articiolo zanichelli

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Domenica 13 Marzo 2005 1110 Domenica 13 Marzo 2005 LA CITTÀ

Migliaia di titolianche su Cd-RomLa Casa Editrice Zanichelli è una delle realtà culturali più notee significative della nostra città. Fondata nel 1859dal libraiomodeneseNicola Zanichelli ha, fin dagli inizi, attribuitoim -portanza particolare alla divulgazione di operedi caratterescientifico. Già dal 1860 si sviluppa anche la produzione di operedi carattere giuridico, tutte affidate ai migliori specialisti.Intempi recenti Zanichelli è stata unadelle prime case editrici apubblicare opere giuridiche su CD-ROM. Oggi Zanichelli ha incatalogo più di 400 libri universitari;200 fra opere e rivistegiuridiche; 600 titoli scolastici; libri di alpinismo, di nautica, disport, guide naturalistiche, di giardinaggio, testi di fotografia,

di arte e di architettura. Autorevole è la seriedi opere diconsultazione, manuali, atlanti e dizionari, fra cui il prestigiosoVocabolario della Lingua Italiana di Nicola Zingarelli annual-menteaggiornato. Annualmente aggiornati sonoanche il Ra-gazzini, dizionario di inglesedi Giuseppe Ragazzini, l'Enci-clopedia, a cura di Edigeo, l'Atlante, il Nuovo Atlante Storico, ilCodice Civile e leggi collegate di Giorgio De Nova.

Di lato: un disegno che raffigura il

cenacolo carducciano. Zanichelli è

seduto dietro al poeta

Qui sotto: un’antica tipografia

In basso: una caricatura del poeta

Olindo Guerrini

Il fondatore dell’omonima casa editrice di via Irnerio e della libreria che ha sede sotto al portico del Pavaglione si trasferì a Bologna da Modena nel 1866 

Nicola Zanichelli, editore e sovversivo Nel suo negozio una saletta era riservata alle discussioni di politica e di poesia, ma anche al gioco del domino

Propugnatore delle idee liberali, nel 1851 era stato arrestato a Pavullo del Frignano

Di lato: Giosué Carducci attraversa

Piazza Galvani assieme

a Nicola Zanichelli

Qui sotto: la libreria Zanichelli

In basso: Giosué Carducci

La storia di una vitaall’insegna dei libri

Lo scorso anno l’editore Franco Angeli ha pubblicato unlibro di Loretta De Franceschi dedicato a Nicola Za-nichelli (Nicola Zanichelli. Libraio tipografo editore.1843-1884 ) con la prefazione di Giorgio Montecchi.elvolumeviene ricostruita la vitadi Zanichelli che, oltread essere una figura centrale e particolarmente rile-vantenel panoramadell'editoria italiana della secondametà dell'Ottocento, si fa conoscere anche per l'impegnoe la passione civile, diventando un personaggio pubblicoimpegnato sul fronte del processo risorgimentale inatto,e pagandodi persona- anchecon il carcere- le sue

decise prese di posizione. L'operato di Nicola Zanichellivienericostruito con fedeltà e profondità d'analisinelvaglio delle molteplici fonti archivistiche recuperate.Chiude il volume la trascrizione integrale dell'inven-tario dei beni di Nicola Zanichelli, un documento no-tarile denso di suggestioni e stimoli per gli aspetti dellavita materiale, sociale e culturale di allora.

di Serafino D’Onofrio

Il 19 giugno 1884 il pe-riodico Capitan Fracassaricordava Nicola Zani-chelli così: “Serio, silen-zioso, col cilindro lucidoe la barbetta grigia chearrivava appena al disopra del banco (….) ilprimo libraio di Bologna,uno dè primi editorid'I-talia, che aveva quasisettant'anni e lavorava,dalla mattina alle sette,che usci va d i casa p erprendere il primo caffèed entrare i n neg oz i o,

