CMB, IN CORSO

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N.2 - dicembre 2006

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Mercoledì 11 ottobre è stato inaugurato il nuovo Centro Commerciale di CremonaPo, che ha riscosso, e continua a riscuotere un buon apprezza-mento da parte degli addetti ai lavori ed ancor più da parte dei cittadini.Il Centro Commerciale si inse-risce in un programma integra-to di interventi, ampiamente concordato con il Comune e la Provincia di Cremona, volto a risanare e riqualificare una va-sta area industriale dismessa e, di fatto, in condizioni di degra-do tali da escludere qualsiasi possibilità di recupero. L’area viene denominata “Parco Poli-

funzionale ex-Feltrinelli” (que-sto era il nome dell’industria che produceva pannelli di ma-sonite fino agli anni ottanta) e interessa una superficie di quasi 300.000 mq: l’intervento preve-deva la completa demolizione degli edifici industriali e la suc-cessiva realizzazione di un inse-diamento polifunzionale.Il progetto formale è stato con-cepito con l’intento di realizza-re una nuova porzione di città riorganizzando il tessuto edilizio che, a seguito della dismissione delle attività produttive, aveva visto snaturata la propria fun-zione: si è voluto quindi creare una nuova porta di ingresso alla

città per chi giunge a Cremona dalla direzione di Milano.Vista la dimensione urbana di una città quale Cremona, è fa-cilmente intuibile l’attenzione che gli amministratori locali e le parti sociali hanno dedicato ad un intervento di tale porta-ta. Non sono mancati, tuttavia, aspri dibattiti sulla stampa loca-le che, dando voce ai timori dei commercianti del luogo, che vedevano minacciata la propria posizione, si è mostrata critica verso l’opportunità dell’iniziati-va, l’estetica complessiva e l’im-patto sul traffico veicolare.Fortunatamente tutte queste critiche si sono rivelate infon-

Inaugurato il nuovoCentro Commerciale CremonaPo

Periodico trimestrale . Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB MO . Direttore responsabile: Paolo Zaccarelli . Segretaria di redazione: Francesca Martinelli . Proprietario: CMB Società Cooperativa . Via Carlo Marx, 101, CARPI (MO) . Anno I . N° 2 Registrato al Tribunale di Modena il 26/06/2006 con il n° 1810 . Progetto grafico: HIC ADV . Stampa: Nuova Grafica N.2 - Dicembre 2006

14La classifica di “Costruire”

DICONO DI NOI

4FORMAZIONE

Al via “Essere Socio”

8MERCATO

Le analisi del CRESME

incorsoOpinioni e notizie da CMB

10Azioni concrete per la tutela dei lavoratori

SICUREZZA

�date tanto che, a più di due mesi dall’apertura al pubbli-co, il nuovo complesso risul-ta naturalmente inserito nel tessuto urbano senza creare scompensi alla circolazione, ma al contrario offrendo alla cittadinanza un nuovo punto di ritrovo. Infatti, CremonaPo si presenta accogliente e facil-mente raggiungibile ed evoca in chiave moderna, la tradi-zione dei luoghi storici della socialità urbana, quali le piazze e i mercati del passato. Sempre per mantenere questo senso di continuità, durante la progetta-zione si è fatto in modo che il totem, sostegno delle insegne pubblicitarie, sorgesse nel me-desimo punto in cui svettava la torre piezometrica del vecchio stabilimento, che per i cremo-nesi era diventata un simbolo della città quasi alla stregua del più famoso “Torrazzo”.Il complesso commerciale ri-sulta affacciato su spazi verdi

e altri destinati alla pubblica fruizione ed è attraversato dal-la galleria pedonale che, oltre a raccogliere aree di vendita, fun-ge da elemento di connessione tra il parco urbano, una piazza pubblica e un edificio multifun-zionale.Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione nell’area circo-stante il Centro Commerciale CremonaPo, sono stati realiz-zati circa 5 km. di nuove strade, comprensivi di due sottopassag-gi pedonali, un ponte strada-le, due ulteriori impalcati per realizzazioni future e quattro rotonde. Sono stati inoltre sostituiti lun-ghi tratti di condotte di gas e di dorsali elettriche, ai quali si ag-giunge un canale interrato con funzione di scolmatore di acque meteoriche.Tutta la realizzazione è stata svi-luppata con il metodo del Con-struction Management. Questo sistema, di derivazione anglo-

Un progetto complesso dove il passato e il futuro si incontrano Un successo nato da una formula consolidata e dall’efficienza del nostro staff

EDILIZIA COMMERCIALE

sassone, supera il concetto di impresa costruttrice quale sog-getto che assume, a fronte di un prestabilito compenso eco-nomico, l’appalto per la realiz-zazione di un’opera individuata da un progetto definito a priori. Il Construction Management consente al committente di mantenere nelle proprie mani, per intero, il processo ideativo e realizzativo dell’opera, con-trollandolo durante tutte le fasi e consentendogli di intervenire su ciascuna apportando, nel corso dei lavori stessi, tutte le modifiche ritenute opportune.In questo caso, il committente, Immobiliare Betulla S.r.l., è una società formata allo scopo e co-stituita da CMB, SDS e Coop Lombardia. Ognuna di queste società ha trasfuso nel nuovo soggetto, ol-tre al necessario apporto finan-ziario, anche le proprie specifi-che e consolidate capacità nei settori del coordinamento e del

costruire (CMB); del progettare e del commercializzare (SDS); dell’individuare e promuovere iniziative (Coop Lombardia). Tutto ciò ha consentito a Be-tulla S.r.l. di adattare in corso d’opera la progettazione cer-cando le soluzioni al momento più confacenti sia dal punto di vista economico che da quello estetico e funzionale, consen-tendo così quella flessibilità che ha portato ad un risultato sicu-ramente valido sotto il profilo commerciale ed economico.I lavori, iniziati nella seconda metà del 2004, hanno subito af-frontato un notevole scoglio: la bonifica delle aree industriali e la demolizione dei preesistenti edifici. I terreni del sito, infatti, pre-sentavano ogni tipo di inqui-namento connesso ad attività industriali sviluppatesi per più di mezzo secolo. Ciò ha comportato una lunga campagna di indagini ed un

