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La Verità Anno II - Numero 168 www.laverita.info - Euro 1 O Quid est veritas? O QUOTIDIANO INDIPENDENTE FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 16 luglio 2017 y(7HI1B4*LMNKKR( +/!"!_!#!] IL BUON CONSERVATORE DIFENDE I PRODOTTI ANTICHI Che sacrilegio cambiare la Pasta del Capitano DallElisir di Edimburgo al sapone di Aleppo, guida pratica alle delizie del passato di STEFANO LORENZETTO Non avete mai assaggiato lEli- sir di Edimbur- go? Male. Vi sie- te persi un capi- tolo della vita. Dal punto di vista economico, è unesperienza che vi scon- siglio. La bottiglia da 500 mil- lilitri costa 50 euro, quella da 100 millilitri 20 euro. Fanno 100 euro al litro, cioè più del doppio di una di bottiglia del pregiato whisky Bowmore in- vecchiato 12 anni. O, se prefe- rite, di un eccelso Amarone. L Elisir di Edimburgo, però, li vale tutti. È uno dei liquori più vetusti dellOfficina di Santa Maria Novella, anzi «officina profumo farmaceu- tica», per attenersi alla dizio- ne coniata nel 1612, quando venne fondata dai domenica- ni a Firenze. La farmacia più antica dEuropa. Molti se la ricorderanno perché nel film Hannibal di Ridley Scott ci fa una capatina anche il dottor Lecter, ex psichiatra dedito al cannibalismo. La formula segreta del- lamaro, 35 gradi, venne det- tata da un religioso del con- vento di Edimburgo, in visita sull Arno nel XVII secolo, ed è custodita nel ricettario del laboratorio. Da allora prima i monaci e poi gli eredi di Cesa- re Augusto Stefani, il nipote dellultimo frate direttore che nel 1866 prese in affitto lOfficina dal Comune, lo hanno fatto sempre uguale, secondo lantica ricetta. Può essere servito con ghiaccio o allungato con acqua tonica. Ma il meglio di sé lo dà liscio: un digestivo straordinario, oltre che gradevolissimo al palato. Attenzione, però: il mio amico Germano Pelliz- zoni, compianto direttore di A Tavola, sosteneva che tutti i cosiddetti digestivi, dal fer- net Branca allamaro Braulio, danno assuefazione. (...) segue a pagina 11 IMPOSSIBILE AIUTARLI A CASA LORO «ABITO IN NIGERIA E VI DICO: NON DATE SOLDI ALL AFRICA» Il documentarista Cicala: «La corruzione si mangia tutto. Guardano la tv italiana e poi partono» Rivolta contro gli immigrati nel Messinese, sindaco e cittadini sulle barricate Ques Ques ta è C ta è C alabria e il go alabria e il go verno verno li tiene a marcire qui li tiene a marcire qui GIACOMO AMADORI GIACOMO AMADORI a pagina a pagina 4 di GIANCARLO PERNA Il documentarista Alberto Cicala ha la residenza in Nige- ria («ho fatto la spola con lIta- lia almeno 50 volte») e di una cosa è sicuro: le condizioni at- tuali dellAfrica non consento- no di «aiutarli a casa loro». Cè troppa corruzione. Intanto vi- cino a Messina un paese è in ri- volta contro la sistemazione di 50 clandestini in un hotel. alle pagine 2 e 3 di GIAMPAOLO PANSA La mucca nel corridoio che dà cornate alla no- stra porta e chiede di entra- re. Ve la ricorda- te questa immagine, abba- stanza horror? Laveva co- niata Pier Luigi Bersani nel novembre del 2016, per com- mentare la vittoria di Donald Trump nelle elezioni ameri- cane. Secondo lUomo dal si- garo spento, la mucca era la destra che stava ritornando sulla scena politica mondia- le. E presto lavremmo vista in azione anche in Italia. Con il volto da vecchio puttaniere di Silvio Berlusconi e con la grinta minacciosa del leghi- sta Matteo Salvini. Bersani ha sempre (...) segue a pagina 5 IL BESTIARIO Parla il banchiere che ha svelato lo scandalo Bpvi Adriano Cauduro esiliato in Sicilia e poi licenziato: «Zonin ha distrutto la banca. E Viola con me ha fatto pure di peggio» CONSENSI A PICCO LHANNO CAPITO PURE SUL COLLE RENZI È UN CASO DA PSICANALISI di MAURIZIO BELPIETRO Il sogno renziano si va restringendo di giorno in giorno. Sono lontani i tem- pi del 41 per cento, lillusio- ne di guidare un partito egemonico nella sinistra, ma capace di attirare anche i voti del centro e della destra. Ormai archiviato anche il progetto di un Partito della na- zione, subito ribattezzato Pdr, partito di Renzi, ovvero un Pd in grado di annet- tersi Forza Italia, con una fusione per incorporazione o per successione ere- ditaria. Oggi la realtà è assai più stri- minzita per il partito guidato dallex presidente del Consiglio. I sondaggi più generosi danno il Pd, cioè Matteo Renzi, sotto il 25 per cento. Tuttavia, dentro il partito si inseguono voci che gli attri- buiscono un consenso più vicino alla soglia del 20 per cento, la metà esatta di quanto nel maggio del 2014 incassò alle elezioni europee. Bisogna riconoscere che mai nessu- no dentro il Pci prima, il Pds poi, i Ds infine, era mai riuscito prima di Matteo Renzi a raccogliere a sinistra una messe di voti così ampia. Sul finire degli anni Settanta, il Partito comunista di Enrico Berlinguer minacciò il sorpasso sulla Dc, ma anche i suoi risultati migliori re- stano lontani dal 41 per cento conqui- stato dal Pd tre anni fa. Certo, ai tempi del Pci non esisteva (...) segue a pagina 7 «Rubo lanima agli autori dei peggiori crimini per poi restituirgliela» FRANCA LEOSINI MAURIZIO CAVERZAN a pagina 13 PRONTO UN PIANO La Lega darà 10.000 euro a chi fa figli di LUCA TELESE Oggi la Lega presenta il programma di gover- no. Include 10.000 euro a chi fa più di due figli. Ne parla Claudio Borghi. a pagina 6 Da martedì LaVerità in Calabria a 1,30 euro «Sono fascista Ho il busto del Duce e me ne frego della galera» FERDINANDO POLEGATO LUCA GIAMPIERI a pagina 10 di FRANCESCO BONAZZI Adriano Cau- duro, già vicedi- rettore generale della Banca po- polare di Vicen- za, esiliato in Si- cilia a Banca Nuova e poi licen- ziato, racconta lo scandalo al- la Verità: «Gianni Zonin ha di- strutto Bpvi. E Fabrizio Viola con me ha fatto di peggio». alle pagine 8 e 9 Gentiloni aveva una missione: fermare gli sbarchi. Ha fallito

