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progettazione e produzione di materiale didattico
presupposti teorici e indicazioni operative per la prova B Ditals di I e II livello
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obiettivo prova B
Verificare la capacità da parte dei docenti o futuri docenti di italiano a stranieri di muoversi in maniera autonoma e con sufficiente competenza nella creazione di materiali didattici efficaci ed efficienti, cioè tali da rispondere agli specifici bisogni degli apprendenti.
“Portfolio Europeo per la Formazione Iniziale degli Insegnanti di Lingue” (PEFIL): “[...] so progettare materiali e attività didattiche adatte ai miei apprendenti”
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so progettare: quali competenze sono necessarie per produrre materiale didattico
Competenze teoriche e pratico-operative:
• scienze del linguaggio
• scienze dell'educazione
• scienze psicologiche
• scienze della comunicazione
• direttive europee : “Quadro comune europeo di riferimento per le lingue”; “Porfolio europeo per la formazione iniziale degli insegnanti di lingue” (PEFIL - http://archive.ecml.at/mtp2/publications/C3_Epostl_E_internet.pdf)
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cosa devo fare per progettare e produrre materiale didattico
1. individuare i bisogni degli apprendenti
2. identificare gli specifici obiettivi da perseguire
3. selezionare il testo/i testi adeguati ai destinatari, per conseguire gli obiettivi
4. didattizzare il testo, scegliendo il modello operativo più idoneo e le tecniche adeguate a realizzarlo e a sviluppare le abilità e le competenze individuate
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cosa devo fare nella prova B
Ditals I livello
• leggere il testo proposto
• identificare i possibili obiettivi da perseguire
• ideare un’attività a partire dal testo, inserendola idealmente in un percorso didattico (un modello operativo idoneo al profilo di apprendenti che ho scelto)
Ditals II livello
• leggere il testo proposto
• identificare i possibili obiettivi da perseguire
• individuare gli apprendenti
• didattizzare il testo, scegliendo il modello operativo più idoneo e le tecniche adeguate a realizzarlo e a sviluppare le abilità e le competenze individuate
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• progettare un curriculum ed un sillabo
• definire il percorso didattico da seguire
• scegliere l’approccio ed il metodo di riferimento, il modello operativo ed il manuale da adottare
• proporre testi in alternativa o ad integrazione del manuale
1. individuare i bisogni degli apprendenti per
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2. identificare gli specifici obiettivi
2.1. Componenti della competenza linguistico-comunicativa
2.2. Singole abilità
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2.1 competenza linguistico-comunicativa
• Componenti linguistiche
• Componenti extra-linguistiche (Balboni) o interculturali (Framework)
• Componenti sociolinguistiche
• Metacompetenza
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2.2 abilità
Balboni
• integrate (dialogare, parafrasare, riassumere, prendere appunti, scrivere sotto dettatura, parlare su traccia scritta)
• interlinguistiche (traduzione, interpretariato, traduzione impromptu)
Framework • interattive (dialogo, monologo su traccia;
appunti, messaggi, corrispondenza, partecipazione a forum in rete)
• di mediazione (interpretariato simultaneo, consecutivo e informale, traduzione letterale e letteraria, parafrasi,...)
• le abilità di studio fanno parte degli ultimi due tipi (prendere appunti, riassumere, parlare su traccia...)
ricettive produttive
orali ascoltare parlare
scritte leggere scrivere
abilità di base
e poi...
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3. selezionare/analizzare il testo. quali parametri adottare?
• Complessità testuale (varietà sociolinguistiche, sintassi, registro, lessico...)
• Tipologia testuale (narrativo, descrittivo, argomentativo, regolativo, espositivo, rappresentativo o scenico)
• Genere testuale (racconto, istruzioni, annuncio,...)
• Struttura del discorso (coerenza e coesione, legami causa/effetto, corrispondenza fabula e intreccio...)
• Presentazione fisica (scritto, parlato, audio, video...)