Un progetto complesso dove il passato e il futuro si incontrano Un successo nato da una formula consolidata e dall’efficienza del nostro staff

costante contatto con ARPA ed amministratori locali per supe-rare, di volta in volta, gli impre-visti che emergevano (letteral-mente) durante gli scavi. A ciò si aggiunga, poi, la demolizione di edifici industriali di vasta esten-sione e con elementi strutturali particolarmente resistenti, che si sono tradotti in un immenso cumulo di macerie macinate in seguito proficuamente utilizza-te nel corso dei lavori. Lo svolgimento dei lavori è stato, come al solito, una conti-nua corsa contro il tempo: una maratona coronata da eviden-te successo, grazie agli sforzi profusi dallo staff costituito da CMB. La distanza dalla sede di Milano, del resto, ha richiesto che il team risiedesse diretta-mente a Cremona; e ciò ha con-sentito di dedicare tutte le ener-gie necessarie, che vi assicuro sono state tante, per condurre a buon fine un’operazione di tale portata. Nello staff erano com-prese tutte le professionalità necessarie per l’organizzazione e la conduzione dei lavori di un cantiere grande e comples-so, per il controllo della pro-gettazione, per la ricerca delle soluzioni tecniche e dei relativi fornitori, per il controllo econo-mico e la programmazione del-la commessa. Come già accen-nato, la realizzazione si è basata su un progetto che, ancorché abbozzato nelle sue linee fonda-mentali, era ben lungi dal poter essere considerato esecutivo. Strutture, impianti e finiture si sono delineati passo per passo durante tutta l’esecuzione dei lavori, comportando un con-tinuo processo di revisione di elaborati e specifiche. In questo caso il ruolo svolto dal gruppo CMB, ed in particolare dall’ing. Fabio Beltramelli, è stato fon-

damentale: egli ha dimostrato le sue competenze attuando un puntuale controllo della pro-gettazione che ha consentito di prevedere e affrontare gli inevitabili problemi, ricondu-cendoli ad un insieme organico ed eseguibile. In conclusione, è doveroso riconoscere che senza l’apporto di volontà, tenacia e determinazione dimostrato da

tutto il gruppo (cito, in rappre-sentanza di tutti, il direttore di cantiere del Centro Commer-ciale geom. Paolo Costantini e il direttore delle urbanizzazioni ing. Diego Riboli) non si sa-rebbe potuto ottenere un tale risultato.

Fabio CrispinoResp. Commessa Divisione

Lombardia

In copertina e pagine seguenti

Centro Commerciale CremonaPo, Cremona. Foto di Paolo Lorenzi.

Sedime dell’edificio:

Superficie coperta fuori terra:

Superficie Ipermercato:

Posti auto:

Superficie complessiva del comparto:

Altezza max dei pilastri prefabbricati monolitici:

Descrizione:

SCHEDA TECNICA DELL’OPERA

45.000 mq

30.000 mq

12.000 mq di cui 8.000 mq di area vendita

1.700 interrati e 400 in copertura

200.000 mq

25 m

64 negozi e un cinema multisala (7 sale),

per complessivi 2500 posti;

8.000 mq di Galleria pedonale e Piazze interne;

7.000 mq di Piazze e percorsi esterni

pavimentati in pietra.

�Lo scorso 6 dicembre una ven-tina di lavoratori di CMB ha iniziato un percorso formativo denominato “Essere Socio”, che, in poco più di un mese, li vedrà in aula per cinque in-contri di quattro ore. Di per sé, potrebbe sembrare una fra le tante iniziative formative che CMB realizza sui temi più diversi: invece, si tratta di qual-cosa di differente e, per vari aspetti, di profondamente in-novativo nella storia della Coo-perativa. Vediamo perché.Anzitutto, i partecipanti sono i lavoratori divenuti Soci di CMB nel corso del 2006. Non si tratta quindi di formazio-ne tecnica o gestionale, ma di formazione “sociale”, legata ai diritti e ai doveri che caratte-rizzano il Socio. Questa è una prima novità.In secondo luogo, si tratta della prima edizione “pilota” di un Corso di Formazione Soci che, d’ora in poi, verrà realizzato periodicamente: un passaggio

necessario per chi intenda di-ventare Socio di CMB e un con-tributo alla capacità di ognuno di valutare liberamente il senso e l’opportunità di farlo. Questa è una seconda novità.Infine, il Corso rientra in un quadro più ampio: il Progetto di Responsabilità Sociale CMB. E questa è la terza novità, a par-tire dalla quale si riescono a comprendere a fondo il senso e la portata dell’iniziativa.

CMB ha sviluppato una sua “visione” sulla responsabilità sociale, coerente con la propria natura di cooperativa. CMB riconosce di avere precise re-sponsabilità etiche ed econo-miche verso la società nel suo insieme, poiché dalla società preleva le risorse che le ser-vono: deve quindi trovare il modo di soddisfare gli interessi espressi nei suoi confronti da una serie di interlocutori, sia interni che esterni. In questa visione, diventano centrali due obiettivi:• “funzionare bene”, riducendo al minimo gli “sprechi” di risor-se lungo il processo di lavoro e, di conseguenza, i loro costi per la società nel suo complesso, per i lavoratori e le loro fami-glie.• realizzare sempre più compiu-tamente la partecipazione dei Soci alla gestione ed al control-lo democratico della coopera-tiva. Perché ciò accada, però, i Soci devono essere consapevoli dei loro diritti e dei loro dove-ri, ma devono anche possedere tutti gli strumenti necessari ad

esercitarli davvero. Il Progetto di Responsabilità Sociale di CMB, adottato dal Consiglio di Amministrazio-ne, ha assunto i due obiettivi ed è oggi in corso di sviluppo. Rispetto al primo obiettivo, esso prevede l’adozione o l’ag-giornamento di “sistemi di ge-stione” in materia di Qualità, Sicurezza e Ambiente. Rispetto al secondo obiettivo, il Proget-to prevede la realizzazione di “un’azione formativa struttu-rata rivolta ai Soci, e finalizzata alla trasmissione dei valori coo-perativi e alla diffusione degli strumenti per la partecipazione e il controllo”. Ecco dunque come nasce il Corso Formazione Soci: come uno strumento strategico per realizzare nei fatti i valori coo-perativi e lo Statuto di CMB, che ad essi fa riferimento.

Nel Corso, i partecipanti po-tranno frequentare 5 Moduli formativi di 4 ore l’uno, con-frontandosi con contenuti di varia natura. Eccone una rapi-da sintesi.• Il Modulo 1 “CMB, Società Cooperativa” presenta CMB in quanto cooperativa: la sua natura, i suoi valori (in rela-zione ai valori del movimento cooperativo), i documenti che ne regolano la vita, i diritti e i doveri del Socio.• Il Modulo 2 “CMB, Impre-sa e struttura organizzativa” esplora invece CMB in quanto azienda, e azienda di costruzio-ni generali: la sua “mission”, la sua “struttura di governance”, la sua organizzazione, le sue politiche di responsabilità so-ciale.

Al via la formazione Soci“Essere Socio”: un percorso verso una maggiore consapevolezza

FORMAZIONE

Il Progetto di Respon-sabilità Sociale CMB

La struttura della Formazione Soci

• Il Modulo 3 “Mercati e pro-dotti” descrive che cosa fa CMB e per chi, fornendo una panoramica ragionata degli incroci prodotto/mercato sui quali opera CMB e mettendo-ne in luce le caratteristiche. In particolare, il Modulo esamina le forme e le modalità di par-tecipazione alle “gare” pubbli-che e la formula innovativa del “project financing”.• Il Modulo 4 “Bilancio civili-stico e indicatori di gestione” fornisce le informazioni di base sulla natura e gli scopi del bilancio civilistico e gli elementi essenziali per la sua lettura e comprensione, so-prattutto per le sue parti che più direttamente riguardano il Socio di CMB e il suo diritto di controllo sull’andamento e la conduzione della Società.• Il Modulo 5 “Piano Industria-le e Controllo di Gestione” introduce infine alla lettura e alla comprensione del Piano

industriale e fornisce gli ele-menti chiave sulla logica e sul processo di controllo di gestio-ne di cui CMB si è dotata, per consentire al Socio di effettua-re valutazioni consapevoli sul-le strategie e sugli andamenti aziendali.Ogni Modulo formativo dispo-ne di strumenti a supporto del lavoro d’aula (veri e propri fil-mati con animazioni e sonoro, presentazioni in Power Point, esercitazioni…): al termine di ogni Modulo, i partecipanti riceveranno un “Quaderno del Socio” a stampa, nel quale ver-ranno ripresi in modo discor-sivo i temi trattati in aula, ac-compagnati da “monografie” di approfondimento e da un Glossario.

