Cultura Riccardo Cavallero illustra la realt fondata ... · PDF fileFellini, che racconta in...

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# Corriere della Sera Domenica 16 Ottobre 2016 31 Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura. Viaggiare dall’Africa con una migrante e con i suoi sogni Domenica Colin Crouch, Postdemo- crazia. Quali poteri e possibilità di azione restano al popolo sovrano? Lunedì Irvin D. Yalom, Le lacrime di Nietzsche. Senza lettino, si può uscire dalla disperazione con l’empatia Martedì Ernesto Laclau, La ragione populista. Ripensare la politica partendo dalle domande dei cittadini Mercoledì Zygmunt Bauman, Voglia di comunità. Come oggi si combinano i bisogni latenti di sicurezza e di libertà Giovedì Niccolò Ammaniti, Ti prendo e ti porto via. Superare la rassegnazione lasciandosi trasportare dall’amore Venerdì Hannah Arendt, La banalità del male. Possono apparire normali azioni disumane, non solo contro gli ebrei Sabato I l laghetto di Segrate sembra molto lontano da questo loft milanese, vicino alla Palazzina Liberty, dove Riccardo Cavalle- ro, fino al gennaio 2015 direttore generale di Mondadori Libri Trade, ricomincia da capo. Dal maggiore gruppo italiano, potenza di fuoco che ha inglobato Rcs Libri a una piccola casa editrice che manderà in libreria una ventina di titoli l’an- no. Un’avventura che affronta con altre due (ex) colonne del gruppo di Segrate: Antonio Riccardi, poeta, ex direttore letterario di Mondado- ri, e Valerio Giuntini, che nel grup- po è stato direttore commerciale. La nuova impresa si chiama Società editoriale milanese (Sem) e Caval- lero ne è socio al 50% con Mario Rossetti, tra i fondatori di Fastweb e autore del libro Io non avevo l’avvo- cato sull’errore giudiziario di cui è stato vittima. «La società — spiega Cavallero — è nata a maggio, qualche giorno fa sono stati presentati alla rete di vendita i primi titoli in uscita a gen- naio. Con Mario Rossetti abbiamo cominciato a parlare del progetto circa un anno fa, partendo dall’os- servazione di una certa staticità del mondo del libro, che non sembra aver recepito il cambiamento del digitale. Crediamo che ci sia spazio per modalità di lavoro e logiche di- verse, per attività più snelle. Siamo un’azienda piccola e ambiziosa che inizia da zero, senza un catalogo». «Partiamo dal basement» scherza Riccardi, facendo riferimento alla sede, un seminterrato arredato con grande gusto minimal che contiene anche uno spazio per presentazioni e incontri. Il logo è semplice e ricorda il marchio di una fabbrica di inizi No- vecento. «È un nome descrittivo, congruente con l’idea editoriale che sta dietro» spiega Cavallero che la crisi dell’editoria l’ha attraversata tutta, dal suo posto di comando nel grande gruppo: «Le conseguenze delle crisi sono di solito la contra- zione dei costi e le posizioni di co- mando affidate a chi si occupa di fi- nanza. Scade l’attenzione sul pro- dotto e questo porta a trattare gli scrittori da fornitori, mentre una casa editrice dovrebbe essere come una grande agenzia teatrale che si occupa di artisti». È questo che Sem vuole fare. Spiega Riccardi: «Abbiamo capito che il massimo della professionalità doveva coinci- dere con il massimo della sartoria- lità. L’idea è di non pubblicare libri in batteria. Non facciamo collane, ogni libro è un unicum». Per farlo, spiega Cavallero, bisogna stare un passo indietro. Niente scippi di grandi nomi da Segrate, ma un la- voro fatto di recuperi (anche di au- tori pubblicati in precedenza da Mondadori, ritenuti validi ma che si sono persi nella quantità dei tito- li) e poi esordi, scoperte. «Una pro- duzione di varia, italiana e straniera — dice Cavallero — che va dall’in- trattenimento puro con una grande attenzione al giallo a testi più sofi- sticati». I primi due titoli sono una fantasmagoria inedita di Federico Fellini, che racconta in modo piro- tecnico la vita degli dei olimpici, e un thriller