BRUGNATO - Adriana G. Hollett · Malaspina nella crociata d’Egitto del 1248. ... sud-est. Divisa...

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MEMORIE di LUNIGIANA

di

ADRIANA G. HOLLETT

BRUGNATOle sue chiese e i suoi monumenti

Fotografie di A. G. Hollett©

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a Laura Moscatelli cara "antica" alunna.

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...Se novella veradi Lunigiana o di parte vicina sai,dillo a me che gia' grande la' era. Dante Purgatorio canto VIII

Cenni sulla storia della Lunigiana

Per riassumere brevemente la storia delle origini della Lunigiana sara’necessario, a causa della carente documentazione, ricorrere all’opera di EugenioBranchi “ Storia della Lunigiana feudale”, unica fonte autorevole assieme a quella di Gioachino Volpe; ebbe a osservare quest’ultimo che, “ per la storia dellaLunigiana, avanti il XII secolo, e’ poco meno che tenebre e tenuissima luce di alba lontana.”

Concordando con loro, possiamo partire da Oberto, conte di Luni, diprobabile origine longobarda e unico superstite della famiglia dei Marchesi diToscana.

Luni divenne colonia romana nel 177 a.C., prospero’ col nome di Provincia Maritima Italorum, subi’ dapprima l’invasione longobarda e in seguito, unita atutta la Lunigiana venne aggregata al ducato longobardo di Lucca. Con i Franchientro’ nella marca carolingia, Oberto ne fu il primo conte e, in seguito, quando iVescovi contrastarono il dominio obertengo ottenendo da Federico I di vedersanciti i loro diritti su tutto il territorio, divenne sede vescovile.

Il Volpe, concordemente ad altri storici e genealogisti, individua in Oberto (945), di origine longobarda, il primo ad essere nominato conte di Luni.L’essere conte di Luni aveva una certa rilevanza poiche’il paese, collocato traLiguria e Toscana, testimoniava attraverso i resti dell’anfiteatro romano e quellidi antichi insediamenti paleolitici il suo notevole passato. Costui dopo pochi anni(951), oltre alla Lunigiana, entro’ in possesso della marca della Liguria orientale,dei centri di Tortona e Genova e alla sua morte tutti i suoi possedimenti vennero da lui lasciati ai due figli: Adalberto I e Oberto II.

Dal primo figlio, per successive diramazioni, ebbero origine i casati deimarchesi di Massa, Corsica e Sardegna, quella dei Pelavicino e dei Cavalcabo’ diCremona. Dal secondo figlio Oberto II, quello che maggiormente interessa lanostra storia, nacquero Alberto Azzo I e Oberto Obizzo I. Il primo dette origine alla casa d’Este ed il secondo a quella dei Malaspina.

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Oberto Obizzo I si stabili’ sui gioghi dell’AppenninoLigure-Tortonese-Piacentino, nelle alte valli della Trebbia e dello Staffora e inquest’ultima valle, centro del suo dominio, pose la propria residenza nella rocca di Oramala, unico castello fortificato della valle e quella venne poi da sempreconsiderata la culla dei Malaspina.

Successivamente Oberto Obizzo I fece costruire una serie di castelli chesarebbero divenuti formidabili punti di difesa e principalmente di controllo per iltraffico delle merci che costituiva con i pedaggi una grossa fonte di ricchezza.

I Malaspina facevano pagare molto cari questi pedaggi e talvolta arrivavano ad assaltare essi stessi le carovane comportandosi come briganti da strada. Il loro castello di Villafranca fu chiamato Malvido e poi Malnido (nel diploma conferitodall’imperatore Federico a Opizone nel 1164) per i pedaggi da rapina e per leruberie poste direttamente in atto da loro a spese delle carovane che transitavanodal passo della Cisa.

Poco si sa di suo figlio Alberto I e del nipote Obizzo II, ma sicuramente ilfiglio di quest’ultimo Alberto II divenne noto col nome di Malaspina. Cio’ apparenell’atto di pace di Luni stipulato nel 1124 tra il vescovo Andrea da una parte e ilmarchese Alberto II detto il Malaspina dall’altra.

Nella divisione tra Corrado e Opizzino nel 1221, a Corrado l’ Antico(1253) vennero assegnati i possedimenti alla destra della Magra, mentre Obizino(1301) cambiando nell’arme lo “spino secco” in “spino fiorito” ebbe parte deiterritori alla sinistra del fiume.

La divisione poi non fu solo dei beni ma araldica, in quanto vennemodificato lo stemma di famiglia. Quello dello spino secco portava uno spino consei rami, uno verticale e cinque orizzontali, tre dei quali voltati a sinistra e due adestra, tutti con aculei.Quello dello spino fiorito portava uno spino verde con seirami, uno verticale e cinque orizzontali tre dei quali a destra e due a sinistra,terminanti con tre piccoli globetti bianchi in croce alle estremita’ in modo daformare un piccolo fiore. Lo stemma originario aveva uno spino secco nero incampo d’oro con il motto “ad medelam” (mi offre rimedio).

I membri del casato si moltiplicarono e cosi’ lo stemma venne spessomodificato; il piu’ conosciuto e’ pero’ quello che mostra un leone rampantecoronato affiancato dai rami alternativamente, dello spino secco o fiorito oemtrambi. E’ da ricordare che il leone rampante bianco venne assegnato aCorrado detto l’Antico ( 1253) da Luigi IX re di Francia per l’aiuto ricevuto dalMalaspina nella crociata d’Egitto del 1248.

Opizzino o Opizzone (1301), secondogenito di Federico (1264) “fu lostipite dei Marchesi e Signori di Villafranca”. La sua vedova marchesana Tobia Spinola, tutrice dei figli ancora in minor eta’, merita di esser ricordata come coleiche “compose, ordino’ e stabili’” gli STATUTI per Aulla e altre sue terre. (GliStatuti di Aulla del 1303 sono conservati dal Dott. Francesco Raffaelli e dal Dott.Lorenzo Ferri di Bagnone).

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Importante precisare che fin da prima della divisione dei Malaspina del1221esistevano nei loro feudi i MUNICIPI che erano composti da un Consolo,quattro o sei Consiglieri e un Massaro. La MAGISTRATURA era costituita da unGiudice d’Appello che era il Marchese, da un Podesta’ eletto dal Marchese, unVicario del Podesta’, un Notaro, un Corriere e un Custode delle carceri. Ogniterra aveva il proprio Municipio e tutti assieme quelli del feudo formavano ilGeneral Consiglio.

Nel secondo Libro sono annotate norme e regole di diritto civile ma si deveritenere "che dovea esistere precedentemente regole e norme da disposizioniscritte o da consuetudini inveterate".

Alcune di queste norme erano: la donna se dotata non poteva succedere aigenitori, il marito non poteva donare o lasciare per testamento alla moglie cosaveruna; nella vendita dei fondi dovevano esser preferiti nella vendita i condomini,i parenti fino al quarto grado, i confinanti; la prescrizione degli immobiliincorrevasi col lasso di venti anni ecc..

