Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: introduzione al corso
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 2
MODULO I:Tecnologia e produzione
MODULO II:Operations Management
MODULO III:La gestione dell’innovazione
MODULO IV:Qualità e certificazioni aziendali
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: MODULO I - LEZIONE 1�Evoluzione delle tecnologie
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 2
Il contesto competitivo La competizione di qualsiasi azienda avvieneoggi a livello globale, per una serie di ragioni:
� I mercati domestici sono saturi.
� Le barriere commerciali sono quasi tutte cadute.
� La comunicazione, per via di Internet e dei satelliti, èdivenuta universale e capillare
�Gli standard tecnici di produzione sono sempre piùuniformi.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
�Nuovi paesi industrializzati (Corea, Taiwan,Spagna, Brasile) stanno portando ad unincremento della competizione globale :
�Strategie aziendali e politiche di mercatoaggressive
�Politiche basate sul prezzo
�Difficoltà a rispondere in tempi rapidi deipaesi industrializzati
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• La spinta all’innovazione tecnologica:�Aumento della velocità nell’introduzione di nuovi
prodotti
�Significativi aumenti della produttività come conseguenza dell’applicazione di nuove tecnologie
• Il rafforzamento della moneta unicaRiduzione delle esportazioni italiane ed il conseguente vantaggio
per i paesi emergenti
• Il rapido mutamento delle condizioni dei mercati
I clienti domandano nuovi prodotti in tempi sempre più brevi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Qualità, innovazione, tecnologiacome fattori di competizione nell’attuale
contesto economico– Flessibilità, specializzazione produttiva,
specifiche conoscenze tecniche e commerciali, comune base culturale, concentrazione territoriale delle imprese, tradizione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Per affrontare la concorrenza bisogna accettare lasfida della competitività attraverso un processo dicambiamento del “paradigma tecnoecomico”:� Modernizzazione ecologica basata su risparmio
energetico;
� su prodotti e processi più puliti;
� sulla diminuzione dei costi ambientali legati allamobilità delle persone e delle merci;
Basata su principi di “sviluppo ambientale sostenibile”
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
TECNOLOGIA E PRUDUZIONE
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
TECNICA
COMPLESSO DI REGOLE DA SEGUIRE NEL PRATICARE
UN’ARTE, UN MESTIERE, UNA SCIENZA E SIMILE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
TECNOLOGIA
PARTE DELLA SCIENZA CHE SI OCCUPA DEI PROCEDIMENTI TECNICI E DEI MACCHINARI
ATTRAVERSO I QUALI LE MATERIE PRIME SI
TRASFORMANO IN PRODOTTI LAVORATI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
EVOLUZIONE DELLA TECNOLOGIANegli ultimi due secoli la tecnologia è cresciutanei Paesi Industrializzati secondo un modello disviluppo definito “tecnologia dura”caratterizzata da:
-Alta sofisticazione;-elevate intensità energetica;-Ridotta richiesta di manodopera-Scarsa attenzione ai problemi ambientali
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Alla metà degli anni ‘70 si diffuse un senso di preoccupazione per i problemi di sicurezza ed i problemi ambientali e
soprattutto allorchè si cercò di trasferire le tecnologie dei Paesi industrializzati ai PVS
Le conseguenze del trasferimento ai PVS furono infatti:
• disoccupazione • indebitamento estero
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
TECNOLOGIA SOFFICE(soft technology)
UNA TECNOLOGIA SEMPLICE E A BUON MERCATO, VALIDA PER TUTTI IN OGNI TEMPO,
CHE NON DOVREBBE DIPENDERE DALL’USO DI
RISORSE NON RINNOVABILI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Valida per tutti i tempi significa che:
La tecnologia non dovrebbe dipendere dall’uso irreversibile di risorse naturali non rinnovabili,o che possono essere rinnovate solo a
velocità molto minore di quella di consumo.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I modelli di tecnologia soft:
• Tecnologie intermedievalide soprattutto per i PVS;
• Tecnologie appropriate con un carattere più generale
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TECNOLOGIE INTERMEDIECaratterizzate da semplicità:- di produzione, - di utilizzo,- di manutenzione. Avrebbero dovuto consentire ai PVSl’autonomiatecnica in un primo tempo e finanziariasuccessivamente secondo un modello tecnologico aridotta intensità di capitale, a basso consumo dimanodopera ed a professionalità scarsa ed orientatoverso impianti su piccola scala.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Dalle tecnologie intermedie alle tecnologie appropriate
-Il fallimento della proposta delle tecnologieintermedie nei PVS-la crisi strutturale di lungo periodo che colpìi Paesi Industrializzati durante gli anni’70,rimisero in discussione il modello di sviluppodei paesi industrializzati e con esso letecnologie impiegate.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Le tecnologie dovessero essere ripensate inmododa tener conto delle singole situazioni:
• politiche;
• economiche;
• sociali;
• culturali;
• ambientali e territoriali.
“Tecnologie appropriate”
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
TECNOLOGIE APPROPRIATE
Requisito della semplicità
tecnologie aventi ungradodi sofisticazionee complessità pari ai bisogni edalleopportunità espressi dalle diverse realtàlocali.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE TECNOLOGIE APPROPRIATE RICHIEDONO :
Negli anni ’70 la scarsità di risorse introduce il vincolo della loro razionale gestione, si introducono:
• Tecnologie che sfruttano risorse locali a spreco ridotto o nullo,(possibilmente rinnovabili)
• Manodopera qualificata per l’esercizio e la manutenzione delle apparecchiature
• Recupero di materiali usati (materie prime secondarie)
• Produrre pochi scarti (zero waste)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ATTUALI TECNOLOGIE
Le attuali tecnologie sono tecnologie convenzionali che hanno incorporato
i principi delle NUOVE TECNOLOGIE:
elettronica, informatica, automatica, telecomunicazioni, ingegneria
genetica.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
NUOVE TECNOLOGIESono caratterizzate da:• un elevato grado di reattività• capacità di penetrare orizzontalmente
tutte le attività economiche (agricoltura, industria, servizi)
• Offrono soluzioni utili in tutti i settori grazie all’applicazione delle c.d. tecnologie intelligenti
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
TECNOLOGIE INTELLIGENTI(sistemi esperti, intelligenza artificiale, sensori, etc.)
Sono tecnologie emergenti caratterizzate da:
• capacità di intervenire autonomamente su problemi chiaramente formulati;
• capacità di adeguarsi ai cambiamenti di situazioni ed esigenze;
• capacità di riconoscere l’iter da seguire per raggiungere obiettivi prefissati;
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’uso delle nuove tecnologie ha permesso lo sviluppo di importanti settori high-tech o science based:
• video• computer • elettronica• telecomunicazioni• aerospazio• biotecnologie• superconduttori etc.
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: le teorie organizzative del lavoro e della produzione
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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Organizzazione del lavoro e cambiamenti tecnologici
L’organizzazione del lavoro dovesse essere:
• dipendente;
• indipendente;
• interdipendente
dai cambiamenti tecnologici
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L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
fenomeno evolutivo e dinamico
�Fattori oggettivi
�Da scelte discrezionali del management
Il sistema organizzazione
�Elementi strutturali
�Elementi culturali
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LE SCUOLE ORGANIZZATIVE
• Lo Scientific Managment
• La scuola delle relazioni umane
• La scuola dei sistemi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
“La migliore forma organizzativa”il test delle 7S della McKinsey
struttura strategia
Sistema di valori prevalente
sistemi stile
skills staff
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
PROGETTO ORGANIZZATO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
PROGETTO DISORGANIZZATO
?
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
la dinamica tecnologica
modelli organizzativi diversi:
• “modello meccanico” (dal 1900 al 1970)
• “modello organico” (dal 1970)
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MODELLO MECCANICO
s BUROCRAZIA GERARCHICA
s DIVISIONE DEL LAVORO SPINTA
s UOMINI COME PARTE DI RICAMBIO DELL’ORGANIZZAZIONE
s CULTURA DELLA DIPENDENZA E DELL’ESECUZIONE
I punti fondamentali
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• dal cambiamento dei criteri economici di condotta dell’impresa dovuto all’accresciuta turbolenza dei mercati;
• dal processo di terziarizzazione all’interno delle imprese industriali e nel sistema economico;
• dall’avvento delle nuove tecnologie.
Il cambiamento
introdotto agli inizi degli anni settanta e favorito:
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MODELLO ORGANICO
ÚNETWORK DI SISTEMI AUTOREGOLATI
ÚRUOLI PROFESSIONALI BASATI SULLA MINIMA SPECIFICAZIONE CRITICA
ÚRISORSE UMANE COMPONENTI DEL SISTEMA
ÚCULTURA DELL’ITERAZIONE E DELLA SOLUZIONE
I punti fondamentali
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FORME DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E DELLA PRODUZIONE
�O.D.L. BASATA SULL’ESPERIENZA PRATICA (LEARNING
BY DOING)
�O.D.L. TRADIZIONALE
�O.D.L. ALLARGATA
�O.D.L. SISTEMICA
�O.D.L. INTEGRATA
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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO BASATA SULL’ESPERIENZA PRATICA�Nel XIX secolo le aziende si sono trovate per laprima volta ad affrontare il problemadell’organizzazione.
�La soluzione adottata è stata quella di utilizzaresoluzioni organizzative caso per caso e diapprendere dall’esperienza pratica.
�Vi è una forte divisione del lavoro e si ha uncoordinamento di piccoli gruppi di lavoratori a curadi un capo operaio
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CHARLES BABBAGE ESTESE LE IDEE DI SMITH ATTRAVERSO LA RACCOLTA DI INFORMAZIONI SULLA NATURA E L’ESECUZIONE DEL LAVORO (ORDINAMENTO INTERNO DELLE FABBRICHE)
ADAM SMITH (1776) ESPOSE PER PRIMO I BENEFICI DERIVANTI
DALLA “DIVISIONE DEL LAVORO ”,
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MACCHINA A VAPORE
ALBERO DI TRASMISSIONE
MACCHINE OPERATRICI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DISTRIBUZIONE DEL LAVORO SULLE MACCHINE
� Utilizzo di macchine universali
� Utilizzo di macchine specializzate
Ia FASE o FASE DELLA MANIFATTURA:
�gigantismo degli insediamenti�specializzazione delle macchine�standardizzazione delle attivita’ di trasformazione�divisione molecolare e orizzontale del lavoro
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IIa FASE o ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO
F.W. Taylor 1865-1915Organizzazione scientifica del lavoro per mettere i lavoratori in condizione di produrre secondo le loro capacità per aumentare:
• la produttività;
• i profitti ed i salari.
Vuole risolvere il conflitto tra padrone e lavoratore, ossia
“il problema del lavoro”
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il modello organizzativo di Taylor: – Divisione verticale del lavoro
– Divisione orizzontale del lavoro
– Progettazione accurata (Uomini, Macchine, Uomini-macchine)
– Struttura del compenso
– Il controllo gerarchico
– La selezione della manodopera
– Ripartizione del lavoro e delle responsabilità
– Relazioni umane
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ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL PRINCIPIO INNOVATORE DI TAYLOR
Il principio innovatore di taylor e’
amministrativo-organizzativo:
� viene annullata la discrezionalita’ del lavoratore
� viene introdotta la catena di montaggio perfezionata da FORD
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fine lezione
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: le teorie organizzative del lavoro e della produzione (2a parte)
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL PRINCIPIO INNOVATORE DI TAYLOR
Il principio innovatore di taylor e’
amministrativo-organizzativo:
� viene annullata la discrezionalita’ del lavoratore
� viene introdotta la catena di montaggio perfezionata da FORD
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
E. FORD RIPENSA IL PROCESSO
MANIFATTURIERO COME UN FLUSSO UNITARIO
�Strumenti organizzativi e automatismi.
�Passaggio dalla macchinapolivalente alla macchina monovalente
�Rapporti formali ed informali
�Viene introdotto il lavora a CATENA e diminusce il lavoro individuale
�Il capo reparto diviene una figuara chiave
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Modello T
1913
- Tempo di R.:
12 ore e 8 min.
- Prezzo auto:
$ 825
- Paga operaio:
$ 2-2,5/giorno
4
1914
- Tempo di R.:
1ora e 32m
- Prezzo auto:
$ 440
- Paga operaio:
$ 5/giorno
1916
-
- Prezzo auto:
$ 345
- Paga operaio:
$ 6-20/giorno
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LA SCUOLA DELLE “RELAZIONI UMANE”
�ISTRUZIONE COMMERCIALE�PSICOLOGIA INDUSTRIALE
ELTON MAYO (poi MASLOW e MC GREGOR )
DINAMICA DI GRUPPO E BENESSERE PSICOLOGICO COMPLESSIVO DEI LAVORATORI SONO MOLTO IMPORTANTI PER LA PRODUTTIVITA’.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’IMPRESA MULTISETTORIALE
• Nascita della grande produzione
• Sotto il controllo di un unico ufficio esistono molte divisioni o settori differenti e ciascuna persegue un’attivita’ diversa
• Si sviluppano i concetti di:
– integrazione verticale
– Diversificazione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Dal macchinismo alla
“meccanizzazione spinta rigida”
Collegare macchine singole secondo rapporti diinterdipendenza reciproca in sistemi meccanicirigidi
Introduzione degli elaboratori per il controllodei processi produttivi
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LA MECCANIZZAZIONE SPINTA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il contesto della meccanizzazione spinta:
• Automazione limitata
• Flessibilità du mix di prodotto non richiesta
• Forti costi di investimento
• Qualità scarsa dei prodotti
• Tempi morti nelle operazioni di attrezzaggio
• Lavoratori indiretti
• Lavoratori diretti
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LA MECCANIZZAZIONE SPINTA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
III a Fase o Meccanizzazione Flessibile
• Introduzione di macchine a logica elettronica
• Spinta tecnologica
• Macchinari sono in grado di autoregolarsi meccanicamente
• Non sussite una rete aziendale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il contesto produttivo della meccanizzazione flessibile:
Estrema rigidità e Perturbazioni economicheMix produttivo: - aumento della flessibilità del sistema produttivo
- Crescita del capitale di funzionamento
- Maggiore costo per unità di prodotto
- Diminuzione della produttività
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III a Fase o Meccanizzazione Flessibile
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Le trasformazioni per i lavoratori:
- Sindacali
- Basso profilo professionale
- Le prestazioni inserite in un flusso meno rigido
- Correlazine tra le mansioni (job enrichment, job enlargement)
Nasce la figura del manutentore (detta meccatronico)
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III a Fase o Meccanizzazione Flessibile
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IVa Fase o Fase Sistemica
Fanno parte delle Variabili interrelate:
• Processi decisionali
• Aspetti cognitivi e linguistici
• Rapporti di scambio
• Struttere manageriali e formative
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Caratterizzata:
• dall’introduzione di inteligenze artificiali
• Automazione in fabbrica ha comportato un aumento della:– Produttività
– Affidabilità
– Sofisticazione
– Programmazione
– Controllo
– Organizzazione
• Flessibilità dei volumi e del mix produttivo
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IVa Fase o Fase Sistemica
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Nasce la figura del conduttore con le funzioni di: – Trasformazione
– Programmazione
– Manutenzione
– Attrezzaggio
– Controllo della qualità
– Movimentazione
– Inventario
Conduttore contrapposto alla figura delmeccatronico
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IVa Fase o Fase Sistemica
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Organizzazione del lavoro di tipo integrata
• Forma avanzata dell’organizzazione sistemica
• Piena integrazione dei compiti– Ruolo gestionale
– Discrezionalità
– Motivazione al conseguimento degli obiettivi produttivi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
A ciascun lavoratore “gestore” si richiede: – Elevata specializzazione tecnico-scientifica
– Capacità funzionali
– Coinvolgimento e partecipazione
– Una componente professionale di “interfacciatura”
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Organizzazione del lavoro di tipo integrata
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Forme di coordinamento• Del personale
• Amministrativo
• Tecnico
• Di controllo dei processi:• Fissazione degli obiettivi
• Definizione del processo
• Valutazione degli elementi del processo
• Decisione
• Misura
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Sistemi di coordinamento
• Gerarchico
• Coordinamento per programmi
• Mutuo raggiungimento
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: i processi aziendali
Prof. Stefano Poponi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Un processo è un’area di un’azienda che riceve alcuni input e li converte in output che abbiano per l’azienda un valore maggiore degli input originari
“La definizione di processo è più un’arte che una scienza, i confini sono arbitrari” (Davenport 1994)
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Il processo
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il processo
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• IL PROCESSO: sequenza di attività fra loro interdipendenti e finalizzate al perseguimento di un obiettivo comune.
