COME CONDURRE UNA SPERIMENTAZIONIONE SCOLASTICA INTRODUZIONE 1. LA SCELTA DEL PROBLEMA 2. DAL...

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COME CONDURRE UNA SPERIMENTAZIONIONE SCOLASTICA

INTRODUZIONE1. LA SCELTA DEL PROBLEMA2. DAL PROBLEMA ALL' IPOTESI GENERALE3. IL PANORAMA DELL'ESISTENTE4. LA FORMULAZIONE OPERATIVA DELLE

IPOTESI5. LA SCELTA DEL CAMPIONE6. LA SCELTA DEL PIANO DI ESPERIMENTO7. LA RILEVAZIONE DEI DATI8. L’ELABORAZIONE DEI DATI9. LA VALUTAZIONE DELLA RICERCA10 LA STESURA DEL RAPPORTO

Considerazioni di carattere epistemologico sulla natura del

sapere pedagogico Il fatto educativo è oggetto di studio della pedagogia

attraverso varie forme e fasi di riflessione:

a) giustificazione filosofica dei fini dell'educazione; b) indagine sullo sviluppo nel tempo del fenomeno

educativo; c) ricerca sperimentale sistematica relativa agli

stessi fatti educativi ( ricorso alle scienze positive dell' uomo e approfondimento scientifico dei

metodi).Ci occuperemo solo del terzo tipo di ricerca

La ricerca positiva parte da una concezione filosofica dell'educazione

L'educazione, come noi l'intendiamo, mira a conferire all'uomo la capacità specificamente umana di agire rettamente con libertà per un motivo interiore.

E', quindi, un processo di miglioramento personale che tende a formare e regolare l'atto di libertà dell'uomo.

Fatti e procedimenti educativi saranno solo quelli posti in funzione dell'acquisizione da parte dell'uomo di questa capacità.

Come individuare

il principiosu cui fondare una

metodologia educativa coerente

con il proprio concetto di educazione ?

L'indagine sul come si fa l'educazione

ha bisogno di informazioni (ricevute mediante l'osservazione e

sperimento)

sui fattori che

favoriscono o ritardano lo sviluppo della libertà morale

dell'uomo

La natura del sapere pedagogico

come la ricchezza e la mobilità dell'oggetto studiato

richiedonorichiedono

una verifica continua dei risultati conseguiti con l'azione educativa

Questa verifica a cui la ricerca pedagogica miraè modellata sulle scienze positivo-sperimentali ma deve sempre tener presenti le

caratteristiche proprie dell'oggetto che studia (azione per la crescita dell'uomo in quanto libero realizzatore dei suoi valori)

e non potrà non fare riferimento costantemente ai fini dell'educazione,

pena la riduzione a pura tecnica.

La ricerca pedagogica di tipo positivo-sperimentale

si occupa pertanto

di tradurre in obiettivi, almeno in parte verificabili

i fini dell'educazione individuati dall'indagine filosofica

di mettere a punto

i metodi per il loro conseguimento e gli opportuni strumenti di verifica

I metodi della ricerca sperimentale

che sono stati coniati dalle scienze positive

quando vengono impiegati nello studio del fatto educativo

vanno modificati per rispettare la natura stessa dell'oggetto studiato

Questi metodi

se si conserva– una vigile consapevolezza dei loro limiti

se si rinuncia – alla pretesa di considerarli come il solo

modo di fare ricerca pedagogica arrecano un contributo considerevole alla

conoscenza delle condizioni ottimali per favorire – la nascita, lo sviluppo, il consolidamento

della libertà morale dell'uomo.

Poiché la scienza positiva non mira alla conoscenza dell'essenza dei

fenomenima semplicemente a stabilire i nessi e le connessioni esprimibili attraverso le leggi

sarà indispensabile che una verifica di tiposperimentale – vada avanti parallelamente, e sia

intimamente collegata

con tutta l'azione educativa, concentrando i suoi sforzi sui punti più importanti per l'educazione dell'uomo.

Tali punti, intuitivamente percepiti, richiedono un approfondimento scientifico.

