Post on 16-Feb-2019
COMUNICARE IL RISCHIORISCHIO
AiFOS Certificazioni
CNAI - Coordinamento Nazionale Associazioni ImprenditoriAiFOS è un'associazione senzascopo di lucro costituita da p
Agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (OSHA)Partner della campagna europea
scopo di lucro costituita daformatori, docenti, professionisti,consulenti, aziende e da quantioperano nel campo dellaformazione della sicurezza sullavoro. L'Associazione, basata su
i i i lid i ti i di
Regione Lombardia Albo Regionale operatori “Lombardia Eccellente” Decreto n. 10678/2009 Albo operatori accreditati per la formazione n. 164
principi solidaristici e diaggregazione sociale, si proponedi svolgere un'attività di studio,ricerca e realizzazione di attivitàed iniziative al fine di favorire gliscopi sociali mettendole a
ADAPT Associazione per gli Studi Internazionali e Comparati sul Diritto del lavoro e sulle Relazioni industriali
pdisposizione dei soci iscrittinonché di enti pubblici e privatiche operano nel settore..
.
• Ente Nazionale di formazione per i corsi
Ministero dell’Università e della Ricerca Anagrafe Nazionale Ricerche, prot. n.109/496 codice 57811NYF
sulla Sicurezza sul Lavoro
• Operante ope legisart. 32 D.Lgs. n. 81/08
CIIP Consulta Italiana Interassociativa per la Prevenzione
Certificato Sistema di Qualità RINAAzienda Certificata ISO 9001:2008Certificato n. 18025/08/S
Obiettivi
1. Conoscere gli aspetti teoricidella comunicazione ali hirischio;
2. Sperimentare l’utilizzo di unabuona e cattivacomunicazione al rischio
3. Conoscere gli aspetticaratterizzanti unacomunicazione educativacomunicazione educativa
COMUNICARE IL RISCHIO
•Fondamenti del processo comunicativo relazionale;•Comunicare la sicurezza: strumenti eComunicare la sicurezza: strumenti e metodi;•La dimensione dell’ascolto per la comunicazione alla sicurezzacomunicazione alla sicurezza•La comunicazione educativa
START
ESERCITAZIONE: costruire una mappaESERCITAZIONE: costruire una mappa concettuale della comunicazione
COMUNICAZIONE
LA COMUNICAZIONE CARATTERIZZA QUESTI ELEMENTI
INFORMAZIONEALLA SICUREZZA
COMUNICAZIONE
FORMAZIONE ALLA SICUREZZA
ADDESTRAMENTOALLA SICUREZZAALLA SICUREZZA ALLA SICUREZZA
D. Lgs. n. 81/2008 coordinato al D. Lgs. n. 106/09
“FORMAZIONE”:
processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori eagli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione
i d l d tili ll i i i diaziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione dicompetenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compitiin azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione deirischi;
D. Lgs. n. 81/2008 coordinato al D. Lgs. n. 106/09
“INFORMAZIONE”:
complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili allapidentificazione,alla riduzione, e alla gestione dei rischi inambiente di lavoro;
“ADDESTRAMENTO”:complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale e le procedure di
lavoro
“non c’è sicurezza senza i f i ”informazione”
Comunicare ?Comunicare ?
Oggi comunicare?
A volte!!!
Cosa significa comunicare?
InformareCapire e farsi capire
Percepire i bisogni dell’altroT i i iTrasmettere e ricevere emozioni
Mettersi in contatto con qualcunoEsprimere i propri bisogni e le proprie attese
Essere capaci di critica e autocriticaEssere capaci di critica e autocriticaNon avere paura di essere giudicati
Saper interpretareAccettare l’altro
C di idCondividereAscoltareDivertireParlareParlareAgire
COMUNICARE SIGNIFICA
mettere in comune un’azione
COMUNI - C - AZIONE
IL FEEDBACK NEL PROCESSO DI COMUNICAZIONE
EMITTENTE MESSAGGIO DESTINATARIO
FEEDBACK
Chi ha la responsabilità ����� �������������
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
1
Non si può Non Comunicareogni comportamento è comunicazioneogni comportamento è comunicazione
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
2
La mappa non è il territorioPer capire l’altro dobbiamo saper p p
cambiare punto di vista
IO TUIO TU
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
3
La comunicazioneAssume significati differenti in relazione al CONTESTOin relazione al CONTESTO
MACRO/MICRO SOCIALE di riferimentoIn cui è inserita
È ÙSECONDO I TUOI RIFERIMENTI QUAL È L’OMINO PIÙ ALTO?
