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Umana Mente
diEnrico Marra
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Non sono un poeta, sono una scimmia
analfabeta che scrive emozioni a caso come
fossero umane.
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Questa umanità è un edificio vuotoe la strada da percorrere
con l'angoli brutaliil nichilismo
è una proiezione provvisoriauna forma aggressiva di modestia.Nessuno è capace di comprendere
le parole disconnettono ogni concetto sacro.
Selezioniamo corone di alloro per le nostre teste
per impressionare le foglie ondeggianti sugli alberi.
Questo nichilismo è un pensiero sacrale del nulla non può raggiungere nessuna
complessità,Sento la bestia
o il saggio tuono del sangueche trema e sente
di essere inseguito.Sceglie una parola e si ferma,come folta foschia naturale,medita strade a lui comuni
il ricordo un ascetae la sua carne: dimenticata.
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Io sono la mia dignità in una periferia sterminata abitata da topi e castori urlanti. Alcuni, sono colti e saccenti, gli altri hanno i loro versi; il cane fa "bau" il gatto "miao", gli
uccelli cinguettano e anche le capre hanno un verso come tutti gli altri
animali!Sono capre eccellenti e belano di
patria, nazione e religione.Ci propinano libri, testi o poesie
come l'ultima spiaggia per l'istruzione.
Credono di sfidare la fisiologia umana e avere un cervello
multitasking, la multiprocessualità delle emozioni che possano sbirciare dentro un suono.
Le verità sono un background di stronzate assertive degne di una pisciata sulla testa. Il loro sapere "qualcosa" non "va" oltre "qui" e
"loro".
Non mi scaverò una fossa per voi, la
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vita è mia anche se sono "nessuno" e non credo a un cazzo delle vostre
idiozie.La memoria eidetica è un lusso e
non vi appartiene, la storia umana è per voi solo l'ennesimo vibratore che portate nel culo contenti della
vostra conoscenza."Sono" come un fulmine su una pietra in mezzo alla polvere che risente di una tecnicizzazione medica del vocabolo per farvi
brillare.Il sole a mezzogiorno è sempre lo stesso pazzo che parlare ad alta voce alla sua ombra. La sera con l'illegalità del buio lascio le mie
spoglia di piuma sulle ali di nessuno per fondersi con le lacrime e colare
come una scintilla nella mia memoria.
Ore e ore ad ascoltare lo stesso vento che ha in bocca le stesse
domande che danno ad ogni risposta la voglia di non esistere.
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Non so cosa è peggio, farsi domande o sapere.
La tristezza mi cammina sopra, mi parla discute e vince; mi ha
inchiodato all'angolo della mia vita. Sono stanco di essere stanco, di
tenere gli occhi aperti e chiudere i miei spazi vitali in nuovi continenti
di luce e spazzatura come l'abbandono del mausoleo della mia
memoria.Mettiamo una taglia sulla felicità,
lasciamoci navigare dalle cose, dalle paranoie al sapore di rum. Sono
stanco di questa lingua, di un motivo per esistere; abbandonare la
ragione come un coleottero e guardare gli spazi volteggiando in
ampiezza.Le misure dei nostri corpi hanno cambiato il concetto di amore.
Cerco di non essere grottesco; le invenzioni sono nate immaginando
frammenti di fuoco, recitavano sensi di colpa tappezzando di orchidee i
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teatri della finzione. tutte queste convinzioni erano nemiche della
verità più pericolose delle menzogne stesse.
L'amore non parlava la nostra lingua; non parlava proprio.
Cantava silenzi, e a volte suonava la quinta sinfonia del vuoto.
Il ritornello era: la vita è una poesia, il nostro dolore le parole che la
scrivono; le nostre emozioni i colori che la dipingono: e ogni volta si
accasciava ed esalava.Le sventure hanno un prezzo
sempre più grande della avventure.Ora; abbandoniamo le distanze, gli
specchi e ogni espressione.Cerchiamo di essere errori migliori volando nello spazio di questo Dio che sputò sul suo testo più sacro imbrattandolo del suo orgasmo.
La mia memoria è come un cancro, lì; affronto i demoni e imperverso
nei pensieri: dannosa mente ansiosi.
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Esisto nei miei stati mentali con la lucidità dei miei deliri, vivo: nel caos
primordiale perfettamente plastificato.
Saldo desideri a filo, compongo espiazioni, evoluzione della fisica
quantistica; il big bang della biologia come un messaggio al
mondo.Posso trasmutare essenze, avere la tua anima per cena, trovare lamette
nel deserto, sbagliare come la scienza; uccidere: e spacciare
religioni.Seguo la mia ombra come un
disturbo disforico, una depressione maggiore; tendo agguati alla morte,;
la fine ha più certezze di me chemi elevo alto per cadere meglio.
Orrori comportamentali, posologie effetti indotti, somministrazioni controllate, oscillazioni e stati
collaterali; impiego dosi massicce nei responsi passivi di me.
Vorrei cadere con orgoglio; hanno ucciso i miei lutti.
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Oscuro fori calibro 7.65, l'innocenza è a basso dosaggio, annego nel luogo più oscuro; striscio lento
medito diabolico: seguito a passi dalla mia ombra.
Mi sono perso, devo scavare, nascondermi in un nome dell'elenco telefonico, "il mio orgoglio maggiore
è la fine"; si scomoderà per me; senza arrendersi.
Mi salvo dall'ombra bruciandomi nel sole, fiamma pura, piccola luce
profonda, troverò pace dimenticato in un vangelo; ancora per poco:
prometto.
Ci sono stati mentali che ho avuto come macchie sulla pelle;
camminavo rasentando i muri per coprire gli specchi: che non volevo
vedere. Non volevo più essere riflesso ma solo sentire la carezza tacita del mio stesso silenzio. Si
trattava di sangue, rivoli come un fiume muto intorno l'architettura
delle mie ossa.
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Potreste allietarmi, fare un pompino alla mia aura, leccando la miriade di
angoli, una brezza di lingua intrappolata nel mio sapore circola
da un boccone all'altro, la dispersione opulenta della cavità dei
miei ricordi. Non potete e non potrete mai capire cos'è scopare dentro di te ed essere in grado di
camminare contando e scoperchiando le cupole di tutti tuoi
misteri, come perle di un rosario.Potrei anche fare un passo sulla
lastra di un ombra come un pensiero invisibile e misurare la
gioia della terra che trema. Un filo di urina cade a intermittenza sul nostro quotidiano, un filo, il formicolio che
attraversa i minuti senza mai "essere". Il dolce corso della
terrestrità, una spruzzata di essa, ma senza suono riecheggiando
come ali; o come sconfinato alleluja. Un granello prosaico di
persuasione, un solitario errante con una circoncisione sul glande
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come fosse vita panoramica del cazzo.
Dobbiamo riposare nelle nostre teste con un cuscino farmaceutico, da lì si sognano tutti gli oggetti dei sensi; il nostro sonno veglia che
coincide con il battito del tempo e la casa dell'eternità; questa vita è un illusione veloce come l'esplosione
di una stella minuscola calorosamente avvolta nel suo
vuoto totale.Quando avrò finito di bisbigliare
questo nelle vostre orecchie, voglio la vostra illusione palpitante dentro
la mie tasche vuote.Così parlò la filosofia.
Esiliarsi dalle profondità di questo movimento tumultuoso, come
l'agonizzante effusione di forme, atteggiamenti e le energie di questo
mondo, ci fanno soccombere alla simultaneità di tutti gli eventi. Si avvicina sempre un punto di
ebollizione che sovente si conclude
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in un orgasmo devastante. Questa vita che con il potere
implacabile può sollevare regioni e ragioni di stupore incrollabile, essa;
a volte porta con la stessa forza nelle fosse della noia e il ritiro
suicida. Ma può diventare un'esperienza così intensa che tutte
quelle meravigliose intuizioni raggiunte dalla vostra
consapevolezza costante sulla profondità delle forme esistenti che
possono essere, e saranno, dilaniate dalla fenditura abissale che
arriva tra la realtà e le nostre concezioni.
La nostra epoca ha demistificato i temi della storia, l'arte, la filosofia, la
scienza, ogni studio che trafigge l'essere e lo spoglia dalla
superficialità, sporcandolo la routine dei temi che ci impegnano
diversamente dalla nostra semplice esistenza come il cibo, il sesso e la
respirazione.Io, sono fuori da ogni circostanza, in
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piedi sull'asse di ciò che deve venire e mentre tutto si ripeteva al di là dell'illusione e l'esperienza, più e
più volte, come parte integrante di questo universo mostruoso.
Rimane spesso un sentimento per la maggior parte ancora inespresso,
quando unito alla urgenza dei nostri desideri che desiderano sfondare come una voce divina, come una
ripercussione che echeggia attraverso l'immensità dello spazio e
del tempo, uno sfogo di questa incredulità vitale che definisce la nostra esistenza, in breve, una
dichiarazione di eternità.
Ci sono stati mentali che ho avuto come macchie sulla pelle;
camminavo rasentando i muri per coprire gli specchi: che non volevo
vedere. Non volevo più essere riflesso ma solo sentire la carezza tacita del mio stesso silenzio. Si
trattava di sangue, rivoli come un fiume muto intorno l'architettura
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delle mie ossa.
Questo mondo è come la mia ombra, è pallido come l'archeologia, maledetto come la felicità, una voce afona priva di concetto e tutto è così
noioso e prevedibile. E' una rappresentazione classica
poco più di una corda al collo e uno sgabello, un orgasmo della filosofia
più bieca e la misurazione dell'universo; è una risibile raccolta
di finzioni. La metafisica del verbo è fingere, i
fondamentali sono postulati le verità sono indossate a tempo.
Questo "caos" non è una nuova lingua ai piedi nel mondo, esiste da sempre e grava su di noi come un
pianoforte obeso.Celebriamo scomparse, pensatori
maledetti o nuovi "poeti".Qui ci sono le mie labbra, morbide,
carezzevoli; saporite come un arpeggio malinconico.
Capita che a volte si rendano salate,
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che vengano solcate dalle sudicie lacrime che questo occhi impongano come salassi.
Queste lacrime a volte sono fili elettrici, circuiti che ti colpiscono
come un quadro meccanico difettoso.
Sento questo dolore come una forma verbale che allatta i desideri
all'ombra di una schiuma vocale col suo linguaggio suicida.
Questa "semantica" è così umana da fare schifo.
Sono l'apologia dell'ultimo battito, la frenesia concettuale di un
esperienza zoologica pleonastica come un cimitero; una sorta di
recrudescenza notturna per i fautori della luce e della bellezza. Non contate su di me, tutto per me è prigione ed è maledetta mente
maledetta la mia mente. Ho ucciso molte scale cromatiche, i
colori mi sono indifferenti, il mio sangue è oramai grigio, i miei
pensieri sono allineati in bianco e
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nero, questa vita è il rivolo di un eco 100 bpm.
Alcuni cadono in piedi è come un fluido scolpito che portano tatuato
sul culo o nel cervello. Baciate le mie labbra, sono apertura all'aria, dissetano come la pioggia, sono un bouquet di rose di suono.
Baciatele senza limiti.Noi poeti deteniamo la parola come
un dramma pesante, come una apocalisse prossima o una
miniatura epica. Noi poeti siamo a volte un viaggio storico altre una
malattia, un isola di sangue, l'asse di una luce o il rumore di una verità.La parola è un osso vitale, come la
spina dorsale di Dio. Alcuni poeti hanno il dono della parola come lacrima di eternità. A volte; solo a volte sappiamo
immergere le nostre parole nell'anima e uniformarle al tutto
come base della Vita.
Fuggo da sempre ogni conformità,
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tutto intorno a me plotoni di umani vagano solitari. Io sono caduto dal
cielo come una lacrima di Dio.questi umani sono scimmie che
camminano con macchine prestigiose; la mia esperienza
eidetica mi insegna a non dividere la mia strada con nessuno. Cerco solo
pareti lunghe come quelle dei cimiteri, terra che non sia
contaminata da agenti cancerogeni, fabbriche di falsità in scatola abbandonate a proteggere un
mistero senza senso.Il calco della mia testa pittura strisce gialle nei contorni dei vostri confini esterni come la scena del crimine. Crea mattoni su mattoni a scrutare l'infinito che mi invade e opprime
sul plesso solare.Tutte queste parole sono un mezzo
insufficiente, la vita ci cade dal collo come una collana di illuminati
fallimenti: spesso annegata nell'alcool. Ubriachi di vita ci
illuminiamo col suo combustibile,
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bruciare è essere e morire è un santuario da onorare.
Ora che un piatto di zuppa mi è stato garantito forse per giorni, la mia ambizione è quella di non fare
nulla, perché tutto è inutile.Posso stare tranquillamente stare
da solo nella mia alcova dell'anonimato, i miei ideali erano
illusioni emotive chiuse in un rotolo di banconote. Ho trovato
casualmente un modo per dormire e non essere versato nelle mani avide
della mia città.Ho speso tutto, tempo, emozioni,
soldi e vita; mentre meticolosamente facevo il
conteggio dei giorni della mia imminenza.
Ora ho una lattina di birra molto alcolica del discount e tutto il tempo
del mondo per essere o sembrare addormentato.
Mi sono nascosto dentro un istante, il tempo ha spiccato il mio mandato
di cattura. La mia vita era una
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fotografia nelle vostre mani impropriamente fotogeniche.
Sto aspettando il silenzio per la radiodiffusione delle ombre parlanti.Nei miei dubbi, compongo un brano
o una suoneria per una caduta di massa che possa guidarvi nei vostri
biechi peccati.Io; non ho peccati da rimettere a nessuno e l'astrologia è solo un
altro modo per fottervi nella coscienza. Se la terra scomparisse
di colpo, non creerebbe nessun problema a nessuno. Anche la gravitazione se ne farebbe una
ragione.Sto mettendo in autoplay le mie decisioni in tutte le direzioni, le
lunghe liste di pseudo dottrine sono colme come la mia routine che cerca
di rispondere a una macchina che che non sa parlare e non cerca
risposte.
In realtà siamo solo piccoli sottoprodotti, topi urlanti, cavie da
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laboratorio di un grande esperimento chiamato goldman
sachs.Numeri umani sbiaditi ma ben chiari
a codice a barre, schiavi di un potere economico che di umano non
ha più nulla.Questo totalitarismo mai registrato
nella storia ci ha degradato nei sobborghi della nostra stessa vita.
Nessuno acquista più nei centri commerciali, sono loro che
acquistano noi. Il nostro tempo è merce di scambio che gli alchimisti
monetizzano. Le pubblicità ci guardano, le banche ci ignorano, gli stati sono solo una pastoia di inetti al comando di guerre contro il nulla.
L'umanità è l'ennesimo circo equestre dove nessuno si esibisce e
nessuno applaude.Siamo lo stremo di un tendone
vuoto per un circo che fa spettacoli altrove. Un circo che fa spettacoli
solo per se stesso.L'effimero puzza di insopportabilità,
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e l'insopportabilità è la palude nella quale stiamo affogando.
Mettete una muta, comprate le maschere alla moda, imparate che la
merda è solo un odore diverso.Questo mondo puzza di numeri a caso, questa razionalità umana è una scimmia che scrive la divina commedia a caso in un caldo e
confortevole studio iperaccessoriato.
Se trovate un grattacielo degno di voi non esitate a volare almeno una
volta.Pensare al tutto è così inutile come non pensare a nulla. Quello che fa
Dio: nulla. quindi il nulla è l'equivalente di pensare come un
Dio equidistanteComunque diffido di tutto;
soprattutto delle mie certezze; amare scopare e morire: tutto si
riassume in un attimo: Nietzsche è morto e a voi lascio la poesia.
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Io, sono dicotomia di ogni ecoi pianti e le risate complementari
uno che punge cumuli di tristezzaun raggio di luna in sordina
un'aurora che riempie i polmonisenza di essa non saprei respirarela diossina mi inchioda e penetracome aghi nelle vene rilasciando
gioiagarantita sapore amaro e desideri
come respirare nei labirinti aporettici
il sole ha una vena fluorescente in giugno
disassocio muri di mattoni con mattoni
sniffo essenza di fiori cementati a spirale
sono l'essenza nascosta di una canzone
aspetta con me la mattina nelle strade di Roma
sono secoli caldi e frenesie analfabeta
tornerò in un'altra epoca per dire al mondo
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che la sua collera è trasmigrazioneun fenomeno di metempsicosi
da carne a ossa da cenere a polvere.
La mia memoria è come un cancro, lì; affronto i demoni e imperverso
nei pensieri: dannosa mente ansiosi. Esisto nei miei stati mentali con la lucidità dei miei deliri, vivo: nel caos primordiale perfettamente plastificato. Saldo desideri a filo, compongo espiazioni, evoluzione della fisica quantistica; il big bang
della biologia come un messaggio al mondo. Posso trasmutare essenze, avere la tua anima per cena, trovare lamette nel deserto, sbagliare come
la scienza; uccidere: e spacciare religioni. Seguo la mia ombra come
un disturbo disforico, una depressione maggiore; tendo
agguati alla morte,; la fine ha più certezze di me che mi elevo alto per
cadere meglio. Orrori comportamentali, posologie effetti
indotti, somministrazioni
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controllate, oscillazioni e stati collaterali; impiego dosi massicce nei responsi passivi di me. Vorrei
cadere con orgoglio; hanno ucciso i miei lutti. Oscuro fori calibro 7.65, l'innocenza è a basso dosaggio,
annego nel luogo più oscuro; striscio lento medito diabolico:
seguito a passi dalla mia ombra. Mi sono perso, devo scavare,
nascondermi in un nome dell'elenco telefonico, "il mio orgoglio maggiore
è la fine"; si scomoderà per me; senza arrendersi.
Mi salvo dall'ombra bruciandomi nel sole, fiamma pura, piccola luce
profonda, troverò pace dimenticato in un vangelo. Come abbiamo iniziato, questa tristezza mi ha
inchiodato all'angolo della mia vita.Sono stanco di essere stanco, di
tenere gli occhi aperti e chiudere i miei spazi vitali in nuovi continenti
di luce e spazzatura come l'abbandono del mausoleo della mia memoria. Mettiamo una taglia sulla
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felicità, lasciamoci navigare dalle cose, dalle paranoie al sapore di
rum.Sono stanco di questa lingua, di un motivo per esistere; abbandonare la
ragione come un coleottero e guardare gli spazi volteggiando in
ampiezza. Le misure dei nostri corpi hanno cambiato il concetto di amore. Cerco di non essere
grottesco; le invenzioni sono nate immaginando frammenti di fuoco,
recitavano sensi di colpa tappezzando di orchidee i teatri
della finzione. tutte queste convinzioni erano nemiche della
verità più pericolose delle menzogne stesse. L'amore non
parlava la nostra lingua; non parlava proprio e forse non parlerà. Cantava silenzi, e a volte suonava la quinta sinfonia del vuoto. Il ritornello era:
la vita è una poesia, il nostro dolore le parole che la scrivono; le nostre
emozioni i colori che la dipingono: e ogni volta si accasciava ed esalava.
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Le sventure hanno un prezzo sempre più grande della avventure. Ora; abbandoniamo le distanze, gli
specchi e ogni espressione. Cerchiamo di essere errori migliori volando nello spazio di questo Dio che sputò sul suo testo più sacro imbrattandolo del suo orgasmo.
Questa tristezza mi cammina sopra, mi parla discute e vince; mi ha
inchiodato all'angolo della mia vita.Sono stanco di essere stanco, di
tenere gli occhi aperti e chiudere i miei spazi vitali in nuovi continenti
di luce e spazzatura come l'abbandono del mausoleo della mia memoria. Cerchiamo di essere errori
migliori volando nello spazio di questo Dio che sputò sul suo testo
più sacro imbrattandolo del suo orgasmo.
Ho più teste che lavorano in simultaneo, non sò bene cosa ma so cosa sò di non di essere. Guardo nei
buchi dei miei occhi a serratura e
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spio le ondulazioni di gas bianco che si annidano nel mio ippocampo. A volte ho l'ispirazione del globo e della vita, tagliando pezzi di me per
l'interezza delle nuvole, le eclissi del sole e per la luce totale. Vedo i colori come fiumi di vernice;
descrivere un errori per mangiare anime a colazione come se fosse pane morbido. Una sensazione di
vuoto nel vuoto piena di invisibilità e d'ironia. L'istante è come il sangue mai visto ma intimamente legato ad
un taglio, un'esplosione: uno squarcio.
Il mondo è tutto rosso e senza parole come labbra senza tempo su una bocca da baciare. Penetrare con le parole, abbandonare i colori come equidistanza di ogni notte. Essere in
te come la cosa in me all'ombra di un pensiero, una fredda
alimentazione come la mente e la materia, una catena di domini che
scatta foto istantanee dove lo spazio è pelle , corpi e lingue delimitate per
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baciare l'esistenza è la memoria. L'eternità è un cacciatore e io sono stato nulla da sempre e per sempre. L'analisi delle risposte su oceani e
risacche di silenzio in ticchettii fragorosi di tasti neri e bianchi sulla tastiera di un pianoforte triste. Una
goccia di anima rossa, una concatenazione di venti che soffiano sulla musica del passato. Qualcosa di alto e profondo come il gesso di un artista nei suoi turbinii di colori
che si addensano in un disegno. Un nome vuoto come la mia esistenza. Fumami se vuoi, toccami il cervello, la necrosi dei miei neuroni pensanti in una vita così sterile di poesia che l'unica parola che mi salva è FINE.Un secondo, ora vado, soffio sul
tabacco trinciato; FumO!Questa vita, è la l'apoteosi della
cecità, lo sponsor della solitudine di massa col sorriso, i bacini stile ti vorrò sempre bene; quel tipo di allegria rumorosa è cacofonica
come le parole che fanno eco nella
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mia testa urlando.Queste parole puzzano come
l'idiozia che le riempie.Potrei impoverirmi acquistando
alcune persone umane al prezzo che loro ritengono di valere,
rivendendole al prezzo che realmente valgono. Questo mondo così schifosamente umano, non ha
più anticorpi, digerisce tutto, mastica merda e ce l'ha sputa in
piccole dosi controllate e misurate a passi.
Questa follia, propinata come il miglior "modus vivendi" attraverso
una propizia e massiccia educazione di massa o
indottrinamento indotto e senza parvenza di coercizione: è peggio dell'eugenetica adottata da quella
branca della psichiatria nazista. Ma un giorno avremo pensieri telepatici
a 4096 bit, immagini visibili direttamente all'interno dei nostri
occhi e processori di memoria dove i calcoli saranno solo un ricordo del
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passato. Tra meno di 50 anni "noi" saremo per i ragazzi del futuro ciò
che oggi è il paleolitico per noi. Avremo sicuramente risolto e
perfezionato tutti i calcoli quantistici sul macro e microcosmo. Avremo nuove religioni e magari le guerre
saranno rare, la vita avrà una durata superiore e i vecchi faranno porno
con l'ultimo tipo di cazzo alla moda. Il sistema solare sarà luogo di
vacanza per ricchi, il multiverso sarà universalmente conosciuto, la
conoscenza sarà iniettata direttamente nella corteccia della
memoria interessata.Ma le risposte sui vecchi quesiti che
ci poniamo da millenni non cambieranno "mai".
Poveri umani.
Non voglio portare nulla alla ribalta nuovi o vecchi discorsi a caccia
dell'ennesima scena partorita dalla tua mente. Sarebbe toccare le corde o ascoltare il suono malato della tua
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ribellione che ha rinunciato ai suoi piani come una luna seduta su tre
stelle; un revolver con sei proiettili e nessun grilletto.
Troppi passaggi troppo ubriaca e io sono un estraneo infatuato da te con la decadenza dei fiori o il tuo
mondo di fuori. Domare la sua estinzione, afferrarla per l'esistenza respirando i marciapiedi come una dipendenza, chiamando la vita di strada: "la polpa di tutto" proprio
qui, proprio tu!La civiltà è una teoria, una griglia
per la ribellione dei singoli mentre le epoche cantano e ci inebriano con la loro ripercussione e devozione al
buio, nelle strade, nei passi degli ubriachi noi possiamo solo
deambulare.Apprendere, studiare significati; è
un asfissia rivestita di conoscenza. Nell'esistenza questo tenero panico
è così bello da chiamarsi dio.Imparare il rumore, nasconderlo
dietro la parola come un agguato,
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dietro una ricerca così silenziosa che si chiama disperazione.
Suonate i tamburi, imparate la profondità di un abisso, la caduta non sarà mai così morbida come
credete.Lo smembramento è sistematico, i
pezzi si disperderanno e anche il tuo controllo e l'ordine se ne andranno a
fare in culo. Si chiama pace?Imparate il significato, il concetto è stato depauperato del suo senso.
Sono pronto ad uccidere, le sfumature, l'illusione e la follia di
questa assurda farsa che chiamate pensiero.
Si dovrebbe pensare alla vita come un jackpot!
Una grande presa per il culo che la coscienza ci ha regalato.
Il mondo è un coltello tra due linee parallele, riunisce l'orizzonte per pugnalarmi al cuore. Poi striscia frettoloso e canticchia al cosmo
come un beethoven confuso il suo
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pezzo migliore: "vivere e morire all'istante". E' una
grande energia, un collettore a spirale intorno a questo multiverso
senza anima e senso.Il mio destino è avere un occhio per ogni atomo che starnuta o neurone
che decide un no o un sì. Sono l'essenza distinta di una nube che lascia il cielo riposare come una pietra sotto un sonno pesante.
La mia memoria ha la bobina corta. Si riavvolge e ricomincia a bruciare
la pelle con un certo calore per ricordare la prima freccia del suono,
per perforare il limbo del silenzio; per ricordare il primo e unico
oggetto che è cresciuto come ali per diventare un universo: qualcuno
potrebbe non notare il sole. Ci sono giorni in cui un uomo si vede come un alluvione di gioia, una strada in
cui correre inzuppato, con i peli tipo antenne sulla carne di un poeta
anaffettivo.Il chiosco brilla in giallo van gogh
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scarabocchia le porte scorrevoli, gli automatismi nell'arte hanno il
codice pin. Dire grazie con una bottiglia di vino
in mano, passi e lenti passi su questa pelle che tira come una
parete di pura sensazione. Il crack eterno della pioggia, una chiave nella serratura; roteare in aria come ingranaggi e colonne, immergendo il pane raffermo nel
vino. oh! questa è una lenta camera della morte, dove le ombre prestano
i loro enigmi, dove soprattutto un uomo trova la sua pace.
A volte il bicchiere mezzo pieno è un quesito gestito solo dai bisogni,
altre volte ne vorremmo un sorso; e altre ancora è solo solo un
questione idiota. In fondo nessuno ha mai osservato davvero, ne
tantomeno immaginato, il cielo oscillare, due palle azzurre
gigantesche oltre l'orizzonte, dove si fa strada la luce al crepuscolo.