Il sapere scientifico, distinto da quello volgare e comune, presenta questo

triplice aspetto:

a) è un sapere fondato, in grado di giustificarsi razionalmente;

b) ha per oggetto la realtà conosciuta mediante concetti universali e necessari;

c) è critico, metodico, sistematico.

A differenza della conoscenza conoscenza abitualeabituale

in cui non vi è sistematicitànella conoscenza scientificanella conoscenza scientifica

l'osservazione viene condotta secondo norme rigorose che garantiscono il massimo rispetto e la massima penetrazione della realtà.

Nell'ambito della conoscenza scientifica si esige che l'ipotesi sia formulata in modo tale da mettere in evidenza conseguenze

specifiche verificabili sperimentalmente.

Nella conoscenza scientifica

la verifica deve consentire la conferma della costanza dei rapporti , mentre nella conoscenza volgare può essere sommaria e affidata a stime intuitive.

La valutazione dei risultati assume un

valore di generalizzabilità che la conoscenza abituale non potrebbe mai dare.

1. La scelta del problema

La fase preparatoria della ricerca, delimitato l'ambito in cui essa si svilupperà, è quella in cui si individua il problema. E' il problema che determina l'attivazione di un processo di ricerca.

Il problema può nascere da letture, incontri, riflessioni personali, difficoltà incontrate nell'attività educativa.

E' sempre il desiderio di migliorare l'attività educativa che spinge il ricercatore ad intraprendere un nuovo studio.

se non avverte la problematicità di una determinata situazione educativa,

per la quale spera di trovare delle soluzioni valide

per poter giungere alla formulazione delle per poter giungere alla formulazione delle ipotesiipotesi

non basta avvertire indistintamente il problema

è necessario giungere alla formulazione di esso in termini qualitativi e quantitativi.

nessuno avvia una ricerca

2. Dal problema all'ipotesi generale

Questo è il momento in cui si passa dalla teoria e dall'insieme delle conoscenze generiche su un dato problema, alla ricerca vera e propria.

L'ipotesi emerge da un attento esame della situazione concreta ed abitualmente dopo essere stati a contatto con il problema così come si presenta nella realtà.

L'ipotesi generale tende ad isolare una prima serie di elementi significativi, che saranno utili per successivi approfondimenti del tema e per la trasformazione delle teorie più generali in meccanismi operativi.

Esempi di ipotesi generale

Esercitati a formulare alcune ipotesi generali dopo aver enunciato il problema della ricerca

Se l'ipotesi rimanesse solo nel campo ideale della costruzione

mentalee non potesse essere tradotta in

conseguenze concrete

che possano essere confermate o contraddette dall'esperienza

non si tratterebbe diun' ipotesi scientifica.

L'ipotesi di ricerca va formulata in modo che

siano evidenti le implicazioni concrete sia coerente con gli obiettivi della

ricerca

per questo va successivamente dettagliata

indicando persone e situazioni che si desidera studiare

Per far mantenere l’ipotesi generale e giungere quindi a formulare con

precisione, operativamente

le ipotesi particolari in cui quella generale si articola

è necessario fare un esameè necessario fare un esame

del materiale a disposizione al termine delle ricerche già condotte sul

problema

3. Il panorama dell'esistente

Ci soffermiamo sull'esigenza di costituire una bibliografia selezionata, e sull'importanza di utilizzarla accuratamente scegliendo letture specifiche che aiutino a mettere a fuoco il problema.

Attraverso l'esame degli scritti teorici e delle precedenti ricerche sperimentali sul tema, è possibile selezionare i problemi e individuarne le linee di sviluppo.

Inquadrare teoricamente il problema,

non vuol dire soltantomenzionare quelle teorie che si ritiene

contribuiscano a chiarire

i presuppostima anche definire l'ambito

e il campo della ricerca

L'esigenza di sostenere, motivare, giustificare con riferimenti e supporti teorici le scelte che man mano si fanno, nasce già al momento della definizione del problema.

Quali sono le ricerche, quali risultati già ottenuti nel campo di cui ci si

vuole occupare ?

valutando i risultati delle ricerche

precedenti esaminando metodologicamente come

sono state condotte e come sono stati commentati e proposti i risultati finali si può condurre la nuova ricerca con un maggiore rigore scientifico

4. La formulazione operativa delle ipotesi

L'esplorazione preliminare riguarda l'individuazione

– delle variabili emergenti – delle connessioni tra variabili

sulle quali concentrare l'interesse della ricerca.

