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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI20 novembre 2013
Roma 24 settembre- 11 dicembre 2013 C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti
ESONERO FREQUENTANTI 11 DICEMBRE ORE 17
E-mail: piera.rella@uniroma1.it Stanza B12 Via Salaria113, tel.: 06 49918446-
ricevimento mercoledì 15.30-17
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Configuraz organizzativa
Meccanismo coor-dinamen.
Parte fon-damentale organizz.
Tipo decentramento
Struttura semplice
Supervisione diretta
Vertice strategico
Accentra-mento
Burocrazia meccanica
Standardiz processi
Tecnostruttura
Decentramento orizzon-tale limitato
Burocrazia profession
Standard. Capacità
Nucleo operativo
Dec. vert. e orizz.
Soluzione divisionale
Standard. Output
Linea intermedia
Dec. Vert. limitato
Adhocrazia Reciproco adattament
Staff supporto
Dec. selettivo
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Identikit soluzione DIVISIONALE Complesso di entità quasi autonome (divisioni)
coordinate dalla direzione centrale Raggruppamento delle unità organizzative in base ai
mercati (prodotti o servizi) diversificati Controllo basato sui risultati ottenuti da ciascuna
divisione Età elevata ( nasce nel 1921 alla Du Pont), grande
dimensione. Di moda: lo è ancora?
Meccanismo cooordinamento
Parte fondamen -tale organizz.
Tipo decen-tramento
Standardizza-zione output
Linea intermedia
Verticale limi-tato verso i capi divisione
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L’organizzazione delle divisioni tende alla burocrazia meccanica?
In teoria no: ciascuna divisione può avere una struttura organizzativa specifica ↓
(ad es. Comune con una struttura semplice per risolvere la povertà, burocrazia meccanica per la raccolta dei rifiuti, professionale per i vigili urbani, adhocrazia per la pianificazione urbanistica)
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Perché l’organizzazione delle divisioni tende alla burocrazia meccanica
In pratica la direzione imponendo alle divisioni standard di performance, chiede di trattarle ciascuna come un sistema integrato e di poter valutare in termini quantitativi i risultati→ le spinge verso la burocrazia meccanica
NB In letteratura la soluzione divisionale (diffusa in Europa nel dopoguerra) è considerata decentrata rispetto a quella meccanica→ permette di dividere 1 sola burocrazia meccanica in + burocrazie
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Esempi di soluzione divisionale
PA e sindacati sono quasi obbligati a una soluzione divisionale
Grandi imprese industriali la adottano per meglio adattarsi a mercati diversificati
Piccole imprese si federano per poter reggere il confronto col mercato o per contrastare la concorrenza di una grande impresa
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soluzione divisionale: Vantaggi Limiti
• Permette la formazione di più dirigenti nella linea intermedia
• Supera l’eccessiva burocratizzazione di un’azienda operan-te su + mercati
• Ripartisce rischi fra + mercati→ regge meglio alla depressione
E’ meno decentrata della burocrazia professionale e dell’adhocrazia↓
Integrata ( + accentrata)
Integrata con sotto-prodotti
Conglomerata (+ decentrata)
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Problemi di concentrazione del potere nella direzione generale “ il potere tende a corrompere, ma il potere
assoluto corrompe certamente” (Lord Acton) La grande impresa conglomerata è contro-
bilanciata da sindacati federati e nella PA si possono creare nuovi enti, ma il
management non può interferire sul reclu-tamento come quello privato e un controllo con indici quantitativi non funziona per capire aspetti qualitativi come sono gli obiettivi sociali (es. Certificazioni di qualità) → soluzione divisionale pura non applicabile
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Identikit adhocrazia
Serve a realizzare innovazioni complesse: team di esperti di diverse discipline per realizzare progetti ad hoc
Ambiente complesso, dinamico, a volte eterogeneo/ sistema tecnico sofisticato
Giovane e di modaMeccanismo cooordinamento
Parte fondamen tale organizz.
