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Corso di aggiornamento - I.P.S.I.A Corni –MO_Tecniche specifiche per l’autonomia personale e per gli
apprendimenti degli allievi con handicap grave o gravissimo
René Magritte:
“La condizione umana”
Individuazione della disabilità grave e
gravissima e costruzione delle competenze
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The Human Condition
…
Non appendere il quadro al muro
Esci sotto la porta ad arco
che dà sulla spiaggia,
e…
S.Spadaro
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L’orizzonte inclusivo
L’inclusione è un diritto
Appartenenza
• Un’educazione inclusiva permette alla scuola regolare di riempirsi di qualità.
Mette al centro
le fatiche del sé e la diversità
4Dott.ssa Susanna Seghizzi U.S.P. MO
normalità, che risponde al bisogno di appartenenza, di sentirsi considerato e trattato alla
stessa stregua degli altri (in modo conforme alle regole che valgono per l’intero gruppo)
specialità, che risponde al bisogno di identità, di sentirsi diverso dagli altri, con caratteristiche proprie che rendono unico un soggetto rispetto ad un altro.
Il concetto di “inclusione” (cioè l’entrare in un gruppo alla pari degli altri, pur mantenendo le proprie peculiarità, la propria
identità) richiama altri due concetti, quello di “normalità” e quello di “specialità”:
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INCLUSIONE SEMPRE e COMUNQUE
Inclusione come costruzione di legami che riconoscono la specificità e la differenza di identità. La politica inclusiva ci interroga sempre sui confini della nostra storia e persona.
NON E’ UN ACCAPARRAMENTO ASSIMILATORIO
INTRECCIA LE VOCI DI TUTTI
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L’orizzonte inclusivo anche come casa della reciprocità
-“L’accoglienza […] è saper leggere nelle pieghe della storia degli altri anche le proprie aspirazioni, le proprie speranze, le proprie debolezze […]”. G. STENICO, 2002, p. 22.Etica del prendersi cura.La sfida educativa tra normalità e disagio, Ceis, Modena. [Centro di Solidarietà – via Toniolo, 125 – 4110 Modena www.ceismo.itATTENZIONE al vittimismo ed alla vittimizzazione
ATTENZIONE al conservatorismo compassionevole
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L’orizzonte inclusivo anche come progetto di vita
“Io sono per come voi mi
avete pensato”.
Il sistema, nella sua complessità e circolarità …
Il ragazzo divenuto adulto
“Ti penso da grande…Cosa farai dopo la
scuola?
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Il mare tra me insegnante e l’orizzonte…
… basata sull’esperienza quotidiana e concreta, in modo che lo sfondo
integratore di ogni attività didattica e di ogni apprendimento sia direttamente la
realtà. Un’adesione al reale come prerogativa imprescindibile.
PEDADAGOGIA dell’aderenza
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Viaggiare orientati da una mappa di senso e non da un percorso già strutturato per cercare, andare, sostare e vagare
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I pensieri e le opere di cura durante il viaggio verso
l’inclusione• Mettono in moto bellezza:orienta verso il mondo• Mettono in moto gioia: è abitare insieme agli altri il
mondo• Mettono in moto convivenza:confronto sui valori che
regolano la vita sociale (rispetto-reciprocità-ecc)• Mettono in moto debolezza: aiuta a costruire forme
di gentilezze verso di sé, gli altri e l’altro da sé.• Mettono in moto risposte speciali per bisogni speciali
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La sfida
Assumere l’handicap per andare verso il futuro(inclusione-reciprocità)
coltivando le dimensioni dell’autonomia, dell’emancipazione
accogliendo la normalità e la singolarità di ognuno in una
pedagogia dell’aderenza e di senso
…La continua misura tra certezza ed incertezza ci farà perdere per ri-trovarci
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Le persone in viaggio: i soggetti coinvolti nell’integrazione
Dirigente ScolasticoCompagni di classeDocenti di classe Docente di sostegnoPersonale educativo assistenziale PEAPersonale per la lingua dei segniTutorCollaboratore scolasticoTutti gli operatori devono sviluppare una mente empatica
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Le persone in viaggio: i soggetti coinvolti nell’integrazione
Merita attenzioneMerita tempo Merita spazioMerita ascolto
Merita conoscenzaMerita narrazioneMerita confronto
Dà un importante contributo in termini di energia per la tutela dei ragazzi
La famiglia
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Familiari e docenti
• Condividere le prospettive e
gli atteggiamenti
:
accettazione incondizionata
impegno incondizionato
focalizzazione sui punti di forza
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Gli effetti positivi di un coinvolgimento della
famiglia con gli elementi chiave del team…
1. La presenza di diverse prospettive…
2. Occasione di apprendimento
Il processo di inclusione è DINAMICO:
man mano evolve,
il coinvolgimento della famiglia si modifica
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Il percorso dell’integrazione: dalla conoscenza della situazione di handicap alla programmazione – La documentazione
La documentazione narrata
• Diagnosi clinica (descrizione della diversità)
• Diagnosi funzionale (D.F.) (descrizione analitica)
• Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.)(descrizione funzionale e potenziale)
Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) descrizione interventi integrativi
La programmazione didattica Individualizzata
Calda
Agile
Pensosa
Interrogante
Riflessiva ed autoriflessiva
Accordi di programma
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La didattica si organizza:la programmazione Didattica Individualizzatacollegiale
(ipotesi di lavoro)
Determinanti extraindividuali
Mediatori
ATTENZIONE
Distruttori
Determinanti infraindividuali
1. Ridotta/semplificata
2. Differenziata
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L’introduzione delle competenze
• Cambiamento nell’insegnamento: al centro del lavoro dei docenti ci sono le competenze e non l’ampliamento delle conoscenze
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Le competenze
• competenze come saperi essenziali della formazione di base.
