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I quaderni de “l’inchiostro fresco”

Una favola chiamata CostituzioneOvvero la storia del nostro stare insieme

a cura di Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto

Edizione curata dal “Club Fratelli Rosselli” di Novi Ligure

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Sull’onda della Rivoluzione Industria-le, scoppia la Rivoluzione Francese (1789), dove si afferma. l’idea di Co-

stituzione fondata sulla divisione dei poteri (Montesquieu) e sul concetto di volontà ge-nerale (Rousseau). Vengono sanciti principi fondamentali quali la libertà, l’uguaglianza e la fraternità. Viene proclamata la “Dichia-razione dei diritti dell’uomo e del cittadi-no”, che segna il passaggio dell’individuo dalla condizione di suddito a quella di citta-dino. Queste idee si divulgano per tutta Eu-ropa attraverso la fi gura ddi Napoleone Bo-naparte e i regnanti dell’epoca, impauriti dai fatti della Rivoluzione Francese, concedono le costituzioni ai loro sudditi nel tentativo di arginare le rivolte. La concessione dello Statuto Albertino da parte di Carlo Alberto (1848) va in questo senso e prelude alla nascita, con Vittorio Emanuele II, del Regno d’Italia (1861) e Roma diventa Capitale del nuovo stato nel 1871. Passano gli anni e l’Unità d’Italia si completata xla Prima Guerra Mondiale (1915 – 18), giungendo all’epilogo repub-blicano alla fi ne della Seconda Guerra Mon-diale (1940-1945), con il Referendum Mo-narchia/Repubblica del 2 giugno 1946 e con la promulgazione della nuova Costituzione, oggi in vigore, il 27 dicembre 1947 e ancora oggi in vigore dal 1° gennaio 1948.Di tutto ciò si è parlato durante un ciclo di incontri con gli alunni delle classe quinte della scuola primaria “Giuseppe Saracco” di Acqui Terme, usando un linguaggio sem-plice e basato su alcune similitudini che tro-verete in queste pagine

Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto

Novi Ligure, lì 2 giugno 2016

Un particolare ringraziamento alla Dirigente scolastica Silvia Miraglia e alle maestre della “Saracco” che hanno sostenuto questo percorso formativo di “Cittadinanza attiva”

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Una favola chiamata CostituzioneOvvero la storia del nostro stare insieme

a cura di Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto

I Quaderni de “l’inchiostro fresco”

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“Una favola chiamata Costituzione”Ovvero la storia del nostro stare insieme a cura di Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto

Pag. 26Acqui Terme (Al), 5 aprile 2016

ISBN

I Quaderni de “l’inchiostro fresco” 2016

I diritti di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfi lm, le copie fotostatiche e le scansioni) sono riservati

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Cari ragazzi,Oggi mi ritrovo qui con voi per raccontare una favola, una fa-vola chiamata Costituzione. Non spaventatevi per la parola per-ché essa non rappresenta un qualco-sa di oscuro, di grande, non è, tanto per intenderci, un animale preistorico che magari potrebbe farvi male, ma è semplicemente un insieme di regole per permettere a tutti noi di vivere senza azzuffarci l‛uno con l‛altro. Tanto per farvi un esempio si potreb-be dire che, una forma di Costituzio-ne, per quanto riguarda questa scuola, sia l‛orario d‛ingresso, quello di uscita, i tempi per l‛intervallo, l‛appuntamento per la mensa, il rispetto per le mae-stre e tra di voi e tante altre piccole cose.

Il complesso di que-ste elementari norme permette a tutti voi di potere sedervi tra que-sti banchi e studiare in santa pace. La costituzione altro non è che un insieme di re-gole molto più articolate che organizza la vita non della scuola ma di tutta la società nel suo complesso, ovvero di quella bottiglia, se mi permettete que-sto paragone, all‛interno della quale noi tutti ci ritroviamo e sulla cui etichet-ta si potrebbe scrivere “società”. Ma come è nata l‛idea della Costituzione?

Ed ecco che anche qui, come in ogni favola che si rispetti, la storia di quest‛idea inizia con la classica frase: “C‛era una volta un re”.