Al via la formazione Soci“Essere Socio”: un percorso verso una maggiore consapevolezza

Il Corso nasce attraverso lo sforzo congiunto di numerose persone di CMB e di tre Società esterne, in un processo di pro-gettazione partecipata che ha consentito sia di raccogliere e selezionare i migliori contenuti presenti in CMB, sia di strut-turare un percorso formativo coerente. Francesco Aldrelli è, in un certo senso, il padre del Corso, poiché lo ha prefigurato nel Progetto di Responsabilità Sociale, poi approvato dal Con-siglio di Amministrazione. È, peraltro, colui che ha lavo-rato sui contenuti dei Moduli 1 e 2, con l’aiuto operativo di Francesca Martinelli. Paolo Zaccarelli ha coordinato ope-rativamente la progettazione, coinvolgendo le risorse inter-ne ed esterne necessarie e ga-rantendo il processo di project management. Ruben Saetti, Fabio Cambiaghi, Oriano Pa-dovani, Eleno Dondi hanno messo a punto i contenuti sul Modulo 3. Lo stesso hanno fatto Alessandro Bulgarelli e Luciano Campedelli rispetto al Modulo 4 e Pier Luigi Debbia e Marcello Modenese nel Modu-lo 5. Satef s.r.l. ha impostato e coordinato la progettazione del Corso dal punto di vista forma-tivo, in stretta interazione con le persone di CMB sopra elen-cate; ha redatto i testi dei ma-teriali di supporto e garantisce la “formazione formatori” dei docenti CMB, l’assistenza al-l’edizione “pilota” del corso, la revisione definitiva del proget-to formativo, della guida per i docenti e dei materiali. HicAdv

ha realizzato il progetto comu-nicativo di tutti i materiali e l’impaginazione dei “Quaderni del Socio”. Visualmultimedia, infine, ha realizzato i filmati per i moduli 1 e 2 e le presenta-zioni in Power Point degli altri Moduli.

In dicembre, è iniziata dunque l’edizione “pilota” del Corso, che ne costituisce il collaudo e che si concluderà nella seconda metà di gennaio 2007. Succes-sivamente, sulla base delle indi-cazioni che saranno emerse, il progetto e le sue componenti riceveranno le modifiche ne-cessarie: a partire dal prossimo marzo, quindi, il Corso sarà pronto per essere realizzato pe-riodicamente nella sua edizione definitiva per i nuovi aspiranti Soci.

Paolo ZaccarelliResp. Sviluppo Risorse Umane

Chi ha fatto tutto ciò? Il processo di realizza-zione e i suoi attori

I prossimi eventi

�Finalmente mi insediavo, nel mese di marzo 1980, nell’uffi-cio di Roma della Cooperativa, parte abitazione e parte negozio, residuo di una qualche vendi-ta non completata. Per entrare dalla strada occorreva sollevare una saracinesca metallica. Non ricordo più l’esatta disposizione dei locali ma mi sono rimaste impresse nella mente alcune sin-golarità tra le quali un gabbiotto metallico che, a causa dei disli-velli creatisi nell’unione tra l’ap-partamento al piano rialzato ed il negozio al piano terra dal quale era nato l’ufficio, sembrava una cabina di regia posta a mezz’aria. In effetti era la parte terminale della stanza occupata dal ragio-niere N., che talvolta si affacciava a quella sorta di bovindo per di-scutere con quanti si trovavano dabbasso.Sbalorditiva fu anche la mia col-locazione: ad una estremità di una vasta sala dove, rialzata ri-spetto al pavimento di due o tre gradini, giganteggiava una scri-vania. Sicché i malcapitati che si approssimavano a quella mo-struosità, pur restando in piedi, a malapena giungevano con il naso al piano del mobile; di sedere da-vanti poi nemmeno a parlarne poiché, sarebbero scomparsi del tutto alla mia vista.Ad una scrivania, nei pressi della porta di ingresso, sedeva la centralinista ed unica segre-taria dell’ufficio, la signora R., che ricordo con molta simpatia; indossava spesso vestiti partico-larmente morbidi e ondeggianti che ne esaltavano le forme, de-lizia di quanti, dai cantieri, per diversi motivi si trovavano a vi-sitare gli uffici.Tra gli altri (pochi) abitanti del-l’ufficio citerò il geometra G., ov-vero il Geometra per antonoma-sia in possesso di una voce bella

forte; e poiché ad un certo punto si trovò a dividere la stanza con l’ingegnere S., quando erano tutti e due al telefono contem-poraneamente, ognuno alzava la voce per sovrastare il rumore prodotto dall’altro, e alla fine il frastuono percorreva tutto l’uf-ficio.La signora R. e il ragioniere N. furono i miei primi maestri: la prima con la pratica ed il secon-do con le sue notizie ed i suoi consigli.Un esempio delle doti dei miei colleghi di lavoro lo ebbi con la venuta di L., manovale notoria-mente buon bevitore e spesso alticcio (si fa per dire), portatore sul naso di un paio di occhiali con i vetri spessi come un fondo di bottiglia che ingrandivano a dismisura degli occhi già natu-ralmente sgranati. Era capitato in ufficio per richiedere un ac-conto e allora, messo sull’avviso dalla signora R., avevo colto l’oc-casione per fargli la ramanzina e per cercare il modo di liberare la cooperativa dalla sua scomoda presenza.Avevo già speso parecchie paro-le e diverso tempo senza cavare un ragno dal buco quando ecco intervenire la signora R. con la sua gonna svolazzante, la qua-le evidentemente da lontano teneva d’occhio i miei inutili sforzi: “Allora L., cosa eri venu-to a chiedere? Un acconto? Ma se con le tue continue assenze non hai maturato un bel nulla! Se vuoi del tuo per continuare a bere, pigliati la liquidazione!”. In qualche minuto di alacre la-voro il ragioniere N. calcolò approssimativamente e preparò la somma, io battei a macchina una frettolosa lettera di dimis-sioni e la signora R. consegnò il libretto di lavoro e aprì la porta ad un convinto e barcollante L.

