BZ Morando in finale Arriva marted il Cultura , con un ... dell'Alto Adige Domenica 19 Giugno 2016...

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Corriere dell’Alto Adige Domenica 19 Giugno 2016 BZ13

Il paesaggio (nuovo) dei bambiniIl Don Milani di Pergine e Step insieme: i piccoli hanno una visione creativa del mondo

È finito l’anno scolastico ementre i bambini, gli adole-scenti e gli insegnanti si pren-dono un meritato riposo, èopportuno pensare a valoriz-zare le esperienze positive perdar loro spazio con l’arrivo delnuovo anno.

Tra le priorità della scuolal’educazione all’intercultura equella al paesaggio, all’am-biente e alla vivibilità diventa-no fondamentali. Già nei pro-grammi curricolari sono pre-visti i prerequisiti di azionieducative di questo tipo e inTrentino agisce da tempo, ef-ficacemente, la collaborazio-ne tra le scuole e Step, la Scuo-

tenzialità nell’infondere spe-ranza. Scopriamo così che ilprincipio di speranza è per noidi difficile pratica perchétroppo spesso mettiamo a ta-cere il bambino che c’è in noi.In tal modo la conservazioneprevale, non solo in virtù dellapropria forza ma anche graziealle nostre paure di cambiaree di innovare nelle nostre vite.

I bambini della seconda Bdel Don Milani di Pergine so-no stati invitati a riflettere sulpaesaggio e sull’ambiente,sulla vivibilità e sul migliora-mento della qualità della vitanegli ambienti di appartenen-za. Il loro modo di impegnarsi

e mettersi in gioco, anche gra-zie all’attenzione e al climacreati dai maestri, è stato unvero e proprio insegnamento.È stato così che dopo aver di-segnato i paesaggi della pro-pria vita, i bambini si sonoconfrontati intensamente traloro, giungendo a definire ilpaesaggio come il luogo dovevivere, incontrarsi e giocare;oppure quel luogo dove si na-sce e che rimane nel nostrocuore. Il meglio della loro par-tecipazione i bambini l’hannoespresso a proposito della re-sponsabilità, giocando a «checosa ci posso fare io». Il lorosguardo sul nostro mondo è

denso di piccoli e grandi im-pegni che possono cambiaresignificativamente il nostromodo di rispettare l’ambientee di creare luoghi più vivibili.La sensibilità dei bambini sicombina con un evidente spi-rito del tempo per giungere acreare percorsi di apprendi-mento che preparino una cul-tura necessaria per ogni futu-ro.

Oggi il paesaggio smette diessere considerato solo unosfondo e un decoro e assumele caratteristiche decisamentepiù appropriate di luogo espazio della nostra vita. Dob-biamo generare nuovi modellidi comportamento in grado dipromuovere forme meno im-pattanti e più amichevoli conl’ambiente. E il ruolo dellascuola, quando investe in que-ste direzioni, si rivela fonda-mentale.

Emanuela Fellin© RIPRODUZIONE RISERVATANell’arte Paesaggio di Tullio Pericoli

Arriva martedì il Solstizio d’estate, con un corollario di riti e memoriePer gli antichi l’astro si arrestava: accendendo fuochi lo sostenevano

Se il sole si ferma

LetteraturaPremio estenseMorando in finale

La giuria del premio estense formata da Roberto Napoletano, Mario Calabresi, Andrea Cangini, Aldo Cazzullo, Alberto Faustini,

Folco Quilici, Alessandra Sardoni, Marcello Sorgi e Luca Traini ha scelto i quattro volumi finalisti sui 29 presentati alla 52esima edizione, fra cui spicca anche il lavoro del trentino Paolo Morando, ‘80. L’inizio della barbarie (Laterza). Gli altri tre sono Mattia Feltri, Gianluigi Nuzzi e Sabrina Pignedoli

CulturaSpettacoli

La tradizione popolare, an-che se ce ne dimentichiamosollecitati dalle puntualizza-zioni dei computi moderniche vogliono i fatti importantirelegati a date fisse, ci metteuna settimana per «digerire»un fatto tragico come il solsti-zio. Tragico perché nella me-moria atavica un sole che siferma, che sta, non può che in-cutere terrore e i rituali servo-no a scongiurare il terrore e aconvincere il sole a riprendereil suo viaggio, anche se ormaisappiamo che è una stella fis-sa.

Solstizio deriva infatti da«sol stetit», letteralmente, ilsole si ferma. Questo accade indue giorni dell’anno, uno ver-so la fine di dicembre, e l’altroverso la fine di giugno, neiquali l’asse terrestre raggiungeil punto di massima inclina-zione rispetto al Sole.

Quello che stiamo per fe-steggiare è il solstizio d’estate.All’incirca il 21 giugno, quan-do il Polo Nord punta verso ilSole, gli abitanti dell’emisferoboreale vivono la giornata piùlunga e la notte più corta del-l’anno. I popoli antichi ricorre-vano a quattro metodi fonda-mentali per marcare i solstizi egli equinozi. Il primo prevede-va l’uso di effetti luminosi sul-le pareti di corridoi o di vani, odi grotte. Il secondo consistevanella misurazione dell’ombragettata da un pilastro a mezzo-giorno. Il terzo, usato nel-l’America Centrale, si basavasullo zenit. Soltanto a mezzo-giorno del giorno più lungodell’anno il Sole avrebbe bril-lato attraverso un’apertura

praticata nel soffitto e colpitoun punto preciso del pavimen-to. Il quarto e più semplicemetodo per marcare i solstiziconsisteva nell’osservare, dauna posizione fissa, il puntosull’orizzonte dove il Sole sor-geva e tramontava nell’arco diparecchi anni. Una indaginescientifica quindi, o quasi.