Nel terzo Libro si determinavano le trasgressioni e i delitti punibili conpene corporali o pecuniarie o afflittive: la fustigazione per tutta la terra, il bandoperpetuo, il taglio della testa, la forca e la morte per mezzo del fuoco, la confiscadei beni. Si puniva l’omicidio col taglio della testa, l’adulterio con lire venticinque per l’uomo e la donna, lo stupro con la pena capitale, il furto, l’abigeato, il tagliodegli alberi e la rimozione dei termini con pene pecuniarie. Per la falsificazionedelle monete si era arsi vivi, la falsa testimonianza o lo spergiuro con la galera, enelle scritture con la forca. Il delitto di lesa maesta’ portava al taglio della testa.

Questi quattro Libri o Statuti furono adottati da tutti i discendenti diFederico per tutte le Terre e le Castella da tutti gli Uomini, Universita’ eComunita’ che a loro furono soggetti.

La Val di Vara, anch'essa facente parte della Lunigiana storica e' la vallepiu' estesa della Liguria in un susseguirsi di colline, torrenti, antiche fortezze ecastelli, pievi e piccoli borghi. Ricordiamo che la Lunigiana si estende nelle dueregioni Liguria-Toscana da Deiva Marina alla Garfagnana e la Val di Vara siamplia nella parte piu' nord occidentale e si sviluppa lungo il corso del fiume verso sud-est.

Divisa dall'appennino ligure confina con Mulazzo, Tresana e Podenzanacon cui divide la natura verde di boschi e incontaminati corsi d'acqua,nonche'paesini arroccati su cime boscose e borghi circolari che hanno la tipicastruttura medioevale con le vie e le case raccolte intorno al centro del paese.

La Val di Vara e' anche detta " la valle dei borghi rotondi" e Brugnato ne e' il tipico esempio.

Emanuele Repetti nel suo Dizionario Geografico-Fisico-Storicodell'ottocento definisce Brugnato in Val di Vara " piccolissima citta' vescovile,capoluogo di com. nel Mandamento di Godano, provincia di Levante, R Sardo.

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Risiede sulla ripa destra del f.Vara fra i confluenti Gravegnola e Tufo, quasi 2miglia a sett. della strada R. di Genova e della Posta di Borghetto..."

" Ebbe origine questa citta'da un'Abazia di Benedettini dedicata ai SSPietro, Lorenzo e Colombano, la cui fondazione si crede possa risalire al tempodei Longobardi...Fu in origine il paese di Brugnato con la sua Badia dipendentedai vescovi di Luni e soppressa questa, fu la sua chiesa nel 1133 eretta inepiscopale dal pontefice Innocenzo II, che destino' il vescovo Brugnatensesuffraganeo del metropolitano di Genova."

Avendo in seguito Gregorio IX nell'erezione del vescovado di Noli riunitoal medesimo la chiesa di Brugnato, Alessandro IV nel 1245, la disgiunse di nuovosino a che, nel 1823, il pont.Leone XII la riuni' nella stessa persona del vescovo diSarzana, conservando i privilegi alle rispettive cattedrali e curie vescovili.

La curia di Brugnato comprende attualmente 30 parrocchie, con unapopolazione totale di 5277 abitanti.

Il paese piu' importante di tutta la diocesi e' quello di Sestri Levante, doverisiedeva quasi costantemente il vescovo Brugnatense.

E' stato oggetto di discussione il nome di questo paese, che ora bruniadumin altri tempi Bruniadae, talvolta Brunadum ( Liguri Briniati).

Brugnato fu uno dei luoghi venduti nel 1252 dal vescovo Guglielmo di Luni a Niccolo' del Fiesco.

"Il territorio com. di Brugnato confina a greco con l'ex feudo di Suvero delli Stati Estensi, cui appartengono i monti serpentinosi della Rocchetta..."

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An outline of the history of the LunigianaRegion

In order to summarize briefly the history of the origins of the LunigianaRegion, it is necessary, due to scarce documentation, to resort to the work ofEugenio Branchi “Storia della Lunigiana feudale” (“History of the LunigianaRegion in feudal times”), the only authoritative source together with the work ofGioachino Volpe; in this regard, it was Volpe who observed, “the history of theLunigiana Region, before the twelfth century, is little more than shadows andtenuous light of a distant dawn”.

In accordance with these authors, we begin with Oberto, count of Luni,probably of Lombardic descent and the only surviving member of the family ofthe marquis of Tuscany.

Luni became a Roman colony in 177 B.C., prospered with the name ofProvincia Maritima Italorum (Italian Maritime Province), at first, subjected toLombardic invasion, then, with all of the Lunigiana Region, was aggregated to the Lombardic dukedom of Lucca. With the Franks, Luni entered into the Carolingian march (borderland), Oberto was its first count and, later, when the Bishopsopposed the dominion of the Obertenghi family, obtaining from Federico I,sanction of their rights on all of the territory, it became a bishop’s see.

Volpe, in agreement with other historians and genealogists, singles out inOberto (945), the first historical figure to be nominated count of Luni. To be count of Luni had a certain importance, as the town, located between Liguria andTuscany, bore witness through the remains of its Roman amphitheatre and ancient Palaeolithic settlements, to its remarkable past. Oberto, a few years later (951), aswell as the Lunigiana Region, entered into possession of the march of easternLiguria, of the centres of Tortona and Genoa and, upon his death, all of hispossessions were passed by him to his two sons: Adalberto I and Oberto II.

The first son, by successive ramifications, gave rise to the lineages of themarquis of Massa, Corsica and Sardinia, of the Pelavicino and of the Cavalcabo`of Cremona. The second son Oberto II, the one of greater interest to Lunigiana’s

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history, fathered Alberto Azzo I and Oberto Obizzo I. The first of these two gaverise to the house of Este and the second to that of the Malaspina.

Oberto Obizzo I established himself on the passes of theLiguria-Tortona-Piacenza Apennines, in the high valleys of the Trebbia andStaffora, and in this last valley, the centre of his dominion, he founded hisresidence in the rock of Oramala, the only fortified castle in the valley, laterconsidered the cradle of the Malaspina family.

Subsequently, Oberto Obizzo I had a series of castles built that were tobecome formidable points of defence and particularly of control of trade routesthat constituted, in terms of tolls, a large source of riches.

The Malaspina made these tolls very expensive and at times went as far asto besiege, by themselves, the passing caravans, behaving like highway brigands.Their castle at Villafranca became known as Malvido and later Malnido (in thediploma conferred by the emperor Federico to Opizone in 1164), due toplunderous tolls and thefts perpetrated by them at the expense of the caravans thatpassed by in the Cisa pass.

Little is known of Oberto Obizzo’s son Alberto I and of his grandsonObizzo II; what is known is that the son of Obizzo II, Alberto II became known bythe name of Malaspina. This appears in the peace treaty of Luni stipulated in 1124between the bishop Andrea, on the one hand, and the marquis Alberto II known asMalaspina, on the other hand.