1
2
3
1
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
4
Ogni comunicazionePossiede un messaggioPossiede un messaggio
di CONTENUTO e uno di RELAZIONE
Interferenze e difficoltà
Tre tipi di filtri/interferenze:
1. filtri o interferenze di tipo psicologico
2. filtri o interferenze di tipo semantico
3. filtri o interferenze di tipo fisico
Le interferenze di tipo psicologico
VALORICREDENZE
ASPETTATIVEASPETTATIVEANTIPATIA
SENTIMENTI FORTI ESENTIMENTI FORTI E RICORDI
PREOCCUPAZIONIINTERESSI PREGIUDIZISTEREOTIPISTEREOTIPI
Le interferenze di tipo psicologico
1.Effetto della prima impressione …
2.Errata interpretazione dell’immagine dell’altro ….dell altro ….
3.Profezia che si auto avvera …..
Le interferenze di tipo semantico
Termini difficili
Li i
Parole spiacevoli
•Linguaggio che suscita•Linguaggio non comprensibile all’interlocutore
•Linguaggio che suscita Preoccupazione •Insicurezza
•Linguaggio tecnico •Difesa•IrritazioneAlt /b l di é•Alto/basso valore di sé
Le interferenze di tipo fisico
Sensazioni corporee non adeguate al nostroSe sa o co po ee o adegua e a os oambiente abituale possono creare situazioni dinon comunicabilità:
•ambiente troppo freddo o caldo•rumori troppo intensi •interruzioni di linea nell’apparecchio telefonico•interruzioni di linea nell apparecchio telefonico
La perdita del “carico” comunicativo
100% Ciò che io ho intenzione di dire 80%
70%Ciò che io realmente dico
Ciò che l’altro sente 50%
40%
Ciò che l’altro ascolta
Ciò che l’altro comprende20%
10%Ciò che l’altro interiorizzaCiò che l’altro agisce
I livelli della comunicazione
COMUNICAZIONE VERBALE (CV) parole, linguaggio
COMUNICAZIONE PARAVERBALE (CPV) tono, timbro, volume, ritmo, pause
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)distanza, postura, gestualità, espressioni, p , g , p
Incidenza dei 3 livelli della comunicazione sull’efficacia del messaggio
7%
38%55%
verbaleparaverbalenon verbalenon verbale
La comunicazione efficace
R iRagione
Emozione
A iAzione
La comunicazione efficace colpisce l’interloc tore a tre li ellicolpisce l’interlocutore a tre livelli: la testa (la logica), il cuore (le
emozioni) e le gambe (l’azione).
Nei contesti organizzativi:
LA COMUNICAZIONE INTERNA (organizzativa)
Garantisce che tutte le persone coinvolte nel raggiungimento di un obiettivo/risultato:
•Siano informate sullo scopo e l’andamento delle attività;•Siano in grado di comprendere valutare e scegliere•Permette di assolvere correttamente il proprio ruolo e lavoro•Permette di assolvere correttamente il proprio ruolo e lavoro•Finalizzare correttamente le proprie azioni
… e la comunicazione al Rischio …?
…Perché è importante comunicare il rischio in maniera efficace e trovare gli strumenti appropriati?....
Perché….