• Il singolo processo: si rivolge alla creazione di valore per il destinatario dell’OUTPUT
• Per la rete dei processi che compongono l’azienda il processo coincide con i valori e con gli obiettivi dell’azienda
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Uni En Iso 9000 Processo: “Insieme di attività correlate o interagenti che trasformano elementi in entrata in elementi in uscita
- Un insieme di processi operativi
- Un insieme di processi di supporto
- Un insieme di processi di gestione.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Analisi dei processi
• Tempo di ciclo di un processo ripetitivo è il tempo medio intercorrente fra la conclusione di due attività successive
• L’utilizzo: è il rapporto che esprime l’impiego effettivo di una risorsa in relazione al suo tempo teoricamente disponibile per il funzionamento
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Analizzare un’impresa richiede di valutare numerose attività indipendenti e quindi tener conto di tutti i processi che producono VALORE
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Analisi dei processi
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DIAGRAMMA DI FLUSSO DEI PROCESSI
• Un metodo per avviare l’analisi di processo è la costruzione i un diagramma che ne rappresenti gli elementi chiave, operazioni, flussi ed aree di immagazzinamento.
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Compito o attività operativa
Area di immagazzinamento
Snodo decisionale
Flusso(materiali, clienti)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 8
Smettere
Pagare levincite
Attivare ilpagamento
Tirare la levaInserire moneta Vincereo perdere
Giocareancora
Il secchiello è pieno?
Porre lemonete nelsecchiellouscite
Secch.uscite
Porre le monete nelsecch. entrate
Secch.entrate
si
no
v
psi
noAttività del giocatore
Attività internedella macchina
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
TIPI DI PROCESSO
• Processo monofase: quando tutte le attività correlate al funzionamento, ad es. di una macchina, si riducono ad un’unica operazione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Processo multifase prevede diversi gruppi di attività, collegate attraverso flussi.
• Fase (stadio): più attività elementari possono essere state accorpate per scopi di analisi.
• Un processo multifase può essere dotato di buffer interni
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TIPI DI PROCESSO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Buffering: Si riferisce all’immagazzinamento tra fasi,
gli output di una fase vengono collocati in un’area apposita area prima di essere impiegati nella fase successiva
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FASE 1 BUFFER FASE 2
TIPI DI PROCESSO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Se tra due fasi non è presente un Buffer le attività sono direttamente collegate
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FASE 1 BUFFER FASE 2
Possiamo avere problemi dibloking e/o starving
TIPI DI PROCESSO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Bloking si verifica quando le attività di una fase devono interrompersi perché non vi è luogo dove depositare l’articolo appena completato
• Starving si verifica quanto le attività di una fase devono interrompersi perché non vi è lavoro da compiere
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TIPI DI PROCESSO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il limite alle capacità del processo
Il collo di bottiglia
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FASE 1Tempo di esecuzione30 secondi per unità
FASE 2Tempo di esecuzione45 secondi per unità
TIPI DI PROCESSO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Processi per il magazzino - Make to stock
• Processi produttivi su “commessa” - Make to order:
�Le scorte sono ridotte al minimo,
�Ci si attende un periodo relativamente lungo di lavorazione in quanto bisogna completare tutte le attività prima di evadere l’ordine del cliente
• Processi ibridi
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TIPI DI PROCESSO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Ritmo non cadenzato• Ritmo imposto: la scansione cadenzata si
contraddistingue per intervalli di tempo fissi durante il processo
Tempo disponibile per produrre un certo bene
Domanda di quel bene della clientela
Il “ tempo ciclo” necessario per un processo
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TIPI DI PROCESSO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Il “ tempo ciclo” necessario per un processo
Esempio
Se un imprenditore ha bisogno di costruire 1.000 occhiali da sole in un turno della catena di montaggio che risulta attiva per 420 minuti (7 ore), otteniamo un tempo di ciclo è 25,2 secondi per occhiale.
420 minuti/1000 x 60 secondi/minuto=25,2
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TIPI DI PROCESSO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MISURARE LA PERFORMANCE DEI PROCESSI
• Il calcolo delle prestazioni dei processi risulta uno strumento indispensabile posto a supporto di ogni decisione
• Gli indici di prestazione dei processi forniscono ai responsabili di produzione la misura attuale della produttività di un processo e della sua evoluzione nel tempo.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• L’indicatore più comunemente applicato ai processi è il tasso di utilizzo: Tempo di effettivo utilizzo di una risorsa
Tempo teoricamente disponibile allo scopo
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MISURARE LA PERFORMANCE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Produttività: output/input– Produttività totale :
valore monetario dell’output / costo di tutti gli input
– Produttività del singolo fattore:
la quantità di output ottenibile da un assegnato livello di input
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MISURARE LA PERFORMANCE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Rendimento: è il rapporto tra l’output reale (effettivo) di un processo e alcuni parametri standard
Esempio
Produzione standard assegnata: 30 scatole al minuto
Produzione effettiva: 36 scatole al minuto
Rendimento = 120% (36/30)
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MISURARE LA PERFORMANCE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Il tempo di produzione:tempo richiesto per produrre ciascuna unità (*) le
dimensioni del lotto
Tempo di attrezzaggio (set-up) è il tempo richiesto per predisporre una macchina alla produzione di un determinato articolo
Il tempo effettivo di lavorazione
tempo di attrezzaggio + il tempo di produzione
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MISURARE LA PERFORMANCE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il “ tempo ciclo” o
TEMPO DI ATTRAVERSAMENTO (FLOW TIME) comprende il tempo effettivo di lavorazione cui è sottoposta un’unità + il tempo di attesa dovuto al manifestarsi delle code
L’INDICE DI FLUSSO o RAPPORTO DI ATTRAVERSAMENTO è il rapporto fra il tempo di attraversamento totale ed il tempo a valore aggiunto
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MISURARE LA PERFORMANCE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
RIDUZIONE DEI TEMPI DI ATTRAVERSAMENTO
• Eseguire le attività in parallelo
• Modificare la sequenza delle attività
• Ridurre le interruzioni
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: i modelli organizzativi
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Cos’è l’Organizzazione:
• Entità sociale
• Guidate da obiettivi
• Progettata come sistemi di attività deliberatamente strutturati e coordinati che..
• Interagiscono con l’ambiente esterno
Richard L. Daft
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’IMPORTANZA DELLE ORGANIZZAZIONI
• Mettono insieme risorse per raggiungere gli obiettivi ed i risultati desiderati
• Producono beni e servizi in maniera efficiente• Facilitano l’innovazione• Utilizzano moderne tecnologie produttive computer based• Si adattano all’ambiente in trasformazione e lo influenzano• Conciliano le sfide attuali di motivazione, di etica e di
management con l’esigenza di ottenere un maggiore coordinamento delle risorse umane
• Creano valore per gli azionisti, i clienti e i dipendenti
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La definizione di aziendala ritroviamo nell’art. 2555 c.c. che dice:“l’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”.
Concetto d’impresa art. 2082 c.c. “l’impresa è l’esercizio professionale di una attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi”
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CONFIGURAZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE
• NUCLEO OPERATIVO
• TECNO-STRUTTURA
• STAFF DI SUPPORTO
• MANAGEMENT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DIMENSIONI DELLA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA
• DIMENSIONI STRUTTURALI
• DIMENSIONI CONTESTUALI
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DIMENSIONI DELLA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONI STRUTTURALI
- La formalizzazione - La specializzazione - La gerarchia - La centralizzazione- La professionalità - Indicatori del personale
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DIMENSIONI DELLA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA
DIMENSIONI CONTESTUALIDescrivono l’ambiente organizzativo che
influenza e modella le dimensioni strutturali
- La tecnologia
- L’ambiente (Gli elementi esterni all’org.)
- Gli obiettivi e la strategia
- La cultura (insieme di valori fondamentali)
- La dimensione (PMI?)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DIMENSIONE PMI DECRETO del MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
del 18 aprile 2005.Micro Impresa
a) ha meno di 10 occupati,
b) ha un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.
Piccola impresa
a) ha meno di 50 occupati, e
b) ha un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro
Media impresa:
a) hanno meno di 250 occupati, e
b) hanno un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
RISULTATI
• DIMENSIONI STRUTTURALI• DIMENSIONI CONTESTUALI
RISULTATI DI PERFORMANCE
�EFFICACE
�EFFICIENTE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
�Indica i rapporti di dipendenza formale
�Identifica il raggruppamento di individui in unità organizzative
�Comprende la progettazione che assicurano comunicazione e coordinamento
Frameworkstrutturale, o
Gerarchia verticale
Schemi di interazioni tra dipendenti
Struttura orizzontale
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LA GESTIONE DELL’INFORMAZIONE
INFORMAZIONE
VERTICALE
�INFORMAZIONE ORIZZONTALE
PROGETTATI PERIL CONTROLLO
PROGETTATI PER IL
COORDINAMENTO, LA COLLABORAZIONE
E LA COMUNICAZIONE
�Learning organizzation
CONTATTO DIRETTO
TEAM
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L’ORGANIGRAMMA
Rappresentazione visiva di un sistema di attività e di processi fondamentali di un’organizzazione
AMM. DELEGATO
DIRETTORE RISORSE UMANE
VICE PRESIDENZA PRODUZIONE
VICE PRESIDENZA FINANZA
CAPO CONTABILE
ANALISTA DIBUDGET
SOVRINT. STABILIMEN
TO
SOVRINT. MANUTENZIO
NE
FORMAZIONEAMMINISTRATO
RE BENEFIT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL MODELLO GERARCHICO:
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• Gerarchico puro o tradizionale
• Gerarchico funzionale
• Line staff
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PROGETTAZIONE PRODUZIONE VENDITE MARKETING AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE GENERALE
DIREZIONIDI FUNZIONI
SERVIZI
DIPARTIMENTI
SEZIONI
Gerarchicopuroo tradizionale
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PRINCIPI DEL MODELLO GERARCHICO PURO
� AUTORITA’, RESPONSABILITA’ E COMPETENZA AL VERTICE DELL’ORGANIZZAZIONE;
� FUNZIONI DELEGATE IN BASSO (PRINCIPIO DI DELEGA);
� IN CASO DI DIFFICOLTA’ IL PROBLEMA TORNA AL LIVELLO DI COMPETENZA SUFFICIENTE PER RISOLVERLO (PRINCIPIO DI ECCEZIONE);
� CIASCUNO DEVE SAPERE DA CHI PRENDERE ORDINI (UNITA’ DI DIREZIONE)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
VANTAGGI DEL MODELLO GERARCHICO
' maggiore facilità nell’elaborazione di budget e cost control;
' miglior controllo tecnico e sul personale:
' flessibilità nell’utilizzo della forza lavoro;
' copertura di un elevato spettro di specializzazioni;
' standardizzazione e comprensione di politiche, procedure e responsabilità;
' miglior controllo sul personale
' canali di comunicazione ben definiti
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MODELLO GERARCHICO FUNZIONALE
PRODUZIONE MARKETING AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE GENERALE
DIREZIONIDI FUNZIONI
SEZIONI
COORDINATOREDI PROGETTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
PRINCIPI DEL MODELLO GERARCHICO FUNZIONALE
4 CRITERIO DI COMPETENZA: LA COMPETENZA NON È DELEGATA DAL TOP, MA DA ESSO SOLO CONTROLLATA E COORDINATA.
4 INTEGRAZIONE PRODOTTO/PROGETTO CON L’ISTITUZIONE DI UN COORDINATORE DI PROGETTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• I conflitti: – Tra i dipartimenti nello svolgimento di attività
interdipendenti
– All’interno del dipartimento stesso dovuto all’aumento dello status e di potere del coordinatore.
