Bisogni Educativi Speciali a scuola - inclusione.it · I nostri studenti che "vanno male" (studenti...

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Bisogni Educativi Speciali

a scuola Enrico Angelo Emili

enricoangelo.emili@unibz.itwww.inclusione.it

I nostri studenti che "vanno male" (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono

mai soli a scuola. In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura,

preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati

su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso.

Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nel zaino. La lezione

può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla. Difficile

spiegarlo, ma spesso basta solo uno sguardo, una frase benevola, la parola di un

adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei magoni, alleviare quegli

animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo. Naturalmente il beneficio

sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà

ricominciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire

come professori (Daniel Pennac, Diario di Scuola, 2008).

Polisemia

„Le parole hanno più di un significato secondo la loro collocazione e secondo le

occasioni in cui sono utilizzate (…) evocano più contesti e dovrebbero impegnare

a trovare delle connessioni tra loro“ (A.Canevaro).

«L’introduzione di un nuovo vocabolario (condiviso) ha un valore fortemente

programmatico: i nuovi termini non inducono solo atteggiamenti, ma evidenziano

l’esigenza di nuove prassi, che si traducono in comportamenti e norme».

M. Pavone, 1999

• Handicappato

• Portatore di handicap

• Diversamente abile

(„non posso permettermi di attribuire una diversa abilità a tutti: potrebbe sembrare una presa in giro.

Esistono disabilità nelle quali la sofferenza di non scoprire la propia abilità è forte.

É una sofferenza che non può essere annullata per decreto. Va rispettata condividendola nella rierca di

una diversa abilità, senza la certezza di arrivare al risultato“, A. Canevaro, 2014)

«Si spendono le parole con molta leggerezza e si arriva ad un attribuire agli

studiosi, agli addetti ai lavori un eccesso di pignoleria o di stravaganza umorale.

Non credo sia un problema nominalistico né di un piccolo gruppo

MA

rimanda alla possibilità che le parole rispettino una prospettiva:

quella della vicinanza, dell’essere insieme, dell’avere delle responsabilità

condivise, del potere essere compagni di strada di persone che hanno delle

disabilità ma che non ‘portano’ un handicap; combattono per ridurlo, per

annullarlo» (A. Canevaro, 2014).

Differenza tra Deficit e Handicap

Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale

• È un bambino con un disturbo specifico di apprendimento

(tra colleghi e professionisti).

• È un bambino con caratteristiche di apprendimento diverse

(in classe, con i genitori).

P.A.R.C.C., Documento d’intesa della Consensus Conference sui DSA, 2011

• «Dislessia, Disortografia e Discalculia possono essere definite caratteristiche

dell’individuo, fondate su una base neurobiologica; il termine

caratteristica dovrebbe essere utilizzato dal clinico e dall’insegnante in

ognuna delle possibili azioni che favoriscono lo sviluppo delle potenzialità

individuali e, con esso, la Qualità della Vita. L’uso del termine caratteristica

può favorire nell’individuo, nella sua famiglia e nella Comunità una

rappresentazione non stigmatizzante del funzionamento delle persone con

difficoltà di apprendimento; il termine caratteristica indirizza, inoltre, verso

un approccio pedagogico che valorizza le differenze individuali».

www.lineeguidadsa.it

La qualità delle informazioni:

• contribuisce a generare una rappresentazione negativa della

propria condizione, “Illness”; (incide sull´autostima)

• influenza la qualità della rappresentazione sociale di una

determinata condizione, “Sickness”.

Griffin e Pollak, «Indagine qualitativa sui livelli di influenza nella

comunicazione tra clinici e pazienti».

• Campione: 27 studenti ed ex studenti con D.S.A.

• I partecipanti della ricerca hanno ricevuto una delle due concezioni :

1. concezione di “diversità” intesa come una differenza che comprende un

insieme di forze e debolezze (percepibile come caratteristica);

2. concezione di “diversità” intesa come una condizione medica svantaggiosa

(percepibile come disturbo).

Risultati:

• Nel gruppo che ha ricevuto la concezione di diversità come caratteristica, si

sono registrate manifestazioni di maggiore ambizione lavorativa e

autostima scolastica superiore, rispetto alla concezione di diversità intesa

come disturbo.

