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SPECIALE FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II TOSCANA OGGI1 novembre 2009 11

Pagine a cura di Renato Buriganadella Fondazione Giovanni Paolo II

TERRA SANTA •

contesto, come quello dellaPalestina, caratterizzato da unasanità pubblica con gravi carenze, edove manca una qualsiasi strutturadi chirurgia, anestesia erianimazione pediatrica (le unicheesistenti sono in territorioisraeliano), la nuova clinica si ponel’obiettivo di colmare un vuotostorico. Ci vorranno circa due anniper la costruzione della clinica eoltre 5 milioni di euro diinvestimenti». La FondazioneGiovanni Paolo II che già opera neiterritori palestinesi con azioni dicooperazione internazionale, sioccuperà di coordinare gli interventie reperire ulteriori risorse edisponibilità. Tra questi c’è già laConfederazione delle Misericordied’Italia che ha firmato unprotocollo d’intesa per due anni perrealizzare una camerettadell’ospedale.La clinica apparterrà al PatriarcatoLatino di Gerusalemme ma sarà instretto contatto e sinergia con il

sistema sanitario statale econtribuirà a creare un sistema direte con l’intero sistema palestinese,comprese le altre strutture privateche operano nella zona. La clinicasarà realizzata nell’ambito delplesso, già esistente, della «BehtlemArab Society fo Rehabilitation»,specializzata in riabilitazione, che siè resa immediatamente disponibile,e presenta tutti i requisiti necessarie offrirà inoltre il proprio supportocome struttura ospedaliera giàoperante.La nuova clinica èpensata come una strutturachirurgica d’eccellenza, con saleoperatorie e dotazionispecialistiche per interventi dichirurgia su bambini e adolescentifino a 14 anni, esclusa soltanto lafascia di neonatologia da 0 a 1 annodi età. Il plesso sarà anche attrezzatoper consentire un’adeguataassistenza pre e post operatoria, conlocali ambulatoriali che sarannodotati delle tecnologie mediche piùavanzate. La scelta della creazione

dellanuova clinica nell’ambitodell’area ospedaliera della «BehtlemArab Society for Rehabilitation» èstata effettuata dopo un’attentaricognizione di tutti i plessiospedalieri esistenti in Cisgiordania,condotta da padre Ibrahim Faltas.Consentirà di risparmiare tempo e

denaro rispettoalla costruzione ex novo e dipoter sfruttare i vantaggi di un’areagià dedicata ai servizi medicosanitari e di un ospedale giàesistente.

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Cercatori di sensonei luoghi di Gesù

possibile ancora oggi vivere il viaggio in«Terra Santa» (ma a me piace chiamarla

«terra del Santo»…) con lo spirito degli antichipellegrini mettendo in secondo piano tutto ciòche sa di turismo, anche religioso, e puntandosull’essenzialità del pellegrinaggio, lariscoperta di una dimensione di fiduciaitinerante, la centralità della Parola di Dio edella terra che l’ha generata? Devo diresinceramente che non sono tante oggi leproposte in tal senso. Personalmente ho sceltodi essere «pellegrino della Terra e dellaParola», proponendo alcune iniziative in questadirezione perché si diffonda un nuovo modo di«andare in Terra Santa», più rispettoso dellaspiritualità dei luoghi, più attento alla storia ealle ferite dei popoli che ci abitano, più capacedi mettere al centro la Bibbia e la sua letturaglobale «sulla terra«.La proposta di «lettura itinerante della Bibbianella terra del Santo», in spirito di essenzialità

e autogestione, ha una storiarelativamente breve – risale aglianni 60 – ed è stata sperimentatafinora da diversi ordini religiosi ediocesi: i Domenicani di J.Fontaine, i gesuiti di Rossi DeGasperis e Cesare Geroldi, iDehoniani, alcuni preti delladiocesi di Verona, di Fiesole e diAnversa, e probabilmente anchealtre realtà che non conosco. Ci simuove con pulmini noleggiati peressere maggiormente liberinell’itinerario, in tenda e sacco apelo per riscoprire l’essenzialità ela precarietà del cammino neldeserto e ripercorrere così alcunetappe della storia della salvezzadel popolo di Dio, Israele.L’approccio ai luoghi santi non èdevozionale, né santuaristico,nella consapevolezza che tuttala terra di Israele-Palestina èstata scelta e visitata da Dioper rivelarsi e incarnarsi; maanche per lasciare aperta lapossibilità di partecipare a chinon è praticante o credente.Anche un bel paesaggio o uncanyon possono parlare dal