• Task force di progetto/prodotto:– Confluiscono i rappresentanti di ciascun
dipartimento funzionale
20
PRINCIPI DEL MODELLO GERARCHICO FUNZIONALE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SVANTAGGI DEL MODELLO GERARCHICO FUNZIONALE
4 NESSUN INDIVIDUO HA LA RESPONSABILITA’ DIRETTA DELL’INTERO PROGETTO
4 NON SI CREA NESSUNA SINERGIA ORIENTATA AL PROGETTO
4 COORDINAMENTO PROBLEMATICO
4 COMUNICAZIONE DIRETTA NON ATTIVATA
4 RISPOSTE LENTE AI CLIENTI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
STRUTTURA LINEA -STAFF
PROJECT MANAGER
A B
CAPO DIVISIONEDIVISIONI
DIPARTIMENTIFUNZIONALI
SVINCOLATO DAL
CAPO FUNZIONALE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FUNZIONI DEL PROJECT MANAGER
4 MANTENERE IL MONITORINGDELLE ATTIVITA’ RIFERENDO AL CAPO DIVISIONE
4 ASSEGNARE COMPITI A PERSONE DEL DIPARTIMENTO FUNZIONALE, ESERCITANDO IL CONTROLLO, SENZA INTERFERENZE CON IL CAPO FUNZIONALE
IL PROJECT MANAGER E’ SVINCOLATO
DELL’INFLUENZA DEL CAPO FUNZIONALE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fine della lezione
24
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: i modelli organizzativi
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MODELLO DIVISIONALE
Direzione di
Prodotto/progetto
Funzioni
Direttore generale
Prod. Ao PM 1
Prod. Bo PM 2
Prod. Co PM 3
Eng. Prod.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CARATTERISTICHE DEL MODELLO DIVISIONALE
• la separazione
• la differenziazione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
VANTAGGI DELMODELLO DIVISIONALE
4 AUTORITA’ DEL PROJECT MANAGER SUGLI ELEMENTI DEL PROGETTO
4 GRANDE LIVELLO DI COMUNICAZIONE
4 IL PROJECT MANAGER DIVENTA UNICA INTERFACCIA COL CLIENTE ESTERNO
4 FLESSIBILITA’ NECESSARIA PER IL CONSEGUIMENTO DEL PROGETTO
4 LEALTA’ E PARTECIPAZIONE DA PARTE DEL PERSONALE
4 MOTIVAZIONE DEI DIRIGENTI
4 OTTIMA REATTIVITA’ AL FATTORE TEMPO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SVANTAGGI DELLA STRUTTURA DIVISIONALE
4 DUPLICAZIONI DI SFORZI E INEFFICIENTE USO DELLE RISORSE UMANE
4 IL COORDINAMENTO DEI PROGETTI DEVE ESSERE EFFETTUATO A LIVELLO ELEVATO
4 SCARSO TRASFERIMENTO DI KNOW-HOW
4 MANCANZA DI UN FORTE GRUPPO FUNZIONALE
4 PERSONALE IN STAND-BY FINO A NUOVA ASSEGNAZIONE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Microsoft• Fondata nel 1975
• Struttura funzionale
• In poco TEMPO diventerà una delle aziende più redditizie al mondo
• Aumento delle dimensioni (lenta e rigida)
• Creazione di sette divisioniVideo Game and
X -BOX
Server Software Group
Mobile Software Group
Office Software Group
Windows Group
Business Software Group
MSN Internet Group
DIRETTORE DI PROGETTOLIBERTA’ DI DECISIONE E DI BUDGETOBIETTIVI FATTURATO E PROFITTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Microsoft
• Perdita delle economie di scala
• Le linee di prodotto vengono separate
• Preoccupazione che i prodotti possano entrare in conflitto tra di loro
“dobbiamo ricordare continuamente a noi stessi che lavoriamo per la stessa azienda”
(Dirigente della Johnoson & Johnoson)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MODELLO A MATRICE
PRODUZIONE MARKETING FINANZA
DIRETTORE GENERALE
PM1
PM2
PM3
PROGETTI
FUNZIONI ALTRO
resp
.fu
nzio
nale
responsabilita’ progetto
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Ricorrere all’organizzazione a matrice
• Output aziendale è complesso e con breve ciclo di vita;
• progetti a forte dose innovativa e con tempi ristretti;
• necessità di aggiornamento di diversi sofisticati skills professionali;
• rapidi cambiamenti della domanda.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
VANTAGGI DELLA STRUTTURA A MATRICE
4 EFFICACE COORDINAMENTO DEL PROGETTO SENZA RINUNCIARE ALL’EFFICIENZA TIPICA DELLE STRUTTURE PLURIFUNZIONALI
4 ELEVATO GRADO DI FLESSIBILITA’
4 IL PROJECT MANAGER MANTIENE IL CONTROLLO DEL PROGETTO
4 POSSIBILITA’ DI UTILIZZO DEL PERSONALE TRA PROGETTO E FUNZIONE
4 RAPIDITA’ DI RISPOSTA AI CAMBIAMENTI DI MERCATO
4 POSSIBILITA’ DI CARRIERA DEL PERSONALE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SVANTAGGI DELLA STRUTTURA A MATRICE
4 POSSIBILITA’ DI DUPLICAZIONI DI SFORZI
4 COMPLESSITA’ DELLE DEFINIZIONI DELLE POLITICHE E PROCEDURE ALL’INIZIO DEL PROGETTO
4 AL CAPO FUNZIONALE RIMANE IL COMPITO DI STABILIRE LE PRIORITA’ PER L’ASSEGNAZIONE DELLE PROPRIE RISORSE TRA I VARI PROGETTI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DPM - Direttore dei Project ManagersNelle aziende di grandi dimensioni e con numerosi progetti si rende necessario istituire la figura del Direttore dei Project Managersavente responsabilità di:
• coordinamento e supporto dei progetti;
• integrazione di: – Project Management,
– gruppi funzionali,
– alta direzione.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL MODELLO RETICOLARE
�RETE ATTIVA TRA NODI CONTIGUI �STRUTTURA UNIFORME
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Sfide della complessità
impresa
clienti tecnologie
concorrenza
Contesto sociale
personale
14
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Sfide della complessità
FARE SAPERE INTERNO
FAR FARE
SAPERE ESTERNO
15
ACCENTRAMENTO
DECENTRAMENTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’ORGANIZZAZIONE RETICOLARE HOLDING
CHE CONTROLLA MODELLI DIVERSI
� IMPRESA CENTRALE E “POLI OPERATIVI”
� centri di profitto indipendenti
� società distaccate
� concessione di licenze
� semplice intermediazione
� MACRO-IMPRESA
� socità integrate
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
AMMINISTRATORE DELEGATO
Steve jobs
APPLE
AMERICA
CANADA
AMERICA LATINA
APPLE EUROPA APPLE PACIFICO
ASIA
AUSTRALIA
GIAPPONE
-Raggruppamento costituito dagli utenti/clienti dell’organizzazione
-Le unità Nazionali garantiscono la riconoscibilità del marchio
-Le unità regionali controllano le attività e prendono le decisione
RETICOLO GLOBALE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LEAN MANAGEMENT
4 DINAMICA DEL CAMBIAMENTO TECNOLOGICO
4 AMPLIAMENTO DELLA COMPETIZIONE E DELLA CONCORRENZA
4 CRESCENTE INTERCONNESSIONE DEI MERCATI
4 ALTERAZIONE DEGLI EQUILIBRI POLITICI E SOCIALI MONDIALI
GENESI DEL CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CONSEGUENZE DEI CAMBIAMENTI NEL COMPORTAMENTO DI CONSUMO
� PROCESSO PROGRESSIVO DI FRANTUMAZIONEDELLA STRUTTURAORGANIZZATIVA
� ESTERNALIZZAZIONE;
� DECENTRAMENTOPRODUTTIVO
�AGGREGAZIONE ORIZZONTALE DI RUOLI EFUNZIONI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Schema del Lean Management
Modello gerarchico Lean Management
Unità di competenza
Unità di progetto
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ORGANIZZAZIONE OLONICO -VIRTUALE
“Insieme di unita’ operative autonome (piccole aziende o parti di azienda) che agiscono in modo integrato ed organico, nell’ambito di un sistema a rete di tipo olonico per realizzarsi di volta in volta come catena del valore piu’ adatta per il
business.”
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Configurazione dell’impresa olonico-virtuale
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Configurazione dell’impresa olonico-virtuale
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Vantaggi dell’impresa olonico-virtuale
• Ripartizione dei costi e dei rischi delle attività connesse alla ricerca e sviluppo;
• maggiore capacità di accumulazione di conoscenza relativa a: prodotti, tecnologie, mercati;
• possibilità di utilizzare la conoscenza acquisita per sfruttare opportunità di business locali;
• miglioramento della rapidità di risposta agli stimoli di mercato;
• aumento di flessibilità del sistema produttivo;
• diminuzione dei costi di marketing e approvvigionamento;
• miglioramento della qualità del prodotto/servizio;
• aumento della capacità di personalizzazione dei prodotti.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
�Mai come nell’ITC l’innovazione di processo richiedetrasformazioni dinamiche che vedono oggi l’affermarsi di nuoviModelli organizzativi a Struttura leggera
�Media Company
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fine lezione
26
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Gestione della produzione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LA GESTIONEDELLA PRODUZIONE
�Pianificazione
�Programmazione
�Controllo
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 3
Lungo
periodo
Breve
Informazione disaggregata Informazione aggregata
LA GESTIONEDELLA PRODUZIONE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I PIANI DI PRODUZIONE• Il piano strategico aziendale
• Piano finanziario
• Piano della R&S
• Il piano di produzione
• Il piano strategico della produzione
• Il piano aggregato: • Livello di impegno del personale
• La creazione delle scorte
• Subappalto
• L’investimento
• Il piano di produzione principale
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il piano di produzione principaleZONA 1 ZONA 2 ZONA 3
Definizione delprogramma generale di produzione
PRODOTTIFINITI
FAMIGLIE DI PRODOTTI
TOTALE DELLA
FABBRICA
Dati richiesti dal sistema
Prodotti finiti, distinta materiali
tradizionali, percorsi dettagliati
Distinte materiali di famiglie,
distinte di lavoro
Tassi di consumomedio di materiali
e lavoro
Informazionigenerali
Programmi dettagliati di produzione
Approvv. di articoli con tempi
lunghi
Programmi di approvv. materie
prime
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Previsione della domanda
Aggregazione: eventi diversi vengono considerati non distinguibili, quindi equivaenti.
�Tempo
�Prodotto
6
Aggregazione nel tempo
Agg
rega
zion
edi
prod
otto
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Quantitative:• Serie stroriche• Modelli causali
• Qualitative:• Meodo Delphi
7
Tecniche di previsione: quantitative e qualitative
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Tecniche di previsione: Quantitative
Serie storiche: – Regole semplici
– Identificazione e scomposizione del trend
– Utilizzo ponderato dei consuntivi di rendita recenti
» Media mobile (Pt=0,5 Vt-1 + 0,3*Vt-2+0,2Vt-3)
» Attenuazione esponenziale
» Filtri adattivi
» Box-Jenkins
» I modelli causali
8
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Modelli causali:
–I modelli di regressione
–I Modelli di regressione a equazioni multiple (modello econometrico)
9
Tecniche di previsione: Quantitative
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Metodo Delphi:
−Questionari
−Ricerche di mercato
−Giudizio collettivo
−Stime di operatori
−Analogia storica
10
Tecniche di previsione: Qualitative
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Quantitative:• Serie stroriche• Modelli causali
• Qualitative:• Meodo Delphi
11
Tecniche di previsione: quantitative e qualitative
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Gestione della produzione2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gestione degli imprevisti nel piano principale di produzione
�Overplanning: aumento della quantità da produrre nel piano principale�Eccesso di scorte
�Eccesso di capacità
�Benefici �Diminuzione delle giacenze di magazzino
�Miglior livello di servizio
�Miglior livello di efficienza
�Equilibrio nello stabilimento produttivo
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gestione degli imprevisti nel piano principale di produzione
Distinta base + Distinta di pianificazione
Distinta di pianificazione: è un raggruppamento “di comodo” di articoli usato per facilitare il programmatore della produzione nella quale vengono compresi prodotti finiti, componenti e materie prime
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I caratteri del piano principale di produzione
• Previsioni
• Overplanning
• Zone temporali
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 5
molticomponentiin ingresso
pochiprodottifiniti
pochicomponentiin ingresso
moltiprodottifiniti
molticomponentiin ingresso
moltiprodottifiniti
I caratteri del piano principale di produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Stabilisce– Dove deve essere effettuata la lavorazione
– Le quantità da lavorare
– I tempi di produzione delle singole parti
• È necessario− Interpretare il mercato
− Distribuire le risorse
− Distribuire ritardi ed anticipi di produzione
− Prevedere una flessibilità della produzione
6
I caratteri del piano principale di produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Informazioni necessarie: – Distinta di base
– Ciclo di lavorazione
– Commesse e/o previsioni sugli ordini
– Modifiche in itinere
– Programmazione della capacità produttiva
– Gestione delle scorte
– Tempo macchina
7
I caratteri del piano principale di produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• È efficace nel breve termine se: – Rispecchia la realtà produttiva
– È massima la saturazione delle risorse
– Presenta un margine di flessibilità
– C’è Feed back informativo
8
I caratteri del piano principale di produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Project ManagmentGestione del processo
Progetto e processo produttivo
Programmazione (Aziende che operano su commessa)
�Metodologie
�Organizzazione
�Informatica
9
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Project Managment
Il processo di pianificazione Analisi dell’ambiente
10
Variabil interne:�Capacità delle persone�Disponibilità delle risorse�Previsioni di vendita
Variabil eseterne:�Situazione politica/economica�Quadro tecnologico�Caratteristiche di settore�situazione competitiva�Situazione dei mercati
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Ciclo di vita di un progetto:
• Fattibilità
• Realizzazione
• Esercizio
• Smantellamento
11
Project Managment
Controllo:• Cosa fare
• Come
• Quando
• A quale costo
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Tecnica di Gantt• Work Breakdown Structure
• Tecniche reticolari
• Schedulazione
• Curve ad S (curve di costo)
12
Tecniche di pianificazioneProject Managment
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 13
Project Managment Gantt
Ganttdiagramma
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Tecnica di Gantt
• Work Breakdown Structure• Tecniche reticolari
• Schedulazione
• Curve ad S (curve di costo)
14
Tecniche di pianificazioneProject Managment
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Work Breakdown Structure
15
Progetto100
20
20
Livello 0
Livello 1
Livello 2
Livello 3 20
60
40 20
30 10 20
20
20
20
Tecniche di pianificazioneProject Managment
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Tecnica di Gantt
• Work Breakdown Structure
• Tecniche reticolari• Schedulazione
• Curve ad S (curve di costo)
16
Tecniche di pianificazioneProject Managment
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Tecniche reticolari(Teoria dei grafi per la rappresentazione)
• Analisi del processo
• Informazioni riguardanti legami con le attività
• Calendarizzazione delle attività
• Valutazione e revisione calendario
Principali tecniche reticolari:
� C.P.M. (Critical Path Method)
� M.P.M. (Metra Potential Method)
� P.E.R.T. (Program Evaluation and Review Tecnique)
� G.E.R.T. (Graqhical Evaluation and Review Tecnique)
17
Project Managment
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Tecniche reticolari C.P.M.(Critical Path Method)
Reticolo logico a rappresentazione Frecce e Nodi o Arrow:
1. Suddivisione del progetto nelle attività significative
2. Ciascuna attività ha un inizio ed una fine
3. Si stabiliscono i legami tra gli eventi
4. Si procede alla stima della durata di ciascuna attività
5. Si impongono eventuali vincoli di date
Risultati
� Durata totale del progetto
� Cammino critico
18
� Scorrimenti
� Date di inizio
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 19
Tecniche reticolari C.P.M.
21 3
7
4
65
Limiti:�Operazioni in serie o in parallelo�Non tiene conto dei tempi di attesa
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Tecniche reticolari: M.P.M. Le differenze rispetto al C.P.M:
• Nodo
• Arco
• Maggiore flessibilità
• Possibilità di inserire ritardi
• Sovrapposizioni
20
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Tecniche reticolari: P.E.R.T.
• Quando le attività hanno durata incerta
• Definizione per ogni attività di: – Una durata normale
– Una durata minima
– Una durata massima
• Il livello di rischio accettabile nel sottoscrivere un impegno contrattuale di durata definita
21
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Tecniche reticolari: G.E.R.T.
Tratta le situazioni che presentano incertezza dal punto di vista della Durata-costo e della Realizzazione
Misura globale dell’incertezza• Lancio di un nuovo prodotto
• Progetto di ricerca
• Controllo di qualità
• Realizzazione di u impianto
22
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Tecnica di Gantt
• Work Breakdown Structure
• Tecniche reticolari
• Schedulazione• Curve ad S (curve di costo)
23
Tecniche di pianificazioneProject Managment
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Minimizza il divario
tra fabbisogno del progetto e disponibilità aziendale
Vincoli imposti:
• Temporali (tempi fissi)
• Quantitativi (rsorse fiesse)
24
Project Managment Schedulazione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Tecnica di Gantt
• Work Breakdown Structure
• Tecniche reticolari
• Schedulazione
• Curve ad S (curve di costo)
25
Tecniche di pianificazioneProject Managment
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
accerta i costi evidenziando quanto l’eventuale maggiore costo è imputabile all’aumento dei prezzi e quanto è imputabile alla diminuzione delle rese delle risorse– Efficienza dei costi
– Efficienza dei tempi
26
Project Managment Curve ad S (curve di costo)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Gestione dei materiali
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La pianificazione dei materiali
� predisporre risorse critiche
� adeguare la capacità produttiva alla domanda
2
�tipo e quantità dei materiali
�tempi di approvvigionamento e
produzione
�fattibilità del piano di produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• TIPOLOGIA DEI MATERIALI:
• A domanda indipendente– Gestione a scorta
• A domanda dipendente– Gestione a fabbisogno
3
La pianificazione dei materiali
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La pianificazione dei materiali: Gestione a scorta
I presupposti per la gestione a scorta sono:
• Entità massima della scorta
• Punto di riordino
• Quantità da riordinare
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 5
Giacenza media
€
Costo Totale ScorteC.T.S.
Costo di mantenimento
Costo di emissione
La pianificazione dei materiali: Gestione a scorta
•Metodi anticipatori•Metodi non anticipatori
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 6
• Metodi anticipatori
• Metodi non anticipatori
�Dimensione del lotto diriordino
�Intervallo temporale traun ordine ed il successvo
Metodi a tempo fisso :•controlli periodici•ordini a cadenza costante•ordini a quantità variabili
La pianificazione dei materiali: Gestione a scorta
Metodi a quantità fissa•controlli costanti•ordini a scadenza variabile•ordini a lotti economici
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 7
Giacenza media
€
Costo Totale ScorteC.T.S.