In the division between Corrado and Opizzino in 1221, to Corrado l’Antico(1253), were assigned the possessions to the right of the river Magra, whileObizino (1301), who changed the coat of arms from the “spino secco” (“barethorn bush”), to the “spino fiorito” (“blossomed thorn bush”), had the part of theterritories to the left of the river.

The division, therefore, was not only in terms of possessions, it was alsoheraldic in that the family blazon was modified. That of the “spino secco”presented a bush with six branches, one vertical and five horizontal, three ofwhich set to the left and two to the right, all with prickles. That of the “spinofiorito” presented a green bush with six branches, one vertical and five horizontal,two to the left and three to the right, terminated with three tiny white globes in across at the extremities so as to form little flowers. The original blazon had a blackthorn bush on a gold background with the motto “ad medelam” (“to me, it offers aremedy”).

The members of the family multiplied and, as a consequence, the blazonwas often modified; the best known, however, is that which depicts a rampantcrowned lion, side by side with branches, alternatively of bare or blossomedthorns or both. It is noted that the rampant lion was assigned to Corrado dettol’Antico (1253), by Luigi IX, king of France, for the help received from Malaspina in the crusade in Egypt in 1248.

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Opizzino or Opizzone (1301), the second son of Federico (1264), “was theancestor of the Marquis and Masters of Villafranca”. His widow, TobiaSpinola, guardian of his infant offspring, is worthy of mention as she who“composed, ordered and established” the STATUES for Aulla and otherterritories of hers. (The Statutes of Aulla of 1303 are preserved by Dott. Francesco Raffaelli and by Dott. Lorenzo Ferri of Bagnone (1)).

It is important to note that even before the division of the Malaspinaterritories of 1221, there were already in existence in their territories, theMUNICIPALITIES that were composed of a Consul, four or six Counsellors and aMassaro (farm overseer). The MAGISTRACY was made up of an Appeal CourtJudge who was the Marquis, of a Podesta (high official), elected by the marquis, aPodesta’s Assistant, a Public Notary, a Courier and a Prison Custodian. Eachterritory had its own Town Hall and all those of the territory formed the GeneralCouncil.

In the second Statue or Book, were annotated rules and regulations of civilrights; however, it is believed that there had to exist rules and regulations priorto these, available in written form or in inveterate use.

Some of these regulations were: a woman in possession of a dowry was notallowed to inherit from her parents; a husband was not allowed to donate or leaveanything at all in his will to his wife; in the sale of real estate, joint owners, distantrelatives, neighbours were to have precedence; the loss of unexercised rights toreal estate after twenty years, etc..

In the third Book, were defined the transgressions and crimes punishable bycorporal punishment or fines: flogging throughout the territory, banishment forlife, decapitation, hanging and burning at the stake, the confiscation ofpossessions. Murder was punished by decapitation, adultery by a fine of twentyfive liras for both men and women, rape by capital punishment, theft, rustling,felling of trees and removal of boundary stones by fines. Counterfeiting waspunishable by being burnt alive, perjury by imprisonment and forgery by hanging. The crime of treason led to decapitation.

These Books (four in all), were adopted by all the descendents of FedericoMalaspina throughout all of their Territories and Castles by all of the Men,Universities and Communities under their rule.

The Val di Vara (valley of the river Vara), also part of the historicLunigiana area, is the most extensive valley in Liguria, a succession of hills,torrents, ancient fortresses and castles, churches and small villages. It is noted that the Lunigiana area extends over two regions, Liguria and Tuscany, from DeivaMarina to Garfagnana; the Val di Vara widens in the extreme north-western partand develops along the course of the river towards the south-east.

Divided by the Ligurian Apennines, the Val di Vara borders on the villagesof Mulazzo, Tresana and Podenzana with which it shares the verdant environmentof forests and uncontaminated water courses, as well as small villages nestled on

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wooded heights and circularly-built towns which have a typical medievalstructure with streets and abodes grouped around the town centre.

The Val di Vara is also known as the “valley of rotund towns” and the townof Brugnato is a typical example.

The historian Emanuele Repetti, in his Geographical-Physical-HistoricalDictionary of the Nineteenth Century, defines Brugnato in Val di Vara as a “tinyEpiscopal City, chief town in the Mandamento di Godano, province of Levante,located on the right bank of the river Vara between the confluences Gravegnolaand Tufo, almost two miles west of the Regional Thoroughfare of Genoa and theStage Post of Borghetto...”.

“The city’s origin was founded on the presence of a Benedictine Abbeydedicated to the Saints Pietro, Lorenzo and Colombano, believed to date back tothe time of the Lombards...”. Brugnato was originally a village with its abbeydependent on the Archbishops of Luni; after its suppression, it was its church,erected in 1133 by Pope Innocenzo II, which acted as bishop’s see and destinedBrugnato’s bishop as a dependent of the metropolitan district of Genoa.

In later times, Pope Gregorio IX, in the erection of the bishopric at Noli,united the church of Brugnato to the bishopric; later, Pope Alessandro IV, in 1245, disunited the church from the bishopric, which remained disunited up to 1823, atwhich time Pope Leone XII united it under the bishopric of Sarzana, conservingthe privileges assigned to the respective cathedrals and EpiscopalAdministrations.

The Episcopal Administration of Brugnato, at present, consists of 30parishes, with a total population of 5277 inhabitants.

The most important town in the whole of the diocese is that of SestriLevante, in which the bishop of Brugnato resided almost constantly.

The origin of the name Brugnato has been the subject of discussion, nowconsidered to have been Bruniadum, whereas previously considered to have beenBruniadae, sometimes Brunadum (Liguri Briniati).

Brugnato was one of the places sold in 1252 by Bishop Guglielmo of Lunito Niccolò del Fiesco.

“The territory of Brugnato borders to the east with the former fiefdom ofSuvero of the Estensi States, in which are included the serpentine hills of theRocchetta…”.

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La Val di VARA

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La Val di MAGRA

Fin dall'Alto Medio Evo questo luogo, posto alla confluenza del Vara con ilGravegnola, con un terreno pianeggiante e incolto, attorniato da rilievi non moltorilevanti e posto a lato della via Francigena, venne considerato favorevolmente escelto da una comunita' monastica benedettina.

Il terreno fu bonificato e venne costruita un'abbazia.Non si conosce la datain cui fu istituita la sede abbaziale di Brugnato anche se ci puo' orientare il nomedei tre santi cui e' dedicata la chiesa, Pietro, Lorenzo e Colombano.

Si puo' desumere che a Pietro e Colombano (gia' titolari dell'abbazia diBobbio) possa essere stata dedicata, verso la fine del VII sec.dai monaci irlandesi, questa abbazia che da sempre godette privilegi e protezione da re e imperatoriquali Carlo il Grosso (881), Ottone III ( 996) ed Enrico II (1014) ma piu'anticamente dal re longobardo Liutprando (712-744) e confermati da Rachis,Astolfo e Desiderio.

