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Corso allenatori 1° livello FIGH Le competenze pedagogiche dell’insegnante tecnico
e il processo di insegnamento -‐ apprendimento
Roberto Valle Genova, 15 e 22 oCobre 2016
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Nota introduHva
Il seguente documento, a disposizione dei discen3, con3ene un riassunto delle lezioni del 15 e del 22 o8obre 2016.
Roberto Valle
L’educatore deve:
• Far maturare l’iden3tà
• Promuovere sviluppo della personalità
• Essere un modello • Creare un sano senso compe33vo
• Aggregare
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L’insegnante deve:
• Avere competenze
• Trasme8ere
• Elaborare metodi • Proge8are
• Valutare
L’allenatore deve:
• Migliorare le prestazioni
• Fissare degli obieJvi
• Ges3re diverse situazioni • Mo3vare
• Avvalersi di competenze
• Essere curioso
• Relazionarsi con gli atle3
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• Età evolu3va: Infanzia (1-‐5 anni) -‐ Fanciullezza (6-‐11 anni) -‐ Adolescenza (11-‐18/19 anni)
• Età adulta: è la fase successiva che passa a8raverso la fine della crescita e ci traghe8a all’età anziana
Le età
INFANZIA: Fase che conduce da una situazione di fusione con la madre all’acquisizione di una propria individualità, che si completa intorno ai 6 anni e sul piano biologico corrisponde a una crescita molto vivace. FANCIULLEZZA: De8a anche “Fase di Latenza”, con crescita lenta (media annuale 5cm) e uniforme e con scarse modificazioni del corpo. Poco prima della pubertà rallentamento accrescimento. Grande sviluppo di capacità coordina3ve e mobilità ar3colare. Scarso sviluppo di capacità condizionali e organi genitali.
ADOLESCENZA: Cambiamenti notevoli riguardanti aspetto fisico, sentimenti, pulsioni istintive, comportamenti. Grande sviluppo di: statura (8-15 cm/anno), muscolatura scheletrica, organi interni e sessuali, funzionalità sessuale
Il principiante • E’ colui che si avvicina alla pra3ca spor3va per la prima volta, al di là
dell’età anagrafica. Deve scoprire il gioco e le sue regole
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• Il “principiante bambino”, oltre alla scoperta del gioco, ha la necessità di uno sviluppo motorio e di uno sviluppo della personalità, specifici della sua età
PRIORITÀ CON IL PRINCIPIANTE BAMBINO
• Sul piano motorio: sviluppo abilità motorie di base e capacità coordina3ve
• Sul piano affeJvo-‐sociale: sviluppo delle relazioni, della fiducia, dell’affiliazione al gruppo
• Sul piano cognitivo: conoscenza del gioco e delle sue regole
• Sul piano tecnico: conoscenza via via più approfondita dei fondamentali tecnici
Competenze
Conoscenze:
Saperi sta3ci e scollega3 tra loro
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Abilità: capacità di fare un’azione in modo ripe33vo nel contesto dove è stata appresa
Competenze: Capacità di dirigere in modo organico ed intenzionale le proprie risorse interne e
quelle esterne disponibili, in funzione di una situazione problema
Competenza > conoscenza + abilità
Competenze
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Dimensioni e cara8eris3che (Capperucci 2008):
• riflessività (rivivere e rivedere l’esperienza) • contestualizzazione (C. nascono in contesto) • trasferibilità (decontestualizzare e ricontestualizzare le C.) • transdisciplinarietà (la C. si sviluppa in ambiente inter e trans disciplinare)
Grande rilievo è dato al conce8o di competenza che è legato alla capacità di usare consapevolmente ed efficacemente le conoscenze e le abilità in contes3 significa3vi e variabili, implicando contemporaneamente un “sapere” e un “saper fare”.
Nell’essere competen3 rileviamo quindi: un aspe8o esterno (prestazione adeguata) e un aspe8o interno (padronanza mentale degli aspeJ esecu3vi)
Dal punto di vista cogni3vo la competenza indica sia la cognizione sia la metacognizione.
Agire con competenza vuol dire non limitarsi a padroneggiare il saper fare, ma a includere una rappresentazione della stru8ura e dei criteri dell’agito, vale a dire la capacità di spiegare come si fa e perché.
Competenze La competenza è considerata come un qualcosa che si sviluppa, ha un suo processo di
incremento e richiede tempo a svilupparsi.
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Il “saper fare” deve trasformarsi in
“saper agire” (Le Bortef, 2000)
La C. si evidenzia quando una situazione standardizzata e ripe33va viene resa più complessa da un evento non prevedibile che rompe improvvisamente la stabilità.
L’aJvazione e la mobilitazione delle risorse tende ad essere innescata da questa situazione.
Trasformare le strategie didaJche (Baldacci, 2010)
Verbalismo Apprendimento aJvo
Apprendimento meccanico Comprensione
Riproduzione culturale Risoluzione di problemi
Apprendimento incapsulato Transfer
Indicazioni Nazionali 2012 Decreto 16 novembre 2012, n°254 -‐ Ministro Profumo.
“Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione…”.
Si propone un “Profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione”.
“lo studente al termine del primo ciclo, a:raverso gli apprendimen< sviluppa< a scuola, lo studio personale, le esperienze educa<ve vissute in famiglia e nella
comunità, è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità le situazioni di vita <piche della propria età, rifle:endo ed
esprimendo la propria personalità”.
