazi scoloriti d’amore, avamposti sottomessi di

“ríspidos”, soggetti minuscoli, cerimoniali selvatico di accoglienza all’albero

principe.

Come ci sono arrivati i semi? ¿Essi giacevano sotto il il terreno in attesa dell’urlo?

La Gaia Madre non dorme mai nei suoi misteri; sorveglia.

Il Yagrumo, alto albero, magro, la sua snellezza al giocare con il vento l’eccita,

saluta giubilante con le loro grande foglie digitate al Sole, alle stelle, alla luna, alla

pioggia, celebra la sua destinazione d’esistenza, avanguardia dei verdi, delle future

foreste con il loro cosmo, con il suo caos, nel regno dell’essenziale realtà dei giorni

infiniti. –Cecropia spp. Moraceae–.

BOTOTO

Principe dei cespugli pioniero dei futuri boschi. Fragile, “quebradizo”, forte

comunque nella propagazione della loro specie. Copre con la luce delle tue corolle

abbandonate terre delle colline.

Piccolo albero nobile, elegante, instancabile colonizzatore del deserto in passato

fertile. Dimostri all’umano la dedizione vegetale. Alla verità della bellezza doni il

Page 201: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

201

dorato dei tuoi fiori del puro Sole nutrito nella dolce atmosfera materna accesa di

aprile.

Tradotto da: Lenin Cardozo | ANCA24 - Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2012/06/arboles-repobladores-de-las-tierras.html

Lubio Cardozo, Árboles repobladores de las tierras exhaustas. Viernes, 1 de junio de

2012.

Page 202: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

202

Bioregioni dell’America di Gustavo Carrasquel

Viene definito come la biodiversità o

diversità biologica, tutti gli esseri

viventi che vivono sul pianeta Terra. I

modelli naturale prodotto dell'evolu-

zione e l'influenza su altre specie.

Inoltre, questo concetto comprende la

varietà di ecosistemi e mappe

genetiche delle diverse forme di vita.

Di qui che il numero di specie di

piante e animali, degli ambienti

naturali in cui vivono, le forme di vita

e le loro relazioni, insieme, costituiscono la biodiversità di un paese o di una

regione.

Quando facciamo l’inventario continentalmente della presenza delle diverse forme

biologiche, America rappresenta la provincia con la più alta biodiversità del

mondo, seguita da Asia. Tale ricchezza immensa di varietà di esseri viventi, hanno

la loro origine nella stessa formazione del continente, mentre ancora non si erano

uniti le due proporzioni territoriali che oggi chiamiamo Nord America e Sud

America. Allora il Nord America era stata unita ad Europa e Asia; Sud America

all'Africa.

Il nostro continente ha il maggior numero di paesi megadiversi in tutto il mondo,

sette in totale (Brasile, Colombia, Ecuador, Stati Uniti, Messico, Perù e Venezuela),

seguita da Asia, con cinque (Cina, Indonesia, India e Malesia) tre in Africa

(Madagascar, Repubblica Democratica del Congo e Sud Africa) e gli altri due in

Oceania (Australia e Papua Nuova Guinea).

Tutti questi paesi hanno caratteristiche uniche che possibilitano un gran numero di

specie: molti di loro sono nei tropici, dove le condizioni per la biodiversità sono

maggiore, i suoi paesaggi offrono una grande varietà di ambienti, suoli e climi, la

separazione delle isole e continenti consente lo sviluppo di flore e faune endemica,

uniche di quei luoghi, le sue grandi dimensioni favoriscono una maggiore

Page 203: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

203

possibilità di ospitare più specie, la loro storia evolutiva si è sviluppata grazie al

contatto di varie regioni in cui si sono mescolate specie con origini differenti e la

domesticazione di piante e animali dalle popolazioni indigene nel corso della

storia, che ha portato a una grande ricchezza naturale.

Gustavo Carrasquel con il suo libro Bioregioni d'America, ci introduce in questo

mondo complesso e affascinante delle particolarità ambientali delle diverse regioni

del continente. Uno sforzo intellettuale, disciplinato, metodico e molto didattico

che ci permette di scoprire o riaffermare cosa sapere della nostra ricchezza

naturale.

Come l’uccello Martin Pescatore (Alcedo atthis), Carrasquel è un instancabile

mentore di buon auspicio, tranquillo e pacifista che ci indica la via da seguire, la

ricerca condotta da un giornalismo ambientale denso, che ci apre la prospettiva

bioregionale, universalizzando la conoscenza e mettendola alla portata di tutti.

La prima edizione di Bioregioni dell'America di Gustavo carrasquel è un libro che

tutti gli ambientalisti, ecologisti e conservazionisti devono leggere.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Link del libro:

http://issuu.com/azulambientalistas/docs/biorregiones_de_america_-_gustavo_c

Page 204: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

204

5. I Bambini

Page 205: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

205

Otilia la bambina fra la spazzatura

Otilia dai 4 anni, accompagnava a tutti

i suoi fratelli e a sua mamma a scavare

tra la spazzatura, uscivano dal primo

mattino fino al tramonto quando

niente era più visibili.

Abitavano in una tenda improvvisata

fatta di cartone, tabelle di legno e

“zinco”, a pochi metri dal recinto già

caduto di uno dei lati della discarica

principale di spazzatura .

Per alimentarsi durante il giorno, “pescavano” i sacchi degli avanzi di cibo che

venivano lansciati dai banchi di fast food della città. Decine di bambini facevano lo

stesso che i cani e avvoltoi che lì abitavano.

In questo ambiente Otilia lasciò la sua infanzia, lì muore all’età di 13 anni di

un’infezione che avanzò con il passare del tempo e non fu mai curata. Della città,

Otilia, solo ha conosciuto lo scarico principale di spazzatura.

In America Latina così come Otilia circa 500 mila bambini lasciano la loro infanzia

e adolescenza nelle discariche di spazzatura. Il subcontinente con i suoi 11 mila

Comuni ospitano circa 12 mila discariche pubbliche, che sono diventate spazi

senza leggi, controllati dai gruppi che commercializzano queste risorse. Nelle

discariche comunale lo sfruttamento infantile è più che evidente. I governi locali,

non ignorano questa realtà, ma fanno poco o nulla per fermarla. Per loro, è un

problema di molti, ma non è la priorità.

Incoraggiare il lavoro infantile è uno dei più vile, crudele e codarda azione di

coloro che professano il soggiogamento umano. Manipolare presunti sentimenti di

affetto, protezione, paternalismo o maternalismo con lo scopo nascosto del

guadagno: è assolutamente inaccettabile. Per questi schiavisti moderni, la vita

umana diventa semplicemente un valore d’uso.

Page 206: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

206

Ci sono molte questioni di carattere etico, che territorialmente richiedono risposte

urgenti: Può Latinoamerica crescere come subcontinente sapendo che nei suoi 11

mila Comuni si pratica la schiavitù infantile? Dove sono quelle leggi

subcontinentale che decisamente fermino a coloro che deliberatamente rubano

l’infanzia e l’adolescenza a 500.000 bambini? Se questi castratori di futuro agiscono

nel presente impunemente contro coloro che dovrebbero far parte della prossima

generazione di leader, che considerazione si può presumere a favore della vita

dei non-umano o “humánidos”? Ci sono diverse politiche sociali per proteggere

l’infanzia? In una societá solidaria come quella che professiamo possono esistere

bambini con futuro vs bambini senza il diritto alla vita? Possiamo ignorare ancora

che ci sono migliaia di bambini scavando nella spazzatura, in strada o nelle fogne,

lavorando nelle miniere o dedicati a chiedere l’elemosina?

È ora che i pachidermi della politica subcontinentale, smettano di agire come uno

struzzo e tirino fuori la testa dal piccolo buco dove c’è l’hanno e guardino a suoi

fianchi.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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207

I bambini smeraldi di Colombia

Circa di 10.000 bambini dai 10 ai 15

anni di età lavorano filtrando con

pala e setaccio gli avanzi e rifiuti di

rocce e fango provenienti delle

miniere di smeraldi nel comune di

Muzo, a 90 chilometri a nord di

Bogotà, Colombia.

Sono pietre di un verde intenso,

considerate da gemmologi come

quelle della più alta qualità nel

mondo.

Il lavoro consiste nel trovare piccoli smeraldi o polvere di loro sfuggiti dal filtro

della miniera, usando i bambini per tagliare sui tunnel troppo stretti.

La vita in questa città gira intorno allo sfruttamento di smeraldi e per questa

comunità miniera “ognuno pratica la miniera dove si vuole, senza contare sulla

comunità”, “ognuno lavora per conto proprio senza dipendere da altre famiglie o

associarsi con loro”. E, naturalmente, sono i genitori stessi che inducono i loro figli,

piuttosto minori, al compito di estrarre lo smeraldo. Diventando così, in una delle

località del paese con la più alta popolazione analfabeta. Lo stimolo alla scuola

semplicemente non esiste.

Allo stesso modo, la povertà e sovraffollamento è il denominatore comune in

Muzo (media di 10 persone per stanza). Nei casi in cui l'abuso sessuale tra fratelli o

genitori ai figli, è all'ordine del giorno.

Lo sfruttamento di smeraldi richiede ai bambini un grande sforzo fisico e li

sottopone a rischi diversi che mettono in pericolo la loro integrità fisica (visto che

sono sottoposti a temperature estreme, gli odori tossici o la presenza di polveri

nell'aria, punture di insetti e/o morsi di animali, rumori o vibrazioni permanenti)

oltre all’impatto psicologico prodotto da questa situazione, il che dimostra una

violazione flagrante dei loro diritti umani ad essere bambini.

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208

In Colombia, i bambini e le bambine di questa città mineraria, batte il record nelle

malattie respiratorie, è la località con il maggior numero di minorenni malati.

Poche opportunità esistono per questi bambini. Ci sono quelli che dicono che il

loro futuro degli abitanti di Muzo è l’avidità, l'ignoranza, l'impunità, gli interessi e

complicità collettiva.

Ogni volta che vedremo un orecchino, una collana o un anello di smeraldo,

cerchiamo di osservare bene queste pietre, certamente nella sua forma più densa,

più intima, scopriremo la forma del viso di uno di questi bambini rimasti senza

futuro.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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I bambini gabbiani

I pescatori si avvicinano a riva con le

loro barche, dopo un affaticato lavoro

di routine. Sono come le 2 del

mattino. Una sorta di comitato di

accoglienza li attende, decine di

bambini e adolescenti di età compresa

tra 6-16 anni. A dire il vero, a chi si

aspettano sono ai gamberetti e i

piccoli pesci che portano queste

barche. Nella “trance” di rimuovere il

carico della barca fino a pesarlo, tutti i

pesci e gamberetti che cadono per terra sono loro.

Si tratta di una tradizione tra i pescatori che va di generazione in generazione: cioè

“il fatto di lasciar prendere quello che cade per terra non va discusso con i

bambini”, così come hanno fatto loro quando erano bambini li chiamano i

“picoteros”, una similitudine per descrivere l’atto di beccare il carico dei pescatori

che fanno i gabbiani. In questo caso, è come quando si rompono le “piñatas” ei

bambini si gettano a terra per trovare le caramelle e giocattoli di piccole

dimensioni, la differenza che qui i piccoli tesori provengono dal mare.

Essi possono raccogliere fino a 2 chili di gamberetti in ogni arrivo delle barche

(l’altra carica arriva verso le 5 del mattino), che poi sono rivenduti lì. Puliscono

anche le barche di possibili gamberi, pesce o granchi persi.

La stragrande maggioranza di questi bambini finiscono per andare a dormire circa

le 6 del mattino e si svegliano in fretta verso mezzogiorno per cercare di andare a

scuola nel turno pomeridiano, ma la stanchezza stessa li fa crollare e finiscono per

ingrossare l’enorme lista di abbandono della scuola di quei villaggi di pescatori.

Queste condizioni particolari, per la sua propria cultura, richiede un trattamento

diverso per la loro educazione, devono essere trattati come “bambini speciali”.

Page 210: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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La Stazione Biologica “Pueblos de Agua”, creata dalla Fondazione Azul

Ambientalistas insieme con l’Istituto Nazionale di Ricerca del Venezuela –Regione

Zulia– e il Centro di Educazione Popolare “Jesús Rosario Ortega”, ha iniziato nella

comunità Capitano Chico di Santa Rosa de Agua, al’ovest del paese, un

programma di reinserimento dei figli dei pescatori al sistema scolastico attraverso

la creazione di una Ecoaula di livellamento, che mira a portare i bambini, secondo

la loro età, all’anno scolastico corrispondente.

Con un programma speciale di sessioni di non più di 45 minuti, in modo

individualizzato e divertente, si cerca di rafforzare le debolezze cognitive e

prepararli a portare alla scuola secondaria. Tra l’altro, i mesoni e sedie in aula sono

fatti dalla stessa comunità.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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I Bambini di piombo di Bajos de Haina e La Oroya

Le città Bajos di Haina, a circa 20

chilometri a ovest di Santo Domingo,

Repubblica Dominicana e La Oroya,

situata 175 km da Lima, nel

dipartimento di Junin in Perù, sono le

città più inquinate da piombo del

continente Americano. Il denomina-

tore comune di queste due città

dell'America Latina, è che il 99% dei

suoi bambini hanno livelli di piombo

nel sangue tre volte di più che il

livello massimo fissato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

L'origine del problema è l’ossido di piombo e la scoria residuale nel suolo

contaminato. Essendo quest'ultima, che è visibilmente presente sulle superfici di

questi due comunità, allo stesso modo, sono stati identificati altri metalli pesanti

come arsenico, cadmio, antimonio e anidride solforosa che sono permanentemente

"abbono" di queste terre, acidando di più questi suoli. Col tempo il piombo ha

migrato e contaminato gli stratti più bassi del sottosuolo, e quindi

l'approvvigionamento idrico, che a loro volta, hanno contaminato cibo e tutto

quello che è trattato con queste acque.

Le polveri che contengono piombo entrano nelle case, trasportati da correnti d'aria.

Il che rende che l'esposizione sia diretta attraverso l'ingestione di polvere di

piombo contaminato. Questi entrano nel corpo dei bambini in aggiunta alla loro

vie respiratorie, attraverso le le sue mani e la bocca.

La popolazione infantile di queste due città evidenza riduzione del quoziente

intellettivo –QI–, lentezza nella crescita del corpo, problemi di udito gravi, gravi

problemi comportamentali o di attenzione, scarso rendimento scolastico e danni

renali. In generale, queste comunità hanno l'asma, bronchite, raffreddore, infezioni

diarroiche acute, danni irreversibili al sistema respiratorio, diversi tipi di cancro,

Page 212: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

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effetti negativi sullo sviluppo e danni agli organi vitali. L'aspettativa della

popolazione è di 35 anni. Il più basso al mondo, superando alcune popolazioni

dell'Africa, dove l'aspettativa di vita è a soli 40 anni.

L'altro grande comune denominatore di queste due comunità, è che non ci sono

dolenti per gli effetti sulla salute, la dignità, l'integrità e i diritti dei bambini.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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6. I Poeti

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Dea Terra

Metto l'orecchio sulla pelle della terra:

Un rocal silenzio risponde,

sogno l'eco del tuo immenso mistero.

Grande Dea Madre della esistenza,

clemente.

Mai ci abbandonerai.

Attraversiamo in te l'avventura del strano

Cosa siamo, o Madre Gea?

Qualunque sia stato il percorso

preso nello spazio della vita

lei sempre benigna nei suoi seni ci riceverà.

Denso térreo perdono per tutti gli errori.

Essere un pugno di terra, divino orgoglio.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia,

http://lenincardozo.blogspot.com/2011/06/poema-diosa-tierra-por-lubio-cardozo-mi.html, Lubio

Cardozo12, Poema Diosa Tierra por Lubio Cardozo mi padre, en honor al Dia Mundial del Ambiente. Jueves,

2 de junio de 2011.

12 Ecopoeta venezuelano, professore della Universidad de los Andes, stato Mérida, Venezuela.

Page 215: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

215

Tempesta

È mattina, verso le 8. Seduto di fronte

alla finestra, a circa 40 metri da terra

[suolo], vedo la tempesta in arrivo.

