Post on 02-May-2015
claudio.bezzi@me.com
Tecniche basate sul giudizio di esperti
Tecniche basate sul giudizio di esperti
VERSIONE MAGGIO 2014VERSIONE MAGGIO 2014claudio.bezzi@me.com
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Prima parte - Set e setting delle
tecniche basate su gruppi
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Cosa sono le tecniche basate sul giudizio di esperti
Sono tecniche di ricerca (non di partecipazione, di empowerment, di cittadinanza attiva, ...);
utilizzano un piccolo gruppo di informatori (generalmente da 6 a 12) scelti con criteri non casuali;
hanno una finalità 'comprensiva', e non esplicativa, quindi i loro risultati non sono generalizzabili né traducibili in indici statistici.
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Ricerca valutativa
Esperimento
Non esperimento
Multicriteri / Tecniche miste
Criterio unico
Standard
Non standard
Dati di primo livello
basate sull’interrogazione di individui
basate sull’ interrogazione di gruppi
Gruppi reali
Gruppi nominali
Analisi Delphi N.G.T.
Focus group Brainstorming
Dati di secondo livello
Le tecniche basate su gruppi nel quadro metodologico complessivo
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Chi è l'“esperto”
L'esperto è un individuo che: ha “esperienza” dell'oggetto indagato; competenza verbale, capacità di lavorare in
gruppo, disponibilità di tempo.L'esperto non è necessariamente:
uno studioso, un professore (anche se è possibile che uno studioso sia invitato nel gruppo);
un decisore, un individuo gerarchicamente importante (anche se è possibile che un decisore sia invitato nel gruppo).
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2 3 54 6 87 11109 1312
Da evitare assolutamente. Non è possibile alcun gruppo
Molto difficile. Possibili
fallimenti della sessione
Dipende.Ci sono rischi
Situazione generalmente ottimale per tutti i casi
General. senza
problemi
Gestibile da conduttori esperti
14 o +
Difficile anche per conduttori esperti. Oltre i 14 rischio
di fallimento
Di quanti esperti è composto un gruppo (la figura si basa sul caso del brainstorming)
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Il set delle sessioni con gruppi
Ambiente facilmente raggiungibile e senza barriere;
comfort, sedie comode;illuminazione adeguata;evitare rumori esterni, telefoni, persone
che entrano ed escono;in relazione alle diverse tecniche,
disposizione che favorisca lo scambio di opinioni e la chiara visione reciproca dei partecipanti.
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LEGENDA:
A = disposizione dei partecipanti
B = sedia disponibile per il conduttore
C = sedia disponibile per il segretario o tutor
D = tavolinetto per acqua, bicchieri e altro
E = lavagna
D
A
B
C
E
Set del focus e dell’N.G.T.
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CE ED
A
B
LEGENDA:
A = disposizione dei partecipanti
B = sedia disponibile per il conduttore
C = lavagna
D = tavolinetto per acqua, bicchieri e altro
E = muri o pannelli per disporre i fogli con le stringhe
Set del brainstorming
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Seconda parte – Brainstorming e SPO (Scala
delle Priorità Obbligate)
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Alex Osborn, inventore del brainstorming
Una sessione di brainstorming presso la BBDO – la società presieduta da Osborn – a New York alla fine degli anni ’50. Affisse sul muro a destra le regole fondamentali, e in basso la stenotipista che registra le idee prodotte
I due più importanti libri di Osborn
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Fasi e regole del brainstorming classico - 1
•Definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);• Regole del setting;• Produzione di idee;•Analisi successiva e separata delle idee prodotte
•Definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);• Regole del setting;• Produzione di idee;•Analisi successiva e separata delle idee prodotte
•E’ un problema reale (generalmente di natura commerciale o industriale);•La soluzione viene proposta dal management (che costituisce il gruppo);•Il facilitatore è un manager (o un professionista esterno)
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•Definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);• Regole del setting;• Produzione di idee;•Analisi successiva e separata delle idee prodotte
•Definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);• Regole del setting;• Produzione di idee;•Analisi successiva e separata delle idee prodotte
• Libero corso alle idee (non censurarsi);
• Non censurare gli altri;
• Ricercare la quantità;
•Migliorare le idee prodotte (sfruttando il processo di associazione delle idee).
Fasi e regole del brainstorming classico - 2
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•Definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);• Regole del setting;• Produzione di idee;•Analisi successiva e separata delle idee prodotte
•Definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);• Regole del setting;• Produzione di idee;•Analisi successiva e separata delle idee prodotte
• Si parla di “idee” nel senso di possibili soluzioni al problema;
• La produzione di idee può avvenire in vari modi:
• bigliettini (lavoro individuale);
• Round Robin (a turni);
• Pop Corn (parla chi vuole).
