Cultura Riccardo Cavallero illustra la realt fondata ... · PDF fileFellini, che racconta in...

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Corriere della Sera Domenica 16 Ottobre 2016 31

Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura. Viaggiare dall’Africa con una migrante e con i suoi sogni

DomenicaColin Crouch, Postdemo-crazia.Quali poteri e possibilità di azione restano al popolo sovrano?

LunedìIrvin D. Yalom, Le lacrime di Nietzsche. Senza lettino, si può uscire dalla disperazione con l’empatia

MartedìErnesto Laclau, La ragione populista. Ripensare la politica partendo dalle domandedei cittadini

MercoledìZygmunt Bauman, Voglia di comunità. Come oggi si combinano i bisogni latenti di sicurezza e di libertà

GiovedìNiccolò Ammaniti, Ti prendo e ti porto via. Superare la rassegnazione lasciandosi trasportare dall’amore

VenerdìHannah Arendt, La banalità del male. Possono apparire normali azioni disumane, non solo contro gli ebrei

Sabato

I l laghetto di Segrate sembramolto lontano da questo loftmilanese, vicino alla PalazzinaLiberty, dove Riccardo Cavalle-

ro, fino al gennaio 2015 direttoregenerale di Mondadori Libri Trade,ricomincia da capo. Dal maggioregruppo italiano, potenza di fuocoche ha inglobato Rcs Libri a unapiccola casa editrice che manderàin libreria una ventina di titoli l’an-no. Un’avventura che affronta conaltre due (ex) colonne del gruppodi Segrate: Antonio Riccardi, poeta,ex direttore letterario di Mondado-ri, e Valerio Giuntini, che nel grup-po è stato direttore commerciale. La nuova impresa si chiama Societàeditoriale milanese (Sem) e Caval-lero ne è socio al 50% con MarioRossetti, tra i fondatori di Fastweb eautore del libro Io non avevo l’avvo-cato sull’errore giudiziario di cui èstato vittima.

«La società — spiega Cavallero— è nata a maggio, qualche giornofa sono stati presentati alla rete divendita i primi titoli in uscita a gen-naio. Con Mario Rossetti abbiamocominciato a parlare del progettocirca un anno fa, partendo dall’os-servazione di una certa staticità delmondo del libro, che non sembraaver recepito il cambiamento deldigitale. Crediamo che ci sia spazioper modalità di lavoro e logiche di-verse, per attività più snelle. Siamoun’azienda piccola e ambiziosa cheinizia da zero, senza un catalogo».«Partiamo dal basement» scherza Riccardi, facendo riferimento allasede, un seminterrato arredato congrande gusto minimal che contieneanche uno spazio per presentazionie incontri.

Il logo è semplice e ricorda ilmarchio di una fabbrica di inizi No-vecento. «È un nome descrittivo,congruente con l’idea editorialeche sta dietro» spiega Cavallero chela crisi dell’editoria l’ha attraversatatutta, dal suo posto di comando nelgrande gruppo: «Le conseguenzedelle crisi sono di solito la contra-zione dei costi e le posizioni di co-mando affidate a chi si occupa di fi-

nanza. Scade l’attenzione sul pro-dotto e questo porta a trattare gliscrittori da fornitori, mentre unacasa editrice dovrebbe essere comeuna grande agenzia teatrale che sioccupa di artisti». È questo cheSem vuole fare. Spiega Riccardi:«Abbiamo capito che il massimodella professionalità doveva coinci-dere con il massimo della sartoria-lità. L’idea è di non pubblicare libriin batteria. Non facciamo collane,ogni libro è un unicum». Per farlo,spiega Cavallero, bisogna stare unpasso indietro. Niente scippi digrandi nomi da Segrate, ma un la-voro fatto di recuperi (anche di au-tori pubblicati in precedenza daMondadori, ritenuti validi ma chesi sono persi nella quantità dei tito-li) e poi esordi, scoperte. «Una pro-duzione di varia, italiana e straniera— dice Cavallero — che va dall’in-trattenimento puro con una grandeattenzione al giallo a testi più sofi-sticati». I primi due titoli sono unafantasmagoria inedita di FedericoFellini, che racconta in modo piro-tecnico la vita degli dei olimpici, eun thriller molto energico, forte, di

