Post on 17-Feb-2019
Anatomia funzionale del
rachide
I mezzi di unione del rachide sono:
• dischi intervertebrali che si interpongono tra le due superfici
articolari vicine
• legamenti intersomatici che si dispongono attorno
all’articolazione formando due lunghi nastri I quali occupano
tutta l’altezza della colonna
(legamento longitudinale
anteriore e posteriore)
• legamenti gialli che si
estendono a unire tra loro
le lamine
• legamenti interspinosi
• legamenti intertrasversali
I dischi intervertebrali fungono da
potenti mezzi di connessione e da
ammortizzatori elastici. Sono
formati da alcuni strati esterni
concentrici di tessuto fibroso e
cellule cartilaginee (anello fibroso)
e da una zona elastica centrale semifluida ad alto
contenuto idrico (nucleo polposo). Mentre la
funzione essenziale del nucleo è quella di
ridistribuire le forze complessive al’interno del
rachide, il compito più importante dell’anello fibroso
è quello di opporsi alla tensione ed alla
sollecitazione in torsione. I dischi fibrocartilaginei
sono privi di terminazioni nervose e di vasi eccetto
che nella loro porzione più periferica.
Il metabolismo del disco intervertebrale
I dischi nell’adulto non possiedono un sistema vasale
di nutrizione, ma ricevono le sostanze nutritive
esclusivamente per diffusione attraverso le cartilagini
limitanti somatiche dei corpi vertebrali (meccanismo
predominante) ed attraverso l’anello fibroso.
Un’alterazione di queste strutture (in particolare le
limitanti) comporta uno stato di carenza nutrizionale
responsabile della patologia degenerativa del disco.
Le strutture intradiscali che per prime risentono del
deficit nutrizionale sono le cellule fibroblastiche
(emivita poche settimane) produttrici delle sostenze
fondamentali e delle fibre.
La sintesi cellulare degli elementi extracellulari richiede
l’apporto costante di glucosio, aminoacidi, sali minerali,
che vengono richiamati per diffusione dagli adiacenti
vasi sanguigni paravertebrali, così come le sostanze
cataboliche vengono eliminate dallo spazio
intervertebrale. È quindi necessario un costante
ricambio per garantire l’equilibrio tra biosintesi e
catabolismo delle strutture cellulari.
I meccanismi che garantiscono il ricambio metabolico
nel disco sono le variazioni del carico di pressione
vertebrale e l’assorbimento d’acqua nello spazio
intradiscale. L’insieme dello spazio intradiscale, dei piatti
cartilaginei, dell’anello fibroso, dei tessuti paravertebrali
e della spongiosa delle vertebre adiacenti può essere
considerato un sistema osmotico in equilibrio.
L’interfaccia semipermeabile è costituita dall’anello
fibroso e dai piatti cartilaginei che separano l’interstizio
intradiscale da quello extradiscale, mentre le sostanze
macromolecolari contenute nello spazio intradiscale
sono responsabili della pressione colloidale osmotica ed
oncotica. Applicando una forza meccanica (pressione)
sul sistema osmotico si determina la fuoriuscita di liquidi
dal disco con diminuzione di volume dello stesso ed
aumento della concentrazione della soluzione
intradiscale. Quando cessa la forza pressoria si ha un
richiamo di liquidi all’interno del disco ad opera della
pressione oncotica. Il regolare alternarsi di condizioni di
carico (postura in piedi, seduta senza appoggio,
sollevamento di carico) e scarico (postura seduta con il
rachide appoggiato, postura sdraiata) sulla colonna e sui
dischi consente una corretta nutrizione dei dischi stessi.
Sedi tissutali di origine del dolore
• I dischi intervertebrali sono privi di terminazioni nervose e
quindi privi di sensibilità dolorifica; anche i legamenti gialli ed
interspinosi sono insensibili agli stimoli algogeni.
• Il legamento longitudinale posteriore e la sinovia delle
articolazioni posteriori sono riccamente innervati. Le alterazioni
della colonna vertebrale sia di tipo legamentoso che osteo-
articolare possono quindi determinare una sintomatologia
dolorosa.
• Un’altra importante sede di origine del dolore è dovuta alla
componente muscolare; uno stato di contrattura muscolare
protratta può originarsi da spasmi riflessi locali mentre una
contrazione muscolare troppo energica può dare dolore anche
per irritazione locale del periostio.
• A livello lombo-sacrale una frequente causa di dolore
irradiato è dovuta alla compressione delle radici del nervo
sciatico.
IL RISCHIO
MOVIMENTAZIONE
MANUALE DEI
CARICHITITOLO VI D.Lgs.81/08
Per mantenere la schiena in buona salute, per
alleviarne i dolori occorre anche rilassare, stirare,
rinforzare alcuni particolari gruppi muscolari
1. Il rilassamento va eseguito prima degli altri esercizi
o quando il collo e la schiena sono particolarmente
stanchi
2. Lo stiramento va eseguito con calma: non si deve
provare dolore ma solo una sensazione di tensione
3. Il rinforzo serve ad aumentare la forza di alcuni
muscoli che in genere non vengono usati
(es.addominali, glutei, muscoli della coscia) e che
invece correttamente utilizzati servono ad alleviare
il carico di lavoro della schiena.
Esercizi da effettuare nell’ordine almeno due volte alla settimana
Rilassamento dei muscoli del collo
Assumere questa posizione più volte durante il giorno e
mantenerla per alcuni minuti respirando profondamente
Rilassamento della schiena
Stesi a terra con le gambe piegate respirare
profondamente inspirando dal naso ed
espirando dalla bocca. Fare 20 respirazioni
cercando di sentire che non solo il torace ma
anche la pancia si alza e si abbassa durante la
respirazione
Stiramento dei muscoli posteriori
Dalla posizione di rilasciamento a terra
abbracciare le ginocchia e lentamente
portarle il più vicino possibile alla
fronte. Mantenere questa posizione per
15 sec. e ripetere 5 volte.
Rinforzo dei muscoli addominali
Dalla posizione di rilasciamento
avvicinare le ginocchia alla pancia e
inspirando sollevare il capo e le spalle
poi soffiare con forza. Ripetere 5 volte.
Rinforzo dei muscoli addominali
Seduti a terrra con le gambe piegate e i piedi
ben appoggiati, mani dietro la nuca e tronco
ben eretto lasciare che il tronco vada indietro
e fermarsi quando i piedi tendono a sollevarsi
da terra. La posizione deve essere
mantenuta almeno 10 sec. Ripetere 5 volte.
Stiramento dei muscoli posteriori
Seduti su una sedia la schiena ben diritta i
piedi appoggialti a terra le gambe
leggermente allargate abbandonare la
braccia fra le gambe, lasciarsi cadere in
avanti a partire dalla testa fino a toccare terra
col dorso delle mani restare in questa
posizione qualche sec poi tirarsi su
lentamente: prima la schiena, poi il dorso, le
spalle e la testa. Ripetere 5 volte.
Stiramento dei muscoli del collo
Mettersi in questa posizione intrecciare le
dita sulla testa e tirare lentamente il capo
in basso. Restare così per 10 sec.
Ripetere 10 volte.
Rinforzo dei muscoli delle spalle
Seduti con la schiena dritta allargare le
braccia e descrivere 10 piccoli cerchi con
le mani . Portare le braccia in alto e fare
altri 10 piccoli cerchi.
Stiramento dei muscoli pettorali
Da seduti afferrare un asciugamano per le
estremità portarlo in avanti poi verso l’alto
e quindi indietro se ci si riesce senza
provare dolore. Le braccia devono
rimanere ben dritte. Ripetere 5 volte.
Mobilizzazione delle spalle
Sollevare le spalle contare fino a 10 poi
rilassarle, portarle in basso, contare fino
a 10 poi rilassarle. Ripetere 5 volte.
Stiramento dei muscoli della spalla
In posizione seduta portare una mano
tra le scapole tenendo il gomito bene in
alto; per aumentare lo stiramento
aumentare progressivamente
l’estensione del capo. Mantenere la
posizione per 20 sec. ripetere alternando
per 5 volte.
Mobilizzazione del collo
Spingere il mento e il collo in avanti poi tornare in posizione
normale. Ripetere 10 volte. Si possono anche disegnare
nell’aria con la punta del naso i numeri da 1 a 9 per finire con
lo zero. Muovere il capo lentamente e in modo più ampio
possibile. Ripetere questo esercizio più volte nella giornata.