Tipo decen-tramento
Adattamento Staff supporto (e Nucleo operativo)
Selettivo/specializzazione orizzontale mansioni
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Adhocrazia →Parola inventata da Tofler, Lo shock del futuro 1970
Organizzazione flessibile, poco formalizzata capace di innovare, anche rompendo l’unità di comando, cara ai principi classici dell’organizzazione
Potere non solo nello staff o nel nucleo operativo, ma in tutte le parti
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Differenze con la burocrazia professionale
Nell’adhocrazia non si può contare nella standardizzazione delle capacità
Gli esperti debbono interagire in gruppi multidisciplinari che guardano a specifici progetti→ adattamento reciproco
Coordinatore è un esperto che lavora con gli altri e non un supervisore
Il potere è distribuito in tutte le parti
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2 tipi di adhocrazia OperativaParte fondamentale: staff
+ nucleo operativo
Serve ai clienti offrendo uno sforzo creativo > burocrazia professionale
Es. National Film Board of Canada (cfr. organigramma p.384)
AmministrativaParte fondamentale: staff
Serve a sé stessa: solo la direzione è un’adhocrazia, mentre il nucleo operativo è:
1. un’azienda distinta2. Soppresso o ceduto3. AutomatizzatoEs. impresa petrolifera
nascente (cfr. organi-gramma p.386)
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Le condizioni dell’adhocrazia
Ambiente è complesso→ struttura decentrata Dinamico → organizzazione organica, ma non
burocratica eterogeneo → spinta al decentramento selettivo
a costellazioni di lavoro (adhocrazia amministr.) sistema tecnico sofisticato e talvolta
automatico → potere dello staff di supporto
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Un modello ibrido: l’adhocrazia divisionale
Multinazionali che, per coordinare le proprie divisioni (e diminuire i managers), fanno organizzazioni a matrice → divisioni regionali e di prodotto poste allo stesso livello gerarchico a scapito dell’unità di comando
Funziona anche per Org. No profit come l’Unicef → per garantire autonomia culturale
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Struttura a matrice
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Un’organizzazione molto di moda
Sono di moda: L’enfasi sulla competenza I gruppi di progetto, le task forces Il decentramento Sistemi tecnici sofisticati Ambienti complessi e dinamici
Adatta a una popolazione scolarizzata e che vuole considerare il mondo come un sistema integrato → è democratica e poco burocratica, ma non va bene per tutto
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Alcuni problemi dell’adhocrazia
Reazioni delle persone all’ambiguità → adatta ai creativi, crea problemi anche agli entusiasti per la fluidità, confusione e ambiguità → è una configurazione darwiniana, crudele con i deboli e contraddittoria perché persone individualiste sono spinte a lavorare in gruppo
Problemi di efficienza → inadatta ad attività di routine, per alti costi di comunicazione e di bilanciamento carichi di lavoro
I pericoli di una transizione inappropriata → verso la burocrazia ad es. in reti televisive
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conclusioni
Può sembrare la configurazione migliore, ma, come per tutte,
dipende dai fattori situazionali e dalla coerenza dei parametri di
progettazione con gli scopi organizzativi
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Le configurazioni come spinte dai 5 vertici del pentagono
Se prevale una spinta il modello si avvicina a 1 configurazione
Se prevalgono 2 spinte è ibrido: All’incrocio tra 2 tipologie
Con 2 tipologie compresentiLe configurazioni sono tipi ideali, utili
anche per descrivere le transizioni organizzative
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Oltre le 5 configurazioni
Il pentagono p411
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Il pentagono: le 5 configurazioni come un sistema unico
Ogni configurazione è un idealtipo che estremizza e/o semplifica la realtà
Ai 5 vertici ci sono le 5 configurazioni: ogni realtà organizzativa si colloca al suo interno
All’interno del pentagono si possono cogliere anche le transizioni da una situazione (organizzazione) a un’altra
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Il pentagono: un sistema per descrivere le transizioni organizzative
In ambiente semplice ↓Lato sinistro→ dalla struttura semplice alla burocrazia
meccanica, alla soluzione divisionale In ambiente dinamico o complesso ↓Lato destro→dall’adhocrazia alla burocrazia
professionale (o meccanica)
NB nessuna delle configurazioni e neppure il loro sistema coglie pienamente la realtà, ma è utile per descriverla o modificarla
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Oltre le 5 configurazioni
C’è un’altra configurazione in linea con la teoria elaborata?
e dunque Con un proprio meccanismo di
coordinamento In cui è centrale una sesta parte
dell’organizzazione
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Ideologia e cultura aziendale
Ideologia → non in senso politico-sociale ma come
sistema di convinzioni relative all’azienda → la missione → è sempre presente e la possiamo
rappresentare come↓
Alone attorno al diagramma
La missione è particolarmente forte nelle associazioni volontarie ( e anche nell’impresa
giapponese) → 6° configurazione
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Identikit configurazione missionaria
Di moda? forse lo sarà in futuro nell’era post- adhocratica
Meccanismo cooordinamento
Parte fondamen- tale organizz.
