Post on 24-Jul-2020
1
AREA DISTRETTUALE DI LAVENO MOMBELLO
Ambito Territoriale di Cittiglio
Piano di Zona 2012-2014
2
INDICE: ELEMENTI DI VALUTAZIONE DEL TERZO TRIENNIO DI PROGRAMMAZIONE - Pag. 3
1. Obiettivi generali previsti per il triennio 2009-2011 – pag. 4
2. Azioni e Obiettivi strategici del Piano di Zona 2009-2011 – pag. 8
PIANO DI ZONA 2012-2014 - Pag. 26
1. Dati di contesto – pag. 27
2. Il quadro normativo – pag. 30
3. Struttura organizzativa a supporto della programmazione zonale – pag. 34
4. Forme di gestione – pag. 36
5. Linee di indirizzo regionali per la programmazione dei Piani di Zona 2012-2014 – DGR n° 2505 del 16/11/2011 – pag. 41
6. Azioni ed obiettivi strategici Piano di Zona 2012-2014 – pag. 42
7. Dati finanziari – pag. 46
ALLEGATO A _ L’integrazione socio-sanitaria – pag. 51
ALLEGATO B _ Collaborazione con Provincia di Varese – pag. 53
ALLEGATO C _ Pianificazione sovra distrettuale 2012-2014 Ambito nord Provincia di Varese – pag. 57
ALLEGATO 1 _ Convenzione per la gestione associata di servizi alla persona – pag. 60
3
Elementi di valutazione del terzo triennio di programmazione
4
1. OBIETTIVI GENERALI PREVISTI PER IL TRIENNIO 2009/2011
Vengono di seguito presentati alcuni elementi di valutazione relativi a quanto fin qui realizzato attraverso la progettazione del Piano di Zona nella scorsa triennalità. Rispettando la struttura del documento programmatico 2009-2011 si espongono in modo sintetico i contenuti valutativi condivisi con il Tavolo Tecnico Ristretto utili alla riprogettazione del nuovo triennio.
CONTINUITA’ E CONSOLIDAMENTO
OBIETTIVI REGIONALI PREVISIONE PIANO DI ZONA DEL DISTRETTO DI CITTIGLIO
ELEMENTI DI VALUTAZIONE
Consolidamento del sistema di titoli sociali, con il progressivo superamento dell’utilizzo di buoni sociali laddove è possibile l’introduzione di voucher. Attivazione delle procedure di accreditamento delle unità di offerta sociali valutando la possibilità di definire requisiti distrettuali.
Garantire continuità e consolidamento all’erogazione di buoni e voucher sociali con le modalità sperimentate e perfezionate nel primi due trienni di programmazione zonale. Si intende gestire in modo delegato attraverso l’accordo di programma la funzione di accreditamento. Definizione entro il 31/12/2009 dei requisiti per l’accreditamento delle unità d’offerta sociale di cui alla DGR 20943 del 16/02/2005.
E’ stata garantita l’erogazione di buoni sociali nell’arco di tutto il triennio, consolidando le modalità di erogazione degli stessi attraverso la valorizzazione del ruolo di case manager dei servizi sociali comunali. E’ inoltre stato impostato il sistema di accreditamento sovraterritoriale per l’erogazione di voucher sociali per la frequenza a asili nido e Centri Socio Educativi per adulti disabili.
Attivazione di forme di gestione associata che permettano la razionalizzazione ed il miglioramento dell’attività gestionale
Dare continuità e consolidare le forme di gestione associata già strutturate.
Sono stati garantiti consolidamento e sviluppo dei servizi gestiti in forma associata su base distrettuale ed in particolare di Servizio Tutela Minori, Nucleo Inserimento Lavorativo, Sportello Immigrati, Affido e Servizio Socio Educativo. Quest’ultimo, in conseguenza del taglio delle risorse sul Fondo Nazionale Politiche Sociali, ha subito nel corso del 2011 importanti tagli riducendo conseguentemente le proprie attività. L’utilizzo dei fondi è stato effettuato adottando una gestione distrettuale.
Costituzione di un tavolo di consultazione del terzo settore, quali momento stabile di confronto lungo tutto il processo programmatorio.
Attivare un tavolo distrettuale di consultazione del terzo settore in linea con quanto definito dalla DGR 7797/2008. Prosecuzione della collaborazione con i soggetti di terzo settore su tematiche specifiche.
E’ stato attivato all’inizio del triennio un tavolo distrettuale di consultazione del terzo settore. In seguito la collaborazione con i soggetti del terzo settore è avvenuta su specifiche tematiche e attraverso la compartecipazione a progettazioni condivise.
5
INNOVAZIONE
OBIETTIVI REGIONALI PREVISIONE PIANO DI ZONA DEL DISTRETTO DI CITTIGLIO
ELEMENTI DI VALUTAZIONE
Governo del sistema di accesso alla rete dei servizi sociali e delle unità di offerta.
Monitorare la copertura territoriale dei servizi sociali di base; le singole amministrazioni dovranno garantire in modo singolo o associato lo standard di copertura del servizio definito dal Piano Socio Sanitario della Regione Lombardia 2002/2004. Consolidare il raccordo e la rete tra i servizi sociali di base. Il raccordo operativo tra l’Ufficio di Piano ed il territorio per l’attuazione dei servizi rivolti direttamente all’utenza, verrà garantito dai servizi sociali di base, ai quali verranno affiancate equipe di servizi specialistici che operano su base distrettuale (Servizio di Tutela Minori, NIL, Servizio Socio Educativo, Affido, Sportello Immigrati.) Individuare i criteri per una regolamentazione omogenea per l’accesso ai servizi sociali e per le modalità di partecipazione alla copertura della spesa da parte dell’utenza, con previsione di una sua adozione per fasi successive in modo incrementale.
Nel corso dello scorso triennio è stata garantita a livello comunale la copertura territoriale per i servizi sociali di base. Gli stessi hanno rivestito sempre più un ruolo centrale nell’attuazione degli interventi, quale porta unica di accesso per le azioni distrettuali. I servizi sociali di base hanno costituito il raccordo operativo tra l’Ufficio di Piano ed il territorio, sia per la gestione della casistica e dei rapporti con l’utenza con affiancamento dei servizi specialistici distrettuali, sia per la rilevazione dei bisogni del territorio e l’indirizzo delle progettazioni distrettuali specifiche. Nel corso del triennio è inoltre stato costruito un regolamento distrettuale per l’accesso alle prestazioni ed ai servizi socio-assistenziali omogeneo su tutto il territorio distrettuale, che potrà essere adottato nel corso del prossimo triennio.
Organizzazione delle funzioni di segretariato sociale Rilevare la presenza sul territorio dei soggetti che svolgono funzioni di segretariato sociale. Valutare eventuali modalità organizzative dell’intervento che siano omogenee per l’intero ambito. Attivare intese con l’ASL per garantire l’unitarietà dell’accesso alla rete dei servizi e favorire una presa in carico globale del bisogno.
La funzione è stata garantita sia dai servizi sociali comunali sia da altri soggetti presenti sul territorio (ad esempio Sportello Immigrati, Centri di ascolto Caritas, servizi socio-sanitari, sindacati). L’Ufficio di Piano ha agevolato lo svolgimento della funzione attraverso la diffusione della conoscenza delle risorse e delle opportunità esistenti nel territorio nei confronti sia dei servizi sociali sia di altri enti (Caritas, ASL, …), garantendo una maggiore circolarità di informazioni.
Integrazione sociale e sanitaria promuovendo collaborazioni ai diversi livelli: istituzionale, gestionale, operativo – funzionale
Nel rispetto delle reciproche competenze e a partire da quanto previsto dal DPCM 14/02/2001 e dal DPCM 29/11/2001, verrà perseguito l’obiettivo dell’integrazione
i l i it i i i tti i tit i li
Nel corso dello scorso triennio sono statI promossi molteplici incontri e tavoli di confronto per la definizione dei rapporti di collaborazione e l d lità di i t i li lt i tti
6
sociale e socio-sanitaria con i vari soggetti istituzionali coinvolti, proponendo laddove possibile la sottoscrizione di protocolli operativi e formalizzando le diverse collaborazioni.
le modalità di integrazione con gli altri soggetti istituzionali e di terzo settore operanti in ambito sociale. In particolare sono state avviate forme di collaborazione in materia socio-sanitaria nei seguenti ambiti di intervento:
- Tutela minori - Attivazione dello sportello CeAD e
integrazione tra i servizi ADI e SAD comunali
- Presa in carico del paziente psichiatrico E’ stato avviato inoltre un confronto con la Provincia di Varese in merito alle competenze rispetto al trasporto scolastico e assistenza ad personam in favore di studenti disabili delle scuole secondarie di secondo grado.
Promozione e supporto alla genitorialità e al protagonismo familiare
Prevenzione del disagio e supporto alla genitorialità attraverso Servizio Socio Educativo, Progetto Affido e Progetto Natalità. Sostegno alla domiciliarità e valorizzazione del lavoro di cura attraverso interventi di orientamento, buoni sociali, tutoring domiciliare. Erogazioni di titoli a famiglie con 4 o più figli. Valutazione di eventuali agevolazioni TARSU.
Sono stati svolti gli interventi previsti di prevenzione e supporto alla genitorialità attraverso l’azione sinergica del Servizio Socio Educativo e dei progetti a vario titoli messi in campo sul tema. È stato garantito il supporto e l’orientamento in tema di lavoro privato di cura e sostegno alla domiciliarità valorizzando le funzioni svolte dai servizi comunali di segretariato sociale, dal CeAD e dallo Sportello Immigrati. Sono stati erogati buoni sociali in favore di famiglie con 4 o più figli di cui almeno uno minorenne.
Prevenzione e promozione delle politiche rivolte ad adolescenti e giovani, in particolare attraverso interventi di prevenzione delle forme di dipendenza e del bullismo.
Prosecuzione e consolidamento dell’attività del Servizio Socio Educativo, quale servizio che:
- promuove il benessere; - previene il disagio; - favorisce la diffusione, il rafforzamento e la
condivisione di metodi e linguaggi dell’interventi educativo
attraverso - interventi educativi individualizzati - interventi territoriali
È stata garantita la continuità del Servizio Socio Educativo; a partire dall’anno 2010, in seguito alla forte riduzione delle risorse disponibili, le attività del servizio sono state ridimensionate.
Si rimanda a quanto descritto a pag. 13 relativamente al Servizio Socio Educativo.
7
- interventi in ambito scolastico - formazione ed aggiornamento di adulti, docenti
ed operatori Raccordo con i soggetti del Terzo Settore sugli interventi che intenderanno avviare su questi temi, sempre nell’ambito delle modalità di collaborazione che il tavolo locale per il Terzo Settore individuerà.
Tutela della Salute Mentale Strutturazione di accordi e protocolli operativi di intesa con le ASL e le Aziende Ospedaliere al fine di una maggiore integrazione socio-sanitaria centrata in particolar modo sul livello operativo – funzionale. Prosecuzione della collaborazione tra NIL e CPS territorialmente competente per l’attivazione di tirocini lavorativi. Sensibilizzazione dei soggetti presenti sul territorio distrettuale e promozione degli interventi e delle iniziative volte alla tutela della salute mentale, in particolare di housing sociale.
A partire dal 2010 si è avviata una più stretta collaborazione sul piano operativo con i referenti del CPS di Laveno Mombello, che ha permesso di attuare una co-progettazione per l’erogazione di buoni sociali in favore di persone affette da patologia psichiatrica che accedono a percorsi di autonomizzazione. Nel corso del triennio è proseguita la collaborazione tra NIL e CPS per l’attivazione di tirocini lavorativi, attraverso la partecipazione a “Progetti Innovativi”.
Sostegno e assistenza ai disabili e alle loro famiglie Prosecuzione dell’erogazione di titoli sociali a sostegno di interventi individualizzati in favore di disabili gravi e a sostegno della frequenza di CSE.
Nel corso del triennio si è data continuità all’erogazione di voucher sociali per la frequenza a CSE.
Formazione e aggiornamento del personale Rafforzare l’offerta ai servizi sociali di base di momenti di supervisione sul tema della presa in carico di minori. Proseguire nell’organizzazione di momenti di formazione e confronto operativo a livello distrettuale.
L’Ufficio di Piano ha garantito la rilevazione del bisogno formativo del personale di welfare presente sul territorio e l’attivazione di corsi di formazione in collaborazione con Provincia di Varese.
8
2. AZIONI ED OBIETTIVI STRATEGICI DEL PIANO DI ZONA 2009-2011
AZIONI DI SISTEMA Obiettivo 2009-2011 Elementi di valutazione
Ufficio di Piano Garantire continuità, monitorando i modelli di lavoro ed organizzativi attuati, soprattutto in relazione al nuovo scenario legislativo (L.R. 3/2008) e alle funzioni derivanti.
Valutare e coordinare la partecipazione ai bandi per l’accesso a finanziamenti aggiuntivi tramite la predisposizione di progetti.
L’Ufficio di Piano ha garantito nella triennalità la progettazione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi pianificati, garantendo il supporto amministrativo necessario allo svolgimento delle diverse azioni e delle attività tecniche svolte dai servizi distrettuali. L’Ufficio ha inoltre garantito la costruzione e gestione del budget unico, avendo cura delle finalità specifiche dei diversi canali di finanziamento e della variabilità degli importi assegnati di anno in anno, a fronte dell’esigenza di una programmazione di più lungo periodo.
L’Ufficio ha mantenuto nel triennio la propria struttura organizzativa, che prevede competenze differenziate: direttive, tecniche ed amministrative.
Osservatorio Ampliare l’uso del sistema a interventi quali buoni e voucher sociali.
Rafforzare l’uso del sistema presso gli operatori.
Definire, eventualmente incrementare, e validare la reportistica.
Valutare possibili sinergie con altri enti (ASL e Provincia di Varese) per favorire una presa in carico unitaria e globale su alcuni specifici interventi.
Nello scorso triennio si è tentato l’ampliamento dell’utilizzo del sistema informatico per la gestione delle cartelle sociali anche agli interventi relativi a buoni e voucher sociali. Nonostante ciò lo scarso utilizzo dello strumento informatico da parte delle amministrazioni comunali non ha permesso la sperimentazione delle nuove funzionalità.
Nel 2011, a seguito dell’attivazione da parte di ASL di Varese dei voucher tutelari, si è ritenuto opportuna l’ adesione al programma ADIWEB.
Informazione Garantire la circolarità delle informazioni.
Valutare possibili sinergie con altri enti (ASL e Provincia di Varese) per una gestione ottimale dei flussi informativi su interventi, servizi e risorse.
Si è garantito ed implementato il flusso di informazioni su interventi, servizi e risorse del territorio di riferimento attraverso momenti e strumenti di scambio formali. Si è inoltre garantita l’informazione in merito all’aggiornamento normativo con particolare riguardo all’area della non autosufficienza e alla competenza al pagamento delle rette per strutture residenziali.
Formazione Individuare percorsi formativi specifici.
Collaborazione con altri soggetti (in particolare con Provincia di Varese) per il monitoraggio del fabbisogno formativo.
In collaborazione con il Tavolo Tecnico si è monitorato il bisogno formativo del personale impegnato nei servizi sociali comunali e distrettuali. In collaborazione con Provincia di Varese sono stati attivati n°3 corsi di formazione.
Nel 2009, è stata poi avviata una collaborazione con il Centro
9
TIAMA di Milano che grazie ad un progetto sostenuto da un finanziamento europeo (Bando Daphne) ha consentito la partecipazione degli operatori sociali del territorio al corso “Progetto Pollicino: impariamo a leggere i segnali”.
Fondo sociale di solidarietà
Garantire continuità nella costituzione del fondo di solidarietà Minori per l’assegnazione di risorse ai Comuni a parziale copertura delle spese sostenute per il pagamento di rette per strutture residenziali.
Valutazione di conferire continuità al Fondo di solidarietà disabili per l’assegnazione di risorse ai Comuni a parziale copertura delle spese sostenute per il pagamento di rette per strutture residenziali.
Si è data continuità al Fondo di Solidarietà Minori, costituito attraverso risorse comunali e del FNPS.
La convenzione in essere ha previsto che fosse a carico dell’Ufficio di Piano la gestione dei rapporti istituzionali ed economici tra gli enti coinvolti, che fossero sottoscrittori o meno della convenzione suddetta (come ad esempio i Comuni tenuti alla compartecipazione ai costi, ma esterni all’Ambito di Cittiglio). Sul punto è doveroso precisare che la gestione centralizzata dei recuperi della somme presso le amministrazioni comunali terze ha creato numerose difficoltà: infatti, le suddette amministrazioni riconoscono a fatica il ruolo dell’ISPe Valli del Verbano come soggetto interlocutore all’uopo incaricato dai Comuni dell’Ambito di Cittiglio e ciò crea ritardi negli accordi sulla suddivisione delle spese e nella liquidazione delle quote dovute. In vista della nuova pianificazione zonale e del rinnovo della convenzione occorrerà valutare nuove modalità di gestione dei rapporti con le amministrazioni terze.
Nel corso del triennio non si è data continuità con proprie risorse al Fondo di solidarietà per utenti disabili; si è garantita l’istruttoria ed il supporto amministrativo per l’assegnazione ai comuni del Distretto delle risorse sul bilancio socio-assistenziale dell’ASL finalizzate alla parziale copertura delle spese per rette di ricovero di disabili con particolari gravità e di ex pazienti psichiatrici.
Titoli sociali Garantire continuità e consolidamento all’erogazione di buoni e voucher sociali con le modalità sperimentate e perfezionate nel primi due trienni di programmazione zonale. Si intende gestire in modo delegato attraverso l’accordo di programma la funzione di accreditamento.