In generale:
evitare la vita sedentaria, camminare, fare le scale, se possibile
fare uno sport. Evitare quelli che affaticano la colonna vertebrale
come judo, sci acquatico, equitazione, motocross. Ricordare che il
sovrappeso e i tacchi alti peggiorano i dolori alla schiena.
Se si frequenta già una palestra evitare quegli
esercizi che costringono ad inarcare la schiena
cioè che provocano iperlordosi, evitare salti e
saltelli. Gli esercizi in iperlordosi possono
provocare dislocazioni (sublussazioni) delle
faccette articolari posteriori delle vertebre con
comparsa di dolori o lombalgie acute.
LO SPOSTAMENTO DEI
PAZIENTI
RIDURRE IL RISCHIO DI MAL DI SCHIENA
Conoscere la schiena – Imparare le tecniche corrette – Cura personale
Valutazione dell’esposizione
ad attività di movimentazione
manuale dei pazienti nei
reparti di degenza
Metodi, procedure, indice di esposizione
(MAPO - Movimentazione e Assistenza Pazienti
Ospedalizzati) e criteri di classificazione
Calcolo dell’indice MAPO
MAPO =
(NC/Op•FS+PC/Op • FA) • FC • Famb • FF
NC= n° medio di pazienti non collaboranti
Op= n° di operatori presenti nei 3 turni di lavoro
Pc= n° medio di pazienti parzialmente non collaboranti
FA= fattore ausili
FC= fattore carrozzine
F amb= fattore ambiente
FF= fattore formazione
FS= fattore sollevatori
Indice MAPO: classi di rischio
Range valori
indici di
rischio
fascia Definizione del rischio
0-1.5 verde RISCHIO TRASCURABILE
Da tenere sotto controllo
>= 1.5-5 gialla
RISCHIO MEDIO
È utile apportare elementi di bonifica ed attivare
la sorveglianza sanitaria dei possibili effetti
(disturbi e patologie)
>5-10 rossa
RISCHIO MEDIO ALTO
Vanno presi immediatamente provvedimenti per
la riduzione del rischio e va attivata la
sorveglianza sanitaria dei possibili effetti indotti
SEI A RISCHIO ?
Se non puoi rispondere “SI” a tutte le domande, puoi sicuramente
migliorare. Anche se la tua schiena è ad alto rischio, la prevenzione delle
lesioni dipende da te.
SEI A RISCHIO ?
Se non puoi rispondere “SI” a tutte le domande, puoi sicuramente
migliorare. Anche se la tua schiena è ad alto rischio, la prevenzione delle
lesioni dipende da te.
SEI A RISCHIO ?
Se non puoi rispondere “SI” a tutte le domande, puoi sicuramente
migliorare. Anche se la tua schiena è ad alto rischio, la prevenzione delle
lesioni dipende da te.
LA CURA PERSONALE:
una dose quotidiana di prevenzione
ESERCIZI PER LA SCHIENA
PER RINFORZARE LA
MUSCOLATURA PER RENDERE
I MUSCOLI ELASTICI
LA CURA PERSONALE:
una dose quotidiana di prevenzione
TECNICHE DI RILASSAMENTO
IL LAVORO DI GRUPPO RIDUCE IL CARICO
SULLA TUA SCHIENA
PREVENZIONE NELLA MOVIMENTAZIONE DEI
PAZIENTI
La movimentazione di un paziente allettato costituisce un
caso del tutto particolare che spesso possiede
caratteristiche ergonomiche sfavorevoli per gli operatori in
quanto negli ambienti sanitari non è sempre possibile
attenersi alle indicazioni comportamentali; questo spiega
l’incidenza rilevante di patologia della colonna vertebrale
negli infermieri, anche nei primi anni di attività.
Se un paziente è collaborante e l’operatore è solo
a) riposizionamento nel letto
paziente:
- flette gli arti inferiori
- aiutandosi con gli arti inferiori si spinge verso il
cuscino
operatore:
- si pone da un lato del paziente
- appoggia un ginocchio sul bordo del letto
- pone una mano sotto la regione glutea del paziente
- aiuta la spinta del paziente verso il cuscino.
a) traslazione del paziente dal letto alla sedia
paziente:
- sposta gli arti inferiori al di fuori del bordo del letto
- si pone seduto aiutandosi con gli arti superiori
- si solleva in posizione eretta
- pone le spalle alla sedia
- collabora a mettersi seduto
operatore:
- pone la sedia all’altezza del cuscino del paziente
- aiuta il paziente a mettersi seduto sul bordo del letto
ponendogli una mano dietro la schiena
- l’operazione deve essere eseguita flettendo le ginocchia e
non il busto
- appena il paziente è in posizione eretta, lo sostiene a
livello del bacino
- frena e guida la discesa verso la sedia
Se un paziente non è collaborante e l’operatore è solo
c) rotazione nel letto
operatore:
- ponendo un piede più avanti dell’altro, allarga la propria
base di appoggio
- flette le ginocchia, evitando di flettere il busto
- afferra il paziente a livello di sacro
e scapola esegue la rotazione del paziente
d) spostamento verso il cuscino (2 operatori):
operatori:
- si pongono ciascuno ad un lato del letto
- ognuno pone una mano all’altezza della scapola del
paziente
- mettono il paziente seduto
- pongono il paziente a braccia conserte
- appoggiano un ginocchio sul bordo del
letto
- eseguono una presa crociata,
passando ciascuno un braccio sotto l’ascella
del paziente
- con l’altra mano afferrano il paziente
al cavo popliteo
sollevano e spostano il paziente verso
il cuscino
e) spostamenti dal letto alla carrozzina (minimo 2 operatori)
operatori:
- si eseguono le operazioni sopra descritte per mettere il
paziente seduto
- un operatore si pone alle spalle del paziente ed effettua la
presa crociata, ponendo un ginocchio sul bordo del letto
- il secondo operatore, dopo aver
sistemato la carrozzina al fianco del letto,
afferra il paziente sotto il cavo
popliteo tenendo le proprie ginocchia in
posizione flessa
- agendo in coordinazione e
congiuntamente spostano il paziente
sulla carrozzina
f) trasferimento manuale dal letto alla barella (3 operatori)
fase 1
- due operatori si dispongono ai lati del letto con un
ginocchio sul bordo
- ponendo le mani sotto il bacino e la spalla del paziente,
lo spostano verso il bordo del letto
fase 2
- il primo operatore pone le braccia sotto le spalle del
paziente
- il secondo operatore afferra il bacino del paziente, il
terzo operatore sostiene gli arti inferiori, congiuntamente e
ben coordinati i tre operatori sollevano il paziente tenendolo,
per quanto possibile, in posizione orizzontale
- il paziente viene trasportato sino alla barella e nella
fase di adagiamento gli operatori flettono le ginocchia,
tenendo il busto eretto
g) sollevamento da terra (2 operatori)
operatori
- il primo operatore si pone alle spalle del paziente con
un ginocchio per terra ed effettua una presa crociata
- il secondo operatore, in posizione accovacciata,
afferra sotto il cavo popliteo gli arti inferiori del paziente
- in perfetta sincronia i due operatori sollevano il
paziente trasferendo lo sforzo sui propri arti superiori,
tenendo i piedi ben divaricati ed il busto in posizione eretta
- trasferiscono il paziente sul letto e sulla barella,
flettendo nel momento in cui adagiano il paziente, le
ginocchia
- SOLLEVA-PAZIENTI o SOLLEVATORI
Sono ausili per il sollevamento (categoria 12 36 della classificazione EN ISO 9999)
che hanno la caratteristica di permettere il sollevamento completo del paziente.
Il solleva-pazienti può essere:
meccanico: viene azionato manualmente tramite una manovella autobloccante
oleodinamico: viene azionato manualmente tramite una pompa oleodinamica
elettrico: viene azionato da un motore elettrico tramite comandi elettrici
(sull’apparecchio o a distanza).
In questa tipologia possono rientrare anche sollevapazienti fissati a soffitto (fissi o
mobili su rotaie) alimentati in rete.
Tra i modelli mobili sono preferibili quelli dotati di batteria ed accumulatore per la
maggior manovrabilità e per l’assenza di cavi (maggiore sicurezza), anche se
richiedono di essere periodicamente messi in carica dagli operatori.