molto energico, forte, di Piernicola Silvis, questore di Fog- gia». In arrivo nel 2017 anche due giallisti scozzesi: Malcolm Mackay e Thomas Hardy. Poi un romanzo di Tommaso Avati (figlio di Pupi), sce- neggiatore che esordisce con la sto- ria «delicata e sentimentale» di un ragazzino. E, continua Cavallero, «un romanzo sulla “donna di Nean- derthal”, della canadese Claire Ca- meron, scrittrice mai pubblicata in Europa; un giallo ambientato nella buona società milanese di un’esor- diente, Sara Kim Fattori, e La stoffa delle donne della piemontese Laura Calosso. Avremo anche il nuovo li- bro di Ottavio Cappellani, Sicilian Comedy, seguito di Sicilian Trage- dy, mentre Emilio Manfredi, di cui in Mondadori avevamo pubblicato un giallo ambientato in Africa, sta lavorando a un progetto straordina- rio». Tutti i libri di Sem usciranno in tre formati: cartaceo, ebook, audio- libro. «Chi acquista il cartaceo — spiega Cavallero — ha già accesso a ebook e audiolibro che faremo con Audible di Amazon. È un territorio da aprire e esplorare, su cui fare esperimenti, nella consapevolezza che non ci sono ricavi per nessuno nei prossimi tre anni». L’officina di Sem prevede tempi lenti e la scelta dei collaboratori (re- dattori, traduttori, eccetera) ad hoc per ogni libro: «Il mercato — dice Cavallero — sta cambiando molto. Adesso trovi professionalità eccelse sul mercato, una volta erano tutte chiuse dentro le case editrici. Le concentrazioni hanno generato una grande voglia di fare e quindi, paradossalmente, anche la nascita di molte piccole imprese. Abbiamo ritenuto importante affidarci a una macchina distributiva e promozio- nale solida: Messaggerie e Pde per essere in tutte le librerie». Come tutte le case editrici anche Sem si troverà di fronte alla scelta tra il Salone di Torino e la nuova fie- ra milanese Tempo di libri: «Con gli stand non andiamo da nessuna parte, non avrebbe senso. Per il re- sto stiamo alla finestra, vediamo che programmi ci sono. Ci interes- sano di più i festival letterari, sono più adatti al nostro progetto». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il marchio Riccardo Cavallero, 54 anni (qui sopra) è amministra- tore delegato della Società editrice milanese, Sem (in alto il logo). Antonio Riccardi è direttore editoriale, Mario Rossetti presidente, Valerio Giuntini direttore commerciale. Nel gruppo di lavoro anche Giacomo Callo (art director) e Teresa Martini (comunica- zione). A fine gennaio i primi due titoli, di Federico Fellini e Piernicola Silvis. In programma l’apertura al mercato di lin- gua spagnola Foto grande: Federico Fellini da Il libro dei sogni (Rizzoli) Sem , arriva un nuovo editore E s’affida all’Olimpo di Fellini Anticipazione Riccardo Cavallero illustra la realtà fondata assieme a tre compagni d’avventura: debutto a gennaio con un inedito del regista e altro di Cristina Taglietti Memoria Gli scritti «Contro l’antisemitismo» curati da Daniele Lorenzini per Morcelliana rivelano lo sdegno del filosofo convertito per la persecuzione e lo sterminio Il cattolico Maritain e la Shoah «insulto a Dio»: noi e gli ebrei fratelli P oche personalità cattoliche, po- chi pensatori hanno raggiunto la complessità del pensiero di Jacques Maritain (1882-1973) sul te- ma dell’antisemitismo e del «mistero di Israele». Il filosofo francese, nato protestan- te, divenuto laico e anticlericale, spo- sato con un’ebrea russa — Raissa Ou- mançoff — infine convertitosi, con la consorte, al cattolicesimo, rappre- sentò la coscienza sana dell’Europa di fronte alla catastrofe che dagli anni Venti alla Seconda guerra mondiale si abbatté sulla popolazione ebraica per mano soprattutto (ma non soltanto) dei nazisti tedeschi. La sua opera, in forma di saggi, ar- ticoli, rapporti confidenziali (a Pio XII, per esempio), lettere (a Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI) che denunciavano una persecu- zione cui la maggior parte della po- polazione cristiana