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LaVer itàAnno II - Numero 168 www.laverita.info - Euro 1O Quid est veritas? O

QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 16 luglio 2017

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IL BUON CONSERVATORE DIFENDE I PRODOTTI ANTICHI

Che sacrilegio cambiare la Pasta del CapitanoDall’Elisir di Edimburgo al sapone di Aleppo, guida pratica alle delizie del passatodi STEFANO LORENZETTO

n Non avete maiassaggiato l’Eli-sir di Edimbur-go? Male. Vi sie-te persi un capi-tolo della vita.

Dal punto di vista economico,è un’esperienza che vi scon-siglio. La bottiglia da 500 mil-lilitri costa 50 euro, quella da100 millilitri 20 euro. Fanno100 euro al litro, cioè più deldoppio di una di bottiglia del

pregiato whisky Bowmore in-vecchiato 12 anni. O, se prefe-rite, di un eccelso Amarone.L’Elisir di Edimburgo, però, livale tutti. È uno dei liquoripiù vetusti dell’Officina diSanta Maria Novella, anzi«officina profumo farmaceu-tica», per attenersi alla dizio-ne coniata nel 1612, quandovenne fondata dai domenica-ni a Firenze. La farmacia piùantica d’Europa. Molti se laricorderanno perché nel filmHa n n ib al di Ridley Scott ci fa

una capatina anche il dottorLecter, ex psichiatra dedito alc a n n i ba l i s m o.

