SPIROMETRIA GLOBALE,
INDAGINE PER LA VALUTAZIONE
DELLA FUNZIONALITÀ
RESPIRATORIA.
Collana “tecniche”
PROVE DI FUNZIONALITÀ RESPIRATORIA
Secondo la definizione dell’American Thoracic Society e dell’Eu-
ropean Respiratory Society, la spirometria è il fondamentale test
di valutazione dello stato di salute respiratorio.
Le prove di funzionalità respiratoria raggruppano una vasta se-
rie di possibili esami che, partendo dalla misurazione dei volumi
(grafico sottostante) dei flussi respiratori e indagando le diverse
“caratteristiche fisiche” dell’apparato respiratorio, permettono
di comprendere e studiare in modo fine il sistema respiratorio.Prof. CARLO MEREU
Nato a Roma il 1/10/1949.
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1976.
Abilitazione all’esercizio della professione Medico Chirurgica nel 1976.
Specializzazione Tisiologia e malattie dell’apparato respiratorio nel 1979.
Medico universitario/professore.
Carlo Mereu garantisce di essere l’autore e l’unico titolare di ogni e qualsiasi diritto esclusivo rela-tivo all’opera oggetto della pub-blicazione “Spirometria globale, indagine per la valutazione della funzionalità respiratoria”.Egli si impegna pertanto a garan-tire e manlevare l’Editore da even-tuali pretese e/o azioni di terzi che rivendicassero diritti sull’opera oggetto della presente pubbli-cazione, impegnandosi a tenerlo indenne da ogni conseguenza pregiudizievole derivante dall’ac-certamento dell’altrui paternità dell’opera e/o di parti di essa.
Grafico dei volumi respiratori.
Integrando i dati spirometrici con la storia clinica e radiologica
del Paziente è possibile giungere a una corretta indicazione dia-
gnostica, terapeutica e utile per la formazione della prognosi
della malattia respiratoria nei suoi molteplici aspetti.
La spirometria è un esame di facile esecuzione, ripetibile, ri-
producibile, sicuro e non invasivo ma richiede da parte del
Volume del
polmone(ml)
2700
2200
1200
5200
Volume corrente
Volume residuo
Volume di riservainspiratoria
Volume di riserva
espiratoria
CapacitàvitaleCapacità
polmonaretotale
Capacitàinspiratoria
Capacitàfunzionale
residua
strumento sia per una corretta valutazione utile per la for-
mazione della prognosi in numerose patologie respiratorie
sia per un’adeguata stima del rischio operatorio in interven-
ti chirurgici toracici ed extratoracici.
La valutazione funzionale respiratoria è infine indicata come
esame di screening per la popolazione generale e per tutte
le persone a rischio di malattie polmonari come i fumatori
o chi è soggetto all’esposizione professionale a sostanze
potenzialmente dannose per l’apparato respiratorio.
ESISTONO DUE TIPI PRINCIPALI DI SPIROMETRIE:
LA SPIROMETRIA SEMPLICE E LA SPIROMETRIA GLOBALE
O COMPLETA
La spirometria semplice consente di studiare principalmente
i deficit ostruttivi del sistema respiratorio come l’asma e la
broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) dove vi è prin-
cipalmente una limitazione della capacità espiratoria; mentre
la spirometria globale consente di identificare i deficit di tipo
restrittivo dove vi è l’incapacità di tutto il sistema toraco-pol-
monare di mobilizzare adeguatamente i volumi d’aria. Lo stu-
dio della capacità di diffusione per il monossido di carbonio
(DLCO) aggiunge preziose informazioni per una più completa
e corretta valutazione funzionale respiratoria.
LA SPIROMETRIA SEMPLICE
La spirometria è un esame di facile esecuzione, riproducibile
e non invasivo. La spirometria semplice può essere utilizzata
sia come test di diagnosi e screening di malattie respirato-
rie, sia come procedura di follow-up (cioè basata su controlli
periodici) per valutare l’andamento nel tempo di patologie
respiratorie note e la loro risposta alla terapia.
