CORSO DI FORMAZIONE DISTURBI DELLO SPETTRO … · 2016-02-21 · scientifica, Erikson, Trento 2002,...

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D O T T. S S A M A B E L G I R A L D O

CORSO DI FORMAZIONE DISTURBI DELLO SPETTRO

AUTISTICO

Università degli Studi di Bergamo mabel.giraldo@unibg.it

Dott.ssa Mabel Giraldo

AUTISMO: PRESUPPOSTI PEDAGOGICI

LEZ IONE 3

Dott.ssa Mabel Giraldo

«Allo stato attuale delle conoscenze e della terminologia, mi sembra che nessuno sappia più esattamente che cosa si debba intendere per

“autismo”. […] Forse non sappiamo più che cosa sia l’autismo, ma sappiamo bene che cosa le centinaia di bambini autistici che

abbiamo accolto, educato, curato e amato» (A. e F. Brauner, Storia degli autismi. Dalle fiabe popolari alla letteratura

scientifica, Erikson, Trento 2002, p. 18)

Che cosa ci dicono i vari approcci rispetto a questa differenza?

CHE COSA DIRE DI MARCO?

Dott.ssa Mabel Giraldo

Marco è un bambino autistico di 3 anni. La sua famiglia, di origine italiana, è composta da madre casalinga (diploma di maturità linguistica) e padre operaio specializzato presso una ditta metalmeccanica. Marco ha due fratelli maggiori, Sonia di 6 anni e Samuel di 10 con i quali ha un buon rapporto. Marco non parla e non ha il controllo sfinterico. Quindi indossa ancora il pannolino. Inoltre, non tollera i rumori forti e spesso, proprio a causa di questa ipersensibilità uditiva, attua comportamenti aggressivi verso persone e oggetti. La sua alimentazione non è molto variegata. Mangia soprattutto pane, pasta, carne di pollo e rifiuta tutti gli altri cibi. I genitori si dimostrano incerti se inserire o meno il figlio alla scuola dell’infanzia poiché LA non ritengono attrezzata per i suoi bisogni. La neuropsichiatra (Dott.ssa C. che ha in cura Marco dalla nascita) incentiva la frequenza del piccolo a scuola. La ritiene, in effetti, una possibilità adeguata per l’evoluzione del bambino.

Dott.ssa Mabel Giraldo

I genitori e la neuropsichiatra concordano un periodo di prova di 6 mesi. Quindi Marco inizierà come tutti i suoi compagni di classe a frequentare la scuola da settembre. A gennaio, si prevede un incontro tra scuola, genitori e neuropsichiatria infantile dove si raccoglieranno le osservazioni del O SUL? bambino nei vari contesti di vita e si deciderà come proseguire nel percorso educativo con il bambino.

Quali informazioni ci fornisce il brano

Sono necessarie e anche

sufficienti per lo sguardo

educativo

DALLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE ALLA PEDAGOGIA

Dott.ssa Mabel Giraldo

PEDAGOGIA

BIOLOGIA

PSICOLOGIA

NEUROSCIENZE

MEDICINA

SOCIOLOGIA

ANTROPOLOGIA

Dott.ssa Mabel Giraldo

per

«L’enigma dell’autismo continua a resistere alle spiegazioni. Il mio tentativo di semplificazione dovrà confrontarsi con l’assalto dei fatti ancora più complessi. Potrebbe benissimo essere demolito; ma allora spero che vi sarà ancora una nuova sintesi. Genitori, insegnanti e psicologi clinici e gli stessi individui autistici, propr io come hanno fatto in passato, contr ibui ranno ad ar r icchi re d i nuove prospettive la comprensione scientif ica dell’autismo. L’autismo è troppo affascinante per essere trattato solo dagli scienziati; dopotutto è una delle riflessioni più potenti che si possono fare sulla condizione umana»

(U. Frith, Autismo. Spiegazione di un enigma)

«Per affrontare l’enigma autismo che permane un p r o b l e m a a s s a i problematico, è necessaria mol ta ca lma […] ma soprattutto ci vuole i l coraggio per un confronto multidisciplinare che veda insieme neurologi, genitisti, neuropsicologi, educatori, psichiatri e psicanalisti»

(S. Mistura, Autismo, p. XVIII)

Dott.ssa Mabel Giraldo

PERCHE’ PARLARE DI “SFIDA PER LA PEDAGOGIA” A PROPOSITO DELL’AUTISMO

1.  Perché l’autismo è una sfida per tutti: genitori, medici, neuropsichiatri, psicologi, educatori e pedagogisti;

2.  Perché la certezza “scientifica” sia nell’ambito diagnostico che in quello della costruzione degli interventi educativi, riabilitativi e terapeutici è piena di ambiguità, incertezza e anche confusione; […]