Costo di mantenimento
Costo di emissione
EOQ
EOQ: lotto economico oeconomic order quantity
La pianificazione dei materiali: Gestione a scorta: Metodi a quantità fissa di riordino
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 8
Scorte
giorni
Emissione ordine
Consegnaordine
20 40 60
Scorte medie
q1
Consumi certi/costanti
La pianificazione dei materiali: Gestione a scorta: Metodi a quantità fissa di riordino
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 9
Variabilità della domandaLivello delle giacenze
tempo
Livello di riordino
Lead time di approvvigionamento
Scorta disicurezza
La pianificazione dei materiali: Gestione a scorta: Metodi a quantità fissa di riordino
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Fisse:il periodo di riordino
• Variabili: le dimensioni del lotto
10
La pianificazione dei materiali: Gestione a scorta: Metodi a tempo fisso di riordino
POQ: Periodic Order Quantity
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La pianificazione dei materiali:Gestione a fabbisogno
MRP – I (Material Requirement)Obiettivo:
• Riduzione delle scorte
• Aumento del livello di esercizio e della produttività
• Riduzione degli acqusti
11
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Informzioni per l’attivazione del MRP –I:- Piano di produzione del prodotto finale
- Distinta di base
- Livello attuale delle scorte
- Tempo di approvvigionamento
- Programma di assemblaggio
- Lancio in ordine ai singoli centri di produzione
- Costi standard
Aggiornamento continuo o periodico
12
MRP – I (Material Requirement)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Il Piano MPR è diretto:
• Agli acquisti ed ai reparti di lavorazione interna
• Alla pianificazione della capacità produttiva
• Al piano di produzione principale
13
MRP – I (Material Requirement)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il controllo della produzione
• Assemblaggi accurati
• Informazione sullo stato delle ordinazioni, dei materiali e del processo produttivo
• Comunicazione ai manager ed ai lavoratori
• Indicazioni delle priorità
14
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Gestione dei materiali
• Programmazione della produzione
Strumenti di controllo:
- Controllo delle priorità
- Controll della capacità
- Controllo dell’allocazione delle risorse
15
Il controllo della produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CONTROLLO DELLE PRIORITA’
RAGIONI ESTERNE
�NUOVE ESIGENZE DEI CLIENTI;
�PERDITA O SCARTO DI COMPONENTI;
�ERRATE FORNITURE DI COMPONENTI;
�NUOVE NORME DI SICUREZZA.
�ERRATE FORNITURE DEI COMPONENTI;
RAGIONI INTERNE
�CICLO DI LAVORAZIONE NON CORRETTO;
�SCARTI ECCEDENTI LE PREVISIONI
�DIFETTOSITA’ ELEVATE;
�DIMENSIONAMENTO DEI LOTTI ERRATO;
�SMARRIMENTO ORDINI.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE TECNICHE PIU’ UTILIZZATE PER IL CONTROLLO DEGLI AVANZAMENTI SONO
�DISPATCHING, indicato per produzioni non ripetitive (logica push);
�KANBAN o cartellino, indicato per produzioni ripetitive (logica pull);
�SYNCRO-MRP, indicato per produzioni semiripetitive (logica push-pull).
CONTROLLO DELLE PRIORITA’
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Gestione dei materiali 2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strumenti di controllo:
- Controllo delle priorità
- Controllo della capacità
- Controllo dell’allocazione delle risorse
2
Il controllo della produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE TECNICHE PIU’ UTILIZZATE PER IL CONTROLLO DEGLI AVANZAMENTI SONO
�DISPATCHING, indicato per produzioni non ripetitive (logica push);
�KANBAN o cartellino, indicato per produzioni ripetitive (logica pull);
�SYNCRO-MRP, indicato per produzioni semiripetitive (logica push-pull).
CONTROLLO DELLE PRIORITA’
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DISPATCHING�CONSISTE NELL’APPRONTARE UNALISTA DELLEPRIORITA’ (DISPATCH LIST) PER OTTIMIZZARE, ADESEMPIO, L’UTILIZZO DEGLI IMPIANTI.
�TALE METODOLOGIA PRESCINDE DALLERICHIESTE DEI CENTRI A VALLE, MA SI BASASULLA FISSAZIONE DI ALCUNI PARAMETRI (AD ES.,LA DATA DI CONSEGNA) ED AUTORIZZA LAMOVIMENTAZIONE DEI MATERIALI DALMAGAZZINO AL PRIMO CENTRODI PRODUZIONE EPOI A QUELLO SUCCESSIVO SECONDO LA LISTADELLE PRIORITA’.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
KANBAN• Il sistema Kanban, introdotto in Giappone dallaToyota
• Gestito con logica di tipo pull (tirare)
•Viene definito come una tecnica di controllo dellaproduzione estremamente semplificata che puo’ farfronte a variazioni di produzione autoregolando illavoro nei reparti.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
KANBAN Le funzioni principali nel controllo di processo:
- Un cartellino di identificazione
- Un cartellino di istruzione di operazione
- Un cartellino trasporto
Nella Cassetta vengono deposti i kanban erappresenta la lista degli approvvigionamentinecessari a rispristinare le scorte di Materie Prime
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CARATTERISTICHE DEL KANBAN
•In ogni centro di lavoro sono collocate le cassette per raccogliere i kanban-prelievo ed i kanban-produzione.
•Il numero e il tipo di kanban determina l’esatto quantitativo e la tipologia deipezzi da produrre o approvvigionare.
•I contenitori delle scortea monte hanno tutti attaccato un kanban-prelievo;
– il centro di lavoro preleva uncontenitore, stacca il kanban corrispondente elo depone nella apposita cassetta che rappresenta la lista degliapprovvigionamenti necessari a ripristinare le scorte di materie prime.
•I contenitori delle scorte diprodotti finiti hanno ciascuno un kanban-produzione che viene staccato ed inserito nella cassetta corrispondente;
– il contenitore viene prelevato per essere portato al centro di lavoro a valle
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CONDIZIONI PER LA REALIZZAZIONE DEL KANBAN:
8
� PRODUZIONE STANDARDIZZATA
� RIDUZIONE DEI TEMPI DI ATTREZZAMENTO E RIATTREZZAMENTO
� STANDARDIZZAZIONE DEI CICLI DI LAVORO
� LAYOUT DEGLI IMPIANTI
� CONTROLLO AUTONOMO DEI DIFETTI (JIDOKA)
� AUTOMAZIONE FLESSIBILE
� MIGLIORAMENTO DEL LAVORO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
“REGOLE DEL KANBAN”
� LA FASE DI LAVORO A VALLE DEVE PRELEVARE SOLO I PEZZI NECESSARI
� LA FASE DI LAVORO A MONTE DEVE PRODURRE SOLO NELLE QUANTITA’ RITIRATE DALLE FASI A VALLE
� I PEZZI DIFETTOSI NON DEVONO AVANZARE
� IL NUMERO DI KANBAN DEVE ESSERE RIDOTTO AL MINIMO
9
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DIFFERENZA TRA KANBAN E DISPATCHING
• L’assegnazione delle priorità nel kanban è stabilita e determinata dagli stessi kanban-produzione, secondo la logica pull, i materiali vengono tirati dal centro a monte a quello a valle.
• Non è necessario un ufficio per lo schedulig ed il dispatching
• Non esiste la necessità di fare previsioni esatte per coordinare i flussi di lavorazione
• Non esiste la necessità di controllare l’avanzamento della produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SYNCRO-MRP
SISTEMA MISTO CHE SI BASA SULLA PREPARAZIONE DI UN PROGRAMMA “MASTER”
�AI CENTRI DI LAVORAZIONE RIPETITIVA IL SISTEMA FORNISCE I CARTELLINI (SYNCRO)
�AI CENTRI DI LAVORAZIONE JOB-SHOP IL SISTEMA FORNISCE UNA DISPATCH-LIST
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strumenti di controllo:
- Controllo delle priorità
- Controllo della capacità
- Controllo dell’allocazione delle risorse
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Il controllo della produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CONTROLLO DELLA CAPACITA’ PRODUTTIVA
• Permette di verificare se i centri di lavorazione sono ingrado di soddisfare la capacita’ pianificata.
• Consente di conoscere se un piano di produzione èfattibile, occorre procedere ad una previsione del carico dilavoro che la capacità disponibile dovrà sopportare
• Il carico previsto viene confrontato con la capacita’disponibile, in modo da rilevare la quota disovrautilizzazione o di sottoutilizzazione di ogni centrodilavoro.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strumenti di controllo:
- Controllo delle priorità
- Controllo della capacità
- Controllo dell’allocazione delle risorse
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Il controllo della produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il controllo dello scheduling: - La programmazione a capacità infinita
- La programmazione a capacità fininta
Problematiche�Elevato numero di soluzioni alternative
�Difficoltà di valutazione delle alternative
�Presenza di fenomeni aleatori
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CONTROLLO DELL’ALLOCAZIONE DELLE RISORSE: SCHEDULING
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE TECNICHE COMPUTAZIONALI IMPIEGATE
� la simulazione
� i metodi quantitativi
-La programmazione lineare
-Tecniche reticolari
-La programmazione dinamica
� l’intelligenza artificiale
CONTROLLO DELL’ALLOCAZIONE
DELLE RISORSE: SCHEDULING
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 17
CONTROLLO DELL’ALLOCAZIONE
DELLE RISORSE: SCHEDULING
STRUMENTI VISIVI DI CONTROLLO:Introdotti da H.Gantt ai primi del 1900 e sono:� il controllo diagonale;� il controllo a colonna.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Obiettivo:
� Rendere massimo il tasso di utilizzo delle macchine e delle risorse umane
�Rendere massimi i tempi di attraversamento
Il controllo delle scheduling
Programmazione a capacità infinita
Programmazione a capacità finita
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CONTROLLO DELL’ALLOCAZIONE
DELLE RISORSE: SCHEDULING
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: La gestione secondo le logiche push and pull, JIT e MRP-II
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LEAD TIME
Il lead time aziendale rappresenta il periodo di tempocompreso tra l’inizio della prima attività e la finedell’ultima attività di un ciclo di produzione
Un buon lead time consente: .
• di rimanere competitiva nei confronti della concorrenza
• di ridurre i costi di produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Delivery time e Production time
• Delivery time: tempo di consegna
• Production time: tempo di produzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LEAD -TIME
LEAD TIME DI LEAD TIME DI
APPROVV. LAVORAZIONE
LEAD TIME DI LEAD TIME DI LEAD TIME DI
PROGETTAZIONE PRODUZIONE DISTRIBUZIONE
PROGRAMMAZIONE (PRODUCTION TIME) (DELIVERY TIME)
PREPARAZIONE
LEAD TIME TOTALE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
TECNICHE DI GESTIONE DELLA PRODUZIONE
• GESTIONE PUSH-PULL
• MRP-II
• JUST IN TIME
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
GESTIONE PUSH E PULL
PULL (TIRARE): compiere un’azione su richiesta (sistema reattivo)
PUSH (SPINGERE): compiere un’azione in anticipo rispetto al fabbisogno (sistemaattivo o di pianificazione)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LOGICA PULL
IN UNA GESTIONE A LOGICA RIGOROSAMENTE PULL, L’INGRESSO DEI MATERIALI IN FABBRICA NON E’ ANTICIPATO RISPETTO AGLI ORDINI, MA I MATERIALI VENGONO TIRATI IN FABBRICA DAGLI ORDINI IN PORTAFOGLIO; LA PRODUZIONE E’ REGOLATA DAI FABBISOGNI DEI PROCESSI A VALLE DEL PROCESSO PRODUTTIVO.
Il tempo di consegna, D-time (Delivery time),è maggiore o al limite uguale al P-time (Production time), quindi
P/D 1
Tempo di consegna (D)
Tempo di produzione (P)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LOGICA PUSHNELLA LOGICA A GESTIONE PUSH, L’INGRESSO DEI MATERIALI IN FABBRICA E’ ANTICIPATO RISPETTO AGLI ORDINI PER GARANTIRE :
� IL TEMPO DI CONSEGNA RICHIESTO DAL MERCATO;
� L’AVANZAMENTO DELLA PRODUZIONE E’ REGOLATO SULLA BASE DELLE PREVISIONI DEI FABBISOGNI
� UN CONSEGUENTE PIANO DI SINCRONIZZAZIONE DEI REPARTI IN CASCATA.
Nei sistemi a logica push il piano principale di produzione si estende per un orizzonte temporale pari al tempo di produzione. Il P-time è maggiore del D-time, quindi:
P/D 1
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LOGICA PUSHP-TIME
D-TIME PRODUZIONE SU PREVISIONE
PIANO PRINCIPALE DI PRODUZIONE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
P-TIME GESTIONE ORDINI
PIANO PRINCIPALE DI PRODUZIONE
LOGICA PULLD-TIME
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LOGICHE PUSH/PULL A CONFRONTO
� LOGICA PULL: D > P QUINDI P/D < 1� LOGICA PUSH: P > D QUINDI P/D > 1
NELLA REALTA’ ESISTONO SISTEMI MISTI PUSH-PULL
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
GESTIONE “MISTA” PUSH-PULL
• In genere le prime fasi del processo vengono gestite in logica push
• le fasi finali del processo vengono gestite in logica pull
Il punto di transizione tra le due logiche prende il nome di cerniera ed ha la funzione di elemento di disaccoppiamento tra le fasi a valle in logica pull e le fasi a monte in logica push.
Nella pratica la cerniera e’ un magazzino di semilavorati (buffer di scorte) opportunamente dimensionato.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 13
molti componentiin ingresso
pochiprodottifiniti
pochi componentiin ingresso
moltiprodottifiniti
molti componentiin ingresso
moltiprodottifiniti
P time
D time
CERNIERA
Dal punto di vista temporale, la cerniera viene collocata nell’istante P-D.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
In relazione al numero delle varianti di articoli da gestire, si hanno le tre
forme di riferimento:� A CONO ROVESCIATO: MOLTI COMPONENTI(materie prime) IN
ENTRATA E POCHI ARTICOLI (prod. finiti) IN USCITA (es. cantiere navale);
� A CONO: POCHI COMPONENTI IN ENTRATA E MOLTI IN USCITA (es. cartiera);
� A CONI AFFACCIATI: POCHI COMPONENTI IN ENTRATA E MOLTI ARTICOLI IN USCITA, MA CON UNA DIMINUZIONE DI COMPONENTI (STROZZATURA) IN UNA CERTA POSIZIONE DEL FLUSSO PRODUTTIVO (es. automobili).
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La gestione MRP-II
Il sistema MRP II (Manufacturing Resource Planning) è un sistema di gestione della produzione a logica integrata nel contesto aziendale.
Si tratta di un sistema di pianificazione, programmazione e controllo di tutte le risorse.
Rappresenta una filosofia di gestione che spinge a mutare le tecniche e le modalità con cui si assumono le decisioni in produzione.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il sistema MRP-II si compone di cinque fasi operative:
• SOP: Sales and Operations Planning (piano aggregato);
• MPS: Master Production Scheduling (piano principale di produzione);
• MRP-I: Material Requirements Planning (pianificazione dei fabbisogni di materiale);
• CRP: Capacity Requirements Planning (pianificazione dei fabbisogni di capacità);
• SFC: Shop Floor Control (controllo delle priorità e delle capacità).