Si potuto garantire la continuità nell’erogazione di buoni e voucher sociali fino all’anno 2010; nel corso del 2011 infatti il taglio delle risorse assegnate ai distretti ha permesso di aprire bandi per l’erogazione di titoli sociali solo in favore di persone non autosufficienti o per finalità specifiche definite contestualmente all’assegnazione di risorse. In particolare, in funzione della DGR 11152/2010, relativa all’attuazione delle azioni di acquisto da parte del sistema pubblico di posti autorizzati nelle unità d’offerta socio educative per la prima infanzia, sono stati assegnati all’Ambito € 265.114,00 da utilizzare nell’ambito di un piano triennale la cui approvazione era in capo
10
all’Assemblea dei Sindaci. Sono stati quindi effettuati i seguenti passaggi: analisi territoriale dell’offerta di servizi prima infanzia,
attraverso la raccolta di dati indicati dalla suddetta DGR ed elaborazione proposta di utilizzo fondi tramite voucher sociali
elaborazione del Piano Triennale per la Prima Infanzia, approvato in prima istanza a giugno 2010
attivazione e coordinamento di un Tavolo di confronto con le strutture prima infanzia
approvazione integrazione del Piano Triennale per la Prima Infanzia a giugno 2011, con la previsione dell’avvio di un sistema di accreditamento dei servizi prima infanzia
attivazione di un sistema regolamentato di accreditamento dei servizi prima infanzia pubblici e privati
attivazione di un sistema regolamentato per l’erogazione di voucher sociale per l’accesso agevolato delle famiglie si servizi prima infanzia privati accreditati
Ad oggi risultano accreditate n. 5 strutture (n. 4 private e n. 1 pubbliche) e sono stati erogati n. 20 voucher sociali prima infanzia. In collaborazione con il Tavolo Tecnico, si sono adottate modalità di erogazione dei titoli che rispondessero all’esigenza di consolidamento di quanto già sperimentato nei precedenti trienni.
Riparto risorse regionali per le attività socio-assistenziali (Circ. 31/2005, ex circolare 4)
Definire priorità, criteri e modalità di gestione dei fondi regionali destinati al finanziamento dei servizi territoriali che verranno demandati agli ambiti distrettuali.
Sono stati programmati, approvati e finanziati per l’intero triennio i criteri di riparto delle risorse regionali per la gestione diretta di servizi a favore si soggetti pubblici e privati.
AREA ANZIANI Obiettivo 2009-2011
Servizio Assistenza Domiciliare
Valutare l’opportunità di uniformare gradualmente i servizi di assistenza domiciliare comunali, anche con l’adozione di regolamenti comuni.
Attivazione di un sistema di accreditamento che consenta ai comuni dell’ambito di erogare il servizio tramite voucher.
Nel corso del 2010 e 2011, è stato possibile dedicare alcune risorse del Fondo Non Autosufficienze per il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, al fine di uniformarli gradualmente, ampliare il numero dei destinatari del servizio e permettere a tutte le amministrazioni del distretto di erogare il servizio.
Misure di sostegno al Attuazione delle progettazioni previste (erogazione buoni sociali, In corrispondenza all’assegnazione di specifiche risorse volte al
11
lavoro privato di cura tutoring domiciliare, attività di sportello) in via sperimentale.
Monitoraggio del bisogno e della progettazione
sostegno del lavoro privato di cura, sono state implementate diverse azioni che potessero integrarsi con gli interventi già avviati sulla specifica area di utenza. In particolare sono stati erogati buoni sociali in integrazione con i buoni sociali disabili gravi, ampliandone il bacino di utenza ad una fascia anziana della popolazione e prevedendo la possibilità di finanziamento anche ad interventi di assistenza svolti da personale badante o direttamente dai familiari della persona non autosufficiente. È stato avviato un progetto di tutoring domiciliare per la formazione sul campo del personale badante assunto dai cittadini del Distretto, che non ha raccolto adesioni. Si è incrementata l’attività dello Sportello Immigrati per l’informazione, l’orientamento e l’accompagnamento nelle pratiche burocratiche delle famiglie e del personale badante straniero. E’ stato infine previsto un sostegno economico ai Comuni del distretto per l’implementazione dei propri servizi di assistenza domiciliare, come già illustrato nella descrizione dell’obiettivo specifico.
AREA DISABILI Obiettivo 2009-2011
Servizio Nucleo Inserimento Lavorativo
Garantire continuità al servizio: monitoraggio della richiesta e dell’efficacia dell’intervento.
Implementare rapporti collaborativi con il servizio relativo all’Area Fragilità dell’ASL a seguito della sua esternalizzazione.
Consolidamento della collaborazione con servizi InformaLavoro, Collocamento Mirato Disabili ed altri soggetti coinvolti in quest’area di intervento, ivi compresi i soggetti del privato sociale.
E’ stata garantita la continuità del servizio, che ha consolidato le proprie modalità di intervento e di presa in carico.
Si sono avviati collaborazione e confronto con il servizio Area Fragilità e con il servizio di InFormaLavoro, definendo con quest’ultimo percorsi condivisi per presa in carico di soggetti fragili.
Nel corso del triennio sono stati consolidati i rapporti con il Collocamento Mirato Disabili e definite modalità di collaborazione e presa in carico di persone. Grazie alla collaborazione avviata, è stato possibile presentare un progetto sul Piano Provinciale Disabili 2011/12, ottenendo un finanziamento.
Sono state costituite due “filiere” con Enti accreditati da Regione Lombardia (CFPIL e CESVIP) per la richiesta di Doti del Piano Provinciale 2011/12, potendo così accedere a ulteriori finanziamenti a sostegno di percorsi individualizzati di inserimento lavorativo.
Servizio Assistenza Domiciliare
Valutare l’opportunità di uniformare gradualmente i servizi di assistenza domiciliare comunali, anche con l’adozione di regolamenti di accesso condivisi.
Nel corso del 2010 e 2011, è stato possibile dedicare alcune risorse del Fondo Non Autosufficienze per il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, al fine di uniformarli gradualmente, ampliare il numero dei destinatari del servizio e
12
Attivazione di un sistema di accreditamento che consenta ai comuni dell’ambito di erogare il servizio tramite voucher.
permettere a tutte le amministrazioni del distretto di erogare il servizio.
Centro Socio Educativo Garantire continuità al servizio attraverso l’erogazione di voucher sociali.
Monitoraggio del bisogno e dell’efficacia dell’intervento.
Nel triennio si è garantita l’erogazione dei voucher sociali ai disabili residenti nel distretto, con aumento dei fruitori.
Sono inoltre state svolte le funzioni amministrative relative all’accreditamento delle strutture e alla verifica dei requisiti.
Servizio di Formazione all’Autonomia
Valutazione di un possibile ampliamento dell’accreditamento anche ai Servizi di Formazione all’Autonomia.
In seguito alla contrazione di risorse, non è stato possibile un ampliamento dell’accreditamento al Servizio.
Misure di sostegno al lavoro privato di cura
Attuazione delle progettazioni previste (erogazione buoni sociali, tutoring domiciliare, attività di sportello) in via sperimentale.
Monitoraggio del bisogno e della progettazione.
Si veda quanto già descritto per l’area anziani.
Buoni sociali progetti per disabili gravi
Consolidamento dell’erogazione di buoni sociali a sostegno di progetti individualizzati, valutando modalità maggiormente flessibili di presentazione dei progetti. Monitoraggio del bisogno e dell’efficacia dell’intervento.
In integrazione con le azioni del precedente obiettivo, si è garantita per l’intero triennio l’erogazione dei buoni sociali a favore di disabili gravi e delle loro famiglie, valorizzando la formulazione di progetti individualizzati di supporto e assistenza in ambito domiciliare.
AREA MINORI Obiettivo 2009-2011
Servizio Tutela Minori Garantire continuità al servizio: monitoraggio della richiesta e dell’efficacia dell’intervento.
Prosecuzione e monitoraggio sulla sperimentazione in materia di integrazione socio-sanitaria per prestazioni psicodiagnostiche e psicoterapeutiche.
Valutare potenziamento della dimensione educativa del servizio, attraverso un’ integrazione con il Servizio Socio Educativo.
Si è garantita continuità al servizio nella sua forma di gestione associata, andando a modificare nel 2010 alcune modalità operative, attraverso il confronto con il Tavolo Tecnico. In particolare, sono state previste modalità di archiviazione dei casi e restituzione dei casi di semplice monitoraggio ai servizi sociali comunali. In questo modo è stato possibile gestire proficuamente il carico di lavoro (in graduale, ma costante aumento).
È proseguita l’attività di sperimentazione in materia di integrazione socio-sanitaria per prestazioni psicodiagnostiche e terapeutiche. In particolare è stato sottoscritto un protocollo operativo con il Consultorio Familiare distrettuale e mantenuta la collaborazione con i servizi di neuropsichiatria infantile pubblici e privati accreditati. Il servizio territoriale di Psichiatria, invece, non ha dato alcuna disponibilità all’integrazione, se non per situazioni già in carico. In termini valutativi è da sottolineare che spesso i tempi i attesa e la qualità delle prestazioni rese dai servizi sanitari, ha indotto il servizio a provvedere alle prestazione prescritte
13
dall’Autorità Giudiziaria con risorse interne o alternative o a richiedere ulteriori accertamenti e precisazioni ai servizi incaricati, con conseguente allungamento dei tempi e sovraccarico di lavoro per il servizio stesso. Ciò ha indotto il servizio a valutare di mantenere all’interno delle proprie mansioni l’attività di valutazione delle capacità genitoriali, poiché attività ad altissima integrazione con le prestazioni sociali dovute dal servizio. Di conseguenza, l’incarico ai servizi esterni avviene solo per le attività di: psicodiagnosi, sostegno psicologico e psicoterapia.
Si precisa che stante la progressiva riduzione delle risorse destinate al Servizio Socio Educativo non è stato possibile prevedere un potenziamento delle dimensione educativa del servizio. È stata però avviata integrazione tra il STM e il SSE, attraverso un progetto di supporto psico pedagogico individualizzato a favore delle famiglie affidatarie; tale progetto è stato approvato nel dettaglio delle finalità, dei soggetti coinvolti e delle modalità operative dal Tavolo Tecnico.
Servizio Socio Educativo
Garantire continuità al servizio: monitoraggio della richiesta e dell’efficacia dell’intervento.
Aumentare l’attenzione sulle situazioni di rischio più marginali, valutando un potenziamento del mandato del servizio, attraverso un’integrazione con il Servizio Tutela Minori.
È stata garantita la continuità del servizio; a partire dall’anno 2010, in seguito alla forte riduzione delle risorse disponibili, le attività del servizio sono state ridimensionate.
Si è garantita una maggiore attenzione alle situazioni di rischio più marginali attraverso il mantenimento delle attività legate ai gruppi giovanili; l’integrazione con il Servizio Minori è stata promossa con particolare riguardo all’affido familiare e ai casi di minori inseriti nei gruppi di aggregazione in carico al Servizio Tutela Minori.
Il Servizio ha ottenuto nel 2010 un premio a livello nazionale per la qualità e l’efficacia degli interventi, oltre a diversi riconoscimenti per il gruppo di aggregazione “Girls 4ever” che si è radicato sul territorio coinvolgendo un cospicuo numero di minori.
Centro Adozioni Garantire continuità alla gestione avviata attraverso:
- una gestione centralizzata, formalizzata tramite l’Accordo di Programma;
- la fornitura di personale sociale con costi a carico dei Comuni, quale compartecipazione alla gestione del Centro Adozione dell’ASL.
E’ stata garantita nel corso dell’intero triennio la compartecipazione al servizio offerto dall’ASL dando continuità alla gestione amministrativa avviata attraverso la fornitura di personale sociale con costi a carico dei comuni.
14
Progetto Affido Attuazione dei percorsi formativi e di sensibilizzazione all’affido in raccordo con il Terzo Settore e gli Uffici di Piano di Luino ed Azzate.
Supportare gli interventi economici dei Comuni a favore delle famiglie affidatarie.
Nel corso del triennio si è mantenuto in capo all’Ufficio di Piano il coordinamento del tavolo di raccordo con il Terzo Settore e gli Uffici di Piano di Luino ed Azzate. È stato così possibile orientare e condividere le attività di progettazione dei soggetti di Terzo Settore in funzione dei bisogni dei territori interessati, creando ed individuando occasioni di promozione, sensibilizzazione e formazione all’affido e favorendo il sostegno del gruppo AMA delle famiglie affidatarie.
L’assemblea dei Sindaci ha mantenuto per tutto il triennio il criterio di sostenere con le risorse del FSR prioritariamente gli interventi economici che rispondessero ai requisiti precedentemente fissati dall’Assemblea stessa per i contributi per l’affido eterofamiliare o intrafamiliare.
Progetto natalità Monitorare la prosecuzione del progetto Spazio 0-3 anni.
Valutare gli esiti dell’intervento.
Valutare l’opportunità di una prosecuzione, eventualmente in integrazione con l’attività del Servizio Socio Educativo.
E’ stata garantita fino al 2010 la prosecuzione del progetto Spazio 0-3 anni presso Casa Fraschini a Cittiglio, in integrazione con le azioni promosse dal Servizio Socio Educativo e con un’elevata partecipazione alle attività.
Nonostante la richiesta dei cittadini di prosecuzione degli interventi, non è stato possibile garantire continuità dell’intervento per l’anno 2011 a causa della mancanza di fondi.
Sostegno ai costi sostenuti per le funzioni di cura attraverso titoli sociali (titoli famiglie numerose)
Attuazione delle progettazioni previste (erogazione buoni sociali) in via sperimentale.
Monitoraggio del bisogno e della progettazione.
Apertura di n° 2 bandi per l’erogazione di buoni sociali al supporto di famiglie con 4 o più figli, di cui almeno uno minorenne, finalizzati a sostenere l’accesso a servizi per la prima infanzia e a servizi integrativi, nonché ad integrare il reddito delle famiglie in cui la funzione di cura e di accudimento dei figli minori, in particolare se disabili, impedisce temporaneamente ad almeno 1 dei genitori lo svolgimento regolare e continuativo di attività lavorativa.
Servizi Asili Nido, Nidi Aziendali e Nidi Famiglia
Nell’ottica di governo della rete delle unità d’offerta, si intende valutare la possibilità di avviare un raccordo conoscitivo e informativo tra tali servizi e l’Ufficio di Piano.
L’attivazione di un raccordo conoscitivo e informativo tra i servizi prima infanzia e l’Ufficio di Piano è stato possibile nell’ambito degli adempimenti dovuti secondo la DGR 11152/2010, relativa all’attuazione delle azioni di acquisto da parte del sistema pubblico di posti autorizzati nelle unità d’offerta socio educative per la prima infanzia. A partire dall’autunno 2010, si è costituito un tavolo di confronto, coordinato dall’Ufficio di Piano e al quale sono stati invitati a partecipare i referenti dei servizi prima infanzia (pubblici e privati) presenti nell’Ambito. Al suddetto tavolo hanno partecipato
15
attivamente e mediamente 8 strutture su 17 presenti. Scopo del percorso era molteplice: - approfondire la conoscenza delle strutture presenti sul territorio e delle loro caratteristiche; - Pervenire ad una condivisa e diffusa conoscenza dello strumento dell’accreditamento nei servizi alla prima infanzia; - proporre all’Assemblea dei Sindaci una sperimentazione ampiamente condivisa dell’uso dei voucher sociali nell’ambito dei servizi per la prima infanzia. Ad esito del percorso fatto si precisa che nell’autunno 2011, è stato approvato il regolamento per la istituzione dell’Albo dei servizi prima infanzia accreditati ed emesso il relativo bando; ad oggi, i servizi accreditati sono 5 (n. 4 afferenti al sistema privato e 1 afferente al sistema pubblico). Alla fine dell’anno 2011 è stato approvato il regolamento per l’erogazione di voucher sociali ed emesso il relativo bando destinato alle famiglie per l’accesso agevolato ai servizi prima infanzia accreditati; i primi voucher (n. 20) sono stati erogati a gennaio 2012.
AREA IMMIGRAZIONE
Obiettivo 2009-2011
Sportello Immigrati Consolidamento del servizio.
Monitoraggio del bisogno e dell’efficacia dell’intervento.
Lo Sportello Immigrati nel corso del triennio ha sviluppato molto la propria attività, raggiungendo un sempre maggior numero di persone e aprendo nel giugno 2009 un nuovo sportello con sede a Cuveglio per la copertura dell’intero territorio distrettuale. L’attività è stata sostenuta in collaborazione con la cooperativa Mediazione Integrazione, che attraverso progettazioni condivise, ha potuto mettere a disposizione alcuni fondi oltre al personale di sportello altamente qualificato.
L’attività di sportello ha inoltre avviato negli anni 2009 e 2010 un’importante attività di mediazione culturale rivolta agli operatori sociali dei servizi comunali e distrettuali e alle istituzioni scolastiche al fine di agevolare l’accesso e la fruizione dei servizi da parte dei cittadini stranieri.
Lo Sportello Immigrati, in continuità con gli anni precedenti, ha assicurato il raccordo con la rete provinciale dei servizi rivolti all’immigrazioni e la rilevazione puntuale dei dati relativi all’attività svolta. In collaborazione con la Cooperativa Mediazione Integrazione, che
16
ha gestito il servizio, e attraverso l’aggiudicazione di un bando provinciale per tutte le annualità del triennio, è stato ottenuto un finanziamento aggiuntivo a supporto dell’attività di sportello e di mediazione culturale, che ne ha permesso un parziale potenziamento.
Nel corso del 2011, considerato il taglio dei fondi sul FNPS, si è indetto un bando per la co-progettazione del servizio che prevede il reperimento di risorse da parte del soggetto gestore tramite la partecipazione a bandi e l’eventuale compartecipazione ai costi anche da parte dell’utenza.
Si è garantita la collaborazione con Prefettura di Varese per la realizzazione di un corso sperimentale per Badanti nel territorio distrettuale.
AREA ADULTI IN DIFFICOLTA’
Obiettivo 2009-2011
Area Salute Mentale Partecipazione a tavoli interistituzionali distrettuali e provinciali di confronto.
Valutazione della possibilità di avviare un percorso sulle modalità di integrazione socio-sanitaria nell’ambito della residenzialità leggera.