• competenze come alfabetizzazione.
• competenze come obiettivo di un curricolo.
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Assumiamo la definizione C• Competenze come obiettivo di un curricolo
• Sviluppo delle autonomie personali.• Sviluppo delle autonomie motorie.
• Sviluppo della comunicazione.• Sviluppo delle competenze socio adattive.
Per ognuna di queste dovrà essere fatta una prima analisi dei prerequisiti e delle potenzialità di sviluppo e per poi passare ad una successiva fase di attuazione pratica della attività da compiere, il tutto controllato da schede di verifica sia intermedia che finale.
Tutto ciò passa attraverso la task analysis dei singoli compiti, che vengono monitorati di passo in passo al fine di porre obiettivi successivi verso apprendimenti sempre più complessi.
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Scegliamo un obiettivo comportamentale: le componenti…
Definizione in termini osservabili e misurabili del comportamento che lo studente deve emettere
Descrizione dei criteri adottati per la misurazione dell’obiettivo
Specificazione delle circostanze esatte in cui si manifesta
Comportamento che lo studente non è in grado di emettere
E’ pertinente ed utile all’ambiente
Costituisce un gradino successivo in senso logico nell’evoluzione comportamentale
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Definizione del comportamento
Verbi comporta
mentali
• Verbi non
Comportamentali
Descrizione dei criteri adottati per la misurazione
dell’obiettivo
Livello
qualitativo e quantitativo
del comportamento
da eseguire
Specificazione delle circostanze esatte in cui si manifesta
(condizioni)
Elementi associati al comportamento
Battere le mani
Battere le mani con le dita distese per tre volte
Mentre l’ins. spiega Quando riceve l’istruzione Da solo
Con un aiuto fisico
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Altro esempio
Azione Criterio di esecuzione
Condizioni
Andare in bagno
Senza aiuto Prima di uscire da scuola
Con aiuto Quando viene impartito l’ordine
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I tre elementi del ciclo istituzionale per ogni volta che si desidera
insegnare un comportamento nuovo
STIMOLO
RISPOSTA
CONSEGUENZA
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Il rinforzatore
Contingente (legato ad una risposta)
Continuo (solo all’inizio)
Intermittente???
Estinto
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Se il comportamento non esiste?
• LO SHAPING La caratteristica fondamentale è quella di conseguire l'abilità obbiettivo mediante
approssimazioni rispetto alla meta . Il comportamento dell‘alunno è pian piano modellato fino a raggiungere le modalità di
esecuzione previste. Spesso questa tecnica è utilizzata in associazione
alle tecniche descritte nelle diapositive che seguono in un uso combinato di esse
comportamentale
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Altre metodologie di modificazione del comportamento
• Chaining
• Fading
• Modeling
• Prompting
• Tecnica della task analysis
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Le fasi del processo di chaining
IL CHAINING(scomporre un comportamento difficile in piccole parti)
Il chaining anterogrado costituisce una modalità d'insegnamento che prevede una frammentazione dell'azione nei suoi passi secondo
l'analisi del compito. Se per es. il comportamento è "lavarsi le mani" ci si accerta della
presenza del necessario, si apre il rubinetto, si utilizza il sapone, si sfregano le mani, si risciacquano le mani.
Il chaining rappresenta una sorta di immagine al rallentatore dell'ordine in cui eseguire le varie azioni.