• Una buona costruzione e formulazione del messaggio influisce su chi lo riceve (best and bad practice);
• E’ importante contestualizzare e personalizzare la comunicazione al rischio, in relazione al contesto organizzativo e co u ca o e a sc o, e a o e a co testo o ga at o eall’interlocutore;
IL RISCHIO
IL RISCHIOIL RISCHIO
PERCEZIONEDEL RISCHIO
PROPENSIONE AL RISCHIO
SICUREZZA SUL LAVORO
i / i
RISCHIO
input/messaggio
Emisfero sinistro
SFERA RAZIONALE
AttitudiniAbilità
competenzecompetenze
comportamentocomportamento
RISCHIO
input/messaggioEmisfero
destro
SFERA EMOZIONALESFERA EMOZIONALEstrutturacaratterebisognivalori
comportamentocomportamentocomportamentocomportamento
RISCHIO
E i f i i t Emisfero destroinput/messaggioEmisfero sinistro
SFERAEMOZIONALEstruttura
SFERA RAZIONALE
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l i
AttitudiniAbilità
valoricompetenze
comportamentocomportamento
PROPENSIONE AL RISCHIOPERCEZIONE DEL RISCHIO PROPENSIONE AL RISCHIOPERCEZIONE DEL RISCHIO
PERCEZIONE DEL RISCHIO E FORMAZIONE AL COMPORTAMENTO SICURO:
L i d l i hi La percezione del rischio spesso dipende da EURISTICHE COGNITIVE(Tversky e Kahneman) applicate alle (Tversky e Kahneman) applicate alle diverse situazioni sociali.
Le euristiche sono procedure semplificatrici concepite per facilitare il semplificatrici concepite per facilitare il trattamento rapido di problemi complessi ed incerti: sono sia fonte di complessi ed incerti: sono sia fonte di distorsione, sia di convenzionalizzazione.
PERCEZIONE DEL RISCHIO E FORMAZIONE AL COMPORTAMENTO SICURO
PERCEZIONE DEL RISCHIO E FORMAZIONE AL COMPORTAMENTO SICURO:
i i i i i i à
PERCEZIONE DEL RISCHIO E FORMAZIONE AL COMPORTAMENTO SICURO:
Euristica della disponibilitàLe persone tendono ad adottareLe persone tendono ad adottarenell ’ ambito cognitivo decisionale, leinformazioni e le esperienze cheinformazioni e le esperienze chericordano meglio, in quanto rimasteparticolarmente vive nella memoria.particolarmente vive nella memoria.
PERCEZIONE DEL RISCHIO E FORMAZIONE AL COMPORTAMENTO SICURO:
i i i i àEuristica della rappresentativitàLe persone tendono ad usare le Le persone tendono ad usare le informazioni che già possiedono, senza impegnarsi eccessivamente nella impegnarsi eccessivamente nella ricerca di nuove soluzioni, nel classificare un evento e per reagirvi classificare un evento e per reagirvi adeguatamente.
PERCEZIONE DEL RISCHIO E FORMAZIONE AL COMPORTAMENTO SICURO:
i i i i iEuristica del giudizio Le persone cercano il rischio in Le persone cercano il rischio in determinate situazioni e lo evitano in altre. In particolare, se si prova una altre. In particolare, se si prova una sensazione di perdita di controllo si ha un’alta percezione del rischio, quando, u a a pe ce o e de sc o, qua do, invece, si presuppone di possedere più controllo si percepisce un senso di controllo si percepisce un senso di maggiore sicurezza.
PERCEZIONE DEL RISCHIO E FORMAZIONE AL COMPORTAMENTO SICURO:
In particolare sono valutati maggiormente rischiosi i seguentiIn particolare sono valutati maggiormente rischiosi i seguentirischi
localizzati e concentrati: es disastri aerei o ferroviari, chepossono causare molte morti contemporaneamente;
assunti involontariamente: es. avvelenamento a causa dicibo avariato all'origine; esalazioni tossiche industrialiindustriali
poco familiari: es inquinamento elettromagnetico poco familiari: es. inquinamento elettromagnetico, a breve termine: es. i rischi derivati da una cattiva
manutenzione sono sottovalutati per le conseguenze alungo termine;
à derivati da attività segrete: es. operazioni militari; che dipendono dall’attività di gruppi sospetti di parzialità, es.
multinazionali; derivati da una nostra personale scelta ma che derivati da una nostra personale scelta, ma che
coinvolgono altre persone; Imposti da altri #
C i i ffi tiComunicazione efficace: come motivare gli altri partendo dal loro punto di vista
C f lCosa fare se le persone non percepiscono il pericolo?