Piernicola Silvis, questore di Fog-gia». In arrivo nel 2017 anche duegiallisti scozzesi: Malcolm Mackaye Thomas Hardy. Poi un romanzo diTommaso Avati (figlio di Pupi), sce-neggiatore che esordisce con la sto-ria «delicata e sentimentale» di unragazzino. E, continua Cavallero,«un romanzo sulla “donna di Nean-derthal”, della canadese Claire Ca-meron, scrittrice mai pubblicata inEuropa; un giallo ambientato nellabuona società milanese di un’esor-diente, Sara Kim Fattori, e La stoffadelle donne della piemontese LauraCalosso. Avremo anche il nuovo li-bro di Ottavio Cappellani, SicilianComedy, seguito di Sicilian Trage-dy, mentre Emilio Manfredi, di cuiin Mondadori avevamo pubblicatoun giallo ambientato in Africa, stalavorando a un progetto straordina-rio».

Tutti i libri di Sem usciranno intre formati: cartaceo, ebook, audio-libro. «Chi acquista il cartaceo —spiega Cavallero — ha già accesso aebook e audiolibro che faremo conAudible di Amazon. È un territorioda aprire e esplorare, su cui fare

esperimenti, nella consapevolezzache non ci sono ricavi per nessunonei prossimi tre anni».

L’officina di Sem prevede tempilenti e la scelta dei collaboratori (re-dattori, traduttori, eccetera) ad hocper ogni libro: «Il mercato — diceCavallero — sta cambiando molto.Adesso trovi professionalità eccelsesul mercato, una volta erano tuttechiuse dentro le case editrici. Leconcentrazioni hanno generatouna grande voglia di fare e quindi,paradossalmente, anche la nascitadi molte piccole imprese. Abbiamoritenuto importante affidarci a unamacchina distributiva e promozio-nale solida: Messaggerie e Pde peressere in tutte le librerie».

Come tutte le case editrici ancheSem si troverà di fronte alla sceltatra il Salone di Torino e la nuova fie-ra milanese Tempo di libri: «Con glistand non andiamo da nessunaparte, non avrebbe senso. Per il re-sto stiamo alla finestra, vediamoche programmi ci sono. Ci interes-sano di più i festival letterari, sonopiù adatti al nostro progetto».

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Il marchio

Riccardo Cavallero, 54 anni (qui sopra) è amministra-tore delegato della Società editrice milanese, Sem (in alto il logo). Antonio Riccardi è direttore editoriale, Mario Rossetti presidente, Valerio Giuntini direttore commerciale. Nel gruppo di lavoro anche Giacomo Callo (art director) e Teresa Martini (comunica-zione).

A fine gennaio i primi due titoli, di Federico Fellini e Piernicola Silvis. In programma l’apertura al mercato di lin-gua spagnola

Foto grande: Federico Fellini da Il libro dei sogni (Rizzoli)

Sem, arriva un nuovo editoreE s’affida all’Olimpo di Fellini

Anticipazione Riccardo Cavallero illustra la realtà fondata assieme a tre compagni d’avventura: debutto a gennaio con un inedito del regista e altro

di Cristina Taglietti

Memoria Gli scritti «Contro l’antisemitismo» curati da Daniele Lorenzini per Morcelliana rivelano lo sdegno del filosofo convertito per la persecuzione e lo sterminio

Il cattolico Maritain e la Shoah «insulto a Dio»: noi e gli ebrei fratelli

P oche personalità cattoliche, po-chi pensatori hanno raggiuntola complessità del pensiero di

Jacques Maritain (1882-1973) sul te-ma dell’antisemitismo e del «misterodi Israele».

Il filosofo francese, nato protestan-te, divenuto laico e anticlericale, spo-sato con un’ebrea russa — Raissa Ou-mançoff — infine convertitosi, con laconsorte, al cattolicesimo, rappre-sentò la coscienza sana dell’Europa difronte alla catastrofe che dagli anni Venti alla Seconda guerra mondiale siabbatté sulla popolazione ebraica permano soprattutto (ma non soltanto)dei nazisti tedeschi.

La sua opera, in forma di saggi, ar-ticoli, rapporti confidenziali (a Pio XII, per esempio), lettere (a GiovanniBattista Montini, futuro papa PaoloVI) che denunciavano una persecu-zione cui la maggior parte della po-polazione cristiana assisteva inerte, èora raccolta, in un volume curato daDaniele Lorenzini (Jacques Maritain,Contro l’antisemitismo, pubblicatodalla casa editrice Morcelliana, pagi-ne 276, e 22) che ha il pregio di pre-sentare gli scritti del filosofo redattidal 1921 al 1972 in una prospettiva sto-rica capace di registrarne l’evoluzionedel pensiero.