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Nessuno ha mai visto un robusto rigonfiamento celeste o la sua
contrazione nella timidezza quando è esposto alle correnti fredde di una tempesta invernale. Nessuno ha mai
visto due stelle brillanti contrarsi come un cielo che eiacula fulmini e geme in un tuono. Nessuno ha mai
annusato il muschio e il sudore delle ghiandole nello sfregamento di
giorni e di notti tra le cosce delle nuvole. Nessun aereo si è mai impigliato in una ragnatela di
filamenti eterei che esistono dai primordi del firmamento. Non in
uno, non in mille anni, non in centomila anni; ma milioni e milioni
di anni.La suspense è nell'aria, sento il
tempo della vita battere, creare brani e melodie circostanziali come
ecatombe umana sui vizi dei vivi e dei morti. Questa mia dannata
mente dorme accanto a me ogni maledetta notte. Ho scordato i colori
soprattutto l'azzurro, i pezzi della
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mia gioia sono difformi e scontrandosi cadono in pause
silenziose che si dissolvono nell'aria che circonda tutti gli umani malati di
malinconia; i viventi caduti nelle melodie di una volta.
Come se un lungo sogno triste fosse svanito come una nuvola
scura spazzando via i venti caldi, mentre la cupola debole vaga nei cieli invernali profondendo i raggi vividi del sole che beava sulla città
con una promessa di gioia: il disegno di una fioritura di primavera
in arrivo.
Questo lungo sogno retrocede lentamente nel passato, porta alle emozioni tristi e cupe che avevano
conquistato la mia vita imprigionata al buio e al freddo dell'abisso. Un
dolore scaturito da una fonte sconosciuta, come piccoli fiori
bianchi che spuntano in un oceano di erba verde, le parole sono
aumentate e salite nella coscienza di
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me, provando a canticchiare la melodia della mia esistenza mentre
passeggio sul lungomare. La consapevolezza mi è balzata alla testa dal caldo splendore del sole che stava confermando una delle ipotesi più ottimistiche; la vita è
cara e piacevole. Gabbiani sospesa in aria, i cani che giocano nella
sabbia, i bambini nuovi arrivati sono liberi di scoprire il loro nuovo pianeta. Una primavera che ha
permesso alle creature terrene di vagare liberamente senza la paura
del freddo pungente dell'inverno. Le lancette dei minuti e delle ore che
hanno fatto la loro rotazione intorno a un asse senza meta godendo del
tempo libero.Una tazza di tè, una nuvola bianca soffice e il fremito dei rami degli alberi spogli erano le piacevoli
impressioni che mi hanno colpito nel profondo della percezione del
mio giorno. Come se la spaventosa follia dei doveri quotidiani fosse un
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mito dimenticato della storia antica.Spendo spesso la parte della
giornata in attività banali che sono così lontane da svuotare il mio spirito che per tutta la vita ho
cercato di arricchire con grande vigore. La spiegazione della
complessità della vita è stata ridotta alla capacità di sorseggiare del tè caldo, respirando a pieni polmoni, strofinandosi su un divano liscio
con l'ausilio del nulla all'interno del palmo delle mani.
Ho messo l'eterno ritorno di Nietzsche da parte nel cassetto
Ho ucciso la luce e il colore, avevano offuscato le immagini della
vita in un autunno caldo. Intrappolato nei piccoli confini di un
solaio di legno, dove avevo riversato tutta la sua forza
indebolendomi per una gastrite nella mia memoria. Nei momenti di
sconsolazione lo sforzo in cui mi sottopongo è uno stato di
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allucinazone mneumonica.La necessità di preservare la mia
esperienza di uomo anonimo, lacerato dalla crudeltà della
solitudine ancora inflitta alla mia implacabile attenzione nel pormi le
domande sulla vita.La tortura di scrivere le mie
riflessioni sulla vita, di rivivere il dolore e la disperazione, la paura della morte e la miseria di amori
perduti,Come se fossi ai piedi della Pharos
di Alessandria mentre facevano fuori le navi che provenivano da altre civiltà, portando con loro
ricchezze rare.Fuoco scoppiettante, il freddo nelle vene e una coperta ruvida che copre il mio vecchio corpo fragile. Gli anni
hanno spazzato via legioni di cari volti, momenti felici e sogni
sorprendenti. Ciò che resta di me è vicino ad una carcassa avvolta dal freddo dell'aria buio di una notte d'inverno. Solo una debole luce
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minaccia l'estinzione del buio, la mia memoria, anche se gravemente
martoriata dal tempo, ha mantenuto il nucleo delle sue esperienze e
dell'ultimo ticchettio dell'orologio della mia vita.
Ho sparso e profugato comunque passione attraverso la punta della
mia penna. La candela sulla scrivania guizza avanti e indietro
resistendo alla sua morte, quando un forte vento sgorga giù dal
camino. La luce della mia memoria di fronte all'estinzione è alle prese
con gli acciacchi della vecchiaia e di questa malattia mortale chiamata
vita.
Dovremmo ricercare parole eleganti come trovare sulla spiaggia ciottoli luccicanti; ripercorrendo le tappe
della sua vita, rivedere vecchi appunti e liberare le emozioni
represse. Poi trovare le parole per esprimere tutto questo. Tutto ciò che è inesprimibile. Perché, per
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quanto futile come sia registrare la fluidità della mia esperienza con la rigidità delle parole è la sola scelta
sensata. Lingua può almeno comunicare, per quanto imperfett; è la vita interiore di ogni persona che nessun occhio può vedere, nessuna
mano può toccare, la vera esperienza delle vita sentita da tutti all'interno della cupola del nostro
cranio; nessuna parola può descrivere verità: viviamo all'interno
di essa.Prima che il sole tramonti nel mare abbagliante, prima che la luce alla
fine della giornata rivelerà agli occhi umani la varietà dei colori di questo mondo: Prima che la notte stellata
scivoli in cerca di una ultimo momento di tranquillità. Un grande
corpo di acqua in movimento.Uno spettacolo caotico poco
confortante. Il disegno del sole è vicino a soddisfare l'arco distante
della parte terra, per affondare dietro la gigantesca massa di
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questo globo rotante.Quando scrivo, una forza
sconosciuta appare nel midollo delle mie ossa, una nuova vitalità che sento come apoteosi finale
sporca d'inchiostro. Il sole scivola giù come una goccia d'acqua sul
vetro di una finestra. Vorrei abbandonare la mia memoria,
pronunciare parole senza pensare in un silenzio profondo che non potrei
e non vorrei più descrivere.
io sono la mia dignità in una periferia sterminata abitata da topi e castori urlanti. Alcuni, sono colti e saccenti, gli altri hanno i loro versi; il cane fa "bau bau" il gatto fa"miao
miao"; gli uccelli cinguettano e anche le capre hanno un verso come tutti gli altri animali! Sono
capre eccellenti e belano di patria, nazione e religione. Ci propinano libri, testi o poesie come l'ultima
spiaggia per l'istruzione. Credono di sfidare la fisiologia umana e avere
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un cervello multitasking, la multiprocessualità delle emozioni che possano sbirciare dentro un
suono.Le verità sono un background di stronzate assertive degne di una pisciata sulla testa. Il loro sapere "qualcosa" non "va" oltre "qui" e
"loro".Non mi scaverò una fossa per voi, la vita è mia anche se sono "nessuno" e non credo a un cazzo delle vostre
idiozie.La memoria eidetica è un lusso e
non vi appartiene, la storia umana è per voi solo l'ennesimo vibratore che portate nel culo contenti della
vostra conoscenza."Io sono" come un fulmine su una
pietra in mezzo alla polvere che risente di una tecnicizzazione medica del vocabolo per farvi
brillare.Il sole a mezzogiorno è sempre lo stesso pazzo che parlare ad alta
voce alla sua ombra.
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La sera con l'illegalità del buio lascio le mie spoglia di piuma sulle ali di nessuno per fondersi con le
lacrime e colare come una scintilla nella mia memoria. Ore e ore ad
ascoltare lo stesso vento che ha in bocca le stesse domande che danno
ad ogni risposta la voglia di non esistere.
Non so cosa è peggio, farsi domande o sapere.
Sono all'interno di ogni posto come in un film con colpi di scena nello
stomaco. Sento il dolore e vivo cercando ragioni per astenermi da
tutto.I miei luoghi sono raccapriccianti si annidano ombre di latta, strappano tutto, ti imbrattano di sperma, sono
lettere scure, mi tormentano occupano e gridano nella mia
mente.Le domande sostituiscono tutto col
vuoto e decidono la mia vita sospirando. Fanno orge sulla mia
disperazione, sopravvivono a tutto;
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immutabili. Sono finito prigioniero; empio come un umida rovina
transitoria, la mia cassetta postale mi fa impazzire, sento suoni di tam tam e indigeni nella testa; squilla il
cellulare troppa musica, sono detenuto dentro la mia ansia: una depressione immane è il buio mi
toccano l'uccello all'ombra della mia televisione.
Ci sono stati mentali che ho avuto come macchie sulla pelle;
camminavo rasentando i muri per coprire gli specchi: che non volevo
vedere. Non volevo più essere riflesso ma solo sentire la carezza tacita del mio stesso silenzio. Si
trattava di sangue, rivoli come un fiume muto intorno l'architettura
delle mie ossa.Questo mondo è come la mia
ombra, è pallido come l'archeologia, maledetto come la felicità, una voce afona priva di concetto e tutto è così
noioso e prevedibile.
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E' una rappresentazione classica poco più di una corda al collo e uno sgabello, un orgasmo della filosofia
più bieca e la misurazione dell'universo; è una risibile raccolta
di finzioni.La metafisica del verbo è fingere, i
fondamentali sono postulati le verità sono indossate a tempo.
Questo "caos" non è una nuova lingua ai piedi nel mondo, esiste da sempre e grava su di noi come un
pianoforte obeso.Celebriamo scomparse, pensatori
maledetti o nuovi "poeti".Qui ci sono le mie labbra, morbide,
carezzevoli; saporite come un arpeggio malinconico.
Capita che a volte si rendano salate, che vengano solcate dalle sudicie
lacrime che questo occhi impongano come salassi.
Queste lacrime a volte sono fili elettrici, circuiti che ti colpiscono
come un quadro meccanico difettoso.
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Sento questo dolore come una forma verbale che allatta i desideri
all'ombra di una schiuma vocale col suo linguaggio suicida.
Questa "semantica" è così umana da fare schifo.
Sono l'apologia dell'ultimo battito, la frenesia concettuale di un
esperienza zoologica pleonastica come un cimitero; una sorta di
recrudescenza notturna per i fautori della luce e della bellezza. Non contate su di me, tutto per me è prigione ed è maledetta mente
maledetta la mia mente.Ho ucciso molte scale cromatiche, i
colori mi sono indifferenti, il mio sangue è oramai grigio, i miei
pensieri sono allineati in bianco e nero, questa vita è il rivolo di un eco
100 bpm.Alcuni cadono in piedi è come un fluido scolpito che portano tatuato
sul culo o nel cervello.Baciate le mie labbra, sono apertura all'aria, dissetano come la pioggia,
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sono un bouquet di rose di suono.Baciatele senza limiti.
Noi poeti deteniamo la parola come un dramma pesante, come una
apocalisse prossima o una miniatura epica. Noi poeti siamo a volte un viaggio storico altre una
malattia, un isola di sangue, l'asse di una luce o il rumore di una verità.La parola è un osso vitale, come la
spina dorsale di Dio.Alcuni poeti hanno il dono della parola come lacrima di eternità.A volte; solo a volte sappiamo
immergere le nostre parole nell'anima e uniformarle al tutto
come base della Vita.
La coscienza è per me, come un genitore al quale ho dovuto spesso
disobbedire. A volte il bicchiere mezzo pieno è un quesito gestito
solo dai bisogni, altre volte ne vorremmo un sorso; e altre ancora è
solo solo un questione idiota. In fondo nessuno ha mai osservato
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davvero, ne tantomeno immaginato, il cielo oscillare, due palle azzurre
gigantesche oltre l'orizzonte, dove si fa strada la luce al crepuscolo.
Nessuno ha mai visto un robusto rigonfiamento celeste o la sua
contrazione nella timidezza quando è esposto alle correnti fredde di una tempesta invernale. Nessuno ha mai
visto due stelle brillanti contrarsi come un cielo che eiacula fulmini e geme in un tuono. Nessuno ha mai
annusato il muschio e il sudore delle ghiandole nello sfregamento di
giorni e di notti tra le cosce delle nuvole. Nessun aereo si è mai impigliato in una ragnatela di
filamenti eterei che esistono dai primordi del firmamento. Non in
uno, non in mille anni, non in centomila anni; ma milioni e milioni
di anni.
La suspense è nell'aria, sento il tempo della vita battere, creare brani
e melodie circostanziali come
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ecatombe umana sui vizi dei vivi e dei morti. Questa mia dannata
mente dorme accanto a me ogni maledetta notte. Ho scordato i colori
soprattutto l'azzurro, i pezzi della mia gioia sono difformi e
scontrandosi cadono in pause silenziose che si dissolvono nell'aria che circonda tutti gli umani malati di
malinconia; i viventi caduti nelle melodie di una volta.
Come se un lungo sogno triste fosse svanito come una nuvola
scura spazzando via i venti caldi, mentre la cupola debole vaga nei cieli invernali profondendo i raggi vividi del sole che beava sulla città
con una promessa di gioia: il disegno di una fioritura di primavera
in arrivo. Le lancette dei minuti e delle ore che hanno fatto la loro rotazione intorno a un asse senza meta godendo del
tempo libero.Una tazza di tè, una nuvola bianca soffice e il fremito dei rami degli
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alberi spogli erano le piacevoli impressioni che mi hanno colpito nel profondo della percezione del
mio giorno. Come se la spaventosa follia dei doveri quotidiani fosse un mito dimenticato della storia antica.
Sono scaffalature che mi ritrovo interne alla memoria; una grande continuità densa di circolazione,
trabordante e gocciolante di ipocondriache paure come
epicentro di molteplicità che si irradiano dentro il sangue, la pelle,
gli occhi, le mani come fosse la pelliccia del mondo. Sono un
biologo delle emozioni, lavoro sui vaccini vi fotterò l'anima il corpo e brevetterò i vostri destini. Ho una WiFi nel cervello, un umana mente metempsicotica che vaga su una nave senza meta e connessione a
trasmigrazione in GPS. Mi posto, mi leggo e mi sfanculo spesso su
wwwilmiosilenzio.egoSono un santo, una macchia
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d'inchiostro una monotonia in bianco e nero: ad alta voce voi pensate: io muoio e rinasco.
Sono uno strano puntino tra un governo di linee e un mistico lapsus che si calma nel suo abisso. Vivo tra
i palazzi, mi perdo nei negozi, deambulo o cado sui marciapiedi volando sopra la mia città eterna. Sede politica nella quale si discute su come realizzare nuove riforme
laiche pitturando coscienze umane 3d o in bianco e nero.
Sono uno sciamano soggetto alla tirannia della mia stessa totalità.La perdita del controllo sulla mia
mente, è una frazione persa nell'ordine delle mie malattie mentali
invalidanti; un uomo che si piega come una foglia alla paura dell'autunno e della vita.
Un poeta sotto una pioggia torrenziale sulla sua arca fatta di
aria assoluta, una piccola pozzanghera colma di riflessioni che
si scrivono alla fine.
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Orbito in un mondo pieno della sua aura, addormentato all'interno di
una scatola da scarpe come un'allegoria per i monaci scalzi.Eccomi; batto la testa su questi
pensieri come pietre, non una, due volte, queste voci mi urlano nella
testa, cantano l'agnus dei emettendo suoni per la mia
eutanasia. Tornerò sotto forma di pioggia, forse aria o luce; un eco
tranquillo e molto lento sotto questo coperchio che è il mio soffitto. E' bellissimo, senza vestiti, la mia
nudità è aperta e gocciolante tra le gambe cambia forma al giorno e
rende alla notte bellezza sotto forma di un fallo di vetro trasparente. Vivo
sveglio o addormentato, Vedo i vostri volti, cerco i nomi come ombre nella mia memoria: topi
parassiti che rubano il mio tempo. Dottori Infermieri mi slegate? Voglio la torazzina; cazzo non
vengono mai.
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Ho ucciso la luce e il colore, avevano offuscato le immagini della
vita in un autunno caldo. Intrappolato nei piccoli confini di un
solaio di legno, dove avevo riversato tutta la sua forza
indebolendomi per una gastrite nella mia memoria. Nei momenti di
sconsolazione lo sforzo in cui mi sottopongo è uno stato di allucinazione mnemonica.
La necessità di preservare la mia esperienza di uomo anonimo, lacerato dalla crudeltà della
solitudine ancora inflitta alla mia implacabile attenzione nel pormi le
domande sulla vita. La tortura di scrivere le mie
riflessioni sulla vita, di rivivere il dolore e la disperazione, la paura della morte e la miseria di amori
perduti,Come se fossi ai piedi della Pharos
di Alessandria mentre facevano fuori le navi che provenivano da altre civiltà, portando con loro
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ricchezze rare.Fuoco scoppiettante, il freddo nelle vene e una coperta ruvida che copre il mio vecchio corpo fragile. Gli anni
hanno spazzato via legioni di cari volti, momenti felici e sogni
sorprendenti. Ciò che resta di me è vicino ad una carcassa avvolta dal freddo dell'aria buio di una notte d'inverno. Solo una debole luce
minaccia l'estinzione del buio, la mia memoria, anche se gravemente
martoriata dal tempo, ha mantenuto il nucleo delle sue esperienze e
dell'ultimo ticchettio dell'orologio della mia vita.
Ho sparso e profugato comunque passione attraverso la punta della
mia penna. La candela sulla scrivania guizza avanti e indietro
resistendo alla sua morte, quando un forte vento sgorga giù dal
camino. La luce della mia memoria di fronte all'estinzione è alle prese
con gli acciacchi della vecchiaia e di
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questa malattia mortale chiamata vita.
Dovremmo ricercare parole eleganti come trovare sulla spiaggia ciottoli luccicanti; ripercorrendo le tappe
della sua vita, rivedere vecchi appunti e liberare le emozioni
represse. Poi trovare le parole per esprimere tutto questo. Tutto ciò che è inesprimibile. Perché, per
quanto futile come sia registrare la fluidità della mia esperienza con la rigidità delle parole è la sola scelta
sensata. Lingua può almeno comunicare, per quanto imperfetta;
è la vita interiore di ogni persona che nessun occhio può vedere,
nessuna mano può toccare, la vera esperienza delle vita sentita da tutti all'interno della cupola del nostro
cranio; nessuna parola può descrivere verità: viviamo all'interno
di essa.Prima che il sole tramonti nel mare abbagliante, prima che la luce alla
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fine della giornata rivelerà agli occhi umani la varietà dei colori di questo mondo: Prima che la notte stellata
scivoli in cerca di una ultimo momento di tranquillità. Un grande
corpo di acqua in movimento. Uno spettacolo caotico poco
confortante. Il disegno del sole è vicino a soddisfare l'arco distante
della parte terra, per affondare dietro la gigantesca massa di
questo globo rotante.Quando scrivo, una forza
sconosciuta appare nel midollo delle mie ossa, una nuova vitalità che sento come apoteosi finale
sporca d'inchiostro. Il sole scivola giù come una goccia d'acqua sul
vetro di una finestra. Vorrei abbandonare la mia memoria,
pronunciare parole senza pensare in un silenzio profondo che non potrei
e non vorrei più descrivere.
Fuggo da sempre ogni conformità, tutto intorno a me plotoni di umani
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vagano solitari. Io sono caduto dal cielo come una lacrima di Dio.
Questi umani sono scimmie che camminano con macchine
prestigiose; la mia esperienza eidetica mi insegna a non dividere la mia strada con nessuno. Cerco solo
pareti lunghe come quelle dei cimiteri, terra che non sia
contaminata da agenti cancerogeni, fabbriche di falsità in scatola abbandonate a proteggere un
mistero senza senso.Il calco della mia testa pittura strisce gialle nei contorni dei vostri confini esterni come la scena del crimine. Crea mattoni su mattoni a scrutare l'infinito che mi invade e opprime
sul plesso solare.Tutte queste parole sono un mezzo
insufficiente, la vita ci cade dal collo come una collana di illuminati
fallimenti: spesso annegata nell'alcool. Ubriachi di vita ci
illuminiamo col suo combustibile, bruciare è essere e morire è un
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santuario da onorare. Ora che un piatto di zuppa mi è stato garantito forse per giorni, la mia ambizione è quella di non fare nulla, perché tutto
è inutile. Posso stare tranquillamente stare da solo nella mia alcova dell'anonimato, i miei
ideali erano illusioni emotive chiuse in un rotolo di banconote. Ho
trovato casualmente un modo per dormire e non essere versato nelle
mani avide della mia città. Ho speso tutto, tempo, emozioni, soldi e vita; mentre meticolosamente facevo il
conteggio dei giorni della mia imminenza. Ora ho una lattina di
birra molto alcolica del discount e tutto il tempo del mondo per essere o sembrare addormentato. Mi sono nascosto dentro un istante, il tempo
ha spiccato il mio mandato di cattura. La mia vita era una fotografia nelle vostre mani
impropriamente fotogeniche. Sto aspettando il silenzio per la
radiodiffusione delle ombre parlanti.
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Nei miei dubbi, compongo un brano o una suoneria per una caduta di
massa che possa guidarvi nei vostri biechi peccati.
Io; non ho peccati da rimettere a nessuno e l'astrologia è solo un
altro modo per fottervi nella coscienza. Se la terra scomparisse
di colpo, non creerebbe nessun problema a nessuno.
Anche la gravitazione se ne farebbe una ragione.
Sto mettendo in autoplay le mie decisioni in tutte le direzioni, le
lunghe liste di pseudo dottrine sono colme come la mia routine che cerca
di rispondere a una macchina che che non sa parlare e non cerca
risposte.
Un giorno comune, un capezzale, un letto un groviglio di immagini;
prelevate pure magia, dosate la mia morfina non misurate i miei sensi;
odio le mani aperte a cadere, le
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lacrime come gocce di dolore e le grida.
E' solo una disperata morte comune, tutto cade e svanisce come il fumo,
sarete un inventario delle morti annuali; un analisi nella vita di chi
resta: il buio penetrerà la luce, finirà l'energia e dopo alcuni secoli che non ci sarete; nessuno saprà che siete esistiti se non come uno dei
tanti nelle storie umane. Il fuoco non sortirà nessun effetto, farà alta la
sua voce come natura morta, aggrappatevi ora; portate le vostre
vene in tutte le direzioni del silenzio; questa conoscenza non ha senso è
solo un muro spesso come gli occhi. Un limite della comprensione
come orecchie. Ultimo atto; solo paura e carne,
teoria e finzione per un respiro in più. Il confine non esiste, neanche Dio nel firmamento, ampliate pure,
spaziate; cercate: illuminatevi. Sollevate la nebbia, abbandonate
ogni verità, ogni illusione: sono solo
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catene di facciata e peso. Abbandonate i confini del vostro
corpo, immergetevi nella profondità del vostro centro, cadete, rialzatevi;
tutto ciò che vi attende dentro il grande nulla. Io sono umano è il
verbo. Umano. Desidero un bicchiere d'acqua per sorseggiare
un bacio, labbra sconsideratamente unite, un alluvione bassa sotto le gonne, il caldo; perché è umano amare. E' una cornice vuota e
polverosa che si alza come un estro ormonale del cazzo: simbiosi
biochimica dei sessi i venti bagnano e mischiano le nubi, le palpano
delicate; un piatto unico e agognato. Non mi importa che giorno è; un
giorno da dimenticare.Conto i tuoi respiri che ho preso in preda questa eccitazione animale.
Questa è una sovratensione ideocratica, perché capisco il
mondo, gonfio come una vena che spinge e spinge i suoi contenuti in
avanti, violentemente; verso un
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nuovo tessuto steso e germinato.Uno stallo senza riposo ad ogni
angolo o curva, continua come una fiumana col sangue dei fenomeni.
Attraverso ogni mare di questo mondo fremente che si masturba schizzando sperma sulla nostra
infelicità. Non c'è pausa per l'umana mutazione.
Vedere non è un significato è l'ennesimo inganno, posso dire che
non ho capito questo sconvolgimento; queste eruzioni di
materia.Un muscolo un nervo pulso di
energia, vedo macchie nere spingo, sono invasato diffondo la notte umile nella perpetua illusione.
Sono un crepuscolo nella moltitudine tremolante dopamina o adrenalina nel sangue come coca nelle vene. Uno scontro terribile di
sensazioni. Un disastro germinante che
trabocca di oscurità: mi scopano solo per addolcire le mie tenebre.
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Questa attesa vi ucciderà, il tempo avrà un attività breve, la vita sarà per voi un mozzicone di sigaretta,
soffierà fuoco sopra le vostre guance e tutti gli organi pulseranno all'impazzata. La vostra voce avrà un odore farmaceutico, declamerà
per la pubblica e funerea attenzione; mi spiace è tardi: siete piante
giacenti. Se solo potessi trovare una parola giusta, inizierei dicendo
riposate in pace.Giù per la gola ho un grido
silenzioso, "vaffanculo" è la mia preghiera,
evaporo da questa cazzo di terra, la tua pienezza è la frantumazione, si
chiude alla ragione per dimenticare. Ho più teste che lavorano in
simultaneo, non so bene sono, ma so chi non sono. Guardo dai buchi dei miei occhi a serratura e spio le ondulazioni di gas bianco che si annidano nel mio ippocampo. A volte ho l'ispirazione del globo e
della vita, tagliando pezzi di me per
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l'interezza delle nuvole, le eclissi del sole e per la luce totale. Vedo i colori come fiumi di vernice;
descrivere un errori per mangiare anime a colazione come se fosse
pane morbido.Una sensazione di vuoto nel vuoto
piena di invisibilità e d'ironia.L'istante è come il sangue mai visto ma intimamente legato ad un taglio,
un'esplosione: uno squarcio. Il mondo è tutto rosso e senza parole come labbra senza tempo su una
bocca da baciare. Penetrare con le parole, abbandonare i colori come
equidistanza di ogni notte.Essere in te come la cosa in me
all'ombra di un pensiero, una fredda alimentazione come la mente e la materia, una catena di domini che
scatta foto istantanee dove lo spazio è pelle , corpi e lingue delimitate per
baciare l'esistenza è la memoria.L'eternità è un cacciatore e io sono stato nulla da sempre e per sempre.L'analisi delle risposte su oceani e
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risacche di silenzio in ticchettii fragorosi di tasti neri e bianchi sulla
tastiera di un pianoforte triste.Una goccia di anima rossa, una
concatenazione di venti che soffiano sulla musica del passato. Qualcosa di alto e profondo come il gesso di un artista nei suoi turbinii di colori che si addensano in un disegno.
Un nome vuoto come la mia esistenza. Fumami se vuoi, toccami
il cervello, la necrosi dei miei neuroni pensanti in una vita così
sterile di poesia che l'unica parola che mi salva è FINE. Un secondo,
ora vado, soffio sul tabacco trinciato; Fumo!
