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DOMENICA10 aprile 2011

GRANDI MOSTRE A Verona Palazzo Forti espone 140 opere (oli, disegniincisioni) dell’artista ebreo russo naturalizzato francese

MARC CHAGALLMondo alla rovesciacomanda la fantasia

Elementi che ritroviamonelle 137 realizzazioni, datatetra il 1917 e il 1982, provenien-ti dal Centre Pompidou di Pa-rigi e dal Museo Marc Cha-gall di Nizza, fra oli inchiostrimatite gouaches incisioni lito-grafie acqueforti nella mo-stra di Palazzo Forti a Vero-na, «Chagall. Il mondo sotto-sopra», curata da MauriceFréchuret ed Elisabeth Pe-coud-Rome. Un mondo rove-sciato dove le leggi della gra-vità sono state soppiantatedal sogno e dalla fantasia. Do-ve gli esseri umani gli anima-li gli oggetti sembrano viverein un luogo altro, senza or-meggi. Se poesia e pittura siidentificano nella sua opera,dipende dalla notevole capa-cità di sintesi fra letteraturafolklore e simboli religiosi.

Da un tipo di cultura che com-prende l’influenza ebraica,con le scene raffiguranti epi-sodi biblici, e civiltà russa daun lato con la rievocazionedei villaggi dell’infanzia; ilprimitivismo di Gauguin e lapittura di Matisse di Braquedi Picasso, dall’altro. Duranteil primo soggiorno parigino,dal 1910 al 14, ha modo di en-trare in contatto con loro mail cubismo è un’etichetta chegli va stretta: «Che mangino,quando hanno fame, le loropere quadrate sulle loro tavo-le triangolari», dichiara. Quel-la di Chagall non è un’artefondata sull’analisi e l’intel-letto ma sull’animo e la sferaemotiva. Un’arte che sa osser-vare il mondo con il cuore esa scoprire con l’apparente in-genuità di un bambino. La

rassegna di Verona vuole da-re testimonianza del percorsodel pittore di Vitebsk, la cittàbielorussa dove nasce. A par-tire dalle litografie del ciclo«Nizza e la costa azzurra» conil suo golfo ricco di sirene e dipesci e le luccicanti vetrinedei negozi. A seguire: le sceno-grafie teatrali e i bozzetti peri costumi realizzati per il tea-tro nazionale ebraico di Mo-sca. E poi c’è il trittico Resi-stenza-Resurrezione-Libera-zione, che Chagall ritaglia dauna precedente tela, Rivolu-zione, del 1937. Sicuramenteuno dei vertici della sua arte.Nel primo pannello Vitebskdiventa l’icona del mondoebraico e dell’Europa sconvol-ta dalla follia della guerra. Ilcentro della tela è dominatodalla figura del Cristo croci-

fisso, simbolo angoscianteche carica sulle sue spalle lasofferenza e la morte. NellaResurrezione una donna dailunghi capelli rossi si rivolgeancora al Cristo crocifisso eal rabbino che stringe la To-rah tra le braccia in cercad’aiuto, sperando nella salvez-za. Nel terzo pannello Cristoè stato relegato nello sfondo.Una piccola figura sfocata.Gli ebrei terrorizzati delle te-le precedenti ora danzano ecantano dietro il grande cer-chio giallo del sole.

CHAGALL. Il mondosottosopra. Verona

Galleria d’Arte ModernaPalazzo Forti

Dal 9 aprile al 10 luglioOrari: martedì-venerdi: 9-19Sabato-domenica: 10.30-19

di Fausto Politino

Un’amica prende in giro garbata-mente la piccola statura di Cha-gall: «Quando è in strada e bec-

ca la pioggia, si restringe». Ma in quelcorpo per quanto minuto possa esserecova un ricchissimo universo icono-grafico popolato di animali con i qualiparla e gioca. Di violini di acrobati, Ilcirco rosso è un’opera della fine degli

anni cinquanta vibrante nel suo inten-so vitalistico rosso vermiglione, dimusicisti di rabbini di fiori di innamo-rati che si librano nell’aria. Leggeripiù del mondo reale che si vede in lon-tananza. Sono questi gli elementi co-stanti della poetica di Chagall e delsuo mondo stupefatto. Dove le distan-ze spaziali si annullano in una nuovageografia i cui simboli sono dettatidai sentimenti e dalla nostalgia. MARC CHAGALL. Una delle opere esposte alla mostra «Il mondo sottosopra»

Venetian Heritage

La pala d’argentorestaurata tornaa San Salvador

La magnifica Palagotica d’argento do-rato della chiesa di

San Salvador — uno deipiù preziosi manufatti dioreficeria veneziana dellametà del Trecento — è tor-nata a casa posto restaura-ta. E’ stata ripresentata ie-ri nella chiesa veneziana— restaurata dalla LouisVuitton in collaborazionecon il comitato di salva-guardia Venetian Herita-ge — dopo il soggiornoberlinese al Bode Mu-seum in cui è stata espo-sta dall’ottobre 2010 al feb-braio scorso, ultimato ilrestauro. La Pala, del pe-so di circa 400 chili, è posi-zionata fin dal 1500 sull’al-

tare maggiore di San Sal-vador, ma “schermata” co-me una quinta di teatrodal dipinto di Tiziano raf-figurante la Trasfigurazio-ne di Cristo e visibile per-tanto soltanto a Natale, aPasqua e alla Trasfigura-zione. A presentare l’inter-vento ieri — con il parro-co di San Salvador donNatalino Bonazza e il rap-presentante della Vuitton— tra gli altri il PatriarcaAngelo Scola, e il sindacodi Venezia Orsoni. Que-st’ultimo ha lodato la Palacone «un pezzo della sto-ria della vita civile e reli-giosa di Venezia», mentreil Patriarca, riferendosi altema della trasfigurazio-ne ha sottolineato cone«la realtà vera della Palaè il Cristo vivente».