Esistono inoltre modelli che consentono un solo tipo di trasferimento (es. letto
carrozzina e viceversa) e modelli che, con il cambio di accessorio ed imbracatura,
permettono diversi tipi di trasferimento.
Verificare le caratteristiche dei seguenti elementi:
a) Imbracatura:
- presenza di maniglie per dirigere e manovrare le varie fasi di movimentazione
- tessuto: a seconda della tipologia di paziente dovrà essere valutata la differente
tipologia di tessuto necessaria (esistono ad es. tessuti a rete per toelette del paziente
idonei all’immersione in vasca, tessuti in poliestere quando sono necessari lavaggi
frequenti con asciugatura rapida dell’imbraco, tessuti con imbottitura per pazienti
sensibili alla pressione, etc.)
- cuciture: cuciture particolarmente evidenti possono esercitare una compressione mal
tollerata, la cucitura può rappresentare un sistema di riferimento per il corretto
posizionamento della stessa.
- comfort (contenimento ed adattabilità alle forme del paziente)
- sistemi di lavaggio e di disinfezione
- portata massima (da valutare anche in funzione della portata massima del sollevatore)
- varietà di taglie (disponibilità almeno delle taglie S, M, L) e modelli (es. alcuni tipi
di imbracature possono essere utilizzate per la deambulazione, esistono imbracature
per amputati, fasce per w.c, etc.…)
b) Sistema di supporto a barella :
- portata massima (da valutare anche in funzione della portata massima del sollevatore)
e lunghezza (possibilità di allungamento della barella)
- tipologia (es. barelle radiotrasparenti per utilizzo TC, rigide per fratture del rachide…)
- sistemi di lavaggio e di disinfezione
c) Sistema di aggancio
- sistemi di sicurezza
- praticità e velocità di aggancio/sgancio
- confort per il paziente (es. possibilità di sollevamento senza dondolamento, assenza di
compressione determinata da barra di aggancio troppo vicina al torace, etc…)
d) Base di appoggio:
- stabilità
- sistema di apertura (elettrico/manuale, apertura a compasso o a binario in relazione
agli spazi di manovra)
- tipologia di ruote della base (le ruote grandi necessitano di meno sforzo applicato, ma
devono essere valutate in relazione all’altezza minima del letto sotto cui deve essere
inserita la base del sollevatore; se il letto ha un sistema meccanico di sollevamento lo
spazio potrebbe essere insufficiente )
- facilità di accesso alle strutture ed arredi del reparto in particolare porte
- facilità di accesso della base del sollevapazienti al di sotto del letto in qualunque
posizione
- verificare la facilità di accesso ad idonee docce presenti in reparto.
e) Sistema frenante delle ruote:
- sicurezza
- praticità inserimento/disinserimento freni
f) Escursione di sollevamento:
- massima (importante in presenza di letti non regolabili in altezza o quando è
necessario superare ostacoli es. pediere dei letti in spazi angusti)
- minima (possibilità di sollevamento da terra)
g) Portata di sollevamento
- la portata massima di sollevamento andrà valutata a seconda delle esigenze del
servizio (es.grandi obesi), si ritiene comunque che la stessa debba essere perlomeno pari
a 130 Kg. (da valutare anche in funzione della portata massima degli ausili).
h) Velocità:
- il sistema deve essere sufficientemente veloce per non comportare una dilatazione dei
tempi delle manovre
- non devono essere presenti movimenti bruschi in accelerazione e/o
decelerazione/arresto
i) Stabilità e manovrabilità:
- il sistema deve risultare stabile sotto carico, senza determinare sbilanciamenti o
ribaltamenti sia del sistema in toto che del peso sollevato.
l) Accessori (disponibilità dei seguenti accessori):- batterie di ricambio
- visualizzazione del livello di carica (led)
- comandi manuali e a telecomando (preferibili comandi doppi)
- possibilità di arresto e movimentazione meccanica (in caso di esaurimento batterie o guasti)
- bilance pesapersone inserite sul sistema di sollevamento
- dispositivo di arresto per sovraccarico
Esistono differenti tipi di sollevatori:
Sollevatore mobile ad imbragatura /corsetto:
E’ indicato nei soggetti completamente disabili, con
necessità di ausiliazione in particolare nei passaggi
letto/carrozzina e viceversa, rifacimento letti etc.
Limiti: è difficile da utilizzare nelle manovre di
spostamento carrozzina/WC; non è adatto per il
sollevamento dei protesizzati d’anca (in quanto
impossibilitati alla flessione/adduzione dell’anca)
Sollevatore mobile a fascia toracica o dorso/lombare:
Ottimo per i passaggi da seduto a stazione eretta
e per i passaggi letto carrozzina, carrozzina/WC,
letto poltrona etc., implica la permanenza di
capacità residua del paziente per l’aggrappamento
alle maniglie. Può pertanto essere usato nei
protesizzati d’anca se collaboranti in tal senso.
Limiti: non adatto in caso di pazienti totalmente
disabili.
Sollevatore mobile a barella
Adatto per le necessità di sollevamento del paziente in toto
(es. rifacimento letti)
Limiti: ovviamente inadeguato nei passaggi in piedi – seduto.
Può inoltre comportare ingombro eccessivo in caso di spazi di
manovra ridotti.
Sollevatore mobile a sedile
E’ indicato nell’ausiliazione di alcuni trasferimenti effettuati nelle
unità spinali.
Limiti: non indicato in caso di soggetti non collaboranti
Sollevatore fisso a binario su soffitto
Indicato nei passaggi letto-carrozzina, letto-barella, letto-w.c. etc.,
trova la sua principale utilità nell’assistenza domiciliare ed in caso
di spazi ridotti.
Sollevatore fisso a parete
Indicato in caso di pazienti non autosufficienti a degenza lunga e
nell’assistenza domiciliare. Può ausiliare vari tipi di passaggi e
spostamenti, essendo tali aspetti dipendenti dall’imbragatura
accessoria.
- AUSILI MINORI PER IL TRASFERIMENTO
TAVOLE RIGIDE AD ALTO SCORRIMENTO
attrezzature di circa 200x60 cm, che, sfruttando la
riduzione di attrito, consentono i trasferimenti del
paziente in posizione supina es. da letto a barella,
senza necessità di sollevamento superando anche
piccoli dislivelli (10-15 cm.)
Da valutare:
· Tipologie (es. Radiotrasparenti per utilizzi in
radiologia, tavole pediatriche di dimensioni ridotte…)
· Sistema di lavaggio e sterilizzazione dei teli di
rivestimento (possibilità di teli monouso che a volte
però risultano a scorrimento non sufficiente, quindi
verificare prima dell’acquisto)
· Materiale impiegato ad alto scorrimento che
riduca l’intensità dello sforzo per l’operatore
· Carico (consigliabile un minimo carico di almeno 130/150 kg.)
TELO AD ALTO SCORRIMENTO
attrezzatura di differenti dimensioni che,
sfruttando la riduzione di attrito, consente i
trasferimenti del paziente, in posizione supina,
sullo stesso piano ed in assenza di dislivelli
(es.da letto a barella), senza necessità di
sollevamento.
Da valutare:
Misure (i teli lunghi devono garantire la possibilità di alloggiare il paziente in tutta
la sua altezza)
Materiale impiegato ad alto scorrimento che riduca l’intensità dello sforzo per
l’operatore
Sistema di lavaggio e sterilizzazione dei teli di rivestimento
CINTURA ERGONOMICA
cintura munita di maniglie laterali e posteriori applicata alla
vita del paziente che permette all’operatore di guidarne il
movimento nei passaggi da seduto a stazione eretta e
viceversa; la cintura può essere applicata oltre che al paziente
anche all’operatore offrendo un sostegno al paziente, in tutti i
casi è comunque preferibile fornire al paziente un supporto di
superfici di appoggio fisse ad esempio il bracciolo della
carrozzina, il piano del letto o idonee maniglie e corrimano.
Da valutare:
1. Comodità di presa: maniglie posizionate sia
orizzontalmente che verticalmente
2. Regolazione come misure di circonferenza con doppia
chiusura (velcro e …..)