Questa vita, è la l'apoteosi della cecità, lo sponsor della solitudine di
massa col sorriso, i bacini stile ti vorrò sempre bene; quel tipo di allegria rumorosa è cacofonica
come le parole che fanno eco nella mia testa urlando. Queste parole
puzzano come l'idiozia che le riempie.
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Potrei impoverirmi acquistando alcune persone umane al prezzo che
loro ritengono di valere, rivendendole al prezzo che
realmente valgono.Questo mondo così schifosamente
umano, non ha più anticorpi, digerisce tutto, mastica merda e ce
l'ha sputa in piccole dosi controllate e misurate a passi.
Questa follia, propinata come il miglior "modus vivendi" attraverso
una propizia e massiccia educazione di massa o
indottrinamento indotto e senza parvenza di coercizione: è peggio dell'eugenetica adottata da quella
branca della psichiatria nazista. Ma un giorno avremo pensieri telepatici
a 4096 bit, immagini visibili direttamente all'interno dei nostri
occhi e processori di memoria dove i calcoli saranno solo un ricordo del passato. Tra meno di 50 anni "noi" saremo per i ragazzi del futuro ciò
che oggi è il paleolitico per noi.
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Avremo sicuramente risolto e perfezionato tutti i calcoli quantistici
sul macro e microcosmo.Avremo nuove religioni e magari le
guerre saranno rare, la vita avrà una durata superiore e i vecchi faranno porno con l'ultimo tipo di cazzo alla moda. Il sistema solare sarà luogo di vacanza per ricchi, il multiverso sarà universalmente conosciuto, la
conoscenza sarà iniettata direttamente nella corteccia della
memoria interessata.Ma le risposte sui vecchi quesiti che
ci poniamo da millenni non cambieranno "mai".
Poveri umani.
Me ne sbatto della luce alla fine del tunnel.
Troppo umani, il suicidio può apparire come l' ultimo gesto
disperato. E' comunque un efficace atto di liberazione, un percorso
ambizioso. La trasmutazione della volontà e
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della coscienza. Un'intuizione folle può convincerci che la realtà il
mondo in cui viviamo è solo una delle tante possibili creazioni; una
creazione sobria di stati meno ristretti di coscienza che potrebbe
raggiungere il suo obiettivo finale: la pace interiore. Il suicidio è poco
meno di un'altra religione.
Erano seduti sul cornicione di un palazzo, parlando della felicità, di come motiva ogni azione umana e
per l'amore della stessa; cercavano di conciliare la moralità con una
visione meccanicistica dell'universo; ovunque governato e
determinato da leggi inflessibili.Il discorso tra gli umani è andato
avanti per qualche tempo, avrebbero potuto interporre alcune espressioni
moderne per non cadere in una conversazione anacronistica e
incompleta.Questi umani mi ricordavano i primi
illuministi del 18 ° secolo.
73
- Che cosa succede se saltiamo?- Ci sarebbe una caduta
- Si ', e poi?- Chissà
- Pensi che ci sia coscienza dopo la morte?
- Quanto si può trovare di più in un sonno: ma sei ubriaco?- Dovremmo saltare?
- Cosa che ci impedisce di farlo?La paura, i nostri cari, il desiderio di
cercare nuove esperienze e memorizzarle nelle bare insaziabili
di memoria. Ma soprattutto la paura.
Se fosse possibile avere qualsiasi cosa al mondo prima di morire, che
cosa vorresti?- Un'altra vita per capirlo.
- Ti capita spesso di pensare alla morte?
- In rare occasioni speciali, come funerali e cose del genere
- Come si fa a trovare consolazione nel pensiero della morte?
La morte dissolve ogni sofferenza
74
con la stessa intensità in cui la vita ha trattenuto la felicità.
- Ho intenzione di saltare- Prendo le scale
- Fottiti!-Il senso:
Noi possiamo guardare l'universo tranquillamente, masticare la sua
cena . Il suo sguardo è imperturbabile ed i suoi pensieri
sempre questi: il nulla che esiste in tutte le forme è il nulla che deve
ancora nascere.Resistendo alla minaccia
dell'esistenza è dell'illusione inutile e faticoso tanto da farti andare in
ipertensione.Ci nascondiamo da un nemico
invisibile. Questa ribellione è una follia
controproducente. L'accettazione deve essere appresa
e praticata come la salvezza. Non abbiamo scampo, dobbiamo sacrificare una vita e diventare distratti portatori di una strana
75
sofferenza. Sono l'odiato antagonista di
qualsiasi tipo di ottimismo umano. Questa malattia che non è solo mia, ma è latente in tutti gli esseri umani
coscienti.Non so, non parlo molto, ma so
cosa sta accadendo; il mio silenzio viaggia qui e in nessun posto.
Le mie idee girano a cerchio come falene sulla luce dell'incoerenza. Troppo male, eternità interrotte,
troppe per questo spurio paradosso di vita. Siete R A G N I e io sono
"aracnofobico"!
La poesia è il mio gridosono la creazione di una visione
una catena di montaggio di dubbilo sfruttamento dell'irrilevanza
stordito sotto un ombra balbuzienteall'etimologia clinica del mio fegato ho un esistenza da bazar in prestitoquesta vostra luce è una bolletta da
pagare
76
la mia testa è un peso estraneo per un mondo superficiale
mi troverete un giornovicino alle panchine
a contare i miei sogni.Non chiedevo la luna
volevo vedere i gabbianivolare o planare,ma li vedo ora;morti in aria.
Brindare sulla vostra immensa luce, la mia coscienza fenomeno di vita strana, una bellezza dipinta sulle
orbite dei secondi, le mie idee sono errate e la democrazia è malata. I miei sogni diseredano le sintassi; non amore per i tuoi occhi spenti.
Io sono il Nostradamus dell'irrazionale, prevedo la
letteratura nel desiderio collettivo, ho una bocca discorsiva silenziosa,
una saliva di noia nella gloria di essere; un tornado di idiozia mi
investe. Le vostre voci per me sono unisono, dipingo le bandiere della
77
vostra devozione, sono un comico per utopie impossibili, uno scherzo
di filosofo in lacrime. La tristezza della pioggia cade oltre ogni felicità pagata in Euro, scendo negli angoli a pisciare per evitare polizia ed esuberanze improprie.
Convinto sempre di essere colpevole, esco ed entro ogni tipo di
sudiciume. La disperazione viene dissipata nel rumore, dimentico tutto il dolore e piango nel buio; sicuro di non essere mai stato.
La città sacra mi respira come un uomo morente, si muove con
lacrime piene di speranze, le buie lacrime del cieco, ancora e ancora
mentre la notte si avvicinava attraverso strade disastrate che mi inghiottono. I miei piedi sono nudi e
tagliati dalle pietre mentre camminavo verso la vostra terra
promessa, spingo e ancora, attraverso folle di gente e mari di
preghiere; attraverso mani intrecciate e aria soffocante, come
78
avvoltoi al muro del pianto. giro e giro cercando, ansimando;
aspettando Dio!Sono ancora lì, un avvoltoio al muro
del pianto;aspettando Dio e il suo patetico
funerale.
Scriverò un altro insignificante modo di comunicare: la poesia.
Vedo la poesia come il raggiungimento ultimo di questa esistenza, l'ultima parola, l'ultimo respiro; prima di capire che tutto questo parlare era solo un altra idiozia umana in prosa. Ora; se
volete che qualcuno vi entri nell'anima; imparate a mettervi a
pecorina.Siete sputati a testa in giù nella vita come un infezione espelle la parte peggiore di se. Siete codici binari a
coda come pensieri stolti perfettamente affini alla
consuetudine del rifiuto vomitante partorito in vita come benedizione di
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un qualcosa che di allegro non ha nulla.
Come la vostra autopsia vi dico: non affrettavi a succhiare dalla vita come
emeriti pompinari, non parlate di verità come supposte preparate al
passo col tempo. Voi; anatomopatologi sentenzianti e
professi idioti: siete umidi sotto la terra che vi copre.
Parlo a voi come si fa solo col passato vi ascoltò come un silenzio eterno che sputa sul presente. Siete
il paleolitico dei miei pensieri, magma primordiale che scarico nel
cesso come evacuazione intestinale.La realtà è che è tutto così inutile, tempo perso, tutto scade; siamo
solo il prodotto in vetrina dell'ennesimo supermercato della
vita.Torno merda perché è l'unico modo
di appartenere a questa terra, perché essere veramente liberi
richiede una mancanza di cura delle cose, vivere per vedere veramente il
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mondo con gli occhi aperti, consapevoli, svincolato da ogni
dogma, credenza, legame o dolore sentimentale: essere liberi richiede una grande capacità di fottersene di tutto e tutti: l'unico modo di essere
liberi se pur provvisori.
Io sono provvisorionessuno conti su di me
sono un onda senza risaccaun nido su un albero divelto.
Vedi il mio sorriso stanco ho il cuore di uccello spaventato
dai rami scossi dalla gente.Gli altri per me sono a volteun fastidioso suono stridulo
un andamento lento e concitato,Gesticolo e muoio spesso
come un’ala sradicata dal suo cielo naturale,
durante una vita di tempesta.Solo il vuoto esprime un peso al
volo, una frenesia d’ali o un pensiero
laterale,
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la storia di un uomo che disegnala sua fine in ronzii di suture
metalliche.Frazioni semplici, ma doloroseil sangue, le metastasi, i tratti
surreali, una muta di biancheria e le stelle assenti,
le eco metafisiche, gli squarci e poi più su,dove la luce non muore.
Accade che si rimane senza fiato;una magrezza d’occhi sempre più grandiche vive in silenzio: e nello
spazio abita.
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il profeta aveva una borsa vecchia, aveva appena finito di leggere un
libro sulla cultura di antiche divinità egizie, blaterava qualcosa sulla
fortuna gridando a squarciagola dal suo altare di cartone.
Offriva sacrifici ai desideri prima di divorarli. Il nuovo profeta con cura e sapere, dispensava necrologi sulla felicità; imballo IKEA in sacchi per cadaveri come arte liquefatta negli
acquari e nei musei. L'umanità era custodita dietro un vetro protettivo per premunirsi e
preservare questi ultimi frammenti fragili: come onorarne la fiducia e la
speranza. Il profeta parlava tristemente dell'esistenza e i rituali, forse in una parte della sua mente
aveva un bassofondo di suoni melodici; le lacrime del pifferaio magico lo facevano barcollare
indietro nei confini chiusi come i sacramenti dei suoi deliri. Aveva
una chiesa, ogni mattone era fatto da acqua e argilla. Le mura avevano
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un umano tocco architettonico, era intriso di dolore umano. Tappezzato con la carne dei vecchi, delle donne violentate e generazioni di bambini
senza futuro. La cui vita in cui erano capitati era lo stampo della
schiavitù, essiccata negli incendi e nell'avidità dei Re! Erano supini nei
loro tappeti a pregare; venivano schiacciati come vermi e si giravano
su se stessi felici di essere schiacciati di nuovo. Il profeta ora, sorseggia il tè del mattino, mentre
guardando l'alba, meditava di ricchezza e di egoismo; esalava
l'ultimo respiro.
Che il mondo stia arrivando ad una fine drammatica , non c'è dubbio.
Le abitudini insensate che occupano le nostre giornate e la
sofferenza ricorrente che colpisce i nostri cuori non è altro che il segno di un umanità esausta: una creatura moribonda . Siamo appesi ad un filo
di cristallo che si romperà non
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appena cominceremo a tremare troppo, e tutto è destinato a cadere
nel panico e la paura. Sono le incertezze che si avvicinano nel
nostro mondo certo. Il finto ordine che vediamo in questo mondo si
compie solo con i metodi più difficili.
La struttura delle nostre società , la politica e gli ideali sono infantili miraggi nauseanti come il nostro
midollo ; dallo sforzo senza speranza di creare un mondo
funzionante, germoglieranno le conseguenze più disastrose. Finché
accetteremo tranquillamente e daremo consenso alla monotonia del capitalismo, nel suo ruolo di custode dei politici, l'avidità dei
nostri sogni materiali, arriveremo a una reazione che sarà un mostro
impaziente più grande e più violento; disperato: presto
devasterà l'utopia di un un mondo sperequativo governato da pochi
"ricchi" che ridono e pisciano
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addosso al "povero"spaventato.
Abbiamo evitato molto abilmente la misteriosa circostanza di essere in carne e ossa macchine che vagano attraverso un vuoto colossale nello spazio inesplorato. Abbiamo evitato la consapevolezza , al fine di agire solo in uno schema che è cieco e
assurdo. Siamo doppiamente maledetti per animali che pensano.
Gli animali sono innocenti e non hanno peccato perché non hanno
prolungato la consapevolezza della loro situazione, possono solo agire
e rimangono nel loro vero stato.Il nostro ruolo sarebbe stato lo
stesso se la scintilla della coscienza dei dannati non sarebbe sorta in noi,
rendendoci schiavi non solo di azione ma anche di pensiero inutile.
Il problema così com'è al giorno d'oggi è che non possiamo sfuggire
alla nostra seconda funzione, né della necessità di pensare a
qualcosa che non possiamo evitare,
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ma dobbiamo tenere con "noi" come un'appendice malata .
Non appena si comincia a pensare; il mondo diventa complesso e
conflittuale. E ' troppo tardi per noi per tornare indietro alla beata ignoranza di animali e piante,
dobbiamo tenere il sigillo della nostra punizione e adempiere alla
disfatta fino in fondo.
La tensione inizia quando dobbiamo evocare tutti i nostri bit razionali che creano un momento umano e la sua
interpretazione. Memoria che ci spiega il presente ciò che abbiamo
imparato e visto in passato . Sia nella vita normale e nelle attività
intellettuali le funzioni della memoria sono come la colla che unisce pezzi del flusso fluttuante, cercando di creare una struttura
razionale e comprensibile. La memoria è un tipo di discorso,
una narrazione che dobbiamo avere a portata di mano per dare un senso
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razionale al mondo. Le frontiere della nostra mente e la sua capacità di plasmare e trasformare il mondo
esterno sono illimitate. Il 21 ° secolo ha ereditato una grande ricchezza di esperienze e di conoscenze che ha permesso a un membro qualunque della nostra specie ad accedere a qualsiasi tipo di informazione in
pochi secondi. Quello che sembrava un vantaggio nel mondo naturale è
ormai diventata un'arma onnipotente, in grado di perforare la
storia dall'inizio del tempo e raggiungere gli interni assopiti di
molecole e atomi. Questa capacità è là fuori, la viviamo giorno dopo
giorno ignorando il nostro potenziale decadiamo e
alimenteremo una nuova "anarchia" che deve ancora nascere. Eppure
questo potenziale è irraggiungibile e fuorviante perché i nostri strumenti
sono inadeguati . Non possiamo cogliere un universo
irrazionale attraverso il pensiero
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razionale di un essere umano. Questa affermazione non è priva di senso, ma è così precisa come dire che non si può contenere l'acqua
all'interno di un contenitore. Il mondo è l'acqua e il nostro intelletto
è un contenitore forato. Alcune cose non sono destinate ad essere.
Il paradosso è evidente: ci comportiamo come ciechi smidollati indifferenti ma portiamo la rabbia di
un potente intelletto dentro.Il nostro potere ci travolge, ci fa
soccombere alla sua ferocia .Ci dice che le cose non sono giuste,
ma noi non vogliamo ascoltare quella voce profetica .
Stiamo parlando del sogno di una apocalisse a venire.
Questo punto di vista non deve essere preso alla lettera. Gli esseri umani vivranno molto più a lungo,
ma il sangue e la disperazione sono la volontà del cielo sporcherà il
futuro come una grande macchia.
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Guardate l'isteria della nostra epoca. Abbiamo raggiunto la massima
tensione in questa lotta. La mente si è ribellata alla responsabilità erculea che è stata creata e nominata da se
stessa.E' una follia mantenere l'ordine in un
mondo disordinato.A questo punto, quando secoli di
illusione sono stati sfidati portandoci alla stessa
sottomissione non possiamo continuare più a vivere come ipocriti in un mondo corrotto. Esattamente
quando rinunciamo alle nostre speranze, riveliamo la fragilità del
nostro mondo, poi attraversiamo la soglia della follia.
E' già accaduto molte volte; ciclicamente.
Vale a dire, si entra in un mondo percettivo in cui le ragioni e le
regole sono abbattere con feroce spontaneità i regni del momento.Un salto deliberato nel caos, una parola che un giorno significò e
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significherà, liberazione, liberazione, realizzazione. Aver rinunciato alle
leggi artificiali ai codici, alle catene di denaro e beni, alla sterilità della ragione, al giorno in cui la libertà
sarà uno scopo; ma si rivelerà come atroce e belligerante: siamo
veramente "fottuti".Lotta e conflitto prevarranno in proporzione diretta alla nostra
avidità e la nevrosi. Solo quando avremmo cancellato gli
strati ereditari di questa pazzia potremmo tornare a un rapporto
armonico con la natura.I dolori che si avvicinano serviranno
a vivere l'ennesimo purgatorio.Una redenzione che sarà possibile
solo, ahimè; dopo l'ennesimo viaggio attraverso l'inferno. La follia è irrevocabile potente come il sole lucente, maleodorante come i rifiuti più velenosi, chiusi in 40 blocchi di
metallo.Le stringhe formano una treccia, le
trecce punteranno su di noi.
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Solitudine, sete, la macchina della povertà percorrerà Km e non potrà raggiungere nulla per trovare un
sorso di nuova felicità, di eternità, un pollice per la Divinità. Ho smesso da molto con le droghe tutte, caffè,
zucchero, Pc e Tv. Ma so che la follia è irrevocabile, una tabella con tutti i libri del genio e un cappio per
dormire! Se la mia è una allucinazione: è
vigile.Trova la sua anima gemella:
sognando ore scandagliando le origini dell'universo. Le lacrime
arrivano perché sono intrappolato tra i secoli, tra gli idioti;
raccogliendo il nulla. Piango perché follia è consumata, tutta
l'intelligenza e le determinazione umana è la sfilata infinita della
percezione di una giornata. Scambiando per 24 ore 60 minuti secondi di oblio per l'eternità che
non uccide, ma trasforma la follia e la rende una trappola senza
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speranza: dentro il miracolo dell'esistenza.
Alcuni credono di avere Intuizioni rivoluzionarie, sono sogni inevitabili che cadono nei secoli dei secoli. Ci siamo fermati all'idea che l'uomo sia
l'epicentro della terra, del nostro sistema solare, il centro
dell'universo; l'unico essere perfetto esistente del sistema
planetario. Questa umana mente crea o vomita universi come isole del pensiero.
Nel 21 °secolo, galleggiamo ancora dentro un grande vuoto riempito di
galassie, e la nostra posizione non è in alcun modo vantaggiosa.
Siamo semplicemente un formicaio nella feccia di in un enorme deserto.
Rivelazioni di questo genere cambiano la radice di tutta la nostra comprensione, dell'essere umano e della sua posizione e del senso in
questo strano universo. Questo ci porta ad una ri-
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concettualizzazione dell'uomo sul piano materiale. Ci sono altre
rivelazioni che ci costringono a rivalutare le nostre concezioni precedenti a livello cognitivo o
intellettuale. Kant credeva di aver trasformato la filosofia con lo stesso impatto in cui
la teoria di Copernico aveva rivoluzionato l'astronomia.
Tuttavia, la sua filosofia influente come lo è stata, ma non potrebbe
produrre la trasformazione radicale che il suo autore aveva previsto. In tempi più recenti Heisenberg
definito radicalmente il futuro della fisica con il suo principio di
incertezza, e la creazione di una nuova conoscenza per l'accuratezza
delle informazioni che possiamo ottenere a livello subatomico.
Cambiare il mondo attraverso le folli intuizioni continuerà ad apparire
insensato pur essendo un assioma inconfutabile di tutta la storia
dell'umanità.
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Tanto più siamo così immersi nelle nostre opinioni, più la fede
incrollabile nelle nostre convinzioni rende difficile per noi accettare,
come indigeste le nuove idee che puntano all'evoluzione della
conoscenza umana che costantemente ci spinge per
orizzonti più ampi, liberandosi da ipotesi che un tempo venivano
incoronate come verità. In realtà sono i ponteggi dei
"visionari" che permettono la crescita delle intuizioni più
profonde. Tale idea è palesata con la nostra idolatria verso la materia; sin da quando la scienza ha usurpato
quasi ogni campo del sapere proclamando che la certezza
epistemologica è possibile solo attraverso una visione oggettiva delle prove (cioè prove fisiche).
Da quando Einstein cercò di unificare l'elettromagnetismo e la
gravità vi è stata una ondata crescente di credenti in una teoria
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unificata della realtà, che a una più attenta analisi e la pretesa di
spiegare tutto l'universo, o tutto ciò che è, da meccanismi fisici.
Essa poggia su un presupposto non dimostrato che si può riassumere
così: perché siamo in grado di percepire l'universo fisico con i nostri cinque sensi e apparati
tecnici, tutto ciò che percepiamo può essere spiegato da ciò che
percepiamo. In termini più semplici. Siamo convinti che non esiste nulla di più di quello che siamo in grado di percepire o dedurre dalla nostra
percezione e anche se questo suona come il senso comune, dovremmo
attentamente riformulare tale affermazione: possiamo discutere
solo ciò che percepiamo. Ma non dovremmo scartare in
anticipo la possibilità che in questo mondo, ogni fenomeno a livello
esperienziale, può essere solo un frammento di una più vasta e
"infinita" realtà. Questo non implica
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che che una maggiore conoscenza di un universo che non possiamo
percepire dovrebbe essere una preoccupazione per la scienza e la
filosofia, ma si tratta semplicemente di un avvertimento per il nostro
progresso orgoglioso di conoscenza.
Il mio pensiero può essere riassunto nel modo seguente:
Se la nostra coscienza e intelligenza sono sorte di precedenti
esperimenti biologici, la sua persistenza in questo pianeta deve essere spiegata solo con i vantaggi
che ha dato alla nostra specie. La sua funzione è stata quella di
assicurare la nostra sopravvivenza e quella della nostra specie; ma non
come ora presumiamo: per risolvere gli enigmi dell'esistenza.
L'intelligenza non è sorta per sorvegliare tutto l'ambito di ciò che
esiste, ma solo per aiutare l'organismo nella sua sopravvivenza con l'ambiente circostante. Questo
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può essere un ostacolo insormontabile per la totale
arroganza della scienza e della filosofia, solo perché ci possono
essere dimensioni di realtà che non sono progettate per percepire, cause che possono influenzare
l'universo fisico che non è strettamente percepibile né
deducibile dai fenomeni fisici. Questa condizione potrebbe
impostare una limitazione esperienziale alla nostra
conoscenza, non come differenza del principio di indeterminazione e
senza mai occultare la verità assoluta dalla nostra portata. Ci
rivela non come possessori di fatti, ma solo come raccoglitori di
illusioni.
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La parola ha ali significanti,anche se così lontana a volte
è; l'esegetica delle mie visioni.La storia delle mie sensazioni el'interpretazione dei miei umori.
Il gusto cocente del whisky ela meta dei miei pensieri.
La parola è la cura e la malattia il taglio e le suture complesse.
Può spiegare il perché della notte,consolare il dolore nella morte,
essere gentile, loquace e contraria;ma mai lontano da quello che si
crede.La dispersione e il tracollo
sono proprietà emotive,transitorie nell'intelletto,
così umane e lontane da invecchiare di colpo;per scordare il senso:
il nome e il viaggio.
Scrivere, è qualcosa di arrapante, una sorta di misticismo autoindotto come la disperazione, illuminante
come la cecità, ogni nuova forma è
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pulita come una recrudescenza gassoso intestinale, escrementi per toccare l'anima come uno schizzo di
sperma sul viso, degradare nell'idiozia e nella deprecabilità del
motore immobile aristotelico; la nostra ultima possibilità sarà un
incontro beatificante: una brama di poesia da sexy shop. Un dildo
vibrante per compensare la solitudine, come una carezza al
vetriolo. Questo mondo puzza di numeri a caso, questa razionalità
umana è una vecchia scimmia che scrive una nuova divina commedia a
caso in un caldo e confortevole studio superaccessoriato;.e voi
siete spettatori che sorridono al loro anatomopatologo di turno!
il mio problema; è il sacro emblema dei rifiuti come granito sul cazzo
senza idea o scopo. Mi siedo con le gambe incrociate, ho l'immagine
post-proletariato o anarchico dipendente. Capelli sparati in su
come un milione di milioni di mani
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in aria per la manna. Solo che non viene mai si vede, siamo
semplicemente reliquie di un infinita verità retrospettiva e la dianoiologia
è in questo interludio o fruscio di parole. Ci sono solo momenti,
momenti improbabili, deboli; per rivisitare come fosse una gara: il
sacchetto della coscienza. Sedersi è aspettare di bruciare nel fuoco e
fondere il nulla in una cicatrice della nostra memoria.
Mi siedo invece di giacere supino, perché so che le labbra del cielo sono lì rosicchiare le anime, Io
preferisco sedermi oggi, per catturare il tuo sguardo come un disco luminoso, un chiaro di luna
sul mio viso.I piedi conservano le unghie ma i nasi sono tornati per frantumarsi
sotto la gola. Le matite schiacciano bacarozzi rendendo mosaico il suo pavimento. Ho un posto preferito in un museo, profumi greci ancora si aggrappano alla barba Epicuro, il
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marmo è ancora fresco come il cuscino dei secoli, Melpomene gira
con le triglie sulle spalle e da qualche parte ho sentito un rivolo;
come pietra l'uomo è lì ad aspettare l'ultima briciola e un po di ossa per
riposare.La mia è un indagine insipida che
crea parole e parole come montagne. Mi adagio spesso e
riposo sulla luna, il mio intelletto e i suoi versanti, sostengono la mia
morte e il terrore. Mi ripeto e piango creando fontane e zampilli di vetro tagliente; parlando sottovoce alla
mia assenza: soppianto ogni significato per estinguere ogni
consolazioneRappresento il non avere avendo,
come un occhio all'immediato crudele. Ho un vecchio tubo
catodico al posto dell'area di broca che è caduta nell'area corticale
scendendo nella gola; urla, sputa si tocca: poi scende leggera nel retto e
si addormenta
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Sono equidistante come un Messia, sincopato da frenetici colpi che
bussano ignari a me come prodigi della società.
Selvatica; irrevocabile lettura nietzscheana, blasfemia ubriaca lapidante, carni voluttuose alla
velocità di una vita, tutto è in 3D: prima del disastro. La disperazione
si veste come una pallottola in bianco e nero, gli eserciti sono
pronti per sparare ai morti, tutto è sconsolante e triste come una
galassia sola, come un pianeta ai margini.
Le abitudini sono efficaci per l'irreversibile noia, libero il caos
come un ingiuria, fumo sigarette; mentre rivelo al mondo il cancro:
divento grande e sono stanco.La filosofia è un fuoco selvaggio, una supernovae di esasperazioni, catarro endovenoso intriso dalle
nostre buffonate, da antenati confusi, dai nostri paesaggi onirici. Sono trasparente quasi metafisico,
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orbito senza pace legato da una catena spessa che pulsa, pompa, mi
tiene ancora qui. Vivo distrattamente nelle strutture futuristiche, sono in bianco e nero come la pece: mi eclisso per ogni
scopo. Ho un algoritmo come organismo,
master-slave, mi rapporto tra assenza e gravità, agisco, non ho
ordini superiori; il mio futuro è irrevocabile e appartiene alla gogna
come probabile forma di verità e assoluto.