L’lluminazione diffusa, mediata dalla

grande nuvola che copre il lago,

[agisce come sfondo] per gli

abbagliante fulmini che, con cadenza

casuale, mostrano il loro dinamismo

nel ora fantastico palcoscenico. Il

suono, una pioggia sottile, passiva,

preludia ad un altra in strada e che

ancora non arriva in questa riva, il cambiamento continuo della tessitura della

superficie dell’acqua, sempre più vicino, indicano i suoi progressi. Le gocce, che

vengono in orde, aggiungono una riga sonora in crescendo alla scena e con il

fragore dei tuoni, più o meno lontani, si completa l’illusione di movimento.

Ho visto tre fregate, forbicine li chiamano qui, manovrando a piacer, nella parte

più oscura della base della nube, dove le correnti d’aria sono più forti e

imprevedibili. Ho visto nel suo volo, nel suo atteggiamento, il piacere puro, il

gusto di volare per volare e ho sentito invidia. Ho imparato a volare a 18 anni ed

ho almeno 10 senza avere un comando nelle mie mani. Mi si può incolpare di

incorrere in in tale [questo] peccato mortale?

Sempre di più fulmine accendedono la nebbia che la pioggia grande porta con sé a

modo di manto, [spogliando] la superficie del lago nei punti di contatto. I raggi

penetrano l’acqua, creando onde che si allontano in fretta dal impatto e subito il

manto ritorna coprendo la pelle, aggiungendo ancora di più irrealtà al dipinto.

Le fregate, -ora conto 16- evoluzionano più in basso proprio davanti e sopra la

finestra. Spettatori del loro proprio parco per istanti, salgono senza fretta a spirale

e se indirizzano di nuovo alla parte più oscura della nuvola, che si è spostata a

destra. Cercano la sensazione estrema per il semplice piacere di sperimentarla,

sentirla, viverla. Tanto godono di volare questi magnifici esseri che passano fino a

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216

sei mesi senza toccare [terra] il suolo. Più volanti che tutti gli altri, sono

caratterizzati per avere maggiore [envergadura] dimensioni, vale a dire, lunghezza

del ala, rispetto al suo peso, che nessun altro uccello. Così come si alimentano,

pescando al volo, si accoppiano amando al volo. Amando l’amore nell’amore.

Niente si vede, almeno alla distanza, di improvviso o artificiale nell’esecuzione

della sua arte. Volano ad alta velocità e sfruttando le intense e fredde correnti

come se fossi un gran balleto aereo. Volano come se fossero figure umane, facendo

figure e manovre che a me stesso mi hanno dato un grande piacere.

La tempesta, avendo raggiunto il climax con un fortissimo, inizia un decrescendo

nella sua lenta evoluzione verso il tramonto.

Il lago fu il teatro, la scena.

La tempesta, -milione di volts e di tonnellate di acqua-, gli spettacolari effetti

speciali.

Le stelle furono le fragate.

Io fu spettatore e iniziato allo stesso tempo. Iniziato nell’arte del volo come una

fregata.

R. A. FONSECA.

Settembre 2002

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

https://anca24italia.wordpress.com/2013/01/06/tempesta-di-raul-alberto-fonseca-

pirela/, R.A. Fonseca13, Tempesta. Domingo 6 de enero de 2013.

13 Ecopoeta venezuelano, músico, piloto e liebro pensatore.

Page 217: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

217

I fiori e gli uccelli di Juan Beroes, ecopoeta

venezuelano

Juan Beroes non solo per la sua acuta

sensibilità di un poeta, ma anche per

la sua densa cultura umanistica ha

sempre considerato ai fiori, nella

scenografia mirabile del mondo di

campagna –campestre–, quali più

sublimi espressioni formali del

mondo vegetale, allo stesso modo,

equivalenti a loro, agli ucelli

sosprendenti forme di vita sul

capitolo degli animali vertebrati.

Entrambi, oltre gradevoli, testimoni affidabili della purezza dell’ambiente.

Piccoli ma rapidi gli uccelli, proprietari di tutti i colori, delicati, con i loro canti, i

loro trilli, di allegri «celajes»14 con il cui borbottio celebrano lo vivente negli spazi

dell’aria, sono insieme ai fiori la prova inconfutabile della bellezza dell’esistenza.

Ma gli uccelli, così come i fiori, possono solo vivere negli spazi puri, senza

inquinamento, lontano dalle ciminiere delle fabbriche, in fuga dal fumo tossico

prodotto dall’industrializzazione irresponsabile.

Giocano gli uccelli con la brezza, incrociano quali veloci frecce attraverso il vento,

innamorano ai fiori con i loro trilli, ma fuggono pieni di terrore, scompaiono nelle

rientranze della lontananza quando arrivano gli nemici della foresta, gli irrazionali

“arboricidas” assesini degli alberi, odiosi negatori di quello più bello del Pianate

Azzuro.

14 Insieme di nuvole. Aspetto del cielo quando presenta nubi sottili di diverse tonalità di colore.

Cielo rigato di nuvole evanescenti e policromi.

Page 218: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

218

Un eccezionale esempio di amore del poeta Juan Beroes (San Cristobal, 1914-

Caracas, 1975) per la vita selvatica e per i suoi insigni rappresentanti, gli uccelli, è

la seguente poesia.

ALATA STAGIONE

Una canto per voi, alati scopritori del cielo, poichè con le vostre «armonizzate»

gole fate zittare il rumore dei vibranti tropici, e poi andate sui piumati canti a

fermarvi lieti nei gentili angoli del vento.

Chiamo, quindi, al “canario” delle vene d’oro, perché nella finestra della mia

aperta infanzia appendeva le sue corde –cordajes– di sole, la sua luccicante

moneta, e all’allegro “cucarachero” che dai portici d’estate me diceva: buon

pomeriggio, e rubava paglierini al dorato crepuscolo per imbastire il nido, come

caldi respiri di cinguettii.

Faccio menzione del bizzarro “carpintero”, decoratore del suo rotondo nome nella

parete delle corteccie vegetali; e anche del angelico “azulejo” –colore di occhi di

bambina– E del “turpial” alzato che con rametti della sua voce fischiante disperse

le onde del calore invisibili.

Qui io fermo al “colibrí” ondulante nel suo rumore di pazzo velluto; e al

“pielerito” arcigno, bevitore di sole in “cuencos” dell’alba; ed al furioso

“arrendajo” che nel loro nido si espande, inchiodato al picco l’iniziale del grano.

Negli alti legnami, alla riva del venerdì, è corona di una sola spina il “cristofué”

credente; e nella sua camera dei giovani spruzzi già è signora solitaria la “soisola”.

Il eretto “cardinal” apre nelle foglie concistori di porpora leggera, e il “tordito”

visitatore persegue le donzelle per baciarle le mani di illuminato becchime.

La “tórtola” lontana vive nei frumenti, e il “chirulí” provinciale va invadendo le

grondaie con sole di questo poema.

Io corono il mio canto con voi, salutatrice “golondrinas”, che ritornate della mia

Patria nella vostra bruna “saeta”. Quale dolce memoria strappate alla vostra testa?

Che gioia giovane, che capo triste mi portate di lei? Ma torno al boschetto di

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219

orchestrali suoni e sottoscrivo con la voce del “gonzalito”, goccia di canto,

minuscola corda, punto finale della famiglia.

¡Vi consegno quindi all’aria, predicatrice dell’alba, e con la mia mano peccatrice

che ieri accarezzo i frutti camminanti, riesamino i vostri ardenti piumaggi e

polso quelle corde che vi fraternalizzano con i cieli cantanti! (Dal poemario

Materia de eternidad. Roma, 1956. p.p. 41-43).

Sorprenderà sempre la poesia di Juan Beroes, per la loro densità spirituale e la

bellezza come nord sicuro del testo; per la sua ricchezza esperienziale fluida

attraverso il tessuto delle parole esaltate nella proprietà di una elocuzione

robustamente bella, per la sua lirica costruita nel religioso silenzio del suo

giardino interno al riparo da qualsiasi concessione avara con danni per l’arte e

anche per l’anima.

Esigente nella scrittura, nell’amicizia, nel silenzio e genuino amore per la sua

patria ei suoi uomini, nella qualità e nel rigore creativo. Perciò lascio per il

divertimento dei buoni lettori più di una dozzina di poesie immortali, con le quali

la sua ombra e il suo mito varcheranno con impeccabile dignità e solitudine di

sempre, dalla mano della bellezza e del sentimento, per i sentieri dell’eternità.

(Dal libro Paseo por el bosque de la palabra encantada. Mérida, ULA, 1977. p.

35).

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2012/05/las-flores-juan-beroes-ecopoeta.html

Lubio Cardozo15, Las flores y aves de Juan Beroes, ecopoeta venezolano. Miércoles 2 de

mayo de 2012.

15 Ecopoeta venezuelano , professore della Universidad de los Andes, stato Mérida, Venezuela.

Page 220: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

220

Il Café: un arbusto ecologico generatore di bene al humanus - Testimonianza di due ecopoeti e un romanziere

Il Caffè –Coffea arabica L. Fam

Rubicaceae– datore dello squisito

caffè è un alleato solidale della

foresta. Entrambi sono necessari, la

foresta lì dà la penombra

indispensabile per la vita, il caffè a

sua volta richiede all'agricoltore di

mantenere l’indispensabile fronda

selvatica in questo modo lì

ricompenserà una sicura ricchezza

onesta.

Arbusto allora, ecologico e bello, produttore di molteplici risorse per gli esseri

umani, l'intensità del verde del suo fogliame rinvigorisce le sfumature del

paesaggio, quando “las florece” il vivace bianco dei suoi fiori insieme alla sua

fragranza esalta elementari sentimenti estetici del agricola; il carmine dei suoi

frutti al maturare fa felice l’ambito rurale nominato nell’antichità latina il

Amenitatis Ruris, alla quale si aggiunge la speranza di buon reddito per

l'agricoltore.

La bevanda del caffè è la più consumata al mondo –dopo quella alcolica– tale da

garantire un mercato affidabile, sempre in crescita, la redditività non delude mai

gli investimenti. La lunga catena degli spazi di commercio del settore si traduce

anche in posti di lavoro abbondanti, impieghi, in ogni caso. Afferma al riguardo il

botanico Jesús Hoyos nel suo libro Frutales en Venezuela –Caracas, La Salle, 1994–,

"La produzione di caffè in Venezuela, nel 1984 è stata di 61.000 tonnellate per un

valore di 575 milioni di bolivares" –p. 251 –. Ha iniziato l'agricoltura in Venezuela

tra il 1783 - 1784 sulle fattorie al di fuori della città di Caracas.

Il processo di questo evento lo registra in una prosa eccellente lo scrittore Aristides

Rojas, nel suo resoconto storico affettivo etichettato LA PRIMERA TAZA DE

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221

CAFÉ EN EL VALLE DE CARACAS. Si collega a questo evento tre nomi famosi, il

sacerdote José Antonio Mohedano, il farmacista Bartolomeo Blandin e il padre

Pedro Sojo. Curiosamente la coltivazione di questo benefattore arbusto è stata

collegata allo sviluppo musicale di Caracas e le zone circostanti.

Aristides Rojas dice: "Quando si parla dell'introduzione del caffè nella valle di

Caracas, ha ricordato l'arte musicale, in un momento in cui il signor Blandin e Sojo,

svolgono un ruolo importante nella filarmonica della capitale. I ricordi dell’arte

musicale e la coltivazione del caffè sono per il campo di Chacao quello che per gli

antichi castelli feudali le leggende dei trovatori..." –Oscar Sambrano Urdaneta,

Tradiciones venezolanas. Caracas, Ministerio de Educación, 1964. P. 54–.

Due poeti venezuelani scrivono sul cafeto con ammirevoli filiali ecologiche, nel

secolo XIX Gonzalo Picon Febres –Mérida, 1860 - Curaçao, 1918–. Gran parte del

lavoro lirico di questo esemplare merideño ha cantato alla vita rurale delle Ande

venezuelane - ¡Trovatore della georgicidad! – cosí ha elogiato anche in uno dei

suoi versi la singolare flora delle montagne merideñas –sativa o selvatica– insieme

con il suo paesaggio di valli strette, faldas, vegas, páramos e, naturalmente, l'uomo

e la donna contadina abitanti dei villaggi di questa “alomada” geografia. Ha

composto questo bel sonetto sul caffè, preso dalla sua collezione Claveles

encaramados y amarillos. Curazao, 1983. P.54–.

Gonzalo Picón Febres

IL CAFFÈ

Nella Vega, in cima, sulla spianata luce il caffè e i suoi limpidi verdori e coprendosi

va di bianchi fiori al sonante gorgogliare del ruscello. Rossa come la splendida

fragranza gonfiata e di dolcezze, a poco detiene in mazzi vivitori la frutta già

melliflua e condita. Rico nettare dopo, fragrante da fumo in tazza blu di porcellana

cinese, dove la sfumatura d’oro lampeggia. E nel ascendere alla regione divina da

cui emerge il ritmo dell'idea Diventa strofa pellegrina.

In questo secolo la poetessa caraqueña Nada Salas nel suo poemareio Raigambre –

Caracas, 2001– celebra il regno vegetale del Pianeta Blu in più di un centinaio di

odi. Sa leggere con saggezza questa sublime trovatora lo spirito delle piante. Con

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222

la stessa devozione per gli scenari botanici del Nuovo Mondo del cantor della

"Zona Tórrida" Andrés Bello. Essa ha versato con maestria nelle strofe del suo

poemario Raigambre le canzoni dei genitori alberi percepite dall'incanto del

verdore, attraverso la costante presenza del incrociamento ludico degli enti della

natura vegetale con la ventura intima del umano, e così ha scritto circa il

benefattore arbusto:

Nada Salas

L’ ALBERO DI CAFFE IN FIORE

Coffea arabica

Reincarnato nella eredità del fogliame “Albean” profumate righe fi astros breve in

nostalgico trance scrutanno la tazza celeste da dove in tempi passati versavano i

suoi splendori prima che diventino perline colorate prima che il fuoco l’arrostisca e

l'aria venga insufflata con le ceneri del suo candore prima che il suo rosso odore

umidisca l'umile tazza di nuovo voglio cantare ai loro rami costellati di candidi

germogli –Raigambre, pag 24–.

Il narratore venezuelano Manuel Díaz Rodríguez –Caracas, 1871 - New York,

1927– racconta di maniera patetica la vita contadina nei villaggi della coltivazione

del caffè del centro-settentrionale del paese nel suo eccellente romanzo Peregrina –

Madrid, 1922–. Anche se la favola del libro tesse un racconto d'amore tragico tra gli

abitanti dei villaggi, in fondo le sue pagine rendono omaggio a questo bellissimo

arbusto ecologico, così importante per l'economia di questa regione tra i secoli XIX

e XX. Con il magistrale paragrafo finale, questo opera conclude anche questo

scritto per la Fondazione Azul Ambientalistas.

"Dominò di nuovo il silenzio e nella notte calma e silenziosa si diffuso un profumo

di gelsomino. Già mezzo aperto tutto il giorno, appena si è aperta quella notte il

fiore di caffè. E il giorno dopo spuntò la piantagione di caffè tutta bianca. Sotto di

una savana di neve fragrante e fiorita si nascondevano il nero, il verde e il grigio

dei tronchi. Era come se la piantagione di caffè si avessi agghindato in donazione

della che presto, inerte e muta, doveva passare sotto il baldacchino del loro

gelsomini di neve. Era come se la piantagione di caffè si avessi messo a ordire e

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223

offrire, in una stessa stoffa della natura in fiore, in una sola volta il velo di nozze e

il sudario del fiore che è nato ed è morto nel suo confine, sorella di candido

"abrilito" e il "giglio" in viola, confidente e amica profumata "buon pomeriggio",

compagna di silvestre "non mi dimenticare" e "eliotropio”,... –Manuel Díaz

Rodríguez, Obras selectas. Caracas, Edime, 1968. pp. 459–460–.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2012/06/el-cafe-un-arbusto-ecologico-

generador.html, Lubio Cardozo16, El Cafè: un arbusto ecològico generador sòlo de

bienes al humanus - Testimonio de dos ecopoetas y un novelista, Jueves, 7 de junio de

2012.

16 Ecopoeta venezuelano , professore della Universidad de los Andes, regione Mérida, Venezuela.

Page 224: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

224

Testimonianza poetica di Omar Khayyam dove oggi solo rimane il diserto

Omar Khayyam è forse il più

importante poeta del Medio Oriente,

ha dimostrato la sua grandezza sulla

pietra di paragone della storia: la sua

poesia è sopravvissuta a un migliaio

di anni ed è stata tradotta in tutte le

lingue occidentali. Nato in Persia, ora

Iran, nella città di Nisharpur (1040-

1123 a.c.). Notevole matematico e

astronomo del suo tempo, ma la sua

migliore forza dello spirito la versò

nella poesia nelle sue famose quartine, raccolte queste nel suo libro Rubàiyàt.