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Primaparte

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Il potere, breve storia dei rapporti tra governenti e governati I Quaderni de “l’inchiostro fresco” 2016

Tanti e tanti anni fa, e per la precisio-ne sul fi nire del Settecento, in Fran-cia c‛era un Re che si chia-mava Luigi XVI il quale con sua moglie, la regina Maria Antonietta, dominava su un regno vastissimo che s‛estendeva anche al di là dell‛Oceano. Abitava nella bellissima reggia di Ver-sailles a Parigi, all‛interno della quale, oltre che a centinaia di stanze, sale e saloni vi erano anche immensi giardi-ni, ricchi di viali con fontane meravi-gliose, zampilli e giochi d‛acqua ove il re amava passeggiare con tutto il suo seguito. Erano i suoi consiglieri con i quali governava la Francia. Ma non era tutto rose e fi ori, perché molte decisioni, le più importanti, doveva prenderle all‛interno di un‛assemblea formata dai vari strati sociali del Paese. Ovvero i produttori, commercianti, grandi armatori, artigia-ni, intellettuali, banchieri, cioè la borghesia e poi vi erano i nobili e il clero e qui, spesso, era diffi cile trovare l‛accordo. I nobili infatti erano quelli che più avevano voce in capitolo anche per-ché erano grandi proprietari terrieri, avevano castelli e soldati che permet-

tevano al re di controllare il territo-rio e salvaguardarlo dalle invasioni,

mentre il clero, anch‛esso fortissimo, era quello che, esercitando un notevole ascendente sul popolo, ga-rantiva l‛ubbidienza verso il re ammantandolo con una sorta di investitura divina. Ora si dà il caso che tra i

nobili e il clero, da una parte, e, dall‛altra, la borghesia, pro-prio sul fi nire del Settecento si era venuta a creare una pro-fonda frattura perché quest‛ul-

tima era quella che faceva tutto men-tre i primi due, praticamente, viveva-no di rendita. Ancora per poco, però.

C‛era una volta un re…

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Come si viveva nel Settecento

Il mondo infatti stava rapidamen-te cambiando. Non più di 200 anni prima, nel 1492, Cristoforo Colom-bo, superando le Colonne d‛Ercole e andando alla ricerca dell‛Indie, in-cappò casualmente in un nuovo Con-tinente, quello delle Americhe. Da lì iniziarono a giungere in Europa mol-tissime ricchezze. In primo luogo l‛oro ma anche nuovi prodotti. Se oggi voi potete mangiare la Nu-tella, un barattolo di pop-corn al ci-nema, le patatine fritte e una pizza margherita lo dovete proprio alla scoperta dell‛America dato che in Europa, prima di allora, non esisteva la pianta del cacao come quello dello zucchero, neppure il mais e le pata-te e neanche i pomodori. Tutti pro-dotti questi che invece nascevano rigogliosi nelle grandi pianure delle due Americhe. Nuove ricchezze dunque, nuovi

modi di alimentarsi, nuove possibili-tà di lavoro e di commerci. Ed ecco che, appunto, tutte quelle persone - la borghesia - che si occupavano, materialmente, di lavorare attorno a queste nuove risorse, iniziarono a diventare sempre più ricche e po-tenti, mentre i nobili, continuando a vivere nel chiuso dei loro castelli e delle loro proprietà non sfruttate intensamente, stavano diventando sempre più poveri.

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Il mondo, tra la scoperta dell‛Ame-rica e la fi ne del Settecento, sta-va dunque cambiando velocemente anche grazie alle nuove idee che si affermavano via via in campo scien-tifi co. Ad esempio dall‛idea che la Terra fosse al centro dell‛Universo (teoria tolemaica), un certo Galileo Galilei e poi Niccolò Copernico nel 1500 scoprirono che invece era la Terra, con altri pianeti, a ruotare attorno al Sole (teoria copernica-na), mettendo così in dubbio ciò che era contenuto nella Bibbia ed in tal modo anche il clero subì un duro colpo. In più, poi, con l‛invenzione della stampa (Gutenberg, 1455) e quindi con la possibilità di riprodur-re più velocemente i libri, aumentò anche la circolazione delle idee. Il tutto portò anche ad una crescita dei pensatori, ovvero di quelle per-sone che potevano dare alla gente utili indicazioni per meglio capire se stessa e il mondo circostante.