Paziente un’adeguata collaborazione e una buona coordina-
zione nell’effettuare correttamente le manovre respiratorie in-
dicate dall’operatore.
Le controindicazioni all’esecuzione delle prove di funzionalità
respiratoria riguardano principalmente le sollecitazioni a cui
viene sottoposto il soggetto esaminato durante le manovre
respiratorie forzate; sebbene queste sollecitazioni siano del
tutto “fisiologiche”, sono sconsigliate in numerose situazioni
in cui possono rappresentare una possibile fonte di rischio (ve-
dasi tabella 1).
angina instabile e infarto miocardico recente
severa ipotensione, ipertensione arteriosa non controllata e crisi ipertensiva in corso
grave aneurisma noto dell’aorta toracica
recenti interventi di chirurgia toracica, addominale, sul sistema nervoso centrale e sull’occhio
embolia polmonare e pneumotorace recente o in atto
condizioni di scompenso cardiocircolatorio, aritmie maggiori in atto
gravidanza a rischio di aborto o di parto prematuro
tabella 1 - Condizioni in cui le prove di funzionalità respiratorie possono essere controindicate.
Una corretta valutazione della funzionalità respiratoria è ov-
viamente indicata quando vi sia il sospetto di una malattia
respiratoria. Inoltre lo studio della funzionalità respiratoria
ha un ruolo di primo piano nel follow-up di Pazienti con ma-
lattie respiratorie note per valutarne l’andamento nel tempo
e la risposta alla terapia.
Le prove di funzionalità respiratoria sono un indispensabile
La spirometria semplice consente di misurare i volumi polmo-
nari dinamici che il Paziente mobilizza durante gli atti respi-
ratori o particolari manovre respiratorie, rimanendo collegato
allo strumento misuratore attraverso un apposito boccaglio.
Prima di procedere all’esecuzione della spirometria, è necessa-
rio spiegare accuratamente al Paziente le manovre respiratorie
che dovrà effettuare; si inizia rilevando tutti i dati antropome-
trici (sesso, età, altezza, peso, etnia) poiché i valori ottenuti du-
rante l’esecuzione della spirometria verranno confrontati con i
valori teorici di riferimento. Generalmente, durante l’esame, il
Paziente dovrà mantenere la posizione eretta o seduta con bu-
sto eretto e solo in determinati casi sarà giustificato effettuare
l’esame da sdraiati.
Viene generalmente consigliato di utilizzare abiti comodi, evi-
tando o, se possibile, rimuovendo indumenti troppo stretti o
presidi che possono ridurre le escursioni respiratorie (busti, fa-
sce addominali, cinture). Si chiede di evitare di fumare nelle
ore prima dell’esame soprattutto nel caso sia necessario effet-
tuare anche la misurazione della DLCO, cioè il test di diffusio-
ne del monossido di carbonio.
Il Paziente dovrà respirare e “soffiare” attraverso un boccaglio
collegato a sensori che effettueranno le misurazioni. Il bocca-
glio dovrà essere serrato tra le labbra in modo che tutta l’aria
respirata passi attraverso lo strumento e non vi siano perdite
aeree; sarà infine necessario tappare il naso con uno stringi-
naso per evitare fuoriuscite di aria per via nasale. Il volume di
aria mobilizzato attraverso il boccaglio in ogni atto respiratorio
normale e tranquillo prende il nome di volume corrente.
La spirometria semplice prevede generalmente l’esecuzione
di una manovra lenta e di una manovra forzata.
Durante la manovra lenta al Paziente viene inizialmente chiesto
di fare un’inspirazione profonda massimale: in questo modo
viene misurato il volume di riserva inspiratoria (VRI), la quantità
massima di aria che può essere inspirata al termine di una normale
espirazione a volume corrente.
Al Paziente viene quindi chiesto di espirare lentamente e comple-
tamente: il volume di aria espirato dal termine di un’espirazione
normale fino al massimo di svuotamento polmonare prende il nome
di volume di riserva espiratoria (VRE).
La somma del volume di riserva inspiratoria e del volume di riserva
espiratoria prende il nome di capacità vitale e rappresenta il vo-
lume massimo di aria che può essere mobilizzato da un soggetto,
partendo da un’inspirazione massimale fino a un’espirazione massi-
male nel corso di una manovra lenta.