Rafforzamento della collaborazione con servizi ospedalieri territoriali, attraverso tavoli che favoriscano il confronto e l’integrazione socio-sanitaria a livello operativo e gestionale
Nel corso del triennio ed in particolare nel corso della prima annualità, l’Ufficio di Piano ha partecipato a diversi tavoli interistituzionali provinciali sul tema della salute mentale. È inoltre stato avviato un confronto a livello operativo per favorire l’integrazione socio-sanitaria e la collaborazione con i servizi ospedalieri operanti nel territorio, anche attraverso la partecipazione al Tavolo Tecnico dei referenti del CPS di Laveno Mombello. Tale collaborazione ha permesso la sottoscrizione di un protocollo operativo per l’erogazione di buoni sociali per persone affette da patologia psichiatrica che prevede la presentazione di progetti individualizzati condivisi tra servizi sociali comunali e CPS finalizzati a percorsi di autonomizzazione e di accesso a strutture diurne, tra cui anche l’housing sociale.
Servizio Nucleo Inserimento Lavorativo
Garantire continuità al servizio: monitoraggio della richiesta e dell’efficacia dell’intervento.
Implementare rapporti collaborativi con il servizio relativo all’Area Fragilità dell’ASL a seguito della sua esternalizzazione.
Consolidamento della collaborazione con servizi InformaLavoro, Collocamento Mirato Disabili ed altri soggetti coinvolti in quest’area di intervento, ivi compresi i soggetti del privato sociale.
Si veda quanto già descritto nell’area Disabili.
Sono stati consolidati i rapporti di collaborazione con le cooperative sociali presenti sul territorio, in particolare con cooperativa Charis con cui è stata rinnovata la Convenzione per momenti osservativi specifici in fase di valutazione e l’attivazione di tirocini osservativo-formativi nella fase di presa in carico.
Si è intensificata la collaborazione con il CPS di Laveno M. per la presa in carico e la condivisione di problematiche inerenti utenti
17
Valutazione di misure a sostegno a interveneti di borsa lavoro.
Valorizzazione e consolidamento delle collaborazioni già avviate con le Cooperative sociali del territorio per inserimenti delle persone disabili e/o a rischio di emarginazione, attraverso lo strumento del tirocinio osservativo e formativo e attraverso una maggiore sensibilizzazione al tema delle amministrazioni comunali.
segnalati dal servizio sanitario. È stato inoltre rinnovato per l’intero triennio il protocollo di intesa per Progetti Innovativi, con avvio di alcuni tirocini osservativi con finalità orientative e riabilitative in favore di persone con patologia psichiatrica.
18
Al fine di una quantificazione e di una descrizione dettagliata dell’attività svolta nel triennio 2009-2011 si rinvia alle relazioni presentate al termine di ogni annualità.
Di seguito si riportano in modo sintetico i dati quantitativi maggiormente significativi.
SERVIZIO DI INSERIMENTO LAVORATIVO
2009 2010 2011
Utenza del servizio Casi in Carico: 129
Segnalazioni: 41
Assunzioni: 17
Tirocini attivati: 20
Casi in Carico: 121
Segnalazioni: 37
Assunzioni: 12
Tirocini attivati: 32
Valutazioni presso laboratori osservativi: 15
Doti avviate: 7
Casi in Carico: 128
Segnalazioni: 20
Assunzioni: 11
Tirocini attivati:33
Valutazioni presso laboratori osservativi: 14
Doti avviate: 8
SERVIZIO TUTELA MINORI 2009 2010 2011
Utenza del servizio N° famiglie: 161 N° minori: 207
N° famiglie: 174 N° minori: 246
N° famiglie: 185 N° minori: 257
Trend anni precedenti
2006 2007 2008 2009 2010 2011
famiglie minori famiglie minori famiglie minori famiglie minori famiglie minori famiglie minori
Casi in carico 89 126 112 160 146 204 161 207 174 246 185 257
Di cui nuove segnalazioni 25 27 38 50 41 51 54 64 63 87 55 72
Dal 2006 il numero delle famiglie in carico al servizio è aumentato del 208%, mentre il numero dei minori del 204%. L’andamento è costantemente in crescita sia per i casi in carico sia per le nuove segnalazioni, con punta massima nel 2010; nel 2011 si registra una piccola riduzione nel numero di nuove segnalazioni.
19
SERVIZIO EDUCATIVO PER LA FAMIGLIA
AZIONI ANNO SCOLASTICO 2008/2009
INTERVENTI EDUCATIVI INDIVIDUALIZZATI n. 20 minori
Girls4ever: hanno partecipato alle attività n° 52 ragazze provenienti da 13 diversi comuni del Distretto
RadioAdo: hanno partecipato alle attività n° 44 ragazzi provenienti da 11 diversi comuni. n. 3 gruppi di aggregazione
Laboratori mediatici: i laboratori hanno coinvolto un totale di 86 minori di età compresa tra i 6 e gli 18 anni.
Supporto ai poli aggregativi del Distretto attraverso un bando di finanziamento
Sono stati finanziati 9 poli aggregativi (CAG, ludoteche, doposcuola) per un totale di 60.190,11 euro.
Supervisione per gli educatori delle attività extrascolastiche 4 poli aggregativi hanno usufruito dell’offerta.
Tempo per le famiglie Sono state inserite in questo nuovo servizio 42 coppie adulto/bambino. Il servizio, presente a Cittiglio, ha implementato la propria attività per rispondere alla crescente richiesta da parte della cittadinanza.
INTERVENTI TERRITORIALI
Giornate di formazione per genitori Sono state realizzate 9 serate, tre per ogni fascia di età, con un numero medio di partecipanti pari a 20 per le fasce 0/5 e 6/11 anni, mentre con una presenza di genitori piuttosto scarsa per la fascia 12/18 anni.
Giornate di formazione per gli operatori dei servizi educativi e per i docenti Sono stati realizzati 7 corsi con una media di 22 partecipanti ciascuno
Percorsi di prevenzione del disagio nelle classi prime della scuola primaria
Sono stati coinvolti 9 Scuole Primarie per un totale di 11 classi aderenti e la partecipazione di 198 alunni.
INTERVENTI SCOLASTICI
Percorsi di formazione per docenti Sono stati realizzati 2 corsi con una media di 13 partecipanti
20
AZIONI ANNO SCOLASTICO 2009/2010
INTERVENTI EDUCATIVI INDIVIDUALIZZATI n. 18 minori
Girls4ever: hanno partecipato alle attività n° 104 ragazze provenienti da 19 diversi comuni del Distretto
RadioAdo: hanno partecipato alle attività n° 34 ragazzi provenienti da 15 diversi comuni del Distretto n. 3 gruppi di aggregazione
Laboratori mediatici: i laboratori hanno coinvolto un totale di 100 minori di età compresa tra i 6 e gli 18 anni.
Supporto ai poli aggregativi del Distretto attraverso un bando di finanziamento
Sono stati finanziati 7 poli aggregativi (CAG, ludoteche, doposcuola) per un totale di 34.675,97 euro.
Supervisione per gli educatori delle attività extrascolastiche 7 poli aggregativi hanno usufruito dell’offerta
Tempo per le famiglie
Sono state inserite in questo nuovo servizio 42 coppie adulto/bambino. Il servizio, presente a Cittiglio, ha implementato la propria attività per rispondere alla crescente richiesta da parte della cittadinanza. A partire dal secondo semestre del 2010 non è stato possibile riproporlo per mancanza di finanziamenti.
INTERVENTI TERRITORIALI
Giornate di formazione per genitori Sono state realizzate 7 serate per un numero medio di 60 partecipanti a serata
Giornate di formazione per gli operatori dei servizi educativi e per i docenti Sono stati realizzati 5 corsi con una media di 25 partecipanti ciascuno
INTERVENTI SCOLASTICI Percorsi di prevenzione del disagio nelle classi prime della scuola primaria
Sono stati coinvolti 4 Istituti Comprensivi per un totale di 9 classi aderenti e la partecipazione di 155 alunni
21
AZIONI ANNO 2011
(nel 2011 vi è stato un drastico ridimensionamento delle risorse disponibili e , conseguentemente, delle attività)
INTERVENTI EDUCATIVI INDIVIDUALIZZATI n. 12 minori
n. 1 gruppi di aggregazione Girls4ever: la partecipazione alle attività del gruppo, anche durante il periodo estivo è stata elevata. In particolare per i gruppi avviati a partire da settembre 2011 a Laveno M. e Brebbia si è registrato un numero medio di 23 iscrizioni.
Supporto individualizzato per le famiglie impegnate nell’affido
È stato definito un protocollo operativo per l’integrazione del servizio con il Servizio Tutela Minori. È stato avviato il percorso di affiancamento per n° 4 famiglie del territorio.
Supervisione per gli educatori delle attività extrascolastiche
Non è stato possibile avviare questa attività per mancata sostituzione dell’operatore di riferimento in maternità.
Tavoli territoriali per lo sviluppo di comunità
È stato attivato un tavolo del terzo settore al fine di creare sinergie e ottimizzare le risorse mediante una progettazione condivisa
Supporto alla relazione adulto bambino nella fascia 0-3 Non è stato Attivato per mancanza di spazi disponibili.
Raccordo distrettuale Piano Infanzia Sono stati attivati tavoli di raccordo con le strutture pubbliche e private del Distretto ed è stato definito il Piano Infanzia, secondo le direttive di Regione Lombardia.
INTERVENTI TERRITORIALI
Reperimento fondi e partecipazione a bandi per sostenere o ampliare i progetti esistenti
- il Bando Premio Amico della Famiglia ha consentito la prosecuzione per il 2011 del gruppo Girls4ever e l’implementazione dell’ADM per il periodo settembre 2011/luglio 2012
- il premio Famiglie e Lavoro ha consentito il finanziamento di attività formativa e favorito l’accesso ad iniziative legate al tema della conciliazione
- partecipazione al Bando Cariplo “Costruire e rafforzare i legami nelle comunità locali” presentato in sinergia con il terzo settore: la proposta non ha ottenuto finanziamenti
- partecipazione al bando Cariplo in tema di family empowerment
22
SPORTELLO IMMIGRATI 2009 2010 2011 note
Accessi dell’utenza 2376 Di cui Stranieri: 2091 (88%) Italiani: 285 (12%)
2441 Di cui Stranieri: 2182 (89%) Italiani: 259 (11%)
2846 Di cui Stranieri: 2643 (93%) Italiani: 203 (7%)
L’orario di apertura degli sportelli è stato modificato nel corso del triennio a seconda delle ore operatore disponibili in corrispondenza delle risorse finanziarie. Ciò non ha comunque determinato una diminuzione dell’affluenza al servizio.
FREQUENZA DELLE PROBLEMATICHE PRESENTATE
2009 2010 2011
Pratiche relative al soggiorno 2311 2164 2514
Cittadinanza 413 427 528
Lavoro/subentro/previdenza 325 286 99
Abitazione 104 104 21
Salute 68 94 36
Scuola/formazione/equivalenza titoli 67 93 40
Vari familiari (traduzione, matrimonio, …)
317 268
Minore età 88 121
206
Turismo/invito 367 367 93
Totale 4060 3924 3537
23
FONDO DI SOLIDARIETA’ MINORI 2009 2010 2011
N° minori 32 43 55
Totale spesa per le rette € 652.959,72 € 982.525,69 € 1.347.818,43 Dalla tabella su riportata si rileva il forte aumento dei casi di minori inseriti in comunità a seguito di provvedimento dell’Autorità Giudiziaria; nel triennio infatti il numero di minori è salito del 170%, mentre i costi sono aumentati del 206 %. TITOLI SOCIALI EROGATI
2009 2010 2011 Note
BUONI SOCIALI FRAGILITA’ 163
103
- Nel 2011 non sono stati erogati buoni per assenza di fondi disponibili.
BUONI FAMIGLIE NUMEROSE 19
- 24
Il secondo bando è stato aperto nel corso del 2010. Nel 2011 si è provveduto all’effettiva erogazione dei buoni sociali.
BUONI SOCIALI IN FAVORE DI
DISABILI GRAVI
30
28
38 Il bando per l’anno 2011 è articolato su due annualità: 2011 e 2012 con un budget complessivo di € 200.000
BUONI SOCIALI IN FAVORE DI
PERSONE AFFETTE DA
PATOLOGIA PSICHIATRICA
- - 1 Il budget a disposizione è pari a € 11.320 sul bilancio anno 2009
VOUCHER PER C.S.E. 2 9 11 Nel 2009 è stato aperto il bando per l’erogazione dei voucher solo nel secondo semestre.
24
COSTI SOSTENUTI NEL TRIENNIO PER L’EROGAZIONE DI SERVIZI
2009 2010 2011
Ufficio di Piano € 245.576, 42 € 222.725,40 € 206.603,50
Servizio Inserimento Lavorativo € 95.791,79 € 100.897,64 € 93.401,87
Sportello Immigrati € 23.878,40 € 19.784,80 € 10.000,00
Servizio Tutela Minori € 207.804,84 € 188.560,96 € 174.310,13
Servizio Educativo per la Famiglia € 202.989,84 € 159.180,15 € 131.992,99
TOTALE € 776.041,29 € 691.148,95 € 616.308,49
CANALI DI FINANZIAMENTO
2009 2010 2011 ENTRATE
% sul totale % sul totale % sul totale
FNPS € 570.337,00 25% € 265.690,00 10% € 298.801,00 10%
Comuni € 778.992,32 33% € 1.114.440,29 41% € 1.494.012,43 52%
Fondi vincolati (FSR, Intese, FNA)
€ 756.930,00 33% € 810.577,00 30% € 724.696,03 25%
Avanzi anni precedenti
€ 196.096,00 8% € 125.581,00 5% € 84.091,00 3%
Altro € 24.220,03 1% € 45.772,45 2% € 295.743,38 10%
La sintetica rappresentazione sopra riportata evidenzia il forte impatto rappresentato dal “Sistema Piano di Zona” per la popolazione ed il territorio dell’Ambito
Distrettuale di Cittiglio.
Le risorse nazionali e regionali messe a disposizione hanno permesso, a partire dal 2003, uno sviluppo di servizi che, altrimenti, non avrebbero potuto essere attivati
con le sole energie messe a disposizione dai Comuni.
25
La pianificazione zonale e la gestione associata delle risorse e degli interventi ha permesso sul piano dell’efficacia di raggiungere e consolidare importanti risultati
quali:
una visione strategica unitaria ed un coordinamento efficiente delle attività;
una migliore gestione dei casi attraverso un’alta e specifica professionalità ed attraverso una costante attività di equipe e di confronto tra operatori;
l’ottimizzazione di risorse finanziarie ed umane, in particolare il know-how e tutte le risorse conoscitive, la circolazione di informazioni e di contenuti della
formazione a cui partecipano i diversi operatori;
una miglior conoscenza e rapporto con il territorio ed in particolare con i soggetti del terzo settore;
la conoscenza e la diffusione/pubblicizzazione dei servizi in modo più capillare;
un unico riferimento per l’utenza.
L’incisività e la presenza di una pianificazione sovracomunale ha permesso, oltre alla creazione di nuove opportunità per la cittadinanza attraverso l’erogazioni di
servizi e titoli sociali, l’attivazione del tessuto sociale attraverso il costante lavoro di raccordo con i soggetti di terzo settore nonché la catalizzazione di ulteriori
finanziamenti e l’implementazione di attività sperimentali. Ciò è stato possibile grazie alla presenza di servizi strutturati che hanno permesso di avere a disposizione
le risorse e le competenze per garantire la progettazione, l’attuazione delle attività, la quota necessaria di cofinanziamento e la base necessaria sulla quale poter
sviluppare interventi innovativi.
Il trend economico dell’ultimo quinquennio dimostra come alla contrazione delle risorse nazionali e regionali di settore, a disposizione del Distretto, sia corrisposta
una diminuzione di attività e di servizi ed un importante aumento della spesa sociale a carico delle amministrazioni comunali.
Il bilancio del Piano di Zona è infatti passato da € 2.578.490 del 2008 a € 2.897.343 del 2011, con una significativa diversificazione della composizione delle risorse
che evidenzia come il Fondo Nazionale Politiche Sociali sia diminuito, nel quinquennio, del 77,60%, il Fondo Sociale Regionale del 25% dal 2008, mentre le risorse
comunali sono aumentate del 160% (dato 2011).
La spesa sociale è in gran parte rappresentata dagli interventi nell’area minori, pari al 67% senza considerare l’erogazione di titoli sociali, mentre nel 2008 era pari
al 48,17%, con una forte incidenza della spesa derivante dalle rette per il ricovero dei minori in comunità, passata da € 652.959,72 nel 2009 a € 1.347.818,43 nel
2011 (+206%).
In particolare nell’ultimo triennio si è registrato l’aumento esponenziale dei costi a carico dei Comuni relativi non solo all’inserimento in strutture residenziali di minori,
ma anche per altri importanti interventi a favore delle fasce più fragili della popolazione quali:
- sostegno di persone disabili in ambito domiciliare;
- integrazione di rette di comunità residenziali e diurne per disabili;
- integrazione rette di ricovero per anziani non autosufficienti;
- integrazione rette di ricovero in RSA di disabili, che al compimento del sessantacinquesimo anno di età vengono posti a carico dell’ente locale.
26
AREA DISTRETTUALE DI LAVENO MOMBELLO
Ambito Territoriale di Cittiglio
Piano di Zona 2012-2014
27
1 – DATI DI CONTESTO Popolazione residente al 31/12/2011
COMUNE N. ABITANTI AZZIO 812BARDELLO 1.559BESOZZO 9.195BIANDRONNO 3.292BREBBIA 3.357BREGANO 854BRENTA 1.832CARAVATE 2.620CASALZUIGNO 1.323CASSANO VALCUVIA 679CASTELLO CABIAGLIO 545CITTIGLIO 4.014COCQUIO TREVISAGO 4.821CUVEGLIO 3.473CUVIO 1.702DUNO 164GAVIRATE 9.363GEMONIO 2.918LAVENO MOMBELLO 9.078LEGGIUNO 3.585MALGESSO 1.317MASCIAGO PRIMO 289MONVALLE 1.976ORINO 861RANCIO VALCUVIA 936SANGIANO 1.563TOTALE DISTRETTO 72.128
L’ampiezza dei comuni si caratterizza come medio-piccola: la maggior parte dei comuni dell’Ambito ha infatti una dimensione compresa tra i 1.000 ed i 5.000
abitanti, mentre soltanto tre comuni (Besozzo, Gavirate e Laveno Mombello) superano i 9.000 abitanti. E’ da rilevare inoltre l’elevata presenza di comuni piccoli o
piccolissimi che corrispondono a circa un terzo.