Le scoperte scientifi che e le nuove idee

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La grande carestia

Le scoperte geografi che e lo spostamento dei popoli portaro-no, assieme alle ricchezze, anche grandi malattie, come la peste bubbonica che sconvolse l‛Europa nel 1600, anche perché le città, grazie proprio all‛oro provenien-te dalle Americhe, iniziarono ad ingrandirsi e quindi l‛urbanizza-zione senza regole favorì il dif-fondersi delle pestilenze. I primi piani regolatori, ovvero quell‛in-sieme di regole per permettere la costruzione delle case, inizia-rono ad essere avviati proprio in quel periodo. Vennero realizzate le prime fognature e i primi ac-quedotti dai tempi dei romani, le prime scuole e molti altri in-terventi. Sino appunto ad arri-

vare a quelle grandi e maestose costruzioni come la Reggia di Versailles, dove appunto abitava il nostro re. Ma sempre in quel periodo però l‛Europa fu colpita da una serie di violente care-stie che, nella seconda metà del Settecento, furono molto dure. Gli inverni erano lunghissimi e le estati corte, i campi produce-vano sempre meno prodotti e la gente moriva di fame.

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Libertà, uguaglianza e fratellanza

Come abbiamo visto prima, grazie anche alle invenzioni e alle innova-zioni, s‛era creata un nuovo gruppo di pensatori che tentava di orga-nizzare lo stare insieme degli uomi-ni in un modo diverso dove tutti po-tessero esprimere le proprie idee: ovvero un mondo con più uguaglian-za, fraternità e, soprattutto, con più libertà. Ed ecco che sempre in Francia un certo Montesquieu nel 1749 scrive un libro dove si legge che è pericoloso quando tutte le decisioni sono concentrate in una sola persona perché questa potreb-be fare il bello e il cattivo tempo, ovvero ciò che vuole. Mentre invece se si divide il potere tra chi deve fare le leggi, chi le deve applicare e chi deve vigilare affi nché le leggi vengano rispettate, ecco che non vi sarebbe più spazio per i prepotenti. I nobili, che, grazie al loro diritto di nascita, spadroneggiavano, così

perdono il loro ruolo privilegiato. Sempre in quel periodo un altro pensatore, Rousseau, scrive un al-tro libro (1762) ove sostiene che tra chi comanda e chi è comanda-to si viene a creare una specie di accordo, per il quale chi è coman-dato cede una parte della propria libertà a chi comanda in cambio di essere protetto, avere pace, sicu-rezza e prosperità. Ovvero, secon-do Rousseau, tra chi comanda e chi è comandato si viene a siglare una sorta di contratto sociale. E con quest‛idea, dopo quello dei nobili, anche l‛altro gruppo che abbiamo visto prima, quello del clero che ga-rantiva al re una sorta di immagine divina, viene ad essere colpito nel-la sua importanza. Infatti chi co-manda adesso non è più “investito” da una autorità divina (dall‛alto) ma dalla gente comune (dal basso).

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Quest‛idee fecero ben presto presa sul popolo anche perché dalla metà del Settecento in avanti, iniziò un‛altra rivoluzione, la Rivoluzione Industriale. Incominciavano infat-ti a nascere le fabbriche, in primo luogo quelle per la tessitura della seta e della lana con i telai mecca-nici azionati dalla forza delle acque (e poi, dall‛Ottocento in avanti, dal-

la forza del vapore). Gli uomini che prima lavoravano isolati sui campi, adesso si trovavano a vivere gomito a gomito in queste grandi fabbri-che e quindi tra di loro avevano, da un lato, la possibilità di confrontar-si e, dall‛altro, di organizzarsi. La circolazione delle idee iniziava a correre con più facilità.