assisteva inerte, è ora raccolta, in un volume curato da Daniele Lorenzini (Jacques Maritain, Contro l’antisemitismo, pubblicato dalla casa editrice Morcelliana, pagi- ne 276, e 22) che ha il pregio di pre- sentare gli scritti del filosofo redatti dal 1921 al 1972 in una prospettiva sto- rica capace di registrarne l’evoluzione del pensiero. Perché Maritain, per quanto fosse un «dreyfusardo» della prima ora, da sempre contrario alla violenza perpe- trata contro gli ebrei — fosse ideolo- gica, fisica o «legale» — in realtà era lui stesso imbevuto di quella cultura teologica che faceva di Israele, in quanto «altro» dalla cristianità, un popolo dal quale non era ragionevole attendersi — come nota Daniele Lo- renzini nell’ampia ed esaustiva intro- duzione — «un attaccamento al bene comune della civiltà occidentale e cristiana». Eppure, la realtà dei fatti, la propa- ganda virulenta contro gli ebrei nel- l’Europa del primo Dopoguerra non lasciarono indifferente l’uomo che la tarda conversione al cattolicesimo aveva trasformato nel più brillante pensatore vicino alla Chiesa. Costretto all’esilio per le sue posi- zioni antinaziste, Maritain fu a tal punto colpito dalla ferocia della Sho- ah da sollecitare, a guerra finita, una presa di posizione di Papa Pio XII in favore degli ebrei, cosa che però non avvenne. Per questo, riprese carta e penna e scrisse a un altro prelato, suo caro amico, Giovanni Battista Monti- ni, per chiedergli di intervenire pres- so il Santo Padre (di nuovo inutil- mente). Nel frattempo, Maritain aveva compiuto un percorso che aveva via via emendato l’antigiudaismo reli- gioso dei suoi primi scritti, arrivando a sostenere come, con l’Olocausto, «è il nostro Dio che è in causa, è Lui che è schiaffeggiato, ferito, insultato, co- perto di sputi dalla persecuzione an- tisemita. Ormai il Cristo non separa più, ma unisce ebrei e cristiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA di Paolo Salom di Carmen Llera Moravia In scooter con Dylan verso piazza del Popolo Il ricordo D a ragazza ascoltavo ossessivamente Bob Dylan, sotto la doccia cantavo a squarciagola Blowin’ in the Wind, mia madre non ne poteva più di quella voce nasale e mi nascondeva i dischi, lei amava Joan Baez. I divieti, si sa, aumentano le passioni. Negli anni Ottanta vivevo a Roma con Alberto Moravia, andavo sovente nella piscina di un grande albergo, è stato lì che un pomeriggio uggioso ho incrociato il mio idolo. La piscina era vuota, nuotavo lentamente, ho sentito una presenza vicina. Uscendo ho visto un uomo minuto, era Bob. Hi, ha detto senza sorridermi, abbiamo scambiato poche frasi. L’emozione mi rendeva totalmente distaccata, indifferente. Mi ha chiesto alcune informazioni sulla città, voleva andare a piazza del Popolo. Avevo il motorino, allora il casco non era obbligatorio, è venuto via con me. Durante il tragitto non ha parlato. Arrivati a Piazzale Flaminio ci siamo salutati, si è perso fra i passanti. Non l’avrei più rivisto. Tornata a Lungotevere ho trovato Alberto preoccupato, ansioso: «Che fine hai fatto?». «Scusami, ho dato un passaggio a Bob Dylan». «Ah, gli hai chiesto un autografo?». «Non ci ho pensato». «E un biglietto per il concerto?». «Nemmeno». Idiot wind !!! Robert Allen Zimmerman ha avuto il Nobel per la Letteratura, non so cosa penserebbero mia madre e Alberto Moravia, per me la letteratura è altro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cultura SETTE GIORNI DI TWEET I consigli di Roberto Biorcio, docente di Scienza politica. Da oggi sull’account Twitter de @La_Lettura quelli del cantautore Nek. L’addio Kengiro Azuma artista zen a Milano F u kamikaze, poi lasciò il Giappo- ne sull’onda della passione per la scultura di Marino Marini. Ma Kengiro Azuma (1926-2016: accanto), scompar- so a Milano, ha rinnovato la sua pas- sione classica con opere (sculture in particolare) in cui si alternano vuoti e pieni di chiara derivazione zen. Codice cliente: 8727381