•Fornire testimonianze reali delle conseguenze del pericolo (portare esempi di colleghi che p (p p ghanno subito incidenti)•Dare informazioni attraverso momenti di confronto, cartelloni, formazione•Mettere la persona nelle condizioni psicofisiche per poterlo rilevare (attenzione ai turni e alla fatica fisica!)
C f lCosa fare se le personepensano di non poter contrastare il pericolo
•Fornire esempi pratici di come gestire il pericolop p g p•Insegnare ad usare i DPI in modo corretto•Addestrare in modo adeguato e verificare ddes a e odo adegua o e e ca e successivamente la capacità•Agire sul gruppo affinché sia di supporto e non di g g pp ppostacolo ai comportamenti sicuri•Dare il tempo e lo spazio organizzativo per saper gestire il pericolo•Essere di esempio in prima persona
C f lCosa fare se le persone pensano sia più vantaggioso un comportamento i hirischioso
•Valorizzare i comportamenti sicuri (lodare e premiare)•Capire quali bisogni sono soddisfatti dal comportamento rischioso (l’appartenenza al gruppo, la fretta, il dimostrarsi più bravi?)gruppo, la fretta, il dimostrarsi più bravi?)•Dare l’opportunità di sfogarsi in un clima aperto e disponibile (Il DPI è fastidioso?, i ritmi sono eccessivi? i turni sono monotoni?)sono eccessivi?, i turni sono monotoni?)•Impostare una politica coerente con gli obiettivi di sicurezza
Cosa fare se le persone hanno l’abitudine di lavorare in modo rischiosol abitudine di lavorare in modo rischioso
•Creare una nuova abitudine gratificando chi cambia comportamentop•Analizzare anche i quasi incidenti evidenziando davanti a tutti le possibili conseguenze•Individuare un leader e agire su di lui affinché cambi •Individuare un leader e agire su di lui affinché cambi comportamento•Dare un’immagine di prestigio e professionalizzante a chi lavora in sicurezza•Essere coerenti anche nei casi estremi: punire chi non si comporta in modo sicurocomporta in modo sicuro
PERCEZIONE E PROPENSIONE AL RISCHIO
PERCEZIONE DEL RISCHIO:E’ la capacità di individuare attraverso le conoscenze ele competenze una fonte di pericolocompetenze una fonte di pericolo
PROPENSIONE AL RISCHIO:E’ l’atteggiamento individuale di fronte al pericolo
“Il rischio dipende da un giudizio soggettivo influenzato da assunti, d l i ”credenze e valori.”
B. Zani, E.Cicognani, Psicologia della salute, Il Mulino, Milano, 2000.
Dobbiamo sapere che:
IL RISCHIO viene elaborato nella mente secondo due modalità:
• Analitica: elaborazione logica delle informazioni, basata su g ,conoscenze teoriche (processo costoso e lento);• Esperienzale: automatica, fatta di reazioni involontarie dovute allo stimolo e all’emozione che suscita;
(le informazioni sul rischio hanno maggiore impatto se creano nella nostra mente immagini cariche di emotività)
Dobbiamo sapere che:
Modalità analitica:
Le persone pensano principalmente per immagini sensoriali(visive, uditive, olfattive..)
La comunicazione del rischio fa spesso uso di dati quantitativi,immagini, parole, suoni che possono aumentare il grado di emotività
Dobbiamo sapere che:
Modalità esperienziale:
La via esperienziale può essere evocata attraverso il linguaggioproducendo immagini mentali;
Maggiore sarà la capacità di indurre emozioni maggiore sarà l’efficaciadel messaggio...
