ASSOCIAZIONEBARBUJANI L Una pittura ispirata da De Gregori · 2018. 4. 29. · cantautore Francesco...

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  • ...Aprile 2018Martedì 2414

    ASSOCIAZIONE BARBUJANI L’artista trevigiano Rosina ha realizzato un’opera ascoltando musica

    Una pittura ispirata da De GregoriL’impulso creativo e i colori accesi utilizzati hanno incantato il pubblico della Carlizzi

    Maria Chiara Pavani

    ROVIGO - Francesco Rosinaè stato protagonista alla bi-blioteca Carlizzi. Il giovaneartista di Preganziol (Trevi-so), con la sua pitturaespressionista dal segno in-cisivo e dai colori accesi, haincantato il pubblico rodi-gino.L’occasione è stata l’inizia -tiva, promossa dall’a ss o-ciazione Barbujani, “Cono -scere l’artista, una seratau n’op er a ”, che prevedel’esecuzione di un quadroin diretta, di fronte ai pre-senti.Rosina, che ha frequentatol’istituto d’arte AntonioCorradini di Este, ha conse-guito il diploma di maestrod’arte nel 1997. Il suo im-pulso creativo, sempre indivenire, lo spinge alla ri-cerca e alla sperimentazio-ne di nuove tecniche, usodei colori e studio delle for-me, che lo hanno condottoalla realizzazione di opereinnovative.E un lavoro sicuramenteoriginale, spontaneo e im-mediato, è quello eseguitovelocemente, in solo qua-ranta minuti, dall’ar tist a,ispirato dalla musica delcantautore Francesco DeGregori in cuffia, e inginoc-chiato a terra per godere diuno spazio più ampio,mentre dipinge. Introdottodal presidente Paolo Bor-din, il pittore trevigiano èstato presentato da Anna-

    maria Veronese, che ne hacommentato l’opera in fie-ri. “Una caratteristica diFrancesco Rosina - ha esor-dito la Veronese - è la figuraumana e, specialmente, ilvolto, uno degli elementipiù importanti. Inoltre uti-lizza i ‘non colori’, cioè ilbianco, che dà luce alle al-tre cromie, e il nero, checonferisce equilibrio allacomposizione”.Secondo la relatrice, Rosi-na, nell’operato, è graf-fiante, ma il suo è un graf-fio emotivo, che, alla fine,si addolcisce; inoltre, si di-stingue per il segno deciso eper i pochi colori, puliti e

    chiari.L’autore, già prima di ini-ziare, ha un’idea chiara diquello che uscirà dalla suamano e dalla spatola, cheusa più del pennello, graf-fiando la tela. Per la suaopera, il pittore ha utilizza-to due tele bianche affian-cate, e su di ognuna, evi-tando il disegno preparato-rio, ha vergato in nero unvolto di donna, con due me-tà diverse l’una dall’al tr a:metà che poi si sono unite.Un lavoro esaltato da caldechiazze di giallo e forte-mente simbolico di unadoppia personalità del sog-getto. Un prolungato e calo-

    roso applauso ha sottoli-neato la creazione dell’ope -ra, che ha suscitato vivo in-teresse tra il pubblico, men-tre l’artista, sempre dispo-nibile a rispondere alle do-mande, è intenzionato atornare alla Carlizzi, nono-stante i numerosi impegnicon l’arte in tutta Europa e,in maggio, a New York.Il prossimo appuntamento,in programma alla Barbu-jani e incentrato sull’a c-querello, sarà mercoledì 2maggio, con l’artista Wal-ter Tamiazzo, affiancato,per il commento da Dona-tella Ferraresi.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    GRAN GUARDIA ZaramellaUna sfida tra i ghiacci

    immortalata nelle fotoROVIGO - Panorami moz-zafiato tra Artico e Antarti-co: “La sfida tra i ghiacci”,ovvero la difficile vita di orsie pinguini, attraverso duestraordinarie multivisioni,“No fly zone”, sui pinguiniin Antartide, e “Arctic li-ght”, sul dramma dell’Ar -tico e dell’orso polare. Sonoi filmati proposti dal foto-grafo naturalista Nico Zara-mella, che hanno letteralmente incantato il numerosopubblico della Gran Guardia. Introdotto dal presidentedell’associazione culturale Athesis, Massimo Rainato, Za-ramella è stato poi presentato da Paolo Avezzù, de Il Circo-lo. Avezzù ha definito Zaramella “un fotografo naturalistadi fama internazionale, un numero uno nel suo genere”.E, infatti, il fotografo triestino, dalla trentennale espe-rienza, in grado di trasformare la passione per la fotografiain un’esplorazione di tipo scientifico, filosofico e psicologi-co, è stato riconosciuto come il primo fotografo, al mondo,a fermare con l’obiettivo la magia della natura selvaggia.“La terra non sta bene - ha esordito il relatore - perché,nell’ultimo secolo, la temperatura è aumentata da 1 a 5gradi. Di conseguenza, il ghiaccio in Antartide si sta scio-gliendo. Se un ghiacciaio si scioglie, è pericoloso, in quan-to, il livello dell’acqua si alza: ne consegue che potrebberoscomparire le piccole isole e, perfino, Venezia”. SecondoZaramella, compito del fotografo è quello di rischiare lapelle per andare a vedere cosa succede. A parere di NicoZaramella, ognuno di noi dovrebbe farsi carico di un pezzodi salvezza del pianeta, cambiando modo di vivere, perché,una settimana dopo la morte dell’ultimo orso polare, mo-rirà anche l’uomo.

    M. C. P.© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Un momento dell’esecuzione dell’opera da parte di Francesco Rosina

    .ROVIGO SPETTACOLI E CULTURA La Voce

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