L'abbazia comprendeva un aggregato rurale con poderi ed edifici; campi,vigneti, pascoli, boschi, corsi d'acqua, diritti di caccia e di pesca.

Questo monastero, dotato anche di ospizi per i pellegrini, svolgeva un ruolo importante nella zona per cui attorno ad esso, verso il IX secolo si sviluppo'un'attivita' edilizia che concorse a formare quanto e' arrivato sino a noi. Un borgomedioevale con una fascia edilizia circolare attorno alla cattedrale.

Brugnato rimane uno dei centri piu' importanti della Val di Vara sia per lasua antica tradizione storico-religiosa, sia per i monumenti ancora esistenti, che ne ricordano il glorioso passato; puo' nominarsi dal 999 con l'appellativo di Citta' edal 1133 sede di Diocesi.

Fu voluta dai re longobardi soprattutto per tenere sotto controllo un'ampiazona dove confluivano le principali vie commerciali.

Quando divenne Diocesi di Brugnato, suffraganea all'Archidiocesi diGenova, si crearono dissapori con l'Episcopato lunense ;

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CITTA' di BRUGNATO

San Bernardo di Chiaravalle ne caldeggio' la creazione e nel borgo laConfraternita lo festeggia il 20 Agosto.

Il vescovo di Brugnato, che aveva poteri comitali, entro' nelle lotte feudali e nel 1313, negli scontri tra varie casate nobiliari e i ghibellini che siimpossessarono diGenova, fu costretto ascappare e rifugiarsi neipossedimenti diPontremoli.

Brugnato caddesotto il potere deiMalaspina ma nel 1530 sisollevo' in armiribellandosi al marchesato e si uni' spontaneamenteallo stato di Genova.

Nel 1820 la diocesidi Brugnato fu unita aquella di Luni-Sarzanafino al 1929, anno dellanascita della Diocesi della Spezia che in seguito sidenomino' Diocesi dellaSpezia-Sarzana-Brugnato

Sino alla meta' delXVIII secolo l'accesso alnucleo del borgo avveniva attraverso due varchicollocati diametralmenteopposti corrispondentioggi a Piazza del Mercatoa ovest e Piazzetta delPopolo a est ( qui era laPorta Soprana). E'importante la funzionepopolare in epocamedioevale di una piazza del mercato vicino ad una porta urbana poiche'consentiva uno spazio destinato allo scambio delle merci.

Porta Chicciola o Porta Soprana e' collegata ad un ampliamento delperimetro difensivo tale da includere anche il borgo medioevale di San Bernardooriginariamente fuori la cinta muraria. Per questo successivo ampliamento si resenecessario costruire la Porta in modo inusuale, cioe' in senso ortogonale al borgo.

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Antica mappa del cartografo Matteo Vintorni(1773)

Da questa Porta, superato il guado del Chicciola, senza altri ostacolinaturali, si raggiungeva Bozzolo, Pieve di Zignago e il valico del Rastello. Nellasua parte iniziale partiva un secondoitinerario, attraverso il Vara incorrispondenza di un antico ponte (oggi crollato) saliva i crinali finoalla Madonna del Poggiolo e diRoverano, scendeva al passo delMalacqua, Carrodano, SestriLevante o i valichi appenninici.

L'importanza di questipercorsi e' data oltreche'dagli edificidel culto anche da quella di struttureospedaliere e di accoglienza deipellegrini.

Di solito nel Medioevo le chiese-hospitale, secondo unaprassi diffusa, erano collocate generalmente fuori le mura in prossimita' dei pontio guadi. Gli hospitali erano generalmente gestitidalla confraternita dei Disciplinanti di Sant'Antonio, il santo eremita orientale protettore dei malati delsacro fuoco.

Alcuni studiosi credettero di riconoscere nella figura dell'affresco sulla colonna in duomoSan Colombano, ma considerando la lunghezza deldipinto ( la meta' e' determinata dalle due margherite all'altezza della mano) e la grandissima accuratezzadei particolari creativi e decorativi, la parte inferioredell'affresco nella meta' sottostante apparirebbetroppo sguarnita se non fosse stata equilibrata con la presenza della figura del maiale. Del resto ilmantello e il bastone a Tau da eremita con ilcampanello lo hanno fatto oggi riconoscere nelsanto Abate.

Poco dopo il primo, un altro insediamentofrancescano, ancora esistente, era stato edifificatopoco lontano dal precedente in luogo appartato adatto alla meditazione e alla preghiera e sulpercorso di accesso al borgo.

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IL'antico ponte romanico sul Gravegnola

San Colombano (?)

Le prime notizie che si riferiscono all'esistenza del Palazzo Vescovile conle sue pertinenze sono contenute in un antico regesto di documenti del 1277-1321.

Una serie di atti sono stati rogati in camera domini episcopi mentre altri inplatea comunis ante palatium cioe'nella piazza Maggiore, antico forumcittadino.

In seguito non e' stato possibilestabilire la qualita' e quantita' delleopere di trasformazione del complessosino al sec.XVII.

Il piano nobile del palazzo doveha sede l'appartamento del vescovo erain origine collocato ad una quota leggermente inferiore e cio' si puo'desumere dalla posizione dell'Oculocircolare oggi chiuso dalla volta dellasacrestia.

L'Oculo consentiva al vescovo diaffacciarsi dalle proprie stanzeall'interno del prebiterio; il tutto perpregare o seguire le funzioni in caso diindisposizione.

Tale innalzamento dovetteavvenire all'incirca nel sec.XVI perche'e' in tale data che corrisponde lacostruzione delle volte della sacrestia edella sala del Capitolo.

Una generale ristrutturazioneavvenne nel XVII sec. ad opera delvescovo Giovanni Battista Paggi; suo e'infatti lo stemma murato sopra l'ingressodel palazzo. Con lui vennero eseguitiimportanti lavori; fu completata lacostruzione delle volte del pianterreno,venne costruito lo scalone d'ingresso el'elegante loggetta che metteva incomunicazione l'appartamento con laCuria..

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L B PAGGi EPS ET COMESANNO DNI MDCLIX

L'Oculo

Il vescovo LeopoldoLomellini nel 1722 con con mezzi messi a sua disposizionefece innalzare i muri del salonedi un metro e mezzo facendolicoprire con un soffitto ligneo atravature a vista. Questi lavoriconferirono un aspettomaestoso al salone d'ingressodestinato a ricevimenti eudienze.

Il vescovo FrancescoMaria Gentile, suo successore,completo' l'opera, nel 1767, conla decorazione a tempera delsoffitto.

L'apparato decorativo amotivi fitomorfi contiene lostemma dei Gentile con gliattributi vescovili

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Per quanto concernel'Abbazia la data della suafondazione non e' certa; venneeretta nel VI sec. inconcomitanza dellacostruzione della prima chiesa in seguito all'arrivo deimonaci di San Colombano. E'utile ricordare che lefondazioni monastichecostituirono per i longobardi un mezzo di evangelizzazionema soprattutto di controllo delterritorio.