alle nove di sera, cheandava a bere l'ultimocaffè e p oi a d ormi re.Non parlava, quasi mai,con nessuno; non badavaa nessuno: quando nonaveva nulla assoluta-mente da fare o volevariposarsi, leggeva la Gaz-zetta dell'Emilia, il gior-nale moderato della cit-tà, la sola lettura e l'u-nico svago che si con-cedesse. Ma, pur pren-dendo in mano quel fo-g li o d ie ci vo lt e i n u ngiorno, non lo finivamai: scorsi alcuni pe-riodi, rimasto seduto po-chi minuti, tornava inpiedi, a prendere dei li-bri, a venderne, a ri-metterli, a guardarli…”.L'editore era morto il 7giugno, a 65 annidi età,ed il suo necrologio erastato firmato da 57 bo-log nes i e mod enes i i l-lustri del mondo dellapolitica e della cultura,tra cui: Ernes to Mas i,

Olindo Guerrini, EnricoPanzacchi, Alberto Dal-

lolio, Luigi Rava, Alfon-s o Rubb iani . I l corteofunebre, partito da Piaz-za dè Celestini, avevasostato a porta S. Isaia,dove il presidedel LiceoGalvani, Emilio Ronca-glia, e Giosuè Carducci,due professori a cui Za-nichelli aveva dato famae lustro in tutt'Italia, a-vevano pronunciato no-bili e sentite parole.La storia del nostro im-prenditore era iniziata,però, quarant'anni primaa Modena. Nicola Zani-chelli aveva aperto, in-

sieme a Giacinto Menoz-zi, una libreria nel sa-lotto buono della città,sotto il bel portico delCollegio S. Carlo sullavia Emilia, dove avevanos ed e i negozi ed i caffèpiù eleganti. I locali delListone venivano, infat-ti, dati in affitto soltantoai commercianti di mer-ci “pulite” e, quindi: lostorico Caffè Sandri, ri-trovo della borghesia li-berale, una casa farma-ceutica, due orologerie,la cappelleria Pagliani,negozi di stoffe, telerie emoda, la drogheria Ca-sazza, un orologiaio, lalibreria della Società Ti-pografica e una bottegadi parrucchiere.Una vita difficile, quelladi Nicola, che a Modenaera tenuto d'occhio dallapolizia ducale per le di-chiarate idee liberali. Za-nichelli era editore delgiornale L'Indipendenzaitaliana e la libreria si

era trasformata in luogodi incontro di patrioti; la

polizia, per limitare l'at-tività politica, gli aveva,finanche, imposto lachiusura dei locali mez-z'ora dopo il tramonto.La censura politica a-veva proibito la venditadi alcuni libri, tra cui laStoria di Napoli di Pietro

Colletta; il libro, stam-pato clandestinamente,era considerato “operaproibita e veramente cat-t iv a e da n on p er me t-tersene la pubblica cir-colazione…”.Nel 1851, durante unaconsegna di libri nei Co-muni dell'Appennino mo-denese, Zanichelli erastato arrestato con il col-lega Calderini di ReggioEmilia mentre transita-vano in carrozza per Pa-vullo nel Frignano. Nel1859 la gendarmeria, perarginare l'attività sedi-ziosa, aveva proibito apiù di tre persone lasosta contemporaneanella sua libreria, che,successivamente, erastata anche chiusa.Ma l'11 giugno del 1859F rances co V era s tatocostretto a lasci are lacittà, dopo la vittoria deiPiemontesi a Magenta.Nicola poteva dirsi sod-disfatto perché la sua

libreria era stata luogodi smistamento dei pa-trioti che partivano peril Piemonte, dove avreb-bero partecipato a quellabattaglia determinante.Fuggito il Duca e ritor-

nata la l i b ertà , N icolaZanichelli iniziava l'at-tività di tipografo, stam-pando anche il gloriosogiornale dei liberali pro-gressisti Il Panaro, chesosteneva la necessitàdella diffusione urgenteed indispensabile dell'i-