Durante la manovra forzata, il Paziente viene invitato a compiere un
atto inspiratorio massimale seguito da un’espirazione massimale e
forzata; la partenza rapida e forzata della parte espiratoria è l’ele-
mento fondamentale dell’esame spirometrico forzato.
Dopo una partenza espiratoria rapida e forzata il Paziente deve con-
tinuare a espirare in maniera forzata per almeno 6 secondi in modo
da raggiungere il massimo svuotamento espiratorio dei polmoni.
Con questa manovra forzata si ricava la curva flusso-volume (figura
pagina seguente) e si misurano la capacità vitale forzata (FCV), il
volume di aria espirato nel primo secondo (VEMS o FEV1) e il
rapporto FEV1/VC (indice di Tiffenau).
Questi rappresentano i principali parametri respiratori e permetto-
no una prima e fondamentale valutazione sulla funzionalità polmo-
nare e le sue possibili alterazioni.
È importante registrare correttamente e completamente anche la
curva inspiratoria che segue le manovre espiratorie: essa può for-
nire preziose informazioni sulla possibile coesistenza di ostruzioni
extratoraciche fisse o variabili delle vie aeree (stenosi tracheali, di-
sfunzione delle corde vocali).
La capacità vitale forzata (FVC) è il volume massimo di aria che può
essere mobilizzato da un soggetto durante una manovra forzata, par-
tendo da un’inspirazione massimale fino a un’espirazione massimale.
Nel soggetto normale la capacità vitale forzata sarà simile alla capa-
cità vitale lenta, mentre nel Paziente con patologia ostruttiva questi
valori possono essere differenti e la capacità vitale forzata potrà ri-
sultare ridotta rispetto alla capacità vitale “lenta” per una precoce
chiusura delle vie aeree distali (cioè quelle più periferiche).
Il volume di aria espirato nel primo secondo (VEMS o FEV1) equi-
vale, proprio come dice il termine, al volume d’aria “espulso” nel
primo secondo espiratorio. A differenza del soggetto normale che
riesce a espirare nel primo secondo più del 70-80% del volume to-
tale di aria espirata, nel Paziente con malattia respiratoria ostruttiva
il FEV1 appare ridotto e l’entità della riduzione del FEV1 descrive la
gravità dell’ostruzione.
Per identificare un’anomalia spirometrica ostruttiva si utilizza l’indi-
ce di Tiffenau, mentre per valutare la gravità dell’ostruzione viene
utilizzata la riduzione dei valori di FEV1 in percentuale rispetto al
predetto indice (vedasi tabella 2).
grado di gravità FEV1 % pred
lieve <100 e ≥70
moderata <70 e ≥ 60
moderatamente grave <60 e ≥50
grave <50 e ≥34
molto grave <34
Il test di reversibilità bronchiale
Nel caso in cui venga riconosciuta la presenza di una patologia
ostruttiva, è generalmente indicato valutare se questa risulti
reversibile dopo un’adeguata terapia broncodilatatrice.
Questa caratteristica viene valutata con il test di reversibili-
tà che, in presenza di specifici dati clinici, anamnestici e sin-
tomatologici di supporto, fornisce un elemento diagnostico
differenziale fondamentale per discriminare le due patologie
respiratorie ostruttive più frequenti: l’asma e la broncopneu-
mopatia cronica ostruttiva (BPCO).
L’ostruzione bronchiale presente nell’asma è per definizio-
ne responsiva o addirittura reversibile completamente dopo
l’utilizzo di farmaci broncodilatatori mentre la responsività al
broncodilatatore nei Pazienti affetti da BPCO è generalmente
meno pronunciata e non associata a reversibilità completa.
Il test di reversibilità bronchiale si basa sull’impiego di farma-
ci broncodilatatori a rapida e breve durata d’azione (fra cui il
salbutamolo) assunti per via inalatoria (con un dispositivo pres-
surizzato e l’utilizzo di un apposito distanziatore) dal Paziente.
tabella 2 - Gravità delle anomalie spirometriche ostruttive basata sul FEV1.