Tipo decen-tramento
Socializzazio-ne, indottri-namento o standar-dizzazione norme
Ideologia e Leadership carismatica
decentrata
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La configurazione missionaria
È poco strutturata Dato che la lealtà è basata sulla profonda
identificazione con la missione aziendale, non c’è bisogno di controlli
La configurazione missionaria pura non ha bisogno di esperti, né di divisione del lavoro
È molto democratica, e/o basata su una forte leadership
Esempi: organizzazioni no profit, kibbutzim israeliani, movimenti e sette religiose, movimenti politici
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Ipotesi di creazione La progettazione organizzativa richiede
talvolta la creazione di una nuova con-figurazione che combini in modo originale parametri di progettazione e fattori situazionali→ la vera magia è pensare oltre il 5
Aneddoto Sig.ra Raku scivolò nel fango→ dalla rabbia per essersi sporcata, passò alla nostalgia per il contatto perso con la terra → cambiò per l’ultima volta la sua impresa industriale in una di produzione a mano di vasi artistici → i vasai della terra
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Gruppi di lavoro presentazioni 27/11? III Le donne e la crisi nel contesto lavorativo
→ 5 CAMMARATA CAMPO DI GENUA FONSO GALARDINI 3/12-
1) C Analisi e proposte per l’uscita dalla crisi (Touraine) 2) E- società e disuguaglianze3) D Europa e disuguaglianze4) V La Crisi nel tempo su diversi giornali5) VI Aziende in crisi e mass media
4/121. Gr.A Cernobbio Controcernobbio2. Gr. IX Lo stato sociale in Ue e in Italia3. Gr. II donne e welfare4. III Le donne e la crisi nel contesto lavorativo5. G. Movimenti sociali
10/12 1) Gr.I Cernobbio Controcernobbio 2012( o il 10?) 2) B L’impresa in un’economia diversa3) XI Proposte uscita crisi sindacati e confindustria
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GRUPPI LAVORO 2013schede fatte
Gruppo F. COME MINIMO Un reddito di base CUPELLINI, DE SANTO, LA MONACA, VELTRI
1. Prima il lavoro. Intervista a Luciano Gallino2. Lunghini Reddito sì,ma da lavoro3. Gnesutta come redistribuire lavoro e
reddito4. Carra, Lavoro e reddito una coppia in crisiIV Riforma Fornero in particolar modo nel
settore del lavoro ALBERIO,DE PAOLIS, DI NARDO, FARANO FIORELLI, MARZIOLI, MUNNO, VITELLI
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GRUPPI LAVORO 2013 definiti i singoli articoli
A. Cernobbio /contro-Cernobbio 2013→ 7 persone CORNO,CORTINI,COSTIGLIOLA, DARELLI, DE ANGELIS, Parella + PIRO
I. CERNOBBIO/ VS CONTROCERNOBBIO (anno 2012) ) →– FORNITI ,TONI, ZAMPETTA
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Definiti Cernobbio- contro Cernobbio Gruppo A 2013
Cernobbio /contro-Cernobbio 2013→ 7 persone CORNO,CORTINI,COSTIGLIOLA, DARELLI, DE ANGELIS, PARRELLA + PIRO
3 articoli di Sbilanciamoci! e 4 di Cernobbio: titoli / studenti . Sbilanciamoci!: Intervento Ranieri: Cortini Stefania Intervento Pizzuti: Parrella Valentina Intervento Comito: Costigliola Claudia. Forum Villa d'Este - Ambrosetti: Intervento Tajani: De Angelis Daniela Challenges and Priorities for Europe: Darelli Marcella Business ad Hoc (un articolo della rassegna stampa "scenari Ambrosetti"): Piro Rossella Stato, cittadini e imprese nell'era digitale: Corno Danilo
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gruppo I CERNOBBIO/ VS CONTROCERNOBBIO (anno 2012
Ilaria Forniti: Il rilancio del mercato interno per la crescita dell'UE (Forum Ambrosetti 2012)
Sara Toni: Smart cities in Italia: un'opportunità nello spirito del Rinascimento per una nuova qualità della vita (Forum Amrbosetti 2012)
Michela Zampetta: Controfinanziaria (SBILANCIAMOCI!)