Il rapido diffondersi di quest‛idee

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Verso la fi ne del Settecento pos-siamo quindi dire che la situazione era la seguente: la categoria dei produttori (la borghesia) stava diventando sempre più forte ma aveva poca voce in capitolo nel-le grandi decisioni, mentre quella dei nobili, che stava diventando sempre più debole, era quella che, sostenuta dal clero, contava tut-tora di più nei confronti del Re. E a fronte di queste tre catego-rie, che comunque stavano bene (avevano di che mangiare), il po-polo invece, proprio per le care-stie, stava molto male. E allora i produttori, promettendo al popolo tempi migliori, organizzarono una rivolta contro il re, la nobilita e il clero. Scoppiò così nel 1789 una grande rivoluzione, la Rivoluzione

Francese che, con la presa della Bastiglia, il 14 luglio portò di lì a poco all‛arresto del re, della regina, dei nobili e di buona par-te del clero. E al loro posto fu eletta un‛as-semblea costituente che scriverà un libro delle regole – la Co-

stituzione - per fare in modo che gli individui da sudditi del re di-ventino cittadini della repubblica. Tutti con uguali diritti, tutti con uguali doveri.

Il 1789

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In tal modo nascono le moderne co-stituzioni che, come vi dicevo all‛ini-zio di questa nostra storia, regolano la vita di tutti noi e sostanzialmen-te si basano sulla volontà generale, ovvero dove tutti hanno la possibili-tà di esprimere la propria opinione (ogni testa un voto), sulla divisione dei poteri e sui diritti e doveri dei cittadini che siglano tra di loro un patto sociale. Contro questo nuo-vo modo di pensare però il vecchio mondo tenta ancora di resistere ed ecco che la Rivoluzione france-se, inevitabilmente, con uno dei suoi capi, Robespierre, diventa violenta e per difendere quei principi di li-bertà, di fratellanza e di uguaglian-za si vede costretta a giustiziare il re e la regina. Dopo questa svolta, tali principi, contenuti nella solenne “Dichiarazione dei diritti dell‛uo-mo e del cittadino” del 26 agosto 1789, verranno propagati per tutta Europa da Napoleone Bonaparte e il mondo non sarà più come prima. (Inno della Marsigliese)

Le moderne Costituzioni

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Il propagarsi non solo in Europa ma nel mondo di queste idee è favorito anche da un possente sviluppo tecnologico. Nel 1814 Stephenson inventa la prima locomotiva a vapore e da quel momento le distanze, sino ad allora misurate sul passo del cavallo (il mezzo di locomozione principale), adesso si contano sulla velocità di un nuovo mezzo di trasporto: il treno. Ma non solo. Nel 1844 viene trasmesso un messaggio tra Washington e Baltimora senza muovere l‛uomo ma con un impulso elettrico: è l‛invenzione del telegrafo, l‛antenato di Internet. Nascono anche i primi giornali e la società è in pieno fervore. Tutto ciò si riversa anche nella vita di tutti giorni degli uomini che prendono sempre più coscienza di loro stessi ed anche qui da noi nel nostro Paese, a Torino per la precisione, il re Carlo Alberto nel 1848 concede una Costituzione: lo Statuto Albertino che, potremmo dire, sia il nonno della nostra attuale Costituzione repubblicana del 1948.

Il mondo diventa più piccolo

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Secondaparte

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Come funziona una moderna Costituzione?

È una bella domanda alla quale po-tremmo rispondere citando dotti libri oppure più semplicemente an-dando a cercare un modello di pa-ragone, ed è quello che faremo noi.

Lo sport nazionale, si sa, è il calcio e quindi per capire come funziona una moderna costituzione, ci rifa-remo proprio al mondo del calcio e vedrete come vi risulterà facile comprendere i meccanismi che re-golano una moderna costituzione ed anche come funziona la socie-tà contemporanea, per lo meno in quella parte di mondo nella quale siamo nati.

Una partita di calcio si gioca all‛in-terno di un rettangolo molto gran-de diviso in due zone: da una parte una squadra e dall‛altra la squadra avversaria che “scendono in campo” per giocare una partita. I calcia-tori delle due squadre rincorrono un pallone per calciarlo nella rete della squadra avversaria. La partita si svolge sotto gli occhi vigili di un arbitro che non perde mai di vista il gioco e ad aiutarlo lungo le linee del campo vi sono altri due suoi colla-boratori: i guardialinee. Ai lati del campo vi sono due panchine sulle

quali siedono gli allenatori delle due squadre.