• una percezione del proprio stato di funzionamento intesa come

caratteristica e non come disturbo può favorire un atteggiamento positivo.

inclusione

libera rielaborazione dello schema di Robert Aehnelt (Own work)

L´inclusione riguarda tutti, anche i contesti!

Persona con BES

Docenti e personale scuola

Risorsa compagni

La disabilità è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali

ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di

uguaglianza con gli altri. (Convenzione Nazione Unite, 2007).

Background personale:Amicizie, etnia ad es., ecc.

Facilitatoribarriere

Facilitatori - barriere

• La gettatezza (Geworfenheit) e il «qui e ora»

(Heidegger) in cui si trova il protagonista gli

condiziona la vita ma non gli impedisce di realizzare

le proprie potenzialità e di trovare uno spazio

all’interno dello spettacolo.

• La sua diversità viene riconosciuta dal direttore del circo che

tenta di valorizzare le differenze in tutti i suoi artisti.

Gesto interrotto

• «Il nostro gesto interrotto implica l’attesa di un

completamento originale da parte dell’altro, implica una

scelta (...) che può essere assai diversa da quella che avevamo

in mente (...) è l’accettazione dei limiti della propria azione.

È il contrario del “fare al posto dell’altro” per piccolo che sia» (Andrea Canevaro, La formazione dell’educatore professionale, p.24).

• Occorre credere per vedere e non vedere per credere (Heinz

von Foerster). Sará piú facile liberare le potenzialità, spesso

nascoste e inattese, che l´altro possiede, mantenendo la

consapevolezza dei limiti (cfr. Caldin et al., 2011).

Nella vita reale Nick l’identità di Nick non è caratterizzata dalla sua

disabilità. Le identità di Nick sono state e sono tuttora molteplici:

È figlio è studente è padre è marito è amico

è attore è educatore

Sostegno inautentico Sostegno autenticoSostituzione Accompagnamento e promozione scelte autonome

Anticipazione Rispetto dei tempi

Iper-protezione Valorizzazione dell´errore e della scoperta

Sostegno pietistico Sostegno competente e contestualizzato

Rapporto di dipendenza Favorisce l´interdipendenza e il passaggio dall´essereagiti all´agire

Isolamento e micro esclusioni Lavoro in classe. Mette in rete più mediatori di prossimità, risorsa compagni (peer-tutoring, cooperative learning)

Agisce solo sulla persona Agisce prima sul contesto e poi sulla persona

Risposte specialistiche esclusive (logica dell´emergenza) Risposte ordinarie (speciale normalità) e specifiche

Apprendimenti isolati Condivisione degli apprendimenti

Semplificazione eccessiva Agisce nella zona di sviluppo prossimale, accomodamento ragionevole

Rigidità didattica Flessibilità didattica

NO all’eccessiva semplificazione e all´isolamento

Chi sarà il guidatore più esperto?

Che ruolo giocano le aspettative dei docenti?

• Generalmente, se un docente di classe è convinto di avere in

classe studenti capaci, agirà di conseguenza?

• Sarà più empatico e sereno e favorirà la creazione di un clima

migliore per l’apprendimento?

Rosenthal e Jacobson: Effetto Rosenthal o effetto Pigmalione, 1968.

• «…in classe, l’insegnante deve sapere che, se è lui

a farle, quelle stesse previsioni possono finire

con l’autorealizzarsi. Lui non è un casuale

passante. Al contrario il suo ruolo potrebbe essere

quello di Pigmalione – Pigmalione nella classe»”

(R. Rosenthal-L. Jacobson,

Pigmalione in classe,

Francoangeli, Milano 1991)

Livelli di incremento Q.I. dopo 1 anno

• «In realtà, i nomi di quel 20% di alunni

‘speciali’ erano stati semplicemente

tratti a sorte (1 ogni 5) . La differenza

tra i bambini del gruppo sperimentale

e quelli del gruppo di controllo

esisteva dunque solo nella mente

dell’insegnante»

(p. 100, 1991).

Livelli di incremento lettura dopo 1 anno

Le aspettative di un docente influenzano le performance degli alunni.

