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di Elena Spoerl

Chi pronuncia La Porza ne-gli ambienti artistici d’Euro-pa otterrà forse un’eco mag-giore che da noi. La Porza inTicino non è nota, eppure at-torno agli anni Venti-Trentarappresentò un importantemovimento artistico di spes-sore internazionale. L’asso-ciazione aveva lo scopo di fa-vorire la creazione e lo scam-bio di idee tra artisti, e cosìl’umanesimo e l’internazio-nalismo. La Porza ha offertoa molti intellettuali e artistidi ogni provenienza e tenden-za l’opportunità di soggiorna-re nelle sue case, diffuse inmezza Europa. Tra quellemura potevano lavorare, con-centrarsi e creare in tuttatranquillità per poi esporrein mostre collettive ad ampiorespiro. Simbolo dell’associa-zione era un cerchio giallo (ilsole) in un triangolo azzurro(il cielo).

La Porza venne osteggiata epoi spezzata dall’avvento delnazismo. Ma in quei suoi annidi slancio riuscì a lasciaretracce e profumi di sé in Ger-mania, Francia, Italia; a Pra-ga, a Varsavia, a Sofia; dallaGrecia alla Finlandia passan-do per l’Inghilterra e l’Olan-da, e perfino oltre oceano.Sono tracce e profumi cheoggi qualcuno raccoglie.

Fondata negli anni Venti

L’associazione nacque all’i-nizio degli anni Venti nel vil-laggio di Porza. Tre i suoi fon-datori: il pittore-poeta tedescoWerner Alvo von Alvensle-ben, lo scultore ticinese Ma-rio Bernasconi e il pittorerusso Arthur Bryks.

Il barone-artista WernerAlvo von Alvensleben (1889-1962) giunse in Ticino da gio-vane. Per la crisi economicadel ’29 e in seguito per l’av-vento del nazismo, perse il pa-trimonio della potente fami-glia tedesca dalle nobili origi-ni di cui era discendente. Per-se pure la casa di sua pro-prietà a Crocifisso; abitò poiin affitto a Cadempino, a Por-za e infine a Torricella, nellavilletta dei Trefogli accantoalla chiesa dove visse con lafamiglia (quattro i figli), sere-no anche se in condizioni benpiù modeste di quelle in cuiera cresciuto, dedicandosi al-le sue passioni: il giardinag-gio, la poesia e la pittura. Ilnipote Bodo vive tutt’ora nelLuganese.

Mario Bernasconi, di cuil’anno prossimo ricorrerà ilcinquantesimo della morte,era originario di Pazzallo,dove oggi, nell’omonimo mu-seo e nella casa natale, la fi-glia Claudia conserva concura le opere e i documentiche testimoniano il suo talen-to e la sua ricca produzioneartistica (www.museoberna-sconi.com). Prima di rientra-re in Ticino, Bernasconi sog-giornò in Germania e Italia, aParigi e nella Svizzera tede-sca, allargando così i suoiorizzonti artistici. Nel 1928partecipò alla Grosse BerlinerKunstausstellung. Conobbe lafutura moglie Irma, animosensibile incline all’arte, incasa von Alvensleben. Anche

Irma si dedicò con successoalle arti figurative.

Arthur Bryks fu pittore,scultore, musicista e attivistapolitico. Nacque a Falkov inPolonia nel 1890 da una fami-glia ebraica molto osservante.Giunse in Svizzera prima del-la grande guerra e si avvicinòa movimenti politici antibelli-ci, socialisti e anarchici. Inse-gnò musica e pittura a Zurigo,giunse ad Ascona nel 1919.Dopo un soggiorno berlinesedi due anni, tornò in Ticino, aPorza, dove s’incontravanoanarchici, socialisti e profu-ghi politici italiani. Entrò incontatto con Mario Bernasco-ni e Vinicio Salati, FrancescoManzoni e Werner von Alven-sleben, con loro discusse d’ar-te e di politica.