Circa 15-20 minuti dopo la somministrazione del farmaco, si
ripete la spirometria semplice e si confrontano i dati ottenuti
con la spirometria basale, effettuata in precedenza. Un aumen-
to del FEV1 e/o della CVF, dopo broncodilatazione, superiore
al 12% rispetto al valore di base e di almeno 200 ml in valore
assoluto rispetto al basale, identifica una significativa risposta
al broncodilatatore. Una reversibilità significativa può inoltre
essere parziale - se permane comunque una quota di ostru-
zione - o completa, qualora l’ostruzione bronchiale si risolva
completamente dopo l’inalazione del farmaco.
Talvolta il Paziente registra un miglioramento clinico alla tera-
pia estemporanea con broncodilatatore, pur in assenza di un
significativo incremento del FEV1 e/o della CVF.
Ciò non deve stupire e si spiega con un miglioramento della
quota di iperinsufflazione polmonare (= aumento dei volumi
polmonari) e intrappolamento aereo (= l’ostruzione parziale
dei piccoli bronchi consente all’aria inspirata di entrare abba-
stanza facilmente negli alveoli polmonari ma fatica a uscirne),
parametri funzionali non valutabili con la sola spirometria sem-
plice, ma attraverso l’esecuzione di una spirometria completa.
Standardizzazione della metodica
Bisogna infine considerare che un test spirometrico per essere
attendibile deve rispettare diversi parametri di accettabilità
e riproducibilità.
Per essere accettabile deve essere eseguito secondo criteri
standardizzati internazionali che ne garantiscano la corretta
esecuzione (vedasi tabella 3); per essere riproducibile è neces-
sario che i parametri misurati (CV e VEMS) in tre o più manovre
consecutive risultino sovrapponibili (massimo 150 ml di diffe-
renza nella misurazione dei volumi). Solo quando tutti i criteri
di accettabilità e di riproducibilità sono rispettati, può essere
validata l’interpretazione dell’esame spirometrico.
adeguato inizio della manovra espiratoria forzata (es. senza esitazioni) con un adeguato picco di flusso espiratorio (PEF)
adeguato termine della manovra espiratoria forzata con un plateau del vo-lume nel tempo e durata pari ad almeno 6 secondi nei soggetti ≥10 anni d’età (o pari ad almeno 3 secondi se di età inferiore)
assenza di colpi di tosse nel primo secondo della espirazione forzata e as-senza di manovre che causino una brusca interruzione del flusso (es. chiu-sura della glottide)
assenza di perdite aeree dal boccaglio (es. per apertura della bocca)
assenza di ulteriori inalazioni durante la fase espiratoria
se le prove rispettano solo i primi due criteri non sono accettabili, ma co-munque utilizzabili; ciò sarà segnalato nel referto dove verrà sottolineato che il Paziente non offre una collaborazione ottimale
tabella 3 - Criteri di accettabilità per la spirometria.
SPIROMETRIA GLOBALE O COMPLETA
La spirometria globale permette di valutare i volumi polmonari
statici e assieme alla spirometria semplice permette di effettuare
una più accurata valutazione delle anomalie respiratorie.
I fondamentali parametri respiratori che vengono misurati duran-
te la spirometria globale sono il volume residuo (RV) e la capacità
polmonare totale (TLC).
Il volume residuo rappresenta il volume di aria che rimane all’in-
terno dei polmoni al termine di una espirazione massimale, men-
tre la capacità polmonare totale rappresenta il volume di aria “to-
tale” che può essere contenuto all’interno dei polmoni al termine
di un’inspirazione massimale.
La spirometria globale è fondamentale nello studio delle patolo-
gie restrittive dove tipicamente si può evidenziare una riduzione
armonica di tutti i volumi polmonari sia statici (TLC, RV) sia dina-
mici (FVC, FEV1).