Guardiamoci bene dal sottovalutare l'unica cosa sulla quale possiamo agire

personalmente e che risale alla notte dei tempi pedagogici: la solitudine e il senso

di vergogna del ragazzo che non capisce, perso in un mondo in cui gli altri

capiscono. Solo noi possiamo tirarlo fuori da quella prigione, formati o meno per

farlo. Gli insegnanti che mi hanno salvato - e che hanno fatto di me un insegnante -

non erano formati per questo. Non si sono preoccupati delle origini della mia

infermità scolastica. Non hanno perso tempo a cercarne le cause e tantomeno a

farmi la predica. Erano adulti di fronte ad adolescenti in pericolo. Hanno capito che

occorreva agire tempestivamente. Si sono buttati. Non ce l'hanno fatta. Si sono

buttati di nuovo, giorno dopo giorno, ancora e ancora… Alla fine mi hanno tirato

fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita.

Le pietre che affiorano per una didattica inclusiva.

• Familiarizzazione con la disabilità (conoscenza per attenuare stereotipi, misconcezioni e

rappresentazioni personali/sociali non realistiche)

• Personalizzazione e Individualizzazione

• Apprendimento significativo, motivazione e autoefficacia

• Zona di Sviluppo Prossimale e scaffolding

• Risorse didattiche concrete (spiegazione grafica, video, immagini e ottimizzazione carico cognitivo)

• Tutoring (risorsa compagni di classe e clima di classe)

• Metodo di studio

Re 33: “Ma insomma, come devo

fare per trattare tutti allo stesso

modo?”

“Maestà - disse Sberleffo - per

trattare tutti allo stesso modo

bisogna, prima di tutto,

riconoscere che ciascuno e diverso.

L’uguaglianza non e dare a tutti

la stessa cosa, ma a ciascuno il

suo!”

http://www.accaparlante.it/re-33-e-i-suoi-33-bottoni-doro-0

Le pietre che affiorano per una didattica inclusiva.

• Familiarizzazione con la disabilità (conoscenza per attenuare stereotipi, misconcezioni e

rappresentazioni personali/sociali non realistiche)

• Personalizzazione e Individualizzazione

• Apprendimento significativo, motivazione e autoefficacia

• Zona di Sviluppo Prossimale e scaffolding

• Risorse didattiche concrete (spiegazione grafica, video, immagini e ottimizzazione carico cognitivo)

• Tutoring (risorsa compagni di classe e clima di classe)

• Metodo di studio

Le pietre che affiorano per una didattica inclusiva.

• Familiarizzazione con la disabilità (conoscenza per attenuare stereotipi, misconcezioni e

rappresentazioni personali/sociali non realistiche)

• Personalizzazione e Individualizzazione

• Apprendimento significativo, motivazione e autoefficacia

• Zona di Sviluppo Prossimale e scaffolding

• Risorse didattiche concrete (spiegazione grafica, video, immagini e ottimizzazione carico cognitivo)

• Tutoring (risorsa compagni di classe e clima di classe)

• Metodo di studio

Attivare le preconoscenze dello studente

• Fornire preliminari visioni d’insieme prima di entrare nei dettagli

• Anticipatori (ES: 0,41; Hattie)

ad es. mappe mentali, organizzatori grafici o video

Hattie evidenzia che l’utilizzo di schemi e mappe, nei confronti del tema

oggetto di lezione (anche riferendosi alle esperienze che essi compiono nel

loro mondo), attiva conoscenze preesistenti che diverranno il fondamento

per la nuove.

Integrare le nuove informazioni alle proprie preconoscenze

RIMOTIVARE O TENERE ALTA LA MOTIVAZIONE

(intrinseca ed estrinseca):

“Non c’è apprendimento se non c’è volontà di

apprendimento” (Balboni, 2011)

Lasciare spazio alle autonomie: il “senso di autoefficacia“ (Bandura)

• Autoefficacia attraverso azioni didattiche ed educative mirate a

motivare o a ri-motivare il recupero di una progettualità fatta anche di

sogni e desideri.

• Prendere atto della propria situazione e passare dalla gettatezza alla

dimensione del possibile, avvalendosi anche della lievità (Bertin, 1986).

• La lievità libera la realtà dai connotati della pesantezza e favorisce

l´immaginario. Es. Leggere i DSA con Piperita Patty (Emili, 2011)

LUEK: tecnica di autovalutazione motivante.

Le pietre che affiorano per una didattica inclusiva.