Il chaining retrogrado è una procedura in cui si comincia con l'insegnare l'ultima risposta della catena comportamentale (es.
risciacquare le mani) e si finisce con la prima.
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Le fasi del processo di fading
IL FADING (apprendimento con l'eliminazione di alcuni aiuti)
Il fading costituisce l'insieme delle procedure che portano a diminuire gli aiuti e le facilitazioni che sono state necessarie per il
conseguimento del compito. Nel caso degli aiuti di tipo verbale ci sarà una riduzione della consegna verbale e una progressiva riduzione del tono di voce. Saranno gradualmente ridotti di
visibilità e gestuali; le facilitazioni di tipo fisico sono in genere le più difficili da attenuare.
Chaining, prompting e fading sono metodiche molto utili , ma la loro applicabilità si presta per compiti la cui caratteristica sia la
"sequenza temporale".
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Le fasi del processo di modeling
• Modelli da seguire
Il modeling si basa sul principio che i soggetti che assistono ad un comportamento attuato da una persona sono portati ad apprendere quella modalità` d'azione e a riproporla qualora se ne presenti l'occasione.
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Le fasi del processo di prompting
IL PROMPTING
Trattando degli aiuti messi in campo per facilitare lo svolgimento di un compito è possibile giungere ad un'altra suddivisione
aiuti di tipo fisico, di tipo gestuale e di tipo verbale (aiuti sincroni, si danno contemporaneamente).
I 3 tipi di aiuto hanno tra loro un rapporto gerarchico: il primo rappresenta quello più esplicito e risponde al più alto grado di dipendenza dell'utente dall'operatore. Il secondo
è dato dall'insieme delle indicazioni per attirare l'attenzione sui determinati oggetti o sulla presentazione di un modello.
L'aiuto di tipo verbale rappresenta il grado più basso di aiuto: ci si limita a ricordare l'esecuzione di alcuni passi.
Attenzione :Troppe facilitazioni possono produrre regressione
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Tecnica della task analysis
Rappresentazione dei compiti (task) da compiere per raggiungere uno scopo.
L’esecuzione di un task implica una sequenza di passi, ognuno dei quali contribuisce al
raggiungimento dell’obiettivo.• Es. di Task analysis
Andare al lavaboMettere la mano sul pomello del rubinetto
RuotarePremere il pulsante del dispensatore del sapone ecc.
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…Come si scrivono le competenze-obiettivo degli alunni disabili.
• Sa fare…………. SE…………quando..come…con chi… con cosa
• SA realizzare la mise en place SE l’ordine gli viene dato in tono pacato e se l’ambiente è tranquillo
• SA utilizzare un programma di video scrittura SE il computer è dotato di una apposita interfaccia
• Sa utilizzare la fotocopiatrice SE l’ambiente è tranquillo
le competenze degli alunni disabili devono connotare positività
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…Come si scrivono le competenze-obiettivo degli alunni disabili
• Le competenze degli alunni disabili si scrivono indicando in quale situazione,ambiente, contesto tali competenze possono esplicarsi
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1. allo studente e alla sua famiglia
2. alla scuola
3. ai CFP
Le competenze degli alunni disabiliservono
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Strategie di accompagnamento per promuovere il sostegno, dunque il raggiungimento della
competenza-obiettivo
Vicinanza e possibilità
di interazione
Aiuto reciproco come parte integrante di un curricolo
Gruppo di sostegno tra i compagni
Coinvolgimento dei compagni in un gruppo
di lavoroLavoro cooperativo, di coppia…tutoring…
Insegnare direttamente
attività di sostegno
Alimentare comprensione e rispetto
Stile positivo dell’insegnante
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Per saperne di più
• Tecniche base del metodo comportamnetale per l’handicap grave e l’autismo,R.Foxx, Erickson trento 1997
• Cantoni, Panetta,Handicap,scuola, lavoro, Risa editrice, Roma 2006• D.Ianes,S.Cramerotti,F.Celi, IL piano educativo individualizzato Progetto
di vita,Guida 2005-2007, Erickson, Trento, 2005.• D.Nocera, Il diritto alla integrazione nella scuola della autonomia,
Erickson, Trento, 2001• La gestione avanzata dell’integrazione scolastica,W. E S. Staimback,
Erickson Trento 1996• Buone prassi di integrazione scolastica, A: Canevaro-D. Ianes, Erickson
Trento2001• Mariagrazia Contini "Figure di felicità, orizzonti di senso- Nuova Italia
1999
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Grazie per l’’attenzione
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