cuore dell’Antica Rivelazione alcuore dell’uomo di oggi che ha setee fame di Infinito. Raggiungere poi iluoghi di Gesù, non come primatappa del viaggio ma come frutto diun cammino che ripercorre le svolte ele figure fondamentali della storiadella salvezza (creazione, chiamata,liberazione, Abramo, Mosè, Gedeone,Davide, Giosìa…), tutte attraversatedagli eterni «perché?» della vita, è unmodo concreto per comprendere anchemeglio quell’unica ed eterna Alleanzanella quale anche noi cristiani siamoinnestati (come l’olivastro nell’olivobuono, per usare l’immagine di s. Paolo inRomani 9-11).Cosa lascia questo viaggio-esperienza?Sicuramente un forte coinvolgimento daparte dei partecipanti (non più di 15-20 pervolta), necessario per creare un clima dicollaborazione e far «funzionare» il gruppo,ma anche l’impressione che la Parola letta emeditata nel suo ambiente naturale sappiascavare profonde vene di senso nel propriocuore e accendere la curiosità esistenziale dicontinuare a cercarle nella propriaquotidianità.La Bibbia appare non più come unsoprammobile da spolverare nelle grandioccasioni, ma un compagno che diventasempre più familiare, a cui si possono associareluoghi e scenari ben precisi. Ecco, ad esempio,la testimonianza di una signora che hapartecipato al pellegrinaggio dello scorsoluglio: «Ho vissuto giorni indimenticabili contutti voi. Ogni difficoltà sembrava semprefacilmente superabile con l’incoraggiamentodel gruppo. Le fragilità occasioni preziose percrescere e avere meno paura. A casa, in questigiorni tenevo la Bibbia vicino a me, per laprima volta nella vita, una sensazione dialleanza con quel Libro. Sono i miracoli diquesto viaggio».Corroborati dalla bella esperienza estiva,insieme agli amici della Fraternità di Romenae della Fondazione Giovanni Paolo II, abbiamomesso in cantiere altre due proposte dipellegrinaggio: una per la Pasqua 2010,indirizzata prevalentemente ai giovani, e l’altraper l’estate 2010, aperta a tutti. Le cose belleviaggiano con le proprie gambe e questoarticolo è solo per testimoniare che questonuovo approccio alla Terra del Santo esiste, sipuò tenerlo nel cuore e lasciare che maturi inuna decisione consapevole. Solo allora sarà iltempo di fare la valigia e di allargare lo spaziodella propria tenda alle novità che si stannogià preparando per noi. Shalom!

Luca Buccheri

È

DA SAPERE

I REGALI DI NATALECOMPRIAMOLI IN PALESTINAGRAZIE A CERUTI (FIRENZE)

uest’anno per Natale si possono acquistare oggettiprovenienti da Betlemme anche nel negozio di Ceruti a

Firenze. Gli artigiani, riuniti in cooperativa, hanno iniziato aprodurre anche giocattoli in legno e utensili per la casa. I regaliper il prossimo Natale possiamo acquistarli direttamente dagliartigiani di Betlemme. Oggetti realizzati interamente a mano,in legno d’olivo. In questo modo ciascuno può contribuire inmodo determinante a dare lavoro alle imprese artigiane chesono in grave difficoltà. Non solo presepi, ma gli artigianihanno realizzato una “linea” di oggetti per la casa cometaglieri, utensili da cucina, e soprattutto giocattoli perbambini. Sono giochi fatti in legno e colorati secondo lanormativa europea, quindi assolutamente sicuri. Sono adatti abambini e bambine di un’età compresa fra i 3 e gli 8 anni.Questi oggetti si possono acquistare da Ceruti, a Firenze, in viadel Proconcolo. Oppure si può contattare la Cooperativafiorentina Il Fiorino, telefonando al 335/6749849, o inviandoun fax allo 055/561451. Un incaricato della Cooperativa IlFiorino, che importa per l’Italia i prodotti degli artigiani diBetlemme, si metterà in contatto con voi e così potrete nonsolo fare un regalo utile ma soprattutto contribuire a daresperanza per chi vive e lavora nella città dove è nato Gesù.

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