28
Rispetto al triennio precedente, si registra un aumento molto contenuto della popolazione passando da 71.168 abitanti al 31/12/2008 al dato attuale, con incremento
pari a 1,3 %.
Il contesto territoriale si caratterizza, oltre alla ridotta dimensione dei comuni, per un territorio montano esteso con una delle densità di popolazione più basse della
Provincia di Varese, scarsa presenza di servizi e collegamenti ed una realtà produttiva e lavorativa in forte difficoltà.
Caratteristiche della popolazione residente:
(fonti: ISTAT e Osservatorio Provinciale Politiche Sociali)
La popolazione residente nel Distretto di Cittiglio al 01/01/2011 è di 71.961unità, pari al 8,15 % dell’intera popolazione provinciale.
Tab. 1 - Popolazione residente per fasce di età:
Fasce di età Maschi Femmine Totale
0-14 anni 5.107 4845 9952
15-64 anni 23.580 23.400 46.980
> 64 anni 6.288 8.741 15.029
Totale 34.975 36.986 71.961
E’ da segnalare il rilevante numero di anziani di età superiore ai 75 anni che è pari a 6.610 unità, il 9.19% della popolazione residente. L’indice di vecchiaia, quale
rapporto tra popolazione superiore a 65 anni e quella tra 0/14 anni moltiplicato per 100, è pari a 151,21.
In linea con il trend demografico attuale, si rileva l’aumento della popolazione anziana in condizione di dipendenza, con forte impegno da parte dei nuclei famigliari a
provvedere alle mansioni di cura attraverso proprie risorse.
29
Tab. 2 - Popolazione straniera:
Valore assoluto Valore percentuale
Totale stranieri: 5996 8.33 % Provenienza
I principali paesi di provenienza si confermano quelli appartenenti all’Africa del Nord, in particolare dal
Marocco, seguito da Albania e Romania. E’ elevata anche la presenza di persone provenienti dagli stati
dell’Europa, ed in particolare da Germania, Francia e Regno Unito.
Le professioni prevalenti svolte da stranieri si confermano essere quelle di operaio edile per la popolazione maschile e domestica o assistente familiare per le
donne. Il tasso di natalità per la popolazione straniera evidenzia una propensione alla natalità molto maggiore rispetto a quella italiana, con forte contributo alla
crescita della popolazione residente nel Distretto di Cittiglio.
30
2 – IL QUADRO NORMATIVO
La normativa ispiratrice della nuova programmazione zonale può richiamarsi ai seguenti testi:
Il Governo della rete interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario
Legge Regionale 12 marzo 2008, n. 3 “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario”, come modificata
dalla L.R. 24 febbraio 2012, n. 2
Circolare 7 aprile 2008, n. 5 Prime indicazioni sui provvedimenti da adottare in ottemperanza alla legge regionale 12 marzo 2008, n. 3
Circolare 12 giugno 2008, n. 7, Indicazioni organizzative relative alla Direzione Sociale – anno 2008
Circolare 20 giugno 2008, n. 8, Seconda circolare applicativa della legge regionale 12 marzo 2008, n. 3
Circolare 27 giugno 2008, n. 9, Costituzione Ufficio di protezione Giuridica delle persone prive di autonomia o incapaci di provvedere ai propri interessi
DGR 13 giugno 2008, n. 7437, Individuazione unità d’offerta sociali
DGR 13 giugno 2008, n. 7438, Individuazione unità d’offerta socio – sanitarie
DGR 30 luglio 2008 n° 7797, Rete dei servizi alla persona in ambito sociale e socio sanitario. Istituzione del Tavolo di consultazione dei soggetti del Terzo
Settore (art. 11 lett. M, L.R. 3/08)
DGR 30 luglio 2008 n° 7798, Rete dei servizi alla persona in ambito sociale e socio sanitario. Istituzione degli Organismi di consultazione degli Enti Locali di
diritto pubblico e privato e delle organizzazioni sindacali. (art. 11 lett. C, L.R. 3/08)
DGR 16 novembre 2011 n° 2505 “Un welfare della sostenibilità e della conoscenza. Linee di indirizzo per la programmazione locale 2012-2014”
Il sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali
D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti Locali”
Legge Regionale 5 gennaio 2000, n. 1 ”Riordino del sistema delle autonomie locali”
D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”
Legge 8 novembre 2000, n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
DPCM 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”
Area Minori e Famiglia
Legge 4 maggio 1983, n. 184 “Diritto del minore ad una famiglia”, con modifiche in base alla legge 149/2001
Legge 28 agosto 1997, n. 285 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”
Legge Regionale 26 ottobre 1999, n. 23 “Politiche Regionali per la famiglia”
31
Circolare regionale 17 dicembre 2003, n. 42 “Competenze in merito agli oneri per minori inseriti in strutture residenziali e in affido familiare”
Legge Regionale 14 dicembre 2004, n. 34 “Politiche Regionali per i minori”
Circolari Regionali 6 novembre 2007 n. 6 e n. 35 “Oneri per minori inseriti in strutture residenziali o in affido familiare”
Dgr n° IX / 1772 del 24/05/2011 “Linee guida per l'affidamento familiare (art. 2 l. 149/2001)”
DGR 28 luglio 2011 n. 2055 “Determinazioni in ordine all’attuazione di interventi integrati a favore delle famiglie”
D.g.r. 22/10/2008 n. 8243 “Realizzazione di interventi a favore delle famiglie e dei servizi socio-educativi per la prima infanzia”
DGR 2413 del 26/10/2011 “Fondo per le politiche della famiglia a favore dei servizi socio-educativi per la prima infanzia e di altri interventi a favore delle
famiglie”
DGR 22 dicembre 2011 n. 2715 “Determinazioni in ordine agli interventi a sostegno del trasporto degli studenti con disabilità frequentanti corsi di istruzione
secondaria superiore e percorsi di formazione professionale in diritto-dovere”
Piano di azione territoriale per la conciliazione:
Legge 8 marzo 2000, n. 53 "Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei
tempi delle città"
Dgr n° IX / 1576 seduta del 20/04/2011 “Determinazioni in ordine all’attuazione del piano regionale per favorire la Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”
Dgr 5 agosto 2010 - n. 9/381 “Determinazione in ordine al recepimento e all’attuazione dell’intesa sottoscritta il 29 aprile 2010 tra governo, regioni, Province
autonome di Trento e Bolzano, anci, upi e uncem per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
Politiche giovanili
D.G.R. 16 novembre 2011 n. IX/2508 Approvazione documento “Linee di indirizzo per una governance delle politiche giovanili in Lombardia 2012/2015”.
Area della Non Autosufficienza
Legge 5 febbraio 1992, n. 104, “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”
DGR 11 dicembre 2009 n. 10759 “Determinazione in ordine alla realizzazione del Centro per l’Assistenza Domiciliare (CeAD)”
DGR 15 dicembre 2010 n. 983 “Determinazioni in ordine al piano d’azione regionale per le politiche in favore delle persone con disabilità e alla relativa
relazione tecnica”
Deliberazione del direttore generale n. 834 del 30/11/2011piano locale d’azione per le politiche in favore delle persone con disabilita della Provincia di
Varese
DGR 18 maggio 2011 n. 1746 “Determinazioni in ordine alla qualificazione della rete dell’assistenza domiciliare in attuazione del PSSR 2010/2014”
Area delle nuove povertà
32
D. lgs. 25 luglio 1998, n. 286 “Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”
Legge 12 marzo 1998, n. 68 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”
L.R. 14 febbraio 2005, n° 8, “Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli istituti penitenziari della Regione Lombardia”
Legge Regionale 28 settembre 2006, n° 22, “Il mercato del lavoro in Lombardia”
DGR VIII/006273 del 21dicembre 2007 “Erogazione dei servizi di istruzione e formazione professionale, nonché dei servizi per il lavoro e per il
funzionamento dei relativi albi regionali. Procedure per l’accreditamento degli operatori pubblici e privati”
Legge Regionale del 28 dicembre 2009 n. 27 “Testo unico delle leggi regionali in materia di edilizia residenziale pubblica”
Autorizzazione e accreditamento delle unità d’offerta sociali
DGR VII/20588 del 11 febbraio 2005, Definizione dei requisiti minimi strutturali ed organizzativi per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi sociali per la
prima infanzia”
DGR VII/20943 del 16 febbraio 2005, “Definizione dei criteri per l’accreditamento dei servizi sociali per la prima infanzia, dei servizi di accoglienza
residenziale per minori e dei servizi sociali per persone disabili”
DGR VII/20763 del 16 febbraio 2005, “Definizione dei requisiti minimi strutturali ed organizzativi per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi sociali per
le persone disabili”
Circolari regionali del 14 giugno 2007, n. 3 e n. 18, “Indirizzi regionali in materia di formazione ed aggiornamento degli operatori socioeducativi ai fini
dell’accreditamento delle strutture sociali per minori e disabili ai sensi della DGR VII/20943 del 16 febbraio 2005: Definizione dei criteri per l’accreditamento
dei servizi sociali per la prima infanzia, dei servizi di accoglienza residenziale per minori e dei servizi sociali per persone disabili”
DGR 13 giugno 2008, n. 7433, Definizione dei requisiti minimi per il funzionamento delle unità d’offerta sociale “Servizio di formazione all’autonomia per le
persone disabili”
Circolare Regionale n. 1 del 16 gennaio 2009 “Accreditamento delle Unità d’offerta sociali” e successiva nota esplicativa del 18 febbraio 2009
Area dell’integrazione socio sanitaria
Legge 18 febbraio 1999, n. 45 “Disposizioni per il Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga e in materia di personale dei Servizi per le
tossicodipendenze”
DPCM: 14 febbraio 2001 “Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie”
DGR 19 dicembre 2007 n° 6219 “Approvazione delle linee guida regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza nella popolazione
preadolescenziale e adolescenziale”
Deliberazione n. IX/0088 del 17 novembre 2010 Piano socio sanitario regionale 2010-2014.
33
DGR 28 febbraio 2007 n. 8/4221 Riordino della residenzialità psichiatrica in attuazione della DGR 17/05/2004 n. 7/17513 “Piano regionale triennale per la
salute mentale”
Terzo Settore
Legge 11 agosto 1991, n. 266 “Legge quadro sul volontariato”
Legge 8 novembre 1991, n. 381 “Disciplina delle Cooperative Sociali”
Legge Regionale 14 febbraio 2008, n. 1 “Testo unico delle leggi regionali in materia di volontariato, cooperazione sociale, associazionismo e società di
mutuo soccorso”
DGR 30 luglio 2008 n° 7797, Rete dei servizi alla persona in ambito sociale e socio sanitario. Istituzione del Tavolo di consultazione dei soggetti del Terzo
Settore (art. 11 lett. M, L.R. 3/08)
DGR 25 febbraio 2011 n. 1353 “Linee guida per la semplificazione amministrativa e la valorizzazione degli enti di terzo settore nell’ambito dei servizi alla
persona e alla comunità”
Schemi di convenzione tra pubblica amministrazione e soggetti del terzo settore (decreto n. 5591 del 20/6/2011)
Modalità di funzionamento dell’organismo tecnico di monitoraggio e valutazione delle collaborazioni (decreto 10626 del 15/11/2011)
Coprogettazione fra Comuni e soggetti del terzo settore per attività nel settore del servizi sociali (decreto 12884 del 28/12/2011)
Tavolo di consultazione dei soggetti del terzo settore (decreto 13303 del 20/12/2010)
34
3 - STRUTTURA ORGANIZZATIVA A SUPPORTO DELLA PROGRAMMAZIONE ZONALE La struttura organizzativa individuata si organizza su un livello politico, l’Assemblea dei Sindaci, con compiti di indirizzo e programmazione dei servizi socio-sanitari,
ed un livello tecnico, costituito dall’Ufficio di Piano, struttura tecnico-organizzativa e dai Tavoli Tecnici . Questi ultimi sono organi di carattere consultivo finalizzati a
garantire il raccordo tra i Servizi Sociali di base (Tavolo Tecnico ristretto) e gli altri soggetti interessati (Tavolo del Terzo Settore).
3.1 L’Assemblea dei Sindaci Essa rappresenta l’organo politico della governance dei Piani di Zona e pur limitando il proprio mandato al livello di ambito, si lega ad un altro importante soggetto
politico, di rilevanza provinciale, cioè il Consiglio di Rappresentanza. Esso secondo quanto stabilito fin dalla L.R. 31/1997, è espressione della continuità tra
programmazione sanitaria e sociale, anche grazie al supporto fornito dall’apposito Ufficio costituito presso l’ASL.
In merito al processo di approvazione del Piano di Zona, la DGR 8551/2008 richiama l’importanza di non ricorrere ad inutili appesantimenti del processo, ricordando
che l’approvazione dell’Accordo di Programma si inserisce nel quadro normativo delineato dal TU degli Enti Locali, art. 4, comma 5 ed art. 5 comma 4.
L’organizzazione ed il funzionamento dell’Assemblea Distrettuale dei Sindaci e dell’Esecutivo, organismo a supporto al Presidente della stessa Assemblea, sono
definiti da apposito Regolamento approvato con deliberazione n° 20 del 28/06/2006.
3.2 L’Esecutivo L’Esecutivo è l’organismo formato dal Presidente dell’Assemblea dei Sindaci, dal Vice Presidente e da tre altri membri scelti dall’Assemblea tra i rappresentanti dei
Comuni del Distretto.
Quale organismo di supporto al Presidente dell’Assemblea dei Sindaci, sono compiti dell’Esecutivo:
- richiedere a soggetti esterni pareri, analisi di contesto, valutazioni dei bisogni del territorio per una corretta ed efficace impostazione della programmazione
distrettuale;
- elaborare proposte di indirizzo politico-programmatico ed operative, per la definizione di quanto definito dal presente Accordo di Programma.
3.3L’Ufficio di Piano L’Art. 18, comma 10 della legge regionale 3/2008, afferma che l’Ufficio di Piano è una struttura tecnico-amministrativa individuata nell’Accordo di programma che
assicura il coordinamento degli interventi e l’istruttoria degli atti di esecuzione del Piano di Zona. Esso è a supporto degli indirizzi che l’Assemblea dei Sindaci deve
assumere nei diversi settori di intervento sociale. L’Ufficio di Piano persegue le sue finalità attraverso un gruppo di lavoro, composto da tecnici competenti nel
campo sociale e amministrativo.
35
Composizione: La molteplicità e la complessità degli interventi impone che l’Ufficio di Piano sia formato da figure professionali con adeguati requisiti e competenze secondo profili
professionali previsti dalla legge.
In particolare è costituito da uno staff tecnico e da uno staff amministrativo.
Funzioni L’Ufficio di Piano assolve la sua funzione svolgendo i compiti di:
supportare dal punto di vista tecnico l’operato dell’Assemblea dei Sindaci in relazione all’oggetto dell’Accordo di Programma;
attivare strumenti e modalità operative per rilevare\monitorare il sistema d’offerta dei servizi presenti sul territorio;
proporre, sulla base delle priorità definite dalle commissioni tematiche, modalità di riparto e di utilizzo dei fondi;
presiedere alla piena realizzazione delle azioni e delle iniziative prioritarie del Piano di Zona, attuando il coordinamento dei diversi Enti\soggetti coinvolti;
definire e verificare le modalità operative per l’attuazione dell’accordo di programma;
redigere relazioni e valutazioni;
informare gli Enti aderenti sull’andamento dell’accordo stesso;
pubblicizzare e rendere conosciute le nuove opportunità nei confronti della comunità locale nelle sue diverse componenti, formali ed informali;
predisporre la documentazione amministrativa e finanziaria relativa alla gestione del Piano
costruire e gestire il budget, amministrando le risorse complessivamente assegnate.
L’Ufficio di Piano per far fronte alla complessità delle procedure e per inserire al proprio interno le risorse professionali e le competenze specifiche, deve
caratterizzarsi come una struttura aperta e flessibile a collaborazioni mirate e consulenze specialistiche .
3.4 Il Tavolo Tecnico Ristretto È un organo di carattere consultivo che permette il raccordo tra l’Ufficio di Piano e il Territorio (Servizio Sociale di base, terzo settore, cittadini)
Composizione: Operatori sociali (Assistenti Sociali – Educatori) dipendenti o incaricati con contratto di tipo privatistico dai Comuni; possono partecipare il Presidente dell’Assemblea
Distrettuale dei Sindaci e\o suoi delegati, membri dell’esecutivo, esperti dell’ASL, dell’Azienda Ospedaliera e della Provincia.
Funzioni: definizione di criteri e chiavi di lettura per formulare analisi e valutazioni sui bisogni sociali caratterizzanti l’ambito distrettuale;
proporre aree di priorità di intervento in funzione delle quali poter avviare percorsi di progettazione partecipata con l’ASL e con i soggetti del Terzo Settore;
36
proporre, sulla base delle priorità definite, azioni possibili di consolidamento, sviluppo ed innovazione di servizi;
esprimere pareri su strumenti attuativi, Regolamenti.
3.5 Tavolo del Terzo Settore Il Tavolo del Terzo Settore è un organo consultivo formato da rappresentanti formali e informali della comunità locale. Esso prevede al suo interno la presenza di
Commissioni Tematiche. La sua strutturazione trova i propri principi ispiratori nella DGR 7797/2008.
Composizione: Presidente dell’Assemblea Distrettuale dei Sindaci, membri dell’Esecutivo, coordinatore dell’Ufficio di Piano, operatori sociali di tutti i Comuni dell’ambito,
collaboratori esterni esperti del settore, operatori sociali ASL, rappresentanti del Terzo Settore, altri eventualmente da individuare.
Funzioni: Individuazione di aree d’azione in raccordo con gli interventi in atto sul territorio;
Promozione della diffusione di informazioni;
Incentivazione della partecipazione di tutti i soggetti interessati alla pianificazione.
3.6Le Commissioni Tematiche Rappresentano una suddivisione per aree all’interno del Tavolo del Terzo Settore.