3. Misure (disponibilità almeno di taglie S., M., L..
4. Sistema di lavaggio e disinfezione
DISCO GIREVOLE
attrezzatura che facilita la rotazione del paziente in piedi sul proprio
asse (in associazione con la cintura ergonomica nei passaggi da seduto
a seduto)
Da valutare:
1. piastra da appoggio a contatto con il pavimento che deve avere
superficie antiscivolo
2. piastra di appoggio sovrapposta girevole a 360°
3. attrito tra le due piastre sotto carico
4. Sistema di lavaggio e disinfezione
ASSE PER IL TRASFERIMENTO
piano di appoggio di varie dimensioni e forme per i trasferimenti
autonomi o assistiti tra carrozzina e letto/w.c./automobile/ vasca da
bagno .
Da valutare:
1. lato inferiore che deve avere superficie antiscivolo
2. lato superiore che deve essere liscio ed in materiale ad alto
scorrimento
3. carico minimo di 130/150 Kg.
4. Sistema di lavaggio e disinfezione
TELO CON MANIGLIE (imbottitura di trasferimento)
telo imbottito con maniglie che facilita la presa e lo spostamento del
paziente nel letto.
Da valutare:
1. Maniglie ergonomiche (almeno 4)
2. Lato inferiore che deve essere in materiale ad alto scorrimento
3. Lato superiore a contatto col paziente che deve essere antiscivolo
4. sistema di lavaggio e disinfezione
5. carico minimo di 130/150 Kg.
- BARELLE REGOLABILI IN ALTEZZA
Dispositivo per il trasferimento del paziente in posizione supina.
Da valutare:
1. dimensioni: in relazione a spazi, arredi e percorsi. (larghezza di massimo ingombro
preferibilmente non superiore a 65 cm.)
2. sistema meccanico almeno oleodimnamico
3. pedale facilmente azionabile (max. a 30 cm da terra) e che non induca ingombro per
l’avvicinamento al letto
4. presenza di 4 ruote pivotanti gemellari bloccabili simultaneamente di cui una con
bloccaggio direzionale o almeno di 2 ruote pivotanti gemellari bloccabili
simultaneamente e 2 ruote direzionali
5. escursione di movimento (indicativo da 55cm. a 92 cm.)
6. schienale inclinabile meccanicamente
7. spondine laterali a scomparsa
8. maniglie di spinta che non creino ingombro laterale
9. possibilità se necessario di posizione Trendelenburg
e antitrendelenburg
10. materasso in materiale lavabile e disinfettabile
11. presenza di accessori: aste portaflebo, portabombole,
supporto portamonitor, piano di appoggio radiotrasparente,
etc.
AUSILI PER L’IGIENE
BARELLA DOCCIA
piano regolabile in altezza con quattro bordi reclinabili, posto su base mobile, che
consente il prelievo del paziente direttamente dal letto di
degenza. E’ munita di tubo flessibile per lo scarico dell’acqua.
La barella doccia è particolarmente indicata nelle situazione di
carenza di spazi operativi, in presenza però di almeno un bagno
accessibile.
Da valutare:
1. sistema meccanico almeno oleodinamico
2. carico massimo almeno 150 kg.
3. pedale facilmente azionabile (max. a 30 cm da terra) e che non induca ingombro per
l’avvicinamento al letto
4. presenza di 4 ruote piroettanti dotate di bloccaggio simultaneo di sicurezza
5. escursione di movimento (indicativo da 55cm. a 86 cm.)
6. larghezza di massimo ingombro (da valutare in relazione agli spazi disponibili,
indicativi 64-75 cm.)
7. spondine laterali ribaltabili con dispositivo di bloccaggio di sicurezza
8. maniglie di spinta che non creino ingombro laterale
9. scarico da entrambi i lati per scegliere la posizione della testa del materassino
10. inclinazione del materassino regolabile per facilitare lo scarico dell’acqua
11. rivestimento antiruggine
VASCA ATTREZZATA
Vasca regolabile in altezza che può essere associata
ad un sistema automatico di sollevamento del paziente
(barella regolabile in altezza con piano rigido che può
essere inserito direttamente nella vasca o sollevatore
munito di idoneo imbrago possibilmente a rete).
Da valutare:
1. congruenza della vasca con i sistemi di sollevamento del paziente
2. dimensioni della vasca da valutare in relazione agli spazi e alla tipologia di paziente
3. sistemi di disinfezione
4. possibilità/necessità di idromassaggio
5. escursione in altezza della vasca (indicativa 45 cm – 107 cm)
6. termometro per misurazione temperatura acqua
7. miscelatore termoscopico con sistema antiscottatura
8. tipologia dei materiali :adatti a sopportare umidità e prodotti chimici di disinfezione
9. maneggevolezza dei comandi di regolazione di altezza/bascula
VASCA A SEDILE CON PORTA PER ACCESSO
indicata per pazienti parzialmente collaboranti. Le operazioni di pulizia
vengono compiute con paziente seduto. Ne esistono differenti tipologie di cui le due più
frequenti sono:
- Vasca a sedile con porta estraibile per
accesso frontale
- Vasca regolabile in altezza e meccanismo
a bascula con porta di accesso laterale
Da valutare:
1. apertura totale per accessibilità e
facilità di pulizia
2. porta a tenuta stagna
3. termometro per misurazione
temperatura acqua
4. miscelatore termoscopico con sistema antiscottatura
5. sistemi di disinfezione
6. w.c. con cassetta di scarico incorporata nella vasca
7. appoggio anatomico per la testa (lavaggio capelli)
8. appoggio a sbalzo su pavimento per permettere il passaggio di un sollevatore
9. possibilità di seggiolino scorrevole per l’accesso in autonomia (per la vasca con
accesso frontale) praticità e sicurezza dei comandi di regolazione di altezza/bascula e di
apertura degli sportelli
DOCCIA ATTREZZATA
piatto doccia a filo pavimento per un facile
accesso di persone con ridotte capacità motorie
(e con sedia a rotelle), dotata di comoda o
seggiolino, maniglioni per agevolare i
trasferimenti del paziente. La doccia attrezzata è
particolarmente indicata per pazienti
parzialmente collaboranti e con buon controllo
del tronco.
Da valutare:
1) trattamento antisdruciolo del piatto doccia
2) sistemi di disinfezione
3) miscelatore termoscopico con sistema
antiscottatura
4) sedile ribaltabile e maniglioni a parete per
trasferimento carrozzina–doccia di pazienti con
buon controllo del tronco
5) stabilità e sicurezza del sistema di seduta e
dei maniglioni
6) sistema di seduta richiuso e maniglioni devono avere ingombro tale da non impedire
l’accesso della carrozzina: in particolare verificare la facilità di accesso di una
carrozzina per doccia o del sollevapazienti in uso presso il reparto.
CARROZZINE (categoria 12 21 della classificazione EN ISO 9999)
CARROZZINA ARTICOLATA AD AUTOSPINTA
consente lo spostamento autonomo in posizione
seduta. Può consentire se dotata di foro centrale
e tappo WC le funzioni di espletamento
fisiologico dell’evacuazione. Sono modelli
preferibili con ruote di autospinta posteriori, le
ruote di autospinta anteriori andranno riservate
esclusivamente a specifiche necessità
determinate dall’handicap del paziente con
limitazione del movimento o della forza degli
arti superiori, tenendo conto che le ruote grandi
anteriori rendono meno agevoli i trasferimenti letto-carrozzina e
carrozzina-wc e sono meno sicure per il paziente (maggiore pericolo di
ribaltamento).
BASCULA
carrozzina con seduta e schienale reclinabili che non consente lo spostamento
autonomo del paziente ma offre la possibilità di una vasta
gamma di posture, indicata per agevolare il movimento dei pazienti affetti da gravi
disabilità.
Elementi da valutare:
- Dimensioni e struttura:
1. larghezza esterna da valutare in relazione
a spazi, arredi e percorsi (preferibilmente non
superiori a 70 cm.)
2. profondità
3. altezza della seduta della carrozzina circa
50 cm (resa compatibile con l’altezza dei letti
in posizione di massimo abbassamento e dei wc)
4. peso della carrozzina
5. portata massima della carrozzina
Ruote:
1. piene o gonfiabili (la piena è preferibile in ambienti interni per minore necessità di
manutenzione, la gonfiabile è preferibile negli ambienti esterni per miglior adattabilità
al terreno)
2. posizione anteriore o posteriore della ruota grande di autospinta che deve essere
dotata di cerchio corrimano; è preferibile la ruota grande posteriore (la posizione
anteriore è di ostacolo ai trasferimenti). La carrozzina con ruota grande anteriore è
consigliata per i pazienti con difficoltà di spinta degli arti superiori.