che non vedemmo mai più.Come già detto, di diverso teno-re furono gli insegnamenti del ragioniere N. che mi introdusse alle delizie delle richieste no-minative di personale all’allora onnipotente ufficio di colloca-mento (“Carpentiere in legno e in ferro capace di eseguire qual-siasi lavoro su disegno” e così via recitando), ai meandri di molti uffici pubblici (ufficio del lavo-ro e simili) e alla casistica delle paghe fatte ancora a mano fino al giorno prima. Spesso, per mo-strarmi qualcosa a suo giudizio istruttivo o comunque impor-tante, compulsava i cumuli di carta di cui era ingombra la sua scrivania affrontandoli come un lottatore afferra un avversario, fermandoli sul piano con gli avambracci e scorrendoli par-tendo dagli angoli che piegava con dita veloci ed un fruscio rit-mico e continuo. È così che mi piace ricordarlo.Per quanto possa apparire stra-no, i rapporti con il sindacato erano piuttosto tesi e burrascosi, logorati da una guerra sulla rap-presentanza dei lavoratori invo-cata a gran voce da una parte e dall’altra.In tale clima arrivò presto il mio battesimo del fuoco e l’occasio-ne fu generata da una protesta, con minaccia di sciopero, delle

maestranze del cantiere “Rin-novamento”. Il cantiere era, per allora, di notevoli dimensioni, commissionato da un gruppo di importanti cooperative d’abita-zione e vasto tanto da impegna-re, nella realizzazione, le mag-giori cooperative di costruzione dell’epoca. Tra queste, la nostra cooperativa vi aveva parte im-portante, essendo presente con più di 100 lavoratori diretti. La protesta, date le dimensioni dell’occupazione, creò un cli-ma di preoccupazione che vissi con grande apprensione data la mia inesperienza; e quando fui invitato ad armarmi e partire mi rappresentai le più fosche previsioni anche perché non

Come imparai il mestiere e come iniziai ad esercitarlo La storia di Aldo Ra vera. Seconda parte.

I SOCI RACCONTANO

�avevo ben capito i motivi del sol-levamento. Ma infine il dovere è dovere, ed eccomi entrare nella tana del leone a bordo della mia cigolante Dyane.Il baraccamento era una specie di cittadella con tanto di presi-dio medico voluto dal sindacato degli edili che in quel cantiere, così importante per la presen-za cooperativa, sollecitò i primi accordi dai quali nacque poi il contratto integrativo collettivo del Lazio. Leggenda vuole che dopo alcuni mesi dall’ultimazio-ne del cantiere qualcuno notasse come continuassero ad arriva-re con puntualità le fatture del medico e che da un sopraluogo

si scoprisse, all’interno del com-prensorio già abitato, come la baracca del presidio medico fos-se ancora presente ed abitata!Tornando al mio ingresso in can-tiere, venni informato dal capo cantiere che le maestranze era-no in assemblea all’interno del locale mensa e che il motivo del-la protesta risiedeva nel ritardo di un giorno con il quale erano stati pagati gli acconti sulla re-tribuzione. La mensa di cantie-re mi apparve come un locale immenso, nebbioso per il fumo delle sigarette. Il mio ingresso, scortato dal responsabile di can-tiere, smorzò per qualche attimo le varie animate discussioni nelle

quali si stava frantumando l’uni-tarietà dell’assemblea; non ricor-do più come venni presentato ma il mio arrivo, per l’ufficialità della presenza, parve ridare so-lennità al momento.Si alzò allora L. (nulla a che vedere con L. di cui sopra), un omone dal colorito acceso e, mi parve, d’un certo prestigio nel cantiere. Si guardò attorno, con aria severa; alzò la mano tenen-do uniti indice e pollice come si accingesse a scrivere un pro-clama con una penna invisibile, e arrotolandosi in bocca le “o” , retaggio della sua terra natale, esclamò: “La cooperativa ci ha sempre pagato con puntualità!”.

Come imparai il mestiere e come iniziai ad esercitarlo La storia di Aldo Ra vera. Seconda parte.

Pensai: “Ecco un alleato!”; ma subito dovetti ricredermi perché L. continuò: “E allora per quale motivo adesso ha pagato con ri-tardo?” lasciando intendere con il tono della voce che la risposta alla domanda fosse una bieca vo-lontà di prevaricazione, un qual-che desiderio di mortificare i la-voratori o, addirittura peggio, il segnale di una qualche difficoltà economica. C’è da dire, a difesa di quei lavoratori, che molti di loro nella Roma dei palazzinari erano spesso incorsi nella disav-ventura di veder sparire il datore di lavoro prima di essere pagati e pertanto era invalso l’uso di pretendere acconti settimanali su quanto maturato lavorando; il che riduceva di molto il rischio, perché al massimo si sarebbe persa per l’appunto solo una set-timana. Mi parve di capire, con il seguito degli interventi, che il problema nascesse dal modo sommario con il quale era stabi-lita la scadenza dei pagamenti; chiesi pertanto un calendario e con i delegati segnai su un pezzo di carta l’esatta indicazione, set-timana per settimana, del giorno nel quale si sarebbero fatti i pa-gamenti. Seguì la sigla di quella sorta di scadenzario; ma non tornò la pace perché immedia-tamente qualcuno, subito spal-leggiato da tutti gli altri, pose il problema di avere pagate le ore durante le quali aveva incrociato le braccia per protesta. Respinsi la richiesta e si riaccese la prote-sta. Non mollai.Lo scadenzario degli acconti, frutto di quella mia prima fatica, è ancora in uso, anche se ormai estremamente semplificato, per-ché prevede un solo acconto mensile e a dicembre di ogni anno, nel compilarlo per l’anno successivo, rivedo L. che si alza dalla sedia per prendere la pa-rola.

Il settore costruzioni Andamento e prospettive

LA NATURA E GLI SCOPI DI CRESME

Ing. Zini e Arch. Bellicini

IL CENTRO RICERCHE ECONOMICHE, SOCIOLOGICHE E DI MERCATO

DELL’EDILIZIA (CRESME) NASCE NEL 1962 E AGGREGA AL SUO INTERNO

I PRINCIPALI ATTORI DELL’INDUSTRIA EDILIZIA. INTORNO AL NUCLEO

ORIGINARIO SI È POI CONSOLIDATA UN’ELITE TECNICA E SPECIALISTICA:

A SEGUITO DI QUEST’ESPERIENZA, NEL 1982 L’ORGANISMO

CENTRALE HA DATO VITA AD UNA PARTICOLARE SEZIONE, IL CRESME

RICERCHE, FINALIZZATO A SVILUPPARE ATTIVITÀ DI INDAGINE SUGLI

ASPETTI PRODUTTIVI E DI MERCATO DEL SETTORE COSTRUZIONI,

A MONITORARE GLI ASSETTI E LE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI,

A EFFETTUARE RICERCHE IN MERITO A TEMATICHE AMMINISTRATIVE

E DEGLI ENTI PUBBLICI E A FORMARE FIGURE PROFESSIONALI

NELL’AMBITO DEI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE URBANISTICA.

Contrazioni del merca-to e nuove opportunità

Confermata la validità del Piano strategico

MERCATO

Lo scorso 31 ottobre si è tenuta a Bologna una seduta del Con-siglio di Amministrazione di CMB estesa alla presenza dei dirigenti e dei quadri della Coo-perativa, con lo scopo di verifi-care le strategie e gli obiettivi posti alla base del Piano Indu-striale 2006 - 2008. In tal senso, è stato invitato a partecipare alla sessione l’arch. Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del CRESME RICERCHE, al quale è stato chiesto di relazionare in merito all’andamento generale del mercato delle costruzioni.