La partecipazione al Tavolo del Terzo Settore delle diverse rappresentanze della comunità locale può avvenire anche attraverso Commissioni Tematiche,
individuate dall’Assemblea Distrettuale dei Sindaci.
Alle riunioni delle Commissioni Tematiche possono partecipare i Sindaci dei comuni del Distretto e i rappresentanti definiti dal Tavolo stesso.
Le Commissioni tematiche svolgono le seguenti funzioni:
esprimono il proprio parere in merito a progetti, strumenti attuativi, regolamenti;
approfondiscono ambiti specifici e segnalano risorse presenti sul territorio.
4 - FORME DI GESTIONE
La normativa nazionale e regionale afferma ormai da tempo il principio generale di riconduzione al territorio della gestione dei servizi sociali. Contestualmente, il
legislatore ha sempre richiamato la necessità di esercitare tali funzioni in ambiti territoriali adeguati, per rispondere a criteri di economicità e razionalizzazione delle
risorse. Da ultimo, anche la legge regionale 12 marzo 2008, all’art. 11 comma 2, afferma che la Regione individua nella gestione associata la forma idonea a
37
garantire l’efficacia e l’efficienza delle unità di offerta sociali di competenza dei comuni. Tale necessità è tanto più vera ed opportuna di fronte a problematiche
complesse e ad una realtà territoriale come quella di riferimento, caratterizzata dalla presenza di numerosi e piccoli comuni.
Il Piano di Zona dell’Ambito di Cittiglio a partire dal primo triennio di programmazione ha attivato le seguenti modalità di gestione sovracomunale:
Gestione distrettuale attuata dall’Ufficio di Piano - servizio socio-educativo
- servizio assistenza domiciliare
- sportello immigrati
Gestione associata - Servizio Tutela Minori
- Servizio Inserimento Lavorativo
- Fondo solidarietà
- Centro Adozioni
Nel triennio di riferimento si intende dare continuità e consolidare le seguenti modalità di gestione di interventi e servizi alla persona:
GESTIONE COMUNALE - Servizio Sociale Professionale
- Segretariato Sociale
GESTIONE DISTRETTUALE - Servizio Socio Educativo (2012)
- Accreditamento
- Gestione titoli Sociali
- Centro Adozioni
- Piano Infanzia
- Sportello Immigrati (co-progettazione)
GESTIONE ASSOCIATA - Servizio Tutela Minori
- Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
- Fondo di solidarietà
38
I servizi gestiti in forma associata sono disciplinati dalla convenzione allegata al presente Piano di Zona e ne costituisce parte integrante e sostanziale:
La convenzione ha valenza triennale, con scadenza 31/12/2014 e, comunque, resterà in vigore fino alla sottoscrizione di nuovo accordo di programma. La
convenzione disciplina i rapporti tra gli enti, le modalità di gestione dei servizi, le compartecipazioni dei Comuni, le modalità di recesso e scioglimento.
Il fabbisogno di personale per il triennio 2012-2014 per l’attuazione del Piano di Zona e per la gestione associata dei servizi viene determinato come segue:
SERVIZIO UFFICIO DI PIANO
DOTAZIONE ORGANICA - Coordinatore dell’Ufficio di Piano (costo forfettario incluso nella retribuzione del Direttore di ISPE Valli del Verbano);
- 18 ore referente area adulti, anziani, disabili;
- 18 ore referente area minori e famiglia;
- 36 ore personale amministrativo;
- 7 ore contabile
SERVIZIO SERVIZIO TUTELA MINORI
DOTAZIONE ORGANICA - Coordinatore18 ore
- n. 2 Assistenti Sociali 36 ore
- n. 1 Assistente Sociale 24 ore
- n. 1 Psicologo 30 ore
- n. 2 Psicologi 18 ore
SERVIZIO NUCLEO INSERIMENTO LAVORATIVO
DOTAZIONE ORGANICA - Coordinatore del Servizio 18 ore
- n. 1 psicologo 24 ore
- n 1 educatore professionale 24 ore
- n. 1 educatore professionale 18 ore
39
SERVIZIO CENTRO ADOZIONI
DOTAZIONE ORGANICA n. 1 Assistente Sociale a tempo parziale
SERVIZIO SPORTELLO IMMIGRATI
DOTAZIONE ORGANICA La gestione diretta dello sportello è esternalizzata; l’Ufficio di Piano garantisce le funzioni amministrative, la progettazione
e verifica delle attività, il loro coordinamento all’interno della programmazione zonale ed il raccordo con i soggetti coinvolti
(Comuni, Cooperativa, Provincia di Varese, …)
Ferma restando la spesa complessiva del personale indicato nelle precedenti tabelle potrà essere individuata una diversa distribuzione del personale all’interno dei
servizi. L’Ente capofila adotta tutti gli atti necessari alla copertura dei posti indicati nelle precedenti tabelle mediante personale dipendente a tempo indeterminato
attualmente in servizio, qualificato per le singole figure professionali o mediante conferimento di incarichi professionali, nei limiti di quanto previsto dalla vigente
normativa; procede, altresì, all’indizione delle selezioni per l’assunzione di personale a tempo determinato per la copertura dei posti vacanti. Il costo del personale
derivante dall’attuazione del Piano di Zona viene inserito nella spesa di personale della Comunità Montana Valli del Verbano. Ai fini del rispetto delle vigenti
disposizioni in termini di limitazione della spesa di personale, ai sensi dell’art. 76, comma 7, del D.l. n. 112/2008 e smi, nonché dell’art. 1, commi 562 e 557, della
L.n. 296/2006, in caso di scioglimento delle convenzioni o dell’accordo di programma, l’Assemblea dei Sindaci definirà i rapporti tra gli Enti per quanto concerne i
rapporti giuridici derivanti dai contratti di lavoro del personale dipendente.
SERVIZIO SERVIZIO EDUCATIVO PER LA FAMIGLIA (anno 2012)
n. 1 Psicologo 18 ore
n. 1 Educatore professionale 36 ore
n. 1 Educatore professionale 36 ore
n. 2 Educatori professionali 18 ore
DOTAZIONE ORGANICA
- Personale per progetti finanziati da risorse aggiuntive (esternalizzazione o personale a tempo determinato)
40
TABELLA “A”: MODELLO ORGANIZZATIVO DI GESTIONE
ASSEMBLEA DEI SINDACI
TAVOLO TECNICO RISTRETTO
TAVOLO del TERZO SETTORE
UFFICIO DI PIANO
COORDINATORE DI PIANO
REFERENTI DI AREA
STAFF AMMINISTRATIVO S
ER
VIZ
I SO
CIA
LI T
ER
RIT
OR
IALI
EQUIPE NIL
SERVIZIO SOCIO
EDUCATIVO (Anno 2012)
COMMISSIONI DI AREA
SERVIZIO TUTELA MINORI
PRESIDENTE
ESECUTIVO
SPORTELLO IMMIGRATI
41
5 – LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA PROGRAMMAZIONE DEI PIANI DI ZONA 2012/2014 –DGR n° 2505 del 16/11/2011 La pianificazione zonale per il triennio 2012/2014 si inserisce in uno scenario normativo in profondo cambiamento. Prima la l.r. 3/2008 e a seguire le linee di indirizzo
per la programmazione locale (secondo quanto previsto dalla DGR n° 2505 del 16/11/2011), hanno introdotto e consolidato la necessità di ripensare profondamente il
sistema welfare. Regione Lombardia, infatti, ritiene sia maturo il tempo per aprire un percorso di scoperta verso un sistema welfare che “ancora non c’è”, ma che va
costruito insieme alla società, alleandosi con essa, considerata con le sue risorse e limiti, per puntare a scelte sostenibili.
Pensare secondo i principi ispiratori della “conoscenza “ e della “sostenibilità” significa quindi, da un lato, sfruttare le competenze sviluppate negli anni di pianificazione
zonale per conoscere, comprendere e sviluppare il capitale sociale del territorio di riferimento per arrivare, dall’altro, a costruire un sistema welfare che sia sostenibile
in termini di risorse, responsabilità, interessi.
Questa prospettiva di pensiero trova origine in contesto sociale, culturale ed economico profondamente mutato negli ultimi anni. Si tratta di un contesto dove la forbice
tra esigenze e risorse è sempre più ampia e dove la società non può più essere considerata semplice soggetto portatore di bisogni, quanto come un insieme di
soggetti (singoli, famiglie, agenzie sociali in genere) portatori di interessi, risorse e strategie di risoluzione e fronteggiamento dei bisogni.
Si determina un cambiamento del sistema welfare entro il quale la programmazione non deve più essere intesa come gestione di risorse dedicate (sempre più esigue),
quanto piuttosto come regolazione e attivazione di risorse esistenti. I soggetti responsabili della programmazione, quindi, devono muoversi in una logica imprenditiva,
ovvero puntare alla mobilitazione di attori e risorse diverse, anche in ottica sperimentale.
Se diventa, quindi, prioritario non disperdere le risorse e presidiare tutte le possibilità di generare risorse dalle reti sociali, si profila la visione di un nuovo sistema di
welfare dove:
- il baricentro si sposta dall’offerta di servizi alla domanda delle famiglie, ricomponendone il bisogno all’interno di percorsi di presa in carico unitari
- l’integrazione tra politiche ed interventi diventa necessità e non opportunità
- i Comuni, quali titolari della programmazione sociale locale devono operare in modo integrato e condiviso tra loro, puntando alle gestioni associate di servizi,
nonché operare i modo integrato e condiviso con gli altri attori pubblici e privati del territorio, per creare una proficua strategia di alleanze;
- i Comuni si delineano sempre più come soggetti regolatori e attivatori dell’esistente piuttosto che gestori di risorse proprie o loro assegnate;
- gli Uffici di Piano si configurano come lo strumento privilegiato per sostenere gli enti e che deve essere luogo di relazioni tra attori, posto che siano messi nelle
condizioni di ricomporre ed integrare conoscenze, risorse, decisioni.
Tale nuova tensione programmatoria nasce da un contesto ineluttabile, dove è però necessario ricordare che per i Comuni la sfida non è solo cambiare prospettiva,
ma anche conciliare questa nuova prospettiva con
- problemi emergenti e compiti storicamente attribuiti, rispetto ai quali non può valere alcuna deresponsabilizzazione
- drastica riduzione di risorse disponibili.
42
6 - AZIONI ED OBIETTIVI STRATEGICI PIANO DI ZONA 2012-2014 Gli obiettivi strategici del Piano di Zona 2012-2014 prevedono di mantenere le attività principali avviate nel precedente triennio, con previsione di alcuni importanti
ridimensionamenti, e di attivare azioni per l’espletamento di nuove funzioni.
AZIONI DI SISTEMA Obiettivo 2012-2014
Ufficio di Piano Garantire continuità, monitorando i modelli di lavoro ed organizzativi attuati, soprattutto in relazione al nuovo scenario legislativo (L.R. 3/2008) e alle funzioni derivanti.
Valutare e coordinare la partecipazione ai bandi per l’accesso a finanziamenti aggiuntivi tramite la predisposizione di progetti.
Programmazione Sovradistrettuale Sperimentare sinergie tra gli ambiti di Cittiglio, Luino e Arcisate per sviluppare modalità condivise di programmazione, in particolare riguardo le attività di segretariato sociale, servizio sociale professionale e promuovere criteri di accesso a servizi prestazioni maggiormente omogenei, nel rispetto delle caratteristiche dei singoli territori.
Promuovere la collaborazione sovradistrettuale al fine di interloquire più efficacemente con altri soggetti istituzionali e di generare opportunità per l’implementazione delle risorse disponibili.
Le azioni condivise tra i tre ambiti distrettuali saranno inoltre volte a promuovere il raccordo con il Terzo Settore, favorire percorsi di effettiva integrazione sociosanitaria, definire modalità di raccordo con enti appartenenti all’area educativa, definire criteri omogenei di accreditamento con possibilità di interscambio tra i territori interessati.
Accreditamento Dare continuità alla gestione distrettuale della funzione di accreditamento delle unità di offerta sociali.
Collaborare con i Distretti di Arcisate e Luino per l’individuazioni di criteri omogenei di accreditamento di strutture e servizi, che permettano confronto e interscambio tra i territori interessati.
Terzo Settore Promuovere ed incrementare i rapporti con i soggetti di Terzo Settore, valorizzando le risorse e le competenze a diverso titolo messe in campo; creazione di maggiori sinergie e collaborazioni in ottica di imprenditoria sociale, attivando laddove possibile co-progettazioni secondo le modalità definite dalla normativa regionale.
Accesso alla rete Consolidare il raccordo e la rete tra i servizi sociali di base, valorizzando e rafforzando il loro ruolo di porta di accesso ai servizi sociali offerti a livello comunale e distrettuale.
Proseguire il percorso avviato nello scorso triennio per l’individuazione di criteri per la regolamentazione omogenea per l’accesso ai servizi sociali e le modalità di partecipazione alla spesa da parte dell’utenza, con particolare riguardo alle nuove indicazioni regionali a modifica dell’art. 8 della L.R. 3/2008.
43
Attivare intese con ASL di Varese per garantire l’unitarietà di accesso alle prestazioni e favorire la presa in carico globale del bisogno.
Integrazione socio sanitaria Valorizzazione e sviluppo delle possibili aree di integrazione, soprattutto a livello operativo-funzionale. Promozione di sinergie e collaborazione nel rispetto delle reciproche competenze in particolare riguardo le seguenti aree tematiche:
- raccordo sulle azioni di prevenzione del disagio giovanile;
- presa in carico integrata delle famiglie con disagio conclamato e sottoposte a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria;
- integrazione di attività e competenze nell’ambito dell’adozione e della promozione dell’affido;
- collaborazione, soprattutto da un punto di vista operativo, nell’ambito dell’assistenza domiciliare integrata e di tipo assistenziale, anche valorizzando il CeAD;
- collaborazione in tema di disabilità valorizzando le risorse esistenti ed creando maggiori connessioni tra servizi;
- intensificazione dello scambio tra ASL e Ufficio di Piano dei flussi informativi utili alla programmazione e valutazione delle politiche locali in ambito sociale.
Segretariato Sociale Monitorare la copertura dei servizi sociali comunali sul territorio distrettuale e rilevare la presenza di soggetti che svolgono funzioni di segretariato.
Favorire la circolarità di informazioni e conoscenze tra gli enti e sviluppare le connessioni e collaborazioni tra i diversi soggetti presenti sul territorio che svolgono la funzione di segretariato.
Valutare eventuali modalità organizzative dell’intervento che siano omogenee all’interno dell’ambito distrettuale, anche in linea con quanto verrà definito a seguito del percorso di programmazione sovra-distrettuale.
Informazione Garantire la circolarità delle informazioni.
Valutare possibili sinergie con altri enti (ASL e Provincia di Varese) per una gestione ottimale dei flussi informativi su interventi, servizi e risorse.
Formazione Individuare percorsi formativi specifici.
Collaborazione con altri soggetti (in particolare con Provincia di Varese) per il monitoraggio del fabbisogno formativo.
Fondo sociale di solidarietà Garantire continuità nella costituzione del fondo di solidarietà Minori per l’assegnazione di risorse ai Comuni a parziale copertura delle spese sostenute per il pagamento di rette per strutture residenziali.
Titoli sociali Garantire continuità all’erogazione dei titoli sociali compatibilmente alla disponibilità delle risorse.
Riparto risorse regionali per le attività Definire priorità, criteri e modalità di gestione dei fondi regionali destinati al finanziamento dei servizi territoriali che
44
socio-assistenziali (Circ. 31/2005, ex circolare 4)
verranno demandati agli ambiti distrettuali.
AREA DELLA NON AUTOSUFFICIENZA Obiettivo 2012-2014
Misure di sostegno alla domiciliarità Garantire la collaborazione per la promozione di misure volte al mantenimento al proprio domicilio di persone non autosufficienti, favorendo l’integrazione degli interventi sociali e socio-sanitari già in campo e valorizzando il lavoro di cura che viene svolto a livello privato.
CeAD Garantire continuità alla collaborazione avviata lo scorso triennio per lo Sportello CeAD, valutando la possibilità di sottoscrivere protocolli operativi condivisi con ASL volti alla creazione di maggiori sinergie e di una più efficace integrazione degli interventi domiciliari sociali e socio-sanitari.
Progetto ADS, rete a tutela dei diritti Partecipazione al progetto sperimentale ADS, promosso sull’intero territorio provinciale da una rete di enti di terzo settore. L’ufficio di Piano si farà garante sul proprio territorio della diffusione delle iniziative e del necessario raccordo tra i soggetti attivi sul progetto ed i servizi sociali comunali.
Buoni sociali progetti per disabili gravi Prosecuzione nell’erogazione dei presenti titoli sociali fino ad esaurimento delle risorse disponibili.
AREA DELLA FAMIGLIA Obiettivo 2012-2014
Servizio Tutela Minori Garantire continuità al servizio: monitoraggio della richiesta e dell’efficacia dell’intervento.
Individuare standard operativi di riferimento per la corretta funzionalità del servizio, ponendo limiti quantitativi di presa in carico delle situazioni e includendo l’incarico ai servizi sociali comunali della gestione delle situazioni di monitoraggio.
Garantire la presa in carico delle situazioni emergenti nel rispetto degli standard operativi precedentemente individuati.
Individuare una proposta per l’implementazione delle risorse economiche a disposizione, che sarebbero funzionali a garantire la presa in carico delle situazioni oltre i limiti quantitativi individuati con gli standard operativi.
Prosecuzione e monitoraggio sulla sperimentazione in materia di integrazione socio-sanitaria per prestazioni psicodiagnostiche e psicoterapeutiche.
Servizio Educativo per la Famiglia Garantire continuità al servizio per la prima annualità, valutando in seguito la disponibilità di risorse.
Centro Adozioni Garantire continuità alla gestione avviata attraverso:
- una gestione centralizzata, formalizzata tramite l’Accordo di Programma;
- la fornitura di personale sociale con costi a carico dei Comuni, quale compartecipazione alla gestione del Centro
45
Adozione dell’ASL.