L’arte di Tancredi l’anarchico torna nella sua FeltreIl pittore innovativo e ribelle tumultuoso interprete del dopoguerra

Arrivato alla maggior età,ed entrato in possesso di unapiccola eredità, ritornerà afrequentare l’ambiente vene-ziano, dove in effetti, nel 1949,alla Galleria Sandri avrà lasua prima mostra personale.In quegli anni questa era, colCavallino - che però si sdop-piava, quanto a novità, col mi-lanese Naviglio - la galleriad’arte forse più innovativa diVenezia, a partire soprattuttodal 1947, quando cominceran-no ad esporre pittori come Ve-dova, Guttuso, Birolli. A ca-vallo di anni Quaranta e Cin-quanta Tancredi dapprima co-nobbe gli Astrattisti romanidi Forma 1, poi gli Spazialistimilanesi. Attraverso i primi,in particolare Turcato, saràpresente con tre dipinti allagrande mostra «Arte astratta

e concreta in Italia» che si ten-ne nel 1951 alla Galleria Na-zionale d’Arte Moderna di Ro-ma. La vita avventurosa lospinse poi nel 1952 ad andarea vivere in casa di Peggy Gug-genheim, dove ebbe una rela-

zione con la figlia della colle-zionista, Pegeen. Ma se i rap-porti con la Venezia di Peggye di un grande collezionistacome Carlo Cardazzo, proprie-tario delle due ricordate galle-rie, ai nostri occhi appaionopiù che positivi, essi in realtàfurono tali da creare invidie egelosie, tanto che Tancrediverrà rifiutato dalla Biennaledel 1954, alla quale aveva pro-posto cinque opere. La sua pit-tura fuoriusciva infatti dauna sorta di vitale contraddi-zione, l’essere colma di riferi-menti culturali di prim’ordi-ne, dai concretisti, a Pollock,a Tobey, ad Hartung - questiultimi artisti presenti in mo-stra - da un lato; e di tentareallo stesso tempo una risolu-zione artistica spontanea,non intellettualistica, priva

di barriere concettuali, dal-l’altro. La mostra è ricca disorprese per il visitatore. In-tanto, egli potrà trovare un vi-deo originale di 12 minuti.Quindi, una serie di suoi og-getti come cataloghi, lettere,opuscoli, depliants, piccoli di-segni in funzione di diario, ecosì via. Ma soprattutto, unaserie strepitosa di opere, par-tendo dall’intera raccolta didipinti della Peggy Guggen-heim Collection, ad una gran-de Composizione provenientedal Brooklyn Museum diNew York, al gigantesco affre-sco del soffitto del ristoranteLa Colomba, riportato su telada Vanni Tiozzo, ed ora diproprietà del Mart di Rovere-to. La mostra, inaugurata ie-ri, rimarrà aperta fino al 28agosto.

di Sileno Salvagnini

Adistanza di ventitrè anni dallagrande mostra su Tancredi (Fel-tre, 1927 - Roma, 1964) che ave-

va realizzato l’indimenticabile SilvioGuarnieri a Feltre, si inaugura oraun’altra e ancor più grande esposizio-ne sull’artista feltrino, curata da Lu-ca Massimo Barbero e fortemente vo-luta dall’Amministrazione comunaledella città natale dell’artista. Sono ol-tre centocinquanta opere che mostra-no la complessità di questo pittore,poco conosciuto e amato in vita a cau-sa della sua ruvida intelligenza oltreche degli atteggiamenti anarchici. In-

torno al 1945, Tancredi entrò in con-tatto, a Venezia, con pittori come Gui-di, Pizzinato e Vedova. Il carattere in-domabile lo spinse nel 1947 a tentareil viaggio a piedi nella mitica Fran-cia. Non era una novità fra gli artisti:nello stesso anno toccò a Birolli edEnnio Morlotti, ripresi in molte fotod’epoca a bighellonare squattrinatiper le vie di Parigi, armati solo diqualche sigaretta alla Humphrey Bo-gart. Ma questi due pittori avevanocirca due decenni in più di Tancredi,che non essendo ancora maggioren-ne, non riuscirà ad arrivare alla ago-gnata Parigi e verrà rimpatriato confoglio di via obbligatorio.

TANCREDI«Diariopaesano»Più a destrain una fotodi Ugo Mulas

«Intrecci Infiniti» al femminile per la Lilt

Èl’ultimo giorno, ma vale la pena segui-re (dalle 10 alle 18) le tracce di un “filorosa» che a Padova, Sala della Gran

Guardia in Piazza dei Signori, intreccia l’ar-te alla solidarietà. «Intrecci Infiniti» è unamostra curata da Maria Beatrice RigobelloAutizi dedicata alla Lilt, la Lega italianaper la lotta contro i tumori. Le protagonistedell’esposizione d’arte visiva sono tre pittri-ci del territorio, di nota fama e grande talen-to: Gigliola Bessega, Nellì Cordioli, PaolaFailla. Artiste che uniscono il loro talento

al loro gran cuore e donano alla Lilt alcuniloro quadri e parte del ricavato delle operevendute per sostenere progetti sulla diagno-si precoce, sull’assistenza e sula riabilitazio-ne. Artiste impegnate in particolar modonella campagna «Nastro Rosa», in prima li-nea nella prevenzione dei tumori femmini-li. «Due sono i risultati raggiunti» spiega lacuratrice «aver creato una mostra intera-mente al femminile e aver creato una retedi solidarietà del femminile».

Barbara Codogno

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