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Corriere della Sera Domenica 16 Ottobre 2016 31

Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura. Viaggiare dall’Africa con una migrante e con i suoi sogni

DomenicaColin Crouch, Postdemo-crazia.Quali poteri e possibilità di azione restano al popolo sovrano?

LunedìIrvin D. Yalom, Le lacrime di Nietzsche. Senza lettino, si può uscire dalla disperazione con l’empatia

MartedìErnesto Laclau, La ragione populista. Ripensare la politica partendo dalle domandedei cittadini

MercoledìZygmunt Bauman, Voglia di comunità. Come oggi si combinano i bisogni latenti di sicurezza e di libertà

GiovedìNiccolò Ammaniti, Ti prendo e ti porto via. Superare la rassegnazione lasciandosi trasportare dall’amore

VenerdìHannah Arendt, La banalità del male. Possono apparire normali azioni disumane, non solo contro gli ebrei

Sabato

I l laghetto di Segrate sembramolto lontano da questo loftmilanese, vicino alla PalazzinaLiberty, dove Riccardo Cavalle-

ro, fino al gennaio 2015 direttoregenerale di Mondadori Libri Trade,ricomincia da capo. Dal maggioregruppo italiano, potenza di fuocoche ha inglobato Rcs Libri a unapiccola casa editrice che manderàin libreria una ventina di titoli l’an-no. Un’avventura che affronta conaltre due (ex) colonne del gruppodi Segrate: Antonio Riccardi, poeta,ex direttore letterario di Mondado-ri, e Valerio Giuntini, che nel grup-po è stato direttore commerciale. La nuova impresa si chiama Societàeditoriale milanese (Sem) e Caval-lero ne è socio al 50% con MarioRossetti, tra i fondatori di Fastweb eautore del libro Io non avevo l’avvo-cato sull’errore giudiziario di cui èstato vittima.

«La società — spiega Cavallero— è nata a maggio, qualche giornofa sono stati presentati alla rete divendita i primi titoli in uscita a gen-naio. Con Mario Rossetti abbiamocominciato a parlare del progettocirca un anno fa, partendo dall’os-servazione di una certa staticità delmondo del libro, che non sembraaver recepito il cambiamento deldigitale. Crediamo che ci sia spazioper modalità di lavoro e logiche di-verse, per attività più snelle. Siamoun’azienda piccola e ambiziosa cheinizia da zero, senza un catalogo».«Partiamo dal basement» scherza Riccardi, facendo riferimento allasede, un seminterrato arredato congrande gusto minimal che contieneanche uno spazio per presentazionie incontri.

Il logo è semplice e ricorda ilmarchio di una fabbrica di inizi No-vecento. «È un nome descrittivo,congruente con l’idea editorialeche sta dietro» spiega Cavallero chela crisi dell’editoria l’ha attraversatatutta, dal suo posto di comando nelgrande gruppo: «Le conseguenzedelle crisi sono di solito la contra-zione dei costi e le posizioni di co-mando affidate a chi si occupa di fi-

nanza. Scade l’attenzione sul pro-dotto e questo porta a trattare gliscrittori da fornitori, mentre unacasa editrice dovrebbe essere comeuna grande agenzia teatrale che sioccupa di artisti». È questo cheSem vuole fare. Spiega Riccardi:«Abbiamo capito che il massimodella professionalità doveva coinci-dere con il massimo della sartoria-lità. L’idea è di non pubblicare libriin batteria. Non facciamo collane,ogni libro è un unicum». Per farlo,spiega Cavallero, bisogna stare unpasso indietro. Niente scippi digrandi nomi da Segrate, ma un la-voro fatto di recuperi (anche di au-tori pubblicati in precedenza daMondadori, ritenuti validi ma chesi sono persi nella quantità dei tito-li) e poi esordi, scoperte. «Una pro-duzione di varia, italiana e straniera— dice Cavallero — che va dall’in-trattenimento puro con una grandeattenzione al giallo a testi più sofi-sticati». I primi due titoli sono unafantasmagoria inedita di FedericoFellini, che racconta in modo piro-tecnico la vita degli dei olimpici, eun thriller molto energico, forte, di