• Familiarizzazione con la disabilità (conoscenza per attenuare stereotipi, misconcezioni e

rappresentazioni personali/sociali non realistiche)

• Personalizzazione e Individualizzazione

• Apprendimento significativo, motivazione e autoefficacia

• Zona di Sviluppo Prossimale e scaffolding

• Risorse didattiche concrete (spiegazione grafica, video, immagini e ottimizzazione carico cognitivo)

• Tutoring (risorsa compagni di classe)

Bruner, 1976: scaffolding

Una persona adulta o più esperta agisce da scaffolding quando:

“[...] aiuta a risolvere un problema, effettuare un compito o raggiungere

un obiettivo che è oltre le sue possibilità senza assistenza”

(Wood, Bruner e Ross, 1976, pp. 89-90).

Tale sostegno, oltre ad essere essenziale, è programmato per ridursi

gradualmente ed essere rimosso, una volta raggiunto l’obiettivo.

• Tale sostegno, agendo nella zona di sviluppo prossimale (Vygotskij),

permette allo studente lo svolgimento di un compito, non ancora

interiorizzato ma alla portata, attraverso la mediazione del docente

(diretta o grazie a strumenti da lui suggeriti).

La Zona di Sviluppo Prossimale è la distanza tra

il livello effettivo di sviluppo e il livello di sviluppo potenziale,

che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone,

(adulti o pari con un livello di competenza maggiore).

OBIETTIVO POTENZIALE

DI APPRENDIMENTO

OBIETTIVO POTENZIALE

DI APPRENDIMENTO

MEDIATORI

MEDIATORI

Le pietre che affiorano per una didattica inclusiva.

• Familiarizzazione con la disabilità (conoscenza per attenuare stereotipi, misconcezioni e

rappresentazioni personali/sociali non realistiche)

• Personalizzazione e Individualizzazione

• Apprendimento significativo, motivazione e autoefficacia

• Zona di Sviluppo Prossimale e scaffolding

• Risorse didattiche concrete (spiegazione grafica, video, immagini e ottimizzare carico cognitivo)

• Tutoring (risorsa compagni di classe e clima di classe)

• Metodo di studio

Normalità ideologica: forzare le

diversità dell´alunno nei materiali e

nelle attività normali sotto la

bandiera del „siamo tutti uguali“.

In questo modo gli specifici bisogni

saranno ignorati.

D. Ianes, 2017, Falicitare e semplificare libri di testo, pp.18-19

• Specialità ideologica:

pensare che servano solo materiali,

attività e luoghi, oltre che persone,

speciali per incontrare efficacemente

i bisogni speciali dell´alunno. Questo

specialismo allontana, separa, isola.

D. Ianes, 2017, Falicitare e semplificare libri di testo, pp.18-19

La speciale normalità

«Prima si pensa ad adottare, arricchendola, l’offerta formativa e

didattica ordinaria e solo poi, se necessario, si introducono risorse

specifiche, che dovrebbero comunque integrarsi nella normalità ed

arricchirla» (Ianes, 2006)

Intervento uguale

Intervento sulla base dei bisogni

Rimozione delle barriere

Universal Design for Learning (UDL)

CREDIT: United Way of the Columbia-Willamette

è la quantità di attività cognitiva

richiesta dalla memoria di lavoro

di una persona.

Il carico cognitivo:

• Guidare l’attenzione (frecce, schemi);

• Semplificare concetti e visualizzare procedure

Ad es. ciclo dell’acqua;

Utilizzare le immagini al fine di:

No come distrattori. Parole chiave sulla figura(immagine e testo integrate).

Esempio di istruzioni presentate in un

formato convenzionale, Mayer 2001

Esempio di istruzioni presentate in un

formato integrato, Mayer 2001

Lettura di materiale didattico

Tecnologia del testo

TITOLO DEL CAPITOLO

IMMAGINI E DIDASCALIE

PAROLE CHIAVEevidenziate

DOMANDE ED ESERCIZI GUIDA

RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE

GLOSSARIO

Congegni testuali e semantici

• Titolo e sottotitolo

• Immagini e didascalie

• Eventuali domande guida e anticipatori

• Parole chiave, sottolineate o in grassetto

• Eventuali mappe guida e organizzatori anticipati

• Box e schemi

• Glossario

• Sommario o riassunto

Le pietre che affiorano per una didattica inclusiva.