Molti orizzonti artistici ed esistenziali si incrociano nel Rubàiyàt: su un linguaggio

nuovo per l'epoca –"la selvaggia chiarezza dei suoi versi" ha scritto una volta

Harold Lamb, uno dei suoi biografi moderni– dove identificava poesia e libertà, ha

utilizzato il ludismo espressivo veicolo del suo coraggio, in uno stile spensierato

ed irriverente, Omar Khayyam rivelarà volontariamente al mondo le sfumature

drammatiche della società persiana, d’allora, ma senza permettere di essere

sopraffatto da ciò, cantò di modo meraviglioso alla celebrazione della vita,

all'amore, alle donne, al vino, in fine. Ora, anche se non intenzionalmente “ex

profeso” lasciarà nei suoi versi la testimonianza del bellissimo e robusto ambiente

vegetale della Persia di quei lontani secoli.

Sono passati mille anni da quando si hanno fatto conoscere le quartine di

Khayyam. Oggi il paesaggio del Medio Oriente è dominato dall'arido, il deserto.

Non appare mai nei versi del Bardo di Nishapur il deserto, al contrario,

l'esuberanza del fitta vegetazione viene esalta. Se l'opera letteraria sostenuta sulla

spontaneità e la franchezza non nega mai il suo paesaggio, quindi non avrà nessun

dubbio sulla legittimità del contesto della sua poesia. Emerge costantemente nei

suoi versi il vasto verde della sua efficace comarca.

Page 225: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

225

“Risplende la luna di Rabadán.

Bagnerà di luce al sole, mattina, una città silente.

Dormiranno i vini nelle caraffe e le giovani donzelle all'ombra dei boschi ".

Attraversano in modo rivelatore il suo linguaggio poetico i fiori: narcisi, eglantine,

tulipani, giacinti, viole, rose. Inteneriscono la sua lettura frasi come "campo fiorito",

"prato verde", "rosso tulipano di primavera." Ci sono con molta frequenti le sue

emotive espressioni erotiche, voci quali giardini, boschi, ruscelli, usignoli, rodedal,

farfalle, fronde, giungle, ed in fine un vera policromia selvatica.

"Figura in questo mondo un giardino di rose. Farfalle le sue visitatrici.

I nostri musicisti i giubilanti uccelli.

... Quando ne rose ne fronde ci siano rivelarano le stelle il mio giardino di rose e i

tuoi ciuffi la mia giungla".

Attraversò, in modo indiscutibile, con una chiara coerenza della percezione, lo

epocale il suo corpus lirico, le sue ballate, con esso il paesaggio della sua amata

terra dove prevaleva, sulla sabbia marrone di oggi, una volta piante, foreste, lo

selvatico. Proprio a quel vigore vegetale si è dovuta la elevata luminosità e la

serenità delle composizioni liriche di Rubàiyàt... Rimane agli ambientalisti ed

ecologisti rispondere alla seguente domanda: Che cosa è successo con tanto verde?

Oppure, parodiando il fondatore della poesia spagnola, Jorge Manrique (XV secolo

a.c.), prestiamo le sue parole e il ritmo per dire .../ che sono stati, se non spruzzi/

dei prati?”

Chiudiamo questo scritto con una quartina di Omar Khayyam,

"«Lozanea» il volto delle rose la brezza primaverile, accarezza la mia ben amata

nell’ombra «azulada» del giardino.

La ventura di questo momento godo, la irresistibile dolcezza del presente".

Page 226: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

226

Attualmente Iran ha una superficie di 1.648.000 km2, con il 70% del suo territorio,

desertico o semidesertico.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2011/12/testimonio-poetico-de-un-verdor-

donde.html, Lubio Cardozo, Testimonio poético de un verdor donde hoy sólo quedan

desiertos. Domingo, 4 de diciembre de 2011.

Page 227: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

227

L’orfico e lo chiaro in due poesie ad un

medesimo fiore[17]

“Con le azioni gradite agli Dèi il tuo

umore fa felice, poiché essa il più alto

dei profitti contiene”. Baquilides,

Epinicio III.

Ci sono diversi nomi nel sermo ruralis

per l’arbusto e il suo famoso fiore

“signora di notte”, è anche chiamata

il “fiore del ballo”, “regina della

notte”, “fiore di notte”. Si hanno

occupato del fiore alcuni botanici nel

paese. Henri Pittier ha studiato il fiore brevemente, lo chiama (per sineddoche)

“regina della notte” nel suo Manual de las plantas usuales de Venezuela. Caracas,

1970. p. 359, quello che ha dettagliato il cespuglio con piú estensione è Jesús

Hoyos nella sua Flora tropical ornamental. Caracas, 1978. p. 82, abbiamo

selezionati alcune righe di questo testo:

“Originario dell’America tropicale, è ampiamente distribuito dal Messico al

Brasile, tra cui Le Antille. In Venezuela cresce allo stato selvatico nelle zone calde

del nord del paese e in forma di coltivo nei cortili e giardini urbani. [...]. Fiori

bianchi, grandi, vistosi, profumati, che si aprono la sera. Hanno un lungo tubo

floreale da 14 a 30 cm di lunghezza, con il quale sono proiettati al di sopra e

lontano dal margine dei rami”.

Appartiene alla famiglia Cactaceae, il termine scientifico: Epiphyllum oxypetalum.

Devono scartarsi di questo panorama espositivo due ben noti, Soanaceae:

“signora di giorno” –Cestrum diurnum– “signorina di notte” -Cestrum

nocturnum- entrambi altrettanto di fiori piacevolmente profumati.

17 In spagnolo “La Flor” è un sostantivo femminile, ma è maschile in italiano “Il Fiore”. Noi in

questo caso tradurremo in spagnolo al femminile ogni qual volta il fiore venga definito come per

esempio: Signora, Regnina.

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Rosalina García consacra nella sua collezione De intima brasa. –Caracas, 1987, p.

64– un poema intenso al fiore di questo arbusto, “SIGORA DI NOTTE”. Carlos

Augusto León ai suoi lettori, nel suo libretto lirico Juegos del yo. Caracas, 1989, gli

dona l’ultima oda –su trasparenti versi– di tale volume, etichettato “FIORE DEL

BALLO”. Le due poesie, anche se profilati intorno alla stesso fiore, si differenziano

nel essere, altrettanto nella genesi, della creazione poetica. Nasce uno da un fare

composizionale orfico, quello di Rosalina García, l’altro è stato imbastito al ritmo

di una disposizione razionale. Nel primo la bellezza al segreto si fonde, nella

secondo la bellezza diafana sui sentimenti espressi cavalca.

Qual è l’orfico nella lirica? Ciò significa che l’orfico nel poema la musica dello

nascosto portatrice di saggezza dal “senso interno -Kant-, dello saputo, del

“vedere” anticipatore, della anamnesi scappata della notte dell’esistenza. Esce

fuori questa singolare “melopeya” alla penombra, la rivelatrice armonia della

occulta saggia bellezza -kalosofia- situata al di là della verità limpida del viso della

natura –del phainein physeos–. Carica nel suo seno l’orfico una densa musicalità

impregnante delle parole dei versi, essa mai il suo assoluto svela ma lascia sentire

il suo opaco rimbombare lontano. Poeticizza il trovatore orfico, sebbene a volte non

si percepisca così, dall’orlo stesso della morte –intellettualizzato, non reale– se non

guardando verso la vita.

Davanti, quindi, alla ventura al limite dell’abisso –concettualizzato– sentendo sul

collo lo spesso fiato emesso dell’enorme bocca del drago del Nulla. Arrivano tali

suoni all’anima, nutrono i sentimenti, incarnano le voci. Commuovono quando

vanno oltre, si tramutano in versi le cui parole solo trascinano presentimenti,

emozioni trasfigurate per catturare in ritmi pensanti, in saggia melodia, con

inquietante certezza, i distanti squilli delle campane del timore reverenziale, il

rimbombare delle porte di ferro arrugginito del arcano. Raggiunge, dunque, la

poesia orfica –qualsiasi breve, possibile, istante– alcuna latitudine del sacro.

Nella letteratura l’orfico in nessun momneto giace in un culto esterno estetico o

una offerta per il mistero che va nella sua ricerca, no: appartiene l’orfico alla

condizione innata di alcuni poeti, un invito proveniente dall’interno della

creatività stessa del bardo, la quale si assume o si scarta.

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229

Potrebbe essere concettualizzato l’orfico nella semplice composizione mediante

l’idea della pulchritudo oscura nel suo dire poetico –la bellezza segreta, nascosta,

difficile–.

Platone mette in bocca di Socrate nel dialogo Ippia Maggiore, questo finale

assioma: “Le cose belle sono difficili”. Messico, Porrúa, 1972. p. 247. Indica la

prima condizione pulchritudo oscura, la libertà, assoluta, del pensare.

Al’emergere, plasmarsi, nella scrittura la voce interiore del poeta lo fa attraverso

un ordito di versi il cui significato risulta opaco al lettore, questo, allora, indaga

poi nella sua illustrazione, cogita, contempla. I vocaboli mediante essa musicalità

emanate dal rimbombare dei bonces del mistero, riflettono nella sua strada al

chiarore fertili sentimenti spirituali artistici, reminiscenze di quello dimenticato,

segnali provenienti dai sogni “irrumpientes” nello stato di veglia. -“Tutto intorno

qua e là, variamente imitato, si trovano i sogni vaghi come picchi c’è in un campo

di grano maturo” [...]. Ovidio, Las metamorfosis. México, Porrua, 1977, p. 162-.

Con questi sedimenti di stato d’animo i livelli evocati dalla cantiga si

conformano, il tessuto dello enigmatico, quindi, del corpus odico, deriva lo

poetico. Ecco, l’oda di Rosalina García, “SIGNORA DI NOTTE” [...] bellico

annuncio mi portai la congiunzione del astro con il fiore; così inebriante era il

suo profumo come “acerado el brillo” della stella. Analfabeta dei cieli, Evoca la

saggezza degli antenati, Nascosto tra le rovine delle foreste. Uno di loro mi ha

lasciato questa daga”.

Fornisce la prima strofa di un essere al fiore di quel arbusto, estratto

dall’orizzonte della cadenza videnziale, del melos, l’aroma, “acerado brillo”, della

notte aggiogata al suo corteggiamento di entità infinite. Rivela, così, la natura

poetica di quella presenza botanica. Decifrare, attraverso i suoi ritiri nella

contemplazione di sé il giullare, nella seconda strofa un “sapere” delle “rovine

della giungla”, ottenuto dalla faccia della stella bianca del fiore profumato quale

lacrima della Luna –viso, advocazione della Dea della vita selvatica, Dea Diana–

Comprende la terza strofa un verso solo. Traduce il livello evocato della metafora,

“daga”, il livello relativo di: la parola? Il dono dato dalla foresta? Illuminando la

natura orfica della “signora di notte” questa in cambio li svelò mediante

l'incantesimo del “profumo” nella “bellica” notte della giungla, la ”daga”, la

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parola, ovviamente, convertita nella cantiga stessa, essa laude, essa aria di notturno

schubertiano, in questi otto versi.

Orfeo –il mistico re, musicista tracio– dopo la morte del suo Euridike non canto

più all’allegria, alle gioie con la sua ninfa nella foresta. Ritornerà Orfeo nella sua

futile ricerca di driade nel paese di Hades, il regno dei morti, l’arcipelago del

Nulla, solo con la memoranza di Euridike tramuta in lamento, solo un pezzo di

tramonto fatto nostalgia. “Esencian” ora i loro canti voci di quello che é nascosto,

emerge un paesaggio interiore scuro, profondo, enigmatico, malinconico. Ebbe

inizio cosí nel mythos, questa dimensione della lirica. Un pó dopo, già visibile nella

pianura della storia letteraria nel primo grande spazio della classicità, il paradigma

della poesia orfica lo rappresentará –tra le sue tante altri virtù scritturale– Pindaro

–circa 520-440 a.c–.

Parallela –relativamente- a questa entità composizionale Odica altro fu scritto sulla

lunga strada della letteratura occidentale, questo invece versava nei versi la lirica

esponente, riflettente, della realtà immediata, lo circostanziale del poeta, lui stesso

con i suoi sentimenti, le intime emozioni, i piaceri somatici dello erotia, i dolori

“aposenianos” nella psiche: la natura nel suo significato biologico, geografico,

paesaggi, i boschi, i fiumi, il mare, in particolare il Sole: la luce alla logicità

notoriamente assiste; presenti nelle stesse dimensione le passioni del humanus, le

paure davanti il male, l’amore immerso nel labirinto dei suoi strati -il conflitto del

Eros-. Sempre fedele alle percezioni di queste multiple “essistenze”, per questo

impiego la parte della sua mente più efficace per enunciare la vita: la ragione.

Portavano quelle composizioni le loro necessarie attinenze: la musicalità per la

fortunata gestione delle risorse espressive artistiche del linguaggio, più

l’emotività, l’affettività, la suggestionabilità, ma monitorate dalla logica insieme

alla patetica vocazione dalla realtà. La ragione, pertanto, circa lo scrittore aveva

lasciato cadere il suo mantello, il lampo del fulmine prevalse sul suo spirito. Ebbe

origine così nelle cantigas l’idea della pulchritudo chiara, rationalis –bellezza

trasparente, sollevata sul limpidom ordito disposizionale dei versi–.

La pulchritudo chiara, rationalis trovo in Orazio –Quintus Horatius Flaccus: 65-8

a.c.– il suo esponente più ricercato nel capitolo latino dell’Antichità Classica, si

espanderà quella brillantezza nata dal fulmine della ragione per il occidentale del

Page 231: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

231

mondo, arriverá a Venezuela aggiogato all’origine della sua singolare poesia, che a

sua volta coincide con l’avvento della Patria resa indipendente, libera, autonoma,

sovrana. All’interno di questa concezione della creatività umanistica Andrés Bello

costituisce la sua opera lirica il paradigma della pulchritudo chiara, rationalis nel

Continente Latinoamericano.

Dovrebbe chiarire, forse, quest’altra dimensione del odica la frase di un filosofo

che ha affermato di un aspetto nell’essenza dell’arte: “il reale gli dà all’uomo lo

splendore fino ad allora nascosto” –M. Heidegger, Ciencia y meditación–.

In questa contemporaneità, in questo spazio intellettuale, i canti di Carlos Augusto

León si trovano. Ecco qui la sua elegia “IL FIORE DEL BALLO... Ero nella mia

tristezza e improvvisamente aprì “il fiore del ballo”, quella dei lunghi petali che

scoppiano di bianchezza... Solo una volta all’anno riempie tutta la notte la sua

fragranza, muore all’alba. Ero nella mia tristezza e mi son detto ben vale la pena

di vivere per guardare cose come queste, anche solo una volta all'anno”.

La disciplina intellettuale di Carlos Augusto León costruita sulla ideologia del

materialismo scientifico engelsiano gli ha impedito di addentrare la sua poesia

nelle stanze spirituali artistiche dell’orfico, dello enigmatico, dell’oniria, sempre ha

mantenuto i suoi versi inscritti tra i confini di una bella espressione di alta

suggestività alla pari di una radicale trasparenza, più controllata –monitorata–

dalla passione del fulmine della logica, senza rigettare l’implicito sentimento

“natal”.

Nel suo libro Los dísticos profundos. –Caracas, 1984. p. 64– scrive [...] “Vorrei per i

versi la chiarezza del trinco.” [...]. Sia dal luccichio del tramonto o sotto il bagliore

del fulmine, i due poeti con la profonda voce della sua anima hanno composto

due meraviglioso odi, molto diverse, ad un stesso fiore della botanica nativa, “la

signora di notte”, detta anche “il fiore del ballo”.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2012/06/lo-orfico-y-lo-nitido-en-dos-poemas-

una.html Lubio Cardozo, Lo órfico y lo nitido en dos poemas a una misma flor.

Miércoles, 6 de junio de 2012.

Page 232: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

232

Nuvole d’acqua e gli alberi nella ecopoesia di

Carlos Augusto León

Prima dell’accettazione linguistica

definitiva del termine ecologia –ciò

che i francesi dicono ”avant la lettre”–

in alcuni dei primitivi poeti hispano-

americani giá c’era la preoccupazione

e l’ira per l’avida distruzione

dell’ambiente naturale in questo

Continente, il Nuovo Mondo.