Guardami, giro in bicicletta sotto il vuoto asfissiante e doloroso della consapevolezza, dell'esperienza
zoologia. Come un asceta a volte abbraccio stormi di dettagli mi appoggio al veleno come flusso solidificato, catena spessa è sempre tesa a questo corpo. Come un santo
ancora ancorato: all'inerzia di una piuma
il mio destino è avere un occhio per
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ogni atomo che starnuta o neurone che decide un no o un sì. Sono
l'essenza distinta di una nube che lascia il cielo riposare come una
pietra sotto un sonno pesante. La mia memoria ha la bobina corta. Si riavvolge e ricomincia a bruciare la
pelle con un certo calore per ricordare la prima freccia del suono,
per perforare il limbo del silenzio; per ricordare il primo e unico
oggettoche è cresciuto come ali per
diventare un universo: qualcuno potrebbe non notare il sole. Ci sono giorni in cui un uomo si vede come un alluvione di gioia, una strada in
cui correre inzuppato, con i peli come tipo antenne sulla carne di un
poeta anaffettivo.
Ora dovete imparare cosa vuol dire desiderare un bicchiere d'acqua per
sorseggiare un bacio; per essere così sconsiderati da avere il cuore come un cratere di gesso e tu sei
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stanco della sua cornice vuota polverosa. Non mi ricordo che cosa
o che tipo di giorno era.Pieno di sole con venti muschiati, scuro con nubi impalpabili, forsepiatto e ubriaco come uno zaffiro.Non mi importa che tipo di giorno era, una giornata da dimenticare
come tutte; del resto se non avessi cominciato a contare i respiri che ho
preso in preda alla disperazione: avrei avuto un collasso.
Ho iniziato curvarmi come un ramoscello imbecille che si piega ad
ogni pala del vento, come se una sostanza si era rotta in miliardi di
piccoli specchi sul marciapiede, e io li avrei dovuti contare e riattaccare
di nuovo in un ricordo. Chiedo scusa per la pallida luce che mi
avvolge come un profumo ingombrante per fondersi in una canzone d'ombra o anche per un singolo granello di polvere senza
cervello che atterra catastroficamente su di me per
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forare questi stampi ferrosi: voglio guardare la mia pelle come un
santo, cadere e lasciare un anima nuda e non lavata in posizione
eretta come una vecchia odalisca o puttana pagana. Non mostrare
nessuna misericordia, solo calci per uscire fuori da questo dramma
umano, lasciarla correre a piedi nudi per tornare alla sua origine
incomprensibile.Ho pensato come uno psicopatico in
silenzio, ero stato così innocente, incline a credere che il mondo fosse
un gigantesco uccello soffocante con le sue piume caleidoscopiche ma ora mi sento a casa perché la sofferenza è come un set del sole
dietro il panorama della conoscenzae anche se rinasco ogni giorno: di
notte sogno di di essere un eco sottile della mia stessa finzione.
Vedere non è una verità
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Non stallo né riposo ad ogni angolo o curva, tutto continua come una
fiumana, come il sangue dei fenomeni di questo mondo
fremente.Non c'è pausa, nessuna rottura nella
sua mutazione selvatica.Non posso dire che ho capito
questo sconvolgimento, queste eruzioni
come il muscolo che sconvolge o eccita la materia; come il nervo pulsa di energia. Ma vedo una macchia di rosso spinta, dalla
svasatura diffusione della notte verso un perpetuo "modus
credentia" illusorio, la moltitudini dei crepuscoli tremolanti come
piume o spade in questo scontro terribile di sensazioni. Questo mio
non vedere, è una rappresentazione di rigonfiamenti di fumo fluttuanti al
termine di un disastro di germinazioni, bianchezza
traboccante di oscurità; le tenebre addolciscono in un monsone e tira
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coca come miliardi di perle di luce.Questo mondo è gonfio di contenuti
e come una vena del suo sangue, spinge e spinge quasi a scoparsi da
solo.
Avevo solo bisogno di chiudere questi occhi e lasciare incustodita la
terra. In poco tempo ho finito di imballare, l'universo era nel mio
zaino.Avevo dimenticato di pensare dove
andare, mi sentivo come un lampadario opulento che sovrastava la mia testa illuminando con le sue
mille braccia tutte le distanze di questo palazzo di questa sinuosa
terra.Sapendo che ogni percorso finisce nel baratro ho pensato; prima che
divento polvere vorrei essere fango, sorseggiare vino per un poeta, un
seno di argilla, una foce accogliente; come un dio che canta.
Nessuno potrà mai negare la sua bellezza, il suo centro voluttuoso, le
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sue ramificazioni dolci o suoi contorni essenziali, nessuno potrà
mai negare la sua alleanza a ciò che è desiderabile per il bene in questa
vita,nessuno oserà mai prendere in
considerazione, per un secondo, che la sua forma decisiva era una
forma di inganno o una tendenziosa percezione. Nessuno ha mai tentato
di ridurre la sua leggenda esprimendo banalità per descrivere
o invidiarlo; Nessuno.Nessuno ha mai dubitato della primordialità, la sua esistenza,
nessuno ha messo in dubbio la sua esclusività; come unica entità o
grigiore della nostra routine, nessuno ha mai messo in
discussione il suo status di essere l'apice della natura, l'istinto palese
di qualche divinità, nessuno, nemmeno una volta, ha chiesto
perché è stato visto come l'immagine speculare dell'estasi,
infine nessuno è in grado di morire
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senza ritorno nella sua mente come concetto puro della sua realtà.OK, smetterò con i farmaci, mi
consolerò con l'apertura mentale per la lunghezza dei paesi, cercherò
l'argento come la febbre di montagna e quando tornerò a casa leggerò libri che galoppano sulle ombre ardenti; per un minuto di conoscenza. Nel giorno di vita,
attraverso il ventoin un luogo dove la storia è costruita
come un equazione matematica, perché per nascere?
Eccomi! Io esisto come quarzo all'interno dello stomaco del sole.
Molti di voi che nasceranno potranno gustare le linee, i bordi
lucenti, i flussi di luce che riflettono sulla lingua dell'idiota umanità, il cui sospiro sarà sentire perché la bocca
è così satura del suo esausto cammino.
Voi che ancora capite una luna erotica sulle acque grigie, il cui
corpo è caldo come un concetto del
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sonno.Voi che presto graffierete l'aria con
le dita selvagge. E io non so perché.Posso solo lasciare una bella dose di ambiguità, una nuova mappa per
l'inizio.Sarete chiusi in un paio di occhi che
schizzano nelle orbite tra la folla.Trascorrerete ore nei dubbi e nella
soggezione,Se potessi cucire la nuvola
meravigliosa della percezione dietro uno specchio scuro del sonno, se
potessi afferrare il ronzio delle auto; potrei accendere un bottone in
basso e riportarvi all'innocenza del primo tuono dell'universo. Questa vita è un ape del cazzo e voi lì per
succhiare il miele del senso, a svuotare tazze colme vomitate dal
sognatore di turno con i massi negli occhi per atterrare lontani nei campi
della solitudine vestita da beatitudine.
Qualche giorno dopo cosa sarà; quando la bocca si sveglia senza
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appetito e l'intero villaggio dei nostri pensieri sarà bruciato e donato
all'ennesimo Dio di turno.
Le mie sono lunghe grida unanimi e grida che escono da tutte le cellule
del mio corpo verso il cielo aperto, è in atto nella mia testa un altro Olocausto Nazista, squadristi
fascisti creano un'estasi pazza inspiegabile, il contatto tanto atteso con la paura, la perdita dei sensi e del respiro. Potete guardare il mio
tormento deperire e sparire come la realtà, elevarsi in un regno più emozionante e promettente: IL
NULLA.
E' un compito difficile, sedersi con un libro e bicchiere di vino per tutta la notte, in attesa forse della fine di tutti gli eventi. Diventare stupidi per
i concetti e dalle parole; è più saggio bere vino: sereno e
assonnatonella certezza che tutto è così privo
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di senso. Oggi, domani, la mattina dopo o tra un migliaio di anni: cosa
cambia.Stanotte, ho la testa carbonizzata
che rilascia catrame al suo passaggio sulle strade cementate
dei ricordi. Alberi di osso nero, serpenti vasta gamma; è un triste
spettacolo di pensieri che si masturbano tra loro.
Le immagini sono distorte come strade lastricate fino all'orizzonte, se
alzo gli occhi mi vedo da fuori; sfuggente senza fretta: come una galassia nel nulla. I leoni bianchi sono nel dimenticatoio, i ruscelli
salgono su a monte, il sole è freddo come "il non detto".
Osservo denti sparsi ovunque, sono inghiottito nel sangue nero; questo
è il mio cielo notturno. Tutto gira misterioso, la mia mano è un ombra
solitaria, il mio volto è la disperazione finale.
Tutto si fonde irrevocabilmente con il cuore della notte.
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La realizzazione non conta nulla, che tutto è vano, è irrilevante in
quanto non cambia nulla. Rimaniamo vivendo le stesse vite
come prima, se non per l'eccezione di un gusto neo-acquisito o per un sadismo latente che gode vedendo
l'annientamento tutto intorno.Il ragno nella mia stanza continua a girare sua tela con precisione, un
mandala meticoloso che non è una forma di arte effimera, ma
semplicemente una capacità di sopravvivenza, che è di per sé una
forma di arte effimera.
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Ho notato che l'umanità ha una innata insensibilità all'oblio.
Costruisce monumenti con fatica, come se ci saranno sempre gli
esseri umani per tutto a testimoniare le proprie lotte e
conquiste. La loro serietà è una forma di ingenuità. Nessuno incarna
questa ingenuità meglio di uno scrittore.
Non possiamo essere sicuri di un animale che agisce in serietà. Esso
può essere feroce, allertato, aggressivo, intento, perseverante e devozionale, ma la sua capacità di
passare da intensa concentrazione a pigrizia suggerisce che in realtà non
si cura del risultato delle proprie azioni. E' un orrore e fa rabbia
sentire persone sostengono che la vita è profonda e inesauribile,
mentre trascorrono metà della loro vita davanti a un computer o un TV facendo finta di vivere la vita al suo
pieno potenziale. Se il mondo è irreale e il sé è un'illusione,
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ingurgitare una bottiglia discount di whisky alle 18 di un lunedì d'agosto;
non farebbe alcun danno. D'altra parte, se il mondo è reale e il sé esiste, ingurgitare una bottiglia discount di whisky alle 18 di un
lunedì d'agosto non avrebbe fatto alcun danno comunque.
Che bisogno c'è dell'euforia di Nietzsche per la lingua, del il suo
eccesso di possibilità e di contraddizioni, per i sui racconti di cose inutili. Di che cosa abbiamo
effettivamente bisogno, di un reddito sicuro e lo stomaco pieno in questo mondo moderno? Forse una
macchina di lusso e l'ultimo comfort, di una sensazione
puramente soggettiva; ma oltre a questo? Non è forse del tutto
irrilevante a cercare di più? Così, nel contesto del 21 ° secolo, dove la vita
è solo la vita, quando si è ricchi o poveri, possessori o posseduti,
quello che è urgenza è lì per precipitare nella profondità dello
118
sconosciuto. Non è Zarathustra che diceva che
non stiamo solo vivendo (una immagine passiva del tempo che passa), ma che in realtà, mentre
viviamo lo stiamo creando?La questione rimane latente,
nascosta dentro di noi, mentre passeggiamo in un età di "comfort
zone" Ciò che deve ancora nascere.
Ore e ore poi, fisserò il soffitto; conclusione finale di significati che
non esistono. Cadrò senza significato, sti cazzi; riderò alle pareti, congelerò cuori di latta, i sogni reali che uccidono mentre tutto deambula e pende senza significato. Tornerò indietro,
scrivendo a macchina, convergendo emozioni smembrate nei ricordi,
scenderò lento nel parapendio del mio inferno o paradiso tattile;
alternerò atto e potenza come dolce analisi equosolidale: avrò nervi tesi e tristi come falli di lattice. Calmerò
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isterismi manifesti, cadrò senza significato è tutto ciò che mi è dato
di sapere.
Siamo una folla; ci guardiamo negli occhi tutti trovati nel fondo di una valle lussureggiante. La maggior
parte concentrano gli occhi a terra, in modo che ogni passo sia sicuro, ragionevole (e redditizio!). Ma tra
questa maggioranza di benpensanti ci sono alcuni visionari che si
concentrano non più solo sulla piattezza del terreno. Questi pochi stanno studiando gli alberi intorno,
guardando le stelle, descrivono colori di insetti, il monitoraggio del
movimento del vento, e le osservazioni si che svolgono sono infinitamente ignorate dalla massa
dei sonnambuli robotici.
Questa è l'importanza del poeta nell'esistenza umana, l'artista del
potenzialmente umano, il musicista della fantasia umana, il genio
120
dell'esplorazione umana. I poeti danno profondità alla vita umana,
essi rendono alla realtà una dimensione più ampia.
Quando si parla in astratto si può assumere e dettare gli effetti che la morte imprime dentro di noi. Ma per
qualcuno che è stato vicino o è caduto in quel buco nero tenebroso è pronto ad ammettere che non ci
sono principi in cui possiamo prevedere la nostra reazione a
questo incontro spaventoso. Triste o felice non so; NOI ci facciamo
prendere dal panico sotto la minaccia della morte,
Questo è un abisso di verità che ci inghiottirà tutti, al di là di chi è
saggio e folle e allo stesso modo, di chi è sano o pazzo.
Che peccato! Miliardi di esseri umani a camminano su e giù per le strade e come poveri pazzi mezzi
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mangiati dalle pere indotte di illusioni in agonia, mentre un
battaglione di batteri sta lentamente divorando le loro interiora. Li ho
guardati come se fossi un uccello che era stato colpito e non c'è altro
da fare che aspettare la mia morte; è inevitabile. L'offerta è polpa bianca
di granchio, dolce tentazione ma nessuno avrà mai un altro morso, la
sua seduzione è mutilata dalla disattenzione di ... chi? Di tutti NOI!
Penso spesso che penso troppo. Il mio IO galleggiante vive
passivamente nelle correnti morbide dell'acqua mentre io passo le mie
giornate in cerca di qualcosa di più profondo che le basse profondità
della riva. I miei parenti mi rimproverano di essere troppo lontano dagli esseri umani, Ma
trovo molte cose nel mondo umano, e anche se non appartengo ad esso
spero di poterlo visitare senza impertinenza. Vedo molto di più del
122
loro del mondo che calpesto con i piedi sulla terra. Spero che le mie
parole saranno ricevute come qualcosa di più semplice che il
parlare di un ciarlatano. Un'anatra ha molto più da dire di un semplice
ciarlatano.Non abbiate paura di svegliarmi dai
miei pensieri in trance profonde quando guardo verso il mare aperto. Lo faccio spesso perché io sono alla
ricerca di qualcosa, qualcosa che non posso ancora vedere né
definire.
Figlio di un databasesiamo un database universaleventicinque milioni di single
coppie sane ma disastrate, avvocatiblogger di psicologia cognitiva,
froci e puttane all'asta pagamento pay.
La paura ha imparato a barareci uccide con gas naturale ele dita sono addormentate.
Il cervello pensa; e tutto è codificato
123
memorizzato e riproposto come dato.
Siamo un popolo di bit figli di nessuno,strane emozioni arial
carattere 12anche i cani urineranno su tappeti virtuali.
Nuovi allattamenti a codice numerico,verità marce e atrofia di
parole scritte; la vita è 172 128 26 59 paranoia condivisa,codificata e
relazionata tra milioni su google.La letteratura è un cadavere
all'inferno, tutti i pensieri sono backup personali e ripristini,il passato è una resurrezione
impossibile.Siamo finalmente liberi bit nei server
della vita,un nuovo tipo di fossilizzazione moderna,
si bruciano o cancellano le ceneri di chiunque; la nostra vita e le
esperienze sono solo contenuto:memorizzato e proposto come stock
informatico.Vaghiamo al di là di ogni frontiera e
definizione,
124
siamo files fatti di nulla e delebili come inchiostro, un flusso di dati
scritti nei motori di ricerca Google.Rintracciabili come documenti e ricuciti con l'ignoto chiusi nelle
gabbie dell'idiozia e routine quotidiana.
Rifiuto ogni prospettiva e carriera precostituita, copiano la mia personalità e la trasformano;
"sono il figlio di nessun luogo": un creatore di ambiguità.
Esorcizzo i miei demoni della logica e mi adatto a tutto; per celebrare
questa nuova insana follia.Le mie parole dopo la musica, sono l'unico strumento; per dipingere e
colorare la vita su queste tele a perdere.
In fono siamo tutti vagabondi, liberi di vagare in uno spirito senza casa.
Astronauti nello spazio infinito dell'indecisione.
125
Tutti noi condanniamo e crocifiggiamo la razionalità e
l'esistenza stessa. Siamo sopravvissuti che camminano nella nebbia e si appassionano di tutto, in questa insensata battaglia sputando nella corrente delle conformità alla
ricerca di giustificazioni insignificanti.
La ragion d'essere è una grande cazzata, una semplice soddisfazione
che stenderà la sua ombra nella perenne presenza della frustrazione.Noi siamo gli eredi di una lotta che
ha pervaso tutta la storia. I nostri sforzi così essenziali nel campo del potenziamento umano
non dovevano finire. In queste società complesse che richiedono soluzioni sempre più assurde per curare la follia collettiva, la nostra perseveranza non deve scemare.
Anche se la maggior parte dei tentativi di guarire le ferite della
civiltà non sono riusciti nel corso della storia, lo spirito del ribelle
126
continuerà a vivere come un bambino con quella forza
insopprimibile che comanda l'esistenza umana.
Un'energia che vi chiederà di noi, di emancipare l'uomo dalle sue auto-imposte catene. La nostra voglia di vomitare sulle convenzioni umane, ideologie, e le riforme non devono
fermare la nostra ricerca di una liberazione immediata, una fonte di
illuminazione, una molla di appagamento. Stacchiamo da tutti i
confini che abbiamo per avere la possibilità di trovare un tesoro
segreto, che sia natura, bellezza, arte, fratellanza, lavoro, amore,
poesia, anche nel buio della sofferenza o la passione maniacale
di un filosofo pazzo mi trovo. Da qualche parte all'interno di me e
di tutti gli ispiratori di un nuovo modus vivendi, posso incappare in
una bella sensazione di guerra come un accordo armonico con ciò che è
più essenziale nella vita.
127
Sono la parte più essenziale di me.Questa mente mi chiede troppo ogni
giorno, deve cercare trovare perdersi e ricominciare. Sono sicuro
che con onestà e perseveranza sufficiente possiamo trovare che la necessità di base e di soddisfarla in modo insano e catastrofico come io
amo. Poi possiamo guardare il nostro
tormento deperire e sparire come la nostra realtà, elevarsi in un regno più emozionante e promettente;
IL NULLA.Lasciate che questa visione delle
cose si stabilisca in voi.Le mie sono lunghe grida unanimi e grida che escono da tutte le cellule
del mio corpo verso il cielo aperto, è in atto nella mia testa un altro
Olocausto fascista, un'estasi pazza inspiegabile, il contatto tanto atteso con la paura e la perdita dei sensi.Non abbiamo raggiunto la vertigine
spirituale di Zarathustra, la sua abbondanza di conoscenza divenne
128
stanca dalla troppa saggezza, né siamo ripartiti per così tanto dolore come Tito ha dovuto sopportare.
Non siamo troppo piccoli per essere del tutto insignificanti, né
abbastanza grandi e svegli da vivere con orgoglio tutti i giorni.
Le nostre circostanze reali sono da qualche parte tra le arti, le nostre
fatiche non sono pienamente tragiche o eroiche.
Mi sono sparato in vena tutte le contraddizioni del mondo ripetendo i giorni del calendario e sforzandomi
di trasmettere un messaggio, una morale sulle nostre storie personali
o tristi racconti di vita, quale espressione può dare senso ai fatti
della nostra esistenza? L'esempio di noi è il messaggio finale di un film universalmente
acclamato, del Forrest Gump o di Amelie. La caratteristica nello
svolgimento afferra mente-corpo dello spettatore e sincronizza la propria realtà fittizia con i nostri
129
romanzi viventi. Ma alla fine i leggendari up-and-down o eventi
della vita di Gump diventano semplicemente uno sfondo per i
momenti davvero memorabili della nostra vita, come lui li descrive per
il suo piccolo grande amore: a guardare le stelle di notte,
contemplando un tramonto, l'esecuzione delle onde di un lago cristallino e la rilevazione senza
distinzione la terra e il cielo. Quest'ultimo film fin dall'inizio
espone un amante della vita nelle sue esperienze più basilari e
semplici: portare in mano in un sacco di poco e saltare i sassi
sull'acqua.
130
131
Oltre alla eterna ricerca di amore, queste suddette esperienze
singolari e senza pretese sembrano in qualche modo giustificare magicamente le turbolenze
dell'esistenza, la nostra inevitabile mortalità e la solitudine in agguato che si nasconde nel cuore di ogni
uomo.Ma mentre Zarathustra, Tito, Forrest e Amelie si trovano tranquillamente dietro la superficie della pagina di
un libro o sullo schermo del film, ciò che è vero per il mortale essere il
culmine della sua vita. Quando troviamo il riconoscimento ultimo della nostra soddisfazione e se lo facciamo, siamo in grado di lasciarci alle spalle per sempre il
sogno di cose che abbiamo chiamato "realtà quotidiana". In altre parole, una volta che troviamo una
ragione semplice per il nostro essere, allora possiamo permettergli
di tornare al non-essere.La ricerca di un appagamento dei
132
bisogni non raggiunge gli estremi della ricerca intellettuale su Zarathustra di Nietzsche o
l'esplosività emotiva di Shakespeare Tito, forse il nostro stile di vita giornaliero sarà sufficiente. Se
dotato di sufficiente consapevolezza, riconosceremo che dietro i nostri pasti, sbornie e ore a
russare dormire sono già una bellezza intuitiva simile a quello che Forrest e Amelie sentivano nelle loro
esperienze rudimentali; queste illusioni sono a nostra disposizione.
Dopo tutto, questa vita non è la banalità del set familiare prima del
gran teatro delle stelle e le galassie? È così sorprendente che questo
mondo così com'è, è appena sufficiente per esistere, che
dobbiamo cercare di non cercare, il progresso non è oltre, non è
ottenere nulla di più che quello che abbiamo.
Oggi è l'ultimo giorno su questa terra e noi abbiamo visto e
133
partecipato alla ultima scena di questa commedia terrena, ogni ultimo sorriso si trasforma in un
segno divino, ogni ultimo pasto un rituale sacro, ogni ultima
conversazione una preziosa bibbia, ogni ultimo bacio un miracolo
innaturale. MA che STRONZATA.Potenzialmente la vita è straordinaria ogni volta
riconosciamo come raro e meraviglioso esistere senza
trascurare di morire.Sono la mia fine indecente.
Si tratta di una dichiarazione fatta a tante creature umane che vagano su questa terra, e hanno la convinzione
di tale affermazione, le opinioni sono in definitiva rispetto al nostro
background, quindi limitando la cosiddetta fede per un discorso o per dio, saremo condivisi solo da
coloro che hanno una costituzione mentale instabile, insana, insomma, quelli che condividono raramente le tendenza al bello che si drogano di
134
dubbio. Sfidare tutte le forme di conoscenza ed esperienza per poi mandarle a fare in culo è il senso.
Così, senza complicare la troppo la questione, ciò che in breve c'è da
dire è: tutto è precario se si parla di stati mentali, alcuni sono poeti e
sognatori altri semplicemente "uomini". Le scimmia si evolvono a
volte e alcune si vergognano di essersi evolute a noi. Trasmettere opinioni attraverso la goffaggine
delle vostre parole, dovreste prima di tutto essere in grado di esprimere le circostanze dalle quali è sorta la vostra opinione. Questo fornisce a
chi ascolta, prima di tutto, l'accesso alla struttura della vostra mente,
sono necessarie per comprendere la morte di ogni opinione.
Quindi, prima di giudicare troppo in fretta l'impertinenza a mio parere,
presenterò a voi il mio umile pensiero:
io vi amo perché siete tutti così prossimi deboli e indifesi. Io vi amo
135
perché avete la possibilità di prendere tutte le vostre illusioni e
farci impacchi per il culo. Io vi amo perché ho rispetto dei defunti e dei prossimi. io vi amo perché vi vedo lì vestiti bene come non fareste mai ma qualcuno lo farà per voi. Io vi
amo perché siete nati vecchi senza data e nome se non una delirante
eufonica aggregazione di consonanti che vi denotano. Io vi
amo perché anche le sillabe che uso per dirvi vi amo sono cacofoniche. Io vi amo come un ultimo respiro
perfetto. io vi amavo davvero. Io vi amavo perché avete tutti creduto
nella follia dell'amore, nella possibilità di essere compresi e
amati veramente. Io vi ho amato per la vostra carne che fremeva
all'insegna degli orgasmi agognati. Io vi amo perché le pecore sono
sempre state le mie preferite.Ho dovuto attraversare l'abisso
tenebroso che separa il comfort di una vita fondata sul non conosciuto
136
o spaventoso enigma che costituisce il vuoto totale un
ateismo immorale. Io sono ateo, posso tranquillamente affermare che non vi è alcun dio o che non
esiste una realtà soprannaturale. Il mio buonismo mi consente di
lasciare che uno spazio bianco vuoto si riempia di risposte. Sono
caduto preda della forza impetuosa del metodo scientifico, che è come un suono, come essere giorno ed
età, lo ammetto, ho ancora un po 'di cautela e vomito spesso. Ho scritto prima circa i limiti della scienza ma non mi soffermerò su di esso qui. Per finire il punto, ho un tatuaggio impresso profondamente nella mia
mente e non posso non essere scettico anche della mia stessa
capacità di spiegarmi o risolvere i misteri della vita umana.
Tutti consciamente e non cerchiamo soluzioni assurde al putridume del
sentire umano.Ho iniziato presto a dubitare di ogni
137
religione o pretesa religiosa, ho continuato ad avere una sorta di
colica intestinale per ogni religione, ho un infatuazione segreta per la
solenne profondità che le religioni trasmettono. Dopo un'adolescenza sudicia, suicida e conflittuale, ho
finalmente deglutito il verme insito nelle religioni, questa volta dal punto di vista di uno spettatore
ubriaco e come membro do questa insignificante comunità umana.