Progetto Affido Attuazione dei percorsi formativi e di sensibilizzazione all’affido in raccordo con il Terzo Settore e gli Uffici di Piano di Luino ed Arcisate
Piano Infanzia Consolidare il sistema di accreditamento di qualità dei servizi prima infanzia Consolidare, attraverso le risorse aggiuntive assegnate, il sistema dei voucher per l’accesso agevolato delle famiglie ai servizi prima infanzia del sistema privato e in caso di integrazione di risorse anche del sistema pubblico
Politiche Giovanili Nell’ottica del riconoscimento delle risorse di cui sono portatori singoli, famiglie e agenzie sociali, favorire e sostenere politiche per i giovani che intendano promuoverne l’autonomia, l’imprenditorialità, lo sviluppo di competenze, la responsabilità e la partecipazione sociale
Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro Valorizzare il ruolo, i compiti e le risorse delle famiglie, sostenendo e favorendo attività e progetti di conciliazione dei tempi di lavoro, di cura e di vita.
AREA DELL’INTEGRAZIONE SOCIALE Obiettivo 2012-2014
Servizio Nucleo Inserimento Lavorativo Garantire continuità al servizio: monitoraggio della richiesta e dell’efficacia dell’intervento.
Implementare rapporti collaborativi con il servizio relativo all’Area Fragilità dell’ASL con la sottoscrizione eventuale di protocolli operativi.
Consolidamento della collaborazione con servizi InformaLavoro, Collocamento Mirato Disabili ed altri soggetti coinvolti in quest’area di intervento, ivi compresi i soggetti del privato sociale.
Valutazione di misure a sostegno a interveneti di borsa lavoro, con particolare riguardo alle Doti Lavoro.
Valorizzazione e consolidamento delle collaborazioni già avviate con le Cooperative sociali del territorio per inserimenti delle persone disabili e/o a rischio di emarginazione, attraverso lo strumento del tirocinio osservativo e formativo e attraverso una maggiore sensibilizzazione al tema delle amministrazioni comunali.
Sportello Immigrati Garantire la continuità del servizio con articolazione sulle tre sedi di Gavirate, Laveno Mombello e Cuveglio, con potenziamento dello sportello di Gavirate come già garantito nelle annualità precedenti.
Garantire il supporto agli operatori dei servizi comunali e distrettuali in tema di immigrazione.
Ampliare i canali di finanziamento del servizio attraverso la partecipazione a bandi, in partnership con i soggetti di terzo settore, e valutando le modalità di compartecipazione ai costi da parte dell’utenza.
Promuovere forme di co-progettazione per la gestione del servizio e per implementare attività ulteriori a sostegno dell’inclusione sociale delle persone straniere attraverso specifiche progettazioni e finanziamenti.
46
Monitoraggio del bisogno e dell’efficacia dell’intervento.
Area Salute Mentale Partecipazione a tavoli interistituzionali distrettuali e provinciali di confronto.
Rafforzamento della collaborazione con servizi ospedalieri territoriali, attraverso tavoli che favoriscano il confronto e l’integrazione socio-sanitaria a livello operativo e gestionale.
Proseguire nella collaborazione avviata attraverso la sottoscrizione di protocolli per favorire gli interventi di residenzialità leggera e l’inserimento lavorativo.
7 - DATI FINANZIARI
Si riportano in seguito le tabelle descrittive delle risorse economiche e delle spese che sono previste per il triennio 2012-2014. Le tabelle riportano inoltre i dati relativi
al precedente triennio di programmazione per meglio evidenziare il trend in atto.
47
ASSESTATO ASSESTATO ASSESTATO PREVISIONE PREVISIONE PREVISIONE RISORSE 2012/2014 (AGG. FEBBRAIO 2012) 2009 2010 2011 2012 2013 2014
Fondo Nazionale Politiche Sociali € 570.337,00 € 265.690,00 298.801,00 144.681,00 144.681,00 144.681,00
FNPS - Buoni Sociali
Fondo Sociale Regionale (circ. 4 destinata a trasferimenti) € 438.584,00 € 451.289,00 337.411,00 176.020,00 181.720,00 181.720,00
Fondo di riequilibrio 2006 € 21.598,00 € 20.000,00
Fondo autorizzazione al funzionamento € 8.760,00 8.745,00 8.745,00 0,00 0,00
Quota dai Comuni per le gestioni associate € 263.322,00 € 264.857,00 266.260,00 266.862,00 266.862,00 266.862,00
Quota dai Comuni risorse aggiuntive (€ 1,50 abitante) 108.000,00
Quota dai Comuni risorse aggiuntive (€ 1,00 abitante) 71.375,00 71.375,00
MINORI e NIL rimborso spese personale da altri Comuni € 7.000,00
Fondo Sociale Regionale (circ. 4 destinata a Piano di zona) 32.354,00 34.680,00 28.980,00 28.980,00
F.DO SOLIDARIETA' MINORI quota Comuni ( € 2.80 ab) € 199.271,00 € 200.433,00 201.493,00 201.493,00 201.493,00 201.493,00
F.DO SOLIDARIETA' MINORI quota Comuni (riparto maggiori spese) € 413.413,00 € 709.129,00 1.205.477,00 1.257.509,00 1.257.509,00 1.257.509,00
F.DO SOLDARIETA' MINORI recupero da Comuni fuori distretto 300.000,00 300.000,00 300.000,00 300.000,00
SPORTELLO IMMIGRATI
RIPARTO COMUNI F.DO ADOZIONI NAZ.LI E INTERN. € 11.835,00 € 12.200,00 12.200,00 12.200,00 12.200,00 12.200,00
PIANO PROVINCIALE DISABILI - DOTI 20.430,00 10.450,00 FONDI REGIONALI DGR 8243/08 € 137.419,00
FONDI REGIONALI DGR 9152/09 € 167.884,00
FONDO A SOSTEGNO NON AUTOSUFFICIENTI € 323.646,00 354.931,00 0,00 0,00 0,00
RISORSE ANNI PRECEDENTI - € 196.096,00 € 125.581,00 84.091,00 103.780,00
FONDO PROVINCIALE PER LA FORMAZIONE € 2.603,00 11.020,00 0,00 0,00 0,00
CONTRIBUTO STRAORDINARIO DALLA REGIONE DGR 11152 € 265.114,00
CONTRIBUTO PROVINCIA TRASPORTO DISABILI € 37.013,00
FONDDI REGIONALI - FONDO INTESE € 96.236,00
PREMIO "AMICO DELLE FAMIGLIE" (PRESIDENZA CONS.MINISTRI) 30.000,00
TOTALE € 2.422.362,00 € 2.786.948,00 3.163.213,00 2.624.420,00 2.464.820,00 2.464.820,00
48
ASSESTATO 2009
ASSESTATO 2010
ASSESTATO 2011
PREVISIONE 2012
PREVISIONE 2013
PREVISIONE 2014 SPESA 2012/2014 (AGG. FEB. 2012)
Ufficio di piano 252.400,00 229.421,00 227.223,00 36.725,00 36.470,00 36.470,00
Servizio tutela Minori 211.300,00 222.500,00 174.500,00 188.510,00 186.215,00 186.215,00
Servizio inserimento lavorativo 115.218,00 108.350,00 95.333,00 93.950,00 73.240,00 73.240,00
Piano Provinciale disabili
Servizio educativo per la famiglia 206.400,00 166.400,00 142.500,00 128.275,00 0,00 0,00
Accreditamento 70.000,00
Sportello immigrati 24.000,00 19.800,00 10.000,00 3.000,00 3.000,00 3.000,00
Progetto affido
Fondo solidarietà Minori 750.000,00 1.058.400,00 1.850.000,00 1.976.740,00 1.971.975,00 1.971.975,00
Buoni sociali fragilità 140.000,00 54.646,00
Buoni sociali progetti disabili gravi 155.469,00 125.000,00
Buoni sociali famiglie numerose 31.450,00 25.542,00
Progetto tutoring domiciliare personale badante 11.500,00
Centro socio educativo - contributo famiglie
Fondo Adozioni 11.835,00 19.200,00 12.200,00 12.200,00 12.200,00 12.200,00
Fondo regionale sociale (circ. 4) 376.470,00 307.386,00 311.735,00 176.020,00 181.720,00 181.720,00
Fondo di riserva/ammortamento beni mobili 20.000,00 19.682,00 18.436,00 9.000,00
progetti terzo settore sostegno famiglie straniere
F.do solidarietà anziani e disabili
Attività/interventi non autosufficienti 80.000,00 321.286,00 0,00 0,00 0,00
Autorizzaz. Funzion.strutture socio ass.
Area natalità 0,00
Bando Servizio Socio Educativo 35.000,00
Area Salute mentale 11.320,00
Destinazione fondi vincolati DGR 11152/2010 265.114,00
Trasporto disabili - contributo ai Comuni 37.013,00
TOTALE 2.422.362,00 2.786.948,00 3.163.213,00 2.624.420,00 2.464.820,00 2.464.820,00
49
ALLEGATO A – L’INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA
La forte contrazione del fondo nazionale per le politiche sociali, assegnato agli ambiti distrettuali con la DGR
2866 del 29.12.2011, in aggiunta ai pesanti tagli imposti dalle manovre economiche nazionali, alla grave crisi
economica e sociale che di fatto investe sempre più ampie categorie di famiglie, porterà per il prossimo
triennio di programmazione zonale ad un ampio ripensamento dell’attuale assetto di servizi e prestazioni
offerti alla cittadinanza.
Coerentemente con le indicazioni emanate con la DGR 2505/2011, il sistema di welfare impone oggi un
“ripensamento dell’intervento pubblico”, con particolare riferimento alla “funzione della programmazione
locale”, che non deve più essere intesa come gestione di risorse dedicate ma deve piuttosto orientarsi alla
regolazione e attivazione di risorse esistenti , valorizzando e sviluppando le possibili aree di integrazione,
creando sinergie con tutti gli attori che a vario titolo operano in ambito socio-assistenziale e socio-sanitario e
calibrando la compartecipazione finanziaria degli stessi ai diversi interventi, secondo le rispettive
competenze.
L’integrazione socio sanitaria diventa quindi obiettivo prioritario per la nuova programmazione, potenziando
le sinergie già esistenti tra la rete socio assistenziale e la rete socio sanitaria all’interno del territorio
distrettuale e adoperandosi per la realizzazione e l’utilizzo di prassi operative, gestionali ed organizzative
condivise ed omogenee.
In merito all’integrazione socio-sanitaria, si sono individuate con i referenti della Direzione Sociale alcune
aree tematiche che, in linea con quanto definito anche nella programmazione dello scorso triennio, saranno
oggetto di approfondimento e di sistematizzazione al fine di incrementare i rapporti di collaborazione, nel
rispetto delle specifiche competenze dei soggetti coinvolti. Di seguito le stesse sono indicate in elenco:
Interventi di sostegno alla domiciliarità:
- Facilitare il coordinamento operativo a livello distrettuale tra ADI e SAD per favorire la gestione
integrata degli interventi domiciliari finalizzati al recupero delle capacità funzionali delle persone non
autosufficienti;
- Stabilizzare le attività del CeAD al fine di meglio coordinare l’impiego delle risorse e degli interventi
socio sanitari e sociali già presenti a livello locale;
- Individuare prassi operative e percorsi condivisi per la presa in carico delle persone non
autosufficienti, in particolare relativamente ai progetti sperimentali relativi a Voucher Tutelare e Cure
Intermedie;
Area della disabilità
- Elaborare un protocollo operativo tra Ambito Distrettuale e Area Fragilità al fine di definire i livelli di
competenza e i percorsi di presa in carico delle persone disabili
- valorizzare le iniziative esistenti e creare maggiori connessioni tra i servizi sociali e socio-sanitari in
un’ottica di rete (progetto ADS, Ufficio di Protezione giuridica)
Area Minori e Famiglia
50
- nel rispetto da quanto definito nel DPCM 14/02/2001 e dal DPCM 29/11/2001, attuare l’integrazione
socio-sanitaria a livello operativo-funzionale, promuovendo sinergie e collaborazioni (anche
formalizzate attraverso protocolli operativi) che consentano la presa in carico unitaria della famiglia
in condizione di disagio; in particolare, si vuole tendere ad approfondire e rafforzare la
collaborazione con il Consultorio Familiare di Laveno Mombello e con il Centro per la Famiglia-
Consultorio Familiare delle Valli di Cadegliano Viconago sui seguenti temi:
- raccordo sulle azione di prevenzione promosse dai servizi territoriali
- presa in carico socio-sanitaria integrata delle famiglie con disagio conclamato e sottoposte a
provvedimento dell’Autorità Giudiziaria
- integrazione di attività e competenze nell’ambito della promozione e del sostegno dell’affido
familiare
- integrazione di attività e competenze nell’ambito dell’adozione nazionale ed internazionale
Tavoli operativi
Garantire la partecipazione a tavoli operativi avviati all’interno dell’Organismo di Coordinamento
Interdistrettuale ed eventualmente avviati a livello territoriale.
51
ALLEGATO B – COLLABORAZIONE CON PROVINCIA DI VARESE
La collaborazione con Provincia di Varese sarà promossa in relazione ai temi individuati dal documento
predisposto dall’ente provinciale e che si riporta di seguito:
FORMAZIONE DEL PERSONALE DEL WELFARE Nell’ambito del Piano Provinciale per la Formazione e Aggiornamento del Personale del Welfare, la Provincia di Varese realizza percorsi formativi per sostenere e consolidare le competenze professionali degli operatori che operano nei servizi alla persona, in ambito socio-assistenziale, psico-sociale, socio-educativo e socio-sanitario in linea con gli indirizzi di programmazione in tema di Formazione e Aggiornamento Welfare della Regione Lombardia, biennio 2010/2011.
L’ATTIVITÀ FORMATIVA, È DESTINATA ALLE REALTÀ ISTITUZIONALI E DEL TERZO SETTORE DELLA PROVINCIA DI MILANO, CON CUI VENGONO PROGRAMMATE SIA LE PROPOSTE FORMATIVE, SIA LE AZIONI DI RICERCA E DI SUPPORTO ALLA PLURALITÀ DI SOGGETTI COINVOLTI NELL'OFFERTA DEI SERVIZI ALLA PERSONA. IL PIANO FORMATIVO, PREVEDE:
PROGETTI E SPERIMENTAZIONI: INIZIATIVE DI STUDIO, FORMAZIONE E DI INTERVENTO SU FENOMENI SOCIALI DI PARTICOLARE INTERESSE;
ATTIVITÀ FORMATIVE CENTRALIZZATE: PROPOSTE FORMATIVE ARTICOLATE IN AREE TEMATICHE. LE INIZIATIVE SONO REALIZZATE PRESSO LE SEDI DELLA PROVINCIA DI VARESE;
ATTIVITÀ FORMATIVE TERRITORIALI: FINANZIANDO PROPOSTE FORMATIVE LOCALI SU PROPOSTA DEGLI UFFICI DI PIANO.
DISABILITÀ SENSORIALE LA PROVINCIA DI VARESE GARANTISCE IL PROPRIO SOSTEGNO ALLE PERSONE CON DISABILITÀ SENSORIALE DURANTE I PERCORSI SCOLASTICI E FORMATIVI, A PARTIRE DAL NIDO E DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA PER TERMINARE CON LA FORMAZIONE SCOLASTICA ED UNIVERSITARIA, FAVORENDONE L'AUTONOMIA COMUNICATIVA-RELAZIONALE E SOSTENENDO L'APPRENDIMENTO DIDATTICO ALLO SCOPO DI AGEVOLARNE L'INTEGRAZIONE SCOLASTICA E SOCIALE E FAVORIRE L’INSERIMENTO LAVORATIVO. TRASPORTO ALUNNI DISABILI FREQUENTANTI IL SECONDO CICLO D’ISTRUZIONE Su apposito finanziamento regionale la Provincia di Varese provvede al riconoscimento di specifici rimborsi ai Comuni, attraverso gli Uffici di Piano, delle spese di trasporto sostenute per gli di alunni disabili frequentanti le scuole di istruzione secondaria di secondo grado. IMMIGRAZIONE La Provincia di Varese interagisce in modo sinergico con le attività territoriali volte all’inclusione sociale delle persone immigrate al fine di garantire l’accesso ai servizi, favorire l’esercizio di diritti e doveri, promuovere la conoscenza e il rispetto reciproco tra le culture. IL COORDINAMENTO DEGLI SPORTELLI TERRITORIALI (L. 40/98) “RETE SPORTELLI PER L’IMMIGRAZIONE” È NATO PER FAVORIRE IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE ANCHE ATTRAVERSO LA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA, L’ASSISTENZA E L’ACCOMPAGNAMENTO NELLE PRATICHE PER IL SOGGIORNO LEGALE DELLE PERSONE STRANIERE. LA PARTECIPAZIONE ATTIVA:
AL CONSIGLIO PROVINCIALE PER L’IMMIGRAZIONE ISTITUITO AI SENSI DELL’ART 57 DEL DPR 394/199, PRESIEDUTO DAL PREFETTO;
ALL’OSSERVATORIO REGIONALE PER L’INTEGRAZIONE E LA MULTIETNICITÀ (ORIM); LA GESTIONE DELL’OSSERVATORIO PROVINCIALE DELL’IMMIGRAZIONE (OPI) IN
CONVENZIONE CON REGIONE LOMBARDIA E FONDAZIONE ISMU A SUPPORTO ED IN
52
RACCORDO CON L’OSSERVATORIO REGIONALE PER L’INTEGRAZIONE E LA MULTI ETNICITÀ;
SOSTEGNO E LA PARTECIPAZIONE ALLE SEGUENTI PROGETTUALITÀ TERRITORIALI; PROGETTO NIRVA, PARTECIPAZIONE ALLA RETE E PUNTO DI SENSIBILIZZAZIONE E
INFORMAZIONE PER INTERVENTI DI RIMPATRIO VOLONTARIO ASSISTITO DEGLI STRANIERI CHE DESIDERINO RITORNARE NEI LUOGHI D’ORIGINE;
PROGETTO “STRANIERI IN ITALIA… DALL’ACCOGLIENZA ALLA CITTADINANZA”.