A questo proposito, su questa

preoccupazione, nello spazio lettera-

rio venezuelano si sono potuto trovare questi illustre nomi: Andrés Bello (Caracas,

Londra, Cile, XIX secolo), José Antonio Maitin (Choroní, stato di Aragua, XIX

secolo), Abigail Lozano (Valencia XIX secolo, in Venezuela), José Ramón Yépez

(Maracaibo, XIX secolo), nel XX secolo tra i suoi rappresentanti più cospicui sono

Juan Beroes (San Cristobal-Caracas 1914-1975), Carlos Augusto León (Caracas,

1914-1997 .)

Carlos Augusto León si è occupato nelle sue liriche abbondanti di dissimili aspetti

del suo tempo: l’amore, l’arte, la scienza, lo sociale, lo politica, l’amicizia, la pace, la

famiglia, ma attraversa tutti questi orizzonti delle sue composizioni un

denominatore comune il suo intenso amore per la natura selvaggia alla pari con la

sua angoscia dolorosa davanti al progressivo deterioramento dell’ambiente, il

paesaggio, a causa della irresponsabilità di molti coperti dalla indifferenza degli

altri, questa complicità dissimulata ha portato quale immediato corollario

l’impoverimento dei molti livelli dell’esistenza di humanus.

Tra i molti versetti dello scrittore Carlos Augusto León sul particolare offriamo ai

lettori due poemi.

Page 233: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

233

NUVOLA D’ACQUA

Venite al “tranquero”, Nuvola d’Acqua, Nuvola d’Acqua... (Canzone di

mungitura, Venezuela). Per migliaia di anni, Ogni giorno, Nuvola d’Acqua... La

vede avvicinarsi il contadino, assetato per la propria terra e comincia a sentire una

intima e umida gioia.

È “acqua del cielo” che era una volta dei fiumi e il mare, quella che a essi ritorna e

a innaffiare coltivazioni o semplicemente a fare piccole pozze dove giocano i

bambini. Nuvola d’Acqua. Fiore del più alto stelo, nuvola candida, che si porta il

vento e dove tu vada non è altro che pioggia pura, benvenuta.

Ora ci sono altre nuvole, quelle del amaro fumo, di acidi nascosti, scorie atomiche,

di veleni che esalatano le città. ¡Come era chiara l’aria, quando solo c’era nuvola

d’acqua, la stessa che ha dato nome a una mucca, Nuvola d’Acqua, Nuvola

d’Acqua prima! Dalle sue Poesíe: El río fértil. Caracas, UCV, 1980, p. 440.

VOGLIO CANTARE UN ALBERO

Agli studenti della 5° elementare della Scuola Rurale Guaicamacuto, che mi hanno

chiesto una poesia. Voglio cantare un albero nella loro bellezza breve: le sue foglie

di gioia, il tronco di fermezza. Voglio cantare la linfa che passa per le sue

“entrañas”, più pura del torrente che scorre tra le montagne. E la radice nascosta,

modesta nel suo compito: alimentare l’albero senza che nessuno la veda.

Voglio cantare qui il vivente legno che sarà l’immobile letto o la barca che viaggia.

Voglio cantare il fiore che fa felici i sensi e il frutto dove sperano i sapori

addormentati. Voglio cantare un albero nel suo esatto verdeggiante, senza

aggiungere nulla tranne il mio amore. E voglio che i bambini scherzino nella sua

ombra e ascoltino come il vento tra i rami gli nomina. Dalle sue Poesie, El río fértil.

Caracas, UCV, 1980, p. 66.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2012/05/nubes-de-agua-y-arboles-en-la-ecopoesia.html

Lubio Cardozo, Nubes de agua y árboles, en la ecopoesia de Carlos Augusto León. Jueves, 3 de

mayo de 2012.

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234

7. I Vertici

Page 235: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

235

Cime Tempestose e Vertice sul Cambiamento Climatico, due storie comparate

Nel romanzo Cime Tempestose –

Wuthering Heights l’unico romanzo

scritto di Emily Brontë–, si racconta

una storia drammatica, tragica. La

trama si sviluppa in due fasi, in una

fattoria, chiamata Thrushcross e in

una Villa di una ricca famiglia, che si

trova sulla cima di una collina non

lontana dalla fattoria. Secondo molti

analisti, nel romanzo è complesso

scoprire la simbologia nascosta dei

personaggi e l’ambiente. Si dice che la cima è una sorta di inferno e la fattoria dei

Thrushcross è il cielo, il paradiso. Non è difficile indovinare la ragione di questo,

le scene più violente e più indolenti sono quelli appartenenti alle cime, mentre la

parte tranquilla e silenziosa alla fattoria. Si tratta di una storia di crepacuore, di

odio e di follia, di vita e di morte. Inizia con l’arrivo alla fattoria di un bambino,

portato dal padre di famiglia da altrove. Non sappiamo da dove è uscito questo

bambino che ben presto distruggerà completamente la tranquilla vita della sua

famiglia adottiva e quella dei suoi vicini. Alcuni autori ritengono che i personaggi

coinvolti in questo melodramma sono l’alter ego l’uno dell’altro.

Infine, Cime Tempestose è una storia affascinante e senza affetto, una vendetta che

dura fino alla fine, e un capriccio che andrà ancora più in là. Si tratta, in breve, di

una tragedia complicata.

Il Vertice sul Cambiamento Climatico, dal modo in cui si sono svolti, rientra nella

categoria di storie romanzate. Drammatico lo stile delle migliori soap opera di

“Corin Tellado”, oltre tragiche, tempestose e imbarazzante. Drammatico, perché il

pianeta deve ora affrontare le peggiori inondazioni, siccità, e un allarmante

aumento del livello del mare a causa del surriscaldamento causato da un secolo di

industrializzazione. Qualora il tasso attuale di emissioni di anidride carbonica

(CO2) derivanti dalla combustione di combustibili fossili, prevede per il 2100, una

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236

temperatura media della Terra tra 1,8 e 4 gradi centigradi, che di superare i 2

gradi, le conseguenze saranno incontrollabile. Negli ultimi cento anni la

temperatura è aumentata in media di 0,74 gradi e il livello del mare è salito tra il 10

e 20 centimetri dalla scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e nell’Artico e

l’espansione termica dell’acqua a seguito del calore.

Gli scienziati più ottimistiche stimano che il mare si alzerà tra i 18 ei 59 centimetri

in più entro il 2100. Per altri scienziati più prudenti stimano per i prossimi 50 anni

che la piena può essere compresa tra uno e due metri rispetto al 1990. Colpendo a

milioni di persone che vivono in costiera, delta dei fiumi, sulle rive di laghi o la

completa scomparsa di interi paesi del Pacifico, come le Maldive e Kiribati, che

saranno sommersa da due metri sul livello del mare.

L’uomo ha rotto il fragile equilibrio dell’effetto serra, un fenomeno naturale per cui

il vapore acqueo, CO2 e altri gas trattengono il calore che irradia la Terra. Con

attività come combustione di combustibili fossili (soprattutto carbone e petrolio) e

la deforestazione siamo passati di emettere nell’atmosfera circa 2.000 milioni di

tonnellate di CO2 nel 1850 a 35.000 milioni attualmente, di cui meno della metà

vengono assorbiti dagli oceani e dalle foreste.

Tragico, tempestoso e imbarazzante, perché con il Vertice di Cancun, sono stati

fatti 16 vertice sui cambiamenti climatici (Vertice di Berlino, Vertice di Ginevra,

Vertice di Kyoto, Vertice di Buenos Aires, Vertice di Bonn, Vertice dell’Aia, Vertice

di Marrakech, Vertice di New Delhi, Vertice di Milano, Vertice di Buenos Aires,

Vertice di Trieste e Vertice di Cancun). Mega Vertici come il di Bali, Rio de Janeiro

e Johannesburg o mini-vertici, come Cochabamba. Oltre a questo, 5 mila attivisti

ambientalisti sono stati arrestati per disturbo dell’ordine pubblico durante questi

eventi. Cioè, 16 incontri sui cambiamenti climatici, per non concordare su nulla. O

concordare tra alcuni, ma senza compiere. Imbarazzo mondiale, dal modo in cui si

continua ad affrontare il destino del pianeta Terra e tutti i suoi abitanti.

A differenza del romanzo Cime Tempestose, i principali attori coinvolti in questi

Vertici –i rappresentanti dei paesi più inquinanti– non nascondono le loro

responsabilità e se sono chiari nell’ambiente che li toccano. Si fanno sentire come i

padroni e signori del Palazzotto, del pianeta. E comunque sono degli indolenti. La

fine delle due storie è la stessa: L’indifferenza verso la natura, l’odio e la follia della

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237

razza umana, e la vita impegnata di persone innocenti sulla soglia di una grande

tragedia.

La soluzione è nelle mani di coloro che fanno i vertici. È, nell’azione da ciò che

facciamo oggi, dalla più locale, più quotidiana, per contribuire a preservare la

natura. La missione di salvare il mondo è il compito degli ambientalisti. Dove la

vostra ragion dessere è quella di difendere la vita fino all’ultimo battito cardiaco,

senza esclusione di nessuna specie.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Page 238: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

238

L’altra faccia del Vertice di Cancun COP16: due

anni dopo

Al di là delle conclusioni formali o

protocollari, i giornalisti, partecipanti

che non rappresentano alcuna

delegazione, curiosi, lavoratori del

settore alberghiero, i traduttori o la

gente del posto sono stati anche

testimone di eccezione del dietro le

quinte di questo evento. Scriviremmo

in questo articolo, alcune di queste

impressioni.

La rappresentazione dei giapponesi,

ha fatto come quando in una partita di calcio, la squadra che sta vincendo negli

ultimi dieci minuti prima della fine della partita: fermare, rallentare la palla fino

all’ultimo fischio. Cioè, rallentarono qualsiasi accordo, con lo scopo di non firmare

nulla. Continuerano uccidendo balene e delfini per mangiare sushi. I cinesi hanno

ribadito il loro impegno a non continuare a inquinare. Impegno ripetuto nei 15

precedenti vertici. Gli Stati Uniti hanno dimostrato una grande comprensione di

ciò che sta accadendo nel mondo e promettono che essi sono disposti ad “andare

avanti” sulle questioni ambientali, e che nel prossimo vertice ne parleranno. I

paesi-isole del Pacifico, che sono sul punto di scomparire nel profondo delle acque

del mare, hanno spiegato la loro preoccupazione.

Uno scienziato spontaneo, che era tra il pubblico, prende la parola e ha presentato

il suo progetto di racchiudere questi paesi-isole in cupole di vetro in modo che

rimanendo somersi dalle acque, loro rimarrebbero tutti vivi al loro interno. Tutti

applaudirono per l’audace proposta, compresi i rappresentanti dei paesi

sviluppati, fino a quando ha detto, il vivace oratore, che questo progetto richiedeva

un trilione di dollari, ci fu silenzio assoluto, e un minuto dopo, tutti hanno

continuato a discutere di altre questioni e si sono dimenticati dello scienziato

pazzo.

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239

La delegazione della Bolivia, in tutti i suoi interventi domandò se avrebbero rivisto

ciò che loro avevano proposto nel vertice di Cochabamba. Nessuno è stato in

grado di chiarire questa preoccupazione, e così decisero di rimettere tutto in

discussione negli anni successivi. Il relatore della Comunità Europea, ha letto un

discorso, così lungo e noioso, che la delegazione cubana era gelosa, perché sono i

re dei lunghi discorsi. Come Obama non ha partecipato, non c’è stato lo show. I

gruppi anti-globalizzazione, hanno pensato che sarebbe stata un’altra buona

occasione per gridarli quattro urli all’impero.

Quindi, sono state rinviate diverse marce, per non dire che sono stati raffreddate.

Si è pensato all’ultimo minuto, che Hilary Clinton se fosse venuta, e tutti erano

pronti a montare la nuova concentrazione, anche se l’impatto mediatico sia stato

meno, ma comunque, nessun gringo è apparso e scoraggiati alcuni hanno visto gli

striscioni e i volantini.

La delegazione indigena e contadina, come altre organizzazioni ambientaliste,

hanno detto che non avrebbe sprecato il viaggio e hanno fatto la loro protesta,

quasi da soli, ma hanno fatto le loro cose.

Quindi, finalmente iniziò una marcia e caravan contro i Yankee. Hanno accusato la

Banca Mondiale e la Banca Interamericana dello Sviluppo per partecipare alle

negoziazioni sul Cambiamento Climatico. La marcia si è conclusa di fronte agli

impianti di una delle catena di supermercati “Walmart” perché, hanno spiegato, è

una transnazionale che dovuto al fenomeno della globalizzazione arriva ai paesi in

via di sviluppo e fanno fallire alle imprese nazionali più piccole. Non l’hanno fatta

di fronte ai McDonald, perché l’installazione era molto trascurara e molto lontana.

Alcuni avevano inizialmente proposto di protestare presso gli alberghi, perché

quasi tutti sono anche delle reti transnazionali, ma hanno deciso che meglio di no,

perché potrebbe influenzare sul turismo nella zona.

I giornalisti sono stati veramente infastiditi, come si dice in Messico, più noioso che

“ballando da solo con la suocera in una festa”.

Il presidente del Messico, consultò i loro consiglieri se ne valeva la pena o no di

pubblicare i risultati alla chiusura. Loro hanno raccomandato che quello più

prudente era di chiudere l’evento e basta —è sicuramente una persona seria—, e

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240

che, in assenza di quasi tutti i presidenti era meglio ignorare la foto protocollare.

Inoltre, il governo della città di Cancun, ha promesso di avere una maggiore

sicurezza per il prossimo vertice, perché anche se distribuiti oltre 6.000 poliziotti e

militari per proteggere gli ospiti, molti dei delegati sono stati sottoposti a furti e

rapine. Allora, il governo ha chiesto ai delegati, per piacere di essere discreti con

quello che è successo.

L’associazione dei tassisti a Cancun, hanno espresso la sua gratitudine, a loro è

andata bene, altrettanto al’associazione di bar, vendita al dettaglio di liquori e

locali notturni. Non così, all’associazione dei baristi e bottoni degli alberghi, essi

ritengono che le mancie date dalle delegazioni non hanno coperto le loro

aspettative. Juan “piccole mani” González, che vende giornali e riviste in giro nel

centro di riunione, si lamentava, perché, secondo lui, il vertice, non gli ha portato

fortuna, perché è piovuto molto, che quasi non ha potuto lavorare, “la natura è

arrabbiata e non aiutò a nessuno”.

Ci sono state lacrime di commozione alla cerimonia di chiusura, le delegazioni

hanno preso il loro congedo fino al prossimo vertice di Durban in Sud Africa. Ci

sono i delegati che hanno partecipato a tutti i Vertici, altre a 14 e così via, quacuna

solo a quella di Cancun —a proposito, molto pochi sono principianti—. Inoltre, ci

sono alcuni delegati o delegate che hanno figli fino a 16 anni, altri di minore età,

tutti questi prodotti da queste i emozionanti Vertici.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U.,

giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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241

8. Wikileaks

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242

Wikileaks e il Vertice di Cancún

Per un cittadino interessato alle

problematiche ambientali, lo sviluppo

del Vertice di Cancun, la poca

copertura delle discussioni o la quasi

totale assenza dei presidenti di tutto il

mondo, dovrebbe riempirlo di

incertezza. Il cambiamento climatico

insieme alla povertà e l’acqua

potabile sono i temi principali di

questo secolo. E questo incontro di

nazioni, è stato visto come un grande

sforzo, per proporre idee o accordi per il bene della vita umana e il resto delle

specie del pianeta.

Ma che è accaduto, quello che fin dall’inizio hanno segnalato gli analisti

politici/ambientalisti, che questo vertice poco avrebbe fornito alla soluzione di

questa grande preoccupazione come è il tema del cambiamento climatico? I cavi

segreti di Wikileaks, ci spiegano il perché il Vertice di Cancun è visto come uno

sforzo diminuito.