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Rapporto
MRP I, MRP II, ERP
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
JUST IN TIME(JIT)
Tecnica sviluppata dalla Toyota Motor Compani negli anni ‘50
“al tempo giusto” oppure “al tempo designato”
Ogni processo doveva essere alimentato:
�Con i componenti richiesti
�Al tempo richiesto
�Nella quantità richiesta
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
JUST IN TIME(JIT)
Nell’approccio di innovazione organizzativa, il JIT viene
guardato come una filosofia aziendale, tendente al
miglioramento dell’efficienza della produzione attraverso
le leve:
•della lotta indiscriminata agli sprechi;
•del miglioramento continuo dei processi esistenti.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Nell’interpretazione innovativa gestionale il JIT viene visto come un insieme di tecniche per la gestione del sistema
produttivo attraverso:
• interventi di ingegneria di prodotto e di processo;
• interventi di programmazione e controllo della produzione;
• interventi di gestione e valorizzazione della risorsa lavoro e dei fornitori; quali presupposti per i requisiti di:
– produttività;
– flessibilità;
– qualità;
– servizio.
JUST IN TIME(JIT)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Le tecniche del JIT si riferiscono a cinque aree:
• del prodotto;
• del processo;
• della gestione;
• dell’organizzazione del lavoro;
• dei fornitori.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gli obiettivi del JIT nell’area del prodotto sono di:
• semplicità del progetto del prodotto;
• minor costo globale del prodotto;
Gli obiettivi del JIT nell’area del processosono mirati alla:
• continuità spazio-temporale del processo;
• uniformità temporale del mix di prodotto;
• affidabilità operativa.
Le tecniche del JIT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gli obiettivi del JIT nell’area della gestione
sono i più innovativi e si identificano con la realizzazionedi una
produzione a flusso tirata dagli ordini
I presupposti fondamentali per il raggiungimento di tali obiettivi
si basano sugli strumenti di:
- livellamento della produzione,
- controllo “pull” del flusso,
Le tecniche del JIT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gli obiettivi del JIT nell’area dell’organizzazione del lavoro
riguardano gli strumenti relativi al completo coinvolgimento e della massima
motivazione dei lavoratori, realizzati attraverso gli strumenti di:
- flessibilità della manodopera e dell’autonomia decisionale;
- adeguamento della manodopera alla variabilità della domanda
- orientamento delle strutture organizzative al flusso dei materiali ed alla
semplicità di controllo.
Le tecniche del JIT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gli obiettivi del JIT nell’area dei fornitori sono coinvolgimento nella pianificazione di medio e breve periodo
dell’impresa ed accrescimento del clima di reciproca fiducia, piena sincronizzazione delle consegne.
Gli strumenti impiegati sono:
• riduzione del numero dei fornitori;
• riduzione della distanza tra fornitore ed impresa committente;
• acquisizione della quota di partecipazione da parte del fornitore nell’impresa committente;
• certificazione di qualità delle forniture;
• rifornimento a logica pull, a piccoli lotti, ad alta frequenza e ad alto assortimento.
Le tecniche del JIT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I “CINQUE ZERI” DELLA PRODUZIONE JIT
� ZERO DIFETTI;
� ZERO SCORTE;
� ZERO SET-UP;
� ZERO FERMATE (AFFIDABILITA’ DEGLI IMPIANTI);
� ZERO CARTA (RIDUZIONE DEI DOCUMENTI).
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: OPERATIONS STRATEGY
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 2
OPERATIONS STRATEGYDelinea le politiche ed i piani di impiego delle risorse aziendali al fine di supportare al meglio la strategia competitiva di lungo
termine
È una parte del processo di pianifcazione che coordina gli obiettivi delle operations con quelli più generali dell’azienda
Identifica le scelte prioritarie, comprendere le conseguenze e orientare l’azienda verso opzioni alternative
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 3
DIMENSIONI COMPETITIVE�COSTO “Produrre il bene o il servizio a basso costo”
�QUALITÀ “Fabbricare un ottimo prodotto o erogare un ottimo servizio”
�TEMPO DI CONSEGNA“Fabbricare il prodotto o erogare il servizio velocemente”
�ADEGUAMENTO ALLE VARIAZIONI DELLA DOMANDA“Consegnare il prodotto quando promesso”
�FLESSIBILITÀ E RAPIDITÀ NELL’INTRODUZIONE DI UN NUOVO PRODOTTO
“Cambiarlo”
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 4
�ULTERIORI DIMENSIONI QUALI:
�supporto e collaborazione tecnica
�rispettare la data di lancio
�assistenza post vendita del fornitore
�altre dimensioni relativa al mix di prodotto offerto
DIMENSIONI COMPETITIVE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 5
DIMENSIONI COMPETITIVE�IL TRADE – OFF“Scelta tra due o più alternative e decidere quali sianoprioritarie per il successo e focalizzare le risorse aziendali sutali elementi”
�DEFOCALIZZAZIONE“Un’azienda cerca di conseguire i vantaggi di un nuovo edifferente posizionamento pur mantenendo il posizionamnetoprecedente, innestando nuovi serivizi o tecnologie ad attivitàgià svolte”
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 6
DIMENSIONI COMPETITIVE
�ORDER WINNER“è un approccio che porta a differenziare i prodotti e serivizi diun’azienda rispetto ai concorrenti”
�ORDER QUALIFIER“elementi che consentono ai prodotti di essere qualificati eselezionati per un potenziale acquisto”
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: OPERATIONS STRATEGY: Formulazione della strategia
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 2
FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
Robert Kaplan e David Norton
Elaborano un modello strategico generale che rappresenta un punto di partenza per la formulazione di una strategia aziendale
Permette di definire la proposta di valore , o value proposition,al cliente e aumentare la consapevolezza che i processi, le competenze e le
tecnologie devono collegarsi alla value proposition
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il modello strategico permette di:
• Promuovere un orientamento alle relazioni causa – effetto
• Analizzare o riprogettare la strategia esistente
• Ridisegnare la strategia più idonea
3
FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Le prospettive del modello:
�Prospettiva finanziaria
�Prospettiva del cliente
�Prospettiva interna
�Prospettiva di apprendimento e crescita
4
FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Forza lavoro preparata e motivata
Leadership di prodotto
5
Generare valore per gli azionistiP
rosp
ettiv
aF
inan
ziar
ia
Costruire la relazione
Aumentare il valore per i clienti
Migliorare la struttura dei costi
Migliorare l’assetto degli asset finanziari
Strategia di crescita delle entrate Strategia di produttività
Contiguità del cliente
Proposta di valore al cliente Eccellenza nelle operations
Prezzo Qualità Tempo Funzionalità Marchio Relazioni Servizio
Pro
spet
tiva
delc
lient
e
Attributi del prodotto / servizio Relazioni Immagine
Soddisfazione dei clienti
Customer acquisition Customer retention
Processi di innovazione Processi di gestione del cliente Processi di produzione Processi giuridici e
ambientaliProsp.interna
Prosp. diapprendimento Tecnologie strategicheCompetenze strategiche Clima interno favorevole
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prospettiva finanziaria
Per governare la performance finanziaria:
• Strategia di Crescita– Costruire la relazione
– Incrementare il valore per il cliente
• Strategia di Produttività– Migliorare la struttura dei costi
– Migliorare l’utilizzo degli asset finanziari
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prospettiva del cliente
È il cuore della strategia e definisce come perseguire la crescita
Tre diverse modalità di differenziazione: • Leadership di prodotto
• Contiguità e relazione con il cliente
• Eccellenza nelle operations
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prospettiva interna
Definisce i processi di business e le specifiche attività che l’organizzazione deve padroneggiare
per sotenere la proposta di valore al cliente
Segmenta la catena del valore in:
-Processi di innovazione
-Processi di gestione del cliente
-Processi di produzione
-Processi giuridici e ambientali
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prospettiva di apprendimento e crescita
Viene focalizzata su attività intangibili necessarie per conseguire le migliori
performance nei processi aziendali interni e nelle relazioni con i clienti
Si distinguono tre categorie principali:1. Le competenze strategiche
2. Le tecnologie strategiche
3. Il clima favorevole
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Forza lavoro preparata e motivata
Leadership di prodotto
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Generare valore per gli azionistiP
rosp
ettiv
aF
inan
ziar
ia
Costruire la relazione
Aumentare il valore per i clienti
Migliorare la struttura dei costi
Migliorare l’assetto degli asset finanziari
Strategia di crescita delle entrate Strategia di produttività
Contiguità del cliente
Proposta di valore al cliente Eccellenza nelle operations
Prezzo Qualità Tempo Funzionalità Marchio Relazioni Servizio
Pro
spet
tiva
delc
lient
e
Attributi del prodotto / servizio Relazioni Immagine
Soddisfazione dei clienti
Customer acquisition Customer retention
Processi di innovazione Processi di gestione del cliente Processi di produzione Processi giuridici e
ambientaliProsp.interna
Prosp. diapprendimento Tecnologie strategicheCompetenze strategiche Clima interno favorevole
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Per rappresentare le modalità con cui realizzare un strategia integrata viene introdotto da Kaplan e Norton il concetto di BALANCE SCORECARD
Insieme integrato di indicatori di prestazioni secondo la prospettiva finanziaria, del cliente, interna e di apprendimento e di crescita
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FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Per evolvere e creare valore nel tempo:
• Nel breve periodo focalizzarsi sull’eccellenza operativa
• Nel medio periodo aumentare valore per il cliente
• Nel lungo periodo costruire il business sulla fidelizzazione del cliente e sull’acquisizione di nuovi clienti.
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FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Coerenzastrategica13
Cliente
Operations
�Collegamento tra le attività che determinano il flussodelle operations
�Minimizzare i costi totali
Parti dell’impresa
Mercato target
New tecnology
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strategia nelle produzioni industriali
Gli obiettivi di una strategia di produzione: – Segmentare il mercato per gruppi di prodotti
– Identificare i requisiti del prodotto, l’andamento della domanda ed i margini di profitto per ciascun gruppo
– Determinare gli order winner e gli order qualifier
– Convertire gli order winner in specifici requisiti prestazionali
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strategia nelle produzioni dei serviziLa strategia delle operations non è separabile dalla strategia aziendale
Il sistema di erogazione del servizio rappresenta l’essenza del BUSINESS
Qualsiasi decisione strategica deve rispondere a considerazioni legate alle operations
INTERNET COME COMPLETAMENTO DELLA STRATEGIA
Rafforza le “attività fisiche” di immagazzinameno e spedizione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: LA PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
� Contract Manufacturer società specializzate nella produzione di beni e servizi per altre imprese
� La progettazione di un nuovo prodotto assumerà caratteristiche diverse a seconda del settore considerato
� Le imprese identificano le prorie competenze essenziali (le attività che l’impresa riesce a svolgere meglio dei propri concorrenti)
2
IL PROCESSO DI PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Una competenza essenziale – “core” deve:
1. Dare accesso a una molteplicità di mercati
2. Far aumentare il valore percepito dai consumatori
3. Essere difficilmente imitabile dai concorrenti
3
IL PROCESSO DI PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il processo rappresenta la sequenza fondamentale di attività che l’impresa svolge per concepire, progettare e portare un prodotto sul mercato.
Un “generico” processo di sviluppo consiste in 6 fasi
• FASE 0 – PIANIFICAZIONE
• FASE 1 – SVILUPPO DEL CONCEPT
• FASE 2 – PROGETTAZIONE DEL SISTEMA PRODOTTO
• FASE 3 – PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO
• FASE 4 – COLLAUDO E MESSA A PUNTO
• FASE 5 – RAMP-UP DELLA PRODUZIONE
I particolari del processo impiegati differiranno a seconda del contesto specifico in cui opera l’azienda
4
IL PROCESSO DI SVILUPPO DEL PRODOTTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FASE 0 - PIANIFICAZIONE
• Precede l’approvazione del progetto ed il lancio del processo di sviluppo del prodotto
• L’Output: dichiarazione degli obiettivi del progetto
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FASE 1 – SVILUPPO DEL CONCEPT
• Identificai bisogni del target di mercato
• Genera e si valuta i concept di prodotto alternativi
• seleziona ulteriori concept che verranno testati e sviluppati
Il “concept” è la descrizione della forma, dellefunzioni e delle caratteristiche di un prodottosolitamente accompagnata da un insieme di specifiche
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FASE 2 – PROGETTAZIONE DEL SISTEMA PRODOTTO
• Include la definizione dell’architettura del prodotto e la scomposizione dello stesso in sottosistemi e componenti
• Definisce lo schema finale di montaggio per la produzione
• L’Output: la definizione delle specifiche di ciascun sottosistema che compone il prodotto
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FASE 3 - PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO
• Prevede la definizione delle specifiche di prodotto e delle tolleranze
• Identifica le parti da acquistare presso i fornitori
• L’Output: i disegn ed i file che descrivono la struttura geometrica di ciascuna parte, gli utensili di produzione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FASE 4 – COLLAUDO E MESSA A PUNTO
• Costruisce e valuta i prototipi del prodotto
I prototipi presentano le caratteristiche del prodotto finale, mentre i processi di lavorazione non sono necessariamente identici a quelli messi in atto nella catena di produzione.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FASE 5 - RAMP-UP DELLA PRODUZIONE
• L’obiettivo del Ramp-up è quello di addestrare la forza lavoro e risolvere i problemi residui nel processo di produzione– I prodotti vengono sottoposti al giudizio di un
selezionato gruppo di consumatori per individuare eventuali difetti
– La transizione verso la produzione a regime avviene in maniera graduale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti Market pull
• Il processo “generico” viene adottato in situazioni di Market pull
• Il mercato trascina (pull) le decisioni di sviluppo
• L’azienda individua un’opportunità di mercato e sceglie le tecnologie più adatte a soddisfare i clienti
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti Technology push
• L’azienda è proprietaria di una tecnologia e va alla ricerca di un mercato appropriato in cui applicarla
• La tecnologia spinge (push) lo sviluppo del prodotto
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti Piattaforma
• Un prodotto Piattaforma è costruito attorno ad un sottosistema teconologico preesistente (una piattaforma tecnologica)
• Richiede ingenti investimenti
• Si differenzia rispetto ai Technology push perché la piattaforma ha già dimostrato di poter soddisfare i bisogni dei consumatori
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti ad alta intensità di processo
• Il processo di produzione influisce sulle priorità del prodotto
• La progettazione del prodotto non può prescindere da quella del processo di produzione
• Vengono utilizzati in grandi lotti
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti su misura
• Sono sviluppati in risposta alle richieste specifiche di un cliente
• Rappresentano il risultato di varianti ad una configurazione standard
• Vengono stabiliti i valori di variabili di progettazione da poter adattare alle richieste del cliente
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti ad alto rischio
Implicano incertezza riguardo la tecnologia o il mercato
• Il processo “generico” di sviluppo del prodotto viene modificato per adattarsi alle situazioni ad alto rischio ( si cerca di affrontare i rischi nelle prime fasi di sviluppo del prodotto)
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti quick build• La produzione rapida di modelli e prototipi
permette di ripetere numerose volte il ciclo di progettazione –fabbricazione – collaudo
• I clienti possono essere coinvolti nel processo di collaudo
• Quando i fondi o il tempo a disposizione si esauriscono, tutte le caratteristiche ad alta e media priorità vengono incorporate nell’ultima versione del prodotto
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I sistemi di collaudo
• Prodotti di grandi dimensioni rappresentano dei sistemi complessi costituiti da molti sottosistemi e componenti interagenti tra di loro
• La progettazione di dettaglio di componenti avviene secondo un processo di progettazione simultanea affidata a diversi team di sviluppo che lavoreranno contemporaneamente
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: ANALISI ECONOMICA E QFD NEI PROGETTI DI SVILUPPO DEL PRODOTTO
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’analisi economica può essere utilizzata:
•Per decidere se portare avanti una determita attività
•Nelle decisioni operative di progettazione e sviluppo
2
ANALISI ECONOMICA DEI PROGETTI DI SVILUPPO DEL PRODOTTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Per la costruzione di un modello finanziario del “caso base” è necessario stimare:
•La tempistica
•L’entità dei flussi
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ANALISI ECONOMICA DEI PROGETTI DI SVILUPPO DEL PRODOTTO
Per calcolare il
VALORE ATTUALE NETTO
(VAN)
�La tabella di marcia del progetto�Il budget�Le previsioni dei volumi di vendita�I costi di produzione
VENGONO STIMATI COMBINANDO:
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• I flussi di cassa sono calcolati a livello aggregato
• Le principali categorie di flussi di cassa riguardano:
– Costi di sviluppo
– Costi di Ramp-up
– Costi di marketing e di supporto
– Costi di produzione
– Ricavi delle vendite
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ANALISI ECONOMICA DEI PROGETTI DI SVILUPPO DEL PRODOTTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 5
ANALISI ECONOMICA DEI PROGETTI DI SVILUPPO DEL PRODOTTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Analisi di sensitivitàPermette di valutare i possibili scenari utilizzando il modello finanziario calcolando il VAN del progetto al variare dei principali flussi di cassa (ad es. i costi di sviluppo)
ALTRI SCENARI:
-I tempi di sviluppo del progetto
-Il volume delle vendite
-I costi di produzione o il prezzo di vendita
-Il costo di sviluppo
6
ANALISI ECONOMICA DEI PROGETTI DI SVILUPPO DEL PRODOTTO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I limiti dell’analisi di sensitività- È necessaria una rigorosa analisi finanziaria per
assicurare disciplina e controllo al processo di sviluppo del prodotto
- L’analisi tende a concentrarsi sulle quantità misurabili
- L’analisi risulta valida nella misura in cui lo sono le ipotesi del modello
- L’analisi è costosa e può compromettere le attività del processo di sviluppo del prodotto
- Si perde troppo tempo in riunioni
7
ANALISI ECONOMICA DEI PROGETTI DI SVILUPPO DEL PRODOTTO
Aumento dei costi di sviluppo
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
QUALITY FUNCTION DEPLOYMENT
“Un sistema per tradurre le esigenze del Cliente in adeguate specifiche interne all’Azienda in ogni stadio
del ciclo di sviluppo del prodotto, dalla ricerca attraverso la progettazione e l’ingegnerizzazione, la
produzione, l’installazione e il marketing, le vendite e l’assistenza tecnica.”