struzione, della riduzio-ne dell'analfabetismo,dell'innalzamento deltasso di scolarità e del-l'acculturazione dellemasse.Nel 1866, dopo i primi 20anni a Modena, NicolaZanichelli sentiva la ne-cessità di allargare l'at-tività in un centro menoprovinciale e cultural-mente più vivace. La pre-senza della storica Uni-versità e l 'importanzache Bologna acquisivacome snodo di collega-mento vitale fra il Norde d i l S ud, do po l a c o-struzione della nuovaferrovia Direttissima daFirenze, avevano convin-to l'editore a sbarcaresotto le due Torri.Come a Modena, era im-portante acquistare unagrande visibilità com-merciale e culturale; u-n'occasione d'oro era of-ferta dalla vendita del-l'antica libreria Marsigli

e Rocchi sotto il porticodel Pavaglione. I titolaridell'attività precedenteerano notissimi fin dallafine del '700 anche perl'attività editoriale. Gia-como Marsigli aveva

stampato le Ultime letteredi Jacopo Ortis di UgoFoscolo e numerose pub-blicazioni libertarie ispi-rate agli ideali di fra-ternità portati in cittàdai Francesi nel 1796.Il Pavaglione era la ve-trina della Bologna dotta

e bottegaia: rivendite distoffe pregiate, sete, tes-suti ed abbigliamento, u-n'oreficeria, un caffè e-legantissimo, altre tre li-brerie. Nicola era orgo-glioso della disposizionedel suo negozioche, contre vetrine, affacciavasulla piazzetta dedicata aLuigi Galvani, di fiancoall'ingresso della biblio-teca comunale dell'Ar-chiginnasio, già sede del-la storica Università.Il 29 aprile del 1869 lacittà aveva vissuto ungiorno importante per lavisita di Umberto e Mar-g herita d i Sav oi a. Glisposi, arrivati in stazio-ne con un convoglio rea-le, erano stati condottiall'Archiginnasio, doveil Comune aveva orga-nizzatouna grande festacon oltre duemila invi-tati. Fra i doni offerti,spiccava quello di Za-nichelli: un elegante al-bum con illustrazioni e

foto d i edi fi ci e v ed utedelle città di Modena,Bologna e Ravenna. Ni-cola era stato uno deipochi esercenti ad espor-re in vetrina il vessillodei Savoia e, per tale

convinta scelta monar-chica, era stato messoalla berlina dal giornaleumoristico Lo Staffile.Dal 1873, la presenza co-stante in libreria di Gio-suè Carducci, professoredi letteratura italiana al-l'Università, aveva tra-

sformato il negozio, conle sue pareti foderate dilibri preziosi, in un cen-tro prediletto da uominicolt i e d a p ers onag gipubblici. Una saletta erariservata alle discussio-ni di politica e poesia maanche al gioco del do-mino. Numerosissimi glistudenti in cerca di librie non mancav a i l p ub -blico femminile.P rop ri o la nas ci ta d el“cenacolo carducciano”,una triade formata dal-l'autore delle Odi Bar-bare, dal poeta OlindoGuerrini e da EnricoPanzacchi, avrebbe crea-to la fortuna editorialedell'azienda. Nicola ave-va preso in affitto anched ei locali al 12 d i CorteGalluzzi, dove avrebbesistemato la propria a-bitazione e la tipografia.Nel 1878 Nicola recupe-rava un'antica tradizio-ne del suo predecessoreMarsigli, pubblicando il

primo Catalogo di librid i occasi one anti chi emoderni, circa 800 testiper oltre 600 autori. Libriitaliani, stampati preva-lentemente in città delN or d m a a nc he a lt ri

stampati a Parigi, Bru-xelles, Lugano, Lione. Li-bri rari ed introvabili.Tra gli altri:  La Storiadei cento anni 1750 -1850 di Cesare Cantù, la  I-storica descrizione dé treregni Congo, Matamba et 