Due anni e mezzo fa, si è svolto in Danimarca, la XV Conferenza Internazionale

sul Cambiamento Climatico, chiamato anche il vertice di Copenaghen. Dopo la

riunione, seguita, da multipli rimproveri e accuse bilaterali, dal modo in cui gli

accordi sono stati presi in occasione del vertice. A quanto pare, callo di sorpresa

alla maggior parte delle nazioni inquinanti, gli accordi vincolanti che sono stati

proposti, che ovviamente non hanno assunto e il costo politico che gli hanno

causato, i mass media a questi governi per il loro non-impegno, per l’inquinamento

atmosferico aggressivo che essi stessi producono. Tale rischio, non erano disposti a

correre di nuovo, molto meno esporre la figura dei loro presidenti per prendere

una decisione sul sito.

Eppure, la questione ambientale, questa variabile, li tirò fuori, gli dipanavano

dall’approccio geopolitico, come finora sono stati trattati nella diplomazia

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243

internazionale. Ci riferiamo al vecchio paradigma post-Guerra Fredda, modello di

Kissinger, che è il modo in cui continuano a portare i giochi di potere tra le nazioni

sviluppate.

Le fughe di Wikileaks, messero allo scoperto i documenti post Vertice di

Copenaghen, che confermano quanto è già noto. Nella “alta diplomazia” la

questione ambientale non è la priorità –buono solo per il discorso– e dal Vertice in

Danimarca, i blocchi di potere, hanno condannato al fallimento nel Vertice di

Cancún.

Rivelatore, un paragrafo, uno dei documenti classificati, dove la Francia ha

espresso la sua posizione su quanto accaduto al vertice di Copenaghen. “...

l’ambasciatore a Parigi, Charles H. Rivkin, si incontra con l’allora ministro francese

dello Sviluppo Sostenibile, Jean-Louis Borloo, figure rilevanti per anni nelle

negoziazioni sul clima. Borloo, dice che è sbagliato da parte dell’europa insistere

sul concetto di “giuridicamente vincolante”, proprio l’opposto di ciò che

la commissaria aveva detto un mese prima. Il ministro ha ritenuto che

Copenhagen avevano fallito, perché la questione era stata trattata come “troppo

occidentale e troppo europeo”, focalizzata dai quei paesi che sinora sono disposti a

cedere la sovranità come hanno fatto gli europei dopo la seconda guerra mondiale

con la creazione dell’Unione Europea. Il Ministro ritiene impensabile questo per le

grandi economie emergenti e chiede un gruppo di otto paesi che raggiungano un

accordo. Borloo propone “La Germania e la Francia, USA, Cina, India, Brasile,

Algeria, Etiopia –e possibilmente del Sud Africa–“. Lascia fuori nell’elenco la UE e

rivela uno dei grandi problemi europei di Copenaghen. La battaglia del ego.

In conclusione: abbiamo bisogno di un nuovo ordine mondiale, con la premessa

che le questioni ambientali, è il tema del XXI secolo, che illuminerà, la nascita di

una diplomazia verde/blu. I futuri Vertici sulle tematiche ambientali, saranno utili,

se si progettano da una prospettiva subregionale, subcontinentale o bilaterale, tra

paesi che condividono lo stesso bioma. I cittadini interessati ai problemi

ambientali, l’ultima cosa di cui hanno bisogno sono Vertici mondiali. L’azione si

svolge nel micro. Tante cose da fare a livello locale, dalla vita quotidiana.

Documenti giustificativi da Wikileaks in spagnolo:

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244

Posizione del Governo francese http://tinyurl.com/28wxp79

Posizione del governo dell’Arabia Saudita http://tinyurl.com/23vbgkw

Posizione del governo degli Stati Uniti http://tinyurl.com/25aokg6

Posizione del Presidente della UE http://tinyurl.com/2efu8kq

Tradotto da: Lenin Cardozo | ANCA24 - Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

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245

Wikileaks: Cavo del governo Francese sul Vertice di Copenaghen, Jean-Louis Borloo, Ministro dell’Ambiente

Il ministro dell’Ambiente francese

riconosce che nel febbraio 2010 la

Francia non avrebbe dovuto chiedere

un trattato vincolante.

OGGETTO: “giuridicamente

vincolanti”. REF: 09 a Parigi 1635

Classificato (C) da parte

dell’Ambasciatore Charles H. Rivkin.

1. (C), Il ministro dell’Ambiente

francese Jean-Louis Borloo ha detto

all’ambasciatore che la chiave per progredire nei negoziati sul clima era quello di

fare un trattato giuridicamente vincolante in favore di un sistema che tenga conto

degli impegni nazionali. Ha anche sostenuto che lo avrebbe fatto con un piccolo

gruppo di otto o dieci capi di Stato, e dei suoi seguaci, per negoziare l’attuazione

dell’Accordo di Copenaghen. Borloo ha attribuito l’ossessione europea con accordi

giuridicamente vincolanti per la sua storia del dopoguerra e l’esperienza nella

creazione dell'Unione europea, progressivamente cedere la sovranità mediante

trattati. La chiave per raggiungere un tale accordo potrebbe essere una azione

degna di scambio di quote e meccanismi di finanziamento innovativi. L’accordo di

Copenaghen non è stato un fallimento, ma ha permesso ai media di portarla fino ai

confini, era una trappola. Fine Riepilogo.

2. (C) Ambasciatore Rivkin ha chiesto al Ministro di Stato per lo sviluppo

sostenibile, Jean-Louis Borloo, il 11 febbraio, rivedere la Conferenza di

Copenaghen nei prossimi passi dell'accordo. Borloo ha espresso in diversi modi

l’idea che Copenhagen era andato fuori strada dovuto al suo approccio troppo

occidentale ed europeo.Le principale economie dei paesi emergenti non erano

disposti a cedere la sovranità ad un trattato, mentre i membri dell’UE hanno visto

questo come normale ed essenziale. Borloo ha detto che Copenhagen, in effetti, ha

Page 246: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

246

istituito un accordo globale possibile sulla riduzione delle emissioni con gli Stati

Uniti, Cina ed Europa. Noi non andrà oltre questo equilibrio nella prossima

conferenza di Cancun, ha detto.

3. (C) Borloo ha insistito che i negoziatori della Convenzione Quadro delle parti

non sono in grado di chiudere un accordo dopo anni di negoziati. Ora corrisponde

agli principali capi di stato. Egli ha suggerito che un gruppo di otto o dieci:

Germania e Francia per l'Europa, USA, Cina, India, Brasile, Algeria ed Etiopia -e

possibilmente del Sud Africa-. Una volta fatta la reunione tra questi leader,

attraverso i loro seguaci o rappresentanti possono concordare su un piano di

attuazione di Copenaghen, sarà in gran parte accettabile e accettato dal resto del

mondo, e quindi può farsi un forum con le Nazioni Unite.–Borloo, rifiutò il ruolo

della Spagna come paese dell’attuale presidenza dell’UE, dicendo che la Spagna ha

superato i suoi obiettivi di Kyoto del 50 per cento e viene inghiottito dalla sua

situazione economica nazionale. Le Nazioni Unite hanno anche la capacità di la

leadership per far avanzare i negoziati, ha detto–.

4. (C) Borloo, sostiene che la chiave per l'attuazione del “equilibrio” a Copenaghen

dovrebbe essere un accordo volontario, ma anche automatico nell’applicazione e

s’includono le quote di emissione negoziabili –con i mercati del carbonio insieme–,

un meccanismo forestale –REDD plus–, e compreso il finanziamento innovativo e

u rapido meccanismo.Ha detto che la Cina sarebbe d’accordo ad un sistema come

il preferito ad un procuratore dell’UE e degli USA di carbonio frontiera o accordo

tariffari .

5. (C) Borloo ritiene che l’adesione all’Accordo di Copenaghen sarà più che

sufficiente per stabilire la sua accettazione, e si aspettava la maggior parte

dell’Africa e tre quarti degli stati insulari a bordo. Egli ha espresso che la Francia

continua a mantenere l’adesione e ha detto che personalmente era in viaggio e si

sarebbe incontrato con i suoi omologhi dei paesi chiave, tra cui Cina e India.

6. (C) COMMENTO: Borloo ha trasmesso una visione strategica di questi negoziati

che è cambiata significativamente. Constatiamo che ogni valutazione di uno

strumento giuridicamente vincolante non è solo inutile ma anche impossibile. Egli

ha sottolineato che a differenza di altri europei, i francesi comprendono la

posizione del Segretario Generale Adjunto e non era stato critico nei confronti

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247

degli Stati Uniti a Copenaghen. In realtà, ha detto, il successo dell’Accordo di

Copenaghen per il governo degli Stati Uniti è stato il coinvolgimento diretto del

Presidente Obama. COMMENTO FINALE.

7. (U) Borloo ha anche approvato una lettera da lui stesso, a nome dei francesi, alla

Segretaria dell'eEnergia per esprimere il cordoglio per la perdita di vite umane

nella centrale di energia Kleen Energy in Middletown, Connecticut, ed esprimendo

il suo desiderio che i feriti nell’esplosione si recuperano rapidamente.

L’Ambasciata ha inviato via fax la lettera al Dipartimento dell’Energia.

RIVKIN

Tradotto da: Lenin Cardozo | ANCA24 - Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

Page 248: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

248

Wikileaks: Cavo del governo Saudita sul Vertice di Copenaghen, James B. Smith

OGGETTO: Due facce della

negoziazione sul clima di Arabia

Saudita. Classificato da:

L’Ambasciatore James B. Smith.

1. (S) L'Arabia Saudita sta

ufficialmente ancora studiando la

questione della possibilità di

partenariato nell’accordo di

Copenaghen sul cambiamento

climatico. Dietro le quinte, abbiamo

capito che ci sono dibattiti seri in corso di svolgimento sulla strada che meglio

servirà, a lungo termine, agli interessi del Regno. Peraltro, l’Arabia Saudita ha un

negoziatore principale sul cambiamento climatico e ha criticato il processo del

Vertice di Copenaghen in privato e in pubblico, sostenendo che il processo

dell’UNFCCC 18 è l’unico quadro giuridico accettabile. Allo stesso modo, i

funzionari sauditi sono molto ansiosi di avere crediti d’investimento per le

tecnologie di cattura e di stoccaggio di carbonio (CO2) e di altri progetti di

trasferimento tecnologico che saranno disponibili solo dopo aver raggiunto un

accordo. Funzionari sauditi hanno espresso preoccupazione per l’impatto che una

transizione verso una energia basse in emissioni di carbonio, in quanto avrà un

impatto sul reddito del paese nel momento in cui si trova ad affrontare enormi

bisogni di finanziamenti per trasformare la sua economia, creare posti di lavoro

per i loro giovani, e le esigenze della sua popolazione in crescita. Anche i timori

sulle tasse e i costi economici associati alla “demonizzazione” del petrolio. Parte

della spiegazione di questa posizione è schizofrenica, il Governo saudita, finora

non hanno pensato a tutte le implicazioni di un accordo sul cambiamento

climatico, in parte perché non riescono a comprendere appieno gli scenari delle

18 United Nations Framework Convention on Climate, sigla in inglese del gruppo di esperti della

Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

Page 249: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

249

diverse esigenze. Sembra che ci sia un senso crescente all’interno del Governo di

Arabia Saudita –GAS– che può essere in pericolo di isolarsi nel cambiamento

climatico, che può provocare un riesame della sua posizione. I funzionari sauditi

hanno suggerito che hanno bisogno di trovare un modo di ridurre con eleganza le

difficili trattative. La posizione e l’impegno sostenuto in coordinamento con altri

governi, soprattutto si ha lanciato come uno sforzo di sviluppare un partenariato,

che può aiutarli a farlo. Riepilogo finale. L’Arabia Saudita non ha ancora deciso

l’accordo di Copenaghen.

2. (C) Il Dott. Mohammad Al-Sabban negoziatore per il Cambiamento Climatico in

Arabia Saudita ha detto il 03 febbraio che gli Stati Uniti dovrebbero adottare una

società più inclusiva, per la trasparenza del Regno. Convenzione Quadro delle

Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici -UNFCCC, sigla in inglese-. Anche se è

stato incoraggiato dal presidente Obama l’atteggiamento verso lo sviluppo dei

paesi partner nei negoziati ha un’altra abilità, Al-Sabban ha detto che le parti

necessarie per “imparare dagli errori” a Copenhagen nel pensiero sulla

preparazione per la prossima Conferenza delle Parti (COP) in Messico. Al-Sabban

ha detto che i paesi in via di sviluppo considerano che il loro padroni di casa, i

hosts, i danesi sono costretti a decidere su l’accordo di Copenaghen quasi senza

preavviso. I capi di stato sono stati chiamati troppo presto nei negoziati e la

pressione era troppa “Quando l’accordo non c’era ancora”, ha detto. In risposta

specifica alla richiesta degli Stati Uniti per supportare l’accordo di Copenaghen

(Rif. H), Al-Sabban ha detto l’Arabia Saudita stava ancora studiando l’Accordo per

determinarne la sua posizione. Il GAS è preoccupato per l’ambiente, ma deve

anche prendersi cura dei suoi cittadini, ha detto. Rispondere ai problemi economici

Arabia Saudita è chiave per il progresso.

3. (C) Gli è stato chiesto come far avanzare un compromesso sul cambiamento

climatico globale, Al-Sabban accordò che i negoziati hanno bisogno di un rapido

“risultato”, e ha detto che i paesi devono ricostruire la fiducia attraverso di

negoziati più trasparenti. Ha ricordato con affetto dal carattere inclusivo dei primi

negoziati del Protocollo di Kyoto, che ha detto deve essere replicato a Cancun. Al-

Sabban ha detto che i negoziati sui cambiamenti climatici devono rimanere sotto

l’UNFCCC e non realizzate con gruppi di esperti alternativi.

Page 250: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

250

4. (C) Gli è stato chiesto sulle azioni concrete per conseguire il clima nazionale, gli

obiettivi di cambiamento, Al-Sabban ha detto, l’Arabia Saudita a livello nazionale

per attuare le azioni idonee dovrá includere la cattura e stoccaggio del carbonio

(CCS) e questo richiede di crediti. Egli ha sottolineato la necessità che ha l’Arabia

Saudita per il trasferimento tecnologico di investimenti esteri diretti per mitigare

gli effetti negativi che le politiche di riduzione delle emissioni può avere nel

Regno. Al-Sabban ha detto che il GAS aveva studiato da vicino le politiche sul

cambiamento climatico dei “potenziali impatti negativi”. L’Arabia Saudita avrà

bisogno di tempo per diversificare la propria economia al di là del petrolio, ha

detto, notando che un impegno degli Stati Uniti per aiutare Arabia Saudita con i

suoi sforzi di diversificazione economica “devono togliere la pressione dei

negoziati sui cambiamento climatico”.

5. (C) Al-Sabban ha detto che lo sviluppo delle energie rinnovabili e tecnologie di

efficienza energetica è la chiave per soddisfare la domanda interna di energia in

Arabia Saudita, ed ha riconosciuto la necessità di una maggiore consapevolezza di

efficienza energetica. Il dispiegamento delle tecnologie CCS, –Cattura e Sequestro

di Carbonio–, ha detto che è “cruciale” per l’Arabia Saudita. Ha detto che la

retorica del governo degli Stati Uniti a porre fine alla dipendenza dal petrolio

straniero, ribadito dal presidente Obama a Copenaghen, è antagonista e causa

timore in Arabia Saudita. Il GAS è preoccupato per le prospettive di domanda di

petrolio e la produzione globale e teme che non sarà in grado di diversificare in

tempo per soddisfare i loro obiettivi di sviluppo. Negoziatore suggerisce

associazione.

6. (C) Il Consigliere Delegato del Presidente della Meteorologia e l’Ambiente

(PME) Fawaz Al-Alamy ha detto a Econoff 27 gennaio che gli Stati Uniti e Arabia

Saudita condividono gli stessi valori sul cambiamento climatico, ma hanno diverse

tattiche di negoziazione. Al-Alamy, che si unì alla PME alla fine del 2009 e che ha

portato l’Arabia Saudita all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), ha

detto che il ministro del petrolio saudita Ali Al-Naimi vuole avanzare nelle

negoziazioni dell’UNFCCC . –Nota: PME invia tre rappresentanti con Al-Sabban

per i negoziati sul cambiamento climatico. Nota finale–. L’approccio negativo di

Al-Sabban ai negoziati lo hanno “scoraggiato”, cosí come il corso “gioco di colpa”

sul cambiamento climatico. Arabia Saudita, così come la Cina e l’India, devono

Page 251: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

251

comportarsi come un’economia emergente piuttosto che un paese in via di

sviluppo, ha detto. Inoltre, Al-Alamy ha detto di aver incontrato l’ambasciatore di

Cina e l’India il giorno precedente e aveva discusso con il Regno sul cambiamento

climatico.