Le analisi condotte dal CRE-SME fanno emergere, in pro-spettiva, un periodo di relativa stagnazione per il settore delle costruzioni, con sintomi già manifestatisi a partire dall’an-no 2003, e con una prevedibile

tendenza al peggioramento, seppure il mercato si mantenga su dimensioni alte. Le imprese di costruzioni, in-fatti, fanno registrare un ral-lentamento dell’incremento del valore della produzione che passa dal 13,3 percento, fra il 2003 e il 2004, al 4,1 percento tra il 2004 e il 2005, riflettendo la brusca frenata registrata nel settore delle opere pubbliche. Del resto, fenomeni interessan-ti riguardano primariamente l’edilizia urbana conto terzi e residenziale, segmento nel quale si registrano interventi di nuove costruzioni, per circa 85 miliardi di euro di investi-menti, affiancati ad altri 75 per il recupero di aree del patri-monio edilizio esistente. Tale contrazione del mercato delle costruzioni, si riflette anche nel numero di occupati del settore, che passa dalle 1.928.000 unità del secondo trimestre del 2005 alle 1.889.000 registrate nel corrispettivo periodo del 2006, con un saldo negativo di circa

40 mila unità, tra le quali gli operai e il personale femminile risultano le categorie più col-pite. L’intervento si è concluso con alcune proiezioni effettua-te dal CRESME per i prossimi anni: il 2007 si prefigura ancora “accettabile”, sebbene la cresci-ta del settore si collochi intorno allo zero, mentre la frenata si avvertirà maggiormente tra il 2008 e il 2010, soprattutto per il calo delle nuove costruzioni re-sidenziali, fino ad oggi motore trainante di crescita. Le nuove aree di mercato ruoteranno in-torno a una richiesta di mag-giore qualità e innovazione, sia nel campo delle tecnologie di prodotto che di processo, il mercato delle costruzioni an-drà sempre maggiormente ad integrarsi con quello dei servizi e si consoliderà lo strumento di partenariato tra pubblico e privato, come il project finan-cing. In definitiva, il mercato si apre a nuovi concetti di risorse finanziarie miste e di prodotti ad alta componente tecnologi-

ca e di innovazione: in futuro, il successo nel mercato edile sarà garantito dalla capacità delle imprese di ideare nuove e ori-ginali soluzioni urbanistiche.

La giornata è proseguita, poi, con le relazioni del Direttore Marketing di CMB, Ruben Saetti; di Omer Caffagni, Coordinatore della Direzione Finanza, Pianificazione e Con-trollo, di Francesco Aldrelli, Direttore Organizzazione e Ri-sorse Umane.La seduta si è conclusa con l’in-tervento del Presidente Carlo Zini, che, a conclusione dell’am-pio dibattito, ha avuto modo di riconfermare la validità delle strategie del Piano, evidenzian-do la necessità di profondere un maggior impegno e coeren-za nel loro perseguimento.

�Nell’ambito delle attività for-mative in materia di sicurezza sul lavoro, CMB ha inserito un ultimo tassello aderendo al progetto regionale “Alcol e Lavoro”, promosso dal “Servi-zio Dipendenze Patologiche” e “Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di Lavoro” del Di-stretto n.1 di Carpi.Negli scorsi mesi di ottobre e novembre, ha preso il via l’intervento, curato e pianifi-cato in accordo con le rappre-sentanze sindacali aziendali, il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione e il medico competente della Cooperativa. L’organizzazio-ne del progetto si presenta ar-ticolata in diverse fasi, alcune

delle quali già terminate, altre che si concluderanno nei pri-mi mesi del 2007.Il progetto, facente parte di una serie di iniziative di pre-venzione dei problemi legati all’abuso di alcolici sui luo-ghi di lavoro, con particolare riferimento ai cantieri edili, ha inizialmente coinvolto una novantina di lavoratori della Divisione Centrale, con una fase introduttivo-illustrativa, ed è continuato con la com-pilazione, in forma anonima, di un “questionario della sa-lute”. Così facendo, gli operatori del “Servizio Dipendenze Patolo-giche” hanno avuto modo di raccogliere e analizzare dati

Alcol e lavoroCMB aderisce al progetto regionale di prevenzione

relativi alle abitudini dei la-voratori rispetto al consumo di alcol, al fumo, all’alimen-tazione e alle attività fisiche. All’elaborazione dei risultati ottenuti seguirà, poi, un mo-dulo formativo di due ore; in quest’occasione verranno presentati ai lavoratori i dati raccolti, confrontandoli con le statistiche stilate dall’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità. Queste indicano, infatti, come l’abuso etilico determini un incremento nel rischio di inci-denti e infortuni sul lavoro ed elevati livelli di assenteismo, con conseguenti ricadute sul-la vita sociale e privata dei la-voratori.

Il progetto, coordinato a Car-pi dal Dr. Bigarelli del Servizio Tossicodipendenze (Ser.T.), coinvolge anche un gruppo di 45 lavoratori di nazionalità rumena e moldava, sommini-strati dalla Società OBIETTI-VO LAVORO e presenti in Italia in virtù di progetti di collaborazione ministeriale intergovernativa che hanno coinvolto CMB; questi ultimi sono dislocati sull’Appennino Tosco-emiliano nel cantiere della Linea Ferroviaria ad Alta Velocità Firenze - Bologna. Fabrizio Borghi

Resp. Personale Divisione Centrale

SICUREZZA

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I dieci anni trascorsi dal re-cepimento della “Direttiva cantieri”, che ha integrato la ben nota “626”, stimolano a svolgere alcune considerazio-ni e riflessioni sul tema della prevenzione e tutela della sa-lute dei lavoratori. Infatti, la sua complessità e l’intreccio con gli stili di vita individuali, la mentalità col-lettiva “allergica” alle regole, il contesto economico-sociale in cui vive il lavoratore, por-tano l’impresa ad affrontare l’argomento in maniera con-giunta con una pluralità di soggetti privati e istituzionali. La legislazione di quest’ulti-mo decennio ha perseguito l’obiettivo di inserire il tema “sicurezza sul lavoro” in una logica di “sistema di gestione”, affidando al datore di lavoro il compito di valutare i rischi della propria attività impren-ditoriale, individuare le misu-re di prevenzione da adottare, definire un programma di mi-glioramento e rendere dispo-nibili le risorse per attuarlo. A questo proposito, il datore di lavoro nomina un medico