I recenti scavi hannorinvenuto le fondamenta di unesteso impianto planimetricoche si estende oltre l'attualesuperficie coperta dal palazzovescovile.

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Le fondamenta dell'abbazia.

I resti archeologici di due edifici absidati furono rinvenuti sotto ilpavimento dell'attuale cattedrale romanica e riportati alla luce tra il 1949 e il 1954.

Si realizzarono grandi opere come la demolizione di altari e capitellidall'aspetto corinzio ( ancora visibili nella foto ), vennero ripulite le colonne e sirestitui' alla chiesa il suo aspetto primitivo.

A quel punto le fondamenta delle due antiche chiese vennero nascoste daun nuovo pavimento.

Nel 1993, ottenuti nuovi fondi economici, venne rimosso il pavimento perrestauri e realizzato un percorso sotterraneo che permette di accedere alle strutture piu' interessanti e importanti.

Alcune opere sono oggi visibili da appositi vetri calpestabili del pavimentodel duomo.

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L'abside della chiesadel VI secolo rinvenutosoto l'altare maggiore delduomo attuale.

a sinistra - Pianta relativa alritrovamento delle due antiche chieseentrambe a navata unica eperfettamente allineate alle due navatesoprastanti. La chiesa piu' piccola adestra e' cronologicamente di pocoposteriore all'altra.

sotto- L'antico fonte battesimale

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BRUGNATO

Brugnato oggi- La villa Bertucci, in alto a

sinistra nella foto piccola ( lavilla delle magnolie), posta alato della porta Chicciola, e'quella riprodotta sotto.

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Porta Soprana o della Chicciola : la Chicciola e' un piccolo corso d'acquache scorre poco lontano.

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Scorcio di Via Circonvallazione Sud.

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Vedute di Piazzetta di Porta Chicciola.

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Oratorio di San Bernardo.

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Interno dell'Oratorio dedicato a San Bernardo di Chiaravalle.

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L'oratorio di San Bernardo, ubicato all'ingresso del borgo anticamente eradedicato a Santa Maria Annunziata.

Il nome attuale gli deriva dalla compagnia dei Disciplinati che gia'esisteva agli inizi del cinquecento. Dopo un secolo l'oratorio venne intitolato aSan Bernardo ( di Chiaravalle).

L'oratorio sorse come luogo di preghiera per i viandanti e i pellegriniospitati nel vicino peregrinario di Sant'Antonio. La struttura dell'oratorio subi'molti rifacimenti; attualmente si presenta ad unica navata con altare barocco. Gli affreschi nel soffitto e sopra l'altare sono del pittore spezzino Aprigliano; iportali della chiesa sono dello scultore brugnatese Pietro Ravecca.

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Crocifissi e lampioni processionali; sopra quello antico.

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L'oratorio di San Bernardo e'una costruzione absidata, ad aula unica, conaltare barocco in marmo policromo.

L'altare francescano, in marmi policromi, proviene dal convento dei PadriPassionisti.

Gli affreschi del soffitto sono del maestro spezzino Aprigliano.

Affresco delsoffitto -L'Annunciazione.

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Stendardo della Confraternita di San Bernardo di Chiaravalle( Colui che nel 1133 caldeggio' la creazione della Diocesi di Brugnato)Si festeggia il 20 agosto.

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Il portale dell'oratorio e' opera dello scultore brugnatese Pietro Ravecca.

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Portali medioevali del Borgo di San Bernardo

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Piazza Alcide De Gasperi, anticamente Ciassetta da Madonna.

41

Vòta du Venansiu.

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Edifici di Ciassa da Madonna.

44

Versi dedicati alla Val di Vara.

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Fontana Cabrin.

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Vicolo per Piazza Brosini.

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Edifici porticati e altane.

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Vedute di Piazza Maggiore ( oggi Brosini)

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Porticato di Piazza Brosini.

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Edicola di San Michele.

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Palazzi storici di Piazza Maggiore.

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Passaggio da Piazza Maggiore verso Riva d'Armi.

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Passaggio da Piazza Maggiore all'esterno del Borgo.

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Il pozzo medioevale.

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Palazzo Cattaneo Pagani.

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NON SUREXIT MAIOR

Particolare del Palazzo; maesta' di San Giovanni Battista.

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Passaggio per Riva d'Armi.

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Via Riva d'Armi.

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Via Riva d'Armi.

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Portali e maesta' di Via Riva d'Armi.

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Via Angiulan du Medò.

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Vòta du Venansiu.

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Antico varco di accesso alla Piazza Maggiore.

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Piccola edicola devozionale.

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Portale medioevale "a punte di diamante" di Palazzo Brosini.

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La concattedrale dedicata ai santi Pietro,Lorenzo e Colombano. Il santo Patrono di Brugnato e' San Pasquale Baylon..

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Nella prima meta' del secolo XII, quando il piccolo villaggio diventa sede vescovile viene costruita la concattedrale.

L'edificio e' a due navate divise da colonne e sorge sui resti di due chiesepreesistenti, la piu' antica e' posta sotto la navata maggiore ed e' databile al sec.VI.

Al centro dell'abside tre piccoli volti sbozzati nella pietra rappresentano i tre santi contitolari Pietro,Lorenzo e Colombano.

Una delle tretestine antropomorfemurate all'internodell'abside ( forse di unsanto contitolare).

sopra: testa apotropaica inserita nelpiedritto destro dell'arco che sovrasta l'altaremaggiore.Nell'antichita' queste testine eranomurate sulle facciate delle vecchie case, sugli stipiti delle porte o come quella nella foto adestra, posta a guardia dei morti, dietrol'abside, del cimitero di Sorano.

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LA SCILLA SCOMPARSAQuesto piccolo bassorilievo murato nella facciata della cattedrale, oggi

andato perduto, come ricorda (nel 1927) M.N.Conti, riproduce unaimmaginifica figura di " Scilla" preistorica o longobarda. Ricordiamo che ilduomo di Brugnato e' dedicato anche a San Colombano, monaco e missionarioirlandese (542-615), fondatore, in epoca longobarda dell'ordine di SanColombano, di abbazie e monasteri in tutta Europa. (molte raffigurazioni diScille e San Michele si trovano in aree di dominazione longobarda: Chiusola,Monte dei Bianchi, Ponzano, Trebiano, Santo Stefano, Merizzo di Villafrancain Lunigiana, Gragnana, San Michele del Passo di Tea...).

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Chiusola in Val di Vara-Sulla facciata di una casa

adiacente la chiesa di SanMichele e probabilmenteproveniente dalla stessa chiesa,troviamo questa piccola sculturamuliebre, una "Scilla"certamente riconducibile ad altre ripropostenei capitelli di molte pievilunigianesi, italiane e di altriluoghi europei.

Pieve di Codiponte- CasolaSu alcuni capitelli della

Pieve sono riprodotte delle"Scille". I vecchi del paesesolevano chiamare la chiesa "dalledonne con le gambe aperte".