7. (C) Al-Alamy ha raccomandato diverse misure per il coinvolgimento degli Stati

Uniti con l'Arabia Saudita sul cambiamento climatico, comprese le attività di

sensibilizzazione con tutti gli attori principali, tra cui Al-Sabban, Al-Naimi

ministro del Petrolio e del principe Turki PME Il presidente Nasser Bin. Al-Alamy

raccomanda agli Stati Uniti raggiungere alla Segretario Generale del Gulf

Cooperation Council (GCC), chi ha il potere di abbassare i toni dell’allarme nel

resto del mondo arabo, come in Egitto. Al-Alamy raccomanda agli Stati Uniti

continuare a coordinare la vicinamento con le ambasciate di altri paesi, e ha detto

che è stato molto efficace. Consultato su come andare oltre il Protocollo di Kyoto,

Al-Sabban ha espresso la necessità di andare a negoziati, Al-Alamy ha rsiposto:

“Solo ha due anni per parlare di Kyoto” prima della sua scadenza.

8. (C) Al-Alamy, ha detto che il ministro del Petrolio Al-Naimi, appoggia

fortemente l’energia solare, e crede che spiazzarà a futuro il petrolio. Adesso è ben

utilizzato nel settore dell’energia e dobbiamo aumentare le esportazioni di petrolio.

Arabia Saudita utilizza actualmente 1, 5 milioni di barili al giorno per produrre

elettricità e acqua, ha detto. Il Regno sta valutando la possibilità di iniziare un uso

civile, la leadership del programma nucleare e il ministro degli Esteri Saud Al-

Faisal apoggia l’aumento dell’uso di fonti energetiche rinnovabili. Alcuni, tuttavia,

vedono in Copenhagen una seria minaccia alla stabilità economica dell’Arabia

Saudita. Al-Alamy ha detto: “tutti pensano che l’Arabia Saudita gli verrà chiesto di

pagare la fattura del cambiamento climatico”. Al-Alamy descrive le principali

preoccupazioni dell’Arabia Saudita, compresa la sua forte avversione al

commercio di miscelazione e le priorità ambientali. Senza diritti per piazzare il suo

petrolio e il gas, l’Arabia Saudita non sarà in grado di andare avanti con i loro

piani per la diversificazione economica e questo crea una “fobia” dei negoziati sul

cambiamento climatico, ha detto. I sauditi anche si risentono degli Stati Uniti

quando si prendono decisioni “senza consultare i suoi amici”, Al-Alamy ha detto

che l’Arabia Saudita, e Al Sabban, in particolare, deve sentirsi come un partner nel

processo decisionale negli Stati Uniti, É Al-Naimi, il problema?

Page 252: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

252

9. (S) Il ministro Al-Naimi, è sempre stato razionale e pratico nel parlare con le

delegazioni occidentali sul cambiamento climatico, sottolineando che l’Arabia

Saudita ha dovuto affrontare i loro problemi di sviluppo, ma ammette che il

mondo ha bisogno di lavorare insieme per affrontare il cambiamento climatico.

Queste tranquillizzante dichiarazioni contrastano fortemente con le dichiarazioni

pubbliche di Al-Sabban, come come gli interrogatori della scienza che sta dietro al

cambiamento climatico appena prima di Copenaghen, e spesso il suo

comportamento ostruzionistico, come riportato da un certo numero di ambasciate

a Riad, nel corso dei negoziati a livello di lavoro. Il Ministero Superiore dei

funzionari del petrolio ci ha rassicurato dopo ogni scoppi pubbliche di Al-Sabban

negli ultimi sei mesi che é stato “addomesticato” e riportato alla riserva. La

frequenza e il numero di volte che Al-Sabban é fuori linea, e la mancanza

apparente di qualsiasi sanzione, induce a interrogarsi circa la posizione reale

saudita sul cambiamento climatico.

10. (S) Una recente conversazione con funzionari dell’Ambasciata del Regno Unito

suggerisce che, in effetti, Al-Naimi, può avere alcune domande sul cambiamento

climatico. Essi sottolineano che Al-Naimi, è stato fortemente critico negli incontri

di Copenaghen e lo sforzo generale sul dibattito sul cambiamento climatico, è in

netto contrasto con precedenti reunioni. Egli lamenta che i capi di Stato sono stati

portati a negoziare le fasi finali, rendendo impossibile all’Arabia Saudita di

esprimere la loro vera opposizione ai vari elementi. Ha anche messo in dubbio la

legittimità del processo di Copenaghen e la sua direzione futura.

11. (S) Un alto funzionario del ministero del Petrolio ha spiegato che, lasciando

Copenaghen, la delegazione dell’Arabia Saudita è convinta che l’accordo di

Copenaghen non attirarebbe un sostegno significativo, apparentemente in gran

parte basato sull’analisi di Al-Sabban. L’ufficio del ministro è stato spiacevolmente

sorpreso quando divenne chiaro che i diversi paesi erano già stati associati con

l’accordo. Il ministro Principe Abdulaziz, ha detto che l’Arabia Saudita aveva

perso una reale opportunità di presentare “qualcosa di intelligente”, come l’India o

la Cina, che non era legalmente vincolante, ma ha indicato qualcosa di buona

volontà verso il processo senza compromettere la chiave degli interessi economici.

Il principe ha fatto capire che a EconCouns Al-Sabban non a lungo mantenerebbe

Page 253: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

253

la sua posizione, e ha detto che la sfida per l’Arabia Saudita è stata quella di

trovare il modo di “abbassare” dalla loro posizione di negoziazione. Commentare.

12. (C) Sembra che i funzionari sauditi sono in difficoltà di scoprire quale sia la

posizione che il paese dovrebbe prendere. Noi crediamo che il messaggio sta

arrivando, che vi è un ampio consenso tra i paesi in cui l’azione dei bisogni

materiali devono essere prese ora per affrontare il cambiamento climatico.

Riteniamo inoltre che i leader sauditi stanno cominciando a capire che sono in

pericolo di rimanere indietro. Hanno una grande preoccupazione legittima su

come questo processo influisce sui loro mezzi di sussistenza a lungo termine. Le

nostre conversazioni, tuttavia, con i funzionari di Finanza, Petrolio e altri ministeri

di economia suggeriscono che non sia sufficiente l’analisi economico di scenari

diversi per capire quale potrebbe essere l’impatto reale di un accordo sul

cambiamento climatico. Questo dibattito potrebbe contribuire a fornire il tipo di

base imparziale per rispondere alle legittime preoccupazioni di Arabia, ma anche

di compiere con la necessità di prendere misure per mitigare l’aumento delle

emissioni. Prendiamo come una incoraggiante affermare il fatto che diversi

funzionari sauditi ci hanno segnalato che l’accordo di Kyoto funziona solo per due

anni ancora, suggerendo che alcuni almeno dovranno capire la necessità di

tracciare un sicuro corso futuro. Ci prendiamo sul serio il suggerimento che

dobbiamo aiutare ai sauditi a trovare un modo per abbassare la supposizione

attuale, a fare possibile, di offrire la mano di partnership che possono aiutare a

persuadere il resto dell’OPEP a seguire l’esempio. Per ora, riteniamo che il

successo richiede l’impegno costante e largo con la leadership saudita, in quanto

penso che il problema è molto più di un negoziatore farabutto, ma alcuni i timori

ampiamente condivisi sul futuro e l’incertezza sulla strada a seguire.

SMITH

Documento giustificativo da Wikileaks in spagnolo:

Posizione del governo dell’Arabia Saudita http://tinyurl.com/23vbgkw

Tradotto da Lenin Cardozo | ANCA24 - Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

Page 254: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

254

Wikileaks Cavo del Presidente dell’UE, Herman Van Rompuy, del Vertice di Copenaghen

Il presidente dell’UE qualifica

l’incontro come “un disastro

incredibile” in cui l’Europa è stata

“maltrattata”.

Questi sono i piani del presidente

dell’UE Herman Van Rompuy dopo il

Vertice di Copenaghen. Classificato

da: Direttore Commerciale Richard M.

Eason.

1. (C / / NF): L’ambasciatore ha

parlato sulla Conferenza delle Parti COP 15, tenutasi a Copenhagen con il

presidente permanente del Consiglio dell’UE Herman Van Rompuy. 23 dicembre.

Dopo il caffè ha ricevuto una lettera di congratulazioni da parte del Presidente

Obama. Van Rompuy ha chiamato la conferenza di Copenaghen come un disastro

in cui è stata esclusa l’Europa e maltrattata. Ha predetto che nel Vertice in Messico

COP 16 sarebbe un disastro, aggiungendo che la conferenza multilaterale non

risolverebbe il problema del clima. Ha proposto un accordo tra l’UE e gli Stati

Uniti durante il prossimo incontro possibile con gli Stati Uniti. Vertice dell’UE a

Madrid, poi la Cina è vicina a raggiungere una soluzione praticabile. In

Afghanistan, Van Rompuy, ha detto che nessuno credeva in Europa. In

Afghanistan, ha detto che l’Europa deferenza agli Stati Uniti, dovrebbero avere i

risultati nel 2010, o Afghanistan finisce per l’Europa. Fine Riepilogo. Caffè con il

presidente dell’UE Van Rompuy

2. (U): Seguendo le istruzioni, ho consegnato la lettera di congratulazioni da parte

del Presidente Obama al nuovo presidente del Consiglio dell’UE Herman Van

Rompuy, il 23 dicembre. L’incontro è stato ospitato dal suo nuovo capo dello Stato

Maggiore Frans Van Daele. Non avevo alcuna intenzione di partecipare a qualsiasi

discussione di merito o di entrare in un dominio, meglio lasciare l’Ambasciatore

Kennard. Tuttavia, sia Van Daele e Van Rompuy sono miei amici e mi hanno

Page 255: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

255

invitato a prendere un caffè durante un’ora. Dato il periodo di vacanza, gli uffici

dell’UE sono praticamente vuoti e gli uomini sembravano di avere tempo da

perdere. In primo luogo, si parlò su molti scherzi sociali: trasferirsi in uno spazio

nuovo di ufficio, le vacanze, e la famiglia. Copenaghen è stato un disastro per

l’Europa.

3. (C / / NF): Van Rompuy ha parlato della recente Conferenza COP 15 di

Copenaghen, definendola una “catastrofe incredibile”. Non era arrabbiato, come

mai sembra arrabbiato, ma è stato scoraggiato e frustrato. Ha detto che l’Europa

era stata “totalmente esclusa” ed è stata “maltrattata”. Pensava che l’unica grazia

salvifica era solo che lui non c’era. Van Rompuy ha detto: “Se fossi stato lì, la mia

presidenza sarebbe finita prima di cominciare”. Ha detto che è stato criticato per

non essere presente a Copenhagen, aggiungendo che non aveva bisogno di essere

lì perché non iniziava nella sua nuova posizione fino al primo di gennaio. Ha

pensato che fosse una saggia decisione di non partecipare alla conferenza,

nonostante la pressione.

4. (C / / NF): Mi ha risposto che non aveva idea di cosa sia realmente accaduto,

visto che non c’era lì, mi ha offerto i rapporti che aveva visto, sembrava meglio un

incontro caotico dove si aveva preso la decisione di escludere l’Europa. Ma Van

Rompuy, che non ha dato molte spiegazioni la sua risposta è stata, “che certamente

avrebbe potuto chiamare a Europa”.

5. (C / / NF): Van Rompuy sembrava attribuire parte della colpa a Europa. Ha

detto, “nessuno sa a chi rivolgersi: Merkel, Barroso, chi lo sa”. Ha detto che aveva

intenzione di prendere il controllo di una Europa sulla stessa strada. Egli ha detto

che aveva programmato una riunione informale dell’UE in febbraio per discutere

di economia, ma ora aveva intenzione di utilizzare la riunione per discutere di

Copenhagen, oltre l’economia. Intende ottenere dell’UE in fila. EE.UU. e l’UE

bisognano di parlare di cambiamento climatico in Madrid.

6. (C / / NF): Van Rompuy ha detto che ha “rinunciato a Città del Messico”, con

Van Daele prevista chiamando alla prevista riunione delle Nazioni Unite COP 16

che si terrà da novembre a dicembre 2010 “Incubo su Elm Street 2”, e dicendo: “Chi

vuole vedere quel film dell’orrore di nuovo”. Van Rompuy ha detto, “le riunioni

multilaterali non funzioneranno”. Ha detto che l’Europa doveva prima di andare

Page 256: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

256

avanti nella stessa strada, e quindi, l’Europa doveva compiere con gli Stati Uniti, e

infine –credo che sei riferiva a Europa e agli Stati Uniti- doveva rispondere, così

come con la Cina. Invece di aspettare che un fallimento a Città del Messico, che

mira ad affrontare questioni di Copenhagen con gli Stati Uniti a Madrid, che

prevede la partecipazione della Cina negli anni successivi. Nella sua mente, gli

affari con gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi su Madrid. Non su Città di

Mesico.

EASON

Tradotto da: Lenin Cardozo | ANCA24 - Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

Page 257: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

257

9. Interviste nel Tempo

Page 258: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

258

Ecopoesía un cammino per la riflessione. Intervista con il poeta Lubio Cardozo

Lubio Cardozo (1938) Poeta, saggista,

ricercatore e critico letterario.

Laureato in Lettere presso l'Università

Centrale del Venezuela, con

Postlaurea in Ricerca Documentale

nella Scuola Documentalisti di

Madrid. Ha ricoperto diversi incarichi

presso l'Università di Los Andes,

nello stato venezuelano di Mérida,

dove vive. Ha coordinato la rivista

Actual della università. È riconosciuto

la sua preziosa attività investigativa nella storia, teoria e critica, con oltre trenta

titoli pubblicati. Egli è l'autore dei libri di poemi Extensión habitual (1966),

Apocatástasis (1968), Contra el campo del rey (1968), Salto sobre el área no hollada

(1971), Fabla (1974), Paisajes (1975), Poemas de caballería (1983), Solecismos (1986),

Poemas (1992), Lugar de la palabra (1993), El país de las nubes (1995), Un verso

cada día (1995) y Ver (1999). Tutta la sua poesia, è stata raccolta nel volume La

cuarta escogencia (Edizioni Mucuglifo, 2006). Esponente della poesia ambientalista

latinoamericana.

Lenin Cardozo: Poeta Lubio oggi si può dire che c'è, esiste la

poesia ambientalista o Ecopoesia?

Poeta Lubio: Perché il poeta spesso a volte pianta fra le sue

composizioni, alberi, erbe, il verde? Viene la tradizione da Orfeo, da

Omero. Alberi, arbusti, cespugli: genitori-madri della vita sono;

sanno abbastanza di quella realtà, nell'uso della sua retta ragione,

l’ecologista, il botanico, lo scienziato, ma il poeta lo sa. Vedrà Lui nei

rappresentanti della vegetazione mai solo oggetto dell'ambiente ma afettuosità.

Page 259: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

259

Dialoga il poeta profondamente, per la sua qualità di veggente, con loro, con gli

esseri verdi, già mediante voci insonorizzate dell’orizzonte contemplativo, già in

altre basta l’intenso intendersi reciproco della presenza. Si accorge il trovatore

dell'ascolto vero, dell'udire. Gode quando vede la gioia delle piante, sente anche il

suo terrore davanti l'arrivo degli odiati insetticidi. Il poeta il canto corale della

foresta, della fronda, dei cespugli, dei morichales. Celebra la foresta dei boschi o si

rattristice con il mustiada, l’appassimento.

Lenin Cardozo: Può la poesia ambientalista essere considerata

poesia del XXI secolo?

Poeta Lubio: Come i poeti così i filosofi sono grandi lettori del suo

tempo nella sua opera spesso forniscono risposte alle grandi

domande che ha a che fare con il destino dell'umanità. Non solo per

la sensibilità evidente del poeta, ma perché la poesia è anche armata

con la musica (ritmo) e il pensiero. Heidegger dice che coloro che

cercano l’essere dell’esistenza con più forza è il poeta, il poeta “fonda” cioè, crea e

fornisce risposte alla sua contemporaneità. Oggi stesso, quello che per la maggior

parte delle persone forse possa passare inosservato al poeta non li sfugge niente: il

dramma del pianeta Terra comprendendolo nella sua complessità il pianeta ei suoi

abitanti, gli animali terrestri, animali marini, animali dell’aria, la vegetazione e il

humanus. Questo non determina il futuro della poesia verso un percorso ma

innegabilmente ogni giorno specifico la tragedia ecologica, la riflessione

ambientalista toccherà le porte dei poeti e loro la apriranno.