competente, un responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), attribuisce deleghe ai collaboratori dotati di adeguata autonomia e com-petenze, forma i lavoratori per prevenire i rischi insiti nelle diverse attività e per affron-tare situazioni di emergenza e, infine, attiva procedure di controllo sull’attuazione delle misure di sicurezza. Su questo impianto organiz-zativo, la direttiva cantieri, per il settore dell’edilizia, ha integrato il sistema di gestio-ne della sicurezza, assegnan-do responsabilità specifiche al committente dell’opera, in particolare l’obbligo di nomi-nare un coordinatore per la sicurezza in fase di progetta-zione e di uno durante la fase di esecuzione, nonché la reda-zione del piano di sicurezza e coordinamento (PSC). Quest’ultimo strumento con-tiene la valutazione dei rischi e le relative misure di sicurez-za da adottare per realizzare l’opera, evidenziandone i co-sti, che non potranno essere soggetti a ribasso; a loro volta

la aziende sono tenute a redi-gere il piano operativo di sicu-rezza (POS) che rappresenta la valutazione dei propri rischi e le relative misure di sicurezza. I dieci anni trascorsi rappre-sentano solo una piccola parte di un percorso molto lungo e accidentato che si deve misu-rare con mentalità consolidate da modificare, un mercato del lavoro sempre più precarizza-to e professionalmente debole, dinamiche concorrenziali esa-sperate, risorse pubbliche scar-se, sia per attività di controllo che per la formazione profes-sionale, mentre il numero di infortuni continua ad essere troppo elevato e inaccettabile. Il grado di penetrazione della nuova legislazione, si è evolu-to nel corso degli anni, certa-mente di più negli aspetti do-cumentali e formali, ma anche nei comportamenti e in una più diffusa e puntuale attua-zione delle norme di legge. Del resto, è necessario consi-derare il “peso” dei nuovi ruoli introdotti dalla direttiva can-tieri: ritengo che, pur con tutte le cautele del caso, i coordina-tori in fase di esecuzione ab-biano svolto un ruolo positivo

e stimolante in merito ai piani di sicurezza, mentre penso che sia rimasto “sottopeso” il ruolo del coordinatore in fase di pro-gettazione, che potenzialmen-te ha in mano una forte leva (il PSC).Rispetto al tema della profes-sionalità e della formazione dei lavoratori, che rappresenta uno dei fattori più critici per il settore edile, credo che sia dif-ficile fare sicurezza senza una base adeguata di professiona-lità, soprattutto se non incor-pora l’agire in sicurezza per se stesso e per gli altri. In tale ambito va valutata po-sitivamente la legislazione che è stata emanata nell’ultimo biennio: essa si presenta den-sa di percorsi formativi per gli addetti al pronto soccorso, per i responsabili e i collabo-ratori ai servizi di prevenzione e protezione, per gli addetti al montaggio, uso e smontaggio dei ponteggi, che devono ac-quisire un attestato di idoneità professionale.Nel contesto dello scenario finora tratteggiato, come si è sviluppato il percorso della si-curezza in CMB? Qualsiasi valutazione in meri-

SICUREZZA

Obiettivo sicurezza: dalla teoria alla praticaAzioni concrete per la tutela dei lavoratori in CMB

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n° giornate di assenza

to, non può prescindere da una premessa importante: la pian-ta della sicurezza ha potuto attecchire bene nella Coopera-tiva perché il terreno era ricco di humus e ben concimato da una politica già strutturata e organizzata, ben prima della 626. Quando si è posto il pro-blema di implementare i con-tenuti legislativi, la decisione è stata quella di costituire tre strutture distinte per il presi-dio della sicurezza, ritagliate sulle divisioni territoriali, con un coordinamento centrale. Le considerazioni che seguono si riferiscono esclusivamente alle azioni attuate in Divisione Centrale. Nel 1996 la Divisione Centrale era molto diversa da oggi; gli operai erano 164, dislocati sul territorio modenese e quasi tutti di nazionalità italiana; oggi i lavoratori sono circa 400, collocati per la metà ester-namente alla regione Emilia, di cui circa 70 sono lavoratori extracomunitari con contratto interinale e soggetti a un ele-vato turn over. Originariamente il servizio di prevenzione e protezione era composto da un responsabile, non a tempo pieno, e tre addet-ti; era stato nominato il medi-co competente e solo dopo al-cuni anni i lavoratori elessero un loro rappresentante per la sicurezza (RLS). Oggi il servizio di prevenzione è composto da un responsabile a tempo pieno, da un assisten-te, e da due addetti; i medici competenti nominati sono quattro (zona sede, Piemonte, Friuli, Toscana) e gli RLS sono sei. Il punto fermo della visio-ne strategica della Cooperati-va consiste nella convinzione di fondo che la sicurezza si

Obiettivo sicurezza: dalla teoria alla praticaAzioni concrete per la tutela dei lavoratori in CMB

“pratica” solo se tutti i sogget-ti, ognuno per il suo ruolo e le sue competenze e professiona-lità, si fanno attori e non spet-tatori; in caso contrario si avrà un nucleo di specialisti che la sicurezza la “predica” ma non riesce a farla praticare. Oggi, a favore dell’imple-mentazione della sicurezza in CMB, si agisce su: - la formazione dei tecnici e dei lavoratori, che nei dieci anni considerati ha coinvolto 636 lavoratori in corsi base; 183 lavoratori nei corsi di ad-detto all’emergenza e pronto soccorso; 79 lavoratori nei cor-si antincendio; 61 nei corsi sui rischi del lavoro in quota; 11 in quelli per RLS e altri ancora;- la gestione del protocollo sanitario definito dai medici competenti, che significa vi-site preassuntive, periodiche e accertamenti specialistici, quali audiometrie, spirome-trie, visite oculistiche;- il monitoraggio e l’analisi dell’andamento delle malattie professionali e degli infortuni che nell’ultimo biennio hanno assunto un trend positivo, ma che non consentono nessun abbassamento della guardia né rallentamenti delle azioni di prevenzione;- il supporto alla struttura tec-nica di cantiere nell’attuazione e gestione dei contenuti dei piani di sicurezza; nei rapporti con le imprese in subappalto, coi coordinatori della sicurez-za e con gli organi di vigilan-za;- l’elaborazione e redazione dei documenti della sicurezza, da quello di valutazione dei rischi, ai piani operativi di sicurezza (POS), ai piani di montaggio, uso e smontaggio dei ponteggi (PIMUS).

Fra i progetti attualmente in corso, si annoverano l’inter-vento di sensibilizzazione sul tema alcol e lavoro; la gestione dell’inserimento dei lavoratori extracomunitari con rapporto di lavoro interinale e il percor-so di responsabilità sociale di impresa, avviato nello scorso mese di aprile con il convinto

FORMAZIONE IN MATERIA DI SICUREZZA DIV. CENTRALE

ANNO CORSI PARTECIPANTI ORE DI FORMAZIONE

2003 13 239 1444

2004 10 315 1401

2005 12 172 884

coinvolgimento degli addet-ti ai tre servizi divisionali di prevenzione, con l’obiettivo di raggiungere l’integrazione dei sistemi di gestione sicurezza e ambiente.