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sopra- facciata della chiesa di San Michele a Pavia ( R.Formentini).

sotto- Croazia -Pola- Spigolo di un edificio vicino all'Arco di Augusto( A. G. Hollett).

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Francia - capitello dellaChiesa di Saint Didie' neiVosgi. ( R.Formentini).

Capitello della Pieve diSan Paolo in Vendaso.

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Chiusola in Val di Vara.Murata vicino alla

"Scilla"presso la chiesa di SanMichele troviamo anche questafigura armata di spada e scudo conattributi maschili ( probabile-SanMichele- il santo armato).

Pieve di Sorano - FilattieraAll'interno della Pieve di

Sorano, scolpita in una pietra dellanavata centrale, troviamo una piccola figura che mostra attributi maschili eimpugna una spada.

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Rachis -illustrazione da

Historia Langobardorum diPaolo Diacono.

Tremissi aureelucchesi ( notare il simbololongobardo della margheritaa sei petali riprodotto in tuttala Lunigiana).

Tremisse aurea lucchese raffigurante SanMichele.

Le chiese e le pievi di origine longobardasono quasi sempre dedicate a San Michele (ilSanto armato).

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Pieve di Offiano-Casola- L'orante.Capitello della

Pieve di san Pietro diOffiano ( conservato almuseo di Casola).

Pieve diMontedivalli

La SpeziaFigura

murata sullafacciata della Pievedi sant'Andrea deCastello. Mostra ilsaio e un libro maquello che e' stato da molti ritenuto un bordone e' inrealta' una spada;inoltre la figura porta un elmo.

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La Cattedrale con la "Scilla scomparsa".Questa era stata murata da sempre sulla facciata della chiesa; scomparve nel 1949,

anno in cui inizio' la prima campagna di scavi archeologici.

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La navata maggiore.

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La colonna con l'affresco di Sant'Antonio Abate.

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Affresco del XV secolo raffigurante Sant'Antonio Abate ( riconoscibile dalmantello e bastone da eremita. Un tempo veniva identificato in San Colombano).

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L'antico fonte battesimale.

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Piletta dell'acqua santa.

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Grande tela ad olio raffigurante Madonna con Bambino e due santi.

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Presentazione di Gesu' al tempio.Affresco datato presumibilmente al sec. XVI

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L'altare maggiore .

91

L'ingresso della sacrestia.

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La cattedra vescovile, l'antico Oculo murato e quello recente (piu' in alto).

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Il disegno del capitello e' identico al frammento di cornice di pag.99.

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L'antico tabernacolo.

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Il rosone.

96

L'Oculo nella parete destra dell'abside maggiore consentiva al vescovo diaffacciarsi dalle sue stanze all'interno della chiesa per pregare la notte o quandofosse stato impedito a scendere per indisposizioni varie.

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sopra -Una delicata cornice medioevale.

a sinistra -Il nuovo Oculo, che consente di

osservare l'interno della cattedrale, apertodopo l'innalzamento del pianodell'appartamento vescovile, e situato oraall'interno delle sale del museo.

98

Il tabernacolo dell'altare maggiore.

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Vetrata policroma.

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Particolari marmorei dell'altare.

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Figure di Arpie ai lati dell'altare- Le Arpie avevano testa di donna e corpodi uccello.

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Spesso venivano rappresentate sulle tombe.

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Scala di accesso agli scavi archeologici.

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L'antico fonte battesimale.

La Cattedrale negli anni cinquanta e i resti archeologici sotto il pianopavimentale della cattedrale.

106

Stemma marmoreo di Giovanni Bartolomeo Paggi, vescovo conte (notare la corona comitale) di Brugnato dal 1655 al 1663.

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Ingresso dell'Episcopio.

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Lo scalone d'ingresso - Opera del vescovo G. B. Paggi.

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Bassorilievo nel cortile del palazzo vescovile proveniente dal fontebattesimale della concattedrale.

a destra - il cortile, detto di SanColombano, all' interno del palazzo.

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Nell'angolo l'antico pozzo.

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U no stemma con le insegne di capitano nel cortile del palazzo

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Porticato che univa l'appartamento vescovile alla Curia. Opera del vescovo G.B.Paggi.

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Giovanni Battista Paggi, vescovo di Brugnato dal 1655 al 1663 curo' laristrutturazione del palazzo vescovile; fece alzare di un metro e mezzo il soffittodel salone dei ricevimenti e delle udienze e lo sostitui' con travature a vista inlegno. Questo recupero contribui'a creare all'ambiente un aspetto importante emaestoso.

a sinistra - Salone di rappresentanza; sulla parete grande tela di Madonnadel Rosario con San Pietro e san Domenico - C.Corte.

SUB ALARUM VIVIMUS 1618

Particolare del camino.

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Particolare del soffitto con lo stemma del vescovo Francesco Gentile(1767-1791) che fece decorare a tempera con soggetti fitomorfi le superficilignee.

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Sala delle udienze.

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La galleria dei ritratti contiene numerose immagini di antichi vescovi della Diocesi.

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I ritratti riproducono i vescovi che amministrarono la diocesi tra il 1700e il 1800.

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SEZIONE DEL MUSEO DIOCESANO

Nella prima parte del museo sono esposti gli elementiidentificativi della funzione vescovile:

Pastorale, Mitria, Anello e Croce Pastorale. Il pastorale, un 'insegna vescovile gia' dal VI -VII secolo e'

composto da tre parti ( punta, bastone e ricciolo, il cui significato e'pungere pigros, regere deboles, colligere vagos.)

Le calze cerimoniali e i guanti fanno parte del serviziopontificale

Usati cioe' nelle funzioni solenni.

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Teca con le insegne vescovili

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Chiamato anchepastorale Durazzo dal nome di mons. FrancescoDurazzo, vescovo delladiocesi di Brugnato dal1640 al 1650.

Il pastorale inargento e avorio inciso e'stato donato dal vescovo aiBrugnatesi.

La mitra bianca inseta ricamata con fili elamelle d'oro, finiture intaffetas, con applicazioni dipietre preziose e' moltoantica poiche' e' ricordata inuna visita pastorale diFilippo Sauli, vescovo diBrugnato dal 1512 al 1528.

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Ostensorio a sole di un argentieregenovese del meta' ottocento.

Reliquiario a ostensorio

Navicellaper incenso.

Sec. XX

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L'arredo sacro conservato nella dimora vescovile proviene dalla attiguacattedrale dei S.S.Pietro, Lorenzo e Colombano. L'analisi stilistica degli oggettievidenzia l'indiscutibile derivazione genovese, confermata dai punzoni che determinano l'autenticita' di queste opere provenienti dalla bottega orafa dellafamiglia Torretta.

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Teca contenente il calice Baliano e le due pissidi da viatico

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sopra: Calice dimanifattura sconosciuta,donato dal vescovoStefano Baliano chetenne la cattedrabrugnatese fra il 1592 edil 1609. ( il nome delvescovo e' inciso sotto ilcalice)

Oltre questomagnifico calice lacattedrale ne conservaaltri otto.