3. movimento piroettante delle ruote piccole con possibilità di bloccaggio e diametro
non inferiore ai 20cm. per facilità di movimentazione
4. presenza di freni laterali di stazionamento
Schienale:
1. forma anatomica, imbottita e sagomata per il confort del paziente
2. possibilità di reclinazione di 90°
3. presenza di maniglione posteriore per l’accompagnamento della carrozzina da parte
dell’operatore
4. materiale lavabile e disinfettabile
Seduta:
1. larghezza interna o della seduta da valutare in relazione alla taglia del paziente ( in
media per l’adulto tra 43 cm a 53 cm.)
2. possibilità di foro centrale e tappo wc. per evacuazione
3. materiale lavabile e disinfettabile
Braccioli:
1. imbottiti
2. possibilità di fiancate removibili
3. possibilità di regolazione in altezza
Pedane:
1. indipendenti
2. ad inclinazione regolabile
3. con appoggiapolpacci
4. con possibilità di regolazione in altezza
Accessori (disponibilità dei seguenti accessori e/o predisposizione per)
1. appoggiatesta imbottito e regolabile con possibilità di protezione laterale parietale
2. cintura pettorale con bretelle
3. tavolino/vassoio normale o sagomato ad incavo asportabile
Accessori (disponibilità dei seguenti accessori e/o predisposizione per)
4. sistema monoguida unilaterale (in qualche caso utile ma non tanto agevole l’uso per
molti pazienti)
5. asta portaflebo rimovibile con sistema di fissaggio
6. Portabombole
Per le BASCULE occorre anche tenere presente:
1. ampiezza del basculamento (possibilità di arrivare con le pedane al pavimento)
2. ampiezza di variazione di inclinazione dello schienale
3. meccanismo di regolazione (elettrico, manuale, con pistoni a gas …..)
LETTI ARTICOLATI AD ALTEZZA VARIABILE
l’altezza variabile del piano letto (altezza minima non superiore ai 40 cm comprensivi
di materasso – N.B. talvolta i materassi antidecubito, che vengono utilizzati per i
pazienti con più problemi nei trasferimenti, hanno uno spessore superiore al normale)
- la suddivisione in 3 o 4 sezioni snodabili per la variazione delle posizioni del piano
letto.
- compatibilità con i sollevapazienti in uso presso il reparto/servizio: in particolare
facilità di accesso della base del sollevapazienti al di sotto del letto in qualunque
posizione.
In particolare sono da preferire i letti costituiti da 4 sezioni e 3 snodi che consentono
la regolazione separata di schienale bacino e pediera, regolabili in altezza.
Il meccanismo di regolazione può essere meccanico, idraulico od elettrico.
I modelli meccanici ed idraulici sono stati soppiantati dai modelli elettrici che
risultano più veloci, più sicuri, più confortevoli per il
paziente e facilmente utilizzabili sia dall’operatore che dal
paziente stesso. In ambito ospedaliero la scelta dovrà
ricadere almeno sulla tipologia idraulica; nei reparti a
maggiore rischio andrà favorita la tipologia elettrica,
soprattutto se presente – in maggioranza –paziente
parzialmente autosufficienti.
Come detto, la regolazione elettrica può essere attivata sia dal paziente stesso che
dall’operatore.
Pertanto è importante che l’operatore possa controllare tutte le movimentazioni del
letto ed eventualmente escludere alcuni comandi della pulsantiera al fine di evitare
possibili posizioni incongrue assunte autonomamente dal paziente.
Nella scelta dovranno essere valutati diversi parametri, quali:
1. peso della struttura portante
2. presenza di 4 ruote piroettatanti (preferibile la presenza di una 5° ruota posta al
centro del letto per rendere più agevoli le operazioni di traino-spinta in tragitti non
rettilinei)
3. sistema frenante delle ruote
4. presenza di spazio libero adeguato (almeno 15 cm.) per permettere l’accesso della
base del sollevatore
5. presenza di spondine a completa scomparsa
6. predisposizione dell’innesto di asta portaflebo e asta sollevamalati
7. compatibilità delle dimensioni con la larghezza delle porte della struttura e le
dimensioni degli ascensori.
8. Carico di lavoro 185 kg, capacità massima di sollevamento 250 kg
9. Escursione di altezza del piano letto (valori consigliati almeno da cm 40 a cm 80
norme IEC 601-2-38)
10. Facile lavabilità e sanificabilità dei materiali componenti
11. Presenza di testiera e pediera facilmente rimovibili e conformi alle norme IEC
601-2-38 e EN 1441 per la sicurezza e la protezione del paziente
12. Possibilità di esecuzione anche manuale delle operazioni di regolazione
13. Possibilità di esclusione delle operazioni al paziente e semplicità d’uso dei
comandi
14. Presenza di batteria tampone
15. Variabilità e facilità di assunzione delle varie posizioni del piano
16. Adattabilità ai vari tipi di materasso, compresi gli antidecubito
17. Eventuale predisposizione per telai di trazione (ad es. nei Reparti di Ortopedia)
18. Presenza di sistema di segnalazione di mancato collegamento alla rete elettrica e
di non frenatura delle ruote
19. Presenza di sostegni per la mobilizzazione
20. Adattabilità delle sezioni del piano letto alle diverse corporature di paziente
Movimentazione manuale di carichi
Titolo VI D.Lgs. 81/08 (Artt. 167, 168, 169)
Art. 167 campo di applicazione
Art. 168 obblighi del datore di lavoro
Art. 169 informazione e formazione e addestramento
Allegato XXXIII
Elementi di riferimento
Incidenza di low back pain correlata al tipo di reparto
(Pheasant e Stubbs, 1992)
Valutazione dei rischi in relazione al tipo di manovra di
mobilizzazione
Nell’ambito della prevenzione primaria gli interventi che possono
essere effettuati per limitare, almeno parzialmente, l’incidenza di
low back pain possono essere molteplici
• Meccanizzazione della traslocazione dei pazienti e del trasporto
materiali (biancheria, vitto, ecc.)
• Adozione di letti con ruote e regolabili in altezza
• Ruote delle attrezzature sanitarie mobili, di congruo diametro e
pivottanti
• Corretta manutenzione delle parti meccaniche (ruote in
particolare).
• Adozione di carrozzine con braccioli amovibili
• Spazio operativo adeguato
• Eliminazione dei dislivelli del pavimento
• Lavori di equipe con utilizzo di operatori di simile altezza.
Prevalenza di procedure scorrette osservate durante l’analisi
videomagnetica di attività di mobilizzazione di pazienti
È presumibile che l’attività di formazione permanente possa
incontrare ostacoli e resistenze soprattutto nel personale di
maggior anzianità lavorativa, “trattandosi di lavoratori che
confrontano ogni informazione con il proprio vissuto
professionale, che sovente impedisce loro di cominciare ad
accettare gli obiettivi dell’ergonomia”.
• USO DI AUSILI
Gli apparecchi di sollevamento e sistemi di trasferimento
sono attrezzi che consentono di sollevare o di spostare più
facilmente il paziente, diminuendo le sollecitazioni
meccaniche sulla colonna dell’operatore. I sollevamalati
possono essere monofunzionali o multifunzionali, cioè adatti
a svolgere uno solo o diversi tipi di trasferimento
(necessitando allora degli accessori appropriati, tra i quali la
barella o l’imbracatura destinate ad accogliere il paziente).
Utilizzo di ausilio sollevamalato
Gli ausili “minori” comprendono attrezzi che hanno varie funzioni:
- Le cinture ergonomiche, rivestite da materiale antiscivolo e
dotate di maniglie, possono essere applicate al tronco del
paziente e dare una presa più valida nei trasferimenti e nella
deambulazione.
Cintura ergonomica
-I teli ad alto scorrimento, in materiale a basso attrito, possono
ausiliare lo spostamento del paziente a letto
oppure il suo trasferimento su altra superficie
(es. dalla barella al tavolo operatorio).
Telo ad alto scorrimento
- Le tavole a rullo consentono la traslazione del paziente fra
superfici situate alla stessa altezza; inclinando il paziente su un
fianco, si introduce la tavola, vi si adagia il paziente, si sposta
la tavola e poi si ripetono simmetricamente le prime due
operazioni.