Lenin Cardozo: Ha la poesia ambientalista precursori in America

Latina?

Page 260: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

260

Poeta Lubio: Nel "Viaggio verso le regioni equinoziali del Nuovo

Mondo" nominò Humboldt il nuovo mondo, o meglio conosciuto nel

linguaggio quotidiano come Hispanoamérica, la poesia nasce

identifica con il paesaggio basti dire, con l'ambiente di questa regione.

Andrés Bello è quel poeta che inaugurò l'esaltazione della

nuovamondana terra verde. È il primo poeta ambientalista di questo continente,

perché la sua poesia esprime attraverso il diafano talento di questo venezuelano,

una difesa patetica della natura del nuovo mondo. Ha fatto la sua lirica mediante

la tessitura delle ritmiche parole con lo vegetale, della musicalità verbale con il

verde, del senso delle voci con le erbe, arbusti, alberi, fiori, in ogni modo. Andrés

Bello è il primo che nomina –nella poesia– gli alberi de la fronda nuovamondana.

Già nel 1810 nella sua permanenza a Caracas tre vigorosi odi al verde compose: El

Anauco, Mis Deseos, A un Samán. La sua composizione El Anauco (scritto nel 1800)

si riferisce a un piccolo fiume di Caracas, dell’epoca, nel bel mezzo di un ambiente

boschivo emotivo:

“Tu, verde e gentile rive di Anauco, per me più felici che le foreste idalios e i

pascoli splendidi della placida Páfos, risuonarai nei miei canti umili; e quando la

mia ombra sulla nefasta nave visitatrice del Erebus le valli solitarie nelle tue

ombrose giungle e lontane tane vagarò qual un giorno” (...) (A. Bello, EL

ANAUCO. En: Poesías. Caracas, 1981. pp. 5-6).

Nel sonetto Mis Deseos per la prima volta nella lirica hispanoamericana due

emblematici alberi, la palma di cocco –“il “cocotero”– accanto al Salice appaiono.

Vero poema acquerella dove Bello dice:

“Da Aragua alle rive un distretto che mi tribute le semplice squisitezze, che vicino

alle mie rustiche case tra massi scorra un ruscello. Per prendermi nel calore estivo

che abbia un boschetto, voglio anche, che cresca accanto al salice il coco

orgoglioso”. (A. Bello, “Mis Deseos”. En: Poesías. Caracas, 1981. p. 7).

Lo stesso vale per la piccola composizione in romanzo ottonari il poema “A Un

Samán”, Bello esalta questo gigante della flora nativa:

Page 261: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

261

(...) “Allunga, il Samán i tuoi rami senza timore al fato feroce, e che la sua ombra

amichevole al camminante protegga.” (A. Bello, “Aun Samán”. En: Poesías.

Caracas, 1981. p. 32).

E al di fuori dei confini del suo paese, sia nella sua permanenza a Londra, sia nella

sua residenza definitiva in Cile, l'ecologia botanica "regioni equinoziali del Nuovo

Continente" humboldtiana, la lirica di Andrés Bello nativa esaustivamente,

“consostanzializza” la sua anima poetica, in particolare con tutto ciò che riguarda

la flora dell'agricoltura, così come di altre specie. È importante sottolineare che

questa difesa ecologica della vegetazione del Nuovo Mondo inaugurata, iniziata da

Andrès Bello favorevolmente ebbe molto buona continuità in tutto il continente.

Questo percorso che rafforzerebbe in modo originario l'essenza della lirica del

Nuovo Mondo ha come punto di partenza il poema LA AGRICULTURA DE LA

ZONA TORRIDA di Andrés Bello, la composizione consacrazione di una strada

degna della lirica di questo Continente, ma soprattutto nello spazio compreso tra il

Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno, che per Humboldt erano "le regioni

equinoziali del Nuovo Continente", Bello la nominò con un concetto radicale La

Zona Tórrida.

Lenin Cardozo: Poeta Lubio dalla sua grande produzione poetica,

da quale delle sue poesia si potrebbe dire che ha iniziato la poesia

ambientalista?

Poeta Lubio: ho avuto la fortuna di trascorrere una buona parte della

mia infanzia in un villaggio boscoso, attraversato da un grande fiume

e numerosi torrenti, circondata da piantagioni di caffè e cacao e

confinato con il mare, Choroní (a nord dello stato di Aragua,

Venezuela). Questi paesaggi della mia infanzia cominciarono ad

apparire nella mia scrittura lirica dalle mie poesie Paisajes (1975). Si potrebbe dire

che questo libro comincia con quella che voi chiamate la poesia ambientalista o eco

poesia. Che adesso recito:

******************** LA RISATA, LE DONZELLE, I GIGLI, IL POZZO DI FIUME

Page 262: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

262

E pensare che quel verbo è falso fino a sempre: tornare. E pensare che non

possiamo: Non ritorneremmo al pozzo del fiume sotto i grandi mijaos. Ci saranno

di nuovo le donzelle sulle isole di pietra tra gigli di acqua. Attraverserà gli spinari

della collina il canto delle lavandaie. Ma adesso non si può tornare indietro perché

il mondo che abbiamo fatto male fin dall'inizio è pietra in mezzo di un ampio

fossato che non potremmo saltare Isola deserta circondata da fantasmi. Appena se

disponiamo del cuore fra i fiuoriti uragani.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2011/12/entrevista-al-poeta-lubio-cardozo.html

Lubio Cardozo, Ecopoesía un camino para la reflexión. Entrevista al poeta Lubio

Cardozo. Martes, 13 de diciembre de 2011.

Page 263: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

263

AMAZZONIA: Intervista a Chico Mendes dopo la morte

Questa è una intervista fatta da Lenin

Cardozo Parra.

Chico Mendes, nome completo

Francisco Alves Mendes Filho

(Xapuri, 15 dicembre 1944 – Xapuri,

22 dicembre 1988), è stato un

sindacalista, politico e ambientalista

brasiliano.

Raccoglitore di caucciù (seringueiro), è

stato Segretario Generale del

Sindacato dei Lavoratori Rurali di Brasiléia (Sindicato dos Trabalhadores Rurais) dal

1975 e promotore della nascita del sindacato a Xapuri (1976), lega il proprio nome

alla lotta contro il disboscamento della foresta amazzonica, condotta dai contadini

con metodi assembleari ed utilizzando con successo la pratica dell'empate

("impedimento, stallo"). Nel 1978 è eletto vice presidente del consiglio comunale a

Xapuri (l'anno seguente è presidente). Tende a trasformare il consiglio (Câmara

Municipal) in un'assemblea permanente in cui partecipano tutte le componenti

politiche, sociali e religiose della città, non ricevendo l'appoggio delle formazioni

politiche ufficiali, incluso il proprio partito, il Movimento Democratico Brasiliano

(MDB). Viene pubblicamente minacciato dai possidenti della zona e cominciano le

repressioni violente degli empates, che perdono l'efficacia iniziale, e le carcerazioni

extragiudiziali di centinaia di contadini per tutto il decennio successivo; in

quest'anno anche Chico Mendes viene arrestato e torturato. Il sindacato dei

lavoratori rurali conosce però una forte espansione diventando il maggiore dello

stato di Acre.

Lenin Cardozo Parra, Ecologista. Scrittore venezuelano e ambientalista. Corsi post-

universitari in MBA, Management Pubblico, Filosofia e Storia. Dottore in Scienze.

Direttore esecutivo Canal Azul 24 https://anca24latam.wordpress.com/ e Blue

Chanale 24 www.bluechannel24.com. Fondatore della ONG Azul Ambientalistas

Page 264: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

264

www.azulambientalistas.org, email: [email protected] e il

Blog http://lenincardozo.blogspot.com/.

Lennin Cardozo: Chico, sono trascorsi 26 anni dalla tua morte per

mano degli agricoltori assassini che hanno cercato di trasformare

la foresta amazzonica del Brasile in un deserto, situazione

ripetutamente dennunciata da te, e mai ti hanno dato una

protezione adeguata. Da qui, ti domando: si può dire oggi nel

2015, quando dovresti avere in vita 70 anni, è valsa la pena il tuo

sacrificio?

Chico Mendes: Personalmente, il mio sacrificio non han avuto

senso. Ho Lasciato una figlia di 18 anni dal mio primo

matrimonio non protetta e due bambini orfani, Sandino, 2 anni, e

Elenira di 4. Ed una giovane moglie, Ilzamar Gadelha sola e quasi

indigente.

Per quanto riguarda la mia lotta per la difesa dell'Amazzonia,

anche quando si è creata una riserva con il mio nome con un milione di ettari, dopo

la mia morte e oltre a 12 riserve estrattive, per un totale di 55, che con grande

orgoglio è stata paragonata con la superficie della madre patria, il Portogallo

(91.825 km2), la protezione della foresta amazzonica è rimasta praticamente

soltanto nel discorso, e non in una azione contundente. La deforestazione,

avvenuta negli ultimi 20 anni che territorialmente supera, in 9 volte quello che è il

territorio del Portogallo (800.000 km2).

Continua privando l'economia del voto. È Meglio avere il voto, degli estrattori e

predatori dell’Amazzonia, per difendere il polmone verde del pianeta. Il Piano di

Accelerazione della Crescita, che comprende opere di grande impatto in

Amazzonia, proposta dal secondo mandato di Lula, evidenza, che è stata piú forte

l'immediatezza di voler favorire lo sviluppo economico, che i sacrifici nella vita,

per la stessa difesa della Madre Foresta, più di un migliaio di dirigenti contadini,

sacerdoti e sindacalisti, i cui decessi sono stati attribuiti per lo più all’Unione

Democratica Ruralista (UDR), un'organizzazione dei latifondisti brasiliani del nord

che, in assoluta impunità, rimangono e continuano ancora ad operare.

Page 265: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

265

Lennin Cardozo: Ma Marina Silva, la tua compagna di

combattimento, essendo Ministra dell'Ambiente con Lula, è stata

attiva nel cercare di fermare i crimini ambientali. Si potrebbe dire,

quindi, che ciertamente ci fosse stata una volontà politica di agire?

Chico Mendes: Marina, è una donna coraggiosa e di principi. Lei

è rimasta sola in queste azioni, praticamente è stata quasi una

iniziativa personale. L’agenda pubblica del governo poco o nulla

li è preoccupato il destino della foresta. La stessa uscita di Marina

dal Ministero è stata dovuto al suo disaccordo, della strategia del

governo per favorire agro-affari nelle zone amazzoniche. Ha

resistito fino alla fine, l'aggressiva opposizione che ha trovato all'interno del team

di Lula, verso le sue iniziative ambientali, e in particolare verso lo sfruttamento del

Rio delle Amazzonia.

Lennin Cardozo: Senti che la sua causa, la causa di Marina o la

lotta è stata tradita da Lula?

Chico Mendes: Lula, è Lula. Ha lavorato tutta la sua vita per

diventare un uomo statista del Brasile. Coloro che abbiamo dato

la nostra vita per difendere l'Amazzonia, avevamo un debito

ancestrale. Eravamo i figli della foresta e i nostri corpi sono stati

lasciati lì. Gli impegni sono diversi. Figli di uno stesso paese, ma

madri diverse. La nostra sarà sempre la Madre Foresta.

Lennin Cardozo: Chico, a nome degli ambientalisti che abbiamo

ancora il dono della vita, ti ringraziamo per la tua eredità.

Page 266: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

266

Chico Mendes: siamo consapevoli, che la difesa del Rio delle

Amazzonia, non è responsabilità del governo di turno del Brasile

soltanto e di altri paesi, che hanno sul suo territorio un pezzo

della Madre Foresta. È l'impegno della nuova umanità del XXI

secolo, per preservare il grande polmone verde meraviglioso che

ci nutre invisibilmente ogni giorno. Oltre a proteggere anche la

più grande biodiversità del pianeta.

Se si è sensibile al problema del tema dell’Amazzonia e se siamo in grado di

aggiungere più persone per allertare e diffondere ciò che sta accadendo là. Prima o

poi, tutti guarderanno verso la Madre Foresta, per esigere come un grande gruppo

globale, il ritiro dalla deforestazione.

Solo quando questo accade, l'offerta personale di Chico Mendes, così come quella

di tanti ambientalisti martiri brasiliani, avrà la sua giusta valorazione.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2011/01/entrevista-chico-mendes.html

Lenin Cardozo, AMAZONIA: Entrevista a Chico Mendes. Domingo, 9 de enero de

2011.

Page 267: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

267

Intervista a Lenin Cardozo Parra: La realtà ambientale in America Latina

Questa intervista è a cura di Gustavo

Carrasquel, Direttore del Programma

Atenzione Ambientale della

Fondazione Azul Ambientalistas.

Consulente Ambientale delle Nazioni

Unite attraverso l’UNEP per il periodo

2015-2019.

Lenin Cardozo Parra, Ecologista.

Scrittore venezuelano e ambientalista.

Corsi post-universitari in MBA,

Management Pubblico, Filosofia e Storia. Dottore in Scienze. Direttore esecutivo

Canal Azul 24 https://anca24latam.wordpress.com/ e Blue Chanale 24

www.bluechannel24.com. Fondatore della ONG Azul Ambientalistas

www.azulambientalistas.org, email: [email protected] e il

Blog http://lenincardozo.blogspot.com/.

Gustavo Carrasquel: Lenin, ho seguito la tua carriera professionale

come scrittore e professionale sulle questioni ambientali, ho letto i

tuoi articoli, libri e ricerche su tematiche ambientali latinoamericana.

Quindi, da una prospettiva globale, ti domando: Pensi, che i problemi

ambientali in America Latina sono problemi ambientali molto

differenti nel resto del mondo?

Lenin Cardozo: L’America Latina è una realtà continentale e

subcontinentale, ben diversa dal resto dei continenti o sub-continenti

del mondo. La differenza fondamentale è nella ottica o prospettiva di

vedere il mondo, interessi locali o regionali, e i gruppi etnici che le

abitano. Abbiamo il più grande polmoni vegetali, giungle e foreste

del mondo cosí come la maggiore quantità di terra che non sono stati ancora

sfruttate, inoltre abbiamo grandi risorse naturali come l’acqua, il petroleo e le

miniere. Le nostre preoccupazioni ambientali sono specifici e le soluzioni principali

Page 268: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

268

devono promuovere la crescita responsabile e inclusiva di tutte le specie che ci

vivono e viviamo sul pianeta. Il riscaldamento globale, l’indebolimento dello strato

di ozono, e di altre questioni importante e complesse ambientale, cessano di essere

la nostra priorità data l’impassibilità davanti alla deforestazione incontrollata

dell’Amazzonia, gli interventi umani che accelerano la siccità dei nostri laghi e

fiumi, le grandi isole dei rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico da anidride

carbonica nelle nostre città, tra le altre situazioni rilevanti. Siamo quindi di fronte a

realtà diverse che meritano diverse strategie.

Gustavo Carrasquel: Da questo punto di vista, potremmo dire

allora che l’idea di sviluppo sostenibile non è applicabile alla realtà

latinoamericana?

Lenin Cardozo: Lo sviluppo sostenibile proposto, è la tesi dei paesi

sviluppati, preoccupati per l’imminente esaurimento delle risorse

naturali nel corso del tempo, frutto di un consumo eccessivo di

queste società, si propone un modelo di consumo più “equilibrato”,

in funzione di garantire alle generazioni future lo sfruttamento delle

stesse risorse. Questo concetto è stato accolto con applausi e acclamazioni e copiati

in ciascuna delle costituzioni delle nazioni dei paesi latinoamericani, fino al punto

tale che si organizzarono studi di master nell’Università del Centro e Sud America

per approfondire “le considerazioni del caso”. Ma di quale generazioni future

parla questa proposta?, delle generazioni future Latine o africane?, Questa tesi

parla delle generazioni di questi paesi sviluppati, perche si parla ancora del

pensiero unico, basato sul principio che l’espressione della vita ruota solo attorno

ad un specie, la specie del Caucaso –LORO-. Un ragionamento totalmente

egocentrico e di esclusione.

Gustavo Carrasquel: È pronta l’America Latina con i suoi pensatori,

filosofi e scienziati di creare la sua teoria o un metodo per l’analisi

ambientale nel subcontinente?