Negli ultimi anni ho avuto il grande piacere di non studiare e indagare più le religioni del mondo, avendo
scoperto che tanta saggezza che si trova nella poesia, nel simbolismo e nella narrazione del pensiero: sono
l'ennesima follia umana.E' impossibile avere fede senza
essere idioti e incompetenti.La fede è complicata da analizzare,
perché non è analizzabile. Essa è solo la riduzione o la
lobotomia del cervello.Posso affermare come tanti altri che
138
la religione non è altro che un fenomeno sociale per mantenere i membri di una comunità o società passivamente funzionante senza
ribellarsi contro il sistema. (L'oppio dei popoli, come Marx una volta
coniò). Altri punti di vista razionali
stabiliscono che la fede è solo una risposta alla paura, alla necessità
che nasce dalla paura dell'ignoto, la paura della malattia e della morte, la
paura da parte dell'uomo. l'impotenza in un mondo pieno di
forze pericolose che possono facilmente turbare l'ordine meschino
di ogni essere umano. Un altro punto di vista è che la religione è un aspetto geneticamente cablato della psiche umana, che siamo destinati a
creare sistemi religiosi a causa dell'evoluzione del nostro cervello. Altre viste stabiliscono la religione come il desiderio di tornare a una
esperienza vissuta di totalità (come quando eravamo feti o neonati,
139
quando la differenziazione tra Io e il mondo esterno non era ancora
saldamente delineata). Queste sono tutte opinioni che ho imparato da
altri, non sono state effettivamente sviluppate da me. Ciò nonostante,
tutti rimandano a possibilità sensate ... religione universale, come lo è
può avere una causa identificabile in una o tutte queste teorie. Che cosa
ho concluso? Non c'è bisogno di invalidare o
confutare le religioni, ma di essere in grado di non credere in esse. La
religione è semplicemente una questione di insufficienza mentale
per molti di noi. Per fortuna o purtroppo, abbiamo la passione
innata per presentare la religiosità del credente cieco; non siamo in grado di digerire il nettare della
spiritualità, senza alcuna traccia e giustificazione. Ecco perché per
alcuni di noi la religione è percepita con disgusto, sfiducia.
Abbiamo bisogno di argomentare
140
non respingendo argomenti razionale; siamo semplicemente in
attesa di un qualche tipo di rivelazione che ci permetta di
abbracciare completamente questa nullità chiamata "vita".
La rivelazione o giustificazione può venire in veste di razionalità o
euforia della irrazionalità, ma senza di essa, non siamo in grado di avere
nulla da dire. La fede è a priori il licenziamento della ragione.
Idiosincrasia e incapacità di credere nei precetti della trascendenza, senza l'arrivo di un segnale, una
manifestazione fisica o psicologica che può farci dire: vedo tutto chiaro
ora.Ciò che è comunemente considerato
come sentimento religioso troverà sempre espressione nel regno
umano. Anche nel nostro tempo in cui la teologia delle grandi religioni
dell'Occidente è stata ridotta a mitologia, in quanto sono stati
superati in astuzia
141
archeologicamente (ossa sono state trovate di antenati umani da quasi due milioni di anni fa, molto prima
che Adamo o Eva), antropologicamente (i temi delle
Scritture sono motivi comuni che si trovano in molte culture umane
precedenti), e cosmologici (la vista della terra come centro dell'universo
è stata sufficientemente confutata da dell'astronomia moderna), anche in questo momento un significato
letterale dei simboli del cristianesimo, ebraismo e islam non
sono più ragionevoli, ci sarà uno stimolo a svolgere il ruolo della religione nel cuore degli scettici
moderni. Anche uomini e donne che trovano l'universo assurdo, senza senso, senza Dio e senza senso
hanno una sensazione generale che la vita è troppo potente da
sopportare (espresso nella loro disperazione), e da quella
sensazione si pone la necessità di esprimere questo potere
142
schiacciante. In alcuni casi, questi uomini e donne che non trovano
significato nella loro vita producono le opere più notevoli di arte,
letteratura e musica, perché anche l'atto di esprimere la propria
delusione per il mondo si trasforma in una vita-guida e attività
terapeutica. In questa nuova età senza precedenti nel corso della
storia umana, quando tutte le guide divine autorevoli alle nostre vite
sono perse, condividiamo ancora un patrimonio comune che ha plasmato e sta plasmando la nostra vita come
una specie vivente. Con questo intendo che il processo di sviluppo dal grembo di un organismo adulto
cosciente di sé. Questa storia individuale è condivisa da tutti e le
nostre menti sono state profondamente colpite da questo
sviluppo organico che trova espressione nella nostra vita adulta
attraverso i sogni e simboli (vedi Freud e Jung). Attraverso simboli
143
che troviamo il modo più sicuro per esprimere la conoscenza non-
discorsiva del nostro subconscio, una realtà ognuno tiene dentro la propria mente. Che questi simboli
sembrano indicare una riunificazione con una totalità che
abbiamo perso. In termini biologici e psicologici questo può essere visto come la separazione del bambino
dal grembo della madre al momento della nascita e in seguito come il
bambino sviluppa la coscienza di sé nei suoi primi anni, creando
l'identità dell'io e l'esterno (non- me) mondo. Alcuni psicologi
suggeriscono (come Fromm), che questa è la causa del nostro
bisogno di amare, per ricongiungersi con la totalità beata che abbiamo vissuto da bambini.
Penso che, forse, a causa di questa esperienza comune che tutti
condividiamo come esseri umani infantili, la mitologia e la religione
nascono come un percorso per
144
trovare questo ricongiungimento con ciò che una volta apparteneva a
noi. Ora, nel corso della storia la religione è più giustamente stata
espressa nel simbolismo della poesia in quanto simboli della
estetica sono aperte a più di un modo razionale di pensare. Tutta la mente è impegnata nella cattura dei simboli, fornendo un accesso più
completo alla vita interiore dell'individuo. Forse questo è il motivo per cui la scienza viene ricevuta con freddezza da molti oggi, perché non può svolgere il
ruolo di una ricca mitologia rivolgendosi non solo ciò che è razionale nell'essere umano, ma
anche ciò che è intuitivo, emotivo e simili. Il bisogno umano di trovare l'espressione della sua esperienza
intima del cosmo non è una teoria in quanto la storia ci fornisce una prova sufficiente del fatto che
questo è stato un fatto concreto. Praticamente ogni società e di
145
civiltà che questo pianeta abbia nutrito credevano in qualche visione
mitologica dell'universo.La questione ora sta in ciò che forma avrà la nuova mitologia prendere forma? In che modo
l'uomo moderno esprimere il suo legame innegabile a questo
universo potente, in termini che sono accettati dai nostri attuali
standard intellettuali, sulla base di scetticismo, pragmatismo e
scientifica indagine.La risposta non sarà difficile da
trovare dato che condividiamo tutto con altri tempi, se non di più veemenza, la meraviglia per
l'esistenza in quanto tale, ora che la scienza sta rivelando in modo
esponenziale la portata e la profondità di questo universo e le operazioni miracolose del corpo e
della mente umana . Il compito sarà per le persone ad apprezzare questi fatti non solo in modo razionalistico
secco, ma in un rapporto più
146
coinvolgente con il mistero più profondo di tutti questi fatti stanno scoprendo. Ma mai perdere di vista
che la maggior parte del tempo è soggettivo, solo indeterminismo
all'interno di un meccanismo fatalista dell'anima, osservo anche
alla partecipazione nella logica sacrificata; muta.
Troppe e troppe lacrime pallide, metafisiche; perché viviamo tanto più raccogliamo nulla sul bordo
delle vostre sane idiozie. La nostra bocca è intrisa di vane possibilità, vorrei trovaste solo
noncuranza per tutti questi paradossi idiomatici.
Non sono dottrina di nessuno non sono dottrina di me, sono un antico
canto di speranza agognata e sputata via dal tempo. Questa
immagine riflessa di una condizione stessa immune da ogni preghiera.
Troppa immobilità si veste di movimento solo urla lacere e come
147
muti cerchiamo il centro. Di cosa? Epicentro della vita. Domande irreali
uccidono ogni barlume di cognizione. Amore, certezze,
ragione sono polvere al vento di una assurda illusione.
Il mio è un livido seguace di un discepolo bastardo pentito? No! Mi spiace. Ora vivo come un asceta in pace mi comando e vivo nei miei
passi bruciando come Enrico eretico, scrivendo come un
nevrotico-metrico; non censuro vento: rovino l'astrazione di
anestetiche dottrine insipide e permee di controcultura labile e
storia oscura. Non mitizzo nulla non invento le mie
storie, sono solo sangue di vita umana; memorie al vaglio come un
travaglio.Non sono poeta non ho meta non sono atleta sono in gran parte un
nulla che riflette di se stesso. Trovo spesso chi mi legge e
compatisce annoiato questo è matto
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ohhh l'hanno slegato. E andata a male si per colpa di chi, per colpa di
cosa senza un motivo valido,vivo sull'orlo di una crisi nervosa e la realtà' prende una forma strana.
Passi i confini più' indecenti storie da film e dannazioni risucchiato dentro a un vortice; la situazione
cede, sono al buio e vedo luce: sono stanco e cerco pace. Analizzo gli stati nei quali mi riduco, risucchio midolli come con un osso buco, troppa frenesia e troppa verità;
hanno bruciato la mia carne e canto povertà vivendo l'Al Di Là'.
Contengo polvere ma vado adagio, intraprendo vita e sono oltre ogni raggio, sono un povero pazzo che
ha coraggio; scarico tensioni e scrivo come un saggio. Mi trascuro
e vivo negativo da creativo, la situazione peggiora con gli anni, le
sfighe e le incapacità crescono addosso come capelli bianchi.
Troppi anni senza meta suono e scrivo vita, la mia storia è un
149
alfabeto A; diventa B: cresce e muore Zeta. Questo è il mio pianeta sono un lirico stonato canto storie vere e ne pago il risultato. Cerco e
do rimedi come un chimico al cospetto dei suoi preti, distruggo le mie storie e scopo Venere; la scopo fino in fondo e risorgo dalla cenere.
Va tutto bene succhia e beve il seme..... Benedetta; sono un
maestro in questa vita maledetta.Ma capita sempre che qualcuno se ne vada che bruci il suo cervello la
sua parte migliore, tra cause e cause di forza maggiore, abbandona la sua dote e disciplina spacciando a sé come necessita' che incombe. Casi al limite di storie immonde di
veleno e di anaconde; clinicamente incurabili, etica-mente
inclassificabili molto pratici a deludere se si tratta di concludere.
Questioni sudicie con strutti metrici, stanno in piedi grazie ai medici o
colpi di culo da 13. Trasparenti belli di fuori; ma completamente
150
inconsistenti. Anche questa è umana vita senti: siamo solo
frazioni e frammenti di una storia senza tempo e luogo.
Il mio è un livido seguace di un discepolo bastardo pentito no: mi spiace. Come un asceta in pace mi
comando e vivo nei miei passi e non censuro il vento. Rovino l'astrazione
come erezione oscura della vita. Sono un niente e ho vissuto da annientato, uscirne sano e stare sotto un mondo dove ho dato e
preso botte; è dura. Partorito e sputato nella vita ho
accelerato i miei processi, abbattuto muri spessi; requiem: preghiere
mute e senza risposte.Venite pure critici, stitici; sacerdoti pellegrini e nomadi, mi trasmuto nel mistico, spalanco porte al paradiso
sovrappongo il mio silenzio al baccano indifferente. Pulito come
Ponzio mi evidenzio quando medito; fa tutto così assenzio. E non mi
illudo, non sono, Nietzche e
151
neanche Cristo. Sono sterco di poeta, un'enfisema poetico tutt'al
più al ridosso.Un paradosso della storia, la
formica schiacciata; dalla rotazione vorticosa dell'universo.
Culture strane, dottrine travestite e propinate oltre il muro.
Un ultimo fuoco acceso in questo mondo spento e colorato bene.
Non ho mai ragione mi detesto nel vero mi sopprimo in ogni verità; sono l'autopsia ipnotica dei miei
pensieri. Facciamo ombra ai morti come fa
solo un abete.benvenuti poeti benvenuti..
Siete l'autopsia ipnotica dei miei pensieri.
152
Non berrò veleno chiuso in cellesono ubriaco e deambulo di vitainebriato dai miei inseguimenti
brindo all'immensità curiosala mia coscienza è un fenomeno di
vita strana una bellezza dipinta sulle orbite dei secondi.
Idee errate, democraticamente incastonate, i sogni sono diseredati e la loro sintassi è l'amore per i tuoi
occhi persi; troppo timido per raggiungere la terra.
Sono il Nostradamus dell'irrazionalein grado di prevedere la letteratura memorie di un desiderio collettivo
ho dodici mesi in bocca annegherò nella saliva di noia
poi, BANG!nella gloria di essere
uno tsunami violento che inonderàtutte le nostre voci all'unisono
ho dipinto la bandiera della devozione.
Creazione matematica dell'ecstasysono il comico di utopie impossibili
scherzi per i filosofi di lacrime.
153
Siamo un viaggio difficile come strani animali raccapriccianti che
minacciano la vostra sopravvivenza sfidando la sanità mentale. Qui non
troverete un mondo ordinario. Siamo oltre l'immaginazione delle
fantasie più sfrenate della narrativa. La corruzione delle forme è il nostro inferno latitante. Non siamo le mille
grida di disperazione provenienti dall'Inferno di Dante. Siamo un
pungiglione col veleno più mortale di qualsiasi creatura terrena. Una destinazione imprevista. Siamo sicuri di essere in grado di poter
rispondere a quella domanda, apice di tutte le ricerche umane. Non spaventatevi; non sviate dalle
correnti dell'incertezza, dal vuoto delle costellazioni attraverso le
vostre nostre notti vuote. Noi siamo ciò che resta di una spiritualità
defunta. Nietzsche disse: se uno sguardo vive a lungo in un abisso
l'abisso sarà in grado di guardare te
154
". Parliamo di baratro del non senso o di un puro vuoto dell'essere nella
nostra esistenza coltivata in provetta. Viviamo in un vuoto che ci permette di galleggiare o affondare incessantemente, Nucleo Negazioni
è la parte terrificante; o meglio: il terrore dell'ignoto. Pregate voi non avete rinunciato a tutto per niente? in quel terrore di essere solo in una
religione di meno nella chiusura della morte inciampiamo nella
liberazione aberriamo ogni speranze votandola inconsciamente agli
orrori di questa esistenza. La morte e la speranza appaiono con la
stessa maschera, sono l'interruzione della nostra gioia.
l'usurpatore della felicità, il divoratore delle esistenze
insignificanti. La morte è equa e spazzerà tutti noi
con la stessa forza, E' tardi per essere saggi, e in ogni caso non
servirebbe a nulla, lo stesso abisso ci inghiottirà tutti, saggi, idioti e allo
155
stesso modo, sani e pazzi: siamo fottuti. Esistenzialisti, ermeneuti,
fautori del pensiero, gnomi mentali decretate, e fate la vostra esistenza
su ciò che scriviamo, Razionalisti, psichiatri e psicologi detentori dell'io, fenomeni della parola, della semantica e della
logica, studiate e capirete che non c'è nulla da studiare. Tutto il sapere è nel sapere di non sapere; il resto è bla bla bla. Ecco perché amiamo più
le anatre che voi; così mediocri e umani. Non siamo un problema
sociale, non siamo l'espressione di un margine, siamo la vita che sputa
sulle vostre povere illusioni, lo specchio rotto di un sistema indotto
e prodotto, non siamo una spada nella vena, ne eroina che ha spezza
le catene. Siamo solo un cambio binario in un sistema ordinario.
Siamo nati infetti di vita mortale, e pisciamo vomitando concetti rime e
frasi per il vostro eroico funerale. Scrivete pure i vostri epitaffi
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marmorei sul granito e l'ansia che vi assale. Sarò lì; al vostro funerale. Il mondo è un coltello tra due linee parallele, riunisce l'orizzonte per pugnalarmi al cuore. Poi striscia frettoloso e canticchia al cosmo
come un Beethoven confuso il suo pezzo migliore: "vivere e morire
all'istante". E' una grande energia, un collettore a spirale intorno a
questo multiverso senza anima e senso. Tanto più si proteggeranno
tanto più saranno prigionieri.Non brulicate come gli insicuri, non
lasciatevi morire come i versi, se tutto questo è merda fate in modo di puzzare, l'orgasmo è essere; non è
schizzare. Lasciate il senso, la giustezza, le paranoie, la
pesantezza; siamo parte di un nulla nessuna certezza. Gridate nella strade pisciate sulla moralità il rispetto è sopravvalutato e non
porta a niente. La nostra non poesia "e un bel cazzo" dà fastidio ai saggi
ai poeti che si spacciano come
157
esattori del bene e della parola, ma tutto è precario se si parla di stati mentali e Nucleo Negazioni è una
denuncia, un porco dio sputato sul viso di questa cultura oramai
esanime vuota come il mondo a cui appartiene.
Siamo l'ultima frontiera artificiale nella quale si nasconde l'idiozia.
Le mie parole sono prive di valore scivolano sulla mia linguanon so né come né perché
Io sono solo un muto sonoronon so decodificare me
sono un enigma, una radice,sogno di trovarmi ogni giornonessuno vede le mie intenzioni
sono dimensioni unilateralila futilità costruisce il mio silenzio
tutto si nasconde in un pianto costante la mia separazione con l'infanzia ha leso la mia sanità
mentale così in fretta da svanire.
158
Non mi preoccupo per il benese soffro la mia indigenza farà il suo corso. Odio tutti; non è vero: a volte amo, sono me stesso per quello che
sono diventato vorrei solo che il mondo fosse diverso, la
disperazione si annida sulla mia faccia, il mio futuro è sempre nelle mani di qualcun altro, le decisioni
che prendo non sono mie;una volta pensavo che la mia mente e il cuore erano belli; ora sono solo organi nella mia testa e nel torace.Tutto quello che fanno dentro me cade a pezzi, mi tirano giù vicino
alla morte: addio.L'unica parola che conosco.
159
Nietzsche ha scritto:
"Chi combatte con i mostri deve fare attenzione per timore che in tal modo non diventi lui stesso un
mostro.Se lo sguardo punta a lungo in un abisso, sarà l'abisso a guardare
dentro di te ".
Sta parlando del baratro del non senso o forse; del vuoto della nostra
esistenza?
Quel vasto oceano aperto di vuoto in cui ci galleggiamo e affondiamo incessantemente è terrificante e
orribile. Una volta che rinunciamo a qualsiasi cosa di preciso nella nostra vita, ciò che resta, è il costante terrore dell'ignoto.
Nuotare e fare il bagno nelle acque infide della solitudine guardando in
faccia l'ombra mostruosa dell'universo, tetro e senza senso,
160
pregate voi non avete rinunciato a tutto per niente.
Quel terrore di essere solouna religione di meno,la chiusura nella morte
inciampare sulla disperazioneuna liberazione che schiaccia
speranze i benefici dell'indifferenza; intrepida: agli orrori dell'esistenza.
Quando la malinconia, la tristezza e la disperazione conquistano il nostro spirito la minaccia della
morte diventa meno intimidatoria ad un punto che a volte vediamo la
morte come un alleato. Un liberatore per la nostra sofferenza. Sul lato opposto dello spettro, quando
siamo allegri, rinvigoriti, la morte e la speranza appaiono con una
maschera diversa; si tratta di un interruzione della nostra gioia; è
l'usurpazione della nostra felicità. Lo stesso evento assume due (forse più) differenti apparenze, è relativo e
comunque a nostra disposizione.
161
La morte è inevitabile e se non le abbiamo dato alcuna
considerazione dobbiamo comunque affrontarla:
immancabilmente. Alcuni considerano, come Socrate e Platone, che la filosofia è una
preparazione alla morte e con il suo aiuto si potrebbero regolare gli
attacchi di paura e di panico che sono comunemente associati con la morte. Ad essere onesti non credo
che la filosofia sia sufficiente a vincere gli istinti del nostro
organismo fisico - qualcosa di più grande e più forte della razionalità è necessario per soggiogare le nostre
paure più radicate.
"La Morte spazzerà tutti noi con la stessa forza."
È troppo tardi per essere saggio, che in ogni caso non servirebbe a
nulla, e lo stesso abisso ci inghiottirà tutti, saggio e sciocco allo stesso modo, sano o pazzo."
162
Il pensiero e la speculazione della morte non ci può dominare
altrimenti non dovremmo mai lasciare i nostri posti letto con sgomento del mondo esterno
imprevedibile e sconosciuto. Ma bisogna abituarsi al fatto che
dobbiamo tutti un giorno lasciare questo mondo inspiegabile, i nostri beni cesseranno di appartenere a
noi, la nostra vita sarà solo un vago ricordo per quelli che erano vicino a noi. Questo è il compito più difficile della nostra vita: cedere la nostra
vita per presentarci all'ignoto.
C'è tanta tensione ed energia spesa per la difesa delle nostre cose, le
nostre opinioni i nostri ideali, i nostri amici e amanti, garantendo
loro dalle forze che li porterà lontano da noi che siamo folli e
stremati nella battaglia atta a conservare tutto ciò che è caro a
noi. Tutto questo dispendio di energia, tutto questo sforzo è il
163
nostro rifiuto di riconoscere la possibilità che le cose non sono nel nostro controllo e che queste cose
periranno certamente come periremo "noi". Questa lotta ci fa
vivere in difesa, sempre in guardia contro ciò che non ci aspettiamo,
contro la minaccia di ciò che si dissolverà delle forme di vita a cui
siamo affezionati.
Troveremo vita nel modo in cui saremo in grado di lasciar andare la
stessa.
Entriamo continuamente in incognita in una terra nella misura in
cui si lascia la carcassa del conosciuto che è sepolto nel cimitero del nostro passato.
"Il mio corpo ha rotto un vento così violento e ripugnante, che avrei
potuto svenire dal suo odore mortale!"
164
"Tutto è spazzatura perché tutto è stato documentato."
"Così ho cominciato a delirare"
Ho visto decine o centinaia di esseri umani a camminare in agonia,
mentre un battaglione di batteri lentamente gli divorava le interiora. Ho guardato come se fossi stato un uccello a cui era stato sparato; non
c'è altro da fare che aspettare la morte: inevitabile. La polpa è bianca, dolce e tenera; e non
permetterà più a nessuno di dare un altro morso, la sua seduzione è
stata mutilata dalla disattenzione.
"Le frecce sono rivolte verso il basso. L'elettrone emette luce
quando va ad su un orbita atomica inferiore, non a uno superiore.
Se paradossalmente state cercando la luce di Dio, si dovrebbe trovare qui sulla terra: non nello spazio
etereo della vostra immaginazione."
165
"Io non sto cercando la verità", sono sicuro di questo. Ha a che fare più
con una comprensione di come l'interpretazione umana della vita cambia nel corso della storia. Sto
raccogliendo pareri allo stesso modo in cui un entomologo
raccoglie i suoi coleotteri. No, lo scarabeo è più prezioso degli altri? Ma ognuno di essi esiste ed è reale come l'entomologo che li raccoglie.
"Come dare un senso alle innumerevoli interpretazioni della
vita?"
Sto diventando il mio sogno dimenticato: la mia idea non
formulata.Ci sono molti tipi di coleotteri nel
mondo. Ci sono più specie di coleotteri che di pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi messi insieme.
Come hanno fatto sorgere così diversi tipi di coleotteri?
166
La nostra epoca spiega le varietà di specie con la teoria dell'evoluzione. La teoria dell'evoluzione è stata così
popolare e di successo nello spiegare molti aspetti del nostro
mondo naturale che si è propagata in molti altri campi. Tecnologia, le
idee e lo sviluppo delle società umane possono essere spiegate
con chiarezza da un punto di vista evolutivo.
"La prospettiva evoluzionistica."Ma; Il tempo è una cagna. Non possiamo definirlo, ma tutta la nostra vita è tiranneggiata dal
ticchettio dell'orologio. Elusivo in definizione ma molto reale e
concreto nella pratica. Il tempo è un dato di fatto.
Viviamo nel tempo. Calendari e sveglie che ci legano.Ho bisogno di svegliarmi presto
domani"Sono in ritardo per il lavoro"
"Incontriamoci alle cinque in piazza"La settimana prossima è il mio
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compleanno" "Se non finisco questo in tempo, sono nei guai"
E così via ...Il tempo è molto reale. Ascoltate le vostre voci. Citiamo ogni singolo giorno. Ma ci dimentichiamo "il
tempo."Ci dimentichiamo che il tempo non è
solo secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi e anni. E 'anche decenni, secoli, millenni, mega-
annums e giga-annums. L'universo è un posto molto vecchio.
E 'stato qui a lungo prima che qualsiasi essere umano sia stato eretto. Probabilmente sarà qui a
lungo; dopo che ogni vita umana e tutte le vite umane: saranno
esaurite."La consapevolezza di questa lunga estensione del tempo è importante per capire le diverse interpretazioni
della vita."E per far sì che molti umani la smettano di rompere i
coglioni con le loro ambizioni da nani mentali.
168
L'idea è di fregarmene di sguardi e traguardi. E' il sacro emblema dei
rifiuti come granito sul cazzo senza idea o scopo. Mi siedo con le gambe
incrociate, ho l'immagine post-proletariato o anarchico dipendente.
Capelli sparati in su come un milione di milioni di mani in aria per la manna. Solo che non viene mai si vede, siamo semplicemente reliquie di un infinita verità retrospettiva e la dianoiologia è in questo interludio o
fruscio di parole. Ci sono solo momenti, momenti improbabili,
deboli; per rivisitare come fosse una gara: il sacchetto della coscienza. Sedersi è aspettare di bruciare nel
fuoco e fondere il nulla in una cicatrice della nostra memoria.
Mi siedo invece di giacere supino, perché so che le labbra del cielo sono lì rosicchiare le anime, Io
preferisco sedermi oggi, per catturare il tuo sguardo come un disco luminoso, un chiaro di luna
sul mio viso.
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I piedi conservano le unghie ma i nasi sono tornati per frantumarsi
sotto la gola. Le matite schiacciano bacarozzi rendendo mosaico il suo
pavimento.Ho un posto preferito in un museo, profumi greci ancora si aggrappano
alla barba Epicuro, il marmo è ancora fresco come il cuscino dei
secoli,Melpomene gira con le triglie sulle
spalle e da qualche parte ho sentito un rivolo; come pietra l'uomo è lì ad aspettare l'ultima briciola e un po di
ossa per riposare.
Il mondo è un coltello tra due linee parallele, riunisce l'orizzonte per pugnalarmi al cuore. Poi striscia frettoloso e canticchia al cosmo
come un beethoven confuso il suo pezzo migliore: "vivere e morire
all'istante". E' una grande energia, un collettore a spirale intorno a
questo multiverso senza anima e senso.
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Il mio destino è avere un occhio per ogni atomo che starnuta o neurone
che decide un no o un sì. Sono l'essenza distinta di una nube che lascia il cielo riposare come una
pietra sotto un sonno pesante. La mia memoria ha la bobina corta. Si riavvolge e ricomincia a bruciare la
pelle con un certo calore per ricordare la prima freccia del suono,
per perforare il limbo del silenzio; per ricordare il primo e unico
oggettoche è cresciuto come ali per
diventare un universo: qualcuno potrebbe non notare il sole.