• Lunghezza del testo
• Interesse per l’apprendente (determinante per la motivazione e l’attivazione dei meccanismi che facilitano l’acquisizione di una lingua)
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presupposti per l’individuazione di soluzioni didattiche adeguate
• Considerazione delle modalità generali con cui si verifica l’apprendimento di una lingua non materna
• Considerazione dei fattori psico-affettivi
• Considerazione dei bisogni specifici e delle motivazioni
• Considerazione delle modalità che caratterizzano l’apprendimento nelle diverse età
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modalità generali con cui si verifica l’apprendimento di una lingua non materna
• LAD/LASS
• Principi di bimodalità e direzionalità
• Filtro affettivo
• Importanza della motivazione
• Sequenze di apprendimento
• Importanza (della comprensione) dell’input
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caratteristiche specifiche dell’apprendimento dei bambini
• Sviluppo cognitivo in fase di attuazione (grandi capacità globalistiche)
• Ridotte capacità metalinguistiche
• Ridotta conoscenza del mondo
• Facilità nell’apprendimento di una lingua a livello fonologico e sintattico
• Filtro affettivo (generalmente) minore
• Ludicità diffusa (sensorialità, motricità, accentuazione aspetti relazionali e pragmatici)
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caratteristiche specifiche dell’apprendimento di pre-adolescenti/adolescenti
• Sviluppo della capacità di analisi e riflessione metalinguistica
• Capacità cognitive già disponibili
• Filtro affettivo più sensibile
• Maggior consapevolezza e responsabilità del proprio apprendimento (obiettivi espliciti, autovalutazione)
• Capacità di uso del monitor
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in linea generale dunque dovremmo...
dare energia al processo di apprendimento, attraverso la motivazione creare i presupposti perché ci sia comprensione
far intervenire la sfera dell’emozione abbassare il filtro affettivo
avvicinare all’input linguistico (testo orale, scritto, video, iconico, misto...), guidare la comprensione globale
lavorare a partire dal testo, in modo più dettagliato, su lessico, strutture, funzioni, ecc...
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4. didattizzare il testo: il modello operativo
Un modello operativo è una griglia di riferimento, uno schema concettuale, una struttura ideale su cui proiettare il processo di comunicazione in contesto formale, in modo da tenerlo sotto controllo per quanto possibile e rispettare i processi di apprendimento linguistico.
E’ la microprogettazione dei segmenti in cui si articola il macropercorso ideato dal docente.
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4.1 modelli operativi
modello maieutico o socratico (V sec. a.C.) DIALOGO (conversazione maieutica: da maia = nutrice, levatrice) con il Maestro che cerca di far maturare l’autonomia cognitiva e critica dell’allievo
lezione LEZIONE ex cathedra: lettura di testi sacri o la lectio magistralis in ambito accademico (il docente onniscente legge, interpreta e trasmette ad un pubblico indifferenziato)
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4.2 unità didattica UD
“Unità” in riferimento a • l’oggetto insegnato (LA LINGUA)
• il soggetto apprendente (L’ALLIEVO) e alla necessità di fargli
utilizzare appieno le 2 modalità del cervello.