Attorno al campo di gioco vi sono gli spettatori che siedono sulle gradi-nate di uno stadio che potremmo dire sia una versione moderna del Colosseo dove gli antichi romani an-davano a vedere i gladiatori com-battere nell‛arena.

In genere i tifosi, tra i quali i più esagitati sono gli ultras, delle due squadre in campo siedono in zone separate, le cosiddette curve, per sostenere i calciatori loro benia-mini con bandiere, cartelloni, cori e quant‛altro. Nello stadio vi sono anche posti più tranquilli ubicati tra le due curve, le tribune, dove in genere vanno a sedersi chi, non essendo un focoso tifoso, deside-ra semplicemente vedere una bella partita e in tribuna vi sono anche posti riservati ai giornalisti per la cronaca della partita. E in più, af-fi nché nessuno esageri nel tifo, ai bordi del campo vi sono uomini in divisa che sorvegliano sull‛ordine pubblico.

Bene, adesso abbiamo illustrato il luogo dove si svolge una partita

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spiegando anche che cos‛è la par-tita stessa, ma come confi guriamo il tutto per capire come funziona una moderna costituzione?

È presto detto:Si potrebbe dire che il rettangolo dove si svolge la partita, il cam-po di calcio, rappresenti la Costi-tuzione perché all‛interno di quel terreno di gioco i calciatori devo-no rispettare delle regole che essi stessi si sono dati decidendo che cos‛è un fallo, un fuori gioco, ec-cetera.I giocatori quindi, possiamo dire rappresentino il Potere Legislati-vo, perché hanno deciso le regole (ovvero le leggi) sulle quali si sono accordate le squadre, che altro non sono che i Gruppi parlamen-tari (espressione dei partiti) pre-senti in Parlamento.L‛arbitro che assieme ai due guar-dialinee controlla durante la par-tita il rispetto delle regole, rive-ste il ruolo del Potere Giudiziario (la Magistratura).I due allenatori seduti in panchina che applicano le diverse strategie di gioco per vincere e coordinano i giocatori applicando le regole, raffi gurano il Potere Esecutivo, cioè il GovernoIl concetto della divisione dei poteri

Da ciò si comprende bene come da ciò che accade in campo emerge

il funzionamento di una moderna costituzione, dove, affi nché il gio-co rimanga corretto, deve essere presente una divisione dei poteri (Montesquieu) che reciprocamen-te si controllano:

il Potere Legislativo (il Par-lamento dove siedono i Se-natori e i Deputati raccol-ti nei Gruppi parlamentari espressione dei partiti) che fa le leggi,

il Potere Esecutivo (il Go-verno) che le applica,

il Potere Giudiziario (la Ma-gistratura) che controlla l‛applicazione delle leggi e che interviene quando le leg-gi sono aggirate.

Il tutto però si svolge, come ab-biamo visto, in un contenitore più ampio che è lo Stadio dove si as-siepano gli spettatori divisi nelle curve e in tribuna.

Seguendo la nostra similitudine, possiamo equiparare lo stadio al nostro sistema sociale, dove gli spettatori sono i cittadini tra i quali i più appassionati, quelli delle curve, potremmo considerarli gli iscritti ai vari partiti, alcuni dei quali sono “credenti incondiziona-ti”, gli Ultras, che non ammette-rebbero mai un errore della pro-pria squadra. E costoro potremmo considerarli come facente parte

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della società politica.Mentre gli spettatori che siedono in tribuna non dichiarandosi aper-tamente per una squadra o per l‛al-tra ma, di volta in volta, sostenendo o punendo questa o quella squadra a seconda se gioca bene o male, po-tremmo considerarli la società ci-vile, che rappresenta il grosso del corpo elettorale.

E il clamore degli applausi e degli incitamenti, ovvero il tifo, come po-tremmo defi nirlo?