Perché Maritain, per quanto fosseun «dreyfusardo» della prima ora, dasempre contrario alla violenza perpe-trata contro gli ebrei — fosse ideolo-

gica, fisica o «legale» — in realtà eralui stesso imbevuto di quella culturateologica che faceva di Israele, inquanto «altro» dalla cristianità, unpopolo dal quale non era ragionevoleattendersi — come nota Daniele Lo-renzini nell’ampia ed esaustiva intro-duzione — «un attaccamento al benecomune della civiltà occidentale e cristiana».

Eppure, la realtà dei fatti, la propa-ganda virulenta contro gli ebrei nel-l’Europa del primo Dopoguerra nonlasciarono indifferente l’uomo che latarda conversione al cattolicesimoaveva trasformato nel più brillantepensatore vicino alla Chiesa.

Costretto all’esilio per le sue posi-zioni antinaziste, Maritain fu a talpunto colpito dalla ferocia della Sho-

ah da sollecitare, a guerra finita, unapresa di posizione di Papa Pio XII infavore degli ebrei, cosa che però nonavvenne. Per questo, riprese carta epenna e scrisse a un altro prelato, suocaro amico, Giovanni Battista Monti-ni, per chiedergli di intervenire pres-so il Santo Padre (di nuovo inutil-mente).

Nel frattempo, Maritain avevacompiuto un percorso che aveva viavia emendato l’antigiudaismo reli-gioso dei suoi primi scritti, arrivandoa sostenere come, con l’Olocausto, «èil nostro Dio che è in causa, è Lui cheè schiaffeggiato, ferito, insultato, co-perto di sputi dalla persecuzione an-tisemita. Ormai il Cristo non separapiù, ma unisce ebrei e cristiani».

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di Paolo Salom

di Carmen Llera Moravia

In scootercon Dylanverso piazzadel Popolo

Il ricordo

D a ragazza ascoltavoossessivamente BobDylan, sotto la doccia

cantavo a squarciagola Blowin’ in the Wind, mia madre non ne poteva più di quella voce nasale e mi nascondeva i dischi, lei amava Joan Baez. I divieti, si sa, aumentano le passioni.

Negli anni Ottanta vivevoa Roma con Alberto Moravia, andavo sovente nella piscina di un grande albergo, è stato lì che un pomeriggio uggioso ho incrociato il mio idolo. La piscina era vuota, nuotavo lentamente, ho sentito una presenza vicina. Uscendo ho visto un uomo minuto, era Bob. Hi, ha detto senza sorridermi, abbiamo scambiato poche frasi. L’emozione mi rendeva totalmente distaccata, indifferente. Mi ha chiesto alcune informazioni sulla città, voleva andare a piazza del Popolo. Avevo il motorino, allora il casco non era obbligatorio, è venuto via con me. Durante il tragitto non ha parlato. Arrivati a Piazzale Flaminio ci siamo salutati, si è perso fra i passanti. Non l’avrei più rivisto. Tornata a Lungotevere ho trovato Alberto preoccupato, ansioso: «Che fine hai fatto?». «Scusami, ho dato un passaggio a Bob Dylan». «Ah, gli hai chiesto un autografo?». «Non ci ho pensato». «E un biglietto per il concerto?». «Nemmeno». Idiot wind !!!

Robert Allen Zimmermanha avuto il Nobel per la Letteratura, non so cosa penserebbero mia madre e Alberto Moravia, per me la letteratura è altro.

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Cultura SETTE GIORNI DI TWEETI consigli di Roberto Biorcio, docente di Scienza politica. Da oggi sull’account Twitter de @La_Lettura quelli del cantautore Nek.

L’addio

Kengiro Azuma artista zen a Milano

F u kamikaze, poilasciò il Giappo-

ne sull’onda dellapassione per lascultura di MarinoMarini. Ma KengiroAzuma (1926-2016:accanto), scompar-

so a Milano, ha rinnovato la sua pas-sione classica con opere (sculture in particolare) in cui si alternano vuoti e pieni di chiara derivazione zen.

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