Alberto GibertoniRSPP Divisione Centrale

INFORTUNI DIVISIONE CENTRALE

n° infortuni denunciati all’INAIL

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Anni fa, George Bateson ha rilanciato una storiella: c’è un operaio che ogni giorno porta via delle carriolate di paglia da un cantiere, la guardia lo osser-va e comincia ad avere qualche sospetto, poi si convince che sta rubando qualcosa. Ferma l’operaio, lo perquisisce, guarda sotto la paglia e non trova nien-te. Il giorno dopo, daccapo. Va avanti così per settimane. La guardia continua a sospetta-re, ma sotto la paglia non trova mai niente. Anni dopo, l’operaio gli confi-derà di avere rubato dozzine di carriole.Questo aneddoto racchiude lo spirito di questa rubrica, la sua intenzione: cercare di scorgere qualcosa che sta sotto i nostri occhi, che cambia sotto i nostri occhi, ma di cui fatichiamo a renderci conto. Per esempio, è opinione diffusa che non ci sono più le mezze stagioni. Ecco un tipico argomento da sala d’aspetto, da dialogo obbli-gato dentro l’ascensore, e pro-verò ad affrontarlo partendo dal petrolio e dai bisonti, per finire nell’Oklahoma degli anni Trenta, come l’ha raccontata John Steinbeck.

Oltre un certo limite, lo sfrut-tamento di qualsiasi risorsa diventa antieconomico. È un’elementare legge di mer-cato che nessuno mette in discussione, le opinioni diver-gono quando si tratta di stabili-re che quel limite è proprio lì di fronte, e bisogna fare dei cam-biamenti. Nel caso del petrolio, sappiamo che il costo di pro-duzione, come quello di tutte le fonti di energia non-rinno-vabili, cresce con l’aumentare della produzione. Esattamente l’opposto di quanto accade ai prodotti industriali, il cui prez-zo diminuisce grazie alle cosid-dette “economie di scala”. Solo per un paradosso i bisonti delle praterie nordamericane si sono salvati dall’estinzione: poiché la pelle del bisonte rendeva bene, questo animale valeva più da morto che da vivo: e i bisonti furono rapidamente massacrati; le mandrie furono distrutte dai vari Bufalo Bill finché i bison-ti divennero così pochi che il prezzo delle loro pelli divenne sempre più alto. Ecco il limite: i bisonti divennero così pochi, che cacciarli risultava poco conveniente. Con la scarsità, i prezzi delle pelli aumentaro-

no, ma quel prezzo finì fuori mercato, e altre merci presero il loro posto. La morale sta in un delizioso avverbio, sugge-rito da Barry Commoner: “la pratica di cacciare i bisonti venne interrotta sostituendo ai bisonti altre fonti di cibo e di abbigliamento, salvando inol-tre, incidentalmente, la specie dall’estinzione”.La sottile pellicola di suolo, acqua e aria in cui vivono (o sopravvivono) oltre sei miliardi di persone è sottoposta a una pressione crescente: cresce la popolazione, cresce l’inquina-mento, cresce lo sfruttamen-to delle risorse. L’effetto non è una semplice somma, ma quella che viene definita come “crescita esponenziale”. Al liceo, l’insegnante di scienze ci propose un indovinello per farci capire quant’è improvvisa la conclusione di ogni crescita

esponenziale: in un laghetto c’è una ninfea che ogni giorno raddoppia le proprie dimen-sioni; se potesse svilupparsi senza freni, la pianta coprireb-be l’intero laghetto in trenta giorni, soffocando tutte le altre forme di vita; se si decide di fermare la ninfea, tagliandola quando ha coperto metà del laghetto, in quale giorno biso-gnerà farlo? La risposta è: il ventinovesimo giorno. Dunque il tempo della deci-sione è quasi scaduto, rimane un solo giorno per salvare il laghetto.Fra i popoli primitivi, la natura trovava equilibrio attraverso la religione e la magia: la ricerca della direzione di caccia, affi-data ai riti divinatori, stabiliva una rotazione tra i luoghi e consentiva alle specie animali di riprodursi, senza arrivare a minacciare la loro stessa esi-

OCCASIONI PERDUTE

Rudi Ghedini è nato il 31 ottobre 1959 a San Giorgio di Piano (BO),

fa parte dell’associazione scrittori bolognesi (www.scrittoribologna.

com) e collabora con il settimanale “Carta” e con il trimestrale “Linea

Bianca”. Di recente, ha pubblicato Il cavaliere a due punte (Frilli, 2004)

sulla regressione da cittadini a tifosi, una biografia generazionale di

Andrea Pazienza, I segni di una resa invincibile (Bradipolibri, 2005) e

Confessioni di un interista ottimista (Limina, 2006).

Prende il via, con questo numero di “In corso”, la collaborazio-ne con il giornalista e scrittore bolognese Rudi Ghedini. Nasce in questo modo la nuova rubrica “Occasioni perdute”.

Non ci sono più le mezze stagioniIl futuro del pianeta, oltre i luoghi comuni

��stenza. In alcune società di cacciatori, pare vi fossero dei “delegati al controllo” (di soli-to i cacciatori più capaci), per impedire che gli inesperti si esponessero a troppi rischi o sconvolgessero l’equilibrio ecologico con uccisioni ecces-sive. La squilibrata espansione del modo di produzione indu-striale sta lasciando una lunga scia di debiti da pagare: dallo spreco delle risorse naturali ai guasti riversati altrove (su altri cittadini, altri paesi, altre generazioni). A pagare i costi del disinqui-namento è sempre la colletti-vità: o se ne fa carico il bilan-cio pubblico, tramite le tasse, oppure il produttore lo scarica sul prezzo delle merci. Inqui-namento ed esaurimento delle risorse naturali, nelle loro molteplici forme, sono costi di produzione scaricati su altri. I

Non ci sono più le mezze stagioniIl futuro del pianeta, oltre i luoghi comuni

più drammatici effetti collate-rali piace chiamarli “fatalità” o “calamità naturali”. Solo in anni recenti si è imposta una parziale consapevolezza, ci sono state le lotte operaie per la salute in fabbrica ed è cre-sciuta una diversa domanda di natura, presto manipolata tra-mite la pubblicità e indirizzata verso nuovi consumi. Rispetto all’esempio del laghetto e della ninfea, l’inquinamento possie-de un altro difetto: viene per-cepito in ritardo da quando si è prodotto, il che presuppone che ci sarà un analogo ritardo tra il momento in cui si avvia il risanamento e quello in cui gli effetti nocivi cominciano a regredire. Nessuno sembra disposto a mettere in discussione lo stile di vita, il “quanto” e il “come” si produce. Si continuano ad accettare

logiche lineari - materia prima, prodotto, rifiuto – che spez-zano i cicli naturali, privi di dispersioni e sprechi, dove ciò che viene eliminato da un orga-nismo - come rifiuto - viene recuperato da un altro organi-smo come cibo. La natura non conosce la nozione di rifiuto, ma solo quella di materia che si trasforma. Osservando le cataste di pattume che si accu-mulano a Napoli e dintorni, dovremmo essere sfiorati dal dubbio che non sia solo un problema di smaltimento. Ogni sistema naturale si regge su una serie di vincoli fra le specie viventi, e la varietà è un’ottima unità di misura del-l’equilibrio. Gli ecosistemi più vari sono anche più produttivi. Quelli artificialmente semplifi-cati, per esempio le monocol-ture agricole, diventano fragili e richiedono continui apporti

energetici dall’esterno (fertiliz-zanti e antiparassitari). L’agri-coltura industriale è drogata dall’abuso della chimica. La logica contadina sapeva pre-servare la fertilità del suolo, ruotava le colture e faceva ripo-sare il terreno, non esauriva la miscela di azoto, fosforo e potassio. Nelle pagine iniziali di Furore, Steinbeck ha descritto l’ero-sione del suolo agricolo del-l’Oklahoma, abbandonato dai contadini impoveriti e sfrutta-to con la monocoltura di gra-noturco, fino a diventare un deserto spazzato dal vento.Dovremmo chiederlo a quelli dell’Oklahoma quando sono finite le mezze stagioni.