Semplicemente come “partecipa-zione politica dal basso”, ovvero quella che i semplici cittadini espri-mono quando assistono ad un comi-zio, ad un dibattito oppure quando vanno al voto!!!!!!Il tutto sotto l‛occhio vigile di quegli

uomini in divisa che abbiamo citato prima, che sono le Forze dell‛Ordi-ne le quali rappresentano il potere coercitivo dello Stato.

Ma se per un caso fortuito un qual-cuno non riuscisse a seguire la par-tita dal vivo, come potrebbe sape-re come si è svolta? Semplice: dai giornalisti presenti nello stadio che con la loro cronaca rendono pubbli-ci i fatti, aumentando in tal modo il controllo su chi fa le leggi, su chi le applica e su chi le deve far rispet-tare.

Ecco cari ragazzi: crediamo con questa semplice similitudine di avervi dato in mano gli strumenti di base per farvi capire il mondo nel quale dovrà muoversi il vostro fu-turo dove crescere in libertà.

Per il Club “Fratelli Rosselli” di Novi Ligure Gian Battista Cassulo

Mattia Nesto

Acqui Terme, lì 05 aprile 2016

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“Libertà è partecipazione”, partendo da questa memorabile strofa della canzone di Giorgio Gaber, la redazione de l‛inchiostro fresco ha avuto l‛idea per realizzare un nuovo ciclo seminariale assieme alle classi quinte della Scuola Primaria Giuseppe Saracco di Acqui Terme, incentrato sull‛Origine delle Costituzioni. Perché proprio la

parola “partecipazione”? Perché la partecipazione o meglio, la “voglia e i tentativi di parteci-pare”, è stata la molla che hanno spinto gli uomini nel corso dei secoli a chiedere con sempre maggiore insistenza prima e poi, fi nalmente, a dotarsi, di costituzioni. Supportato da un testo scritto da Gian Battista Cassulo, con la colla-borazione di Mattia Nesto, si è quindi organizzato un ciclo di tre lezioni pensato appositamente per gli alunni delle Classi V A, B e C della Scuola “Giuseppe Saracco”. Attraverso un “progetto didattico di continuità”, la prima parte del seminario veniva esposta ad una data classe, la quale, una volta recepita la lezione, aveva il compito di “spiegarla” ai compagni delle altre classi, che, dopo aver appreso la seconda parte del seminario, dove-vano a loro volta esporla agli altri compagni e così via. In questo modo, grazie alla partecipazio-ne fattiva degli alunni, tutti i soggetti in causa hanno potuto “partecipare” ed essere protagonisti. Ma il progetto di “casa in-chiostro” è ben più am-bizioso. Infatti grazie all‛appoggio del corpo docente del comples-so acquese e della dirigente scolastica Silvia Miraglia, si sta allestendo su questo tema anche un vero e proprio “spettacolo”, realizzato dai bambini con le sceneggiature e scenografi e di Federica Fossati. Attraverso una carrellata nei secoli, par-tendo dalla Magna Char-ta Libertatum di Giovanni Senza Terra del 1215 ed ar-rivando infi ne al 1 gennaio 1948 con l‛entrata in vigore della Costi-tuzione della Repubblica Italiana, gli alunni delle Saracco illustreranno l‛arduo cammino che uomini e donne nel corso della Storia hanno dovuto compiere nel nome del diritto alla partecipazione. Inoltre, sia nel seminario come nello spettacolo, sono stati e saranno proposti anche momenti di rifl essione sociologica, con, ad esempio, un‛analisi delle diverse forme di organizzazione sociale possibili e delle regole fondative di una società. In fondo se è vero che l‛uomo “è un animale sociale” non ci resta che “partecipare tutti quanti assieme”.