Lo studio dei volumi polmonari statici è importante anche per
una migliore caratterizzazione e fenotipizzazione (il termine indi-
ca la registrazione dei caratteri fisici di un individuo, determinati
dal patrimonio genetico e dall’azione ambientale) nelle patologie
ostruttive dove spesso si può evidenziare un intrappolamento ae-
reo con aumento del volume residuo RV e un’iperinsufflazione pol-
monare con aumento della capacità polmonare totale TLC. Una
ripetizione della prova dopo l’assunzione di broncodilatatori può
permettere di evidenziare una desufflazione polmonare con ridu-
zione sia di RV sia di TLC.
Esistono diverse metodiche per l’esecuzione della spirometria globa-
le: le metodiche di diluizione dei gas e le metodiche pletismografiche.
Le metodiche di diluizione dei gas possono basarsi sulla diluizione
dell’elio oppure sul wash out dell’azoto.
La prima metodica prevede schematicamente che il Paziente “re-
spiri” attraverso lo strumento una miscela di aria contenente una
quantità nota di un gas inerte come l’elio, che è in grado di di-
stribuirsi all’interno delle vie aeree senza diffondere attraverso la
barriera alveolo-capillare. Conoscendo la concentrazione iniziale e
quella finale dell’elio all’interno dello strumento si riesce a misurare
quanto elio “ha respirato” il Paziente e quindi a calcolare il volume
residuo e la capacità polmonare totale.
La metodica del wash out dell’azoto invece prevede la misura
dell’azoto disciolto fisiologicamente nell’aria presente all’interno
dei polmoni. L’azoto è un gas inerte che respiriamo normalmente
e costituisce circa l’80% del volume di aria atmosferica. Una volta
misurata la quantità complessiva di azoto espirato è possibile cal-
colare sia il volume residuo sia la capacità polmonare totale.
Il metodo pletismografico si basa sulla legge dei gas di Boyle che
descrive le relazioni di pressione, volume e temperatura dei gas.
Il Paziente viene posizionato seduto in un’apposita cabina pletismo-
grafica (figura pagina seguente) a chiusura ermetica e con pareti di
materiale trasparente. Viene invitato a respirare attraverso un bocca-
glio connesso allo strumento che percepisce le variazioni di volume
e pressione all’interno della cabina risultanti dai movimenti del to-
race del Paziente e da questo calcola i principali volumi respiratori.
STUDIO DELLA DIFFUSIONE DEL MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)
L’esame di funzionalità respiratoria può
essere correttamente completato con lo
studio della diffusione del monossido di
carbonio o CO (DLCO).
Lo studio della DLCO permette di for-
mulare valutazioni diagnostiche e pro-
gnostiche implementando l’accuratezza
diagnostica della spirometria in nume-
rose situazioni cliniche e “funzionali”,
ovvero di valutare l’andamento nel tem-
po di patologie respiratorie note e la
loro risposta alla terapia.
Il test viene eseguito in maniera piuttosto semplice, facendo com-
piere al Paziente un’espirazione completa seguita da una rapida
inspirazione massimale di una miscela di CO e di elio (o altro gas
inerte). Il Paziente trattiene quindi il respiro per 10 secondi, espi-
rando infine lentamente fino a svuotare completamente i polmoni.
Un campione di gas alveolare viene raccolto dal macchinario du-
rante l’espirazione e analizzato per determinare le concentrazioni
di CO ed elio; i cambiamenti di concentrazione dei gas rispetto alla
miscela inspirata consentono di misurare il volume alveolare (Va) e
la capacità di captazione del CO (Kco) e quindi la DLCO.
Lo studio della diffusione del CO può rappresentare un valido aiuto
nella diagnosi differenziale tra asma e BPCO (broncopneumopa-
tia cronica ostruttiva), dato che la DLCO risulta tipicamente ridotta
nella BPCO, soprattutto nei Pazienti con prevalente enfisema e ri-
sulta generalmente normale nei soggetti asmatici.
Cabina pletismografica.
La DLCO è tipicamente ridotta anche nelle interstiziopatie polmonari
(il tessuto di rivestimento degli alveoli polmonari risulta alterato da
un’infiammazione polmonare diffusa), dove rappresenta un importan-
te parametro diagnostico, prognostico e di risposta alle terapie.