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CLIENTE
ADDETTO ALLA
PRODUZIONE
RICERCHE DI
MERCATO
PIANIFICAZIONE
DEL PRODOTTO
PROGETTISTA
TECNICO DI
PRODUZIONE
DISTRIBUZIONEVENDITORE
CERCHIO DELLE COMUNICAZIONI AZIENDALI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ESIGENZE DEL CLIENTE
SPECIFICHE DI PROGETTO
CARATTERISTICHE DEI SOTTOSISTEMI
COMPONENTI (parts)
SPECIFICHE DEL PROCESSO
DI FABBRICAZIONE
SPECIFICHE PER LA QUALITA’
APPROCCIO DEL QFD
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
QUALITY FUNCTION DEPLOYMENT
• E’ UN PROCESSO DI PIANIFICAZIONE guidato dal cliente per indirizzare la progettazione, la produzione e il marketing dei prodotti
• ATTRAVERSO IL QFD ogni attivita’ produttiva e’ realizzata per soddisfare i bisogni espressi dal cliente
• STRUMENTO DI SUPPORTO ALLA QUALITA’: Consente di annullare o ridurre la possibilità che un aspetto essenziale della Qualità sia trascurato nel processo di progettazione.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
QUALITY FUNCTION DEPLOYMENT
• Utilizza un approccio TOP DOWN, ma differisce dalle strutture organizzative occidentali per ilmodo di coinvolgere il cliente all’interno delle attività di specificazione del prodotto.
• Le funzioni aziendali sono “allargate” per formare i collegamenti orizzontali all’interno dell’organizzazione
• È una filosofia per obiettivi (su ciò che si deve fare piuttosto su come lo si deve fare)
• Le tabelle per la qualità permettono di rappresentare e mettere in relazione tra loro le variabili che concorrono alla definizione del progetto.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: SELEZIONE DEI PROCESSI
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La progettazione: attività tattiche di pianificazione
La selezione dei processi: decisione strategica che identifica il processo produttivo
2
SELEZIONE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
-Modalità di formazione della domanda
-Modalità di realizzazione del prodotto
-Modalità di realizzazione del volume produttivo
3
SELEZIONE DEI PROCESSI
�Produzioni su commesse singole
�Produzioni su commesse ripetitive
�Produzioni per il magazzino
Classificazione dei processiproduttivi in base:
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 4
SELEZIONE DEI PROCESSI�Produzioni su commesse singole
� Ordini diversi per singoli prodotti
� Il cliente può fornire direttamente il progetto
� Definizione del ciclo di lavorazione legato alle caratteristiche dell’azienda
�Produzioni su commesse ripetitive� Imprese subfornitrici
� Forniture stabili e scaglionate nel tempo
� Vendite su catalogo
� Si definisce in anticipo progetto, cicli, attrezzature ed ordini
�Produzioni per il magazzino� Realizzazione di volumi elevati di prodotti
� Importanza della rete distributiva
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 5
SELEZIONE DEI PROCESSIClassificazione dei sistemi
Make to stock:
• Produzione di prodotti standard
Assemble to order:
•Produzione su previsione dei sottogruppi standard
•Personalizzazione del prodotto
Make to order
•Diversificazione delle fasi di lavorazione
•Inizio della produzione su acquisizione dell’ordine
Engineer to order
•Inizio della produzione su acquisizione delle specifiche di produzione fissate dal cliente
•Modalità non anticipatoria
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Modalità di realizzazione dell’Output
• Produzioni unitarie
• Produzioni intermittenti
• Produzioni continue
6
SELEZIONE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
In funzione della struttura della distinta di base del prodotto:
• Produzioni per processo
• Produzioni per parti
7
SELEZIONE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I modelli dei sistemi produttivi• Job-shop
– Sistema di fabbricazione per reparti
– Le macchine vengono allocate in funzione dell’omogeneità tecnologica
• Produzione a celle– Organizzazione per omogeneità di prodotti lavorati
• Produzione in linea – Macchinari in sequenza
• Processo continuo– Ciclo tecnologicamente obbligato
8
SELEZIONE DEI PROCESSI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
PUNTO DI INDIFFERENZA: - Approccio per decidere tra
processi e risorse alternative
- Utilizzato in presenza di elevati investimenti
- Elevati costi fissi
- Quando i costi variabili sono proporzionali al numero di unità prodotte
9
Variabile decisionale Fattore da considerare
Investimento inizialePrezzo Azienda produttriceDisponibilità di modelliFabbisogno di spazio
Tasso di produzione Capacità effettiva versus capacità teorica
Qualità dell’output Conformità alle specificheTasso di scarto
Requisiti operativiFacilità d’usoSicurezzaIncidenza del fattore umano
Requisiti di manodoperaRapporto forza lavoro diretta/indiretta
Flessibilità Attrezzature generiche / attrezzature specifiche
Requisiti di attrezzaggio ComplessitàRapidità
ManutenzioneComplessitàFrequenzaDisponibilità dei pezzi
Obsolescenza Stato della tecnologiaModifica per impiego in altre situazioni
Presenza delle scorte Tempi e quantità
Effetti generali sul sistema
Legami con i sistemi esistentiAttività di controllo Allineamento con la strategia produttiva
Risorse specifiche
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
PROGETTARE I FLUSSI
• Disegni di assemblaggio• Schemi di assemblaggio
• Cicli di lavoro
• Diagrammi di flusso del processo
10
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ESERCITAZIONE
Un’impresa deve decidere:
A. Se acquistare il pezzo a € 200 x Unità
B. Costruire il pezzzo con un tornio: € 75 x Unità
C. Costruire il pezzo con un centro di lavoro € 15 x unità
Acquistare l’articolo ha costi fissi trascurabili
Un tornio semiautomatico costa € 80.000
Un centro di lavoro costa € 200.000
Il CT (costo totale) per ciascuna opzione è:
A. = € 200 x domanda
B. = € 80.000 + ( € 75 x domanda)
C. = € 200.000 + (15 x domanda)
Calcolare il punto di indifferenza (considerando che i costi fissi e gli incassi marginali sono uguali per ciascuna unità
11
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CALCOLO
• € 80.000 + ( € 75 x domanda) = € 200.000 + (15 x domanda) domanda =120.000 / 60 = 2.000 unità
• € 200 x domanda = € 80.000 + ( € 75 x domanda)
domanda = € 80.000 / 125 = 640 unità
Scegliere l’alternativa che genera un costo totale minore
Se la domanda attesa supera le 2.000 unità ……
opzione A ; opzione B ; opzione C
Se la domanda supera le 640 unità (fino alle 2000 unità)…..
opzione A ; opzione B ; opzione C
Se la domanda è inferiore alle 640 unità ……..
opzione A ; opzione B ; opzione C
12
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: PROGETTAZIONE DEI SERVIZI
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
NATURA DEI SERVIZI
• Tutti sono eseperti di servizi
• Non sono necessarimente soggetti alle medesime regole
• La qualità del lavoro non corrisponde necessariamente alla qualità del servizio
• I servizi contengono un mix di attributi tangibili
• I servizi a elevato contatto vengono sperimentati
• L’efficace gestione dei servizi presuppone la conoscenza del marketing, della gestione del personale e delle operations
• Sviluppo dei servizi attraverso i cicli di contatto
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SERVICE OPERATIONS MANAGEMENT
• Aziende di servizi
– Servizi in sede
– Servizi sul campo
• Servizi interni
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL CLIENTE
4
STRATEGIA DI
SERVIZIO
PERSONALESISTEMI DI SUPPORTO
CLIENTE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La progettazione di un’organizzazione di servizi si fonda:
-Identificazione del mercato target
-Concetto del servizio
-Strategia del servizio
-Sistema di erogazione del servizio
5
PROGETTAZIONE DEI SERVIZI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I fattori che distinguono la progettazione e lo sviluppo del servizio dallo sviluppo del prodotto1. Processo e prodotto vanno sviluppati simultaneamente
2. L’attività di servizio manca di un’adeguata protezione legale
3. Il pacchetto di servizi costituisce l’Output
4. Esperienze delle risorse umane nella predisposizione del servizio
5. Le aziende possono modificare la propria offerta con velocità
6
PROGETTAZIONE DEI SERVIZI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il focus ed il vantaggio competitivo dipendono dal:
• Trattamento dei clienti
• Rapidità e comodità nell’erogazione del servizio
• Prezzo del servizio
• Varietà dei servizi
• Qualità dei beni tangibili
• Abilità che caratterizzano il servizio
7
PROGETTAZIONE DEI SERVIZI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Integrare il marketing e operations per ottenere il
vantaggio competitivo
Marketing generare nel cliente determinate aspettative
Operations concretizzare queste promesse
Monitoraggio e controllo per effettuare interventi gestionali standard e realizzare piani di emergenza
8
PROGETTAZIONE DEI SERVIZI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Misurazione e monitoraggio del servizio
9
Pe
rce
zion
ede
lclie
nte
•Delizia•Soddisfazione•Insoddisfazione•Irritazione•Rabbia
Operations
Marketing
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: PROGETTAZIONE DEI SERVIZI 2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SERVICE BLUE PRINT
• Evidenzia l’importanza della progettazione di processo
• Distingue gli elementi del servizio basati sul contatto con il cliente con le attività che il consumatore non vede (“linea di visibilità”)
• Descrive le caratteristiche di progettazione del servizio
• Non fornisce indicazioni riguardo le modalità per rendere il processo conforme alle specifiche di progettazione
2
POKA-YOKEprocedure che impediscono agli “inevitabile errori” di diveniredifettosità
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 3
POKA-YOKE: • Metodologie di allarme
• Metodi basati sul contatto fisico o visivo
• Approccio sulle “3 T”: – Task
– Treatment
– Tangibile
Funzione dei Poka-Yoke
Dispositivi “ a prova di errore ” deputati a garantire la sicurezza e la correttezza delle azioni dei clienti e degli addetti all’erogazione del servizio
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
PROGETTAZIONE DEL SERVIZIO
3 approcci divergenti
- Linea di produzione
- Self-service
- Attenzione personale
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
7 caratteristiche di un sistema di servizio progettato correttamente1. Coerenza tra gli elementi di eservizio con con il
focus operativo dell’azienda
2. User friendly
3. Robustezza
4. Costanza e coerenza delle performance
5. Collegamenti tra back office e front office
6. Qualità del servizio e percezione del cliente
7. Efficienza dei costi
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Rafforzare la percezione del cliente:
– Processo esperenziale durante la fase di erogazione del
servizio
– Durata percepita
– Giudizio sulla performance dell’incontro
6
PROGETTAZIONE DEL SERVIZIO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I principi comportamentali di base per la progettazione
•Front-end e back-end del processo
•Centellinare il piacere e “far soffrire” in una sola volta
•Lasciare controllare il processo al cliente
•Prestare attenzione a norme e rituali
•Biasimare le persone o i sistemi?
•L’azione di recupero commisurata al crimine
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il nuovo processo di sviluppo del servizi
8
prodotto
persone
tecnologiasistemi
utensili
Fattori strumentalilancio
progettazione analisi
sviluppo
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
GARANZIA DEL SERVIZIO
Strumenti tesi a tranquillizzare i consumatori dubbiosi sul servizio offerto
Operations
Una buona garanzia:Incondizionata
Significativa per il cliente
Di facile comprensione e comunicazione
Indolore da esercitare
9
-strumento di miglioramento- fase di processo di orientamento-Strumento per la soddisfazione del cliente
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
In conclusione: - È preferibile qualsiasi tipo di garanzia rispetto al
fatto di non averla
- Coinvolgere nella progettazione i dipendenti ed i clienti
- Non appellarsi a cavilli per non fornire la garanzia
- Accettare la garanzia sui prodotti
10
GARANZIA DEL SERVIZIO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: OPERATIONS CONSULTING
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
OPERATIONS CONSULTINGLa prospettiva storica: • Poca attenzione alle operations
• Promesse ai clienti non mantenibili
• Errori di execution e non di strategia
• Il cambiamento dei mercati che porta a: – Maggiore sofisticatezza dei clienti
– Pressioni concorrenziali
– Passaggio ai servizi
“i dirigenti cercano di comprendere i limiti della performance delle operations per provare a superarli”
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
OPERATIONS CONSULTING“ è l’assistenza fornitaai clienti per elaborare le strategie relative
alle operation e per migliorare i processi esecutivi”
Strategia competitiva dell’impresa: • Leadership di prodotto
• Eccellenza delle operations
• Contiguità al cliente
Il miglioramento dei processi:• Impiego di strumenti
• Metodi analitici
3
PER DELOITTE & TOUCHEMiglioramento significa riesaminare/riallineare:
� I processi� Le attività� I flussi� Le politiche e le procedure� Gli output� La struttura
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MANAGEMENT CONSULTING
F.Taylor:
– “Scientific management”
– “Management consulting”
Il settore del management consulting può essere diviso:
1. Per dimensione
2. Per specializzazione
3. Per l’utilizzo di consulenti esterni
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MANAGEMENT CONSULTINGL e Competenze primarie di una società di consulenza si esplicano: -Nella pianificazione strategica
-Nell’analisi e nell’implementazione
Gerarchia delle socità di consulenza:
5
Manager minders
Consulenti juniorgrinders
Soci partner (senior)finders
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il grado di personalizzazione del lavoro e la complessità
dei compiti sono un punto centrale nell’ OC
- Chirurgia cerebrale
- Capelligrigi
- Progetti procedurali
6
OPERATIONS CONSULTING
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
OPERATIONS CONSULTING
Tattiche e strategie dell’ OP partendo dal comparto
manifatturiero (5 P della produzione)
• Stabilimento (plant)
• Personale (people)
• Componenti (parts)
• Processi (processes)
• Sistemi di pianificazione e controllo (planning and control system)
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strategia manifatturiera : � Utilizzo del focus operativo
� Outsourcing
� Suppy chain management
� Reti di produzione
A livello tattico�Consulenza in aree operaions
�Sviluppo di prodotto
�Certificazioni di qualità
� Implementazione di sistemi di controllo della produzione
8
OPERATIONS CONSULTING
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Un portafoglio di servizi di consulenza prevede: – Servizi finanziari
– Assistenza sanitaria
– Trasporti
– Ospitalità
L’ausilio di professionisti dell’OC si rende necessario quando le imprese si trovano ad affrontare scelte
riguardanti investimenti significativi o per aumentare la capacità produttiva
9
OPERATIONS CONSULTING
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: OPERATIONS CONSULTING2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL PROCESSO DI OPERATIONS CONSULTING
Le fasi del processo di poerations:
2
2. Analisi del problema
3. Progettazione, sviluppo e test delle
possibili diverse soluzioni
4. Sviluppo di indicatori sistemici i prestazione
5.Presentazione della relazione
conclusiva
6.Implementazione delle modifiche
7. Verifica della soddisfazione
dell’azienda cliente
1. Sviluppo della vendita
e della proposta
Successo dell’azienda
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fasi di un tipico processo di operations consulting secondo l’approccio della Mc Kinsey & C.