Tavola a rullo
Le caratteristiche dell’ausilio
Perché l’ausilio sia veramente efficace non basta la sua buona
struttura intrinseca, occorre che sia adeguato all’operazione da
compiere, che abbia buona integrazione con il resto delle
attrezzature, che sia compatibile con gli spazi e che sia
facilmente raggiungibile.
• TRAINING
Addestramento pratico a compiere i gesti appropriati.
Occorre aver provato un nuovo ausilio, esempio un telo di
scorrimento, per apprezzarne le caratteristiche e per acquisire
una certa abilità nell’usarlo.
Prova di utilizzo di telo ad
alto scorrimento da parte di due
operatori
• USO DI PRESE ADEGUATE CON LE MANI
Se il lavoro muscolare deve essere compiuto dagli arti inferiori e dalla
gravità, la precisione della sua applicazione viene mediata dalle mani; in
una presa avvolgente, il contatto a mano piatta permette di interagire
attraverso il massimo di superficie con il paziente da movimentare.
Occorre proteggere il polso dall'iperestensione e afferrare un segmento
relativamente fisso (non l’ascella o il ginocchio che sono cedevoli). Nella
presa “crociata”, l’operatore si pone alle spalle del paziente, infila le
braccia sotto le ascelle e afferra il paziente, che tiene le braccia conserte
sul petto, per gli avambracci.
Un’altra movimentazione può essere compiuta da due operatori, posti
simmetricamente di fianco al paziente, che con una mano ne afferrano la
faccia posteriore della coscia e con l’altra effettuano una presa crociata.
Adeguati tipi di presa
PAZIENTI COLLABORANTI E NON
COLLABORANTI
La mancata collaborazione di un paziente può
dipendere, oltre che da disturbi fisici, anche da
deficit comunicativi, cognitivi e comportamentali (es.
paziente che cessa di collaborare e si lascia
cadere). La disabilità, intesa come incapacità
funzionale, rappresenta un fattore da tener sempre
presente nella scelta della strategia di
movimentazione del paziente. Nel trattare pazienti
parzialmente disabili, la cui patologia è nota, è
preferibile, anche nell’interesse dello stesso
paziente, sollecitarlo a dare un contributo personale
alla mobilizzazione, piuttosto che sollevarlo di peso.
• LO SPAZIO DI LAVORO
Spazi ristretti condizionano notevolmente la scelta delle
posture possibili, l’equilibrio dei movimenti e la possibilità di
utilizzare ausili. Occorrono distanze sufficienti tra parete e
letto, tra letto e letto, tra letto e parete antistante e spazi
sufficienti attorno ai sanitari (es. è importante che si possa
accedere al wc con la carrozzina).
Adeguatezza degli spazi per accesso
ai sanitari con carrozzina
Il paziente parzialmente
collaborante può essere più
autonomo se è messo in
condizione di usare calzature
chiuse e se i servizi sono adiacenti alla sua stanza, dotati di
maniglie, di sedili ad altezza regolabile, di superfici
antisdrucciolo.
• I LETTI
Le caratteristiche di cui un letto deve disporre sono variabili e dipendono
dalle funzioni che deve svolgere in rapporto alla tipologia di pazienti accolti.
In generale la raffinatezza delle caratteristiche utili cresce in funzione della
disabilità del paziente e può comprendere:
- Altezza regolabile (consente interventi infermieristici e trasferimenti più
agevoli)
- Presenza di tre sezioni regolabili (migliora la possibilità di postura)
- Manovrabilità delle sponde (semplice e non interferente con la
movimentazione)
- Accessibilità dei comandi
- Efficienza e affidabilità dei
meccanismi
- Buona manovrabilità su ruote
- Compatibilità con l’uso degli ausili
necessari
Letto articolato
• LE CARROZZINE
Devono sempre essere in buono stato di manutenzione e
provviste degli accessori usuali come i poggiapiedi regolabili,
le ruote dotate di freno e i braccioli estraibili. La modalità
corretta di spinta della carrozzina è quella effettuata stando
alle spalle del paziente.
Corretta modalità di spinta della carrozzina
• GLI AUSILI PER L’IGIENE
Sono dedicati alla pulizia del paziente, sono tanto più utili
quanto più grande è il grado di disabilità e protratta la degenza:
- La barella doccia può essere indicata in carenza di spazio e
può aiutare il passaggio da letto a barella anche in altri contesti
- La doccia attrezzata è prevalentemente adatta ad un paziente
collaborante
-La vasca attrezzata consente il bagno per immersione a
pazienti non collaboranti
Diverse tipologie di ausili per l’igiene
• LA DOTAZIONE DI AUSILI
Deve essere attentamente studiata in funzione della loro
adattabilità e rispondenza alle esigenze reali dei vari reparti.
L’uso degli ausili, anche mediante sedute di addestramento,
deve essere ben noto a tutti gli operatori.
Il personale deve inoltre provvedere diligentemente al
mantenimento in buono stato.
Movimentazione del paziente durante le attività professionali
LA MOVIMENTAZIONE DEL PAZIENTE POLITRAUMATIZZATO
Il paziente politraumatizzato subisce, dal suo arrivo in Pronto Soccorso fino al Reparto
di degenza, vari tipi di trasferimento:
1. TRASFERIMENTO DA ASSE SPINALE ALLA BARELLA RADIOTRASPARENTE
Questo tipo di trasferimento può essere effettuato in due modi:
• Con l’utilizzo della BARELLA ATRAUMATICA (cucchiaio-scoop) con manovra di log-
roll (numero di operatori: 4):
Caratteristiche della barella atraumatica
- È divisa in due parti in senso longitudinale
- Può variare di lunghezza in base all’altezza del paziente
- È facile da inserire grazie alla conformazione a cucchiaio
-Può essere dotata di
cinghie per l’utilizzo
dell’alzamalato
Barella atraumatica
Manovra di LOG-ROLL
- Un operatore si posiziona al capo del paziente e mantiene in asse il rachide
cervicale
- Due operatori si pongono a lato del paziente e posizionano il primo, una mano
all’altezza del cingolo scapolare e l’altra sotto il bacino; il secondo, incrociando
le braccia col primo operatore, pone una mano sotto al bacino e l’altra al terzo
medio inferiore della coscia (al di sopra del cavo popliteo).
- L’operatore posto al capo del paziente dà l’ordine di far ruotare il malato: la
rotazione deve essere compiuta in modo sincrono mantenendo il rachide in
asse.
Inserimento della barella atraumatica
- Il quarto operatore posiziona una parte
- La stessa manovra viene compiuta dal lato opposto
Per l’inserimento della barella atraumatica è sufficiente sollevare di poco il
paziente, poiché la struttura di tali barelle facilita il suo posizionamento
- Si procede alla chiusura della barella e quindi al trasferimento sulla barella
radiotrasparente
Manovra di LOG-ROLL e inserimento della barella autraumatica
Utilizzo dell’alzamalato:
- Posizionata la barella atraumatica sotto il malato, si collegano
le cinghie al bilancino dell’alzamalato,
si solleva e si procede al trasferimento
Utilizzo della barella atraumatica con
alzamalato
• Con l’utilizzo del MOBILIZER (numero di operatori: 3):
Caratteristiche del MOBILIZER
- È regolabile in altezza
- Si aziona elettricamente
- Il paziente rimane in posizione supina, non deve effettuare alcun movimento
- Modalità di utilizzo
- Un operatore si posiziona al capo e mantiene in asse il rachide cervicale del
paziente
- Un secondo operatore aziona il MOBILIZER: i rulli ricoperti da un telo vengono posti
all’altezza della barella e portati sotto al paziente; in tal modo il malato viene
“raccolto” e trasferito sulla barella radiotrasparente.
- Il terzo operatore controlla la corretta postura del paziente durante la manovra
Utilizzo del MOBILIZER
TRASFERIMENTO DA BARELLA A LETTO RADIOLOGICO
Quando il paziente è posto sulla barella radiotrasparente non necessita di
ulteriori trasferimenti per l’esecuzione degli esami radiologici. Quando il
paziente è posto sulla barella o sul letto, il trasferimento sul letto radiologico
avviene mediante il RULLO DI TRASFERIMENTO, per l’uso del quale sono
previsti due operatori.