• Familiarizzazione con la disabilità (conoscenza per attenuare stereotipi, misconcezioni e

rappresentazioni personali/sociali non realistiche)

• Personalizzazione e Individualizzazione

• Apprendimento significativo, motivazione e autoefficacia

• Zona di Sviluppo Prossimale e scaffolding

• Risorse didattiche concrete (spiegazione grafica, video, immagini e ottimizzazione carico cognitivo)

• Tutoring (risorsa compagni di classe e clima di classe)

• Metodo di studio

Peer-tutoring, cooperative learning, mastery learning, etc.

Learning together, Johnson & Johnson

• Gruppi eterogenei (3-5 max)

• interdipendenza positiva,

• responsabilità individuale,

• interazione faccia a faccia,

• insegnamento di competenze nel lavoro di gruppo,

• verifica dell'efficienza dei gruppi.

Le pietre che affiorano per una didattica inclusiva.

• Familiarizzazione con la disabilità (conoscenza per attenuare stereotipi, misconcezioni e

rappresentazioni personali/sociali non realistiche)

• Personalizzazione e Individualizzazione

• Apprendimento significativo, motivazione e autoefficacia

• Zona di Sviluppo Prossimale e scaffolding

• Risorse didattiche concrete (spiegazione grafica, video, immagini e ottimizzazione carico cognitivo)

• Tutoring (risorsa compagni di classe e clima di classe)

• Metodo di studio

• Adattamento ragionevole (sostituzione, facilitazione e riduzione sensibile),

generalmente per alunni con DSA o altri BES

• Accomodamento ragionevole; generalmente per alunni con diasabilità intellettiva• semplificazione, • scomposizione nei nuclei fondanti, • riferimento al concreto, • partecipazione alla cultura del compito, • riflessione su di sè, • confronto sociale.

• I mediatori (strumenti analogici, digitali, compensativi, ausili, ecc.)

Vocabolario di base di Tullio De Mauro

1. Vocabolario fondamentale:

2.000 parole (licenza elementare);

2. Altro vocabolario di alto uso:

2.750 ca (79% della popolazione, se le frasi non superano le 20

parole l’una);

3. Vocabolario di alta disponibilità:

2.300 ca.

Es. Vocabolario di base• 98 % del discorso:• 60% nomi;• 19% verbi;• 15% aggettivi;• 2% avverbi;• 0,8% pronomi;• 0,6 % congiunzioni ecc.

Legenda:• G: fondamentale• alto uso • C: alta disponibilità

T De Mauro, Guida all’uso delle parole, Editori Riuniti, 2003

Zorzi: Extra-large letter (più 2.5) spacingimproves reading in dyslexia:

http://www.pnas.org/content/109/28/11455.short

• Questo testo è scritto in Times New Roman• Questo testo è scr itto in Times New Roman (ampia)

• Questo testo è scritto in Trebuchet,• Questo testo è scr itto in Trebuchet (ampia)

Zorzi: http://www.pnas.org/content/109/28/11455.short

Risultano più leggibili i caratterisans serif (senza grazie)

Nei documenti cartacei:• Verdana, Arial, Helvetica

Nei documenti digitali, su schermo:• Verdana, Tahoma, Trebouchet MS

carattere serif d - d carattere sans serif

• Dimensione del carattere: – nel cartaceo: almeno 14 pt

• Limitare l’uso del corsivo, del sottolineato. • Utilizzarli per evidenziare singole parole chiave o brevi periodi

e per dare riferimenti (preferibilmente usare il grassetto) .

Evitare lo script

Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene. Questo testo non si legge molto bene.

• Se possibile, utilizzare l’interlinea: 1,5

Questo testo è difficile da leggere. Questo testo è difficile da leggere. Questo testo è difficile da leggere. Questo testo è difficile da leggere. Questo testo è difficile da leggere. Questo testo è difficile da leggere.

Questo testo è facile da leggere. Questo testo è facile da leggere. Questo

testo è facile da leggere. Questo testo è facile da leggere. Questo testo è

facile da leggere. Questo testo è facile da leggere.