Fasi e regole del brainstorming classico - 3
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•Definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);• Regole del setting;• Produzione di idee;•Analisi successiva e separata delle idee prodotte
•Definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);• Regole del setting;• Produzione di idee;•Analisi successiva e separata delle idee prodotte
• E’ il punto debole del brainstorming classico;
• In genere vengono indicate soluzioni generiche:
• E’ il manager a scegliere;
• E’ un gruppetto che compie una cernita improntata alla fattibilità;
• Etc.
Fasi e regole del brainstorming classico - 4
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Il brainstorming valutativo
• Si sviluppa in tre fasi (più un’interfase fra la seconda e la terza)
• Non produce ‘idee’ ma ‘stringhe’, di valore semantico e pragmatico
• Sviluppa un processo specifico di analisi delle stringhe prodotte
• Il risultato finale è la costruzione del concetto o del programma messo al centro dell’analisi
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Numero partecipanti al brainstorming
2 3 54 6 87 11109 1312
Da evitare assolutamente. Non è possibile alcun gruppo
Molto difficile. Possibili
fallimenti della sessione
Dipende.Ci sono
rischi
Situazione generalmente ottimale
per tutti i casi
General. senza
problemi
Gestibile da conduttori
esperti
14 o +
Difficile anche per esperti. Oltre i 14 rischio di fallimento
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Set del brainstorming
CE ED
A
B
LEGENDA:
A = disposizione dei partecipanti
B = sedia disponibile per il conduttore
C = lavagna
D = tavolinetto per acqua, bicchieri e altro
E = muri o pannelli per disporre i fogli con le stringhe
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Le regole della prima fase
Sono le medesime del brainstorming classico…• Libero corso alle idee (non censurarsi)• Non censurare le idee altrui• Ricercare la quantità• Migliorare le idee altrui (sfruttare il processo di associazione delle idee)
… e possono essere ridotte alle due essenziali:
1. Non censurare se stessi (esprimere la stringa senza chiedersi se sia originale, buona, etc.)2. Non censurare gli altri
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I diversi modi per produrre le stringhe
Bigliettini, tipo Post-it®: Evita l’interazione fra i partecipanti Può essere utile in gruppi con prevedibili gravi problemi di
interazione, ma è macchinoso da gestire Può essere utilizzato per fasi di riscaldamento
Round robin, ovvero a turni (parla uno alla volta, con possibilità di ‘passare’): Limita molto l’interazione fra partecipanti Può essere utile in contesti particolari per gestire il gruppo;
oppure se il gruppo è troppo numeroso Può essere utilizzato come fase dei riscaldamento
Pop corn (non ci sono regole: ciascuno parla quando vuole): Massima interazione fra i partecipanti Crea un clima giocoso solitamente molto gradito, salvo rare
controindicazioni Più difficile da gestire, inadatto per gruppi numerosi
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Concetto 1
Dimensione 1 Dimensione 2 Dimensione 3
Sottodimensione 1 Sottodimensione 2
Indicatore 2
Indicatore 1
Indicatore 3
Indicatore 4
Indicatore 5
Indicatore 7Indicatore 6 Indicatore 8
Indicatore ?
Stringhe prodotte durante la fase creativa del brainstorming
Dim. ?
‘Concetto’ come evaluando, oggetto della ricerca messo al centro del brainstorming
‘Dimensioni’, ovvero parti, settori dell’evaluando, suoi principali elementi distintivi: saranno evidenti alla fine della seconda fase – classificatoria – del brainstorming
‘Stringhe’: sono il prodotto della prima fase ‘creativa’ del brainstorming; rinviano a specifici indicatori, ma per capire quali dobbiamo prima passare per la fase classificatoria, che mostra le dimensioni di appartenenza
Natura delle stringhe
‘Indicatori’: sono il risultato finale del brainstorming, e appariranno a conclusione dell’ultima fase (sintetica)
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Regole della seconda fase
Le regole della seconda fase sono completamente diverse: non vale più il divieto di censurare gli altri e se stessi, e si invita a un confronto fra i partecipanti in merito alle decisioni sull’attribuzione di una stringa a una determinata classe
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Il processo di classificazione
Prima stringaPrima stringa
Seconda stringa
Seconda stringa
Terza stringaTerza
stringa
Altre stringheAltre
stringhe
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A
B
CAB
CAB
C
Partecipante 1
Partecipante 2
Partecipante 3
Cosa avviene nella seconda fase - 1
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AA
Partecipante 1
Partecipante 2
Partecipante 3
1: il lavoro di classificazione
mostra diversità
semantiche
2: la discussione aiuta a una
comprensione pragmatica condivisa
3: ri-negoziazione di un campo semantico
condivisibile
Parte condivisa
Cosa avviene nella seconda fase - 2
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Esempio di restituzione
Sigla Titolo degli indicatori ed esemplificazioni
STR Strategie infra-inter istituzionali (Rete delle istituzioni; collaborazione pubblico-privato; progettazione comune fra istituzioni e servizi; condivisione di un linguaggio)
AZN Organizzazione e progetto dell’Azienda Sanitaria (Programmazione generale; la rete fra i servizi; la formazione del personale e gli incentivi; le risorse; …)