REALIZZAZIONE DI UN PERCORSO DI FORMAZIONE E SUPPORTO TECNICO AMMINISTRATIVO PER OPERATORI DEI SERVIZI DEMOGRAFICI E DEGLI SPORTELLI DI CITTADINANZA DELL’AMBITO TERRITORIALE DI SESTO CALENDE, FINALIZZATO ALL’ACQUISIZIONE DI COMPETENZE SPECIFICHE IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE, ORGANIZZATO IN DUE FASI:
o LEZIONI IN AULA; o TUTORAGGIO PRESSO I COMUNI.
IL PROGETTO È STATO AVVIATO IN FORMA SPERIMENTALE. A SEGUITO DI VALUTAZIONE DEGLI ESITI, SARÀ POSSIBILE PROPORRE IL MODELLO ANCHE AD ALTRI AMBITI;
PROGETTO “VIVERE IN ITALIA. L’ITALIANO PER IL LAVORO E LA CITTADINANZA” AZIONE
DI SISTEMA PROMOSSA A LIVELLO REGIONALE FINALIZZATA ALL’EMERSIONE E AL POTENZIAMENTO DELLE COMPETENZE LINGUISTICHE DEGLI IMMIGRATI. L’AZIONE CHE VEDE IL COINVOLGIMENTO DELLA PROVINCIA DI VARESE CON I PRINCIPALI SOGGETTI TERRITORIALI (FONDAZIONE ISMU, L’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE ED I CPIA) PER L’ATTIVAZIONE DI PROCEDURE CONDIVISE ALLO SCOPO DI FACILITARE L’ORGANIZZAZIONE E LA REALIZZAZIONE, IN LOMBARDIA, DEI TEST DI LINGUA PREVISTI DAL DM 4 GIUGNO 2010 (PROGRAMMA CERTIFICA IL TUO ITALIANO);
ADESIONE BANDO FEI AZIONE 8: CO.R.RE.L.A.RE: CONSOLIDARE RETI REGIONALI E
LOCALI PER UN'ACCOGLIENZA RESPONSABILE” CON LA FINALITÀ DI POTENZIARE I SERVIZI PUBBLICI RIVOLTI AI CITTADINI IMMIGRATI (AMMINISTRATIVI, INFORMATIVI, DI ACCOGLIENZA, DI ASSISTENZA SOCIALE E SANITARIA, DI INSERIMENTO LAVORATIVO) E CONTRIBUIRE A RAFFORZARE LA GOVERNANCE A LIVELLO LOCALE, PROVINCIALE E REGIONALE, SVILUPPANDO RETI DI APPRENDIMENTO E SINERGIE INTERISTITUZIONALI FINALIZZATE ALL’INCLUSIONE DELLE MISURE DI INTEGRAZIONE NELLE POLITICHE LOCALI. I SERVIZI VENGONO RESI PIÙ COMPETENTI, EFFICACI ED EFFICIENTI NEL RISPONDERE AI BISOGNI DI UN’UTENZA SEMPRE PIÙ VARIABILE DAL PUNTO DI VISTA CULTURALE;
PROGETTO UNAR “PREVENZIONE E CONTRASTO DELLE DISCRIMINAZIONI” CON LA
FINALITÀ DI COORDINARE UNA RETE TERRITORIALE DI SPORTELLI E DI ASSOCIAZIONI DI SETTORE PER LA RILEVAZIONE E LA PRESA IN CARICO DEI FENOMENI DI DISCRIMINAZIONE
OSSERVATORIO POLITICHE SOCIALI Rilevazione ed analisi dei bisogni del territorio, diffusione delle informazioni raccolte, gestione ed aggiornamento del sito provinciale “Cercaservizi”, con la finalità di supportare la programmazione dei servizi e la progettazione sociale attraverso un sistema uniforme e coordinato di raccolta di informazioni e di strumenti di analisi sui bisogni e sulle risorse disponibili nell’ambito del welfare territoriale. MINORI FAMIGLIA PROGETTO “IL DIRITTO DEL MINORE A VIVERE IN FAMIGLIA”. IL PROGETTO SI PONE LA FINALITÀ DI ATTIVARE INTERVENTI A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE MULTIPROBLEMATICHE PER FAVORIRE IL DIRITTO DEI MINORI A PERMANERE ALL’INTERNO DEL PROPRIO AMBITO DI VITA FAMILIARE, PREVENIRE L’ALLONTANAMENTO E, LADDOVE GIÀ ATTUATO, SOSTENERE PERCORSI DI RECUPERO DELLE COMPETENZE GENITORIALI AL FINE DI PERVENIRE AL RIENTRO DEL MINORE PRESSO LA PROPRIA FAMIGLIA, SOSTENERE PERCORSI DI CURA INTEGRATI E RIVOLTI SIA AI MINORI IN DIFFICOLTÀ SIA ALLE LORO FAMIGLIE.
53
PROGETTO “UNA FAMIGLIA PER CRESCERE. RETE A SOSTEGNO DELL’AFFIDO FAMILIARE” IL PROGETTO PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI ATTI A PROMUOVERE E DIFFONDERE LA CULTURA DELL’AFFIDO ATTRAVERSO IL CONFRONTO E LA VALORIZZAZIONE DELLE ESPERIENZE ATTIVE SUL TERRITORIO PROVINCIALE. TERZO SETTORE La Provincia, su delega regionale, gestisce il Registro Regionale Generale del Volontariato - Sezione Provinciale, il Registro Provinciale dell'Associazionismo e delle Associazioni di Promozione Sociale (APS), nonché l'Albo Regionale delle Cooperative Sociali - Sezione Provinciale. SVOLGE LA FUNZIONE DI VIGILANZA E CONTROLLO DELLE PERSONE GIURIDICHE DI DIRITTO PRIVATO, FONDAZIONI/ASSOCIAZIONI. A cadenza biennale la Provincia gestisce i bandi Regionali per il finanziamento di progetti del volontariato e delle associazioni. In convenzione con il CESVOV offre un supporto tecnico e di consulenza alle Organizzazioni di Volontariato, alle Associazioni ed alle Cooperative Sociali in tema di iscrizione ai rispettivi Registri/Albi. Programma e sostiene momenti info/formativi e realizza pubblicazioni in materia per la diffusione di analisi e studi sulla realtà del volontariato e del privato sociale e per l’approfondimento di specifiche tematiche. FAMIGLIA CONCILIAZIONE E SOLIDARIETÀ SOCIALE E PARI OPPORTUNITÀ ADESIONE PIANO OPERATIVO LOMBARDIA (POL) PER ATTUARE ADP PER INTERVENTI SERVIZI ALLA PERSONA IL PIANO PREVEDE, A LIVELLO PROVINCIALE:
LA REALIZZAZIONE DI AZIONI INTEGRATE FINALIZZATE ALLA QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI DI CURA E ASSISTENZA ALLA PERSONA;
L’EROGAZIONE DI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI DOMICILIARI DA PARTE DEI LAVORATORI IMMIGRATI;
L’ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI FORMAZIONE E QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE DEGLI OPERATORI DEL SETTORE;
LA PROMOZIONE DI MISURE DI CONTRASTO AL LAVORO SOMMERSO.
I DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO SONO LE ASSISTENTI FAMILIARI E LE FAMIGLIE, ALL’INTERNO DI UN’AZIONE DI SISTEMA CHE VEDE NEL CONCETTO DI “RETE” E “SERVIZIO TERRITORIALE”, IL PROPRIO FOCUS STRATEGICO. PROGETTO “DONNE: PASSI CONTRO LA VIOLENZA” Il progetto, finanziato da Regione Lombardia all’interno del bando 2011 “Progettare la Parità in Lombardia”, coinvolge in un’ottica di sussidiarietà orizzontale, Enti Pubblici e soggetti del Privato Sociale che, con il Coordinamento Provinciale, si impegneranno per promuovere a livello capillare interventi di prevenzione e sensibilizzazione sul tema del contrasto della violenza verso le donne. Accordo di collaborazione territoriale per la conciliazione famiglia/lavoro Nell’ambito del piano territoriale sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (ex DGR n. 381/2010), è stato sottoscritto un accordo sul territorio di Varese. Tale accordo segnala l’interesse dei soggetti firmatari per l’attivazione di un piano di interventi che sostenga un’adeguata valorizzazione della famiglia come soggetto attivo e come risorsa imprescindibile del welfare lombardo. È prevista la realizzazione di un complesso di azioni e di interventi finalizzati al miglioramento della conciliazione famiglia/lavoro. NELLO SPECIFICO LA PROVINCIA DI VARESE SI IMPEGNA A:
FORNIRE TUTTI I SUPPORTI DI CONOSCENZA E DI CONCRETA COLLABORAZIONE NEL TEMPO, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AL SISTEMA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE;
GARANTIRE LA TRASVERSALITÀ E LA SOSTENIBILITÀ DELLE AZIONI CON SPECIFICO RIFERIMENTO AL SISTEMA DELL’ISTRUZIONE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE E DELLE POLITICHE DEL LAVORO NONCHÉ CON IL SISTEMA DEGLI OSSERVATORI;
54
PROPORRE E REALIZZARE ANCHE DIRETTAMENTE PROGETTI CONCORDATI CON LA RETE. CONSULTA FEMMINILE PROVINCIALE : PROGETTO IN COLLABORAZIONE CON API DONNA VARESE PER FAVORIRE LA PERMANENZA DELLE DONNE CON FAMIGLIA NEL MONDO DEL LAVORO PARTECIPAZIONE A TAVOLI TEMATICI TERRITORIALI PROMOZIONE, SOSTEGNO E CONDIVISIONE DI PROGETTUALITÀ INNOVATIVE E SPERIMENTALI CON I SOGGETTI TERRITORIALI PUBBLICI E DEL PRIVATO SOCIALE COLLOCAMENTO MIRATO DISABILI Il collocamento Mirato Disabili CMD è il servizio della Provincia di Varese che gestisce il collocamento lavorativo delle persone disabili presso le aziende private e gli Enti pubblici del territorio provinciale soggetti agli obblighi di assunzione, secondo le finalità della Legge 69/99 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.
55
ALLEGATO C
Pianificazione sovra distrettuale 2012 – 2014 Ambito nord Provincia di Varese (AMBITI DISTRETTUALI DI: ARCISATE-LAVENO MOMBELLO –LUINO)
Premessa La nuova programmazione per il triennio 2012-2014 rappresenta l’occasione per sperimentare sinergie fra
Ambiti, peraltro simili per caratteristiche socio-demografiche, e bisogni espressi dal territorio che è in larga
misura montano e fa riferimento pertanto a due Comunità Montane (“Comunità Montana Valli del Verbano” e
“Comunità Montana del Piambello”).
Rappresentarsi insieme ed insieme interloquire con altri soggetti istituzionali e non, accresce il potere
negoziale in capo agli Ambiti e ne fa più autorevole l’azione.
Anche Regione Lombardia nelle sue “Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale
2012-2014” fa della spinta a programmare insieme su base sovra distrettuale un obiettivo a cui tendere per
gli Ambiti: la Regione infatti “incentiva la sperimentazione di una programmazione sociale condivisa tra più
ambiti afferenti alla stessa Azienda Sanitaria Locale” e, ancora, “…ritiene strategico pensare ad una
programmazione sociale territoriale e quindi sottoscrivere Accordi di programma sovra distrettuali”.
La sperimentazione di modalità condivise di programmazione potrà riguardare in particolare:
- lo sviluppo di un modello omogeneo di erogazione delle attività di Servizio Sociale
Professionale e di Segretariato Sociale , al momento difforme nei tre territori;
- la definizione di modalità e criteri omogenei di accesso ai servizi ed alle prestazioni
da parte dei fruitori.
Il contesto territoriale e le ragioni della pianificazione sovra distrettuale Gli Ambiti di Arcisate, Laveno Mombello e Luino hanno caratteristiche socio demografiche e ambientali molto
simili.
Tutti e tre si estendono su territori in prevalenza montani in cui l’orografia e la scarsità di collegamenti fra i
centri abitati rendono difficoltosa la mobilità favorendo possibili fenomeni di isolamento dei singoli e delle
comunità. Sono costituiti da 63 Comuni, di cui 17 hanno meno di 1000 abitanti e fra questi 8 hanno una
popolazione inferiore a 500 unità. 5 Comuni hanno una popolazione compresa fra 5.000 e 10.000 abitanti,
mentre solamente 2 hanno più di 10.000 abitanti.
La popolazione totale dei tre Ambiti è di 177.270 con prevalenza di quella femminile (poco più del 51%). La
densità media su una superficie totale di kmq pari a 496,37 è di 406,14 abitante per ogni kmq.: nell’Ambito
di Arcisate la densità per kmq è di 571,54, in quello di Laveno è pari a 409,99 e nell’Ambito di Luino il valore
si attesta a 236,89. Significativo a questo riguardo, sotto il profilo delle caratteristiche ambientali del
territorio, è il raffronto con analogo dato su base provinciale: la densità per kmq in tutta la provincia di Varese
è pari a 736,68.
L’indice di vecchiaia è molto simile negli Ambiti di Laveno e Luino: 151,2 nel primo e 153,6 nel secondo,
mentre in quello di Arcisate si attesta sul valore di 135,2, per una media complessiva nei tre territori
distrettuali di 146,6, in corrispondenza di una popolazione con età > 64 anni di 36.117 unità (il 20,3% della
popolazione totale). Infine, l’indice di dipendenza giovanile è di 21,47 per Arcisate, di 21,18 per Laveno e di
20,46 per Luino: il dato medio relativo ai tre Ambiti è 21,04 per una popolazione giovanile complessiva
(fascia 0-14 anni) di 24.537 unità, pari al 13,8% della popolazione complessiva.
56
I sintetici dati di contesto forniti sembrano confermare l’idea di un territorio omogeneo che, rispetto ad alcuni
temi (le politiche per i giovani, la tutela della popolazione anziana), è più efficace nella sua azione se
programmata insieme mettendo in rete le conoscenze, le risorse e le opportunità.
Ciò anche in ragione del fatto che è percepita allo stato, soprattutto in alcune aree di intervento (in
particolare quella dei Minori e della Famiglia), una diffusa carenza di presidi atti a prevenire situazioni di
disagio e a sostenere le responsabilità genitoriali che potrebbe essere contrastata mediante azioni condivise
sovra distrettuali, anche con il coinvolgimento di soggetti del Terzo Settore.
Gli obiettivi Fra la gamma possibile degli obiettivi della pianificazione sovra distrettuale può essere utile,
sperimentalmente, individuare alcune priorità nel solco di spinte normative già presenti ad esempio nella
Legge 328 del 2000 e fra queste, sicuramente di rilievo, è la promozione di modi e criteri per l’accesso al
sistema e alla rete dei servizi da parte dei fruitori che siano omogenei nei tre territori distrettuali. Uniformare,
quindi, non per ignorare le condizioni e le storie locali, ma per sostenere un welfare comunale e di Ambito
che consenta uguali opportunità.
Nell’attuale quadro di drastica contrazione dei trasferimenti pubblici a favore del sistema socio assistenziale,
altro obiettivo può essere individuato nella possibilità di generare opportunità per l’implementazione delle
risorse disponibili, soprattutto attraverso il coinvolgimento degli attori presenti nel territorio (Istituzioni, Terzo
Settore, Fondazioni ecc.).
Le strategie Le strategie possibili in vista degli obiettivi sopra enunciati e, quindi, i modi per perseguirli, fanno
riferimento all’attivazione di tavoli sovra distrettuali – tecnici e di confronto - per rilevare lo stato dell’arte
(condividere le informazioni e le conoscenze) e per delineare modalità di azione al fine di presidiare lo
sviluppo e l’efficacia delle azioni intraprese.
Altra modalità specificamente rilevante nell’ambito dell’integrazione sociosanitaria, educativa e socio
assistenziale, è la possibilità che le occasioni e gli strumenti di raccordo siano resi più efficaci mediante la
definizione di buone prassi da esplicitare in Protocolli di collaborazione.
Potranno essere attivati, inoltre, momenti di confronto fra i Rappresentanti delle Assemblee distrettuali e
degli Enti capofila (Comunità Montana Valli del Verbano, Comunità Montana del Piambello, Comune di
Luino).
Gli ambiti di intervento Le azioni condivise dai tre Ambiti saranno volte a:
- individuare e sviluppare modelli comuni per la gestione e l’erogazione di servizi comunali e di
Ambito, con particolare attenzione all’attività del Servizio Sociale Professionale e del Segretariato
Sociale in virtù della peculiare realtà territoriale;
- programmare e presentare, anche al fine di intercettare possibili finanziamenti, iniziative progettuali
a rilevanza sovra distrettuale di interesse comune;
- promuovere il raccordo e l’interlocuzione attiva con i soggetti del Terzo Settore mediante Tavoli di
Rappresentanza sovra distrettuale;
57
- favorire iniziative finalizzate a realizzare percorsi di effettiva integrazione sociosanitaria attraverso
specifici Tavoli di raccordo e momenti concertativi con gli enti interessati;
- definire modalità di raccordo con enti sovra distrettuali appartenenti all’area educativa;
- definire criteri omogenei di accreditamento di strutture e servizi con possibilità di confronto e
interscambio fra i territori interessati.