 Angolata di Fortunato A-

lamandini del 1690, u-n'Odissea del 1778, le O- pere di Orazio stampate aVenezia nel 1581, l' E p i-stolario di Giacomo Leo-pardi,  Il Mili one di Mar-co Polo stampato a Fi-renze nel 1827,  RobinsonCrusoe di Daniel De Foestampato a Parigi da Di-dot e, finanche,  L ' e x pr e s-sion des emotions chezl'homme et les animauxdi Charles Darwin inversione originale, cor-red ato con fig ure e ri-legato in tela.I cataloghi successivi a-vrebbero ospitato sia ilibri di occasione che ilibri stampati dalla casaeditrice. La copertina diogni libro di Zanichelliriportava un ovale con illogo dell'azienda: il con-tadino seminatore con lascritta Laboravi fiden-ter.La Casa editrice si di-stingueva per le operescolastico - educative di

Salvatore Muzzi:  Di a l o- ghetti istruttivi pei fan-ciulli studiosi,  D i al o g h e t-ti morali pei fanciullidabbene, Corrispondenza

 famigliare femminile, V i-te di italiani illustri in

ogni ramo dello scibile da Pitagora a Vittorio E-manuele II . Oltre al Muz-zi, numerosi sillabariedopere didattiche di altriautori:  Il nonno e i ni-

 potini, letture istruttive pei giovinetti ,  Lettere lo- giche sopra la gramma-

tica italiana insegnata aisordo-muti , Compendio diaritmetica , la ristampadelle  Regole elementaridella lingua italiana diBasilio Puoti e la rac-colta di letture per glialunni delle scuole ru-rali di ambo i sessi, cosìintitolate:  La conta dinel-la costumata e istruita, Il Contadinello costumato eistruito .Lo scienziato GiovanniBattista Ercolani, esper-to di patologia, anatomiae fisiologia, aveva pub-blicato con Zanichelliben24 testi.I suoi studisulla riproduzione degliorganismi animali, suparticolari degenerazio-ni patologiche in vete-rinaria, nonché sul pro-cesso di nutrizione delfeto e sulle malattie dellaplacenta diventavano og-getto di singoli volumet-ti; tra tutti, due:  Del per-

 fetto ermafrodit ismo delleanguille,  Della placenta

nei mostri per inclusionee nei casi di gravidanzaextrauterina nella donnae in alcuni animali.La vocazione di Zani-chelli ad essere editoreattento al p rogres so

scientifico ed agli studidi insigni cattedratici bo-lognesi si manifestava e-vidente con la pubbli-cazione di opere di me-dicina di Giuseppe Rug-gi, di astronomia di Qui-rico Filopanti e GiuseppeRossi, di chimica di A-

dolfo Casali, di geologiadi Luigi Bombicci.Ma Nicola era editorecompleto e pubblicava

 Pensieri di Enrico Pan-zacchi,  Delle torri gen-tilizie di Bologna e delle

 famiglie al le quali primaappartennero del conteGiovanni Gozzadini,  Lateoria darwiniana e lacreazione detta indipen-dente di Luigi Bianconi.Stampava  I partiti po-litici e la ingerenza loronella giustizia e nella am-ministrazione dello sta-tista Marco Minghetti ela  Prolusione al c orso diclinica medica di Augu-sto Murri.Un'attenzione agli scrittigiuridici di Giuseppe Ce-n er i c on la s ta mp a d i

 Lezioni di di ritto romanoe la  Difesa proferita per 

 Andrea Costa nelle u-d ie nz e 1 8 e 1 9 m ag gi o1876 del processo degliInternazionalisti alle As-sise di Bologna. Pubbli-

cava anche, ed al prezzotutt'altro che economicodi 5 lire, il Trattato sugliesami degli aspiranti al-l'uffizio di segretario co-munale.Nicola Zanichelli era no-

to, nell'ambiente edito-riale italiano, soprattut-to per la stampa deglielzeviri, edizioni di for-mato piccolo ma parti-colarmente accurate edeleganti. La produzioneelzeviriana era iniziatanel 1877 con la stampa

del canzoniere  Postumadi Olindo Guerrini e del-le Odi barbare di GiosuèCarducci. Ma Nicola pub-blicava, nel nuovo for-mato, opere di vario ge-nere. Dopo la stampa del-lo Statuto fondamentaledel regno d'Italia, nel1879, passava ai raccontidi Augusto Vittorio Vec-c hi c he , co n l o p se u-donimo di Jack la Bo-lina, aveva scritto  Le g-