A proposito delle case Por-za, scriveva il compianto Ma-rio Agliati nel novembre del2005 sul suo Il Cantonetto: laprima Porzahaus “sarebbesorta proprio lì, tra castagnie vigne; e le altre via via intutti gli Stati d’Europa all’in-tenzione degli artisti che nepotevano usufruire quasi gra-tuitamente; poi esposizioni eincontri...”.

De l’idée à la forme fu l’ulti-ma esposizione Porza: si ten-ne al Musée Galliera a Parigiproprio nel ’39.

Dopo di che, quegli anni de-nominati Braunen Jahre sitinsero di nero. I gerarchi na-zisti imposero alla Porza diallontanare i propri membriebrei, l’associazione si rifiutòe poi la guerra inghiottì ogni

aspirazione artistica e inter-nazionalistica.

Dal Ticino irradiaall’estero

Se l’idea sbocciò a Porza, laprima delle numerose caseche con quel nome fiorironoin mezza Europa era in realtàil Ronchetto a Cadempino. So-pra il portone ancora oggi sinota il triangolo azzurro conall’interno il cerchio giallo, ilsole che splende in cielo, sim-bolo de La Porza.

Da lì le case Porza si molti-plicarono, amministrate re-gionalmente e coordinate dal-la casa centrale di Berlino, ecosì pure le sezioni locali:solo in Germania si contava-no 10 sezioni e 1’500 membri,

in Francia oltre 2’000 membri.Ma più del numero degli asso-ciati, valgono i nomi illustriche a La Porza aderirono: traquesti, Dimitri Marianoff, ge-nero di Einstein, Le Corbou-sier, Jean Cocteau, FrançoisMauriac, Antoine de SaintExupery...

De l’idée à la forme

Jacques Vienot, amico divon Alvensleben, rappresen-tava La Porza in Francia. Al-l’ultima esposizione pariginascrisse che “i membri dellaPorza – artisti, scrittori,scienziati – credono nell’ar-ricchimento spirituale sortoda discussioni tra individuiche hanno contribuito perso-nalmente nel campo dell’arte

o del pensiero (...) questiscambi internazionali posso-no solo condurre a una più va-sta e corretta comprensionetra Paesi (...) e questa è unadelle principali ragioni d’es-sere dell’associazione...”.

Tornando ai nostri giorni,sempre in Francia, JocelyneLeboeuf, direttrice dellaScuola d’arte di Nantes, ha re-centemente pubblicato i risul-tati di una ricerca da lei con-dotta su La Porza in un blog(designethistoires.lecoledede-sign.com/2011/07).

E in Svizzera?

‘Nessuno è profeta in pa-tria’, recita il proverbio. Il Lu-ganese è la terra natale diun’associazione del cui altoprofilo la Città non può che es-sere orgogliosa. Occorrerebbevalorizzarne il ricordo, perchéil paese che perde la sua me-moria, perde pezzi d’iden-tità.Qualcosa si sta muovendo.Da tempo Claudia EspositoBernasconi, che è pure cura-trice del museo paterno, racco-glie documenti sulla Porza.

Trovato l’atto costitutivo

Si è dato da fare pure Giu-seppe Curonici, già direttoredella Biblioteca cantonale diLugano e interessato a quel“movimento artistico cheportò alla collaborazione traesteti ticinesi ed esteri”.

Conoscitore del funziona-mento del sistema biblioteca-rio, vi ha lanciato una ricercae... oplà, ecco che dal cilindromagico e virtuale scaturisceun prezioso ritrovamento ‘no-strano’. Nientemeno che lapresentazione d’assieme non-ché l’atto costitutivo, ambe-due originali, de La Porza,stampato nel 1930 da Mazzuc-chelli. Il documento è stato re-perito alla Biblioteca canto-nale di Bellinzona che l’haconservato per oltre ot-tant’anni. Un reperto di valo-re per chi dovesse indagaresull’associazione internazio-nale nata là dove oggi è menoconosciuta.