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
58
AREA DISTRETTUALE DI LAVENO MOMBELLO
Ambito Territoriale di Cittiglio Provincia di Varese
Comuni
Azzio, Bardello, Besozzo, Biandronno, Brebbia, Bregano, Brenta, Caravate, Casalzuigno, Cassano Valcuvia, Castello Cabiaglio, Cittiglio, Cocquio Trevisago, Cuveglio, Cuvio, Duno, Gavirate, Gemonio, Laveno Mombello, Leggiuno, Malgesso, Masciago Primo, Monvalle, Orino, Rancio Valcuvia, Sangiano
PIANO DI ZONA 2012/2014
CONVENZIONE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DI SERVIZI ALLA PERSONA
TUTELA MINORI
INSERIMENTO LAVORATIVO DISABILI
FONDO SOLIDARIETA’ DEGLI ONERI DERIVANTI DALL’OSPITALITA’ IN
STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI SOTTOPOSTI A PROVVEDIMENTO DELL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA
(FONDO SOCIALE SOLIDARIETA’ MINORI)
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
59
PREMESSO CHE: - Il D.Lgs. 30.12.92 n. 502, e successive modificazioni, reca norme per il “Riordino della
disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 421/92”;
- L’art. 3 septies (comma 2 e 3) del D.Lgs. 19.6.99 n. 229 tratta dell’integrazione socio-
sanitaria e rimanda all’emanazione di un atto di indirizzo e coordinamento al fine di
precisare i criteri di finanziamento delle prestazioni per quanto compete ai comuni ed
alle aziende sanitarie locali;
- L’art. 22 della L. 8.11.00 n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali” indica il livello essenziale delle prestazioni
sociali, ferme restando le competenze del Servizio sanitario nazionale in materia di
prevenzione, cura e riabilitazione, nonché le disposizioni in materia di integrazione
socio sanitaria di cui al D.Lgs. 502/92 e successive modificazioni;
- Il D.P.C.M. 14.02.01 “Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni
sociosanitarie” individua le aree a cui si riferiscono le prestazioni-funzioni sociosanitarie
su cui sono stabilite le percentuali di attribuzione della spesa a carico dei Comuni e
delle aziende sanitarie locali;
- Il D.P.C.M. 29.11.01 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza” stabilisce i livelli
essenziali di assistenza sanitaria;
- L’art.6 della L.R. 11.7.97 n. 31 “Norme per il riordino del servizio sanitario regionale e
sua integrazione con le attività dei servizi sociali”, individua nell’integrazione delle
competenze degli Enti Locali con i servizi socio-sanitari l’obiettivo prioritario e
qualificante della rete dei servizi preposti alla tutela della salute dei cittadini;
- la Legge regionale n. 34 del 14/12/2004 “Politiche regionali sui diritti dei minori”;
- L’art. 3 comma 2a e art. 14 della L. 8.11.00 n. 328 prevede che gli Enti Locali si
occupino di “coordinamento e integrazione con gli interventi sanitari e dell’istruzione
nonché con le politiche attive di formazione, di avviamento e di reinserimento al lavoro;
- L’art. 14 della L. 8.11.00 n. 328 prevede che sia a carico dei Comuni la progettazione
per la piena integrazione delle persone disabili nonchè la rimozione e il superamento
delle condizioni di emarginazione e esclusione sociale;
- La L. n.68/1999 disciplina le norme per il diritto al lavoro dei disabili;
- La L.R. 4/8/2003 n. 13 promuove l’accesso al lavoro delle persone svantaggiate e
disabili”;
- La l.r. 3/2008 e s.m.i.
- l’art. 4, comma 4, della L.R. n.34/2004, stabilisce l’obbligo di istituire un fondo di
solidarietà a favore dei comuni con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti facenti
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
60
parte dell’Ambito Distrettuale, per il sostegno degli oneri per gli interventi obbligatori
derivanti dall’affido familiare o dall’ospitalità in strutture residenziali per i minori
sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria in materia civile e amministrativa con
la possibilità di estendere l’accesso al fondo a tutti i Comuni dell’Ambito;
RICHIAMATI l’Accordo di Programma e le convenzioni per la gestione associata di servizi
alla persona e del Fondo di Solidarietà sottoscritte per i precedenti trienni di
programmazione zonale;
VALUTATA la necessità di garantire la continuità della gestione associata del servizio
tutela minori ed inserimento lavorativo disabili, servizi ed attività che perseguono l’obiettivo
generale di supportare la persona con problemi di fragilità, disagio, disabilità o
emarginazione;
CONSIDERATO CHE è stata valutata l’opportunità di proseguire nella gestione associata
del Fondo Sociale di Solidarietà Minori, in considerazione delle difficoltà sempre maggiori
dei Comuni nel reperire le risorse necessarie per far fronte alle spese per il ricovero in
strutture residenziali di minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, stante
anche il fatto che si tratta di eventi non prevedibili e programmabili;
TUTTO CIO’ PREMESSO
L’anno duemila______ addì ______ del mese di ______ presso la sede della Comunità
Montana Valli del Verbano
Tra
La Comunità Montana Valli del Verbano, rappresentata dal Presidente pro – tempore a ciò
autorizzato con delibera assembleare n.___ del _________
ed i Comuni di:
Azzio, Bardello, Besozzo, Biandronno, Brebbia, Bregano, Brenta, Caravate, Casalzuigno,
Cassano Valcuvia, Castello Cabiaglio, Cittiglio, Cocquio Trevisago, Cuveglio, Cuvio, Duno,
Gavirate, Gemonio, Laveno Mombello, Leggiuno, Malgesso, Masciago Primo, Monvalle,
Orino, Rancio Valcuvia, Sangiano, rappresentati dai Sindaci pro–tempore a ciò autorizzati
dalle deliberazioni assunte dai rispettivi organi collegiali,
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
61
viene sottoscritta la seguente convenzione.
Art. 1 – FINALITÀ’ Gli enti sottoscrittori della presente convenzione, riconoscendo i principi previsti dalla
legge 328/2000 relativi alla realizzazione di un reale sistema integrato di interventi e
servizi sociali, ritengono opportuno inserire nella rete strutturata delle attività previste nel
Piano di Zona dell’Ambito Territoriale di Cittiglio, i seguenti servizi gestiti in forma
associata:
Tutela Minori
Inserimento lavorativo disabili e persone svantaggiate
Fondo di solidarietà degli oneri derivanti dall’ospitalità in strutture residenziali per
minori sottoposti a provvedimento dell’autorità giudiziaria (Fondo sociale solidarietà
minori).
Art. 2 - ENTE CAPOFILA Gli enti sottoscrittori individuano la Comunità Montana Valli del Verbano quale ente
capofila, responsabile dell’esecuzione della presente convenzione e coordinatore delle
attività connesse.
La Comunità Montana per la gestione della presente convenzione si avvale della propria
Istituzione (I.S.PE. VALLI DEL VERBANO).
Art. 3 - OGGETTO La presente convenzione, attraverso gli uffici e le equipe specialistiche dell’Ispe Valli del
Verbano, garantisce l’attuazione degli interventi sottoelencati:
Servizio Tutela Minori: Indagine psico–sociale su richiesta dell’Autorità Giudiziaria (Tribunale dei Minorenni
o Tribunale Ordinario);
Attuazione degli interventi disposti con Decreto dell’Autorità Giudiziaria, in accordo
con il Comune titolare;
Consulenza ai servizi sociali comunali per situazioni di minori a grave rischio
evolutivo e sociale e collaborazione per l’eventuale segnalazione all’Autorità
Giudiziaria.
Servizio inserimento lavorativo disabili:
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
62
Orientamento e consulenza in tema di occupazione per le fasce deboli della
popolazione;
Valutazione psico-socio-educativa per la rilevazione di potenzialità e risorse
personali;
Ricerca di adeguati ambiti lavorativi per l’attivazione di tirocini e borse-lavoro;
Supporto psico-socio-educativo agli utenti inseriti con tirocinio/borsa lavoro o
assunti attraverso il collocamento mirato;
Supporto tecnico alle aziende obbligate all’assunzione di soggetti disabili per
l’attivazione delle procedure.
Fondo sociale solidarieta’ minori: Impegno di spesa degli oneri derivanti dall’ospitalita’ in strutture residenziali, per i
minori sottoposti a provvedimento dell’autorità giudiziaria, previa autorizzazione del
Comune competente per territorio;
Pagamento delle rette;
Rendicontazione delle spese sostenute e recupero delle quote a carico dei comuni.
La titolarità degli interventi previsti a favore dei soggetti seguiti dai servizi associati resta in
a capo al Comune di residenza degli utenti; la responsabilità dei relativi procedimenti è in
capo ai responsabili di servizio individuati dall’Ente capofila.
Art. 4 - REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE Le modalità organizzative dei servizi e delle attività previste dalla presente convenzione
vengono definite da un Regolamento, la cui approvazione compete all’Assemblea dei
Sindaci dell’Ambito Distrettuale.
Il Regolamento di organizzazione disciplina:
- il titolo all’accesso delle prestazioni
- le modalità operative
- le competenze in capo ai Comuni
- le competenze in capo alle equipe specialistiche
- le modalità di raccordo tra i soggetti coinvolti.
Gli Enti sottoscrittori si impegnano espressamente a dare attuazione, per quanto di propria
competenza, al Regolamento di organizzazione.
Art. 5 - FUNZIONI DELL’ENTE CAPOFILA La Comunità Montana, attraverso la propria Istituzione, svolge le funzioni derivanti dalla
presente convenzione utilizzando le necessarie risorse di personale, tecniche, logistiche e
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
63
finanziarie, coordinandone le attività attraverso l’Ufficio di Piano, organismo tecnico di
programmazione del Piano di Zona.
L’Ente capofila:
nomina il Responsabile del servizio, al quale competono le funzioni indicate
dall’art.107 del D.Lgs. n. 267/2000;
adotta tutti gli atti necessari alla copertura del fabbisogno di personale per la
gestione dei servizi, mediante personale dipendente a tempo indeterminato,
qualificato per le singole figure professionali;
procede all’indizione delle selezioni per l’assunzione di personale a tempo
determinato per la copertura dei posti vacanti.
L’Istituzione della Comunità Montana, svolge le seguenti funzioni:
ATTIVITA’ AMMINISTRATIVE:
- gestione del personale da assegnare alle equipe specialistiche;
- nomina dei coordinatori dei servizi;
- conferimento di incarichi a collaboratori a professionisti esterni;
- gestione delle risorse finanziarie;
- comunicazione dei risultati tecnici conseguiti e rendicontazione dei risultati
economico-finanziari con le modalità e gli strumenti che verranno individuati
dall’Assemblea dei Sindaci.
ATTIVITA’ ISTITUZIONALI:
- cura del raccordo con l’Assemblea dei Sindaci;
- gestione del raccordo con il tavolo tecnico per la definizione di modalità
operative di collaborazione tra i servizi ed i servizi sociali comunali;
- verifica dell’attuazione della convenzione e del Regolamento dei Servizi
approvati dall’Assemblea dei Sindaci;
- definizione delle modalità e degli strumenti per il monitoraggio dei dati;
- definizione delle competenze e delle procedure operative, attraverso la stesura
di accordi o protocolli d’intesa, per la collaborazione con altri servizi (ASL, AO);
- partecipazione ad organismi interdistrettuali di programmazione.
ATTIVITA’ ORGANIZZATIVE
- definizione dell’organizzazione dei Servizi: competenze, ruoli e funzioni;
- gestione dei rapporti inter-istituzionali con i diversi servizi specialistici (Tribunale
per i Minorenni, Tribunale Ordinario, Azienda Ospedaliera, ASL).
L’Istituzione della Comunità Montana potrà stipulare appositi protocolli d’intesa con
l’Azienda Sanitaria Locale e l’Azienda Ospedaliera al fine di favorire il coordinamento
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
64
delle attività in oggetto con le prestazioni/funzioni che, secondo quanto declinato dal
D.P.C.M. 14.2.2001, devono essere garantite dal servizio sanitario, in particolare quelle
concernenti le prestazioni medico-specialistiche, psicoterapeutiche e di indagine
diagnostica sui minori e sulle famiglie adottive e affidatarie, oltre che di indagine
diagnostica dei soggetti disabili adulti.
Art. 6 – FUNZIONI DEI COMUNI I Comuni sono titolari delle funzioni relative alla tutela minori, agli oneri derivanti
dall’ospitalità in strutture residenziali per minori sottoposti a provvedimento dell’autorità
giudiziaria, nonchè all’inserimento lavorativo disabili e/o persone svantaggiate e danno
attuazione ai progetti di intervento, per quanto di propria competenza.
I Comuni:
- garantiscono la partecipazione dei propri servizi sociali ai procedimenti da attivare, con le
modalità definite dal regolamento di organizzazione;
- si impegnano a stanziare, nei rispettivi bilanci, le somme necessarie a far fronte agli oneri
assunti con la sottoscrizione della presente convenzione.
Le attività di recupero delle quote di compartecipazione alle spese derivanti dall’ospitalità
minori in strutture protette a carico di Enti non appartenenti all’Ambito Distrettuale saranno
svolte direttamente dai Comuni.
Eventuali azioni legali di rivalsa tra Amministrazioni Comunali, in relazione all’attribuzione
degli oneri derivanti dal ricovero di minori in comunità, rimangono in capo ai Comuni.
Art. 7 – RISORSE FINANZIARIE Le risorse finanziarie per la gestione dei servizi tutela minori ed inserimento lavorativo
risultano costituiti da:
finanziamenti messi a disposizione dai Comuni aderenti;
finanziamenti a carico del fondo Nazionale L.n.328/00;
eventuali ulteriori finanziamenti derivanti da specifiche leggi di settore e da altri
fondi regionali, statali ed europei.
I Comuni sottoscrittori sono tenuti a sostenere gli oneri derivanti dagli interventi a favore
dei cittadini residenti, che non siano ricompresi in servizi svolti a livello distrettuale con
oneri a carico del Piano di zona (es.: assistenza domiciliare minori, rette di comunità
alloggio, contributi per affidi familiari, incontri protetti, borse lavoro, etc…).
Il Fondo solidarietà minori è costituto dalle seguenti risorse:
quote del Piano di Zona vincolate per tale finalità;
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
65
risorse comunali;
eventuali ulteriori contributi o risorse.
Art. 8 – RAPPORTI FINANZIARI L’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito distrettuale, contestualmente alla destinazione delle
risorse del Piano di Zona, determina annualmente:
la quota a carico dei Comuni per la gestione associata dei servizi, in relazione alla
popolazione residente al 31 dicembre dell’anno precedente;
la quota del Piano di Zona da destinare al Fondo di solidarietà minori e la quota a
carico dei comuni in relazione alla popolazione residente al 31 dicembre dell’anno
precedente. L’eventuale maggiore spesa sostenuta dall’Istituzione per fare fronte
alle rette sarà ripartita in misura direttamente proporzionale al totale dei costi
sostenuti tra i Comuni individuati ai sensi dell’art. 8, comma 6, della legge regionale
3 del 12/03/2008.
I Comuni convenzionati si impegnano a far fronte alla quota complessiva degli oneri
derivanti dall’ospitalità minori nelle strutture residenziali salvo procedere, autonomamente,
al recupero di eventuali somme da porre a carico di Enti fuori Ambito Distrettuale.
Le Amministrazioni comunali si impegnano a comunicare, entro il 15 gennaio di ogni anno,
la popolazione residente al 31 Dicembre dell’anno precedente ed a versare all’Istituzione
le quote definite dall’Assemblea dei Sindaci con le seguenti modalità:
quota gestione associata servizi tutela minori ed inserimento lavorativo: entro il 31
gennaio di ogni esercizio finanziario;
quota fondo solidarietà a carico di tutte le amministrazioni: entro il 31 gennaio di
ogni esercizio finanziario;
quota fondo solidarietà a carico delle Amministrazioni con minori in comunità:
- 50% degli oneri annuali quantificati a preventivo:entro il 28 febbraio di ogni
esercizio finanziario su richiesta dell’Istituzione;
- saldo a conguaglio: non oltre il 28 febbraio dell’anno successivo.su rendiconto
presentato dall’Istituzione.
L’Istituzione, in caso di ritardo superiore a tre mesi, applicherà alle Amministrazioni
Comunali gli interessi maturati, in misura di legge.
Art. 9 – SPESA DI PERSONALE Ai fini del rispetto delle vigenti disposizioni in termini di limitazione della spesa di
personale, ai sensi dell’art. 76, comma 7, del D.l. n. 112/2008 e s.m.i., nonché dell’art. 1,
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
66
commi 562 e 557, della L.n. 296/2006, il costo del personale derivante dall’attuazione della
presente convenzione viene inserito nella spesa di personale della Comunità Montana
Valli del Verbano.
In caso di scioglimento della convenzione o dell’Accordo di programma, l’Assemblea dei
Sindaci dell’Ambito distrettuale definirà i rapporti tra gli Enti per quanto concerne i contratti
di lavoro del personale dipendente.
Art. 10 - DURATA La presente convenzione ha valenza triennale con scadenza 31/12/2014 e comunque,
sino alla sottoscrizione di un nuovo Accordo di programma.
Art 11 - RECESSO E SCIOGLIMENTO Ciascun Ente aderente potrà recedere dalla presente convenzione con deliberazione del
Consiglio Comunale da notificare alla Comunità Montana tre mesi prima del termine di
ogni esercizio finanziario a mezzo raccomandata A.R.
L’Ente, in caso di recesso, rimane obbligato per gli impegni finanziari annuali definiti
dall’Assemblea dei Sindaci, sino al termine della presente convenzione.
La presente convenzione potrà essere sciolta, in qualunque momento, su richiesta della
metà più uno degli Enti convenzionati mediante atto deliberativo dei rispettivi Organi di
indirizzo politico che dovranno riportare la medesima data di scioglimento.
Gli atti deliberativi predetti dovranno essere notificati alla Comunità Montana ed a tutti gli
Enti aderenti almeno sei mesi prima dalla data di scadenza.
Art 12 – NORMA DI SALVAGUARDIA Gli obblighi ed i termini disciplinati dall’art.11 della presente convenzione potranno essere
derogati dagli Enti sottoscrittori della presente convenzione esclusivamente nel caso di
diversa determinazione in ordine alla gestione associata della funzione sociale, ai sensi
dell’art. 16 del D.L. n. 138/2011, convertito in legge n. 148/2011, i cui termini sono stati
prorogati dall’art.29, c.11 e 11bis del D.L. n.216/2011, convertito in legge n. 14/2012.
Letto, confermato e sottoscritto.
Comunità Montana Valli del Verbano Il Presidente
Comuni di Il Sindaco
Piano di Zona 2012/2014 – Allegato 1 Convenzione per la gestione del Servizio Tutela Minori , Fondo Solidarietà Minori, Servizio Inserimento Lavorativo Disabili
67
Azzio
Bardello
Besozzo
Biandronno
Brebbia
Bregano
Brenta
Caravate
Casalzuigno
Cassano Valcuvia
Castello Cabiaglio
Cittiglio
Cocquio Trevisago
Cuveglio
Cuvio
Duno
Gavirate
Gemonio
Laveno Mombello
Leggiuno
Malgesso
Masciago Primo
Monvalle
Orino
Rancio Valcuvia
Sangiano