Arcidiocesi di Messina d. – Cele brazione e. - Proposte ... pastorale salute... · - Riprendere...

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d. – Celebrazione

La celebrazione della Giornata sia

• occasione educativa: sensibilizzare la co-

munità parrocchiale al problema della sof-

ferenza

• occasione formativa: esortare tutti «ad una

presenza attenta accanto ai malati» che

manifesti loro la misericordia e la compas-

sione di Dio.

La Giornata non si esaurisce con una celebra-

zione, ma impegna i parroci a promuovere la

pastorale della salute che coinvolga «le risorse

presenti nella comunità: i ministri straordinari

della Comunione, gli operatori pastorali e sa-

nitari, i volontari delle diverse associazioni, i

familiari dei malati, i malati stessi» (CEI, Pre-

dicate il Vangelo e curate i malati, 59).

Non si tratta tanto di «programmare una

nuova pastorale, ma di chiedere il dono di un

cuore ricco di Dio e di umanità e di vivere la

dinamica del “dare e ricevere”: dare (tempo,

cura, assistenza ecc.) da parte dei sani ai ma-

lati, e ricevere dai malati quanto sono in gra-

do di donarci» (Ivi, 54).

«Tutti siamo in debito verso quanti sono nel-

la sofferenza, perché essi immettono nel mon-

do, spesso a caro prezzo, silenziosamente e in

incognito, fiumi vitali di speranza» (NMI,

50).

e. - Proposte

- Preparare una sintesi sul significato, fi-

nalità e tematica annuale della Giornata

da proporre alla comunità prima della

Celebrazione Eucaristica

- Formulare le intenzioni della preghiera

dei fedeli alla luce delle finalità della

Giornata e della tematica annuale

- Leggere, dopo la Comunione, la pre-

ghiera proposta dalla CEI

- Invitare la comunità ad accompagnare i

Ministri straordinari della Comunione

con la preghiera o fisicamente

Nel corso dell’anno

- Programmare incontri con i malati

- Riprendere negli incontri di catechesi e

negli incontri di preghiera la tematica

dell’anno

- Leggere e approfondire con gli operatori

pastorali e con i Ministri straordinari

della Comunione il Messaggio del Papa

e il Sussidio (reperibile presso l’Ufficio)

- Studiare e formulare interventi a favore

del malato e della sua famiglia

DOCUMENTI GIOVANNI PAOLO II, Salvifici doloris

BENEDETTO XVI, Porta fidei, 2012

BENEDETTO XVI, Messaggio per la GMM, 2013

CEI, «Predicate il Vangelo e curate i malati». La

comunità cristiana e la pastorale della salute, 2006

PONTIFICIO CONSIGLIO OPERATORI SANITARI, Il Buon

Samaritano, 2012

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Tema:

“Va' ed anche tu fa' lo stesso”

Il Buon Samaritano (cfr. Lc 10,25-37):

far del bene a chi soffre

far del bene con la propria sofferenza.

Luogo della solenne celebrazione della XXI

Giornata Mondiale del Malato:

Santuario mariano di Altötting,

in Germania.

AArrcciiddiioocceessii ddii MMeessssiinnaa LLiippaarrii -- SSaannttaa LLuucciiaa ddeell MMeellaa

a. – Istituzione della Giornata

Nel 1982 Giovanni Paolo II, accogliendo il

desiderio di molte Conferenze Episcopali e

degli Organismi cattolici di settore, ha istituito

la Giornata Mondiale del Malato.

b. - Finalità

Il Papa ne indicava le finalità:

� sensibilizzare il Popolo di Dio, le istitu-

zioni sanitarie cattoliche e la società civi-

le alla necessità di assicurare la migliore

assistenza agli infermi;

� aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul

piano umano e soprannaturale, la sofferen-

za;

� coinvolgere le comunità cristiane, nelle

sue componenti, nella pastorale sanitaria;

� favorire l’impegno del volontariato;

� richiamare l’importanza della formazione

spirituale e morale degli operatori sanitari;

� far comprendere l’importanza dell’assi-

stenza religiosa agli infermi da parte dei

sacerdoti e di quanti vivono ed operano

accanto a chi soffre.

c. – Tema della Giornata

Annualmente è dato un tema per la riflessio-

ne e l’approfondimento.

Benedetto XVI propone alla comunità la figu-

ra emblematica del Buon Samaritano.

La parabola ci fa comprendere l’amore pro-

fondo di Dio verso ogni essere umano. Nello

stesso tempo, con le parole conclusive «Va’ e

anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10,37), il Signore

indica qual è l’atteggia-mento che deve avere

ogni suo discepolo verso gli altri, particolar-

mente se bisognosi di cura.

«Si tratta, quindi, di attingere dall’amore in-

finito di Dio la forza di vivere quotidianamente

un’attenzione concreta, come il Buon Samari-

tano, nei confronti di chi è ferito nel corpo e

nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sco-

nosciuto e privo di risorse» (Messaggio).

L’attenzione e la cura dei fratelli infermi

coinvolge

• La comunità che, riconoscendo «nei

poveri e nei sofferenti l’immagine del suo

fondatore, povero e sofferente, si fa premura

di sollevarne l’indigenza e in loro cerca di

servire il Cristo» (LG 8).

• «I presbiteri che – “ministri degli in-

fermi”, segno e strumento della compassione

di Cristo – si rendono particolarmente vicini

ai malati, non risparmiandosi nel dare loro

cura e conforto» (Benedetto XVI).

• Gli operatori sanitari o pastorali che,

«svolgendo il servizio verso i malati e i soffe-

renti», sono esortati a manifestare «la miseri-

cordia di Dio e a rispondere sempre meglio

alle nuove esigenze» (Benedetto XVI).

• Il malato che deve essere aiutato a riscopri-

re il suo ruolo all’interno della comunità: e-

gli è chiamato ad essere artefice e costruttore

prezioso ed operoso del Regno di Dio of-

frendo anche le sue sofferenze e la sua pre-

ghiera (cfr. CEI, «Predicate il Vangelo e cu-

rate i malati». La comunità cristiana e la pa-

storale della salute, 56).

Tutti siamo chiamati a riscrivere nell’oggi la

parabola del Samaritano

- divenendo mani, piedi, cuore di Dio per

manifestare all’uomo sofferente la sua mi-

sericordia;

- imparando ad essere

gli occhi di un cieco per fargli vedere i colori

del mondo;

le orecchie di un sordo perché impari a sentire

i rumori della vita;

i piedi di un paraplegico o le mani di un han-

dicappato perché viva non da emarginato, ma

da protagonista nella comunità e nella società.

la speranza di chi non ha più speranza, perché

il suo cuore attenda con coraggio l’alba del

“nuovo giorno”.