Le due pissidisopra e a lato sono da viatico.

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Pregadio settecentesco dello studio privato del vescovo.

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Particolari decorativi del Pregadio.

EPISCOPO ET COMIT

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L'affresco, sulla pagina a fianco, raffigurante la Madonna col Bambino,Pietro e Lorenzo proviene da un' edicola dalla quale ebbe origine il santuariodella Madonna dell'Ulivo.

Opera dell'inizio del secolo XVI pare da attribuirsi al " Maestro dellecinque terre"

sopra: L'affresco prima del restauro.

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La stanza del vescovo

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Cassettone intarsiato e letto in ferro dai delicati intrecci.

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Il soffitto e' affrescato con motivi floreali in tinte pastello.

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Elegante bureau del primo ottocento genovese.

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Piccole statue marmoree

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a destra - Angelo orante

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SUB TUUM PRESIDIUM CONFUGIMUS

Fregio marmoreo.

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Cassaforte cinquecentesca usata per custodire il tesoro della cattedrale.

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Il Mandylion -Opera ad olio su rame.

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a sinistra : MANDYLIONIl Mandylion, ossia l'icona del Volto Santo di Genova custodita nella chiesa

di San Bartolomeo degli Armeni, e' una delle piu' misteriose immagini delSalvatore. Arrivato in citta' nel tardo trecento come dono dell'imperatore bizantinoGiovanni I Paleologo al capitano e poi Doge genovese Leonardo Montaldo, vennedestinato da questi, prima di morire, al monastero di San Bartolomeo degliArmeni. Le vicende del Mandylion sono narrate sulle formelle della splendidacornice paleologa che la racchiude. Secondo la tradizione, il Mandylion non fudipinto da mano umana, ma sarebbe l'impronta miracolosa del volto di Cristo sopra un panno.Fu inviato da Egli in persona al re Abgar di Edessa, e nell'anno 944 lasacra reliquia fu trasferita a Costantinopoli dove divento' il palladio della citta'imperiale. Da li' parte, piu' di quattro secoli piu' tardi, il Sacro Volto, che fino adoggi si conserva a Genova.

La copia conservata a Brugnato e' un olio su rame del XVII sec. Il dipintoriproduce con notevole accuratezza l'immagine genovese. Soltanto gli ornati dellacornice paleologa qui appaiono semplificati. L'anonimo copista, pur attenendosistrettamente al modello della cornice nella struttura delle singole scene, harimpicciolito le figure nel tentativo di separare meglio l'immagine dalladescrizione.L'arrivo a Brugnato di un oggetto cosi' peculiare si puo' ricondurre auno dei vescovi di origine genovese che si succedettero in questa sede; inparticolare Francescco Maria Durazzo ( 1640-1650), nipote del Cardinale StefanoDurazzo, arcivescovo di Genova, oppure Giovan Battista Paggi (1655-1663),figlio del pittore Paggi che aveva realizzato la pala per l'altare del Sacro Voltoraffigurante il Cristo che consegna il sudario ad Anania.

Monili ex-voto

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Circa sessanta erano gli oggetti d'argento conservati nella cattedrale

Secchielloper l'acquabenedetta; bottegagenovese del 1821

Vassoio diun argentieregenovese (1776)

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Crocifisso da tavolo del sec.XVII in avorio intagliato, lamine d'argentosbalzato e cesellato.

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Piccola Pace in argento; strumento liturgico utilizzato per portare la"pace", ovvero il bacio prima della comunione.

L'oggetto e' da datarsi alla meta' del XVIII secolo.

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La Palmatoria d'argento era usata dal vescovo in occasione di riti solenni perilluminare la lettura dei testi scritti in caratteri minuti o in momenti di scarsa luminosita'.

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Architetture

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Arredi d'epoca.

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Toilette ottocentesca.

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Antichi messali

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Decreto vescovile di mons Francesco Agnini vescovo-conte di LuniSarzana e Brugnato.

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Scrittoio dello studio vescovile.

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I paramenti nelle bacheche sono preziosi perche' sono di seta ricamati inoro e fili colorati.

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Gli esperti che hanno visionato i paramenti esposti al Museo Diocesano hannoaffermato che i tessuti usati nelle confezioni non provengono da stoffe operate masono state ricamate a mano.

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Antico piviale in seta cruda.

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sopra: la teca contiene solitamente la preziosa pianeta che vediamo indossata dal vescovo Francesco Moraglia nel giorno del suo

ingresso a Brugnato (2008). Era appartenuta al Card.Giuseppe Spina, esecutoretestamentario di Papa Pio VII, che la ricevette in dono da Napoleone Bonaparte.

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Mons. FRANCESCO MORAGLIA

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Il cortile del Palazzo Vescovile.

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Ingresso agli scavi archeologici dell'antica abbazia.

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Stemmma vescovile.

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Ingresso agli scavi archeologici.

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Particolari delle stanze archeologiche

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Attraverso le grate del pavimento sono visibili le antiche fondamenta dell'abbazia.

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L'intervento di restauro risale al 2000, l'anno del giubileo.

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Particolari delle primitive fondamenta.

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Gli scavi hanno permesso di constatare che il perimetro dell'antica abbazia e'piu' ampio del palazzo vescovile.

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Antica cisterna dell'abbazia.

LAPIDE DI PIAZZA (VII-VIII sec.d.C.)

Antichissima copia, forse la piu' antica completa e apocrifa " lettera diNostro Signore Gesu' Cristo" caduta dal cielo e relativa al riposo domenicale.

Consta di un blocco di marmo a forma di papallelepipedo di ignotaprovenienza e di reimpiego, infatti sul lato anteriore sono visibili due foripreesistenti all'iscrizione. Sul blocco sono conservate tre diverse iscrizioni, duesul lato frontale e una terza sul lato sinistro nello spessore della pietra.

Sopra la linea spezzata e' incisa la prima iscrizione che ricorda ladedicazione di una chiesa, avvenuta il 29 maggio (?),al S.S. Salvatore e ai SantiMichele, Martino e Giorgio Martire.

Sotto la linea spezzata e' incisa la lettera apocrifa, lunga 43 righe, sulrispetto del riposo domenicale:

...Poiche' non avete osservato il santo giorno della domenica, io distogliero'il mio sguardo da voi e dai tabernacoli che ha edificato la mia mano...

...Poiche'avete ignorato il santo giorno della domenica e le voci di tutti glianimali da lavoro che si levano a me...

...Se qualcuno avra' trattato un lavoro o un affare in casa propria, o si sara'lavato la testa o tagliato i capelli...

...Contro coloro che non hanno rispettato il santo giorno della domenica iomandero' nelle loro case la fame e una morte subdola per bubboni purulenti...

L'iscrizione sul bordo: Cinque giorni prima delle calende di giugno (28maggio) ci sara' la dedicazione a Santa Maria e a San....ri; nel terzo giorno dopo lecalende (3 giugno) ci sara' la dedicazione a San...ris.