Nelle tabelle seguenti (vedasi tabelle 4 e 5) sono sintetizzate le diver-
se condizioni in grado di alterare la capacità di diffusione per il CO e
la graduazione di gravità di riduzione della DLCO.
riduzione extrapolmonare dell’inflazione polmonare (riduzione di Va):• deformità toracica che impedisce la completa inflazione polmonare• debolezza muscolare che impedisce la completa inflazione polmonare
malattie che riducono θVc:• anemia• embolia polmonare
malattie che riducono Dm e θVc:• enfisema• malattie interstiziali• edema polmonare• vasculite polmonare• ipertensione polmonare• resezione polmonare
Va=volume alveolare - Dm=diffusione di membrana - θVc=volume dell’emoglo-bina (Hb) nel letto capillare • capacità di legame Hb-CO.
tabella 4 - Condizioni patologiche che alterano la capacità di diffusione del mo-nossido di carbonio (DLco).
grado di gravità DLco, % pred
lieve < LIN e 60%
moderata
grave < 40%
LIN, limite inferiore di normalità
tabella 5 - Gravità della riduzione della DLco.
IN CONCLUSIONE
Un corretto algoritmo nella scelta delle prove di funzionalità respira-
toria da effettuare (figura sotto) e un’attenta valutazione dei risultati
funzionali da esse forniti permette di ottenere preziosi e validati ele-
menti diagnostici e prognostici di fondamentale importanza nella
gestione clinica delle più comuni malattie respiratorie.
Algoritmo interpretativo-diagnostico dei principali esami di funzionalità respi-ratoria. ATS/ERS Task force: Standardization of Lung Function Testing. Interpre-tative Strategies for Lung function Tests. Modificato da Pellegrino R, Viegi G, Enright P, Brusasco V et al. Eur Respir J 2005; 26: 948-68.
CASA DI CURA VILLA MONTALLEGROVia Monte Zovetto, 27 - 16145 Genova - Tel. +39 010 35311 - Fax +39 010 3531 397
Call center +39 010 3531.283 (lunedì - venerdì dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 13.30 alle ore 18)
[email protected] - [email protected] - www.montallegro.it
Pubblicazione What’s new in
Collana Tecniche
TitoloSpirometria globale, indagine per la valutazione della funzionalità respiratoria.
Autore Prof. Carlo Mereu
EdizioneCasa di Cura Villa Montallegro
Direttore Responsabile Francesco Berti Riboli
Ha collaborato Mario Bottaro
Progetto grafico Gommapane
Stampato nel mese di gennaio 2016
800 - 417398
Collana “tecniche”La parola tecnica deriva dal greco τέχνη (téchne) che letteralmente significa “arte”, intesa come capacità di “saper fare” o “saper operare”. Tecnica rappresenta perciò l’insieme delle norme da seguire in un’atti-vità, sia essa esclusivamente intellettuale o anche manuale.Questa definizione si adatta perfettamente alle “tecniche” diagnostiche e terapeutiche che prevedono una pianificazione precisa degli obiettivi (l’inquadramento diagnostico e la successiva terapia del malato) e la scelta dei mezzi più opportuni (le procedure, le attrezzature e lo strumentario chirurgico) per raggiungerli.La collana ha lo scopo di divulgare i materiali e i metodi utilizzati oggi “nell’arte medica” per realizzare il fine ultimo di tutti i nostri sforzi: diagnosticare e curare.
Altre pubblicazioni della stessa collana:Laparoscopia. Cosa è e quali sono le indicazioni.Laparoscopia in ginecologia. Cosa è e quali sono le indicazioni.Laparoscopia in urologia. Cosa è e quali sono le indicazioni.Prevenzione e terapia della disfunzione erettile (DE) dell’”aging Male” con onde d’urto lineari a bassa intensità.Colonscopia virtuale con TC, alternativa meno invasiva alla colonscopia. TC a bassa dose: riduzione del rischio biologico a parità di accuratezza diagnostica.La TC coronarica e il calcium scoring, indicazioni, vantaggi e limiti.La TC a bassa dose nella diagnosi del tumore polmonare.
Top Related