Piernicola Silvis, questore di Fog-gia». In arrivo nel 2017 anche duegiallisti scozzesi: Malcolm Mackaye Thomas Hardy. Poi un romanzo diTommaso Avati (figlio di Pupi), sce-neggiatore che esordisce con la sto-ria «delicata e sentimentale» di unragazzino. E, continua Cavallero,«un romanzo sulla “donna di Nean-derthal”, della canadese Claire Ca-meron, scrittrice mai pubblicata inEuropa; un giallo ambientato nellabuona società milanese di un’esor-diente, Sara Kim Fattori, e La stoffadelle donne della piemontese LauraCalosso. Avremo anche il nuovo li-bro di Ottavio Cappellani, SicilianComedy, seguito di Sicilian Trage-dy, mentre Emilio Manfredi, di cuiin Mondadori avevamo pubblicatoun giallo ambientato in Africa, stalavorando a un progetto straordina-rio».

Tutti i libri di Sem usciranno intre formati: cartaceo, ebook, audio-libro. «Chi acquista il cartaceo —spiega Cavallero — ha già accesso aebook e audiolibro che faremo conAudible di Amazon. È un territorioda aprire e esplorare, su cui fare

esperimenti, nella consapevolezzache non ci sono ricavi per nessunonei prossimi tre anni».

L’officina di Sem prevede tempilenti e la scelta dei collaboratori (re-dattori, traduttori, eccetera) ad hocper ogni libro: «Il mercato — diceCavallero — sta cambiando molto.Adesso trovi professionalità eccelsesul mercato, una volta erano tuttechiuse dentro le case editrici. Leconcentrazioni hanno generatouna grande voglia di fare e quindi,paradossalmente, anche la nascitadi molte piccole imprese. Abbiamoritenuto importante affidarci a unamacchina distributiva e promozio-nale solida: Messaggerie e Pde peressere in tutte le librerie».

Come tutte le case editrici ancheSem si troverà di fronte alla sceltatra il Salone di Torino e la nuova fie-ra milanese Tempo di libri: «Con glistand non andiamo da nessunaparte, non avrebbe senso. Per il re-sto stiamo alla finestra, vediamoche programmi ci sono. Ci interes-sano di più i festival letterari, sonopiù adatti al nostro progetto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il marchio

Riccardo Cavallero, 54 anni (qui sopra) è amministra-tore delegato della Società editrice milanese, Sem (in alto il logo). Antonio Riccardi è direttore editoriale, Mario Rossetti presidente, Valerio Giuntini direttore commerciale. Nel gruppo di lavoro anche Giacomo Callo (art director) e Teresa Martini (comunica-zione).

A fine gennaio i primi due titoli, di Federico Fellini e Piernicola Silvis. In programma l’apertura al mercato di lin-gua spagnola

Foto grande: Federico Fellini da Il libro dei sogni (Rizzoli)

Sem, arriva un nuovo editoreE s’affida all’Olimpo di Fellini

Anticipazione Riccardo Cavallero illustra la realtà fondata assieme a tre compagni d’avventura: debutto a gennaio con un inedito del regista e altro

di Cristina Taglietti

Memoria Gli scritti «Contro l’antisemitismo» curati da Daniele Lorenzini per Morcelliana rivelano lo sdegno del filosofo convertito per la persecuzione e lo sterminio

Il cattolico Maritain e la Shoah «insulto a Dio»: noi e gli ebrei fratelli

P oche personalità cattoliche, po-chi pensatori hanno raggiuntola complessità del pensiero di

Jacques Maritain (1882-1973) sul te-ma dell’antisemitismo e del «misterodi Israele».

Il filosofo francese, nato protestan-te, divenuto laico e anticlericale, spo-sato con un’ebrea russa — Raissa Ou-mançoff — infine convertitosi, con laconsorte, al cattolicesimo, rappre-sentò la coscienza sana dell’Europa difronte alla catastrofe che dagli anni Venti alla Seconda guerra mondiale siabbatté sulla popolazione ebraica permano soprattutto (ma non soltanto)dei nazisti tedeschi.

La sua opera, in forma di saggi, ar-ticoli, rapporti confidenziali (a Pio XII, per esempio), lettere (a GiovanniBattista Montini, futuro papa PaoloVI) che denunciavano una persecu-zione cui la maggior parte della po-polazione cristiana assisteva inerte, èora raccolta, in un volume curato daDaniele Lorenzini (Jacques Maritain,Contro l’antisemitismo, pubblicatodalla casa editrice Morcelliana, pagi-ne 276, e 22) che ha il pregio di pre-sentare gli scritti del filosofo redattidal 1921 al 1972 in una prospettiva sto-rica capace di registrarne l’evoluzionedel pensiero.