Robespierre&Scaramouche

Che cos’è una costituzione e cosa sono gli stati?Che cos’è una costituzio

Arbitro =

Giocatori =

Pallone =

Squadra A

Allenatori = A B

Gradinate con spet

Tribune riservate agli e

Cu

rva

su

d

Potere giudiziario (La Magistratura)Pote

Potere legislativo (Il Parlamento)Pote

ValoriValo

Partito APartito A

Campo sportivo = La CostituzioneLa Costituzio

Applausi = Partecipazione politicaPartecipaT

ifo

=M

ilita

nza

di b

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Mili

tanz

a di

bas

e

Commentatori politiciCommentatori p

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Come si fa ad insegnare la Costituzione, a bambini di dieci anni senza cadere nei paroloni o peggio nella demagogia? Semplice. Parlando con il linguaggio del gioco, meglio ancora se questo linguaggio si riconduce al gioco per eccellenza, quello del calcio! E così eccomi alla lavagna a tracciare un rettangolo che altro non rappresenta che un campo sportivo dove gli alunni si dividono in

due squadre e si danno delle regole per disputare la partita. Un alunno decide di fare l‛arbitro e un altro l‛allenatore, men-tre il resto della classe diventa il pubblico dove i più esagitati sostengono i loro beniamini andandosi a sedere alle

spalle delle due porte pronti a gridare: “RETE” mentre il resto della classe, quelli un po‛ più tranquilli, si dispongono ai lati del campo per potersi godere una bella partita. Con questa similitudine potremmo

dire che “il gioco è fatto” nel senso che sostituendo ora ai termini calcistici quelli del Diritto pubblico, i ragazzini impareranno a menadito la materia.

La Teoria della separazione dei poteri (Montesquieu – 1748)Se al posto del termine “giocatori”, che si sono dati le regole, mettiamo

il “Parlamento” avremo indicato il potere legislativo. Se a quello dell‛allenatore, che mette in pratica queste regole, poniamo la

dizione “Governo” individuiamo il potere esecutivo e se l‛arbitro, che vigila sull‛applicazione delle regole, lo chiamassimo magistra-

to, avremo sotto mano il potere giudiziario.

La legge intesa come volontà generale (Rousseau - 1762)Le regole che gli alunni (i giocatori ovvero il Parlamen-

to) si sono date sono state condivise dagli altri alunni che guardano la partita e che la sostengono con i loro “Olè”. Ovvero i giocatori hanno il consenso della “vo-lontà generale” ed ecco quindi il principio di legge come espressione della volontà generale.

I principi che sottendono le moderne costi-tuzioniDivisione dei poteri per evitare di concentra-re troppa forza in un solo soggetto e legge in-tesa come emanazione della volontà generale per ancorarla alle tradizioni e alla cultura dei popoli sono i principi cardine sanciti dalla Rivo-luzione Francese (1789) sui quali si basano le moderne costituzioni.

Come funziona lo Stato sorretto dalle Co-stituzioni?

Nel rettangolo di gioco gli alunni si dispongono in due squadre incoraggiate dai loro sostenitori

che si sono ubicati alle spalle delle porte per gri-dare “Rete”, mentre ai bordi vi sono gli altri alunni

che vogliono vedere solo una bella partita. Orbene le squadre sono i partiti, i sostenitori sono gli iscritti

ai partiti, mentre il resto degli alunni che applaudono ora gli uni, ora gli altri a seconda di come giocano, sono

il gran numero dei cittadini. Gli alunni, i cittadini, che as-sistono alla partita ed applaudono o fi schiano rappresenta-

no la “partecipazione politica”, mentre le tifoserie delle due squadre simboleggiano la “militanza di base” che è una parte-

cipazione più impegnata, ma quando si deve stilare la classifi ca di chi, al di là delle reti fatte, ha giocato meglio, ad incidere sul voto fi nale è il gran numero dei cittadini. Questa decisione è il voto che si esprime nelle tornate elettorali e lo stadio, ovvero il com-

plesso del campo da gioco, dei giocatori, dell‛allenatore, dell‛arbitro, delle tifoserie e degli spettatori, altro non è che lo Stato.

E il pallone?Il pallone è il complesso dei Valori attorno alla quale una società si riconosce valori che sono alla

base delle costituzioni e degli StatiGian Battista Cassulo

Che cos’è una costituzione e cosa sono gli stati?ne e cosa sono gli stati?