La formula segreta del-l’amaro, 35 gradi, venne det-tata da un religioso del con-vento di Edimburgo, in visitasu l l ’Arno nel XVII secolo, ed ècustodita nel ricettario dellaboratorio. Da allora prima imonaci e poi gli eredi di Cesa-re Augusto Stefani, il nipotedell’ultimo frate direttoreche nel 1866 prese in affittol’Officina dal Comune, lo

hanno fatto sempre uguale,secondo l’antica ricetta. Puòessere servito con ghiaccio oallungato con acqua tonica.Ma il meglio di sé lo dà liscio:un digestivo straordinario,oltre che gradevolissimo alpalato. Attenzione, però: ilmio amico Germano Pelliz-zo n i , compianto direttore diA Tavola, sosteneva che tutti icosiddetti digestivi, dal fer-net Branca all’amaro Braulio,danno assuefazione. (...)

segue a pagina 11

IMPOSSIBILE AIUTARLI A CASA LORO

«ABITO IN NIGERIA E VI DICO:NON DATE SOLDI ALL’A F R I CA »Il documentarista Cicala: «La corruzione si mangia tutto. Guardano la tv italiana e poi partono»

Rivolta contro gli immigrati nel Messinese, sindaco e cittadini sulle barricate

QuesQuesta è Cta è Calabria e il goalabria e il governovernoli tiene a marcire quili tiene a marcire qui

GIACOMO AMADORIGIACOMO AMADORIa pagina a pagina 44

di GIANCARLO PERNA

n Il documentarista AlbertoCicala ha la residenza in Nige-ria («ho fatto la spola con l’Ita -lia almeno 50 volte») e di unacosa è sicuro: le condizioni at-

tuali dell’Africa non consento-no di «aiutarli a casa loro». C’ètroppa corruzione. Intanto vi-cino a Messina un paese è in ri-volta contro la sistemazione di50 clandestini in un hotel.

alle pagine 2 e 3

di GIAMPAOLO PANSA

n La mucca nelcorridoio che dàcornate alla no-s t r a p o r t a echiede di entra-re. Ve la ricorda-

te questa immagine, abba-stanza horror? L’aveva co-niata Pier Luigi Bersani nelnovembre del 2016, per com-mentare la vittoria di Donald

Trump nelle elezioni ameri-cane. Secondo l’Uomo dal si-garo spento, la mucca era ladestra che stava ritornandosulla scena politica mondia-le. E presto l’avremmo vistain azione anche in Italia. Conil volto da vecchio puttanieredi Silvio Berlusconi e con lagrinta minacciosa del leghi-sta Matteo Salvini.

Bersani ha sempre (...)segue a pagina 5

IL BESTIARIO

Parla il banchiere che ha svelato lo scandalo BpviAdriano Cauduro esiliato in Sicilia e poi licenziato: «Zonin ha distrutto la banca. E Viola con me ha fatto pure di peggio»

CONSENSI A PICCO

L’HANNO CAPITOPURE SUL COLLERENZI È UN CASODA PSICANALISIdi MAURIZIO BELPIETRO

n Il sogno renziano si varestringendo di giorno ingiorno. Sono lontani i tem-pi del 41 per cento, l’i l lu s io -ne di guidare un partitoegemonico nella sinistra,

ma capace di attirare anche i voti delcentro e della destra. Ormai archiviatoanche il progetto di un Partito della na-zione, subito ribattezzato Pdr, partito diRenzi, ovvero un Pd in grado di annet-tersi Forza Italia, con una fusione perincorporazione o per successione ere-ditaria. Oggi la realtà è assai più stri-minzita per il partito guidato dall’expresidente del Consiglio. I sondaggi piùgenerosi danno il Pd, cioè Matteo Renzi,sotto il 25 per cento. Tuttavia, dentro ilpartito si inseguono voci che gli attri-buiscono un consenso più vicino allasoglia del 20 per cento, la metà esatta diquanto nel maggio del 2014 incassò alleelezioni europee.