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Apprendimento
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Cambiamento rela3vamente permanente che deriva da una nuova esperienza o dalla pra3ca di nuovi comportamen3, ovvero una modificazione di un comportamento complesso abbastanza stabile nel tempo, derivante dalle esperienze di vita e/o dalle aJvità del sogge8o.
Possiedono questa capacità gli esseri umani, gli animali, le piante.
Indagano sull'apprendimento umano: la psicologia sperimentale e cogni3va, la pedagogia, le scienze dell’educazione. Il neonato apprende in modo inconsapevole ad adoperare il proprio corpo e il linguaggio. L’apprendimento diventa intenzionale dal momento in cui sono disponibili maggiore capacità di immagazzinamento delle informazioni, strategie di memoria sviluppate, metacognizione (capacità di riflettere sul proprio modo di pensare autocoscienza).
Apprendimento
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L’apprendimento è funzione di una serie di s3moli che partono dal S.N.C.
Fin dalla nascita e nel periodo post-‐natale le sinapsi si stabiliscono in modo seleJvo ed adaJvo aumentando numericamente fino ai 15 anni circa.
Le connessioni neuronali rappresentano una stru8ura di raccordo con l’ambiente esterno che si organizza nei primi mesi di vita. Si comincia ad apprendere appena nati e si continua tutta la vita. Tra i 6-‐10 anni la capacità di apprendimento è crescente e raggiunge il massimo grado tra i 10-‐12 anni.
Negli anni successivi c’è una stabilizzazione che si riduce in maniera significa3va nella tarda età adulta.
L’unico modo per mantenersi aJvi è il costante esercizio.
Apprendimento
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La produzione del risultato si oJene riordinando grossolanamente e simultaneamente i movimen3 che cos3tuiscono l’azione. Miglioramento della presa di informazioni finalizzato allo sviluppo del senso del movimento (processo perceJvo). Rielaborazione mentale, ossia la presa di coscienza e la rielaborazione delle sensazioni cinestesiche.
Esistono comandi muscolari (programma motorio) in grado di avviare il gesto determinando quali muscoli contrarre, in quale ordine, con quale forza, con che tempo d’intervento. Il programma motorio si ada8a alle richieste stru8urali dell’ambiente esterno.
Le fasi dell’apprendimento motorio
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L’apprendimento motorio è un processo con3nuo soggeJvo che ha inizio e fine con la vita stessa del sogge8o.
Mol3 autori hanno analizzato nel de8aglio la sequenza apprendi3va: Fi8s e Posner (1967), Bernstein (1967), Le Boulch (1975), Meinel e Schnabel (1977), Schmidt e Wrisberg (2000).
TuJ dividono in 3 fasi il processo di apprendimento.
Il gioco
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L’importanza del gioco deve essere ricondo8a ad un insieme di fa8ori fisiologici, psicologici, educa3vi relazionali che entrano in gioco durante l’azione ludica. Con il gioco l’uomo si esprime spontaneamente. Nel corso del XX secolo diversi studi hanno dimostrato la sua importanza anche per l’età adulta. Il gioco consente di: migliorare conoscenza io corporeo, stru8urare schemi corporeo e motorio, stru8urare organizzazione spazio-‐temporale, aJvare corre8a educazione posturale, controllare tono muscolare, rispe8are regole, stabilire efficaci relazioni con gli altri. Le funzioni del gioco sono: esplorativa, esercitativa, simbolica, organizzativa, costruttiva, regolativa. Le teorie del gioco sono: ricreazione (serve a riposare l’organismo), sovrabbondanza di energia (serve a dare sfogo alla eccessiva vitalità), attivismo (si modificano con la crescita fino a scomparire), esercizio preparatorio (assume l’importanza di esercizio preparatorio alla vita, c’è relazione tra giochi fatti da piccoli e vita adulta), stimolo di sviluppo (induce stimoli necessari allo sviluppo degli organi), catartica (azione purificatrice dalle tendenze antisociali).
Interdipendenza apprendimento -‐ insegnamento
Da logica di insegnamento (stru8urazione logica e cronologica dei contenu3) a logica di apprendimento (incontro tra discente e i contenu3).
Apprendimento si concre3zza nell’acquisizione delle competenze.
Questo comporta una mobilitazione di conoscenze, abilità e disposizioni personali rela3ve al piano cogni3vo e al piano socio-‐emo3vo.
Competenza: dal saper fare al saper agire. Intorno ai 14 anni i ragazzi devono aver acquisito consapevolezza della propria
corporeità a8raverso una vasta gamma di aJvità motorie.
Arricchimento che perme8erà di scoprire e valorizzare aJtudini, capacità e preferenze personali.
AJvità spor3va è in armonia con l’azione educa3va, perme8e di scoprire capacità, interessi, limi3. Con lo sport si impara a confrontarsi e a collaborare per il raggiungimento dell’obieJvo.
AJvità motoria gioca ruolo fondamentale nell’apprendimento (mobilitazione di risorse intelle8uali e corporali).
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Bibliografia essenziale
Allenamento Spor3vo. P.BelloJ, E. Ma8eucci. Utet
Il mio sport non è il tuo. C. Squassabia, L. Spiritelli. CalzeJ Mariucci ed.
Scienze Motorie nella scuola secondaria. E. Salzano. EdiSES
L’aula scolas3ca. D. Parmigiani. Franco Angeli
Tes3 disponibili presso i CONI Point e presso SRdS CONI Liguria
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