UN TESTO TUTTO MAIUSCOLO NON COSTITUISCE QUASI

MAI UNA BARRIERA INSORMONTABILE MA È SPESSO

CAUSA DI AFFATICAMENTO E PER MOLTI UTENTI DI

RALLENTAMENTO NELLA LETTURA PUÒ DIVENTARE UNA

VERA BARRIERA SE ASSOCIATO AD ALTRI FATTORI CHE

RIDUCONO LA LEGGIBILITÀ; AD ESEMPIO UN LUNGO TESTO

TUTTO MAIUSCOLO CON CARATTERI PICCOLI RISCHIA

DAVVERO DI ESSERE ILLEGGIBILE PER MOLTE PERSONE

Evitare lunghi testi scritti in maiuscolo

paragrafi brevi e distanziati con rientro;

http://www.biancoeneroedizioni.it/font/

Elenchi puntati in alternativa alla prosa.

Ad es:

Documenti richiesti:

• Curriculum;

• Lettera motivazionale;

• Carta di identità o patente.

https://thenounproject.com/

Facilitazione

Sostituzione

• Adattamento ragionevole (sostituzione, facilitazione), generalmente per alunni con

DSA o altri BES

• Accomodamento ragionevole generalmente per alunni con diasabilità intellettiva

• semplificazione, • scomposizione nei nuclei fondanti, • riferimento al concreto, • partecipazione alla cultura del compito, • riflessione su di sè, • confronto sociale.

• I mediatori (strumenti analogici, digitali, compensativi, ausili, ecc.)

• Semplificazione (sintassi e

lessico) e scomposizione dei

nuclei fondanti della

disciplina.

Symbook

Cultura del compito

Le parole del temporale

• nuvole nere

• pioggia forte

• tuoni e fulmini

• vento

Riferimento al concreto

Cosa serve ai tuoi compagni?

Una volta visto il video di un temporale stimolare il confronto con la propria esperienza

Descrivi il temporale che hai visto tu. Era diverso, era uguale?

Riflessione su di sè

• Cosa fai quando c´è un temporale?• Ti piacciono i temporali? Perchè?

Confronto sociale

• Chiedi ai tuoi compagni se hanno paura del temporale?• Chiedi ai tuoi compagni cosa fanno quando c´è un temporale

Caldin, Casarotto, Zanotto, Pratiche Ordinarie di didattica inclusiva: gli otto passi per crescere, 2011

Paura del temporale (raccolta risposte)

Consiglio da condividere con i tuoi compagni

Trasferire la conoscenza (generalizzare la competenza)Come si fa a capire se è previsto un temporale?

• Adattamento ragionevole (sostituzione, facilitazione), generalmente per alunni

con DSA o altri BES

• Adattamento ragionevole generalmente per alunni con diasabilità intellettiva

• semplificazione, • scomposizione nei nuclei fondanti, • riferimento al concreto, • partecipazione alla cultura del compito, • riflessione su di sè, • confronto sociale.

• I mediatori (strumenti analogici, digitali, compensativi, ausili, ecc.)

Lettura con IN-Book Favorisce:

• l’esposizione al ritmo e alla prosodia;• l’attenzione condivisa (dimensione motivazionale e tecnica del modeling);• aumenta il bagaglio lessicale in entrata;• permetta la visualizzazione delle parole che si ascoltano favorendo

la comprensione;• aumenta, mantenendo un alto livello qualitativo, l’esposizione alla

lettura.Costantino et al., CAA: intro consensus, 2015 pdf,

Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa, www.csinbook.eu

Trasparenti

Widgit, guida ai simboli, Auxilia, www.auxilia.it

Traslucide

Widgit, guida ai simboli, Auxilia, www.auxilia.it

Opache (astratte)

Widgit, guida ai simboli, Auxilia, www.auxilia.it

Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA)

Le immagini integrano o sostituiscono la comunicazione.

Trasparenti

REALI

Traslucide

Opache

Widgit, guida ai simboli, Auxilia, www.auxilia.it

Widgit, guida ai simboli, Auxilia, www.auxilia.it

Widgit, guida ai simboli, Auxilia, www.auxilia.it

Widgit, guida ai simboli, Auxilia, www.auxilia.it

http://www.amira-pisakids.de/#page=home

Progetto di Elisabeth Simon

• Dai 6 ai 10 anni;

• 40 storie tradotte in sei lingue (italiano, tedesco, russo, turco,

arabo e inglese);

• Criteri di alta leggibilità;

• 3 livelli di lettura.

Storie di 60-150 parole.

Storie di 150-500 parole.

Storie di 500-1200 parole.

http://en.childrenslibrary.org