Ci sono giorni in cui un uomo si vede come un alluvione di gioia, una strada in cui correre inzuppato, con i peli come tipo antenne sulla carne
di un poeta anaffettivo.Il chiosco brilla in giallo van gogh
scarabocchia le porte scorrevoli, gli automatismi nell'arte hanno il
codice pin. Dire grazie con una bottiglia di vino in mano, passi e
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lenti passi su questa pelle che tira come una parete di pura
sensazione. Il crack eterno della pioggia, una chiave nella serratura; roteare in aria come ingranaggi e
colonne, immergendo il pane raffermo nel vino. oh! questa è una lenta camera della morte, dove le
ombre prestano i loro enigmi, dove soprattutto un uomo trova la sua
pace.
Tu non hai più memoria di me, sei donna e hai un ippocampo ; certo
che comprendo lo sviluppo percettivo : ma io come uomo ho un
encefalo più esteso per difenderti dagli attacchi della vita. Ok; grida pure ad alta voce, urlare è arte per
una donna, avere parole con enormi braccia; ma non legarmi alla tua
totalità, non sono l'unico ad avere paura, sento i brividi di un ramoscello ombreggiato
dall'inesattezza delle nuvole.Eppure riposo nel tuo dominio, eri
172
radiosa come una candela, il principio del silenzio di una spina; un tuono sull'innocenza del buio: che sensazione guardare sotto i vertici sanno poco delle nostre ferite. Noi le abbiamo utilizzate
come veicoli, per i viaggi che hanno preso posto dietro alle emozioni,
alla passione, alla follia; come fossero il linguaggio di un nuovo
ordine.Qui nel mio viso ora sento la gravità,
la luce e le tenebre hanno trovato due occhi sfatti come una spazzola;
la memoria è divenuta solo un ritratto dei nostri movimenti: fumo alla finestra come un uccello muto.
Abbiamo scoperto le rocce e le colonne di gas; che l'anima è
soltanto un sussurro impercettibile che ha imparato a tornare senza nome ad ogni vento e ogni onda.
La ragione ha sputato l'astrazione, gli elementi della logica hanno
inghiottito il mondo; come solo la superficie di un infinito può fare.
173
Ora ci si aggrappa al miracolo come fanno i petali di orchidea per fare per il loro profumo; o al giudizio:
che goccia come una pietra. Apri la bocca, l'occhio e il tuo bouquet di dita nella follia che muove i mondi
come aure intorno alla luce di stelle che non esistono più.
La costruzione di un minuto è come una fontana che inventa una nuova
parola che finalmente possa deflorarti all'infinito.
Ho un viso ed è un seme nella manifestazione di questa musica
afona ma così profonda.Ma anche "tu" entri nell'orbita e parli
di amore: quasi fosse tutto
Sei una pietra di luce. Io sono l'osso e tu sei il cielo. Siamo terra
nascosta all'interno delle miniere di uno spazio. L'indefinibile, come un bambino pende dalle nostre spalle,
pesa sul collo. Pure resa inquieta, io temo ogni pausa, il tempo previsto; affonda sempre sinceramente. So
174
che abbiamo a cuore la negazione dei nostri tempi. Ho scavato per la
verità, attraverso emozioni che puzzano di vita. L'oro non è un significato, i diamanti non sono
certezza. Anni che sono stati sprecati, vediamo i nostri scavi, i
tagli sul corpo. Non vi è nulla. Abbiamo scavato buchi, niente di più; pozzi filosofici. Le culle della
nostra morte. Sono belle, in attesa, ovvio. La scoperta del nulla: il
giorno in cui tutto cambierà. Che cercate? Che valore? Che incontro supremo? Ora, è troppo tardi. La
morte non è la speculazione, ma la premessa. Tutti i postulati sono
inevitabilmente incompleti.Come l'amore e l'effimero.
Niente.Questa è la vendetta della mia
coscienza, ma ora sono debole, inghiottito nella mia memoria visiva, nel rombo selvaggio dei miei nuclei talamici inferiori, intriso di chimica come amigdala archivio della mia
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memoria e della mortalità poggiata a piste come coca su un tavolino.
Lotto disperatamente con la scorza dei pazzi come un malato di vita.Le mie fantasie sono un prestigio
segreto per l'eternità, colano lungo la spina dorsale con la bava che
autoproduce se stessa.Annegando nel piacere come un enorme erezione; nel dolore mi nutro ancora di sfide maggiori:
l'unico modo per dimenticare me stesso paralizzato dal mio stesso
peso.La soglia di tutte le realtà non è mai
reale.All'inizio di tutte le cose, abbiamo entusiasmo, un mondo intero da
cambiare; poi svanisce l'entusiasmo, il rapporto cede e il
mondo scompare.
La follia è solo uno dei tanti modi per accettare la realtà, la ragione è
l'unico per nasconderla.
176
Scriverò un altro insignificante modo di comunicare: la poesia.
Vedo la poesia come il raggiungimento ultimo di questa esistenza, l'ultima parola, l'ultimo respiro; prima di capire che tutto questo parlare era solo un altra
idiozia umana in prosa.
Ma vi amo perché siete tutti così prossimi deboli e indifesi. Io vi amo
perché avete la possibilità di prendere tutte le vostre illusioni e
farci impacchi per il culo. Io vi amo perché ho rispetto dei defunti e dei prossimi. io vi amo perché vi vedo lì vestiti bene come non fareste mai ma qualcuno lo farà per voi. Io vi
amo perché siete nati vecchi senza data e nome se non una delirante
eufonica aggregazione di consonanti che vi denotano. Io vi
amo perché anche le sillabe che uso per dirvi vi amo sono cacofoniche. Io vi amo come un ultimo respiro
perfetto. io vi amavo davvero. Io vi
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amavo perché avete tutti creduto nella follia dell'amore, nella
possibilità di essere compresi e amati veramente.
Io vi ho amato per la vostra carne che fremeva all'insegna degli
orgasmi agognati. Io vi amo perché le pecore sono sempre state le mie
preferite.
La luce è più veloce del suono. per questo motivo alcune persone
sembrano brillanti fino a quando non scrivono o parlano.
Tutto è così triste e aporettico come fosse "Filosofia".
Non sopporto più un cazzo, questa è la l'apoteosi della cecità, lo sponsor
della solitudine di massa col sorriso, i bacini stile ti vorrò sempre bene; quel tipo di allegria rumorosa
è cacofonica come le parole che fanno eco nella mia testa come urla.
Queste piazze puzzano come
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l'idiozia che le riempie. Potrei impoverirmi acquistando alcune
persone al prezzo che loro ritengono di valere, rivendendole al
prezzo che realmente valgono. Questa città non ha più anticorpi,
digerisce tutto, mastica merda e ce l'ha sputa in piccole dosi controllate
o misurate a passi. Questa follia, propinata come il miglior modus vivendi attraverso una propizia e massiccia educazione di massa o meglio indottrinamento indotto e senza parvenza di coercizione: è
peggio dell'eugenetica adottata da quella branca della psichiatria
nazista.Ma un giorno avremo pensieri telepatici a 4096 bit, immagini
visibili direttamente all'interno dei nostri occhi e processori di
memoria dove i calcoli saranno solo un ricordo del passato. Tra meno di
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50 anni "noi" saremo per i ragazzi del futuro ciò che oggi è il paleolitico per noi. Avremo
sicuramente risolto e perfezionato tutti i calcoli quantistici sul macro e
microcosmo. Avremo nuove religioni e magari le guerre saranno
rare, la vita avrà una durata superiore e i vecchi faranno porno
con l'ultimo tipo di cazzo alla moda. Il sistema solare sarà luogo di
vacanza per ricchi, il multi verso sarà universalmente conosciuto, la
conoscenza sarà iniettata direttamente nella corteccia della
memoria interessata. Ma le risposte sui vecchi quesiti che ci poniamo da
millenni non cambieranno "mai".
Esistenzialisti, ermeti, fautori del pensiero, gnomi mentali decretate me, fate la vostra esistenza su ciò
che scrivo, io me ne fotto. Razionalisti, psichiatri e psicologi detentori dell'io, fenomeni della parola, della semantica e della
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logica, studiate "sto cazzo", capirete che non c'è nulla da studiare. Tutto
il sapere è nel sapere di non sapere; il resto è bla bla bla.
Ecco perché amo la anatre; sono meno intelligenti ma così umane
La sensazione di sapere è sbiadita, ha congelato il cemento per il nostro ultimo viaggio, destituisco l'idiozia
con un proiettile alla nascita; ci sono troppe note negli occhi e in
una faccia con una melodia mestrua di insensatezza. Il terrore dei filosofi
è deteriorato, si sono rivolti alla poesia, alla rappresentazione del
dolore palese come pelle di coccodrillo. Un attività di indagine insipida infinita che crea parole e
parole come montagne.Io mi adagio e riposo sulla luna, il
mio intelletto e i suoi versanti, sostengono morte e terrore.
Mi ripeto e piango creando fontane e zampilli di vetro tagliente; parlando
sottovoce alla mia assenza: soppianto ogni significato per
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estinguere ogni consolazione.Rappresento il non avere avendo
come un occhio all'immediato crudele
Come un Aquila viaggerò tra le speranze e i sogni infranti, tra alture seppellite e immobili sotto macigni
giganti. Vedrò passioni inerti nel terrore dei tanti..scenderò in
picchiata puntando il mio becco contro gli idioti i falsi, funamboli e poeti sputando le loro verità sotto
l'ombra dei loro: abeti.Desidero per me, il precipizio più
alto che ci sia; perché quando deciderò di buttarmi io saprò
volare!!! perché le mie ali sono sporche di terra di vita e di
sangue..e come vulcani erutterete la vostra energia di modo che nessuno
oserà mai più tentare di spazzarvi via o forse trasformarvi in uno stock di burattini inermi, abbandonati li a marcire perciò a prevenire i vermi:
non rimanete fermi.
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Non siamo tra le auliche rime del dolce stil novo del sommo sodomita Dante, viaggiatore dei più reconditi
meandri della perversione ed oppressione clericale. Non siamo tra
i Pascoli verdi e i Foscoli neri,ne tra i bianchi Blake o i rossi di
Baudelaire. Siamo ratti che scrivono l'urlo della
sconfitta, un richiamo senza eco, rimandato al mittente; e tutto morirà
poco prima della nostra disfatta.
"in realtà le parole dopo la musica sono l'unico strumento per
dipingere e colorare la vita su tele a perdere".
Odio coloro che mi tolgono la solitudine senza farmi compagnia.
cit. (Nietzsche)
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Ho amato il fuoco, i colibrì accatastati nel tremore degli inverni, le mani, gli occhi attenti; conigli di plastica o selvatici roditori seriali. Calpestando sogni e seppellendoli
sotto terra. E' un tempo questo; un tempo giovane: dove niente è niente.
La mia preghiera è esserci quando arriverà la fine.
Questa mia coscienza è quella di una pietra, spogliata della sua roccia, inorganica, immutabile:
come fosse vita.Nel mio baratro esistenziale, ho
incontrato un uomo senza dolore, accarezzava le strade planando
come senza un domani. Era obeso di pensiero e superava in
eccesso l'ovvio senza un analisi logica; aveva una paralisi cognitiva.
Era stato allevato a credere e cantare i suoi brani, a dare avanzi alle nuvole e cene alla solitudine. La chiamava fortuna catalettica;
dava ampiezza alle sue ali interiori e
185
non misurava le cose artificiali.Allungava le braccia, le sue dita
scattavano come allarmi; egli aveva viaggiato nel profondo di sé: review,
pausa, avanti, cancella.Era ben oltre le nostre patetiche visioni; ho incontrato un uomo senza dolore; il suo sguardo
svogliato: era una freccia lanciata nell'umana indifferenza.
Parlava di questo mondo; diceva che non è un mondo ordinario.
Come essere umano non avrei mai potuto riconoscere questo mondo,
neppure nei miei sogni. Ma lui diceva: le creature che
costituiscono questo mondo sono oltre l'immaginazione delle fantasie
più sfrenate della narrativa. La corruzione delle loro forme sarebbe la vista più dolorosa, un olocausto per i nostri occhi. La sua voce mi
entrava nelle orecchie come roccia fusa lungo il canale uditivo,
Le loro peggiori urla come mille grida di disperazione provenienti
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dall'Inferno di Dante. Il pungiglione delle loro zanne più mortale di
qualsiasi creatura terrena. Le mie parole
sono prive di valore scivolano sulla mia lingua
non sò né come, né perchè.Sono solo un muto che grida
cercando di decodificare "me".Mi sento un enigma, una radice,
il codice a barre di un giornoun numero che nessuno veda.
Sono le mie dimensioni unilateralie la futilità che costruisce il mio
silenzio; dove tutto si nasconde in un pianto eufonico.
La mia separazione con l'infanzia ha lesola mia sanità mentale così in fretta da svanire in un cervello e
poche idee.Non mi preoccupo più di tanto per il bene,se soffro; la mia indigenza farà
il suo corso. Odio tutti; non è vero: a volte amo.Sono me stesso per quello che ho
scelto,
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vorrei solo che il mondo fosse diverso. La disperazione si annida sulla mia faccia, il mio futuro ora, è sempre nelle mani di qualcun altro:le decisioni che prendo non sono
parte di me.Una volta pensavo che la mente e il cuore erano belli, parlavano lingue comprensibili e meravigliose e tutte
le cellule del mio corpo li glorificavano. Ora; sono solo organi
nella mia testa e nel torace.Tutto quello che fanno dentro me cade a pezzi, parlano al contrario,
prendono a calci la mia salute,fanno sciopero nelle vene, bruciano
vocabolari. Sono il bilancio e lo spread delle mie emozioni,
Tutto dentro di me ha sposato il caos,
Una nuova lingua; più dolce:
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189
Dovetti affrontare innumerevoli pericoli per la mia incolumità,
quando fui costretto a lasciare la gioia dell'infanzia per incontrare i
pericoli della maturità che avanzava.E' una vita passata; nauseabonde
ondate di nichilismo filtrano attraverso la mia pelle lacera, troppe porte di normalità si spalancano a a me e improvvisamente non ho paura
della morte.Questa è la via di mezzo, il velo della
vita è di un tono seppia come un vocio assordante di un nulla gremito
di tanto. Sorrido.Esprimiamo gioia come l'escrezione di un veleno; il cielo deve avere solo un estremo avanti a sé. Torna sotto
le tue coperte come un atomo pensante, come un illuso; o un
pensiero fuori produzione.Non ho più bisogno di risposte è
folle cercarle: è come una caccia al tesoro per i pezzi dell'anima.
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Come il fumo, raccolgo un elisir, una sigaretta fumata tra le strade sotto il sole; ascolto musica da matti : batte
la cassa nel cemento.Sono un anatra irrazionale, indosso le piume di prete che parla delle sue atrofie mentali; dislessica-mente: un
linguaggio canonico in 4\4 dentro una cattedrale. Dimesso, debole,
modesto. Faccio ponte, improvviso onde;
porto tratti di vento all'estero come architettura madre o una poesia
grossolana: nel fango umido dell'irrazionale scrivo.
Seduto sull'argine di un canale, invento una lingua per l'effluvio,
trasporto urla nascoste; influenzo le mie dita a coppia: scivolo contro un
alone di sterpe e serpi intorno al collo.
Apro agli organi alle concatenazioni di plastica che svolazzavano
nell'inevitabili superfici dei marciapiedi.
Ora volo.
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Ho un drago nella bocca; una vocale nel mio profondo senza senso.
La mia è una memoria alla quale ho permesso di fiorire.
Ora; come fumo scompaio e lascio il suolo all'inetta terra.
Puff !!!Avrei potuto scrivere una poesia,
scavare un tunnel o qualcosa di più grande, moltiplicare le unità del
secolo ciclico, creare un segmento nella finzione, prendere in prestito la
verità come strumento di tortura e usare un sogno come ingranaggio.Inghiottire i martiri l'interno di una nuvola, coprire gli occhi dai miei occhi con polvere di ferro; avrei potuto lasciare a voi in eredità la
profezia di un pazzo. Potrei cadere in un grammo di voce, creare un abisso sopra di voi: ma non mi è
concesso fare nulla.Ore e ore poi, fisserò il soffitto;
conclusione finale di significati che non esistono. Senza significato,
riderò alle pareti, congelerò i vostri
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cuori di latta, i sogni reali che uccidono mentre tutto deambula e pende senza significato. Tornerò indietro, scrivendo a macchina,
convergendo emozioni smembrate nei ricordi, scenderò lento nel parapendio del mio inferno o
paradiso tattile; alternerò atto e potenza come dolce analisi
equosolidale: avrò nervi tesi e tristi come falli di lattice. Calmerò
isterismi manifesti. Cadrò senza significato: è tutto ciò
che mi è dato di sapere.
Diventare stupidi per i concetti e dalle parole; è più saggio bere vino: sereno e assonnato nella certezza
che tutto è così privo di senso. Oggi, domani, la mattina dopo o tra
un migliaio di anni: cosa cambia.Stanotte, ho la testa carbonizzata
che rilascia catrame al suo passaggio sulle strade cementate
dei ricordi. Alberi di osso nero, serpenti vasta gamma; è un triste
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spettacolo di pensieri che si masturbano tra loro.
Le immagini sono distorte come strade lastricate fino all'orizzonte, se
alzo gli occhi mi vedo da fuori; sfuggente senza fretta: come una galassia nel nulla. I leoni bianchi sono nel dimenticatoio, i ruscelli
salgono su a monte, il sole è freddo come "il non detto".
Osservo denti sparsi ovunque, sono inghiottito nel sangue nero; questo
è il mio cielo notturno. Tutto gira misterioso, la mia mano è un ombra
solitaria, il mio volto è la disperazione finale.
Tutto si fonde irrevocabilmente con il cuore della notte.
La realizzazione non conta nulla, che tutto è vano, è irrilevante in
quanto non cambia nulla. Rimaniamo vivendo le stesse vite
come prima, se non per l'eccezione di un gusto neo-acquisito o per un sadismo latente che gode vedendo
l'annientamento tutto intorno.
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Il ragno nella mia stanza continua a tessere la sua tela con precisione, un mandala meticoloso che non è
una forma di arte effimera, ma semplicemente una capacità di
sopravvivenza, che è di per sé una forma di arte effimera.
Ho notato che l'umanità ha una innata insensibilità all'oblio.
Costruisce monumenti con fatica, come se ci saranno sempre gli
esseri umani per tutto a testimoniare le proprie lotte e
conquiste. La loro serietà è una forma di ingenuità. Nessuno incarna
questa ingenuità meglio di uno scrittore.
Non possiamo essere sicuri di un animale che agisce in serietà. Esso
può essere feroce, allertato, aggressivo, intento, perseverante e devozionale, ma la sua capacità di
passare da intensa concentrazione a pigrizia suggerisce che in realtà non
si cura del risultato delle proprie azioni. E' un orrore e fa rabbia
195
sentire persone sostengono che la vita è profonda e inesauribile,
mentre trascorrono metà della loro vita davanti a un computer o un TV facendo finta di vivere la vita al suo
pieno potenziale. Se il mondo è irreale e il sé è un'illusione,
ingurgitare una bottiglia discount di whisky alle 18 di un Martedì
d'agosto; non farebbe alcun danno. D'altra parte, se il mondo è reale e il sé esiste, ingurgitare una bottiglia
discount di whisky alle 18 di un Martedì d'agosto non fa alcun danno
comunque. Che bisogno c'è dell'euforia di Nietzsche per la
lingua, del suo eccesso di possibilità e di contraddizioni, per i sui racconti di cose inutili. Di che
cosa abbiamo effettivamente bisogno, di un reddito sicuro e lo stomaco pieno in questo mondo
moderno? Forse una macchina di lusso e
l'ultimo comfort, di una sensazione puramente soggettiva; ma oltre a
196
questo? Non è forse del tutto irrilevante a
cercare di più? Così, nel contesto del 21 ° secolo,
dove la vita è solo la vita, quando si è ricchi o poveri, possessori o
posseduti, quello che è urgenza è lì per precipitare nella profondità dello
sconosciuto. Non è Zarathustra che diceva che
non stiamo solo vivendo (una immagine passiva del tempo che passa), ma che in realtà, mentre
viviamo lo stiamo creando?La questione rimane latente,
nascosta dentro di noi, mentre passeggiamo in un età di "comfort
zone"
Abbiamo saputo così tanto dal sapere che "il non sapere" è tanto.
Solo la volontà di vivere assolve tutti dall'assurdo di questa idiota
esistenza umana.
I miei versi scadevano ieri alle
197
dodici, ho attraversato roma per avere prezzi modici, li vendevano al dettaglio.
Ho comprato me stesso, mi sono letto dentro un cesso alla stazione, la mia gola era un utero retroflesso,
mandavo giù i punti e le virgole come fossero decessi. Non c'era
nulla in cui io credessi, ho sconfitto tutto io sono un lutto. Vestitevi di
nero colore desiderio, scavatevi una fossa che sia vostra e cercatevi un destino perché io ho già scelto il
vino.I miei terremoti sussultori richter
scala sei, sono dentro la mia testa, parlate ancora di bellezza, vita e
amore. L'unicità di versi per me è un tumore. Posso dire tutto, mi inchino
al vostro lutto; sono già passato fottutamente passato. Non parlate
del presente è già passato.Sono degradato in uno specchio c'è il mio stato, ho un indice numerico
eco-sumerico, un affezione clandestina alfabeto morse; lontano
198
faccio segni muti leggo breil, mi sconvolgo di concetti e mi illumino
d'immenso, tra treni e metropolitane; posti in piedi:
macellazioni umane vagone per vagone. Le idee, la nazionalità, mille
colori e rotte morte. La realtà è che come vada, sono uno
schiavo filogovernativo; consumo vita, profitto e d'affitto vivo.
Sono assistenza e previdenza di me. Questo è il labirinto delle
incomprensibilità, un velo nero, l'equidistanza da ogni notte. Ma questa vita, è un fenomeno di
desiderio per farci felici, inumidire clito e scaldarci tra le gambe.
Allora dormirò all'ombra dei miei pensieri, sarò la percezione del
pane,la sazietà delle emozioni
orgasmiche; contro il freddo stomaco della mente.
"Sarò" il dominio cieco della materia, una catena di unità
sessuale, nello spazio; nella pelle
199
delle grandi labbra confuse.Delimiterò i corpi, bacerò le lingue getterò via il controllo nel labirinto
di questo piacere.Se pur incomprensibile: è sul piacere che si fonda la vita.
Nessuno muore oggi per una terribile verità: ci sono troppi
antidoti ad essa. cit. (Nietzsche)
In realtà siamo solo piccoli sottoprodotti, topi urlanti, cavie da
laboratorio di un grande esperimento chiamato goldman
sachs. Numeri umani sbiaditi ma ben chiari
a codice a barre, schiavi di un potere economico che di umano non
ha più nulla. Questo totalitarismo mai registrato
nella storia ci ha degradato nei sobborghi della nostra stessa vita.
Nessuno acquista più nei centri commerciali, sono loro che
acquistano noi. Il nostro tempo è
200
merce di scambio che gli alchimisti monetizzano. Le pubblicità ci
guardano, le banche ci ignorano, gli stati sono solo una pastoia di inetti al comando di guerre con il nulla.
L'umanità è l'ennesimo circo equestre dove nessuno si esibisce e
nessuno applaude. Siamo lo stremo di un tendone
vuoto per un circo che fa spettacoli altrove. Un circo che fa spettacoli
solo per se stesso. L'effimero puzza di insopportabilità, e l'insopportabilità è la palude nella quale stiamo affogando. Mettete una
muta, comprate le maschere alla moda, imparate che la merda è solo
un odore diverso. Questo mondo puzza di numeri a caso, questa
razionalità umana è una scimmia che scrive la divina commedia a caso in un caldo e confortevole
studio iperaccessoriato.Se trovate un grattacielo degno di
voi non esitate a volare almeno una volta.
201
Ora; permettetemi di ritagliare la mia strana visione del vostro inferno,
lasciatemi elucubrare i vostri sentimenti come fossero nel marmo.
Ho uno shining interno che taglia tutte le verità nascoste,
permettetemi di costruire la vostra essenza a colonne, una nuova
cattedrale come sede di memoria, un giorno spero di ricordare l'artigiano che ha dipinto il
paesaggio della vostra anima, come l'aurora di un sogno; ma forse anche questo è già passato.
La mia indipendenza è ininfluente, ciò che resta di me è solo uno
spettro orgoglioso, tutto di me si riassume in meno di un'ora.
Vivere; è come avere dei limiti in un parco giochi e la poesia come la filosofia in realtà: è solo un buon
tipo di legno dopo la fine. Amo la storia perché è il secchio
dove abbiamo depositato la nostra spazzatura umana.
Comincio a bruciare tutto, ho la
202
biologia negli occhi e tutte le ossa interdipendenti tra loro, avevo
creduto fosse possibile pianificare e manipolare gli organi come un sistema dualistico di tempo e di
impulso. Ma l'eternità ha tre sguardi; moltiplica terremoti e taglia tutte le probabilità di vivere davvero questa
vita e non sprecarne neanche un attimo. La noia e l'idiozia hanno
l'orologio e non invecchiano mai: esautorano tutto a tal punto da
sopravvivere solo i fiorì. Pensare al tutto è inutile come
pensare al nulla. Quello che fa Dio: nulla.
Quindi il nulla è l'equivalente di pensare come un Dio equidistante.
Diffido di tutto, soprattutto delle mie certezze; amare scopare e morire:
tutto si riassume in un attimo: a voi la poesia l'arte e la filosofia.
Questo è il ronzio forte che mi fa chiamare questa circostanza vita:
oltre tutti gli abissi e senza finestre.
203
Ora; parlo alle fasce sociali sprotette a chi mi sveglia dai miei
sogni reali, alle nostre membra esauste divorate; cerco un ondata un terremoto scala richter, rapire le merde ha il suo fascino selvaggio,
penderanno a testa in giù bruceremo pelle.
Un mio capriccio è; darmi fuoco come un santo, senza giudicare
proclamare: morire è la voce finale. Altro che rumore, grida, rabbia;
processi senza senso, Debellarvi tutti è già giustizia: e sana verità.
Siamo un BooM nascosto un territorio nemico, la storia non
interrompe fanculo la "democrazia" è sinuosa come solitudine e silenzia
tutto. Ora, ballo circondando la città come un appestato, mi prendo la spiaggia
un granello non mi basta, vivo di polvere non ho doveri da assolvere, il Duce è la vostra luce sterile .Alive
per noi è un estensione, causa conosciuta come un urlo per
204
bruciare ogni nazione, la vostra cultura è barbarie che professa
ignoranza, sono .Alive orgoglioso del mio nulla a ritroso, libro la mia
ignoranza piramide beata, ci metterete il culo sopra. Non sarà un sogno un miraggio accadrà presto,
il fascino di uccidere ha il flusso sacro e dà coraggio, cercate un
ombra sotto i piedi siete nel mirino, ho rovesciato il chiaro della luna
spararvi è una fortuna. Agonia della follia chiara decisione traspira
morte, stabilizza distese più pesanti equidistanti della vita, milioni di anni di ghiacciai ere evoluzioni; vi voglio morti per non rompermi i coglioni.