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MUSEO CIVICO Raccolta Mineralogica Ambrogio Del Caldo

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Ambrogio Del Caldo nato ad Arona nel 1907, si e' laureato al politecnico diMilano in Ingegneria Elettrotecnica nel 1930.

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Per la miglior tesi di laurea ha usufruito di una Borsa di Studio che gli haconsentito uno stage di sei mesi a Berlino.

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Amo' la natura nei suoi vari aspetti ma e' nel campo mineralogico dove siestrinseca la sua passione naturalistica.

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La ricerca, la raccolta, lo studio e la collezione dei minerali sono stati il suohobby per tutta la vita.

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Nel 1973 ha scritto " Guida ai minerali- Ed. Fabbri, che ha avuto molto successotra i collezionisti di minerali.

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Nel 1946 fu nominato da S.M. Umberto II di Savoia re d'Italia " Cavalieredell'Ordine della Corona d'Italia". Il I maggio del '64 gli fu conferito dal presidenteSegni l'Attestato d'Onore di Maestro del Lavoro.

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Tutta la sua collezione di Arona e' stata donata al Comune di Brugnato dallamoglie prof.ssa Cesarina Moro; il comune ha istituito nel 2007, nel ristrutturato Palazzo Vescovile, il Museo Mineralogico.

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Nelle bacheche sono esposti campioni di minerali da ogni parte del mondo che egliscambiava con altri collezionisti.

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Le sue ricerche in Lunigiana hanno interessato la Val Graveglia, Val di Vara,Monte Dragnone, il Cavalese,le Alpi Apuane, Sassalbo, Val di Gava, Molinello ecc.

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Al piano terreno del Palazzo Vescovile sono state portate alla luce antichefondamenta.

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Una colonna a rocchi sovrapposti faceva parte dell'antico impianto.

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Uscita sul cortile - detto di san Colombano-all'interno del Palazzo Vescovile

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Dal cortile interno sono visibili il prospetto della cattedrale e il campanile.

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Via GiovanniCostantini (1880-1956), arcivescovo della Diocesi dal 1929 al 1943

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Veduta della torre campanaria.

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Largo San Lorenzo

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Passaggio per Via Briniati.

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La colonna con capitello, in pietra, proviene dalla Spezia e precisamente dauna serie di Le altre colonne che completavano la serie sono state collocate neigiardini sul lato di via cadorna.

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Le absidi romaniche e la torre campanaria viste da Piazza Ildebrando.

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Edicola di Casa Benelli.

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Spioncino un tempo facente parte del complesso abbaziale.

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L'arco dei sessanta visto da Largo San lorenzo

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Sotto l'Arco dei Sessanta vi era la Sede della Compagnia degli Scelti,ovvero coloro che combatterono nella battaglia della Scoffera nel 1746durante l'invasione dell'esercito austriaco a Genova.

Tra gli uomini celebri di Brugnato si ricorda Giuseppe Ricchetti,l'"Alfiere", chiamato cosi' perche' nella battaglia della Scoffera si distinse pervalore nel combattimento contro gli austriaci. Fu insignito ed ebbe percimelio la bandiera dell'esercito austriaco.

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Arco dei Sessanta.

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Via Riva d'Armi

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Centro Congressi Cav. Carlo Vitale

Biblioteca Civica Internet Point

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Ingresso.

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Ingresso del Centro Congressi.

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La biblioteca

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L'internet point.

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L'auditorium.

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Case sul lato esterno del borgo.

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Il complesso sorto sul cortile dell'edificio del Seminario e del CollegioVescovile dal 1700 al 1963.

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Il porticato sorge sull'antico cortile.

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Vòta da Sasea

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Via dell'Olivo da Via Riva d'Armi.

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Via dell'Olivo o Caruggettu

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Porta Sottana.

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Sotto l'arco c'e' la porta della Caserma degli Scelti.

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Ingresso della caserma della Compagnia degli Scelti di Brugnato, istituita perdecreto della Repubblica di Genova nel 1531. Da notare il muro medioevale ed ilportale in arenaria su cui poggia l'arco.

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Il monumento ai Caduti di tutte le guerre in Piazza Martiri.

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Le lapidi.

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Il Palazzo comunale.

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In alto - Lo stemma del comune.L'albero inserito nello stemma e'un susino.

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Stemma marmoreo del Comune di Brugnato

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L'Albo dei Sindaci che hanno amministrato la citta' di Brugnato dal 1797 al 2006

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a destra - L'aula ConsiliareNel 1960 era stata la sede della prima classe dell'Avviamento Industriale.

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Foto ricordo della Banda Comunale.

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L' Infiorata del Corpus Domini

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Esisteva in Brugnato un convento francescano fatto costruire pressouna chiesa dedicata a San Lazzaro con annessi ospedale e ospizio dove siraccoglievano ammalati e pellegrini ( erano collocati dove oggi troviamol'edicola di San Lazzaro.

Nel 1603 il vescovo, mons. Stefano Baliano, invitando i Francescaniper la predicazione, affido' loro la gestione della chiesa e le opere di SanLazzaro.

Constatate le continue alluvioni che distruggeveno il vicino ponteromanico del XII secolo e parte del lazzaretto, i Francescani decisero diriedificare l'attuale convento e la chiesa sulla sponda sinistra del Vara su unterreno piu' alto.

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sopra: la strada per Brugnato percorreva l'antico ponte, saliva al convento e alla chiesa, passava accanto al cimitero per arrivare al paese.

sotto: il cimitero che notiamo a sinistra del Convento venne fatto costruire dal Comune di Brugnato nel 1830.

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Chiesa di San Francesco d'Assisi.

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Nel 1843 i Francescani donarono la proprieta' ai Padri Passionisti tutt'orapresenti.Nel 1871 con la soppressione degli ordini religiosi la proprieta' vennevenduta a privati ma nel 1880 venne riacquistata dai Padri che la abbellirono condipinti e un grande Crocifisso. La chiesa venne riconsacrata e dedicata a SanFrancesco d'Assisi nel 1880 dal vescovo mons. Giuseppe Rosati.

Le opere soprastanti sono del maestro Silvano Vecchiato ( Vicenza 1994).

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La chiesa, pur conservando il suo semplice stile francescano evidenzia nelledecorazioni i due ordini che la custodirono. Altari marmorei e decorazioni francescanenella parte in basso, dipinti e figure allegoriche riconducibili ai Passionisti nelsoffitto.

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Il chiostro del convento

a destra: Altare nella

sala del capitolo.

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In marmi policromi il bellissimo altare francescano.

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La madonna dell'Olivo

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La tela conservata nel santuario della Madonna dell'Olivo rappresenta laMadonna in trono tra i Santi Pietro e Lorenzo.

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Panorama di Brugnato dalla Madonna dell'Olivo.

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L'alluvione ha risparmiato la piccola edicola dedicata alla Madonna dell'Ulivo

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25 ottobre 2011

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Alcune foto e commento da "Brugnato. L'Abbazia, la Diocesi"Ed . Giacche'E. Repetti-Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana.