1 Azione umana Dimensione filosofica: poiesis (produttiva) poiesis (produttiva) praxis (etico...

Post on 02-May-2015

218 views 2 download

Transcript of 1 Azione umana Dimensione filosofica: poiesis (produttiva) poiesis (produttiva) praxis (etico...

1

Azione umana

Dimensione filosofica:• poiesis (produttiva)• praxis (etico sociale)

Dimensione psicologica:• la psicologia dell’azione – intreccio tra motivazione e volizione (da studiare individualmente, Educare, cap. III, par. 3) • tre fasi/processi secondo l’elaborazione di H.Heckhausen e J.Kuhl

2

Come si sviluppa l’azione umana dal punto di vista psicologico?

Fase pre-decisionale (di carattere motivazionale)• Motivo, motivazione

Fase decisionale• Intenzione, Decisione

Fase post-decisionale (di carattere volitivo)• Perseveranza nel raggiungimento delle mete, dei

progetti prestabiliti

3

Motivo:• disposizione interna stabile di natura razionale, valoriale o

esistenziale

• una ragione di tipo generale per cui si decide di intraprendere

di fare (o non fare) qualcosa

• risultato di un lungo processo di interiorizzazione di

esperienze, di interazioni, di riflessioni, di inculturazione, di

socializzazione e di educazione

Motivo

4

1) motivazione

2) il concetto moltiplicativo della motivazione

M = V x PM – motivazione (stato interno che attiva, spinge, dirige e sostiene l’azione)

V – valore soggettivo attribuito alla particolare attività

P – percezione delle proprie capacità (probabilità soggettiva di realizzare l’attività e raggiungere l’obiettivo)

Motivazione

5

Processo motivazionale (pre-decisionale) Individuo-Ambiente (J.Nuttin)

Processo decisionale Atto di interno consenso = momento decisionale

(si passa da una motivazione a una scelta)

Processo volitivo (post-decisionale) Processi di perseveranza, di controllo e di regolazione

della volizione Carattere valutativo

Processi del modello del Rubicone(H.Heckhausen, J.Kuhl)

6

MotivazioneTendenza

motivazionale risultante

FORMAZIONE della

INTENZIONE

Inizio dell’azione AZIONE

PROCESSO MOTIVAZIONALE

PRE-DECISIONALE

«Passaggio del

RUBICONE»PROCESSO VOLITIVO

POST-DECISIONALE

Sistema

del Sé

Percezione della

situazioneContatto con il Sé

7

Inferenza pratica

Inferire (lat. inferre) – argomentare, concludere per via d’induzione

inferenza logica = operazione mentale per cui si passa da uno o più giudizi, a un nuovo giudizio che da quelli risulta.

inferenza pratica - procedimento decisionale, cioè un ragionamento che da una finalità generale permette di giungere alla scelta dell’azione per conseguire il fine.

8

L’inferenza logica(si riferisce alla correttezza del ragionamento)

A = B B = C A = C

uomini sono mortali Socrate è l'uomo Quindi, Socrate è mortale

9

L’inferenza pratica (sillogismo pratico)

Premessa maggiore: Io intendo conseguire un certo fine,

Premessa minore: per raggiungere questo fine è necessario per me agire in un determinato modo,

Conclusione: dunque, mi dispongo ad agire in tale modo.

Premessa maggiore: Io desidero realizzare un determinato bene,

Premessa minore: per realizzare tale bene è necessario conseguire un altro bene intermedio,

Conclusione: dunque, mi attivo a raggiungere quest’ultimo bene.

10

Io ritengo obbligatorio per me raggiungere un determinato fine.

• Io ritengo, inoltre, che in questa situazione

• per raggiungere tale fine sia necessario agire in questo modo,

• dunque è obbligatorio per me agire in questo modo.

Inferenza DEONTICA – interessa la sfera dell’obbligo morale

11

Formazione dell’intenzione

Iniziazione dell’intenzione

Disattivazione dell’intenzione

Verso la scelta Fase pre-attiva AZIONE VALUTAZIONE

Fase motivazionale

Volizione pre-attiva

Volizione attiva

Motivazione post-attiva

Scelta/Decisione

Pass. Rubicone

Attuazione dell’intenzione

Le fasi fondamentali del modello del passaggio del Rubicone

12

Formazione dell’intenzione

Iniziazione dell’intenzione

Disattivazione dell’intenzione

Verso la scelta AZIONE VALUTAZIONE

Volizione pre-attiva

Scelta

Le fasi fondamentali del modello del passaggio del Rubicone

Orientamento all’azione

Orientamento allo stato

Fase pre-attiva

abiti e abitudini

13

Orientamento all’azione- passaggio alla fase attiva;- termina il paragone tra le diverse

alternative d’azione; - attenzione focalizzata in modo omogeneo

su tutto ciò che è rilevante per l’esecuzione dell’azione:

• meta da raggiungere• stato attuale insoddisfacente• discrepanza tra stato attuale e meta

desiderata• strategie d’azione.

14

Orientamento allo stato- l’inidividuo “subisce” una situazione,

invece di affrontarla attivamente;- concentrazione sullo stato attuale; - riflettere a lungo sulle diverse

alternative d’azione e le loro eventuali conseguenze;

- rimuginazione della decisione presa, di un risultato negativo, delle possibili strategie per il raggiungimento degli obiettivi;

- esitazioni; - stati di preoccupazione.

15

Formazione dell’intenzione

Iniziazione dell’intenzione

Disattivazione dell’intenzione

Verso la scelta Fase pre-attiva AZIONE VALUTAZIONE

Volizione attiva

Attuazione dell’intenzione

Strategie metacognitive

Le fasi fondamentali del modello del passaggio del Rubicone

16

Il controllo delle azioni attraverso strategie metacognitive

1° Strategie di attenzione selettiva

• rivolte alle informazioni pertinenti, utili o necessarie a sviluppare positivamente l’azione;

• parallelamente strategie di inibizione delle informazioni che possono favorire tendenze competitive.

17

2° Strategie di mantenimento dei motivi

• nella memoria di lavoro;

• e di codificazione delle informazioni che proteggono le intenzioni e migliorano o mantengono efficienti i piani d’azione correnti,mentre eliminano elementi che potrebbero indebolirli o renderli inefficaci.

18

3° Strategie cognitive di governo

• come una certa parsimonia nel ricercare le informazioniche possono facilitare o inibire la realizzazione delle intenzioni,selezionando solo quelle fondamentali.

4° Strategie di controllo delle emozioni

• che possono ridurre la forza del processo volitivosia nella predisposizione di un piano d’azione, sia durante l’azione.

19

5° Strategie di controllo e di protezione delle motivazioni

• di fronte a motivazioni alternativeche entrano in concorrenzacon quelle presenti.

6° Strategie di organizzazione e governo dell’ambiente di apprendimento

• Organizzazione di un ambiente non distraentee di evitamento di elementi o personeche disturbano la concentrazione e l’attenzione;

Formazione dell’intenzione

Iniziazione dell’intenzione

Disattivazione dell’intenzione

Verso la scelta AZIONE VALUTAZIONE

Motivazione post-attiva

Fase pre-attiva

Le fasi fondamentali del modello del passaggio del Rubicone

Locus of control

Attribuzioni causali

Stili attribuitivi

21

MotivazioneTendenza

motivazionale risultante

FORMAZIONE della

INTENZIONE

Inizio dell’azione AZIONE

PROCESSO MOTIVAZIONALE

PRE-DECISIONALE

«Passaggio del

RUBICONE»PROCESSO VOLITIVO

POST-DECISIONALE

Sistema

del Sé

Percezione della

situazioneContatto con il Sé

22

La motivazione attualizzata nella situazione concreta porta alla:

definizione di un’intenzione, o obiettivo d’azione;

decisione di impegnarsi in maniera adeguata per

raggiungerlo.

La capacità di controllare il processo di

volizione garantisce l’efficacia di tale decisione; la forza volitiva determina l’intensità e

la perseveranza dell’azione stessa.

23

L’analisi di Kuhl può essere riletta entro il quadro più generale della capacità di autodirigersi

Definizionecapacità di prendere decisioni, di porsi degli obiettivi e di realizzarli, difendendoli da “pericoli” interni ed esterni.

24

Due implicazioni della capacità di auto-direzione

Gli obiettivi sono intrinsecamente motivati: cioè il soggetto nella formazione dei suoi obiettivi deve tener conto dei suoi bisogni, valori, interessi ecc. (contatto con il Sé) e definire, quindi, obiettivi con i quali può identificarsi.

Capacità di affrontare consapevolmente le difficoltà e gli ostacoli che si presentano, senza abbandonare i propri obiettivi.

25

Temi per l’esame orale (cap. 3)1. Esplicitare le fondamentali dimensioni dell’azione umana (poiesis e

praxis), indicandone le caratteristiche peculiari e le competenze dell’educatore relative a ogni dimensione.Presentare le implicazioni provenienti dall’integrazione dei concetti della pratica educativa (MacIntyre) con le dimensioni dell’azione umana (Aristotele).Spiegare le interazioni che avvengono sul livello dei significati all’interno della relazione educativa (Amerio).

Articolo di approfondimento (obbligatorio): C.Naval, L’azione educativa ovvero il rischio della prassi, in G. Chiosso (ed.) Sperare

nell’uomo. Giussani, Morin e MacIntyre, e la questione educativa, SEI, Torino, 2009, 36-43.

2. Riferendosi al modello del «Rubicone», spiegare in modo dettagliato la dinamica psicologica dell’azione umana (le fasi, i processi e i stati, le strategie metacognitive, attribuzioni e stili attributivi).Spiegare il concetto dell’inferenza pratica e indicare le analogie tra essa e gli elementi del processo decisionale elaborato da H.Heckhausen e J.Kuhl.

Articolo di approfondimento (obbligatorio): M. Pellerey, Dirigere il proprio apprendimento, Brescia, La scuola, 2006, cap. 7 “Il

ruolo delle attribuzioni causali”, pp. 187-197.