Transcript of 17.00 Anno della Fede Papa Francesco ha dedicato l’Udienza Generale di mercoledì 11 dicembre 2013...
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- Anno della Fede
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- Papa Francesco ha dedicato lUdienza Generale di mercoled 11
dicembre 2013 in Piazza San Pietro alla Vita eterna Il giudizio
finale Papa Francesco ha dedicato lUdienza Generale di mercoled 11
dicembre 2013 in Piazza San Pietro alla Vita eterna Il giudizio
finale
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- Judex ergo cum sedebit, Quando il giudice si sieder, quidquid
latet, apparebit, ogni cosa nascosta sar svelata, nil inultum
remanebit. niente rimarr impunito.
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- Quid sum miser tunc dicturus? In quel momento che potr dire io,
misero? quem patronum rogaturus, chi chiamer a difendermi, cum vix
justus sit securus? quando a malapena il giusto potr dirsi al
sicuro?
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- Rex tremendae majestatis, Re di maest infinita, qui salvandos
salvas gratis, tu che salvi per grazia chi da salvare, salva me,
fons pietatis. salvami, tu che sei fonte di piet.
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- Recordare, Jesu pie, Ricorda o buon Ges, quod sum causa tuae
viae, che sono la causa della tua venuta; ne me perdas illa die.
non permettere che in quel giorno io sia perduto.
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- Quaerens me, sedisti lassus, Cercandomi con fatica, redemisti
Crucem passus: mi hai redento con il supplizio della Croce: tantus
labor non sit cassus! fa che tanta fatica non sia vana!
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- Juste judex ultionis, Giusto giudice nella retribuzione, donum
fac remissionis concedi il dono del perdono ante diem rationis.
prima dellultimo giorno.
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- Fratelli, Dio amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio
rimane in lui. In questo l'amore ha raggiunto tra noi la sua
perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perch come
lui, cos siamo anche noi, in questo mondo. Dalla prima lettera di
san Giovanni apostolo 4, 16-17
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- Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
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- Oggi vorrei iniziare lultima serie di catechesi sulla nostra
professione di fede, trattando laffermazione Credo la vita eterna.
In particolare mi soffermo sul giudizio finale. Ma non dobbiamo
avere paura: sentiamo quello che dice la Parola di Dio.
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- Al riguardo, leggiamo nel vangelo di Matteo: Allora Cristo verr
nella sua gloria, con tutti i suoi angeli
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- E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separer
gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e
porr le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra E se ne
andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna
(Mt 25,31-33.46).
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- Quando pensiamo al ritorno di Cristo e al suo giudizio finale,
che manifester, fino alle sue ultime conseguenze, il bene che
ognuno avr compiuto o avr omesso di compiere durante la sua vita
terrena, percepiamo di trovarci di fronte a un mistero che ci
sovrasta, che non riusciamo nemmeno a immaginare.
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- Un mistero che quasi istintivamente suscita in noi un senso di
timore, e magari anche di trepidazione. Se per riflettiamo bene su
questa realt, essa non pu che allargare il cuore di un cristiano e
costituire un grande motivo di consolazione e di fiducia.
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- Esse infatti erano solite accompagnare le celebrazioni e le
preghiere con lacclamazione Maranath, unespressione costituita da
due parole aramaiche che, a seconda di come vengono scandite, 1. A
questo proposito, la testimonianza delle prime comunit cristiane
risuona quanto mai suggestiva
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- si possono intendere come una supplica: Vieni, Signore!, oppure
come una certezza alimentata dalla fede: S, il Signore viene, il
Signore vicino.
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- lesclamazione in cui culmina tutta la Rivelazione cristiana, al
termine della meravigliosa contemplazione che ci viene offerta
nellApocalisse di Giovanni (cfr Ap 22,20). In quel caso, la
Chiesa-sposa che, a nome dellumanit intera e in quanto sua
primizia, si rivolge a Cristo, suo sposo, non vedendo lora di
essere avvolta dal suo abbraccio:
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- labbraccio di Ges, che pienezza di vita e pienezza di amore.
Cos ci abbraccia Ges.