Bisogna riconoscere che mai nessu-no dentro il Pci prima, il Pds poi, i Dsinfine, era mai riuscito prima di MatteoRenzi a raccogliere a sinistra una messedi voti così ampia. Sul finire degli anniSettanta, il Partito comunista di EnricoBerlinguer minacciò il sorpasso sullaDc, ma anche i suoi risultati migliori re-stano lontani dal 41 per cento conqui-stato dal Pd tre anni fa. Certo, ai tempidel Pci non esisteva (...)

segue a pagina 7

«Rubo l’animaagli autoridei peggioricrimini per poir e st i tu i r g l i e l a »

FRANCA LEOSINI

MAURIZIO CAVERZANa pagina 13

PRONTO UN PIANO

La Lega darà10.000 euroa chi fa figlidi LUCA TELESE

n Oggi la Lega presentail programma di gover-no. Include 10.000 euro achi fa più di due figli. Neparla Claudio Borghi.

a pagina 6Da martedì L aVer ità

in Calabria a 1,30 euro

«Sono fascistaHo il bustodel Ducee me ne fregodella galera»

FERDINANDO POLEGATO

LUCA GIAMPIERIa pagina 10

di FRANCESCO BONAZZI

n Adriano Cau-duro, già vicedi-rettore generaledella Banca po-polare di Vicen-za, esiliato in Si-

cilia a Banca Nuova e poi licen-ziato, racconta lo scandalo al-la Ve rità: «Gianni Zonin ha di-strutto Bpvi. E Fabrizio Violacon me ha fatto di peggio».

alle pagine 8 e 9

Gentiloni aveva una missione:fermare gli sbarchi. Ha fallito

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LaVer ità 11DOMENICA16 LUGLIO 2017

Z IL PASSATO CHE NON PASSASegue dalla prima pagina

di STEFANO LORENZETTO

(...) Se cominci a prenderne unbicchierino nel dopocena, poinon riesci più a farne a meno,vai in crisi di astinenza, al paridei drogati. Non stento a cre-derlo, visto che sono derivatidalle erbe, come gli spinelli.

«Difìnt, conserva, prea», di-fendi, conserva, prega, scrive-va Pier Paolo Pasolini nella suaultima poesia Saluto e augurio,quasi un testamento compo-sto nel 1975, pochi mesi primadi morire. O forse un coman-damento: «Difendi i campi trail paese / e la campagna, con leloro pannocchie / abbandona-te. Difendi il prato». E ancora:«Difendi i paletti di gelso, diontano». E ancora: «Muorid’amore per le vigne. / Per i fi-chi negli orti. I ceppi, gli stec-chi».

Ecco perché vi ho parlatodell’Elisir di Edimburgo. Fate-ci caso: non sono molte le coseantiche, i frutti della terra, iprodotti dei nostri antenatiche vengono difesi e conserva-ti, e non parliamo della pre-ghiera, il più desueto degliesercizi. Una quindicina di an-ni fa il settimanale An n a (nelfrattempo è morto anche quel-lo) mi commissionò un censi-mento di queste tipicità per-dute o neglette. Non arrivai ol-tre la dozzina.

Trovai Maria Giuseppa On-ni, che a 90 anni, in Sardegna,ancora preparava il casizolu,chiamato «il formaggio delledonne», perché solo la pazien-za e lo spirito di sacrificio fem-minili potevano farlo soprav-vivere sino alle soglie del terzomillennio. «La cagliata va lavo-rata al momento esatto dellalievitazione, né un minuto pri-ma né un minuto dopo, e que-sto momento può capitare dinotte, all’alba o di sera, a Nata-le come a Pasqua», mi spiegò.