Prima di iniziare una sperimentazione, una volta esaurito lo studio dei risultati delle

ricerche precedenti sul problema va premessa un'accurata preparazione delle ipotesi da sperimentare.

L'ipotesi va formulata con precisione sul piano teorico e

pratico enucleando le conseguenze e i corollari

che ci si aspetta di vedere realizzati nel caso in cui l'ipotesi o le ipotesi siano vere;

nell'ambito di una determinata ricerca, l'ipotesi assume tanta più importanza l'ipotesi assume tanta più importanza quanto più le proposizioni generali che la quanto più le proposizioni generali che la caratterizzano a livello teorico tendono a caratterizzano a livello teorico tendono a strutturarsi in semplici relazionistrutturarsi in semplici relazioni,, – chiaramente verificabili – riferite ad un numero limitato di variabili.

Il ruolo delle ipotesi operative

a) Nella fase iniziale trasformare i concetti generali in una serie di proposizioni semplici, che tendono a proporre specifici tipi di connessioni tra i fenomeni dei quali è possibile la

rilevazione e, se necessario, la misurazione

b) Nelle fasi successive della ricerca indirizzare la raccolta dei dati contribuire alla definizione delle elaborazioni più pertinenti

c) In fase di formulazione delle generalizzazioni empiriche isolare tra i risultati significativi, quelli essenziali per una più o meno globale verifica delle singole parti che

compongono l’ipotesi generale

5. La scelta del campione

L'applicazione di un piano di ricerca esige al ricercatore di scegliere i soggetti sui quali verterà l'azione educativa: – il primo atto da compiere è la determinazione

della popolazione a cui si vogliono estendere i risultati della ricerca.

Una volta definita la popolazione statistica e il tipo di descrizione, si preleverà un campione che la rappresenti: – possiamo definire il campione come la parte

della popolazione in base alla quale si possono trarre inferenze intorno all'intera popolazione.

In questa fase della ricerca si pongono due problemi

la grandezza e le tipologie del campione

tanto più grande è il campione tanto maggiore è la probabilità che esso si avvicini alle caratteristiche dell'universo da studiare.

Il metodo di scelta del campione deve essere tale da non favorire nessuna distorsione della realtà.

Le conclusioni a cui si giunge sulla base di un campione

sono corrette solo quando il campione riproduce al meglio le caratteristiche significative della popolazione:

Un campione che riproduca al meglio le caratteristiche significative della popolazione è detto rappresentativo

In base al tipo di ricerca, si costituiranno differentemente i campioni, a condizione che i criteri di scelta siano chiaramente esplicitati e giustificati

Vi sono vari tipi di campionamento

che si possono ricondurre a due categorie fondamentali:

campione casuale e

campione stratificato

Campione casuale

il principio di base su cui si fonda è molto semplice:

Si assegna un numero progressivo a ciascun membro della popolazione e poi si estraggono a sorte i membri che faranno parte del campione.

Ha il vantaggio – di rappresentare bene la popolazione da cui è

tratto– di consentire l'uso di formule piuttosto semplici

per i calcoli d'inferenza statistica.

Ha lo svantaggio – di esigere un maggior numero di soggetti rispetto

agli altri tipi di campionatura.

Una variante del campione casuale è costituita dal

campione a gruppi nelle ricerche scolastiche, nel fare

l'elenco della popolazione si elencano direttamente le classi tra le quali avverrà l'estrazione.

Quando i gruppi sono grandi si può estrarre a due stadi:

prima si estrae un campione a gruppi; poi all'interno di ogni gruppo si estrae un

campione casuale; in modo da poter ridurre i tempi e le

spese di elaborazione dei dati.

6. La scelta del piano di esperimento

La verifica delle ipotesi può avvenire attraverso

un'osservazione sistematica o un esperimento

Dal punto di vista epistemologico, non vi è differenza essenziale tra

osservazione ed esperimento perché i due metodi si integrano e si

fondono insieme.