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- Se pensiamo al giudizio in questa prospettiva, ogni paura e
titubanza viene meno e lascia spazio allattesa e a una profonda
gioia: sar proprio il momento in cui verremo giudicati finalmente
pronti per essere rivestiti della gloria di Cristo, come di una
veste nuziale, ed essere condotti al banchetto, immagine della
piena e definitiva comunione con Dio.
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- Ges stesso, nel Vangelo di Matteo, a preannunciare come, alla
fine dei tempi, coloro che lo avranno seguito prenderanno posto
nella sua gloria, per giudicare insieme a lui (cfr Mt 19,28). 2. Un
secondo motivo di fiducia ci viene offerto dalla constatazione che,
nel momento del giudizio, non saremo lasciati soli.
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- Lapostolo Paolo poi, scrivendo alla comunit di Corinto,
afferma: Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Quanto pi
le cose di questa vita! (1 Cor 6,2-3).
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- Che bello sapere che in quel frangente, oltre che su Cristo,
nostro Parclito, nostro Avvocato presso il Padre (cfr 1 Gv 2,1),
potremo contare sullintercessione e sulla benevolenza di tanti
nostri fratelli e sorelle pi grandi che ci hanno preceduto nel
cammino della fede, che hanno offerto la loro vita per noi e che
continuano ad amarci in modo indicibile!
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- I santi gi vivono al cospetto di Dio, nello splendore della sua
gloria pregando per noi che ancora viviamo sulla terra. Quanta
consolazione suscita nel nostro cuore questa certezza!
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- La Chiesa davvero una madre e, come una mamma, cerca il bene
dei suoi figli, soprattutto quelli pi lontani e afflitti, finch
trover la sua pienezza nel corpo glorioso di Cristo con tutte le
sue membra.
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- dove si afferma esplicitamente che Dio non ha mandato il Figlio
nel mondo per condannare il mondo, ma perch il mondo sia salvato
per mezzo di lui. Chi crede in lui non condannato; ma chi non crede
gi stato condannato, perch non ha creduto nellunigenito Figlio di
Dio ( Gv 3,17-18). 3. Unulteriore suggestione ci viene offerta dal
Vangelo di Giovanni,
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- Questo significa allora che quel giudizio finale gi in atto,
incomincia adesso nel corso della nostra esistenza.
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- Tale giudizio pronunciato in ogni istante della vita, come
riscontro della nostra accoglienza con fede della salvezza presente
ed operante in Cristo, oppure della nostra incredulit, con la
conseguente chiusura in noi stessi. Ma se noi ci chiudiamo allamore
di Ges, siamo noi stessi che ci condanniamo.
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- La salvezza aprirsi a Ges, e Lui ci salva; se siamo peccatori e
lo siamo tutti Gli chiediamo perdono e se andiamo a Lui con la
voglia di essere buoni, il Signore ci perdona.
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- Ma per questo dobbiamo aprirci allamore di Ges, che pi forte di
tutte le altre cose. Lamore di Ges grande, lamore di Ges
misericordioso, lamore di Ges perdona; ma tu devi aprirti e aprirsi
significa pentirsi, accusarsi delle cose che non sono buone e che
abbiamo fatto.
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- Il Signore Ges si donato e continua a donarsi a noi, per
ricolmarci di tutta la misericordia e la grazia del Padre.
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- Siamo noi quindi che possiamo diventare in un certo senso
giudici di noi stessi, autocondannandoci allesclusione dalla
comunione con Dio e con i fratelli. Non stanchiamoci, pertanto, di
vigilare sui nostri pensieri e sui nostri atteggiamenti,
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- per pregustare fin da ora il calore e lo splendore del volto di
Dio - e ci sar bellissimo che nella vita eterna contempleremo in
tutta la sua pienezza.
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- Avanti, pensando a questo giudizio che comincia adesso, gi
cominciato. Avanti, facendo in modo che il nostro cuore si apra a
Ges e alla sua salvezza; avanti senza paura, perch lamore di Ges pi
grande e se noi chiediamo perdono dei nostri peccati Lui ci
perdona. cos Ges. Avanti allora con questa certezza, che ci porter
alla gloria del cielo!
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