Squadra B

ttatori vari

esperti del gioco

Cu

rva n

ord

Potere giudiziario (La Magistratura)ere giudiziario (La Magistratura)

Potere legislativo (Il Parlamento)ere legislativo (Il Parlamento)

Potere esecutivo (Il Governo)Potere esecutivo (Il Governo)

Valoriori

Partito BPartito B

La Costituzionene Stadio = Lo StatoLo Stato

Partecipazione politicaazione politica

Tifo

=M

ilitanza di baseM

ilitanza di base

Commentatori politicipolitici

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Finito di stampare per i tipi dell’associazione “Club Fratelli Rosselli”

editrice de “l’inchiostro fresco” in Novi Ligure, 17 marzo 2016Tel. 0143/46.569

Iscrizione C.C.I.A.A. di Alessandria al n.° 226160 il 4/10/2005 P. IVA e C.F. 02096520065

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Il quadro fi nale della recita sulle Origini delle Costituzioni titolata “CostituiAmo” che gli alunni della Saracco di Acqui Terme hanno rappresentato il 4 giugno 2015 nel giardino interno del Palazzo Municipale di Novi Ligure

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Con questa piccola pubblicazione ab-biamo tentato di far comprendere agli alunni come è nata l’dea di co-

stituzione e come funzionano in un moderno sistema politico. Il percorso dell’idea delle costituzioni lo abbiamo illustrato parlando di Re, Regine e Rivoluzioni sino ad arrivare alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, mentre attraverso la similitu-dine del gioco del calcio, abbiamo cercato di far comprendere come funzionano nel mon-do contemporaneo. In questa similitudine i giocatori, che giocano dandosi le regole, rappresentano il potere legislativo, cioè il Parlamento. L’allenatore che dà gli ordini ai giocatori è il potere esecutivo, ovvero il Go-verno. L’arbitro, che vigila sul rispetto del-le regole che i giocatori stessi si sono date, riveste il ruolo del potere giudiziario, che altro non è che la magistratura. Il campo di calcio, contenendo il complesso delle regole, è la Costituzione, mentre il sistema politico viene personifi cano dai giocatori, i quali, di-visi in squadre, raffi gurano i partiti, mentre il sistema sociale è simbolizzano dagli spet-tatori che rappresentano il corpo elettorale. All’interno di questo corpo elettorale vi sono delle frange estreme (gli ultras, non a caso termine della rivoluzione francese) che ten-dono a non rispettare le regole. Per imporre a questi ultras il rispetto delle regole vi è il ser-vizio d’ordine (polizia, carabinieri, guardia di fi nanza), il quale, lui e solo lui, ha il cosid-detto potere coercitivo, cioè l’autorizzazione all’uso della forza. Un incontro di calcio che si svolge sotto l’occhio vigile giornalisti, la stampa, che riportano la cronaca della partita, ovvero rendono pubblici i fatti.

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Gian Battista Cassulo laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico-politico all’Università di Genova, presso cui è stato Cultore di materia presso la cattedra “Partiti politici e gruppi di pressione” retta dal Prof. Andrea Mignone dal 1993 al 2010. Sempre nella città ligure, è stato fondatore del gruppo culturale di studi e ricerche “Lo scettro ai cittadini”.Attivo nella vita politica piemontese, si è occupato di partecipazione politica dal basso e processi decisionali amministrativi. È tra i fondatori dell’Associazione “Club Fratelli Rosselli” e tra le fi rme de “l’inchiostro fresco”.Tra le sue opere, “1993-1995: una lunga battaglia combattuta con la penna” (L.T.S., 1996), “Il federalismo intravisto” (Coedital, 1998), “La gabbia: rifl essioni sul G8 di Genova a partire dai fatti” (DPS Edizioni, 2001), “La partecipazione politica tra partiti e movimenti” in “Sistemi di Partito comparati” a cura di A. Mignone (COEDIT - Genova - 2001), “1992-1996 La stagione del “Pool Mani Pulite” di Milano” (Mauro Traverso Editore, 2002), “La politica è una cosa da signori?” (Mauro Traverso, 2002), “Dal cavallo al treno: breve storia delle infrastrutture ferroviarie tra Genova e il Nord-Ovest?” (Mauro Traverso, 2003), “Le origini delle Costituzioni” (Mauro Traverso, 2006).

Gli alunni di Acqui Terme in visita al Monumento alla Costituzione di Novi Ligure con Mattia Nesto che illustra i docici Principi fondamentali