Rudi Ghediniblog: rudi.splinder.com

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La Classifica di “Costruire”CMB stabile fra le prime dieci imprese di costruzioni

DICONO DI NOI

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“Riprende di slancio la Coo-perativa Muratori e Braccianti di Carpi che, dopo un anno a ritmi di crescita contenuti per il gruppo, ma in contrazione per la Capogruppo, si presen-ta a fine 2005 con un aumento del valore della produzione a livello consolidato superiore al 5 percento. La Capogruppo (+7% la cifra d’affari) realizza anche un soddisfacente margine opera-tivo (20,3 milioni), pari al 4,88

CHI VA E CHI VIENE

Da “Costruire” n. 282 novembre 2006

Come ormai consuetudine, nel mese di novembre, la

stampa specializzata ha pubblicato un’approfondita anali-

si sullo stato e la prospettiva del settore delle costruzio-

ni, attraverso l’esame dei bilanci delle cinquanta maggiori

imprese generali di costruzioni.

Riportiamo, a fianco, la classifica della rivista “Costruire”,

nella quale ai primi posti si consolidano rispettivamente

Impregilo, Astaldi e Condotte; mentre CMB si colloca alla

decima posizione, confermando un risultato in linea con

quello raggiunto lo scorso anno. Per quanto riguarda le

altre società di matrice cooperativa, CMC riconquista il

quarto posto, seguita dalla reggiana Coopsette, mentre

Unieco raggiunge la settima posizione.

Assunzioni

Divisione Centrale

Massimo Campora Direttore Cantiere Impianti

Mario Dursi Capo Cantiere

Gavioli Riccardo Assistente Qualità e Sicurezza

Alessandra Grassi Assistente Clienti

Roberto Sant Assistente Tecnico

Alessandro Zuccoli Responsabile di Cantiere

Divisione Lombardia

Enrico Beretta Autista

Erika Bignotti Addetta Centralino

Davide Facchini Assistente Tecnico

Antonio Franchino Gruista

Hesham A.K.F. Maamoun Manovale

Renato Manfrin Operatore CED

Luca Nicolini Assistente Tecnico

Luigi Ripamonti Responsabile Commessa

Jessica Turrini Addetta Segreteria Tecnica

Mauro Civitani ManovaleDivisione Lazio

DirezioneAmministrazione

Simone Masetti Segreteria Amministrativa

Luigina Perrone Addetta Amm.va Immobiliare

Direzione Finanza e Controllo

Stefano Ombrini Addetto Controllo Gestione

Dimissioni

Divisione Centrale

Antonio Ambrosio Addetto Lavori Infrastrutturali

Raffaele Dario Muratore

Antonio Dell’Aversana Muratore

Raffaele Ferrari Responsabile di Cantiere

Dario Ghedini Assistente Tecnico

Sandro Pagano Carpentiere

Leonardo Prencipe Operatore Macchine

Marco Sorrentino Carpentiere

Salvatore Viviano Minatore

Divisione Lombardia

Mohamed Abdelhady Manovale

Amer Abou El Sayed El Badry Manovale

Fabio Cucchi Assistente Tecnico

Azib El Azib Abdellattif Manovale

Nabeel Maety Manovale

Stefano Riccò Responsabile di Cantiere

Divisione Lombardia

Gervasio Bortolanza Responsabile Commerciale

Pensionamento

percento del valore di produ-zione. Vola il portafoglio ordini, che a fine esercizio superava 1,6 miliardi (contro il miliardo dell’anno precedente). In forte crescita anche l’im-porto delle commesse acquisi-te, che si avvicina a quota un miliardo (+65% sul 2004). La produzione di gruppo si è sviluppata principalmente nelle opere per committenti terzi (+75%) e nelle iniziative immobiliari (+25%), con in-terventi concentrati in Emi-lia-Romagna, Lombardia e Lazio”.

FRA LE ATTIVITÀ RIVOLTE AI SOCI E AI LAVORATORI DI CMB NEI PRIMI MESI DEL 2007,

PER SABATO 10 MARZO È STATA ORGANIZZATA UNA GIORNATA IN VISITA ALLE MOSTRE

“TURNER E GLI IMPRESSIONISTI. LA GRANDE STORIA DEL PAESAGGIO MODERNO IN EUROPA” E “MONDRIAN”, AL MUSEO

DI SANTA GIULIA A BRESCIA. LA PRIMA DELLE DUE ESPOSIZIONI TRATTEGGIA LE ORIGINI DEL PAESAGGIO IMPRESSIONISTA

IN ITALIA, CON DIPINTI DI CONSTABLE E TURNER; MENTRE LA SECONDA PRESENTA L’OPERA COMPLETA DI PIET MONDRIAN.

DI QUEST’ULTIMO ARTISTA SONO ESPOSTI OTTANTA QUADRI, CHE RACCONTANO L’INTERO SVOLGERSI DELLA SUA RICER-

CA: DAGLI ESORDI COME PAESAGGISTA FINO AD IMMAGINI ASTRATTE E FIGURE GEOMETRICHE CONTORNATE DI NERO E IN-

TERSECATE DA PIANI BIANCHI. LE PRENOTAZIONI SI ACCETTANO ENTRO IL 20 FEBBRAIO, TRAMITE IL VERSAMENTO DI UNA

QUOTA DI 25 EURO, COMPRENSIVA DEL VIAGGIO IN PULLMAN GRAN TURISMO, DELL’INGRESSO E DELLA VISITA GUIDATA.

ATTIVITÀ SOCIALI

auguri Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, il Consiglio di Amministrazione e tutta la Redazione di “In corso” porgono i migliori auguri ai Soci e ai lavoratori. Anche quest’anno, in occasione delle festività natalizie, CMB ha effettuato una donazione a favore dell’associazione internazionale “Medici senza frontiere”, organizzazione onlus nata per offrire soccorso sanitario alle popolazioni in pericolo ed evitare violazioni dei diritti umani. Una realtà indipendente, non legata a partiti politici o a confessioni religiose, senza scopo di lucro, che agisce secondo l’universale etica medica senza discriminazione alcuna di razza, religione, sesso o opinioni. Grazie a CMB, sarà possibile acquistare gli strumenti necessari a garantire la potabilizzazione e il controllo dell’acqua, all’ interno di uno specifico programma di intervento in Africa su una popolazione di 10.000 abitanti.