Trovai Mara Sartoretti, chea 28 anni non era ancora riu-scita a ritagliarsi il tempo perfidanzarsi, dovendo dedicarsialla mortadella della Val d’Os -sola, realizzata con le carnicrude di suino, alle quali si ag-giungono un 5 per cento di fe-gato, vin brulé con la cannella,poco aglio, spezie, il tutto in-saccato nel budello del maialee stagionato per due mesi incantina. Appena fatto, il salu-me si può bollire per 15 minutie mangiarlo con le patate lesseo cucinarlo al for-no. Non era colpadi Mara se il moro-so tardava a farsivivo: «Quando c’èda insaccare, si co-mincia alle 6 delmattino e si finiscealle 10 di sera. Tem-po per gli amici e ladiscoteca, zero».Unica dei tre figli diGiovanni Sarto-retti a seguire leorme del papà e delnonno, Mara im-molava anima ecorpo al salumifi-cio di famiglia aMasera. Erano ri-masti solo tre artigiani a pro-durre la mortadella della Vald’Ossola. Oggi non saprei.

Trovai Cristiana Peano, ri-cercatrice al dipartimento dicolture arboree presso la fa-coltà di agraria dell’Un ive r s i tàdi Torino, una specie di India-na Jones alla ricerca del pomoperduto. Da due lustri era im-pegnata nella riscoperta diben 500 varietà di mele abban-donate nel solo Piemonte (laGrigia di Torriana, la Runsé, leCalville bianche e rosse, la Car-la di Finale Ligure, la Buras, la

Gamba fina), a favore delleamericane Red delicious eGolden delicious, delle giap-ponesi Fuji e delle neozelande-si Gala, le quattro mele che og-gi dettano legge sul mercato erappresentano il 90 per centodella produzione, tanto da co-stringere Gianni Piccoli, vi-gnaiolo, ma anche frutticolto-re, che a Valeggio sul Mincioimbottiglia un Custoza e unBardolino entrati nelle graziedi Gualtiero Marchesi, a dedi-carsi solo a queste varietà, sevuole vendere mele nei Paesidel Nord Europa.

Trovai Tamara Scarpellini,

votata al fagiolo zolfino, predi-letto da Indro Montanelli inquanto unico legume al mon-do privo di imbarazzanti effet-ti collaterali, detto anche fa-giolo del cento, perché vieneseminato il centesimo giornodell’anno. Piccolo, rotondo,giallo, buccia sottile, lo zolfinoda cotto è saporito, delicato,cremoso, si scioglie in boccacome burro. Si mangia lesso,condito con l’olio extraverginedi oliva del Pratomagno e ada-giato su fette di pane toscanoabbrustolito. Nelle famiglie

usava - e usa ancora - cuocerloper una notte intera nel fiascoo in un tegame sistemato nelforno a legna. Tamara lo colti-vava in località Paterna di Ter-ranuova Bracciolini (Arezzo).

Muoiono le differenze, nelcampo come in bottega, per-ché è andata perduta l’atav ic avocazione al sacrificio indivi-duale e collettivo. Cosicchéquesto è diventato il tempo deicibi omogeneizzati per gene-razioni omologate che sem-brano fatte con lo stampino, ti-rate su a latte in polvere, anzi-ché nutrite al seno materno, eperciò inevitabilmente più at-tratte dal sushi che dalla par-migiana di melanzane. Il tito-lare di un campeggio sul lago diGarda di recente mi racconta-va scandalizzato: «Nei giorniscorsi ho accolto una comitivadi ragazzi russi e tedeschi,parlo di gente cresciuta nell’exUrss e che oggi è ritornata a vi-vere in Germania. Ebbene, ab-biamo concordato delle cola-zioni del tutto normali: pane,burro, marmellata, latte, caffè,tè, frutta. Ieri mi è arrivata unacomitiva di 48 ragazzi italiani:21 sono celiaci, 6 vegetariani e5 vegani. In totale 32 personeche abbisognano al mattino diun menù speciale. Ne ho de-dotto che il 67 per cento dei no-stri figli è diverso da quelli natinelle altre nazioni d’Eu ro pa .Ma com’è possibile che le in-compatibilità alimentari esi-stano solo in Italia?».