Sposto l'elemento grezzo della pelle e la cultura, un raggio la spirale di un umore silenzioso e decisivo,
sovverto la mia testa e butto bombe come kamikaze, ignaro della vista
del giusto e del bambino. Esperienza zoom out stagno tutto come il cielo, andrete giù come un uccello colpito da lupara, è un eco
205
una pianta velenosa la mia rabbia esplosa, creo distanza dalle acque azzurre e immagini residue, farvi
fuori è un danno minore quello che fa schifo muore. Negli organi di
stato e di pensiero io lo voglio per davvero misurerò l'intelligenza con un bacio irrazionale, vi metterò al
riposo a grappoli di idioti. Tutte le merde devote vite vuote "VOTA" appoggiato sulla vostra
ombra, schizzerò il mio orgasmo su quello che di voi sarà ricordo,
blindatevi i portoni con gli schiavi del padrone, sono solo guardie
senza credo e religione; sono. Alive e sarò io il padrone
La mia fede è il dito medio, alzato in cielo, siamo esalazioni vapori di
morte chiuse nel granito, un frocio pervertito in sottoveste, propina
luce celeste il perdono di Dio. Merda e spine sulle teste entro in chiesa
demente, se sparo col fucile a caso non mi perdo niente.
Va tutto bene su sto cazzo di
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pianeta, disegnando croci in aria mentre al culo ciò tre dita e voi?
Come siete messi? So che la vita è strana, terra madre e madre gran
puttana. Sono un profeta e non mi inchino, continuo la mia strada
senza porti ne banchina, mi aspetto tutto sopporto tutto, mi stresso il
cazzo più dell'uragano Katrina. E tu prega! schiavo prega in ginocchio; io ti inculo; sono un missionario,
esiste una posa leggi il diario. Brama la mia trama è irriverente, ho un Dio Personal computer dentro un
personale credo.Non faccio compromessi, non rido come i fessi, registro versi e note e li sparo dove cazzo mi pare, nella rete-intercettata-sgrammaticata-senza-nome-e-data. Parlo a gesti
alfabeto morse, chi guarda s'incanta forse ma non mi curo di chi mi
ascolta come i Doors. Va tutto bene, va tutto bene sogno scheletri e
bambini morti sopra le altalene. Dio è morto invano, Dio è morto in ogni
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essere umano, Dio è morto dentro tutte le banche del vaticano.
Sono un visionario ho il morso di un pitone schiavo in catene, il
linguaggio C++_open source_unix_ascii va bene. Prega! Schiavo prega in ginocchio; esiste
una posa per prenderlo in culo leggi il diario. Vorrei vedervi morire di
peste uno sopra l'altro in fila, se ti sto sul cazzo fai la fila dietro ne ho già diecimila. Scopa e prega forte,
nessun dorma, alla mia morte, prendo forma e muoio la mia libertà
è una bara di cuoio.Tutto è così illogico distrofico un Cristo cianotico, mi segue con lo
sguardo dentro un quadro a effetto LSD. Sono un missionario spazzo
merda e la ritrovo sempre qui. Fideisti comunisti, fascisti, mafia
cristiana brama, e conta grana, non vedo se l'occhio zoommo e sgrano, non mi drogo; bevo fumo e tutto è
strano. Timorato; sono un missionario. fa comodo non sapere
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quindi dico: prega! Schiavo prega in ginocchio; Se non mi fotti tu, non ti
fotto io lo faremo insieme. senza sogni, niente soldi, niente spese:
sono un visionario e non ho nessuna fede.
Ora, editate pure, editano editano e spruzzano colori, sulle loro
copertine costose. Li comprano i loro libri ci cadi con l'occhio ai
giornalai, li trovi tra la carta igienica, nei supermercati venduti a chili e nei grill delle autostrade in primo piano. Sui scaffali delle librerie,
vendono; studiano modelli fanno censimenti e strategie, testano interesse solo marketing; sono
socialmente imbarazzanti. Vendono vendono strategie, successo
autoindotto, immagine e finzione; creati una faccia inventa una storiapaga pubblica divulga. Fanno tutto da soli i predicatori, truffano poeti o
abili scrittori. Fanno leva e fanno schifo facendo finta di apprezzarti
mentono, hanno dietrologie
209
stampate nel cervello, calcolatrici pronte nel cassetto, decifrano
linguaggi postmoderni, ubriachezza prefazione saggezza. Spacciano e spacciano vodka come metafora di
respirazione bevono poesia diventano mistici, ti parlano
buddista sei tu l'artista. Sono la "tristezza" nel mio
dizionario, bruciano poesia ti fanno vedere fiamme, scaldando
puntualmente i loro portafogli deglutiscono la tua anima: la
divorano. Sono i nuovi parassiti del pensiero, cerca noia su google; è la loro biografia. Non compilare campi nei contratti disperati prendi quella
penna e sparagliela nel culo. Abolisci la tua impotenza quello è il male peggiore, esiste nei poeti una
lealtà suprema, un non detto ma marcato nel pensiero, sono un poeta sporco vita e scrivo col sangue. Se
vuoi vendere i miei libri bello, quantifichiamo in EURO i miei versi
210
e le emozioni che mi scopano il cervello.
211
F O T T E T E V I - T U T T I
Un giorno sarete costretti ad impararmi a memoria.
E' un senso di nausea incurabilerespirarvi così spesso mi disgusta,
sciamare la polpa di caos primordiale rischio un amniocentesi
nella mia gola prolifera tutto nella mia testa errante costante o
eruttante come genesi del cazzo. Ho bisogno di una nuova
distrazione, un nuovo modo di pensare, un nuovo corpo,
sensazioni tattili e ancora; sapori e lingue nichiliste che si intrecciano: la confusione e la
palingenesi della ratio.Ho ucciso il motore immobile
Aristotelico, Dante fu preso nel culo dal suo stesso inferno, Nietzsche
parlando di forza moriva pazzonon avendo davvero mai avuto potere del suo stesso cazzo.
212
La storia è folle, gli eroi sono sopravvalutati poeti maledetti; idioti,
froci o drogati.Proclamo il lutto del pensiero,
il paradosso della ragione; Schopenhauer e Kanta marcire in prigione.
Posso inventare una mortecontaminare la vita, una nuova
accezione. Dare un aspetto ai sogni o darvi ragione, imparare bene e tutto dai vostri errori, per farli più
grandi; ma comunque migliori.
La poesia non è mai noiosa né troppo indegna della nostra
attenzione.Ogni secondo che passa ci concede i più profondi misteri in cui nessuno potrà mai essere troppo apprezzato.
Dal fruscio di fili d'erba al vento delle galassie più lontane, dal
ordinaria alla straordinaria esistenza, nella sua meraviglia e
interezza chi guarda, cerca, scruta e osserva; in qualche modo rallenta il
213
tempo post datando l'inevitabile.La consapevolezza di un poeta non
è altro che meraviglia di un bambino.
Requisito: la capacità di rimanere in silenzio e osservare con passione a ciò che è. In quel grembo di silenzio
siamo tutti destinati a diventare bambini, poeti e filosofi.
Questo universo che sarà sempre qui per stupirci
e "noi" siamo gli spettatori umili di un grande spettacolo sconosciuto.
Ognuno ha qualcosa da dire. Ognuno ha il diritto di tale parere. E ogni opinione è parte del patrimonio
che ha ereditato. L'evoluzione di tutte le forme e forme, dai capelli in
testa al vostro pensiero in verbi, sostantivi e aggettivi. Noi siamo
legati al passato più lontano, forse troppo per il futuro più lontano.
Apri le tue porte in modo che a tutti non sarà vana la tua esistenza. I
mostri giganti guardano pensierosi queste misere creature umane. Poi,
214
in obbedienza al loro dovere si accasciano e vanno via. Le porte in
Veritas sono fuori dalla umana portata
L'enigma è antico ma recitiamolo ora 'Questa cosa come ogni cosa divora tutto. Dai più lontani soli al
più vicini fiori;siate la vostra verità se pur
soggettiva ma vostra, contro questo nemico "invincibile" che io chiamo
"sconosciuto".Capita che le cose non vanno come
avremmo voluto che andassero, perché nella maggior parte delle
volte nessuno sa dove deve andare, in che parte, in quale direzione,
perché o come. Capita che la vita venga davvero presa così
seriamente, da leggere o seguire istruzioni così inadeguate a tutto
questo. Capita che i sobri professino verità sulla vita degli
altri, che gli ubriachi acuiscano le loro incertezze, che la malinconia
parli come un carnevale con tanto di
215
maschere consone al teatro di questa incomprensibilità. A voi che non siete ancora nati dico: volete
davvero partecipare a questo teatrino di burattini animati? Vivi un attimo o una vita cosa
cambia? Siamo parte di un disegno che medita eternità al cospetto dei
propri funerali. La mia riluttanza a questa vita si
riassume in due date. Il resto è amorevole fantasia umana.
Credo che l'auto-erosione dell'anima sia la più alta forma di edonismo
umano,oltre che elemento essenziale per giungerai confini più estremi della poesia. Come quando
vai con una meretrice del foro italico il cui foro carnale è a sua volta
sudicio come il bagno di un locale di via dei bottegai. Come quando
compri la prima dose a ballarò e ti trema la mano mentre fai quel do ut des tra bustarella ben confezionata e che schifo che fà. Come quando
216
lasci morire la parte più pura e infantile di te stesso in un sordo
lamento nostalgico abbracciando la ferocia modernità globale. Sono
quei momenti unici che non potrai mai spiegare ad anima viva, poiché tu sei già morto durante quel primo
atto di violenza che hai visto da piccolo tra le mura e i tuoi genitori.
Nessun critico, nessun lettore, nessuno potrà mai capire ciò che
scrivi nell'angolo sudicio di te stesso. E non mi illudo, non sono Cohelo e nemmeno Moccia, sono sterco di poeta, sei un'enfisema poetico tutt'al più. Un paradosso
della storia, la formica schiacciata dalla rotazione vorticosa
dell'universo. Non siamo nelle scalinate dei templi di madre
Grecia,ove Catullo raffinato recise col primo inchiostro il suo
eloquente cuore. Non siamo tra le auliche rime del dolce stil novo del
sommo sodomita Dante, viaggiatore dei più reconditi meandri della
217
perversione ed oppressione clericale. Non siamo tra i Pascoli
verdi e i Foscoli neri,ne tra i bianchi Blake o i rossi di Baudelaire. Siamo
ratti che scrivono l'urlo della sconfitta,un richiamo senza eco,
rimandato al mittente,morirà poco prima della nostra disfatta.
NOISiamo spesso una dispotica
emissione di euforica felicità e dolore, il terremoto emotivo e
psicotico vola, balla e risuona nelle nostre sonore risate, nei nostri singhiozzi disperati, battendo la
testa come un cieco sulle colonne dietro le tende della nostra
percezione. Ci sono pezzi di me che ho
dimenticato, ho dimenticato di me stesso le cicatrici annerite, ho
dimenticato un piede in spiaggia durante un viaggio con la
mescalina.
218
Questa droga che mi fissava come fossi una sua recente creazione, tutte le parole erano canti o lodi,
altamente articolati come il bagno che facevamo inermi nelle fonti
scivolose e intrise di liquido seminale. Verniciavamo poesia a
pennellate ripetendo versi e prose senza cognizione e causa. Ora; tutti i viaggi sono finiti, le mie interazioni neuronali fanno baratti di ricordi tra loro, è pesante vivere controvento, fare lotte emotive, risolvere conflitti interiori, per esistere ancora 24 ore.
Passo serate incurante dei miei sogni falliti in gioventù. Vivo i miei
ghigni dietro una maschera di ferro, questa gioia è fossilizzata sulla mia faccia; ho messo le catene al dolore
attendo un destino amaro come il sapore dell'eroina dopo che ti è
entrata in vena.Questa è una libertà ben al di là
dell'arte, è un'attività senza ideale che io pretendo di vivere, sapere,
assaporare.
219
Un giorno la mia mano che scrive si trasformerà in roccia, la roccia si trasformerà in sabbia e la sabbia
prolasserà nel nullaTutto sarà silenzioso senza sguardi o vestigia; solo un passato vacuo.Questa fretta è un gioco d'azzardo,
inganna tutto con il desiderio; questo è l'assemblaggio accurato del mio oblio. Saldo i sogni con lo stagno e il piombo e affogo i miei
desideri in vasche d'acciaio.Ho praticato amniocentesi del mio
passato così tante volte da non conoscerlo più. Ho visto questo
mondo come la filatura di un'idea, eppure non sono mai diventato
Schopenhauer. Non ho mai visto una buono, cattivo o male, era
semplicemente il fascino dell'esistenza che vedevo come
mistero, un gioco senza parole che più lo guardavo e più diventava un
sogno. Era tutto così vago da diventare vano.
Sono così lontano ora, tutto ha un
220
gusto di whisky o di birra amara in bocca; io lo chiamo il sorso delle
possibilità. Ok; nonchalance.Una volta le parole per me avevano ali significanti. Ora tutta la storia è
nelle mie sensazioni. Bisognerebbe porre fine a questa notte, cercare la consolazione nella morte, lei; deve essere gentile: ti fa dormire. Non ti
fa più sentire. Bisogna essere lontani da quello che si crede,
cercare una dispersione prismatica, vivere e diventare di nuovo transitori: così come siamo.così lontani da tutto da far
invecchiare questo viaggio: e scordare il nostro nome.
Siamo una folla; ci guardiamo negli occhi tutti trovati nel fondo di una
valle lussureggiante. La maggior parte concentrano gli occhi a terra, in modo che ogni passo sia sicuro, ragionevole (e
redditizio!). Ma tra questa maggioranza di benpensanti ci sono
221
alcuni visionari che si concentrano non più solo sulla piattezza del
terreno. Questi pochi stanno studiando gli alberi intorno,
guardando le stelle, descrivono colori di insetti, il monitoraggio del
movimento del vento, e le osservazioni si che svolgono sono infinitamente ignorate dalla massa
dei sonnambuli robotici. Questa è l'importanza del poeta
nell'esistenza umana, l'artista del potenzialmente umano, il musicista
della fantasia umana, il genio dell'esplorazione umana. I poeti
danno profondità alla vita umana, essi rendono alla realtà una
dimensione più ampia. Quando si parla in astratto si può assumere e
dettare gli effetti che la morte imprime dentro di noi. Ma per
qualcuno che è stato vicino o è caduto in quel buco nero tenebroso è pronto ad ammettere che non ci
sono principi in cui possiamo prevedere la nostra reazione a
222
questo incontro spaventoso. Triste o felice non so; NOI ci facciamo
prendere dal panico sotto la minaccia della morte,
Questo abisso di verità che ci inghiottirà tutti, al di là di chi è
saggio e folle e allo stesso modo, di chi è sano o pazzo.
Penso spesso che penso troppo. Il mio IO galleggiante vive
passivamente nelle correnti morbide dell'acqua mentre io passo le mie
giornate in cerca di qualcosa di più profondo che le basse profondità della riva. Ma trovo molte cose nel
mondo umano, e anche se non appartengo ad esso spero di poterlo
visitare senza impertinenza. Vedo molto di più del loro del mondo che
calpesto con i piedi sulla terra. Spero che le mie parole saranno
ricevute come qualcosa di più che semplice che il parlare di un
ciarlatano. Un'anatra ha molto più da dire di un semplice ciarlatano.
Non abbiate paura di svegliarmi dai
223
miei pensieri in trance profonde quando guardo verso il mare aperto. Lo faccio spesso perché io sono alla
ricerca di qualcosa, qualcosa che non posso ancora vedere né
definire.
A volte le vostre idiozie cadono sul mio letto come un groviglio di
immagini; prelevate pure la mia magia, dosate la morfina non
misurate i sensi; odio le mani aperte a cadere, le lacrime come gocce di
dolore e le grida.E' solo una disperata morte
comune , tutto cade e svanisce come il fumo, sarete un inventario delle morti annuali; un analisi nella vita di chi resta: il buio penetrerà la luce, finirà l'energia e dopo alcuni secoli che non ci sarete; nessuno
saprà che siete esistiti se non come uno dei tanti nelle storie umane.
Il fuoco non sortirà nessun effetto, farà alta la sua voce come natura
morta, aggrappatevi ora; portate le
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vostre vene in tutte le direzioni del silenzio; questa conoscenza non ha senso è solo un muro spesso come
gli occhi. Un limite della comprensione come orecchie. Ultimo atto; solo paura e carne,
teoria e finzione per un respiro in più. Il confine non esiste, neanche Dio nel firmamento, ampliate pure,
spaziate; cercate: illuminatevi. Sollevate nebbia, abbandonate ogni verità, ogni illusione: sono catene di
facciata e peso. Abbandonate i confini del vostro
corpo, immergetevi nella profondità del vostro centro, cadete, rialzatevi;
tutto ciò che vi attende dentro il grande nulla. Io sono umano è il
verbo. Umano.Desidero un bicchiere d'acqua per
sorseggiare un bacio, labbra sconsideratamente unite, un
alluvione bassa sotto le gonne, il caldo; perché è umano amare.
E' una cornice vuota e polverosa che si alza come un estro ormonale
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del cazzo: simbiosi biochimica dei sessi i venti bagnano e mischiano le nubi, le palpano delicate; un piatto
unico e agognato. Non mi importa che giorno è; un
giorno da dimenticare.Conto i tuoi respiri che ho preso in preda questa eccitazione animale.
Questa è una sovratensione ideocratica, perché capisco il
mondo, gonfio come una vena che spinge e spinge i suoi contenuti in
avanti, violentemente; verso un nuovo tessuto steso e germinato.Uno stallo senza riposo ad ogni
angolo o curva, continua come una fiumana col sangue dei fenomeni.
226
Sono uno tsunami e partorisco citazioni come lacrime di dio.
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Attraverso ogni mare di questo mondo fremente che si masturba schizzando sperma sulla nostra
infelicità. Non c'è pausa per l'umana
mutazione.Vedere non è un significato è
l'ennesimo inganno, posso dire che non ho capito questo
sconvolgimento; queste eruzioni di materia.
Un muscolo un nervo pulso di energia, vedo macchie nere spingo,
sono invasato diffondo la notte umile nella perpetua illusione.
Sono un crepuscolo nella moltitudine tremolante dopamina o adrenalina nel sangue come coca nelle vene. Uno scontro terribile di
sensazioni. Un disastro germinante che
trabocca di oscurità: mi scopano solo per addolcire le mie tenebre.
Voglio smettere tuttovoglio trattare le cose
228
per ciò che veramente valgono.Non tutto ha bisogno di essere
idolatrato.Il mare non è sempre bello.
Bukowski a volte rompe il cazzo.Gli impressionisti non sono poi così
impressionanti.La felicità a volte mi annoia.Odio le cose appiccicose,
le piante a volte fanno schifo.La natura è spietata
non è vero che insegna; impone.Perché reale e irreale:
non sono né uno né l'altro.trasudo ipocrisia e alacrità
come operosità o solerzia coesivauna sorta di mitezza innegabile.
Amo i poveri ricchi di tuttoOdio quelli che odiano gli OGM. Il sole non è sempre magnifico;
molte volte mi acceca e non vedo un cazzo.
Che cosa vuol dire giorni buoni o cattivi
Che domanda di merda.La gente è strana e fa cose strane
229
che non si capiscono e non capiranno mai.
La feccia non sempre cade a pezzimanca di slancio in avanti
ma arriva sempre al traguardo.Il mio nichilismo dilaga nei polmoni,non è sempre notte e non esistono
giorni normali.Ho i polmoni come vuoti a perdere
respirano un po e scadonoinspirando ed espirando.
Godere non è sempre piacevole,i piccoli piaceri di questo mondo
mi fanno vomitare.Mi adatto e mi conformo
nei confini del mio proprio,made in italy profetizzo
le ultime analisi al limite.Le convinzioni ci conquistano
tatuano il nostro cervello con gli anni;
situazioni buone brutte o cattive;comunque situazioni.
Non mi dispiace vivere così pocoa lungo mi annoierei e non vorrei
altro
230
che raggiungere un piccolo punto.L'intero universo non è grande o
piccolo,visto su scala; potrebbe avere la
grandezzadi una cellula umana, un atomo: un
organo.
Vedere non è una verità
Non stallo né riposo ad ogni angolo o curva, tutto continua come una
fiumana, come il sangue dei fenomeni di questo mondo
fremente. Non c'è pausa, nessuna rottura nella sua mutazione
selvatica. Non posso dire che ho capito questo sconvolgimento,
queste eruzioni come il muscolo che sconvolge o eccita la materia; come
il nervo pulsa di energia. Ma vedo una macchia di rosso spinta, dalla
svasatura diffusione della notte verso un perpetuo "modus
credentia" illusorio, la moltitudini dei crepuscoli tremolanti come
231
piume o spade in questo scontro terribile di sensazioni.
Questo mio non vedere, è una rappresentazione di rigonfiamenti di
fumo fluttuanti al termine di un disastro di germinazioni, bianchezza traboccante di oscurità; le tenebre
addolciscono in un monsonee tira coca come miliardi di perle di
luce.Questo mondo è gonfio di contenuti
e come una vena del suo sangue, spinge e spinge quasi a scoparsi da
solo.Non sono mai stato bravo con le
emozioni, le mie dita sono in bilico sulla la tua pelle, sento il tuo petto
che sale e scende e mantengo come uni mago il tocco finale. Solo il pollice ti sente a volte, come un errore. Sono così spaventato o
semplicemente ho paura di questa sensazione tattile; mi destabilizza,
Buttarmi in te è un percorso irreversibile o forse più
propriamente: una rupe.
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Dovrei condonare questo mio intelletto nichilista, prescindere da
come ero prima, questo desiderio mi sta lacerando; è un centimetro
infinito tra di noi. Infine, dopo quello che sembra un'eternità, vorrei
attirare le mie mani, posizionarle delicatamente sul tuo collo, piegarlo e lentamente baciarlo come fossero labbra sulla tua schiena obliqua. I nostri corpi bollenti daranno alla
stanza il calore di cui necessitiamo.Potrei non smettere mai di
desiderare questoDovrei condonare questo mio
intelletto maledetto, prescindere da come ero prima, questo desiderio mi
sta lacerando; è un centimetro infinito tra di noi.
Ora dovete imparare cosa vuol dire desiderare un bicchiere d'acqua per
sorseggiare un bacio; per essere così sconsiderati da avere il cuore come un cratere di gesso e tu sei
stanco della sua cornice vuota
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polverosa.Non mi ricordo che cosa o che tipo
di giorno era.Pieno di sole con venti muschiati, scuro con nubi impalpabili, forse piatto e ubriaco come uno zaffiro.Non mi importa che tipo di giorno era, una giornata da dimenticare
come tutte; del resto se non avessi cominciato a contare i respiri che ho
preso in preda alla disperazione: avrei avuto un collasso.
Ho iniziato curvarmi come un ramoscello imbecille che si piega ad
ogni pala del vento, come se una sostanza si era rotta in miliardi di
piccoli specchi sul marciapiede, e io li avrei dovuti contare e riattaccare
di nuovo in un ricordo.Chiedo scusa per la pallida luce che
mi avvolge come un profumo ingombrante per fondersi in una canzone d'ombra o anche per un singolo granello di polvere senza
cervello che atterra catastroficamente su di me per
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forare questi stampi ferrosi: voglio guardare la mia pelle come un
santo, cadere e lasciare un anima nuda e non lavata in posizione
eretta come una vecchia odalisca o puttana pagana.
Non mostrare nessuna misericordia, solo calci per uscire fuori da questo dramma umano, lasciarla correre a
piedi nudi per tornare alla sua origine incomprensibile.
Ho pensato come uno psicopatico in silenzio, ero stato così innocente,
incline a credere che il mondo fosse un gigantesco uccello soffocante con le sue piume caleidoscopiche ma ora mi sento a casa perché la sofferenza è come un set del sole
dietro il panorama della conoscenza e anche se rinasco ogni giorno: di
notte sogno di di essere un eco sottile della mia stessa finzione.
Avevo solo bisogno di chiudere questi occhi e lasciare incustodita la
terra. In poco tempo ho finito di
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imballare, l'universo era nel mio zaino. Avevo dimenticato di pensare
dove andare, mi sentivo come un lampadario opulento che sovrastava la mia testa illuminando con le sue
mille braccia tutte le distanze di questo palazzo di questa sinuosa terra. Sapendo che ogni percorso
finisce nel baratro ho pensato; prima che divento polvere vorrei
essere fango, sorseggiare vino per un poeta, un seno di argilla, una
foce accogliente; come un dio che canta. Nessuno potrà mai negare la
sua bellezza, il suo centro voluttuoso, le sue ramificazioni dolci o suoi contorni essenziali, nessuno potrà mai negare la sua
alleanza a ciò che è desiderabile per il bene in questa vita,
nessuno oserà mai prendere in considerazione, per un secondo, che la sua forma decisiva era una
forma di inganno o una tendenziosa percezione. Nessuno ha mai tentato
di ridurre la sua leggenda
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esprimendo banalità per descrivere o invidiarlo; Nessuno.
Nessuno ha mai dubitato della primordialità, la sua esistenza,
nessuno ha messo in dubbio la sua esclusività; come unica entità o
grigiore della nostra routine, nessuno ha mai messo in
discussione il suo status di essere l'apice della natura, l'istinto palese
di qualche divinità, nessuno, nemmeno una volta, ha chiesto
perché è stato visto come l'immagine speculare dell'estasi,
infine nessuno è in grado di morire senza ritorno nella sua mente come
concetto puro della sua realtà.OK, smetterò con i farmaci, mi
consolerò con l'apertura mentale per la lunghezza dei paesi, cercherò
l'argento come la febbre di montagna e quando tornerò a casa leggerò libri che galoppano sulle ombre ardenti; per un minuto di conoscenza. Nel giorno di vita,
attraverso il vento in un luogo dove
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la storia è costruita come un equazione matematica,
perché per nascere?Eccomi! Io esisto come quarzo
all'interno dello stomaco del sole.
Molti di voi che nasceranno potranno gustare le linee, i bordi
lucenti, i flussi di luce che riflettono sulla lingua dell'idiota umanità, il cui sospiro sarà sentire perché la bocca
è così satura del suo esausto cammino.
Voi che ancora capite una luna erotica sulle acque grigie, il cui
corpo è caldo come un concetto del sonno.
Voi che presto graffierete l'aria con le dita selvagge. E io non so perché. Posso solo lasciare una bella dose di ambiguità, una nuova mappa per
l'inizio.
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Sarete chiusi in un paio di occhi che schizzano nelle orbite tra la folla.