Quale è il nostro obiettivo?
• Emozionare e stupire?
• informare e formare alla sicurezza?
• Costruire best practice e comunità di pratica?
• Comunicare il rischio competence‐oriented?
…………….
Per comunicare
È necessario ascoltare
Dimensione dell’ascolto
T Gordon rileva che uno degli ostacoli maggiori all’ASCOLTO èT. Gordon rileva che uno degli ostacoli maggiori all ASCOLTO, è il concetto per cui parlare corrisponde ad avere supremazia e potere …
L’ASCOLTO oggi, viene spesso identificato come un atto di i i à d lpassività e arrendevolezza..
Per ASCOLTARE non basta usare solo l’orecchio ma serve l’utilizzo di tutti gli organi di senso
T. Gordon, Leader Efficaci, La Meridiana, Bari 1999.
ASCOLTO:
SENTIRE ASCOLTARE
Fatto fisico mediato dall’udito Implica un significato più ampio:
OLTRE ALLA PERCEZIONEOLTRE ALLA PERCEZIONE ENTRANO IN CAMPO
L’INTERPRETAZIONE E LA COMPRENSIONE
“Un dente da estrarre non sempre fa male, non sempre si fa sentire ma ad una visita più accurata appare degno di grandesentire, ma ad una visita più accurata, appare degno di grande attenzione, è utile considerare che non è detto che chi non ha voce non abbia nulla da dire”
S.Cancelli, il peso delle parole, La Scuola, Brescia, 2010.
Ascolto attivoASCOLTO:
Ascolto attivo
Necessita di competenze
COMPETENZE PERSONALI COMPETENZE SOCIALI
Il modo in cui gestiamoLa modalità in cui t lli i t i
C l di é
le relazioni con gli altricontrolliamo noi stessi
‐ Consapevolezza di sé
‐ Padronanza di sé
Motivazione
Empatia
D. Goleman, Lavorare con intelligenza emotiva, Bur, Milano, 1998
‐ Motivazione
Durante la fase di ascolto:
ASCOLTO:
i t l’ lt
Durante la fase di ascolto:
• non interrompere l’altro• Non giudicarlo prematuramente• Non esprimere giudizi che possano che possano bloccare il flusso
espressivo altrui• Non distrarsi e pensare ad altro• Non correggere l’altro mentre afferma anche quando non si è d’accordoNon correggere l altro mentre afferma, anche quando non si è d accordo
rimanere in ascolto• non cercare di sopraffarlo
N di d i l• Non cercare di dominarlo• Non cercare di impartire verità• Non parlare di sé• Testimoniare interesse e partecipazione attraverso i segnali verbali e il
linguaggio del corpo
D. Trevisani, Negoziazione interculturale. Comunicazione oltre le barriere culturali, Franco Angeli, Milano, 2005.
Il nostro obiettivo: COMUNICAZIONE EDUCATIVA
Una comunicazione educativaUna comunicazione educativa
“La comunicazione educativa non si esaurisce nei contenutiLa comunicazione educativa non si esaurisce nei contenuti trasmessi. Essa si mostra come sistema di rapporti interpersonali palesemente orientati verso il conseguimento inten ionale di precise finalità atte a garantire la forma ioneintenzionale di precise finalità atte a garantire la formazione integrale della persona”
L. Pati, Pedagogia della comunicazione educativa, La Scuola, Brescia 2008.
COMUNICAZIONE EDUCATIVA
Formatori alla SicurezzaFormatori alla Sicurezza
Comunicazione educativa
Accompagnare verso consapevolezza di sé
Presa di responsabilità
Aver cura
SAFETY IMPACT
Coinvolgere Con la salute non si scherza… ma ogni giorno metto in gioco la mia
Creare bit di
ogni giorno metto in gioco la mia vita
abitudine Evitare il rischio ogni giorno, leva il medico di torno
Professionalizzare la sicurezza La sicurezza è il mio mestiere
Coinvolgere i iil gruppo Da solo non mi sento sicuro