Perché Maritain, per quanto fosseun «dreyfusardo» della prima ora, dasempre contrario alla violenza perpe-trata contro gli ebrei — fosse ideolo-

gica, fisica o «legale» — in realtà eralui stesso imbevuto di quella culturateologica che faceva di Israele, inquanto «altro» dalla cristianità, unpopolo dal quale non era ragionevoleattendersi — come nota Daniele Lo-renzini nell’ampia ed esaustiva intro-duzione — «un attaccamento al benecomune della civiltà occidentale e cristiana».

Eppure, la realtà dei fatti, la propa-ganda virulenta contro gli ebrei nel-l’Europa del primo Dopoguerra nonlasciarono indifferente l’uomo che latarda conversione al cattolicesimoaveva trasformato nel più brillantepensatore vicino alla Chiesa.

Costretto all’esilio per le sue posi-zioni antinaziste, Maritain fu a talpunto colpito dalla ferocia della Sho-

ah da sollecitare, a guerra finita, unapresa di posizione di Papa Pio XII infavore degli ebrei, cosa che però nonavvenne. Per questo, riprese carta epenna e scrisse a un altro prelato, suocaro amico, Giovanni Battista Monti-ni, per chiedergli di intervenire pres-so il Santo Padre (di nuovo inutil-mente).

Nel frattempo, Maritain avevacompiuto un percorso che aveva viavia emendato l’antigiudaismo reli-gioso dei suoi primi scritti, arrivandoa sostenere come, con l’Olocausto, «èil nostro Dio che è in causa, è Lui cheè schiaffeggiato, ferito, insultato, co-perto di sputi dalla persecuzione an-tisemita. Ormai il Cristo non separapiù, ma unisce ebrei e cristiani».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Paolo Salom

di Carmen Llera Moravia

In scootercon Dylanverso piazzadel Popolo

Il ricordo

D a ragazza ascoltavoossessivamente BobDylan, sotto la doccia

cantavo a squarciagola Blowin’ in the Wind, mia madre non ne poteva più di quella voce nasale e mi nascondeva i dischi, lei amava Joan Baez. I divieti, si sa, aumentano le passioni.

Negli anni Ottanta vivevoa Roma con Alberto Moravia, andavo sovente nella piscina di un grande albergo, è stato lì che un pomeriggio uggioso ho incrociato il mio idolo. La piscina era vuota, nuotavo lentamente, ho sentito una presenza vicina. Uscendo ho visto un uomo minuto, era Bob. Hi, ha detto senza sorridermi, abbiamo scambiato poche frasi. L’emozione mi rendeva totalmente distaccata, indifferente. Mi ha chiesto alcune informazioni sulla città, voleva andare a piazza del Popolo. Avevo il motorino, allora il casco non era obbligatorio, è venuto via con me. Durante il tragitto non ha parlato. Arrivati a Piazzale Flaminio ci siamo salutati, si è perso fra i passanti. Non l’avrei più rivisto. Tornata a Lungotevere ho trovato Alberto preoccupato, ansioso: «Che fine hai fatto?». «Scusami, ho dato un passaggio a Bob Dylan». «Ah, gli hai chiesto un autografo?». «Non ci ho pensato». «E un biglietto per il concerto?». «Nemmeno». Idiot wind !!!

Robert Allen Zimmermanha avuto il Nobel per la Letteratura, non so cosa penserebbero mia madre e Alberto Moravia, per me la letteratura è altro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cultura SETTE GIORNI DI TWEETI consigli di Roberto Biorcio, docente di Scienza politica. Da oggi sull’account Twitter de @La_Lettura quelli del cantautore Nek.

L’addio

Kengiro Azuma artista zen a Milano

F u kamikaze, poilasciò il Giappo-

ne sull’onda dellapassione per lascultura di MarinoMarini. Ma KengiroAzuma (1926-2016:accanto), scompar-

so a Milano, ha rinnovato la sua pas-sione classica con opere (sculture in particolare) in cui si alternano vuoti e pieni di chiara derivazione zen.

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