L'esperimento è una delle due modalità fondamentali con cui si può condurre

una ricerca in campo educativo

facendo ricorso alle scienze che studiano l'uomo con il metodo positivo

opportunamente adattato al loro oggetto alla prospettiva particolare dal quale essi

studiano l’uomo

L'altra modalità è costituita dall'osservazione sistematica

che si impiega quando non è tecnicamente possibile o moralmente lecito introdurre l'azione di un fattore sperimentale in una data situazione educativa al fine di studiarne gli effetti.

Solitamente si parla di esperimento

quando si creano appositamente situazioni tali da poterne seguire i cambiamenti connessi con l'azione di un fattore nuovo, detto variabile indipendente, che si introduce nella situazione educativa che si vuole studiare

L’azione del fattore sperimentale

Si cerca di porre sotto controllo tutte le Si cerca di porre sotto controllo tutte le circostanzecircostanze – che potrebbero influire sui risultati

Si fa agire solo il fattore che si vuole Si fa agire solo il fattore che si vuole conoscereconoscere – in modo da poterne osservare e

valutare gli effetti.

Distinzione tra i piani di osservazione ed i piani di

esperimento: nei primi si vorrebbe pianificare

l’osservazione dei fatti – senza modificare l’andamento del fenomeno

nei secondi si creano appositamente delle situazioni – per farvi operare i fattori che interessano

annotandone gli effetti nel modo, nei tempi e nelle circostanze più comode e trasparenti, e nel numero di volte congruente con le illazioni che se ne vogliono trarre.

Somiglianza: osservazione

La contrapposizione non è mai così netta

perché l’osservatore raramente sceglie delle situazioni da osservare senza “ritoccarle”

– per farle corrispondere meglio alle ipotesi da verificare

– per renderle osservabili nel modo più oggettivo e preciso possibile

Somiglianza: esperimento

Le situazioni sperimentali costruite sono tali solo per alcuni caratteri o elementi anche negli esperimenti più radicali perché:– la maggior parte delle condizioni

educative sono di per sé assegnate e non si possono modificare

La stessa ipotesi può essere verificata

sia osservando– nelle situazioni assegnate, i casi in cui il

fenomeno si dà sia creando

– appositamente le situazioni in cui agiscono i fattori di cui si vuole studiare l'azione

Quanto diremo per gli esperimenti si potrebbe applicare, con qualche adattamento, anche

ai piani di osservazione sistematica.

Non sempre è facile trovare situazioni adatte per poter

verificare l'ipotesipoiché la realtà si presenta spesso

complessa

è necessario trovare situazioni

in cui agiscono fattori che interessano

per poterne osservare sistematicamente gli effetti che ne seguono.

In un esperimento si creano appositamente delle situazioni

per farvi operare fattori che interessano

per poter annotare il comportamento conseguente– nel modo– nei tempi – nelle circostanze più comode

Le verifiche sperimentali mirano

a indurre delle costanti, a isolare l'azione di uno o più fattori.

– Lo schema della sperimentazione consiste nel

• tenere ferme e costanti tutte le variabili che compongono un determinato fenomeno,

• tranne la variabile indipendente

• che si va variando per osservare gli effetti che ne derivano su un fenomeno.

Il fattore sperimentale che si introduce nella situazione

educativa si presuppone efficace in rapporto al fine che ci si propone di raggiungere con la sperimentazione che si vuole attuare.

Questo fattore può essere • un particolare metodo educativo• un espediente didattico• uno strumento ritenuto capace di stimolare

un particolare apprendimento o di far conseguire i risultati educativi attesi, o altro

Una delle condizioni per cui un esperimento è valido, è il grado in cui le variabili sono operativamente definite.

Spesso i piani d'esperimento "classici", rispondono con difficoltà

alla complessità delle ipotesi.

Per questo motivo può essere opportuno prospettare dei piani di ricerca che consentano un aggiustamento continuo, in modo da potersi adattare alle situazioni che evolvono.

I piani di ricerca per lo studio dei problemi didattici ed educativi dovrebbero essere

impostati per cogliere una realtà sequenziale

– cioè i fattori e le circostanze antecedenti, concomitanti e conseguenti ad un intervento didattico o educativo.