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Gruppi abbastanza definiti su B impresa, D politica, e C crisi
B. L’impresa di un’economia diversa (giovani e mercato del lavoro di BOFFARDI, QUAGLIERI, MOCCI, IZZO, GALLO, LACCISAGLIA, FEBO Rapporto sbilanciamoci 2013 p.123-153; 174-179 paper Ais
C. Analisi e proposte per l’uscita dalla crisi (Touraine) → 4 ANTINORI, CIASCHI, ERAMO, LA PORTA
D. Europa tedesca (Beck) → 4 BORGESE, FRISONE, MARTINO, MUNZI
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Gruppi definiti su E disuguaglianze (F reddito di base) e G movimenti sociali
E Società e disuguaglianze (Beck, disuguaglianza senza confini + STIGLITZ Società e disuguaglianza)→ 4 CARRANO, D’ISANTO, LOPS, SFORZA
1. Maria Giulia Lops: Ulrich Beck, "Disuguaglianza senza confini";
2. Maria Ludovica Sforza: Joseph E. Stiglitz, "Il prezzo della disuguaglianza", cap. 3 'I mercati della disuguaglianza';
3. Mariagrazia D'Isanto: Joseph E. Stiglitz, "Il prezzo della disuguaglianza", cap. 5 'Una democrazia in pericolo'
F. COME MINIMO Un reddito di base CUPELLINI, DE SANTO, LA MONACA, VELTRI
G. Movimenti sociali→ 5 DI VAIO, GEMMITI, GRECO, GUGLIELMELLI, HUMAN (CASTELLS Reti di indignazione e speranza
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Definiti su DONNE stato sociale e il lavoro
II Donne e welfare → 6 GATTO, FIORE, ARMELI MOCCIA, RIPOLI ,ZEFI 1. Genny Gatto:Rapporto sul mercato del lavoro.(Parag 2.5
differenze di genere)2. -Vanessa Casciano:Cnel Lavoro delle donne.(Cap. 1 con le
proposte)3. -Gessica Armeli Moccia:Donne nella crisi.4. -Gentiana Zefi:Lavoro e famiglia.5. -Federica Fiore:Maternità6. -Marta Ripoli: Donne e welfare una cittadinanza incompiuta
III Le donne e la crisi nel contesto lavorativo → 5 CAMMARATA CAMPO DI GENUA FONSO GALARDINI
a) - Il lavoro in Italia. dal precariato alla riforma Fornero (Sbilanciamoci!)
b) - La crisi e le donne, SWG (Dipartimento Ricerche sperimentali e comunicazione)
c) - L'altra metà dell'economia: imprenditrici che crescono (Eures e Cna)
d) - Donne, Lavoro e Economia (Istat, Enrico Giovannini) e) - Che genere di crisi? (Sbilanciamoci!)
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su stato sociale IN GENERALE
IX Lo stato sociale in Ue e in Italia (Rapporto Pizzuti)ABATE, BORZI, CALLARI, DEL GRACCO, LUNARDI, da “Rapporto sullo Stato Sociale 2013" dedicato allo Stato Sociale in Italia.
-il paragrafo introduttivo sarà analizzato da Martina Del Gracco
-del corpo centrale se ne occuperanno Claudia Abate, Alberto Borzì e David Callari
-la conclusione la analizzerò io, Valeria Lunardi
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mass media e beni comuni Da meglio definire V
V. Crisi e mass media 1 BOTTONI, DOSA, GIOVACCHINI,FANCIULLI, FORNARO, MARIANI
VI. Crisi e mass media 2 BARBAFIERA, LANCIANO, NOCI, STURZI fallimento di aziende in ambito nazionale e in ambito locale (articoli scelti)
VII. 2 gruppi Beni comuni → 5 ANTONICA, ARADEO, BOCHICCHIO, RUSSO, SIMONE (Pennacchi Pubblico, privato comune + Il bene di tutti
VIII. e 4 DE BENEDETTI, DE PASCALIS, FERRARELLI, RUFO cfr Grazzini e Pizzuti?
XI Proposte Sindacati e confindustria CRISCITELLO, GENDUSA, D’ASCANIO, mARCHESE
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Il lavoro di gruppo si svolgerà soprattutto in aula
Ogni studente fa una scheda di un articolo scelto nell’ambito di uno stesso tema
Le schede si confrontano tra loro, oltre e con i libri sulla crisi presentati a lezione
Si valuta se il materiale raccolto riporta opinioni e fonti diverse, se da indicazioni di vie d’uscita dalla crisi che vi convincono
Si elabora un breve power point per presentarlo a dicembre
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Che fare?I° una scheda dell’articolo1. Argomento e contenuto (breve sintesi)2. Paese? (Italia, Ue, mondo, altro)3. Prevale analisi o vie d’uscita dalla crisi?4. Autore chi è?
4.1 Dal punto di vista qualifica (Giornalista, Economista, Sociologo, Altro (specificare
4.2 Dal punto di vista delle opinioni E’ un liberista, un riformista o che altro?
5. Fonte?A. Rivista o paper scientifico
B. Giornale (cartaceo e/o on line)C. Sito internet
II° confronto con le altre schede del gruppo e con le analisi che vi ho presentato (soprattutto Gallino e/o Crouch)
III° Quali sono le vostre valutazioni?