Punto di vista del docente; sequenza di fasi che guidano i processi mentali degli apprendenti; focus on the learner
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unità della lingua
• I modelli culturali • Gli elementi pragmatici • Le componenti della competenza linguistico-comunicativa • Le abilità linguistiche necessarie per quel particolare gruppo di
studenti
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unità dell’apprendente
Teoria della Gestalt (Scuola di Berlino, anni ’30): nel processo di percezione umana vi è innanzitutto una percezione globale e successivamente un’attività di carattere più analitico Studi Marcel Danesi (anni ‘80 e ’90): bimodalità e direzionalità SLAT di Stephen Krashen (anni ’80 ): acquisizione, apprendimento, input comprensibile (i + 1), ordine naturale, filtro affettivo
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unità didattica UD Freddi, Balboni (6-8 ore)
MOTIVAZIONE
ANALISI
GLOBALITÀ
CONTROLLO
SINTESI
RIFLESSIONE
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le fasi dell’unità didattica
MOTIVAZIONE (emisfero DS)
GLOBALITA’ (emisfero DS)
- elicitare le preconoscenze linguistiche e culturali per stimolare l’abilità di anticipare i contenuti di un testo sfruttando ogni ridondanza disponibile; - preparare alla comprensione del testo mediante sfruttamento del paratesto, elicitazione di parole chiave, riflessione sul titolo, pre-lettura o pre-ascolto di una piccola sequenza del testo - creare il clima psico-affettivo favorevole all’abbattimento del filtro affettivo
avvicinare l’apprendente al testo (scritto, audio o video, immagine, registrazione… ) con compiti di comprensione globale e poi sempre più dettagliata
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le fasi dell’unità didattica
ANALISI (emisfero SN)
SINTESI (emisfero DS/SN fase intermodale)
attirare l’attenzione dell’allievo su alcune parti del testo per indurre quegli atti comunicativi, quelle espressioni, quelle nozioni, quelle strutture, quegli obiettivi su cui si vuole lavorare
- fissare le espressioni che realizzano gli atti comunicativi, le strutture, il lessico, ecc…, cioè gli obiettivi specifici dell’UD - reimpiegare in attività di simulazione i materiali appena fissati, integrandoli sempre più con quelli acquisiti in precedenza
RIFLESSIONE (emisfero SN)
r if let tere, senza pretesa di esaustività, sui meccanismi che regolano l’uso delle espressioni, del lessico,… fissati e reimpiegati sopra: è il momento della conferma delle ipotesi sul funzionamento linguistico e della sistematizzazione della “regola”
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le fasi dell’unità didattica
CONTROLLO (o verifica) RINFORZO
verificare che siano stati raggiunti tutti gli obiettivi, linguistici e culturali, in sintonia con le mete educative, gli obiettivi linguistici e le metodologie adottate durante lo sviluppo dell’UD
s i r i fer i sce al le carenze nell’acquisizione degli obiettivi dell’unità
progetto globale che intende sopperire a carenze generalizzate nell’acquisizione della lingua
RECUPERO
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quali tecniche per le fasi dell’unità didattica?
MOTIVAZIONE
• elicitazione: stimolare negli allievi la capacità di anticipare i contenuti di un testo (= expectancy grammar) sfruttando ogni ridondanza possibile
• esplorazione del paratesto (titolo, didascalie, fonte, illustrazioni, autore)
• esplorazione delle parole chiave (parole senza le quali non è possibile comprendere un testo)
• brainstorming • costellazione (o clusters o spidergrams) • warming-up activities • realia (oggetti, foto, altro)
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quali tecniche per le fasi dell’unità didattica?
GLOBALITA’
compiti da eseguire durante la fase di ascolto, lettura o visione • scelta multipla • griglia • incastro (battute di un dialogo; parole; frasi; paragrafi) • accoppiamento (parola- immagine/definizione) • vero/falso • cloze • ascolto/lettura/ripetizione ad alta voce, • transcodificazione • stesura appunti (livelli alti) • domande aperte (livelli alti
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quali tecniche per le fasi dell’unità didattica?
ANALISI
compito SFIDANTE da eseguire sul testo inziale • tecniche di natura insiemistica (inclusione, esclusione, seriazione,
sequenziazione); • tecniche di individuazione/scoperta (cerchiettatura, sottolineatura,
frecce, colori) • cloze • incastro (battute di un dialogo; parole; frasi; paragrafi) • analisi di testi
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quali tecniche per le fasi dell’unità didattica?
SINTESI
compiti per fissare e reimpiegare • ripetizione • completamento • manipolazione • esercizi strutturali (stimolo-risposta-rinforzo) • attività di simulazione (drammatizzazione → role-taking → role-making
→ role-play) • tecniche ludiche • stesura di testi scritti
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quali tecniche per le fasi dell’unità didattica?