– dei molteplici fattori che intervengono – delle molteplici componenti delle situazioni

educative

In modo che se ne possano osservare sistematicamente i nessi

Questi piani d’esperimento sequenziali consentono di tener

conto

7. La rilevazione dei dati

La raccolta dei dati deve essereobiettiva e adeguatafunzionale e svincolata dalle

opinioni personali del ricercatorePer questo è molto importante mettere a punto

criteri e strumenti che consentano l'osservazione oggettiva dei fenomeni e la loro

misurazione adeguata.Esempi di strumenti: Griglie di osservazione, questionari, test psicologici, prove

oggettive di profitto, colloquio interrogazione (riflessione parlata)

Nello scegliere uno strumento di rilevazione è indispensabile

valutare non solo la sua intrinseca efficacia ma anche le possibilità e l'opportunità del suo impiego rispetto ai vari fattori che si vogliono osservare.

Gli strumenti di rilevazione più frequentemente utilizzati nella ricerca

sperimentale sono:Le guide per l'osservazione sistematica, le

composizioni scritte, i test psicologici, le prove oggettive di profitto, le interviste sotto forma di riflessione parlata, colloquio e questionario.

Questi strumenti assumono il loro reale valore nelle mani di un ricercatore che abbia ricevuto la formazione teorica e pratica per

imparare ad utilizzarli bene.

Decisione previa alla scelta

E’ importante determinare che cosa si vuole conoscere attraverso lo strumento che si vuole costruire o utilizzare, perché i problemi connessi con la ricerca possano essere sempre meglio approfonditi e misurati.

Validità e Fedeltà

Servono per misurare proprio ciò che s'intende misurare, cioè che sia valido, e che non modifichi la sua capacità di misurazione, cioè che sia fedele.

La validità E’ possibile accertare la validità di una

prova attraverso le correlazioni esistenti tra la prova stessa e le altre prove di cui già si conosce la validità.

La fedeltà

È la qualità che permette ad uno strumento di fornire in condizioni sperimentali identiche e indipendentemente dalle persone che lo utilizzano risultati identici nella misurazione di un fenomeno che è rimasto identico a sé stesso.

Per verificare la validità e la fedeltà di uno strumento

la struttura delle singole parti deve essere attentamente esaminata

perché si possano scegliere gli stimoli che per chiarezza, fedeltà e capacità

discriminatoria risultano più adatti.

L'insieme dello strumento deve L'insieme dello strumento deve essere ripetutamente controllato:essere ripetutamente controllato:

è necessario, prima di impiegare uno strumento di rilevazione, sottoporlo ad una verifica su scala ridotta (pre-testing).

8. L' elaborazione dei dati

Una volta raccolti i dati per vedere fino a che punto i risultati ottenuti sul campione hanno validità generale, si ricorre alla statistica.

Una ricerca senza criteri statistici è inconcepibile;

certi elementari concetti di statistica devono entrare come necessarie componenti del bagaglio di conoscenze del ricercatore che abbia propositi scientifici non limitati e modesti.

La statistica come strumento e metodo di elaborazione

quantitativa consente di stabilire dei confronti

indispensabili perché si possa giungere a calcolare la frequenza delle variabili, in modo da ottenere un quadro chiaro delle tendenze rispetto al problema.

E' indispensabile conoscere la statistica nei metodi, negli scopi, nei suoi gradi di validità per poter risalire al significato di questo o quel valore rapportandolo sia alle caratteristiche dello strumento, sia alle caratteristiche del gruppo di riferimento.

I dati devono essere tabulati ed interpretati

procedendo con una tabulazione o con una espressione grafica per vedere le misure di tendenza centrale o di variabilità, perché se ne possa apprezzare la significatività.

La tabulazione è soltanto una prima sistemazione dei dati

I procedimenti di tabulazione sono diversi consistono nel trasferire i dati dagli strumenti

con cui sono stati raccolti a tabelleal fine di poterli avere agevolmente a

disposizione e di poterli analizzare, elaborare ed interpretare.

La tabulazione dei dati

E’ il passo previo per procedere all'effettuazione dei vari calcoli statistici (misure di tendenza centrale, variabilità, deviazione standard, correlazioni etc.) e alla rappresentazione grafica delle frequenze.