SER Organizzazione e progetto del Servizio alcologico (Organizzazione del lavoro nel servizio; strumenti per gli operatori; lavoro di gruppo; rete e formazione; confronto con op. esterni; trasparenza; …)
OPR Organizzazione e progetto nei singoli Operatori (Programmazione del lavoro; colloquio; protocolli operativi; …)
CUL Aspetti socio-culturali (Riguarda la società nel suo complesso: gli stili di vita che impone; il pregiudizio sull’alcolismo; gli atteggiamenti verso la salute e verso l’alcol; la solitudine dell’alcolista e l’isolamento della sua famiglia; …)
RET Qualità della rete (Rete dei servizi e loro impreparazione; difficoltà operative fra medico e paziente, e dentro l’ospedale; difficoltà dell’operatore; far conoscere le risorse; sensibilizzazione dei servizi al problema; stili di vita; cammuffamento del problema)
Le sigle serviranno
per successive elabora-
zioni
Le sigle serviranno
per successive elabora-
zioni
Nome dell’indicatore (come definito
nella terza fase)
Nome dell’indicatore (come definito
nella terza fase)
Stringhe originali (per
connotare l’indicatore e
evocarne i sensi)
Stringhe originali (per
connotare l’indicatore e
evocarne i sensi)
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La Scala delle Priorità Obbligate
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Peggiore, Superfluo, Secondario, Inutile, …
Migliore, Necessario, Principale, Indispensabile, …
Gli intervalli della scala sono sempre pari al numero di ‘oggetti’ da collocare
La scala è autoancorata;
negli intervalli non c’è alcuna
indicazione
Scala delle Priorità Obbligate La logica ordinale
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Problemi del sistema formativo xxxche rappresentano più grave ostacolo
all’efficacia didattica e alla promozione professionale dei partecipanti===================================================1_________________________________________________________2_________________________________________________________3_________________________________________________________4_________________________________________________________5_________________________________________________________6_________________________________________________________7_________________________________________________________8_________________________________________________________9_________________________________________________________10_________________________________________________________11_________________________________________________________12_________________________________________________________ ===================================================
Problemi del sistema formativo xxx
che non sono di particolare ostacoloall’efficacia didattica e alla promozione professionale dei partecipanti
Eccessiva attenzione al corso in sé, piuttosto che al reale inserimento professionale
Eccessiva attenzione al corso in sé, piuttosto che al reale inserimento professionale
Scarsa attività concertativa sulle linee strategiche della f.p. fra
Provincia e Parti sociali
Scarsa attività concertativa sulle linee strategiche della f.p. fra
Provincia e Parti sociali
Scarsa attenzione alla formazione che incrementa l’auto-imprenditorialità
Scarsa attenzione alla formazione che incrementa l’auto-imprenditorialità
Scarsa attenzione alla formazione per operai specializzati a favore di livelli ‘alti’ non sempre utili
Scarsa attenzione alla formazione per operai specializzati a favore di livelli ‘alti’ non sempre utili
Scarsa attenzione alle pari opportunità e alla formazione
femminile
Scarsa attenzione alle pari opportunità e alla formazione
femminile
Difficoltà a vedere approvati corsi per impiegati Difficoltà a vedere approvati corsi per impiegati
Difficoltosa compatibilità della pianificazione formativa provinciale con i tempi aziendali e scolastici
Difficoltosa compatibilità della pianificazione formativa provinciale con i tempi aziendali e scolastici
Distanza fra necessità di corsi brevi ma ripetuti, con le
disponibilità provinciali di corsi lunghi e una tantum
Distanza fra necessità di corsi brevi ma ripetuti, con le
disponibilità provinciali di corsi lunghi e una tantum
Griglia e gadget SPOper raccogliere individualmente i pareri
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MinimoMassimo
Massimo
La matrice è sempre quadrata, dove trovano collocazioni gli oggetti che hanno ricevuto un doppio ordinamento
Prima logica ordinale
Seco
nda
logi
ca o
rdin
ale
Due ordinamenti creano un piano
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Giudizio sull’efficacia esterna
Giu
diz
io s
ull’
effi
caci
a in
tern
ao
sull’
effi
cien
za
Minimo Massimo
Massimo
Quadrante della migliore
combinazione delle due dimensioni
Quadrante della peggiore
combinazione delle due dimensioni
Lo spazio semantico
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1
21,5
1,5Dimensione B
Dim
ensi
one
A
Caso A
1,5
1
21,7
1,3Dimensione B
Dim
ensi
one
A
Caso B
1,5
1
21,5
1,5Dimensione
B
Dim
ensi
one
A
Caso C
1,5
1
21,7
1,3Dimensione
B
Dim
ensi
one
A
Caso D
1,5
Possibili distribuzioni e ‘pesi’ dei quadranti
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Esempio 1 restituzione SPO(Equal Artemis, 2004)
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Esempio 2 restituzione SPO(Servizi sociali Dolianova, CA, 2008)
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Esempio 3 restituzione SPO(Parco tecnologico della Calabria, 2001)