Caratteristiche del rullo di trasferimento
- È un telo montato su rulli
- Può essere lungo circa quanto il paziente, oppure di dimensioni più ridotte
(permette di appoggiare sopra il bacino)
- È facilmente maneggevole
Rullo di trasferimento
Modalità di utilizzo
- Un operatore posiziona una parte del rullo di trasferimento
sotto l’emilato sollevato del paziente
- Un secondo operatore, dal lato opposto, spinge il malato verso
il letto radiologico fino a trasferimento avvenuto
Utilizzo del rullo di trasferimento
LA MOVIMENTAZIONE DEL PAZIENTE A LETTO
Precauzioni da adottare quando si opera al letto del paziente
- Se possibile evitare le posizioni con flessione del tronco e
ginocchia tese
- Allargare la base di appoggio
- Utilizzare posizioni in delordosi
- In diverse situazioni può essere utile appoggiare un ginocchio
al piano del letto
- Per effettuare i trasferimenti utilizzare il passaggio di carico
- Regolare l’altezza del letto in modo da facilitare il compito da
svolgere
Criteri generali per i trasferimenti del paziente a letto
- Conoscere le abilità motorie residue del paziente
- Dotare il letto degli eventuali ausili necessari (trapezio o
balcanica, traversa, cinghia ai piedi del letto, telo di
scorrimento ecc.).
-Informare il paziente del trasferimento che si intende
effettuare
- Regolare l’altezza del letto, frenarlo e togliere le sponde
- Gli operatori nella maggioranza dei casi si pongono dal
lato corporeo deficitario dei pazienti
- Richiedere verbalmente la collaborazione del paziente
SE IL PAZIENTE NON È COLLABORANTE
Trasferimento del paziente verso la testiera del letto
Si può eseguire in tre modi:
1) Con traversina posta sotto il paziente e sostenuta da 2 a 4
operatori secondo il peso del paziente.
Trasferimento del paziente verso la testiera del letto con traversa
2) In assenza di traversa e nel caso di pazienti leggeri possono
bastare due operatori.
Esecuzione:
- Presa avvolgente della mano craniale dal collo alla scapola
- Presa della mano distale sotto il gluteo all’altezza della radice
dell’arto
- La postura degli operatori è con la base d’appoggio allargata,
gli arti inferiori leggermente piegati e il bacino in posizione di
delordosi
- Si compie il trasferimento
spostando il carico dall’arto
inferiore distale a quello craniale
Trasferimento del paziente verso la testiera
del letto senza traversa
3) Con telo ad alto scivolamento o con accessori ergonomici
dotati di maniglie. Con l’utilizzo del telo si può diminuire di
molto il lavoro degli operatori, in quanto si riduce notevolmente
l’attrito; gli accessori dotati di maniglie facilitano la presa degli
operatori.
Trasferimento del paziente verso la testiera del letto con telo ad alto
scorrimento
Trasferimento del paziente verso la testiera del letto con cintura ergonomica
Altre modalità d’esecuzione senza traversa: tecnica della presa
crociata (due operatori)
Gli operatori si dispongono ai lati del paziente, infilano la mano
distale al di sotto della coscia del paziente afferrandola dal lato
mediale; infilano la mano dal lato craniale del paziente sotto
l’ascella e ne afferrano l’avambraccio; se possibile il paziente
deve tenere a stretto contatto gli avambracci tenendosi con le
mani sui gomiti oppure stringendosi le mani deve tenere gli
avambracci vicini al torace.
Trasferimento del paziente verso la testiera del letto senza traversa con presa crociata
Passaggio da supino al decubito laterale (2 operatori)
- Spostamento verso il bordo del letto:
per fare questo si divide la sequenza in tre fasi:
- Spostamento capo e tronco utilizzando la presa avvolgente
- Spostamento degli arti inferiori
- Spostamento del bacino utilizzando la traversa, una presa
manuale o la cintura ergonomica con maniglie o l’ausilio
ergonomico con maniglie.
Lo stesso spostamento può essere eseguito con telo ad alto
scivolamento.
Spostamento del capo, del tronco con presa avvolgente, degli arti inferiori
Spostamento del bacino con traversa
Spostamento del bacino con presa manuale
Spostamento del bacino con cintura ergonomica
- Rotolamento sul fianco:
modalità d’esecuzione:
- Flettere gli arti inferiori del paziente
- L’operatore posto sul lato da raggiungere esegue una presa
avvolgente sulla scapola e sul bacino del paziente; nel ruotare
il paziente, il peso dell’operatore si sposta dall’arto inferiore
anteposto a quello retroposto.
- L’altro operatore aiuta il trasferimento
Flessione degli arti inferiori del paziente
Rotolamento del paziente
Rotolamento del paziente con cintura ergonomica
Passaggio da supino alla posizione prona (2 o 3 operatori)
Preferibilmente il paziente viene fatto ruotare sul lato sano o
meno colpito.
Modalità d’esecuzione:
- Gli operatori sono situati ai lati del letto
- Spostare il paziente verso il bordo del letto (vedi sopra)
- Distendere l’arto superiore lungo il fianco del paziente (dal lato
verso cui avviene la rotazione)
- Flettere gli arti inferiori del paziente
Posizionamento del paziente
- Un operatore posto sul lato da raggiungere esegue una presa
avvolgente sulla scapola e sul bacino del paziente; nel ruotare
il paziente, il peso dell’operatore si sposta dall’arto inferiore
anteposto a quello retroposto.
- L’altro operatore aiuta il trasferimento e libera l’arto superiore
su cui è avvenuta la rotazione
Rotazione del paziente
- Il terzo operatore si rende necessario nel caso il paziente non
sia in grado di ruotare il capo o la manovra presenti pericoli per il
paziente
Sostegno del capo da parte del terzo operatore
Il ritorno alla posizione supina avviene con modalità esecutiva
inversa a quella descritta precedentemente.
Passaggio da coricato a seduto con gambe fuori dal letto (2 o 3
operatori)
La posizione di partenza del paziente può essere in decubito
laterale, semiseduto o in posizione supina.
Modalità d’esecuzione:
- Uno o due operatori sollevano il capo e il tronco del paziente
utilizzando una presa avvolgente e trasferendo correttamente il
peso sugli arti inferiori
- L’altro operatore sposta gli arti inferiori del paziente fuori dal
letto Passaggio del paziente da coricato a seduto
Passaggio del paziente da coricato a seduto con utilizzo di ausilio ergonomico
Nel caso dei pazienti più pesanti e meno collaboranti è consigliabile l’uso
del sollevatore.
SE IL PAZIENTE È PARZIALMENTE COLLABORANTE
Esempio 1: paziente emiplegico da spostare verso la testata del letto (2
operatori)
Modalità d’esecuzione:
- Gli operatori sono posti dal lato plegico
- Un operatore con presa avvolgente sostiene il cingolo scapolare e il
tronco
- L’altro operatore aiuta a mantenere l’arto inferiore plegico flesso con il
piede in appoggio sul letto, a sollevare il bacino e a spostarlo verso la
testata
- La postura degli operatori è con base d’appoggio allargata, gli arti inferiori
leggermente piegati e il bacino in posizione di delordosi
- Compiere il trasferimento spostando il carico dall’arto inferiore distale a
quello craniale
- Chiedere al paziente di spingere col lato sano in direzione del
trasferimento
Spostamento di paziente emiplegico verso la testata del letto
Paziente con politrauma agli arti inferiori da porre seduto sul
bordo del letto
In questo tipo di trasferimento la modalità cambia in rapporto al
buon controllo del tronco.
1) Paziente con arti superiori validi e un buon controllo del
tronco (un operatore)
-Un operatore aiuta il paziente a sostenere e guidare gli arti
inferiori fuori del letto
- Il paziente è invitato a compiere il movimento con il tronco e
darsi la spinta con gli arti superiori
- È superfluo l’utilizzo del trapezio
Posizionamento del paziente politraumatizzato
2) Paziente con arti superiori validi e scarso controllo del
tronco (due operatori)
- Inclinare lo schienale
- Il paziente flette il tronco utilizzando una cinghia fissata ai
piedi del letto
- Un operatore aiuta il paziente a ruotare e sollevare il tronco
da un lato e l’altro contemporaneamente, sostiene e guida gli
arti inferiori fuori del letto
Posizionamento del paziente con utilizzo di cinghia
POSTURA CORRETTA DEGLI OPERATORI
- Flettere gli arti inferiori utilizzandoli come leva per
diminuire lo sforzo lombare
- Ridurre la lordosi lombare ed evitare torsioni del
tronco
- Allargare la propria base d’appoggio per migliorare
l’equilibrio
- Utilizzare una presa sicura dove massimo è il
carico antigravitario del paziente
- Sincronia tra operatori per una equa ripartizione
del peso del paziente
TRASFERIMENTO LETTO - CARROZZINA CON PAZIENTE
NON COLLABORANTE
È possibile utilizzare due tecniche: manuale a due, tre operatori
o con attrezzatura meccanica.