E presto una ricerca

Il Museo Comunale d’ArteModerna di Ascona intendepromuovere una collaborazio-ne con Carla Mazzarelli, do-cente dell’Istituto di studi ita-liani dell’Usi, per una ricercasulla Porza che potrebbeprendere avvio già il prossi-mo anno accademico e chefarà da base per una futuraesposizione. Quindi sarà unadelle prime ricerche promos-se all’interno del nascente Ba-chelor in lingua, letteratura eciviltà italiana, il nuovo per-corso di studi che completa laformazione dottorale e di Ma-ster dell’ateneo ticinese. Il Ba-chelor, presentato negli scorsigiorni (cfr. laRegione del 30.5,pag. 5), prenderà avvio il pros-simo mese di settembre.

Questo promettente inte-resse per La Porza fa sperareche lo slancio d’internaziona-lità e di umanesimo del movi-mento artistico che ebbe isuoi natali in Ticino possatrovare anche in patria il rico-noscimento che merita.

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sabato 2 giugno 2012 laRegioneTicinoLugano e dintorni 17

Echi da ‘La Porza’ ottant’anni dopoL’associazione, nata a Porza, riuniva migliaia di artisti ed ebbe un’ampia diffusione in Europa

... e oggi: Claudia Bernasconi, Anna Salvioni e il simbolo sopra la porta

I fondatori Mario Bernasconi, Arthur Bryks e Werner Alvo von Alvensleben nel 1931

Il Ronchetto di Cadempino, la prima Casa Porza, allora...

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L’associazione, senza scopo di lu-cro, voleva offrire ai suoi membri,anche quelli privi di mezzi econo-mici, la possibilità di lavorare inambienti tranquilli, lontani da tut-to ciò che disturba la riflessione, indimore appositamente concepiteper loro, le cosiddette Case Porza,in mezzo al verde e alla natura an-cora incontaminata nelle varieparti d’Europa.

Gli associati meno abbienti bene-ficiavano di viaggio e soggiornoquasi gratuiti, quelli che avevanomaggiori possibilità potevano vi-vere nelle Case Porza per circa 4marchi al giorno e coloro che inve-ce disponevano di ampi mezzi pa-

gavano il doppio. Coperte le spese,ogni avanzo confluiva nel fondo ri-serva. La prima fu la Porza di Ca-dempino, tra boschi di castagni evigne; più tardi sorsero altre CasePorza in molti Stati d’Europa.

Essere membri non costava nul-la. Erano necessari la raccomanda-zione di due soci e il preavviso d’u-na apposita commissione: veniva-no trasmessi alla centrale del pae-se interessato che sola potevaemettere il giudizio definitivo. Fuimposta questa procedura per evi-tare ogni dilettantismo.

Qualunque intellettuale potevafar parte della società, non solo pit-tori o scultori. La Porza, apolitica,

è stata una libera unione di intel-lettuali e artisti, cittadini di ogninazione per giungere a uno scam-bio attivo di pensiero “nell’interes-se di ogni popolo d’Europa”.

Da una vecchia rivista della Por-za (conservata al Museo MarioBernasconi di Pazzallo) emergeche nella primavera 1928 si tennerodue importanti eventi ravvicinati:il 6 marzo, la prima mostra dellaPorza e gran ballo di celebrità al-l’Hotel Knie di Berlino e il 25 mar-zo la seconda mostra, nella sededella società Porza di Berlino, labella e vasta dimora di WernerAlvo von Alvensleben alla Reich-strasse 99 a Charlottenburg.

Proprio in quei giorni aderironoalla Porza numerosi artisti che di-ventarono famosi: lo scultoreEward Matarè, il pittore Max Dun-gert, Kaethe Kollwitz, MarianneWerefkin, Alexej Jawlensky, YvesKlein, Georg Muche, Nicolay Was-sillieff, Otto Niemeyer, Arthur Se-gal, lo scrittore Carl Zuckmayer.

Dal blog un auspicio ‘turistico’

Nel blog di Jocelyne Leboeuf(vedi sopra) si legge infine la posi-zione di un albergatore di Ascona:“Sarebbe molto interessante per iticinesi e per il turismo del Canto-ne rendere nota la Porza”.

L’opera di Bernasconi più conosciuta

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Luoghi per l’arte ‘nell’interesse di ogni popolo’La prima Casa a Cadempino negli anni Venti e poi in molte altre nazioni