• Attenzione a quello che si promette
• Strutturare il gruppo di lavoro
• Regola dell’ 80-20
• Circoscrivere il problema
• Test dell’ascensore
• Cogliere i miglioramenti immediati
• Rappresentazioni giornaliere
• Mirare a un unico bersaglio
• Non accettate le mancate risposte
• Coinvolgere il cliente nel processo
• Vendersi in tutta l’azienda
• Rigorosa implementazione
• Tempo
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
4
Definizione del problema
Implementazione
Raccolta dei dati
Analisi dei dati e sviluppo delle soluzioni
Impatto dei costi e analisi del payoff
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
5
Definizione del problema
Alberi dei problemi
Survey dei clienti
Gap analysis
Survey del personale
Modello 5 forze
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
6
Raccolta dei dati
Visita/audit dell’impianto
Work sampling
Diagrammi di flusso
Organigrammi aziendali
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
7
Analisi dei dati e sviluppo delle soluzioni
Analisi dei problemi
Analisi dei colli di bottiglia
Simulazione al computer
Strumenti statistici
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
8
Impatto dei costi e analisi del payoff
Alberi delle decisioni
Balanced score card
Analisi degli stakeholder
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
9
Impatto dei costi e analisi del payoff
Grafici delle responsabilità
Tecniche di gestione del progetto
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: OPERATIONS CONSULTING e BPR3a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
2
Definizione del problema
Implementazione
Raccolta dei dati
Analisi dei dati e sviluppo delle soluzioni
Impatto dei costi e analisi del payoff
RPA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Valutazione rapida dello stabilimento (RPA)
1. CUSTOMER SATISFACTION
2. SICUREZZA, AMBIENTE, PULIZIA E ORDINE
3. SISTEMA DI GESTIONE A VISTA
4. SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE
5. FRUIZIONE DELLO SPAZIO, MOVIMENTAZIONE DEI MATERIALI E FLUSSO DELLA LINEA DI PRODOTTO
6. LIVELLO DELLE SCORTE
7. LAVORO DI SQUADRA E MOTIVAZIONE
8. CONDIZIONI E MANUTENZIONE DEI ATTREZZATURE E UTENSILI
9. GESTIONE DELLA COMPLESSITA’ E DELLA VARIABILITA’
10. INTEGRAZIONE DELLA SUPPLY CHAIN
11. IMPEGNO PER LA QUALITA’
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
4
Analisi dei dati e sviluppo delle soluzioni
Analisi dei problemi
Analisi dei colli di bottiglia
Simulazione al computer
Strumenti statistici
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
5
Impatto dei costi e analisi del payoff
Alberi delle decisioni
Balanced score card
Analisi degli stakeholder
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
6
Implementazione
Grafici delle responsabilità
Tecniche di gestione del progetto
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
BUSINESS PROCESS REENGINEERING
BPR“Ripensamento e la riprogettazione radicale
dei processi aziendali per conseguire eccezionali miglioramenti negli odierni indicatori di prestazione chiave, quali
costo, qualità, servizio e velocità”
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
BPR e Total Quality Management
Total Quality Managemen: enfatizza il miglioramento continuo e incrementale dei processi che sono sotto controllo
Al termine della vita utile parte il Reengeneering
8
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I principi del Reengineering• Organizzarsi a partire dai prodotti/servizi forniti, non dalle attività
• Coinvolgere gli utilizzatori dei prodotti/servizi forniti nei processi produttivi
• Inserire l’elaborazione delle informazioni all’interno del lavoro che le produce
• Considerare le risorse geograficamente distribuite come se fossero centralizzate
• Collegare attività parallele, invece che integrarne i risultati
• Collocare i punti di decisione dove l’attività viene svolta e innestare il controllo all’interno del processo
• Acquisire le informazioni una sola volta, alla fonte
9
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: OPERATIONS CONSULTING e BPR3a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
2
Definizione del problema
Implementazione
Raccolta dei dati
Analisi dei dati e sviluppo delle soluzioni
Impatto dei costi e analisi del payoff
RPA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Valutazione rapida dello stabilimento (RPA)
1. CUSTOMER SATISFACTION
2. SICUREZZA, AMBIENTE, PULIZIA E ORDINE
3. SISTEMA DI GESTIONE A VISTA
4. SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE
5. FRUIZIONE DELLO SPAZIO, MOVIMENTAZIONE DEI MATERIALI E FLUSSO DELLA LINEA DI PRODOTTO
6. LIVELLO DELLE SCORTE
7. LAVORO DI SQUADRA E MOTIVAZIONE
8. CONDIZIONI E MANUTENZIONE DEI ATTREZZATURE E UTENSILI
9. GESTIONE DELLA COMPLESSITA’ E DELLA VARIABILITA’
10. INTEGRAZIONE DELLA SUPPLY CHAIN
11. IMPEGNO PER LA QUALITA’
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
4
Analisi dei dati e sviluppo delle soluzioni
Analisi dei problemi
Analisi dei colli di bottiglia
Simulazione al computer
Strumenti statistici
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
5
Impatto dei costi e analisi del payoff
Alberi delle decisioni
Balanced score card
Analisi degli stakeholder
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La cassetta degli attrezzi dell’operations consulting
6
Implementazione
Grafici delle responsabilità
Tecniche di gestione del progetto
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
BUSINESS PROCESS REENGINEERING
BPR“Ripensamento e la riprogettazione radicale
dei processi aziendali per conseguire eccezionali miglioramenti negli odierni indicatori di prestazione chiave, quali
costo, qualità, servizio e velocità”
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
BPR e Total Quality Management
Total Quality Managemen: enfatizza il miglioramento continuo e incrementale dei processi che sono sotto controllo
Al termine della vita utile parte il Reengeneering
8
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I principi del Reengineering• Organizzarsi a partire dai prodotti/servizi forniti, non dalle attività
• Coinvolgere gli utilizzatori dei prodotti/servizi forniti nei processi produttivi
• Inserire l’elaborazione delle informazioni all’interno del lavoro che le produce
• Considerare le risorse geograficamente distribuite come se fossero centralizzate
• Collegare attività parallele, invece che integrarne i risultati
• Collocare i punti di decisione dove l’attività viene svolta e innestare il controllo all’interno del processo
• Acquisire le informazioni una sola volta, alla fonte
9
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: SUPPLY CHAIN
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
STRATEGIA DELLA SUPPLY CHAINSupply chain management: approccio sistemico alla gestione dell’intero flusso di informazioni, materiali e servizi delle materie prime provenienti dai fornitori sino ad arrivare ai clienti finali
Supply chain: deriva dalla rappresentazione delle connessioni esistenti fra i diversi attori coinvolti nell’azienda.
2
Input Trasformazione Localizzazione Output
Fornitori Operations di supporto ai servizi
Fornitori di servizi locali Clienti finali
Europa
America
Giappone
Italia
Francia
Germania
Russia
UK
Fornitori Produzione Distribuzione Clienti
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
Strumento strategico per conseguire significativi risultati: Dell Computer
• Salta le fasi di distribuzione e vendita al dettaglio
• Acquisice gli ordini via internet
• Produce solamente su ordinazione
• Tempo di attesa : 5-6 giorni
3
Il negozio/ distributore
•Punto di intermediazione•Riduce i costi di spedizione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FOCALIZZAZIONE DU RUOLO DELLE SCORTE
4
Coltivazionepatate
Allevamento bovini
Centro di distribuzione
Confezionamento carne
Lavorazione econfezionamento
Mattatoio
Locale Cliente
•Ciascuna fase implica il trasferimento delle scorte (Buffer)
•Le scorte consento di lavorare in maniera indipendente
•A ogni fase le scorte immobilizzano capitale
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
EFFICIENZA DELLA SUPPY CHAIN
• Inice di rotazione del magazzino =
Valore delle merci vendute
Valore medio delle scorte di magazzino
• Indice di copertura =
Valore medio delle scorte di magazzino
Valore delle merci vendute
Valore delle merci vendute: il costo annuo sostenuto dall’azienda per produrre i beni o servizi forniti ai clienti finali ( costo del venduto)
Valore medio delle scorte di magazzino: il valore totale di tutti gli articoli mantenuti a magazzino, valorizzato al costo
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il caso Campbell Soup (beni di largo consumo)• Adotta un sistema continuous replenishment per livellare il
flusso di materili lungo la supply chain
• “Prezzo quotidiano” basso e elimina gli sconti
• I dettaglianti comunicano elettronicamente all’azienda la domanda di prodotto (Campbell) ed i livelli di scorta
• Reintegro da parte di Campbell avviene giornalemente.
• La giacenza si riduce a due settimane anziché 4
Risultati• Maggiore margine sui prodotti
• Le vendite dei prodotti aumentano ad un ritmo doppio rispetto ai prodotti offerti da altri dettaglianti
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
M. Fisher SCHEMA PER CONFIGURARE LA SUPPLY CHAIN
Aspetti, tra gli altri, importanti della domanda di prodotto : � Ciclo di vita di prodotto
� La prevedibilità della domanda
� La varità dei prodotti
� Gli standard di mercato circa lead time e servizio
I prodotti possono essere classifati in due categorie: • Prodotti funzionali
• Prodotti innovativi
Poiché ciascuna categoria richiede di attivare un modello distinto di supply chain l’origine dei problemi si origina dall’incoerenza fra il tipo di
prodotto ed il tipo di supply chain
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti funzionali• Bassa incertezza della domanda
• Domanda più prevedibile
• Domanda stabile
• Lungo ciclo di vita del prodotto
• Basso costo di giacenza
• Ridotto margine di profitto
• Scarsa varietà di prodotti
• Elevati volumi di produzione
• Basso costo di stockout
• Modesta obsolescenza
8
Prodotti innovativi• Elevata incertezza della
domanda
• Domanda difficile da prevedere
• Domanda variabile
• Stagioni di vendita brevi
• Elevato costo di giacenza
• Elevato margine di profitto
• Elevata varietà di prodotti
• Ridotti volumi di produzione
• Elevato costo di stockout
• Elevata obsolescenza
CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• M. Fisher Identifica importanti caratteristiche della domanda
• Hau LeeEvidenzia gli elementi che ruotano intorno all’offerta
9
fondamentali per la formulazione di una appropriata strategia di supply chain
STRATEGIA DI PROGETTAZIONE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Hau Lee definisce:• Supply process stabili
• Supply process in evoluzione
10
STRATEGIA DI PROGETTAZIONE
INCERTEZZA DELLA DOMANDA
Bassa (prodotti funzionali)
Alta(prodotti innovativi)
Bassa (processo stabile)
Alimentari, abbigliamento cibo, petrolioSupply chain efficiente
Abbigliamento firmatoComputer, musica leggera, Supply chain reattiva
Alta (processo in evoluzione)
Energia idroelettrica, generi alimentariSullpy chain orientata alla copertura del rischio
TLC, computer per utenza professionale, seiconduttoriSupply chain agileIN
CE
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ZA
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LL’O
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: SUPPLY CHAIN 2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Hau Lee definisce:Supply process stabili e Supply process in evoluzione
ALTERNATIVE STRATEGICHE PER LA SUPPLY CHAINSupply chain efficienti
– Massimizzano l’efficienza in termini di costo
Supply chain orientate alla copertura del rischio – Pongono in compartecipazione le risorse per ridurrre i rischi
Supply chain reattive– Utilizzano sistemi reattivi e flessibili per far fronte alla variabilità dei bisogni
Supply chain agili– Mix tra supply chain orietate alla compertura e quelle reattive
2
STRATEGIA DI PROGETTAZIONE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
OUTSOURCING
“è la scelta di demandare attività e responsabilità decisionali interne all’azienda a fornitori esterne secondo regole
prestabilite”
L’outsourcing include il trasferimento di:
� Risorse umane
� Strutture
� Attrezzature
� Tecnologia
� Responsabilità decisionali
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
OUTSOURCINGRagioni dell’Outsourcing riguardano motivazioni:• Aziendali generali
• Legate ai processi di miglioramento
• Finanziarie
• Legate all’incremento dei ricavi
• Legate ai cosi
• Legate alle risorse umane
Permette di identificare le “COMPETENZE CORE”
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
OUTSOURCINGAspetti negativi:
• Tagli di personale (può essere considerato anche un modo per eludere i vincoli contrattuali con i lavoratori)
• Elimina le attività “non core”, ma quali sono le attività veramente “core”?
Un’attività potrà essere valutata in base:– Al coordinamento
– Al controllo strategico
– Alla proprietà intellettuale
5
“competenze essenziali” dovrebbero essere mantenute
all’interno dell’azienda
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
OUTSOURCING DEI SERIVI LOGISTICI
Strategie distributive in evoluzione comportano la ricerca di nuove soluzioni logistiche
I processi di outsourcing logistici hanno riguadato: • Tradizionalmente funzion logistiche primarie (trasporto e
magazzinaggio)
• Oggi Flussi fisici e flussi informativi
Dal punto di vista dell’offerta sono nate imprese in grado di sostituire l’attività logistica dei propir clienti:
• Third party logistics provider
• Fourty party logistic provider
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Tipologie di attività logistiche oggetto di terziarizzazione
• Attività connesse al flusso fisico – Operazioni convenzionali di picking, conolidamento, rottura carico
– Attività post ponement logistico e produttivo (fine linea) build to order.