Trascorrerete ore nei dubbi e nella soggezione, Se potessi cucire la
nuvola meravigliosa della percezione dietro uno specchio
scuro del sonno, se potessi afferrare il ronzio delle auto; potrei accendere un bottone in basso e riportarvi all'innocenza del primo
tuono dell'universo.Questa vita è un ape del cazzo e voi lì per succhiare il miele del senso, a svuotare tazze colme vomitate dal
sognatore di turno con i massi negli occhi per atterrare lontani nei campi
della solitudine vestita da beatitudine.
Qualche giorno dopo cosa sarà; quando la bocca si sveglia senza
appetito e l'intero villaggio dei nostri pensieri sarà bruciato e donato
all'ennesimo Dio di turno
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Vivere è qualcosa di arrapante come la disperazione, illuminante come la
cecità, ogni forma nuova è pulita come escre-menti gassoso-
intestinali, toccare l'anima come uno schizzo di sperma sul viso,
degradare nell'idiozia e nella deprecabilità del motore immobile
aristotelico; la nostra ultima possibilità sarà un incontro beatificante: una poesia da
sexyshop. Un dildo vibrante per compensare la solitudine, come una
carezza al vetriolo. Siamo solo piccoli sottoprodotti, topi urlanti, cavie da laboratorio di un grande esperimento chiamato Goldman Sachs. Numeri umani sbiaditi ma
ben chiari a codice a barre, schiavi di un potere economico che di
umano non ha più nulla. Questo totalitarismo mai registrato nella
storia ci ha degradato nei sobborghi della nostra stessa vita.
240
Nessuno acquista più nei centri commerciali, sono loro che
acquistano noi. Il nostro tempo è merce di scambio che gli alchimisti
monetizzano. Le pubblicità ci guardano, le banche ci ignorano, gli stati sono solo una pastoia di inetti al comando di guerre con il nulla.
L'umanità è l'ennesimo circo equestre dove nessuno si esibisce e nessuno applaude. Siamo lo stremo
di un tendone vuoto per un circo che fa spettacoli altrove. Un circo
che fa spettacoli solo per se stesso.L'effimero puzza di insopportabilità, e l'insopportabilità è la palude nella quale stiamo affogando. Mettete una
muta, comprate le maschere alla moda, imparate che la merda è solo
un odore diverso. Questo mondo puzza di numeri a caso, questa razionalità umana è una vecchia scimmia che scrive una nuova
divina commedia a caso in un caldo e confortevole studio superaccessoriato.
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Se trovate un grattacielo degno di voi non esitate a volare almeno una
volta.Non vi vedo brillare
solo lampade fioche solitarie,anime cupe e spente nelle chiese,
un po di luce che lotta nel suo buio;una fiamma calda contro la pietra
fredda. Il museo delle anime defunte, una muffa che vive di aria
antica, il respiro di una generazione morta; la melodia della morte che canta cori. Mormora di preghiere e
abdicazione echi che rimbalzano nei soffitti e nelle volte, non esiste
tristezza alla fine delle cose.Lo spirito si sposta da un luogo
all'altro fuori delle chiese, nelle case e le parole. Questa è la nostra nuova
parrocchia, ama con lo stesso amore col il quale vive
Cura con adorazione e ugual fervorecol quale piange per lo sfarfallio di
una candela dove ancora troppi idioti brindano:
quasi fossero luminosi.
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La mia è un indagine insipida che crea parole e parole come
montagne. Mi adagio spesso e riposo sulla luna, il mio intelletto e i
suoi versanti, sostengono la mia morte e il terrore. Mi ripeto e piango creando fontane e zampilli di vetro tagliente; parlando sottovoce alla
mia assenza: soppianto ogni significato per estinguere ogni
consolazioneRappresento il non avere avendo,
come un occhio all'immediato crudele. Ho un vecchio tubo
catodico al posto dell'area di broca che è caduta nell'area corticale
scendendo nella gola; urla, sputa si tocca: poi scende leggera nel retto e
si addormentaSono equidistante come un Messia,
sincopato da frenetici colpi che bussano ignari a me come prodigi
della società. Selvatica; irrevocabile lettura
nietzscheana, blasfemia ubriaca lapidante, carni voluttuose alla
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velocità di una vita, tutto è in 3D: prima del disastro. La disperazione
si veste come una pallottola in bianco e nero, gli eserciti sono
pronti per sparare ai morti, tutto è sconsolante e triste come una
galassia sola, come un pianeta ai margini.
Le abitudini sono efficaci per l'irreversibile noia, libero il caos
come un ingiuria, fumo sigarette; mentre rivelo al mondo il cancro:
divento grande e sono stanco.La filosofia è un fuoco selvaggio, una supernovae di esasperazioni, catarro endovenoso intriso dalle
nostre buffonate, da antenati confusi, dai nostri paesaggi onirici. Sono trasparente quasi metafisico,
orbito senza pace legato da una catena spessa che pulsa, pompa, mi
tiene ancora qui. Vivo distrattamente nelle strutture futuristiche, sono in bianco e nero come la pece: mi eclisso per ogni
scopo.
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Ho un algoritmo come organismo, master-slave, mi rapporto tra
assenza e gravità, agisco, non ho ordini superiori; il mio futuro è
irrevocabile e appartiene alla gogna come probabile forma di verità e
assoluto. Guardami, giro in bicicletta sotto il vuoto asfissiante e
doloroso della consapevolezza, dell'esperienza zoologia.
Come un asceta a volte abbraccio stormi di dettagli mi appoggio al veleno come flusso solidificato, catena spessa è sempre tesa a
questo corpo. Come un santo ancora ancorato:
all'inerzia di una piuma.
La mia preghiera è esserci quando arriverà la fine.
Questa mia coscienza è quella di una pietra, spogliata della sua roccia, inorganica, immutabile:
come fosse vita.Nel mio baratro esistenziale, ho
incontrato un uomo senza dolore,
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accarezzava le strade planando come senza un domani.
Era obeso di pensiero e superava in eccesso l'ovvio senza un analisi
logica; aveva una paralisi cognitiva. Era stato allevato a credere e
cantare i suoi brani, a dare avanzi alle nuvole e cene alla solitudine. La chiamava fortuna catalettica;
dava ampiezza alle sue ali interiori e non misurava le cose artificiali.Allungava le braccia, le sue dita
scattavano come allarmi; egli aveva viaggiato nel profondo di sé: review,
pausa, avanti, cancella.Era ben oltre le nostre patetiche visioni; ho incontrato un uomo senza dolore; il suo sguardo
svogliato: era una freccia lanciata nell'umana indifferenza.
Parlava di questo mondo; diceva che non è un mondo ordinario.
Come essere umano non avrei mai potuto riconoscere questo mondo,
neppure nei miei sogni. Ma lui diceva: le creature che
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costituiscono questo mondo sono oltre l'immaginazione delle fantasie
più sfrenate della narrativa. La corruzione delle loro forme sarebbe la vista più dolorosa, un olocausto per i nostri occhi. La sua voce mi
entrava nelle orecchie come roccia fusa lungo il canale uditivo,
Le loro peggiori urla come mille grida di disperazione provenienti
dall'Inferno di Dante. Il pungiglione delle loro zanne più mortale di
qualsiasi creatura terrena. Dovetti affrontare innumerevoli pericoli per la mia incolumità,
quando fui costretto a lasciare la gioia dell'infanzia per incontrare i
pericoli della maturità che avanzava.E' una vita passata; nauseabonde
ondate di nichilismo filtrano attraverso la mia pelle lacera, troppe porte di normalità si spalancano a a me e improvvisamente non ho paura
della morte.Questa è la via di mezzo, il velo della
vita è di un tono seppia come un
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vocio assordante di un nulla gremito di tanto. Sorrido.
Esprimiamo gioia come l'escrezione di un veleno; il cielo deve avere solo un estremo avanti a sé. Torna sotto
le tue coperte come un atomo pensante, come un illuso; o un
pensiero fuori produzione.Non ho più bisogno di risposte è
folle cercarle: è come una caccia al tesoro per i pezzi dell'anima.
Come il fumo, raccolgo un elisir, una sigaretta fumata tra le strade sotto il sole; ascolto musica da
matti : batte la cassa nel cemento.Sono un anatra irrazionale, indosso le piume di prete che parla delle sue atrofie mentali; dislessica-mente: un
linguaggio canonico in 4\4 dentro una cattedrale. Dimesso, debole,
modesto. Faccio ponte, improvviso onde;
porto tratti di vento all'estero come architettura madre o una poesia
grossolana: nel fango umido
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dell'irrazionale scrivo.Seduto sull'argine di un canale, invento una lingua per l'effluvio,
trasporto urla nascoste; influenzo le mie dita a coppia: scivolo contro un
alone di sterpe e serpi intorno al collo. Apro agli organi alle
concatenazioni di plastica che svolazzavano nell'inevitabili
superfici dei marciapiedi.Ora volo. Ho un drago nella bocca; una vocale nel mio profondo senza senso. La mia è una memoria alla
quale ho permesso di fiorire. Ora; come fumo scompaio e lascio il
suolo all'inetta terra.Puff !!!
Avrei potuto scrivere una poesia, scavare un tunnel o qualcosa di più
grande, moltiplicare le unità del secolo ciclico, creare un segmento
nella finzione, prendere in prestito la verità come strumento di tortura e usare un sogno come ingranaggio.Inghiottire i martiri l'interno di una nuvola, coprire gli occhi dai miei
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occhi con polvere di ferro; avrei potuto lasciare a voi in eredità la
profezia di un pazzo. Potrei cadere in un grammo di voce, creare un abisso sopra di voi: ma non mi è
concesso fare nulla.Ore e ore poi, fisserò il soffitto;
conclusione finale di significati che non esistono. Senza significato,
riderò alle pareti, congelerò i vostri cuori di latta, i sogni reali che
uccidono mentre tutto deambula e pende senza significato. Tornerò indietro, scrivendo a macchina,
convergendo emozioni smembrate nei ricordi, scenderò lento nel parapendio del mio inferno o
paradiso tattile; alternerò atto e potenza come dolce analisi
equosolidale: avrò nervi tesi e tristi come falli di lattice. Calmerò
isterismi manifesti. Cadrò senza significato: è tutto ciò
che mi è dato di sapere.
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Diventare stupidi per i concetti e dalle parole; è più saggio bere vino: sereno e assonnato nella certezza
che tutto è così privo di senso. Oggi, domani, la mattina dopo o tra
un migliaio di anni: cosa cambia.Stanotte, ho la testa carbonizzata
che rilascia catrame al suo passaggio sulle strade cementate
dei ricordi. Alberi di osso nero, serpenti vasta gamma; è un triste
spettacolo di pensieri che si masturbano tra loro.
Le immagini sono distorte come strade lastricate fino all'orizzonte, se
alzo gli occhi mi vedo da fuori; sfuggente senza fretta: come una galassia nel nulla. I leoni bianchi sono nel dimenticatoio, i ruscelli
salgono su a monte, il sole è freddo come "il non detto".
Osservo denti sparsi ovunque, sono inghiottito nel sangue nero; questo
è il mio cielo notturno. Tutto gira misterioso, la mia mano è un ombra
solitaria, il mio volto è la
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disperazione finale.Tutto si fonde irrevocabilmente con
il cuore della notte.La realizzazione non conta nulla, che tutto è vano, è irrilevante in
quanto non cambia nulla. Rimaniamo vivendo le stesse vite
come prima, se non per l'eccezione di un gusto neo-acquisito o per un sadismo latente che gode vedendo
l'annientamento tutto intorno.Il ragno nella mia stanza continua a tessere la sua tela con precisione, un mandala meticoloso che non è
una forma di arte effimera, ma semplicemente una capacità di
sopravvivenza, che è di per sé una forma di arte effimera.
Ho notato che l'umanità ha una innata insensibilità all'oblio.
Costruisce monumenti con fatica, come se ci saranno sempre gli
esseri umani per tutto a testimoniare le proprie lotte e
conquiste. La loro serietà è una forma di ingenuità. Nessuno incarna
252
questa ingenuità meglio di uno scrittore. Non possiamo essere
sicuri di un animale che agisce in serietà. Esso può essere feroce,
allertato, aggressivo, intento, perseverante e devozionale, ma la sua capacità di passare da intensa
concentrazione a pigrizia suggerisce che in realtà non si cura del risultato delle proprie azioni. E'
un orrore e fa rabbia sentire persone sostengono che la vita è profonda e
inesauribile, mentre trascorrono metà della loro vita davanti a un
computer o un TV facendo finta di vivere la vita al suo pieno
potenziale. Se il mondo è irreale e il sé è un'illusione, ingurgitare una
bottiglia discount di whisky. D'altra parte, se il mondo è reale e il sé esiste, ingurgitare una bottiglia
discount di whisky alle 18 di un Martedì non fa alcun danno
comunque.Che bisogno c'è dell'euforia di Nietzsche per la lingua, del suo
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eccesso di possibilità e di contraddizioni, per i sui racconti di
cose inutili. Di che cosa abbiamo effettivamente
bisogno, di un reddito sicuro e lo stomaco pieno in questo mondo
moderno? Forse una macchina di lusso e
l'ultimo comfort, di una sensazione puramente soggettiva; ma oltre a
questo? Non è forse del tutto irrilevante a
cercare di più? Così, nel contesto del 21 ° secolo,
dove la vita è solo la vita, quando si è ricchi o poveri, possessori o
posseduti, quello che è urgenza è lì per precipitare nella profondità dello
sconosciuto. Non è Zarathustra che diceva che
non stiamo solo vivendo (una immagine passiva del tempo che passa), ma che in realtà, mentre
viviamo lo stiamo creando?
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La questione rimane latente, nascosta dentro di noi, mentre
passeggiamo in un età di "comfort zone"
I miei versi scadevano ieri alle dodici, ho attraversato roma per
avere prezzi modici, li vendevano al dettaglio. Ho comprato me stesso, mi sono letto dentro un cesso alla stazione, la mia gola era un utero
retroflesso, mandavo giù i punti e le virgole come fossero decessi. Non
c'era nulla in cui io credessi, ho sconfitto tutto io sono un lutto.
Vestitevi di nero colore desiderio, scavatevi una fossa che sia vostra e
cercatevi un destino perché io ho già scelto il vino.
I miei terremoti sussultori richter scala sei, sono dentro la mia testa,
parlate ancora di bellezza, vita e amore.
L'unicità dei versi per me è un tumore. Posso dire tutto, mi inchino
al vostro lutto; sono già passato
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fottutamente passato. Non parlate del presente è già passato. Sono
degradato in uno specchio c'è il mio stato, ho un indice numerico eco-
sumerico, un affezione clandestina alfabeto morse; lontano faccio segni
muti leggo breil, mi sconvolgo di concetti e mi illumino d'immenso, tra treni e metropolitane; posti in piedi: macellazioni umane vagone per vagone. Le idee, la nazionalità,
mille colori e rotte desuete e morte.. La realtà è che come vada, sono uno schiavo filo governativo; consumo vita, profitto e d'affitto vivo. Sono assistenza e previdenza di me. Il resto è già passato. Questo è il
labirinto delle incomprensibilità, un velo nero, l'equidistanza da ogni
notte. Ma questa vita, è un fenomeno di desiderio per farci
felici, inumidire clito e scaldarci tra le gambe.
Dormirò all'ombra dei miei pensieri, sarò la percezione del pane,
la sazietà delle emozioni
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orgasmiche; contro il freddo stomaco della mente. "Sarò" il
dominio cieco della materia, una catena di unità sessuale, nello spazio; nella pelle delle grandi
labbra confuse.Delimiterò i corpi, bacerò le lingue getterò via il controllo nel labirinto
di questo piacere.Se pur incomprensibile: è sul piacere che si fonda la vita.
Pensare al tutto è inutile come pensare al nulla.
Quello che fa Dio: nulla. Quindi il nulla è l'equivalente di
pensare come un Dio equidistante.Diffido di tutto, soprattutto delle mie certezze; amare scopare e morire:
tutto si riassume in un attimo: a voi la poesia l'arte e la filosofia.
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Questo è il ronzio forte che mi fa chiamare questa circostanza vita:
oltre tutti gli abissi e senza finestre.
Nessuno muore oggi per una terribile verità: ci sono troppi
antidoti ad essa. cit. (Nietzsche)
La coscienza è per me, come un genitore al quale ho dovuto spesso
disobbedire. A volte il bicchiere mezzo pieno è un quesito gestito
solo dai bisogni, altre volte ne vorremmo un sorso; e altre ancora è
solo solo un questione idiota. In fondo nessuno ha mai osservato
davvero, ne tanto meno immaginato, il cielo oscillare, due palle azzurre
gigantesche oltre l'orizzonte, dove si fa strada la luce al crepuscolo.
Nessuno ha mai visto un robusto rigonfiamento celeste o la sua
contrazione nella timidezza quando è esposto alle correnti fredde di una tempesta invernale. Nessuno ha mai
visto due stelle brillanti contrarsi
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come un cielo che eiacula fulmini e geme in un tuono. Nessuno ha mai
annusato il muschio e il sudore delle ghiandole nello sfregamento di
giorni e di notti tra le cosce delle nuvole. Nessun aereo si è mai impigliato in una ragnatela di
filamenti eterei che esistono dai primordi del firmamento. Non in
uno, non in mille anni, non in centomila anni; ma milioni e milioni
di anni.La suspense è nell'aria, sento il
tempo della vita battere, creare brani e melodie circostanziali come
ecatombe umana sui vizi dei vivi e dei morti. Questa mia dannata
mente dorme accanto a me ogni maledetta notte. Ho scordato i colori
soprattutto l'azzurro, i pezzi della mia gioia sono difformi e
scontrandosi cadono in pause silenziose che si dissolvono nell'aria che circonda tutti gli umani malati di
malinconia; i viventi caduti nelle melodie di una volta.
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Come se un lungo sogno triste fosse svanito come una nuvola
scura spazzando via i venti caldi, mentre la cupola debole vaga nei cieli invernali profondendo i raggi vividi del sole che beava sulla città
con una promessa di gioia: il disegno di una fioritura di primavera
in arrivo.
Questo lungo sogno retrocede lentamente nel passato, porta alle emozioni tristi e cupe che avevano
conquistato la mia vita imprigionata al buio e al freddo dell'abisso. Un
dolore scaturito da una fonte sconosciuta, come piccoli fiori
bianchi che spuntano in un oceano di erba verde, le parole sono
aumentate e salite nella coscienza di me, provando a canticchiare la
melodia della mia esistenza mentre passeggio sul lungomare. La
consapevolezza mi è balzata alla testa dal caldo splendore del sole che stava confermando una delle
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ipotesi più ottimistiche; la vita è cara e piacevole. Gabbiani sospesa
in aria, i cani che giocano nella sabbia, i bambini nuovi arrivati sono
liberi di scoprire il loro nuovo pianeta. Una primavera che ha
permesso alle creature terrene di vagare liberamente senza la paura
del freddo pungente dell'inverno. Le lancette dei minuti e
delle ore che hanno fatto la loro rotazione intorno a un asse senza meta godendo del tempo libero.
Una tazza di tè, una nuvola bianca soffice e il fremito dei rami degli alberi spogli erano le piacevoli
impressioni che mi hanno colpito nel profondo della percezione del
mio giorno. Come se la spaventosa follia dei doveri quotidiani fosse un mito dimenticato della storia antica.
Spendo spesso la parte della giornata in attività banali che sono
così lontane da svuotare il mio spirito che per tutta la vita ho
cercato di arricchire con grande
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vigore. La spiegazione della complessità della vita è stata ridotta
alla capacità di sorseggiare del tè caldo, respirando a pieni polmoni, strofinandosi su un divano liscio
con l'ausilio del nulla all'interno del palmo delle mani.
Ho messo l'eterno ritorno di Nietzsche da parte nel cassetto
Ho ucciso la luce e il colore, avevano offuscato le immagini della
vita in un autunno caldo. Intrappolato nei piccoli confini di un
solaio di legno, dove avevo riversato tutta la sua forza
indebolendomi per una gastrite nella mia memoria. Nei momenti di
sconsolazione lo sforzo in cui mi sottopongo è uno stato di allucinazione mnemonica.
La necessità di preservare la mia esperienza di uomo anonimo, lacerato dalla crudeltà della
solitudine ancora inflitta alla mia implacabile attenzione nel pormi le
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domande sulla vita. La tortura di scrivere le mie
riflessioni sulla vita, di rivivere il dolore e la disperazione, la paura della morte e la miseria di amori
perduti,Come se fossi ai piedi della Pharos
di Alessandria mentre facevano fuori le navi che provenivano da altre civiltà, portando con loro
ricchezze rare.Fuoco scoppiettante, il freddo nelle vene e una coperta ruvida che copre il mio vecchio corpo fragile. Gli anni
hanno spazzato via legioni di cari volti, momenti felici e sogni
sorprendenti. Ciò che resta di me è vicino ad una carcassa avvolta dal freddo dell'aria buio di una notte d'inverno. Solo una debole luce
minaccia l'estinzione del buio, la mia memoria, anche se gravemente
martoriata dal tempo, ha mantenuto il nucleo delle sue esperienze e
dell'ultimo ticchettio dell'orologio della mia vita.
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Ho sparso e profugato comunque passione attraverso la punta della
mia penna. La candela sulla scrivania guizza avanti e indietro
resistendo alla sua morte, quando un forte vento sgorga giù dal
camino. La luce della mia memoria di fronte all'estinzione è alle prese
con gli acciacchi della vecchiaia e di questa malattia mortale chiamata
vita.
Dovremmo ricercare parole eleganti come trovare sulla spiaggia ciottoli luccicanti; ripercorrendo le tappe
della sua vita, rivedere vecchi appunti e liberare le emozioni
represse. Poi trovare le parole per esprimere tutto questo. Tutto ciò che è inesprimibile. Perché, per
quanto futile come sia registrare la fluidità della mia esperienza con la rigidità delle parole è la sola scelta
sensata. Lingua può almeno comunicare, per quanto imperfetta;
è la vita interiore di ogni persona
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che nessun occhio può vedere, nessuna mano può toccare, la vera esperienza delle vita sentita da tutti all'interno della cupola del nostro
cranio; nessuna parola può descrivere verità: viviamo all'interno
di essa.Prima che il sole tramonti nel mare abbagliante, prima che la luce alla
fine della giornata rivelerà agli occhi umani la varietà dei colori di questo mondo: Prima che la notte stellata
scivoli in cerca di una ultimo momento di tranquillità. Un grande
corpo di acqua in movimento.Uno spettacolo caotico poco
confortante. Il disegno del sole è vicino a soddisfare l'arco distante
della parte terra, per affondare dietro la gigantesca massa di
questo globo rotante.Quando scrivo, una forza
sconosciuta appare nel midollo delle mie ossa, una nuova vitalità che sento come apoteosi finale
sporca d'inchiostro. Il sole scivola
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giù come una goccia d'acqua sul vetro di una finestra. Vorrei
abbandonare la mia memoria, pronunciare parole senza pensare in un silenzio profondo che non potrei
e non vorrei più descrivere.L'esistenza è come un fulmine
un po di polvere chiusa in cantina un esalazione brillante di luce
profonda,avere un po di giorni da spendere in
una tascarimanere solo e cadere nella tua
ombra parlare ai muri ad alta voce e la seraavere la pesantezza di una piuma:
e non avere ali per volare.Fondersi con le lacrime
colate sulle guance come scintilleascoltare la tua memoria e una bocca che chiede,
le stesse risposteche un tempo
cercavi.Fine.
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Ho iniziato piano piano a piegarmi come un ramoscello, un imbecille
che si piega ad ogni folata di vento; come se una parete di vetro si fosse rotta in miliardi di piccole schegge cadendo sul marciapiede: ed io li
debba contare per riattaccarli in un nuovo ricordo.
Chiedo scusa per la pallida luce che mi avvolge come un profumo ingombrante, per la voglia di
fondermi in una canzone nell'ombra o in un singolo granello di polvere che atterra catastroficamente su di
voi, formando stampi di ferro e calchi di gesso.
Voglio guardare la mia pelle come un santo, lasciare un anima nuda e non lavata in posizione eretta come
una vecchia odalisca o puttana pagana. Non mostrare più nessuna misericordia, solo calci per uscire fuori da questo dramma umano, lasciarlo correre a piedi nudi per
tornare alla sua origine incomprensibile.
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Ho pensato come uno psicopatico in silenzio, sono stato così idiota;
incline a credere che il mondo fosse un posto gigantesco, un uccello con enormi ali e piume caleidoscopiche:
ma ora mi sento a casa.La sofferenza è come un set del sole
dietro il magnifico panorama della conoscenza e anche se rinasco ogni giorno: di notte sogno di essere un eco sottile della mia stessa attività
sinaptico-cerebrale.Ho solo bisogno di chiudere questi occhi e lasciare incustodita la terra. In poco tempo finirò di imballare le mie parole, l'universo l'ho chiuso nel mio zaino. Ho dimenticato di pensare dove andare, mi sento
come un lampadario opulento che sovrastava la mia testa
illuminandomi con le sue mille braccia in tutte le distanze di questo
palazzo che abbaglia questa sinuosa terra.
Sapendo che ogni percorso finisce nel baratro ho pensato; prima che
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divento polvere: vorrei essere fango.
Vorrei sorseggiare vino con pensieri irrilevanti come quelli di un poeta,
avere il pene di argilla, labbra accoglienti; come un dio che canta.
Guardo con grande apertura mentale la lunghezza e la
complessità dei paesi, cerco l'argento come la febbre di una
montagna e quando tornerò a casa leggerò libri che galoppano su
ombre ardenti; per un minuto di conoscenza. Un giorno di vita, per
attraversare il vento in un luogo dove la storia è costruita come un
equazione matematica per le nuove nascite. Io esisto come quarzo
all'interno dello stomaco del sole.Ma molti di voi che nasceranno, potranno gustare le linee, i bordi
lucenti, i flussi di luce che riflettono sulla lingua dell'idiota umanità, il cui sospiro sarà sentire perché la bocca
è così satura del suo esausto cammino. Voi che ancora capite la
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bellezza di una luna erotica sulle acque grigie, un corpo caldo come
un concetto del sonno. Voi che presto graffierete l'aria con dita
selvagge. Ma non saprete perché.Posso solo lasciare una bella dose di ambiguità, una nuova mappa per
l'inizio e un abisso per la fine.Sarete chiusi in un paio di occhi che
schizzano nelle loro stesse orbite tra la folla, trascorrerete ore nei
dubbi e nella soggezione.Se potessi, cucirei un cappotto per le nuvole, un meraviglioso capo da
indossare per la festa della percezione; dietro lo specchio scuro dell'ultimo sonno fatale. Se potessi, afferrerei il ronzio delle auto: potrei accenderle e riportarvi all'innocenza
del primo tuono dell'universo. Questa vita è un ape del cazzo, pronta per succhiare il miele dei
sensi; a svuotare le tazze colme dei sognatori di turno con i massi negli
occhi per atterrare lontana nei campi della solitudine vestita da
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beatitudine.Quando lo stomaco dell'intelletto si
sveglierà senza appetito: l'intero villaggio dei nostri pensieri sarà
bruciato e donato all'ennesimo Dio di turno.
Adducere inconveniens non est solvere argumentum.
Enrico [email protected]
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