Forse, prima che sia troppotardi, il Belpaese dovrebbe do-tarsi di un ministero, o almenodi un organismo statale, chetuteli i prodotti senza tempo,quelli giunti fino a noi intatti,spesso con la loro etichettaoriginale, e che, come l’Elisirdi Edimburgo, sopravvivonoin commercio a dispetto deimutevoli gusti del pubblico. O-

gnuno di voi ne conosce qual-cuno. Negli anni mi sono co-struito un mio piccolo pan-theon, anche se devo ammet-tere che avrò parecchie diffi-coltà nel trasmetterlo alla de-vozione dei miei figli. Ma la te-stimonianza conta lo stesso.

In questo sacrario figuranole più diverse specialità, chenon dovrebbero mancare nel-la casa di ogni buon conserva-tore. Comincio dal reparto co-smetici, il più fru fru, dove la fada padrone la linea Panama1924 (deodoranti, profumi esaponi da barba) che prende ilnome dall’anno in cui A nto n ioB o el l i s , figlio di un maestro ar-tigiano che sapeva usare le for-bici per tagliare sia gli abiti chei capelli, lasciò la natia Puglia eandò a cercare fortuna a Napo-li. In seguito suo figlio Pe p pi n oaprì un salone in vico Vetrieraa Chiaia. Dagli anni Sessantaquesta barberia è diventata unclub ristretto, dove i notabilidella città e la gente comunecondividono le stesse poltro-ne. Ed è qui, al numero 9, in unfastoso appartamento per po-chi intimi situato al secondopiano, che i figli di Peppino,Antonio e Michele B o el l i s , an-cor oggi ricevono i loro clienti eperfezionano le inimitabilifragranze avute in eredità dalpadre. Qualcosa di molto simi-le al salone che William HenryPe n h a l i go n , barbiere dellaCornovaglia, aprì a Londra nel1860, diventando il profumie-re della regina V i tto r i a; nel1970 gli eredi cedettero il mar-chio Penhaligon’s a Fra n c oZ e f f i rel l i e dopo un trenten-nio il regista lo vendette allaholding americana del lussoCradle. Solo che una boccettadi Lothar comprata l’annoscorso nel negozio di CoventGarden mi è stata fatta pagare158 euro (e per fortuna che

c’era il cambio favorevole conla sterlina a causa della Brexitvotata tre settimane prima).Del resto, stiamo parlando diroba per intenditori collezio-nisti: il Blenheim bouquet diPe n h a l i go n’s era l’acqua di co-lonia preferita da W i n s to nC hu rch i l l e Gianni Agnelli.

Per lavarsi il viso, non sipuò prescindere dall’a nt ic osapone di Aleppo, inventato aBabilonia nel 2500 avanti Cri-sto, ancor oggi prodottoesclusivamente nella cittàdella Siria. È fatto solo conolio di oliva e olio di alloro inproporzioni variabili (25, 40 e

75 per cento). Sono panetti ta-gliati rozzamente, incartati inmiserabili cartoncini, che re-cano impresso il marchio cir-colare della famiglia di Sa m e rNa j ja r, la quale ha persevera-to in quest’arte anche sotto lebombe. Diffidare delle imita-zioni (addirittura in formatoliquido) fabbricate a Torino oin Francia: non sono la stessacosa, come potrebbe spiegar-vi Alessandro Pozza del Bot-tegon di Bassano del Grappa,che vende il sapone originaledegli artigiani siriani.