Questo giorno, la cui datavaria, secondo i calendari, frail 19 e il 26 giugno, era consi-derato un tempo sacro. Nellareligione greca antica i duesolstizi erano chiamati porte,porta degli dei quello inverna-le, porta degli uomini quelloestivo.

I solstizi sono, a prescindere

dalle religioni o credi, simbolidel passaggio o del confine trail mondo dello spazio-tempo elo stato della aspazialità e dellaatemporalità. Tra l’apparire el’essere.

Nella tradizione romana ilcustode delle porte, compresequelle solstiziali, è il misterio-

so Giano bifronte, signore del-l’eternità: Ianus deriva da unaradice indoeuropea y-a da cuiil sanscrito yana e il latino ia-nua. Egli è dunque colui checonduce da uno stato all’altro,dunque un iniziatore. Nel cri-stianesimo la figura centraledella settimana del solstizio èGiovanni. Due le facce di Gia-no, due Giovanni, quello inver-nale, l’evangelista, e quelloestivo, il Battista, dove va an-che sottolineata la somiglianzafonetica fra Ianus e Iohannes.

Ovvero i due Giovanniavrebbero impersonato, neidue solstizi, la funzione del Cristo, «chiave» delle due por-te. È facile constatare che la

porta invernale introduce allafase luminosa del cielo e la fa-se estiva alla fase oscura. Cri-sto è nato nel solstizio d’inver-no e il Battista nel solstiziod’estate, come sottolinea lafrase evangelica «Bisogna cheegli cresca e che io decada»(Giovanni, 3, 30).

Il Battista, che si festeggia ametà della settimana del sol-stizio estivo, il 24 di giugno,sarebbe colui che introducel’uomo nella caverna cosmica,oscurità da illuminare con ifuochi, simbolo del sole sol-stiziale, per scacciare demonie streghe che in questo «buconero» provocato dalla «ferma-ta del sole» si scatenano.

Si è anche affermato che ifuochi, come le ruote infiam-mate che in alcuni paesi sifanno rotolare dalle colline,siano cerimonie magiche persostenere il sole che sta im-percettibilmente declinando,essendo il fuoco della stessasostanza del sole.

L’usanza di accendere fuo-chi a Mezzestate è comune amoltissimi paesi europei, maè anche diffusa in Nord Africae nelle Americhe. Gli inglesichiamano il 24 di giugno Mid-summer Night, il giorno dimezz’estate nel quale visibile einvisibile si compenetrano,accadono fenomeni inquie-tanti dove sogno e realtà siconfondono, come nel Mid-summer Night di Shakespea-re.

In questa notte tutte le stre-ghe d’Europa volano e si riuni-scono sotto il noce di Bene-vento (in verità sradicato giànel Medioevo).

A questo proposito un’altratradizione che si riferisce nonal noce, ma alle noci. Nel gior-no di San Giovanni si raccol-gono le noci quando la drupaè ancora verde. Si staccanocon una falce o con un coltellodalla lama di legno. Le drupevanno messe in infusione chedarà un liquore, chiamato«nocino», panacea per quasitutti i mali. Il rito risale ai Cel-ti, il noce era un albero sacro aquei popoli usi a celebrare i ri-ti solstiziali. Ma non solo il o lanoce, sono sacri a San Giovan-ni e al periodo solstiziale. Mi-racolose sono anche le acque,le rugiade raccolte nella nottedi San Giovanni, acque omo-loghe al segno del Cancro, do-micilio della Luna, al cui ini-zio cade il solstizio.

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di Brunamaria Dal Lago Veneri

Il libroTutta colpa di un RoséNegri al Book festival

Tutta colpa di un Ruinart Rosé è il nuovo romanzo della giornalista e blogger Francesca Negri, ospite oggi del Trentino Book

festival. L’autrice, firma del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige presenterà questo lavoro, in corso di realizzazione con il sistema crowdfunding con bookabook e il suo 1001 vini da bere almeno una volta nella vita. Appuntamento alle 11.45 alla pineta.

SincretismoI cristiani festeggiano Giovanni Battista. Nello stesso giorno i Celti raccoglievano le noci, frutto sacro, per fare un liquore

la per il governo del territorioe del paesaggio, la rete dellaformazione e della ricerca Do-lomiti Unesco e il Muse, Mu-seo delle Scienze. Come sem-pre sono le esperienze concre-te che aiutano a trovare la stra-da giusta. Può bastare unamattina in una seconda ele-mentare della scuola Don Mi-lani di Pergine per confermareil contenuto e il titolo di unfortunato libro di un grandemaestro italiano, Mario Lodi,C’è speranza se questo accadeal Vho. In quella scuola Lodiaveva sperimentato la genera-tività dei bambini e la loro ca-pacità di pensiero; la loro po-