Limiti della statistica

I risultati numerici acquistano significato esclusivamente grazie all'interpretazione che ne fa chi li studia.

Comprendere il tipo di aiuto che la statistica fornisce utilizzandola per rendere più attendibili le nostre valutazioni;

ma tenendo sempre presente che nè migliora la natura dei dati nè può supplire alla loro povertà.

Annotazione delle procedure di elaborazione

Poiché esiste uno stretto legame tra le procedure adottate e la formalizzazione dei

risultati sarà necessario annotare analiticamente l'itinerario seguito:

per poter avere a disposizione tutti gli elementi che potranno emergere dalla ricerca per poter giungere, basandoci sui dati rilevati, alle medesime conclusioni o si possa realizzare un intervento analogo che continui a dare gli stessi frutti.

9. La valutazione dei risultati

richiede al ricercatore di porsi alcune domande per verificare:

– se sono stati raggiunti gli scopi stabiliti

– se si sono registrate deviazioni che hanno portato ad effetti inaspettati

– se ci sono stati processi non previsti

– se vi sono stati fenomeni esterni che hanno avuto un'incidenza sui risultati della ricerca.

La generalizzazione

Il ricercatore deve pur chiedendo alla ricerca tutto quello che può dare

mantenere sempre un atteggiamento che lo porti a non generalizzare in modo assoluto i risultati ottenuti.

Limiti della generalizzabilità

Una delle cause per cui la ricerca pedagogica di tipo sperimentale non ha avuto la dovuta

influenza sulla realtà educativa

è da attribuire al fatto che è un tipo di ricerca che presenta un basso grado di generalizzabilità dei risultati. – Data la complessità del fenomeno studiato,

nella conoscenza di qualunque processo educativo rimane sempre un margine d'incertezza che impedisce una generalizzazione assoluta dei risultati conseguiti.

10. La stesura del rapporto finale

L’iter di una ricerca si conclude con la pubblicazione dei risultati

Non è una vera sperimentazione quella in cui i risultati non sono degni di essere resi noti e discussi pubblicamente.

Validità delle conclusioni

Le conclusioni di una ricerca sono valide se è valido il piano di ricerca

utilizzato

Nel condurre una ricerca, è necessario

fissare una successione razionale di fasi spiegando i concetti e le operazioni relative a ciascuna fase.

L’inferenza analogica

Una corretta metodologia riguardante

sia l'impostazione di un piano di ricerca sia l'uso e la costruzione di strumenti

di verifica o di tecniche d'intervento

permetterà di estendere i risultati ottenuti a situazioni educative

analoghe

I metodi quantitativi

riescono a stabilire la grandezza delle relazioni offrendo così maggiori possibilità di generalizzazione

ma riferendosi esclusivamente agli aspetti numerici e di grandezza– non riescono ad esprimere su scala

quantitativa delle dimensioni del fenomeno educativo di natura qualitativa.

La ricerca qualitativa

Recentemente si è sviluppata una corrente di ricerca che privilegia e mette in risalto i metodi di tipo qualitativo, mutuati per lo più dall'antropologia culturale, dalla psicologia sociale o dalla fenomenologia.

– I metodi di tipo qualitativo non hanno ancora raggiunto un sufficiente grado di scientificità,

– per cui non è possibile abbandonare i fondamenti della ricerca classica.

L’interpretazione dei due metodi

Nell’attuale dibattito sulla ricerca sperimentale in pedagogia

si va sempre più evidenziando l'esigenza

di superare il riduzionismo dell' uso esclusivo di un metodo o di un altro

con l'intento di far sì che la ricerca possa giungere a cogliere sempre meglio gli aspetti della realtà educativa.

La validità

Quando uno studio qualitativo ed uno studio quantitativo conducono alle stesse

conclusioni Si può avere maggiore certezza che i risultati ottenuti non siano influenzati dal metodo di ricerca usato.

Esiste una connessione tra metodi qualitativi e Esiste una connessione tra metodi qualitativi e quantitativiquantitativi

– che pur rappresentando un diverso modo di affrontare lo studio del fatto educativo

– non sono antitetici, e possono completarsi a vicenda.