 gende di mare e  P r e bo g- gion. Dopo il successonotevole di vendite l'Au-tore rivolgeva a Zani-chelli alcuni consigli perla promozione dei libri,proponendone l'invio dialcune copie ai giornalidisponibili a fare dellerecensioni: “L'Illustra-zione Italiana”, “Fanful-la”, “Gazzetta d'Italia”,“Il Rinnovamento”.Nel 1880 il giovane, magià noto, poeta GabrieleD'Annunzio proponeva aZanichelli la stampa di

una sua operae MatildeSerao, scrittrice e mogliedel direttore de “Il Cor-riere di Napoli” sugge-riva a Nicola la stampad i 14 s ue legg ende na-poletane che “potrebbero

entrare nella categoriad eg li e lz ev iri che elladirige così bene”.Ma anche Zanichelli a-veva incontrato sul suopercorso i falsari. Stam-patori senza scrupoli cheriproducevano abusiva-m en te i s u oi l ib ri , g lielzeviri più celebri.I fals ari erano tanti, laqualità della carta, dellastampa e delle rilegatureerano scadenti e, alloracome ora, la centrale del-la contraffazione era nel-la città di Napoli. L'E-ditore, all'etàdi 61 anni,

scriveva: “Del resto nonè un segreto che le fal-sificazioni si compianoimpunemente in una so-la città d'Italia. Non è unsegreto, o almeno, è ilsegreto di Pulcinella”.Confessava di aver ac-quistato in libreria al-cune copie di sue operecontraffatte e che, dopoaver chiesto una perqui-sizione senza esito allapolizia, era stato ancherimproverato dai gen-darmi.Il colmo si era raggiuntodurante una perquisizio-ne in un'altra libreria.Dopo la denuncia di Ni-cola, i gendarmi avevanosequestrato i libri ori-ginali di Zanichelli, la-sciando in vendita le co-pie false.Loretta De Franceschi,bibliotecaria e ricerca-trice universitaria, ha ri-costruito con passione erigore storico l'intensavita dell'editore Zani-

chelli in un libro editorecentemente da Franco

Angeli. Il libro si chiudecon l'inventario dei benidi Nicola conservatopresso l'Archivio Nota-rile di Bologna. Il do-cumento era stato redat-to dal notaio FrancescoFanti con l'aiuto di Gio-vanni Marcheselli.Nell'elenco dei beni nonmanca nulla: mobili, sup-pellettili, utensili da cu-cina, vestiti e calzature,300 bottiglie nere vuote e30 litri di lambruscova-lutati 15 lire. Seguivalaricognizione delle mi-gliaiadi libri conservati

nel negoz io e d ei ma-teriali di tipografia cu-stoditi in Corte Galluz-zi.Concludiamo con un belritratto dell'Editore ap-parso in una stampa del1880: “Nicola Zanichelli èuno di quei vecchiettiasciutti asciutti, tuttinervi e ossa, che diven-gono simpatici al solovederli. Ha una barbacorta, bianca, liscia; dueocchi vivacissimi, che il-luminano un viso di unabonomia eccezionale. As-somiglia un po' al Maz-zini. D'estate porta abitichiari e un gran cappellodi paglia; d'inverno vestel'abito nero e porta ilcilindro. A vederlo cosìin istrada, per chi non loconosce, ci sarebbe quasid a p renderlo p er unoscrittore o per uno scien-ziato. Ha l'aspetto di ungrand'uomo, e non è cheun editore. Ma è un gran-de editore. Parla poco,

ride ancora meno, mapensa moltissimo”.

A Modena era

tenuto d'occhiodalla polizia ducalee la libreria si era

trasformatain luogo di incontro

di patrioti Per limitare

l'attività politicavenne imposta

la chiusuradei locali mezz'oradopo il tramonto

Proprio la nascita

del “cenacolocarducciano”

una triade formatadall'autore

delle Odi Barbaredal poeta

Olindo Guerrini e da

Enrico Panzacchi avrebbe creato

la fortuna editorialedell'azienda

LA CITTÀ