Page 269: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

269

Lenin Cardozo: Negli ultimi 20 anni, filosofi, scienziati, politici e

gruppi ambientalisti sono entrati nell’agenda pubblica in America

Latina, chiedendo un posto nel dibattito. Leonardo Boff, Marina

Silva, Carlos Minc, Marcos Reigota del Brasile; Ernesto Guhl, John

Casavelos, Miguel Grinberg, Andrés Carsen, Gustavo Rivollier

dell’Argentina; Luz Beatriz Gaviria, Jesús Hidrobo, Anibal Patiño, Isaia Tobasura,

Hildebrando Velez, Gustavo Wilches di Colombia, Ricardo Navarro, Camacho

Hernandez, Jorge Emilio González, Homero Aridjis del Messico, Juan Grau di Cile,

Egilda Parra, Elio Ríos di Venezuela, tra gli altri, con il loro contributo ci è stata

aperta la strada per conquistare il pensiero ambientale proprio.

Gustavo Carrasquel: Qual è la proposta o la strada da seguire?

Lenin Cardozo: Stimolare dallo spazio o l’opportunità più piccola

alla più grande, la sensibilizzazione, la coscienza cittadina e la

partecipazione attiva dalla prospettiva ecologica, conservacionista e

ambientalista.

Gustavo Carrasquel: E sul piano ideologico, si potrebbe pensare che

la mancanza di nuove bandiere sulla sinistra in America Latina,

hanno fatto che questo approccio politico si avicini o rifugia nel

discorso ambientale, attraverso la militanza e l’attivismo di gruppi

ecologici e ambientalisti? Faccio questa citazione, per la nascita dei

partiti Verdi nella regione, tale come il partito Verde del Brasile, Cile, Colombia,

Guatemala, Messico ed Argentina, tra gli altri, dove molti dei suoi attivisti sono

stati uomini che hanno abbracciato in passato le bandiere della sinistra?

Page 270: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

270

Lenin Cardozo: Il diritto alla vita di tutte le specie, non è una

bandiera di qualsiasi ideologia particolare. La riconciliazione, il

consenso, la madre dell’unità ideologica è quella di essere iniziato

dalla necessità di salvare il pianeta insieme. I partiti verdi e le

associazioni ambientaliste, gli ecologisti o conservacionisti sono

spazi di partecipazione dei cittadini. Se le persone di sinistra hanno trovato rifugio

in queste organizzazioni o di destra o di centro, presumo che saranno sempre

benvenute, perché la tutela ambientale ha bisogno di tutti.

Gustavo Carrasquel: Per concludere, non voglio lasciare questa

intervista senza chiederti: cosa pensi dovrebbe essere la posizione dei

giornalisti e dei mass media sul risveglio di una consapevolezza

ambientale pubblica?

Lenin Cardozo: I giornalisti, i mas media e la comunicazione,

dovrebbero anche essere educati sulle questioni ambientali. È lo

spazio per il giornalismo investigativo e il giornalismo di

rivendicazione. Altrettanto, i mass media hanno un forte impegno

etico con i cittadini, nella programmazione che generano

consapevolezza sui diversi problemi ambientali nella regione del paese, e del

pianeta.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2010/03/entrevista-lenin-cardozo-por-

gustavo.html Gustavo Carrasquel, Entrevista a Lenin Cardozo por Gustavo

Carrasquel. Tema: La realidad ambiental en Latinoamérica. Domingo, 28 de marzo de

2010.

Page 271: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

271

Intervista a Jacques Yves Cousteau

Jacques-Yves Cousteau (Saint-

André-de-Cubzac, 11 giugno 1910 –

Parigi, 25 giugno 1997) è stato un

esploratore, navigatore, militare,

regista e oceanografo francese.

Cousteau amava definirsi un "tecnico

oceanografico". Egli fu in realtà un

sofisticato amante della natura,

specialmente di quella marina. Il suo

lavoro permise a persone di tutti i

continenti di visitare la vita che sta

sotto la superficie oceanica ed esplorare attraverso la televisione le risorse del

"continente blu".

I lavori prodotti da Cousteau hanno anche creato un nuovo tipo di comunicazione

scientifica che gli causò qualche critica da parte degli accademici tradizionali. Il

cosiddetto divulgazionismo, una forma semplice e comprensibile di condivisione

dei concetti scientifici, venne ben presto utilizzato anche per altre discipline e

divenne una delle caratteristiche più apprezzate delle moderne trasmissioni

televisive. L'informazione documentaristica trovò nelle parole di Cousteau un

semplice schema da seguire.

Oggi la figura di Cousteau è ammirata e benvoluta in tutto il mondo, grazie ai

molti che amano il mare, e viene considerata con una sorta di devozione, in quanto

simbolica dell'avventura, della natura e dell'esplorazione.

La Carta dei Diritti delle Generazioni Future è stata proposta da Jacques-Yves

Cousteau e dalla sua équipe in collaborazione con l'UNESCO e da questa

approvata nel 1991; ha raccolto, attualmente, adesioni in più di 100 Paesi.

Lenin Cardozo Parra, Ecologista. Scrittore venezuelano e ambientalista. Corsi post-

universitari in MBA, Management Pubblico, Filosofia e Storia. Dottore in Scienze.

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272

Chanale 24 www.bluechannel24.com. Fondatore della ONG Azul Ambientalistas

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Blog http://lenincardozo.blogspot.com/.

Lenin Cardozo Parra: Jacques, ora che dovrebbe avere 105 anni di

età, in un mondo in cui abbiamo bisogno di ispiratori di gesta

come le sue, e che è diventato il grande ecologista del XX secolo, il

più grande scienziato delle profondità degli oceani, il protettore

delle balene e dei polipi, il prolifico scrittore di vita marina, con

oltre 50 libri pubblicati.

Colui che ha ispirato intere generazioni allo studio e ricerca della flora e della

fauna del mare. Il centro dell'attenzione del mondo al Vertice di Rio, per la tenace

difesa dell'ambiente. Il francese di tutti i francesi, così popolare o più, che

Napoleone Bonaparte. L'uomo semplice, padre di famiglia umile e meraviglioso. Il

Capitano Pianeta, di tutti i tempi. Come si definisce davvero?

Jacques-Yves Cousteau: Un attore, forse fino a quelle che erano le

prime recitazioni di Ronald Reagan, prima di entrare in politica.

Da giovane cercai alcuni ruoli come attore secondario, ma senza

fortuna, poi sono andato in Marina, fino a che alla fine mi si è dato

l'opportunità e mi sono dedicato alla produzione di uno dei reality

show più visto negli anni 50 , 60 e 70.

In un primo momento ero d'accordo con la produzione iniziale, sui viaggi

semplicemente sugli oceani, di Hollywood e come sono piaciuti molto, sono

riuscito ad ottenere sponsor, lì ebbe inizio la mia grande celebrità su gli schermi

piccoli e grandi. Fortunatamente per me, Lloyd Bridges (1913-1998), l'attore della

serie "Sea Hunt," Non potrei mai opacarmi, perché io ero visto di più da queste

parti d'Europa, oltre ad essere francese, europeo e lui un nord americano.

Lenin Cardozo Parra: Ma nessuno può negare che lei era un

grande ambientalista, scienziato, protettore delle balene e polipi e

un prolifico scrittore della vita marina, con oltre 50 libri

pubblicati?xXXXX

Page 273: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

273

Jacques-Yves Cousteau: Non è vero, niente di tutto ciò sono

stato. Tutto è stato messo in scena. È stato un periodo difficile per

i produttori di Hollywood e avevano bisogno di cose diverse che

incoraggiasi il pubblico e, il tema del viaggio e del mondo marino

attirava molto l’attenzione, questi investitori di intrattenimento,

hanno deciso di puntare su di esso e siamo andati a fare le

riprese, ma con gli script predefiniti.

Sul tema della ricerca scientifica, tengo a precisare, che il lavoro serio e importante,

con l’adeguato e rigore scientifico, non si è fatto. Non erano molto commerciale, e

quindi non si è investito su quello. Ma, certamente nei libri di foto con paesaggi

marini e simili.

Su quello del conservazionista della fauna selvatica, ovvero le balene e polipi.

Quello non era vero. Ci siamo valsi di queste specie, in molti casi, per dare un pò

di dramma ai film. Se potevamo farli diventare aggressive per aiutare alle riprese,

lo facevamo. Mi dispiace che molti di loro sono morti nelle riprese. Dei polipi,

l'unica cosa che vi posso dire, è che era che mi piaceva mangiarli. L’ho preparati in

diversi modi.

Nella mia vita, non ho scritto un libro, con la mia mano. Come ero noto, sono

venuti da me, alcuni scrittori falliti, mi hanno offerto, che potrebbero condividere i

loro lavori (come co-autore), se gli finanziava tali pubblicazioni, e se più o meno,

quello che hanno scritto mi piaceva e pubblicavano le mie foto sulla copertina, io

pagavo queste pubblicazioni e così l'ho fatto, fino a raggiungere 50, poi non ho

voluto più pubblicazioni, perché erano perdite, perché mi sono reso conto che non

molta gente li comperava.

Lenin Cardozo Parra: Lei ha fatto dei contributi, in particolare sul

svegliare una coscienza conservazionista e fino alla fine,

nell'ultima fase della sua vita, lei era molto attivo mentre

accompagnava le proteste contro i rifiuti radioattivi e, altrettanto,

quando era presente al vertice di Rio, questo ha un grande valore

per quelli che oggi siamo dedicati a difendere l'ambiente?

Page 274: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

274

Jacques-Yves Cousteau: In quei giorni, la mia popolarità era

quasi nulla e avevamo bisogno di attirare l’attenzione su scala

mondiale, per vedere se potevamo trovare sponsor per la

fondazione che porta il mio nome. Abbiamo avuto alcuni nuovi

progetti di spedizioni, ma mancavano i fondi, altrettanto, avevo

bisogno di mantenere uno stile di vita, che ho avuto per decenni.

Tuttavia, nonostante questi sforzi non ci riusci molto. Le cose non

erano come prima, ora c'erano molte scelte per il divertimento, che i miei viaggi

intorno ai mari.

E, infine, niente a che vedere con essere un uomo, umile e semplice, ricorda che ero

francese. E i francesi, crediamo di essere i migliori del pianeta. Quello del Capitano

Pianeta l’accetto, non per i miei meriti reali, ma perché suona bene, mi dà un certo

livello, si sente uno superiore!

Lenin Parra Cardozo conclude: I francesi hanno coniato la frase

"Le contraire di lui-même". Questo significa qualcosa come “il

contrario di se stesso”. In Jacques-Yves Cousteau, pensiamo

succede qualcosa di simile. Alcuni nella sua vita non si sono mai

proposto di essere eroi o antieroi, o hanno pensato che le loro

azioni creative avrebbero fatto di loro, poi, un lascito. Cousteau

era probabilmente una di quelle persone. La sua dedizione e il

suo sforzo, lo ha portato a diventare uno dei riferimenti più importanti del secolo

XX. I suoi film, le sue fotografie, i suoi accordi con Hollywood, hanno permesso

universalizzare la vita marina. Questa era la sua grande eredità. Alla sua tenacia

ed a quello che è stato il suo progetto di vita, vi rendiamo omaggio in questo

articolo.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2011/02/intervista-jacques-cousteau.html

Lenin Cardozo y José Frogione, Intervista a Jacques Cousteau. Miércoles, 2 de

febrero de 2011.

Page 275: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

275

Il lato EVERDE di Lenin Cardozo visto da EVERDE19

Questa intervista è a cura di

EVERDE.

Lenin Cardozo Parra, Ecologista.

Scrittore venezuelano e

ambientalista. Corsi post-universitari

in MBA, Management Pubblico,

Filosofia e Storia. Dottore in Scienze.

Direttore esecutivo Canal Azul 24

https://anca24latam.wordpress.com/

e Blue Chanale 24

www.bluechannel24.com. Fondatore

della ONG Azul Ambientalistas

www.azulambientalistas.org, email: [email protected] e il

Blog http://lenincardozo.blogspot.com/.

EVERDE, In che momento della tua vita hai deciso di diventare

un ambientalista?

Lenin Cardozo: Nel 1986, quando ero ancora un universitario,

abbiamo creato l’ONG Azul Ambientalistas

(http://www.azulambientalistas.org/), che è la più antica

fondazione di ambiente attiva in Venezuela. Quest'anno, il 1 °

19 EVERDE, è un inicativa di giovani cileni, che hanno creato una piattaforma che dà spazio per

diffondere la conoscenza, idee, opinioni e commenti sulla sviluppo sostenibile dell’energia, il

riciclaggio e l’ambiente. Il suo scopo è quello di formare una comunità con una visione ampia sulla

nostro futuro energetico e l’ambiente.

Page 276: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

276

settembre, ci avremmo 29 anni. Nell’ambito dei programmi di della Fondazione

Azul Ambientalistas, gestisco due canali di informazione multimediale con

contenuti sull’ambiente. Canal Azul 24 (https://anca24latam.wordpress.com/) e la

sua versione in lingua inglese Blue channel 24 (http://www.bluechannel24.com/). E

attualmente Presidente della Fondazione Azul Ambientalistas.

Qual è il tuo più grande contributo alla cura dell'ambiente?

Al di là di attivismo e la militanza in difesa dell’ambiente, mi trovo,

dal punto di vista di sostenere le comunicazioni e mettere a

disposizione alla maggior parte della popolazione possibile, col

linguaggio più semplice, le varie questioni ambientali. Mi sento più

utile, sviluppando idee e diffondendole, naturalmente, con il

sostegno di progetti di diffusione come il vostro, tra gli altri.

Qual è la tua visione dell'ambiente in America Latina?

L’America Latina è un continente, con le sue proprie realtà, che

hanno bisogno di strategie totalmente diverse da quelle consciute

dentro della prospettiva della globalizzazione. Anche, quando gli

effetti delle del Cambiamento Climatico universalizza le azioni, si

richiede con urgenza, cercare le soluzioni delle nostre specificità

ambientali.

Page 277: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

277

Che cosa manca in America Latina per avere maggiore

consapevolezza ambientale?

Molte persone più come voi e noi. Per divulgare, le 24 ore al

giorno gli eventi ambientali di America Latina e mondiali in

generale.

Cosa ne pensi del ruolo dei Governi Latinoamericani

nell’impegno di cura per l’ambiente?

L’ordine del giorno pubblico latinoamericano, ha delle priorità,

dove la questione ambientale, è solo un punto di riferimento.

Ancora non è il tempo per l’ufficiale, ma se è per il governo, per cui

le nostre azioni e sforzi.

In quale progetto stai lavorando ora? Che cosa è?

Lavoro nella creazione di una vasta rete latino-americana dei

giornalisti ambientali. Sogno, con quel grande esercito di invisibili

Page 278: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

278

ma invincibile blogger websistas, pressionando ogni giorno al Club degli

Iinquinatori.

Qualche consiglio o frase verde?

Se ... la missione di ogni ambientalista è quella di difendere la vita

fino ad ogni battito del cuore... nessuna specie è superiore ad

un’altra... siamo tutti nati con un ruolo da svolgere, e non sono solo

gli esseri umani che hanno il diritto di decidere chi vive e chi

muore. Con ciò voglio ribellarmi contro questo, io mi definisco

come un ambientalista.

Sono, ad ultranzas, senza mezzi termini, senza ipocrisia, un difensore ambientale.

Tradotto da: Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

http://lenincardozo.blogspot.com/2011/01/entrevista-el-lado-everde-de-

lenin.html. Entrevista: El lado EVERDE de Lenin Cardozo por EVERDE. Miércoles, 12

de enero de 2011.

–FINE–

Page 279: DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO

279

Lenin Cardozo Parra ed Hugo E. Méndez U.

DI COME ESSERE AMBIENTALISTA E NON MORIRE NELL'INTENTO.

Prima edizione.

Non è permesa la riproduzione totale o parziale di questo libro senza la preventiva

autorizzazione per scritto dei titolari di copyright.

Copyright di questo numero:

Copertina: Annabella Cristina Méndez Bravo, Natura Aperta.

Lenin Cardozo Parra ed Hugo E. Méndez U. 2015.

Editoriale Erato, 2015.

Isla Dorada, Maracaibo. Concetto, Editing, Montaggio e Composizione: Hugo E. Méndez U.

[email protected]

Stampato nella Repubblica Bolivariana del Venezuela.