Tecnica manuale a due operatori
- Due operatori avvicinano il paziente al bordo del letto (con
altezza idonea)
- Si posiziona la carrozzina, frenata e senza bracciolo vicino al
letto all’altezza del bacino del paziente con una inclinazione di
circa 30° per avvicinare le superfici
- Un operatore si colloca dietro al paziente a fianco dello
schienale della carrozzina, con un ginocchio appoggiato sul letto
(per ridurre il carico a livello lombare), effettua la presa crociata
(attenzione a non sollecitare le spalle e a proteggere l’eventuale
arto plegico)
Posizionamento del primo operatore
- L’operatore davanti sostiene gli arti inferiori del paziente
e li sistema sulla carrozzina. Il trasferimento si può fare
con le gambe del paziente sul letto o fuori dal letto
Posizionamento del paziente in carrozzina con due operatori
Durante questa manovra l’operatore dovrà mantenere le
ginocchia flesse. Utile può essere la presa con un braccio sotto
le ginocchia e l’appoggio della mano sul piano del letto. È
necessaria la sincronia tra gli operatori per garantire un’equa
ripartizione del peso del paziente.
Punti critici di sollecitazione del rachide nella movimentazione letto-carrozzina
La manovra è facilitata dall’uso della cintura
ergonomica con maniglie e/o di una tavola di
scorrimento da porre sotto il bacino del paziente e
sul letto: l’operatore che sta davanti accompagnerà
quindi lo scorrimento dei glutei dopo aver spostato
gli arti inferiori.
Tecnica manuale a tre operatori
La tecnica è identica alla precedente. Il terzo
operatore si colloca a fianco della carrozzina
sorreggendo il bacino del paziente. La posizione
ergonomica dell’operatore non è corretta in quanto
sostiene un peso lontano dal corpo.
TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA CON
ATTREZZATURA MECCANICA (sollevatore)
È l’attrezzatura preferibile per la movimentazione dei pazienti
gravi o pesanti. Per utilizzarlo occorrono spazi ambientali
adeguati.
SOLLEVATORI: i sollevatori mobili sono l’ausilio fondamentale
per la movimentazione di pazienti gravi o pesanti. Sono dotati
di una base a braccia divaricanti per potersi adattare alle
dimensioni delle carrozzine. L’altezza della base di appoggio
deve permetterne il posizionamento sotto il letto del paziente.
Il braccio di sollevamento deve avere un’ampia escursione
tale da permettere di alzare un paziente da terra fino ad
almeno 80 cm di altezza. Hanno imbracature di misura
variabile, che permettono un adattamento ai bisogni di
gestione del malato.
Sollevatori
Tra i vari tipi si sceglie quello idoneo alle proprie esigenze
lavorative, in base alla tipologia del paziente.
L’imbracatura si può vestire sia col paziente in posizione
supina, sia col paziente seduto.
In decubito laterale:
portare il paziente in decubito laterale, infilare il telo sotto il
tronco, facendo bene attenzione che la parte distale sia
posizionata a livello del sacro, successivamente si posiziona
sotto le cosce.
Posizionamento del telo del sollevatore in paziente in decubito laterale
In posizione supina:
due operatori al lato del paziente lo sollevano con presa
ascellare e infilano il telo dall’alto, successivamente si posiziona
sotto le cosce.Posizionamento del telo del sollevatore in paziente in posizione supina
Questa presa non va utilizzata in caso di lassità scapolo-omerale per il rischio di
sublussazione della spalla e quando possibile, il paziente può aiutarsi con la
balcanica. N.B.: Le fasce che sorreggono gli arti inferiori devono essere posizionate
ben distese, in modo tale da risultare meno fastidiose e più continenti. Queste ultime
possono essere agganciate con modalità incrociata o lineare (in quest’ultimo caso gli
arti risulteranno maggiormente abdotti).
In posizione seduta:
- Far spostare o aiutare il paziente con presa ascellare a
staccarsi dallo schienale della carrozzina
- Inserire l’imbracatura assicurandosi che sia ben posizionata
a livello sacrale
- Inserire le fasce sotto le cosce
Posizionamento del telo del sollevatore in paziente in posizione seduta
Tecnica con due operatori
Procedura:
- Regolare il letto all’altezza degli operatori per posizionare l’imbracatura
- Posizionare la carrozzine ben frenata in modo tale da permettere la
manovra
- Imbracare il paziente.
- Adeguare la lunghezza delle fasce o catene in base alle dimensioni e alla
posizione finale da far assumere al paziente (semi seduta o seduta a 90°)
- Agganciare le fasce al manubrio e quando il primo operatore aziona il
sollevatore, il secondo accompagna lo spostamento afferrando il paziente.
- Avvicinare il sollevatore alla carrozzina ben frenata, e mentre il primo
operatore aziona il meccanismo di discesa, il secondo, posto dietro la
carrozzina, accompagna la discesa trattenendo le maniglie dell’imbracatura
ed eventualmente accomoda gli arti inferiori del paziente sulle pedane.
Utilizzo del sollevamalati da parte di due operatori
Pedana rialzata con scivolo
TRASFERIMENTO CARROZZINA-TAZZA WC
Per effettuare al meglio questo tipo di trasferimento sono
necessari:
• Spazio utile per le manovre di avvicinamento
• Altezza del wc di 50-52 cm (eventuale impiego di alza-water)
• Maniglie a muro di appoggio
• Carrozzina a ruote grandi posteriori con braccioli estraibili
• Ausili di sollevamento e trasferimento (sollevatori, cintura a
maniglia, ecc.)
Caratteristiche ergonomiche area wc
PAZIENTE NON COLLABORANTE
Procedura con due operatori:
- Posizionare la carrozzina a 70/90° rispetto alla tazza wc
- Uno degli operatori, posizionatosi nel mezzo, afferra con
presa crociata il paziente
- Il secondo operatore, posto davanti al paziente, ne avanza il
bacino sul bordo della carrozzina
- Entrambi sollevano il paziente, portandolo sul wc
Modalità di trasferimento con paziente non collaborante
La tecnica descritta, può risultare gravosa per gli operatori
soprattutto nella fase terminale; risulta quindi importante poter
impiegare tutti gli ausili idonei e il sollevatore qualora lo spazio
lo consenta. Con l’impiego del sollevatore il paziente può essere
trasferito direttamente dal letto al wc con modalità analoga al
trasferimento letto-carrozzina. In alternativa al trasferimento, può
essere impiegata la “carrozzina comoda” con quattro ruote
piccole o la “carrozzina-doccia” sovrapponibile al wc: entrambi i
modelli di carrozzina devono essere dotate di dipositivo
antiribaltamento e freni ben funzionanti.
Carrozzina comoda
TRASFERIMENTO CARROZZINA-SEDILE DOCCIA O SEDIA
DOCCIA
Il primo trasferimento, carrozzina-sedile doccia, è indicato per
persone parzialmente collaboranti e permette al paziente di
stare seduto, ed eventualmente collaborare, durate le
operazioni di igiene.
Il secondo, carrozzina-sedia doccia, permette di prelevare il
paziente direttamente dal letto e,
terminate le operazioni di igiene,
riportarlo in camera evitando
ulteriori trasferimenti.
Sedia doccia
Le modalità di trasferimento sono del tutto sovrapponibili a
quelle già descritte per i trasferimenti carrozzina-tazza wc.
TRASFERIMENTO CARROZZINA-VASCA DA BAGNO (e
viceversa)
Per le operazioni di igiene del paziente in vasca da bagno, sono
essenziali il sedile da vasca, per evitare al paziente di sedersi
sul fondo, un tappeto antiscivolo e la presenza di maniglioni a
muro.
Sedile da vasca