5.  Perché la pedagogia che si occupa dell’educazione, della formazione e degli apprendimenti può offrire un altro sguardo, un altro punto di vista, un punto di vista aperto, dinamico e articolato sul come facilitare la comprensione del soggetto autistico e l’espressione di tutte le sue potenzialità rispettando il suo modo di essere particolare;

6.  Perché l’autismo per la sua complessità costringe la pedagogia speciale a mettersi in discussione e collegarsi ad altre prospettive disciplinari (scienze dell’educazione); […]

8.  Perché non vi è apprendimento ed educazione senza relazione;

9.  Perché c’è una dimensione etica dell’azione educativa; […]

PERCHE’ UN NUOVO APPROCCIO ALL’AUTISMO

Dott.ssa Mabel Giraldo

«[…] la modalità tradizionale della storia clinica ci sembra la meno adatta, in quanto espressione di un indirizzo unidirezionale in cui l’osservatore “non si scopre” nelle sue emozioni e in generale nelle sue reazioni col bambino e pertanto queste, come ogni altro dato che non sia strettamente attinente alla “malattia” del bambino, vengono sistematicamente omesse per valorizzare viceversa alcuni aspetti dell’interrogatorio (anamnesi, per esempio).? ? Ci sembra invece che una modalità narrativa, per la sua maggiore libertà sia più adatta a indicare i fatti che da questo punto di vista ci interessano».

(M. Zappella, Il pesce bambino. Come la società degli adulti deve riapprendere ad ascoltare il bambino, pp. 146-147)

Dott.ssa Mabel Giraldo

Un esempio:

SCRITTURA BIOGRAFICA RA

CC

ON

TARE…

RA

CC

ON

TARS

I…

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Dott.ssa Mabel Giraldo

“DECALOGO PEDAGOGICO” 1.  Tenere conto delle caratteristiche comportamentali del bambino

autistico per lo sviluppo di un approccio educativo centrato sulla persona;

2.  Mettere l’accento sulle capacità e non i deficit; 3.  Utilizzare un approccio anche di tipo comportamentale ma flessibile

in grado di fare crescere il livello di abilità del bambino; 4.  Utilizzare l’analisi funzionale per comprendere anche atteggiamenti e

comportamenti; 5.  Sviluppare le capacità pratiche verbali e non verbali a livello

comunicativo tenendo conto dei meccanismi percettivi e dei vissuti per rafforzare le competenze di gestione dell’interazione;

6.  Modificare l’ambiente e adattarlo ai bisogni e interessi del bambino 7.  Partire dagli eventi della vita quotidiana perché sono produttori di

senso per il bambino e favoriscono l’acquisizione di nuove competenze

8.  Sapere che le routine e i rituali sono importanti perché riducono gli stati di angoscia;

9.  Favorire il più possibile l’interazione con i pari; 10. Strutturare le attività senza cadere nell’ossessione di trasformare tutti i

momenti della vita del bambino in esercitazione.

(A. Goussot, Autismo: una sfida per la pedagogia speciale, pp.43-44)

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE LEZIONE 3

•  G. Sandrone, Pedagogia speciale e personalizzazione. Tre prospettiva che integrano, La Scuola, Brescia 2012.

•  A. Goussot, Autismo: una sfida per la pedagogia speciale, Aras Edizioni, Fano 2012.

•  G. Bertagna, P. Triani (Eds.), Dizionario di didattica. Concetti e dimensioni operative, La Scuola, Brescia 2013.

•  G. Bertagna, Tra disabili e superdotati. La pedaogia “speciale” come pedagogia generale, in «Orientamenti pedagogici», vol. 56, n. 6, nov-dic, 2006, pp. 961-983.

Dott.ssa Mabel Giraldo

(ALCUNE) BIOGRAFIE - AUTOBIOGRAFIE

Dott.ssa Mabel Giraldo

•  M. Arduino, Il bambino che parlava con la luce. Quattro storie di autismo, Einaudi, Torino 2014.

•  O. Sacks, Un antropologo su Marte, Adelphi, Milano 2014.

•  P. Collins, Né giusto né sbagliato, Adelphi, Milano 2005. •  T. Grandin, Pensare in immagini e altre testimonianze della

mia vita di autistica, Erikson, Trento 2001.

•  M. Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Einaudi, Torino 2011.

•  G. Nicoletti, Alla fine qualcosa ci inventeremo, Mondadori, Milano 2014.