VERIFICA
tecniche già usate durante l’unità, cui però attribuisco un punteggio
RINFORZO
tecniche per la fissazione
attività di comprensione profonda (cloze, incastri a livello testuale e situazionale, dialoghi aperti, riassunti)
RECUPERO
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unità di apprendimento UdA Balboni
Unità di apprendimento = unità matetica (da manthano, apprendo)
• il punto di vista si sposta dal docente all’allievo (è l’unità secondo la quale lo studente percepisce il suo apprendimento: “Oggi a scuola abbiamo fatto…, ho imparato a…”)
• è l’unità minima che genera apprendimento, può durare da pochi minuti a un’ora, in base all’apprendente
• può essere un lavoro su un testo, una seduta di studio, un’attività di produzione scritta
• modello piuttosto indeterminato ma flessibile
• più adatta al lavoro di gruppo, all’autoapprendimento, all’apprendimento per progetti e online
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unità di apprendimento (Balboni)
ANALISI ----> SINTESI ----> RIFLESSIONE serie di sequenze di analisi>sintesi> riflessione per ogni atto linguistico,
aspetto grammaticale, tema culturale (lo si fa individuare nel testo, poi lo si drammatizza, lo si fissa, lo si riutilizza, guidando nella riflessione)
GLOBALITÀ serie di esperienze successive di ascolto (o lettura o visione), ciascuna
guidata da specifiche attività da compiere prima, durante e dopo l'ascolto
CONCLUSIONE nuovo input diventato competenza
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unità didattica come rete di unità di apprendimento
INTRODUZIONE RETE DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
CONCLUSIONE
- Presentazione dei contenuti dell’unità che sta per iniziare - Motivazione di fondo per tutta l’unità - Collocazione dell’unità nel modulo del corso - Istruzioni operative
- Testing
- Recupero dei più lenti e cura degli eccellenti - Decondizionamento
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unità didattica vs unità apprendimento (nelle parole di Balboni)
Unità Didattica è l’organizzazione del materiale che fa l’insegnante, dura varie ore e abbraccia tut t i i l ivel l i del la competenza comunicativa: si basa su una situazione che ruota intorno a un tema culturale, sviluppa le varie abilità, ha una componente grammaticale e una lessicale che vuol fare acquisire, si conclude con un test; in un modulo letterario sul Romanticismo le UD sono “Foscolo”, “Leopardi”, ecc.; in lingua di solito si basano su alcuni contesti situazionali (“alla stazione”, “al ristorante”, ecc.); file://localhost/Users/rosita 1/Desktop/14 maggio /L'italiano all'università 1.pdf
Unità d’Apprendimento è quella che viene percepita dallo studente come la vera unità di lavoro e corrisponde ad una sessione, massimo due lezioni collegate dal lavoro a casa; si basa sul modello gestaltico di percezione: una fase di globalità, cui segue un’analisi (mirata sugli obiettivi da acquisire) e si conclude con una sintesi operativa e una riflessione su quanto appreso; varie UA costituiscono una UD.
file://localhost/Users/rosita 1/Desktop/14 maggio /NuovoRete_specimenA2.pdf
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unità didattica centrata sul testo (Vedovelli)
CONTESTUALIZZAZIONE culturale e comunicativa (input comunicativo)
LAVO
RO D
A -
SU
L TE
STO
verifica della comprensione; attività di comunicazione;
riflessione metalinguistica sulle attività di comunicazione; attività di rinforzo
OUTPUT COMUNICATIVO riutilizzazione fuori dal contesto didattico
le attività proposte dal docente ruotano intorno al testo - strumento di interazione e comunicazione; - modello di lingua; - rappresentativo di usi comunicativi e di tipi di testo; - fonte di problemi e attivatore di apprendimento. importante il flusso di interazione comunicativa tra gli studenti e il docente (INTERAZIONE DIDATTICA)
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unità di lavoro UdL (Diadori)
Unit of work (in informatica) = sequenza recuperabile di informazioni all’interno di un processo applicativo
Iperonimo dei diversi modelli fino ad ora proposti, modello duttile e flessibile, può rispondere ad ogni diversa situazione di apprendimento e ad ogni diversa tipologia di apprendente.