Se poi, in fatto di essenze,volete scalare le vette, non viresta che procurarvi la Cartaaromatica d’Eritrea, listelli dabruciare o da tenere negli am-bienti «per purificare e profu-mare l’aria», così attesta l’eso -tica confezione, sulla quale so-no effigiati due beduini (uno ingroppa a un cammello). Lacreò nel 1927 un farmacista diPiacenza, Vittoriano Casano-va , dopo tre anni di esperi-menti. All’epoca le fumigazio-ni, assai diffuse, erano regi-strate nelle farmacopee uffi-ciali. Giorgio Bergonzi produ -ce la Carta d’Eritrea esatta-mente come allora, a CastelSan Giovanni, nel Piacentino.Viene imbevuta in una miscelaricavata da oltre 30 oli essen-ziali africani e asiatici e da mu-schi e resine, pestati a manonel mortaio e lasciati in infu-sione nell’alcol puro per setti-mane. Possono superarla,quanto a fascino, soltanto igrani d’incenso provenientidal Medio Oriente che una vol-ta mi furono regalati da M a r ioBer tulli, il compianto calzo-laio bresciano che cuciva lescarpe per il Papa e che con ilsuo brevetto alzò dai 6 ai 12centimetri la statura di Nico -las Sarkozy, José Maria Aznar,Felipe González, Tom Cruise eRenato Rascel.

Guardatevi attorno: non nerestano ancora molti in circo-lazione di prodotti che ricordi-no il buon tempo andato. LaFerro-china Bisleri. L’efferve -scente Brioschi. Il borotalcoManetti & Roberts. Il Sedo Cal-cio della milanese Deca (infal-libile contro il mal di gola). LaPasta di Fissan. La magnesiaSan Pellegrino. Lo sciroppo ditamarindo della ditta Erba. Iltonno Callipo con la ’n du j a(dopo aver esaurito le scorteacquistate durante una visitanella sede di Pizzo Calabro,sulla strada per Serra San Bru-no, non potendo tornare finlaggiù costrinsi Bernardo Ca-p rotti a procurarlo: mancavafra le 30.000 referenze, comele chiamava lui, della sua Esse-lunga). Il malto Kneipp. La col-la Coccoina. La cedrata Tasso-ni. Le pastiglie Leone. Il dopo-barba Cella. Il Nero d’i n fe r n odella ditta Pietro Rossi di Fi-renze (quante scarpe biancheda donna tingeva mio padre,conclusa l’estate, con quel co-lorante per pellami che, se ti fi-niva sui polpastrelli, ci restavaper parecchie settimane).

Diventando vec-chi, si cercano lecose vecchie, tro-vando più confortoin esse che non nel-le novità, forse per-ché, come mi dice-va Cesare Marchirifacendosi a lordGeorge GordonBy ro n , il buon tem-po antico è passato,e tutti i tempi sonobuoni quando sonoa nt ic h i .

È dunque condolore che appren-do da Stefano Leo-n a n gel i , direttoregenerale dell’a-

zienda Farmaceutici DottorCiccarelli, che saranno cam-biate le confezioni della Pastadel Capitano e della Cera di Cu-pra, giacché «i marchi avevanobisogno di essere rivisitati, pervenire incontro alle nuove esi-genze del mercato». Ma come?E me lo dice così, «tutto d’untratto», avrebbe chiosato Car -lo Dapporto con Georgia Molla C a ro sello? Mai più quel den-tifricio in casa mia! «Difìnt,conserva, prea», caro il mio ca-pi ta n o.

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“Elisir di Edimburgo, saponedi Aleppo, Panama 1924. Maanche il fagiolo zolfino amatoda Montanelli, il casizolu,la mortadella della Vald’Ossola. Tutti da preservare

”“Nel solo Piemonte perdute500 varietà di mele per fareposto alle Fuji giapponesie alle Gala neozelandesiQuando Caprotti mi procuròil tonno Callipo con la ’nduja

SENZA TEMPO Alcuni prodotti rimasti sempre uguali nel corso degli anni o, come il sapone di Aleppo e l’Elisir di Edimburgo, addirittura dei secoli

«Difendi, conserva, prega»vale anche per i profumiLa Pasta del Capitano si trasforma per «venire incontro alle nuove esigenze del mercato»Un errore che avrebbe indignato Pasolini. La Carta aromatica d’Eritrea non si cambia