Micropercorso di apprendimento guidato.
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unità di lavoro UdL (Diadori)
Può realizzarsi
• con formati didattici diversi
• intorno a uno o più testi
• con tecniche diverse secondo il metodo e l’approccio, finalizzate allo sviluppo di diverse abilità.
Può realizzarsi in
• un incontro/lezione (1-4 ore)
• una unità didattica (4-8 ore)
• una unità didattica in 2-3 incontri/lezione
• un modulo (composto da più UD)
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unità di lavoro (Diadori)
SVOLGIMENTO
attività basate sull’input e sulla sua rielaborazione globalità - analisi/sintesi/riflessione (UD)
attivazione di una rete di unità di apprendimento (UdA) lavoro da e sul testo (unità centrata sul testo)
INTRODUZIONE attività basate su contesto, motivazioni, obiettivi e preconoscenze
(motivazione - contestualizzazione – riscaldamento)
CONCLUSIONE attività basate sull’output comunicativo
controllo informale o formale - verifica
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e ancora...
• il modulo: insieme omogeneo di unità aventi in comune una o più caratteristiche, in sè concluso, valutabile, autosufficiente e raccordabile ad altri moduli
• il lavoro di gruppo: strumento e modello di riferimento dell’approccio cooperativo
• il learning object (LO): risorsa online per l’apprendimento
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quali modelli operativi per...
bambini unità di apprendimento, unità di lavoro (approccio ludico) adulti e anziani unità didattica, unità di lavoro, unità di apprendimento (a seconda dei contesti e degli obiettivi) adolescenti unità di apprendimento, unità di lavoro, unità didattica (approccio cooperativo) immigrati unità di lavoro, unità di apprendimento
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a casa
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Università Ca’ Foscari di Venezia
MEAL - Migliorare l’efficienza nell’apprendimento linguistico
https://www.youtube.com/playlist?list=PLaMuVAIzqPqvetoGlbwW5nk8QgF5ViP8I
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bibliografia
• BALBONI P.E., Fare educazione linguistica. Insegnare italiano, lingue straniere, lingue classiche, Torino, UTET, 2013
• BALBONI P.E., Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, Torino, UTET, 2002
• BALBONI P.E., Didattica dell’italiano a stranieri, Roma, Bonacci, 1994
• CONSIGLIO D'EUROPA, Common European framework of reference for languages (CEFR). Learning, teaching, assessment, Cambridge, Cambridge University Press, 2001. Ed. it.: Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Apprendimento insegnamento valutazione, trad. di F. Quartapelle e D. Bertocchi, Firenze, La Nuova Italia, 2002. Disponibile anche on line all’indirizzo http://culture.coe.fr/langues
• DE MARCO A. (cur.), Manuale di glottodidattica. Insegnare una lingua straniera, Roma, Carocci, 2000
• DIADORI P., PALERMO M.,TRONCARELLI D., Manuale di didattica dell’italiano L2, Perugia, Guerra, 2009
• DIADORI P. (cur.), Insegnare italiano a stranieri, Milano, Mondadori/Le Monnier, 2011
• NEWBY D., ALLAN R., FENNER A.B., JONES B., KOMOROWSKA H., SOGHIKYAN K., EPOSTL – European Portfolio for student teachers of languages. EPOSTL, Graz, European Centre for Modern Languages, 2007. Ed. it.: “PEFIL – Portfolio europeo per la formazione iniziale degli insegnanti di lingue. Uno strumento di riflessione”. Trad. it. di Diadori P. in: Diadori P. (cur.), Formazione, qualità e certificazione per la didattica delle lingue moderne in Europa / TQAC in FLT. Training, Quality and Certification in Foreign Language Teaching, Milano, Mondadori/Le Monnier, 2010. Disponibile anche on line in versione inglese al sito http://archive.ecml.at/mtp2/publications/C3_Epostl_E_internet.pdf/)
• VEDOVELLI M., Guida all'italiano per stranieri. Dal Quadro comune europeo per le lingue alla sfida salutare, Roma, Carocci, 2010
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