– Cicli di assistenza, alla return, reserve logistics
• Attività connesse al flusso informativo– Controllo quantitativo di merci, predisposizione documentazione
di prelievo, imballo, spedizione
– Integrazione con nuvo tecnologie tracking e tracing, servizi evoluti di gestione interfacce commerciali, accessori di controllo
7
OUTSOURCING DEI SERIVI LOGISTICI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DESIGN FOR LOGISTICS
Il design for logistics considera:
• I costi di approvvigionamento e distribuzione durante la fase di progettazione del prodotto
• Integra nel processo di progettazione le specifiche di packaging e trasporto del prodotto
• I metodi di trasporto e di handling
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MASS CUSTOMIZATION
Mass customization o personalizzazione di massa
Capacità di offrire prodotti e servizi altamente personalizzati a diversi clienti in tutto il mondo da
parte di un’azienda
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MASS CUSTOMIZATION
I principi progettuali
1. Un prodotto dovrebbe essere progettato in modo da consistere in moduli indipendenti, i quali possano essere assemblati facilmente ed economicamente in forme diverse
2. I processi produttivi e di erogazione del servizio dovrebbero essere progettati in modo da consistere di mduli indipendenti, i quali possano essere spostati o riconfigurati facilmente per supportare differenti progetti
3. Il supply network dovrebbe essere progettato in modo da garantire due capacità: 1. Fornire il prodotto base alle strutture adibite alla personalizzazione
2. Flessibilità e rapidità di consegna del prodotto finito personalizzato
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MASS CUSTOMIZATION
Per supportare una personalizzazione di massa bisogna coinvolgere: • Il marketing
• La ricerca e sviluppo
• La produzione
• La finanza
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: GESTIONE DELLA CAPACITA’
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Capacità:• “ Facotà di detenere, ricevere, conservare o accogliere”
• Nell’Operation Management è la quantità di input-risorse disponibili in rapporto al fabbisogno di output per un determinato periodo di tempo
La Pianificazione strategica della capacità:Fornisce un metodo per stabilire un livello di capacità complessivo delle risorse che supporti la strategia competitiva di lungo periodo dell’azienda
Con capacità insufficiente l’azienda può perdere clienti
Con capacità eccessiva l’azienda può ridurre i prezzi
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GESTIONE DELLA CAPACITA’
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La dimensione temporale della capacità produttiva:
• Lungo termine, superiore ad un anno
• Medio termine, da 6 a 18 mesi
• Breve termine, inferiore ad un mese
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GESTIONE DELLA CAPACITA’
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LA PIANIFICAZIONE DELLA CAPACITÀ
• Livello operativo ottimale il livello di capacità per il quale il processo è stato progettato. Rappresenta il volume di output da raggiungere per minimizzare il costo unitario
• Il coefficiente di utilizzo della capacità misura quanto l’azienda è prossima la livello operativo ottimale:
Capacità impiegata
Capacità ottimale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Economie di scala:all’aumentare dela dimensione dello stabilimento il costo medio per unità di output diminuisce
• La curva di esperienza: è legata alla produzione, più aumenta la produzione e più si acquisiscono metodi di produzione migliori, riducendo i costi di produzionei costi di produzione scendono
Stabilimenti più grandi consentono di sfruttare le economie di scala, e quindi sfruttare i costi inferiori per politiche di prezzo aggressive a patto che si abbiano due condizioni:
-Il prodotto idoneo alle richieste della clientela
-La domanda tale da giustificare il dimensionamento dell’impianto
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LA PIANIFICAZIONE DELLA CAPACITÀ
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LA PIANIFICAZIONE DELLA CAPACITÀ • Focalizzazione dello stabilimento
Una struttura funziona meglio quando si focalizza su una serie ridotta di obiettivi (questo dipende dal livello di teconologia)
Stabilimento all’interno dello stabilimento (PWP plant within plant) che presenta una sotto organizzazione distinta
• Capacità produttiva flessibileLa possibilità di aumentare o diminuire rapidamente i livelli di produzione mediante: – Stabilimenti flessibili– Processi flessibili– Forza lavoro flessibile
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LA PIANIFICAZIONE DELLA CAPACITÀ Per incrementare la capacità produttiva bisogna tenere in considerazione tre fattori:1. Mantenimento dell’equilibrio di sistema
2. Frequenza dell’incremento di capacità
3. Fonti di capacità esterne
La determinazione del fabbisogno di capacità avviene: • Utilizzando tecniche di previsione per prevedere le vendite
• Calcolare il fabbisogno di attrezzature e manodopera rispetto alle previsioni
• Proiettare la dispinibilità di manodopera e attrezzature lungo l’orizzonte di pianificazione
• Stabilire una capacità cuscinetto
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: ORIGINI DELL’INNOVAZIONE
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Innovazione come imperativo strategico
• Globalizzazione spinge le imprese ad innovare
• L’information technology contribuisce ad
accelerare i ritmi dell’innovazione
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ORIGINI DELL’INNOVAZIONE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ORIGINI DELL’INNOVAZIONE
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Per un’impresa adottare nuve tecnologie significa accelerare il
livello di innovazione
Elevare, per tutti i concorrenti, la soglia
copetitiviva
Innalzare barriere all’entrata
•Accorciamento dei tempi di sviluppo•Introduzione di maggiore velocità di nuovi prodotti•Maggiore segmentazione del mercato•Rapida obsolescenza
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ORIGINI DELL’INNOVAZIONE
Un indicatore dell’impatto dell’innovazione tecnologica è il Prodotto interno lordo (PIL)
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Segnala la qualità di beni acquistabili dai consumatori.
Nella misura in cui i beni migliorano la qualità della vita, possiamo attribuire all’innovazione tecnologica un impatto positivo
Esternalità negative ex inquinamento
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ORIGINI DELL’INNOVAZIONE
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L’innovazione non è un processo spontaneo e privo di regole, ma chi innova lo fa secondo una pecise strategie di innovazione
3000 idee
il modello a imbuto
1 prodotto Nuovo per il mercato
Idee sottoposte a valutazione
Progetti di sviluppo
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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INNOVAZIONEINVENZIONE
Idea geniale, inizialmente nata senza fini commerciali, di lucro o competitivi e può essere concepita ovunque.Nuova idea, nuova scoperta scientifica o novità tecnologica che non è stata ancora realizzata tecnicamente e materialmente, né su larga scala
Applicazione originale e riuscita di unconcetto,un’invenzione portatrice diprogresso.Progettazione, realizzazione fisica, comm diuna scoperta, di commercializzazione
Legata all’IDEALegata alla PRATICA
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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�Può succedere che alcune invenzioni non si traducano mai in innovazioni per mancanza di conoscenze adeguate, input e fattori complementari necessari (es. caso di Leonardo da Vinci)�Non tutte le innovazione derivano da invenzioni
L’innovazione è quindi la realizzazione ed introduzione sul mercato di un’invenzione
Innovare significa
Trasformare i problemi in soluzioni
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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L’insieme delle conoscenze, capacità professionali, procedure,
competenze, attrezzature, soluzioni tecniche, necessarie per la
realizzazione di un prodotto o per l’esecuzione di un processo
produttivo
TecnologiaInnovazione
Applicazione originale e riuscita di un concetto di una scoperta, di un’invenzione portatrice di progresso
Un’innovazione tecnologica è un miglioramento nel patrimonio di
conoscenze nel processo di industrializzazione.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’IMPORTANZA DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
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GlobalizzazioneBinomio
Qualità - Innovazione
“La via alta allo sviluppo”Strategia vincente per la salvaguardia e lo sviluppo delle economie (in particolare
quella italiana)
Rafforza i Business esistenti
Consente l’ingresso in nuovi Business
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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CREATIVITA’
INDIVIDUALE
DI UNA ORGANIZZAZIONE
Capacità di produrre una ‘qualcosa’ di:
�UTILE
�NUOVO
�DIFFERENTE DA QUANTO E’ STATO REALIZZATO IN PASSATO
�SORPRENDENTE
Il primo passo verso l’innovazione è la produzione di nuove idee e la facoltà di generare nuove idee si chiama
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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CREATIVITA’INDIVIDUALE
Conoscenza
Capacità
intellettuali
Ambiente Motivazione
Forma mentis
e
Personalità
�Fiducia proprie capacità
�Volontà e impegno a superare le difficoltà
�Disponibilità a correre rischi ragionevoli
�Tolleranza all’ambiguità (dubbio)
Si è più inclini alla creatività quando si lavora su qualcosa che piace e interessa davvero
Le idee creative trovano sostegno e riconoscimento
�Osservare i problemi�Individuare idee vincenti�Comunicare
�Troppo approfondita�Troppo limitata
Intrappola la creativitàNon consente la comprensione di un problema
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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Un esempio: Guglielmo Marconi
�1895 a 21 anni inventa la telegrafia senza fili…�NO FINANZIAMENTI in Italia�Emigra in Inghilterra�2 giugno 1896 deposita presso il British Patent Office la domanda di brevetto�Decide di stabilire in Inghilterra la sede dell’attività industriale�1898 viene fondata la Wireless Telegraph and Signal Company che, ancora oggi è uno dei maggiori player mondiali di TLC col nome di Marconi Corporation!!!
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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CREATIVITA’ DI
UN’ORGANIZZAZIONE
Creatività degli individui
Processi e fattori sociali
Struttura organizzativa
Routine
Meccanismi di
incentivazione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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�La “cassetta dei suggerimenti” (1895, National Cash Register)
Honda riconoscimenti morali a chi propone innovazioni e non monetari
�Il dipendente diventa responsabile del processo di elaborazione della propria proposta e controlla lo sviluppo dalla fase concettuale a quella applicativa
�75% delle idee messe in pratica
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: LE FONTI DELL’INNOVAZIONE
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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ORGANIZZAZIONI NON PROFIT E FONDAZIONI
PRIVATE
IMPRESA
UNIVERSITA’
ENTI PIBBLICI DIRICERCA
INDIVIDUI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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DALLA CREATIVITA’ ALL’INNOVAZIONE
L’innovazione va oltre la generazione di idee creative
Consiste nella realizzazione di idee creative, che si concretizzano in prodotti o processi nuovi.
L’innovazione richiede che l’idea creativa si combini con risorse e competenze in moda da conferire all’idea una forma “utile”
Innovazione prodotta da
Inventori
Utilizzatorifinali
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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Inventore
Padronanzadegli strumenti e dei processi produttivi fondamentali
Curiosità più per i problemi che per le
soluzioni
Attitudine a mettere in discussionele ipotesi
esistenti
Percezione della conoscenza come sapere integrato
Utilizzatore
Possiedono una profonda conoscenza dei propri
bisogni
Forte incentivo ad escogitare soluzioni capaci di soddisfarli
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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R&S
RICERCA SVILUPPO
DI BASE�Orientata alla comprensione scientifica senza immediata applicazione commerciale
APPLICATA�Orientata al soddisfacimento di un bisogno (obiettivi di mercato)
SVILUPPO�Attività che consentono la realizzazione di nuovi prodotti/processi
INNOVAZIONE
Indica una serie di attività che vanno dalle indagini esplorative e dalla ricerca
sperimentale fino allo sviluppo di applicazioni
commerciali.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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Percorso lineare
Scoperta scientifica
Invenzione Progettazione Produzione
Marketing
MERCATO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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Ciclica
Scoperta scientifica
Invenzione
Progettazione
Produzione
Analisi dei bisogni
MERCATO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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�Misto di science push e demand pull
�Gli innovatori di successo:�R&S in house, compresa la ricerca di base�Relazioni con il cliente e stakeholder�Network con fornitori e terzisti�Relazioni con gli enti di ricerca e università
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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A volte le imprese sono accusate di acquisire l’innovazione tecnologica da fonti esterne invece di investire in ricerca originale.
Tuttavia dati empirici suggeriscono che le fonti esterne di innovazione tendono a svolgere un ruolo complementare alle attività di R&S in
house, piuttosto che sostituirsi a queste ultime.
La R&S in house contribuisce a costruire la capacità di assorbimentodell’impresa, consentendo un apprendimento e un utilizzo più efficace
della conoscenza acquisita da fonti esterne
La capacità di assorbimento si riferisce all’attitudine dell’impresa a comprendere e
impiegare nuove risorse di conoscenza
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
� La politica di protezione della proprietà intellettuale di una università comprendeinnovazioni sia brevettabili che non brevettabili.
� Di norma, l’Università conserva l’esclusiva sui diritti per la commercializzazionedell’innovazione e, se una innovazione riscuote successo commerciale, condivideiproventi con i singoli inventori.
� Per rafforzare i legami tra ricerca universitarie e sviluppo di innovazioni, nonchéincrementare le probabilità di conversione in applicazioni commerciali della ricercadi base, molte Università hanno istituito dellestrutture chiamate a favorire iltrasferimento tecnologico.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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I fondi pubblici possono sostenere gli sforzi di R&S attraverso la creazione di
Parchi scientifici Incubatori di imprese
Includono strutture concepite e progettate ad hoc per consentire lo
sviluppo di nuove attività e fornire al neo-imprenditoria, il
capitale e i servizi di consulenza indispensabili allo start-up
Sono strutture dedicate in particolare alla creazione e sviluppo di nuove realtà
imprenditoriali.Concorrono ad attenuare i rischi di
imperfezioni del mercato, che possono verificarsi quando un’innovazione, pur avendo
le capacità potenziali di offrire benefici significativi per la società, presenta un alto grado di incertezza in termini di rendimento
degli investimenti.
FINALITA’
Valorizzare l’attività di R&S
Sostenere la competitività delle imprese
Assistenza alla creazione di nuove imprese e spin-off
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: LE FONTI DELL’INNOVAZIONE2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
2
ORGANIZZAZIONI NON PROFIT E FONDAZIONI
PRIVATE
IMPRESA
UNIVERSITA’
ENTI PIBBLICI DIRICERCA
INDIVIDUI
IL SISTEMA DELLE FONTI DI INNOVAZIONE
NETWORK
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
.
NETWORK
Distretti industriali : un’entità socio-territoriale caratterizzata dalla concorrenza attiva, in un’area
territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di
persone e di una popolazione di imprese industriali
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innovatività
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Caratteristiche dei distretti industriali che ne determinano il successo:
1. La divisione del lavoro e sfruttamento di economie di scala
2. La concentrazione territoriale
3. La cooperazione
4. La concorrenza
5. La specializzazione flessibile
6. La comune base culturale e la condivisione degli stessi obiettivi
7. Il mercato di riferimento
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I DISTRETTI
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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CLUSTER TECNOLOGICO
UNA RETE DI IMPRESE CONNESSE FRA LORO E DIISTITUZIONI ASSOCIATE OPERANTI IN DETERMINATI CAMPI, CONCENTRATE TERRITORIALMENTE, DOVE COMPETONO E
AL TEMPO STESSO COOPERANO, COLLEGATE DA ELEMENTI DICONDIVISIONE E DI COMPLEMENATRIETA’
(per esempio, filiere di fornitori, clienti, produttori di beni complementari, centri di ricerca specializzati, università, organismi di regolamentazione).
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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La prossimità fisica e l’interazione possono esercitare un’influenza decisiva sulla capacità e volontà delle imprese di scambiare conoscenze.
Conoscenza complessa o tacita
Grazie ad un intenso contatto le imprese sviluppano
Modalità comuni di comprensione ed elaborazione della
conoscenza
Linguaggio condiviso
Si sviluppa un rapporto di
fiducia
Si istituiscono norme e
consuetudini reciproche
Ciascun partner è consapevole
Degli obblighi relativi alla dimensione di conoscenze da
scambiare
Modelli di comportamento per garantire una condotta trasparente
Modalità di impiego
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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Le imprese che agiscono in condizioni di prossimità godono di un VANTAGGIO nella condivisione di informazioni, determinando una maggiore produttività dei processi di
innovazione.
Tale situazione genera altri vantaggi di natura geografica
Nascita di nuove imprese nell’area di
gravitazione o attrazione nell’area di imprese già esistenti
Attrazione di risorse umane specializzate e
nuovi talenti
A livello locale, l’aumento dell’occupazione e dei proventi fiscali incoraggia
Il miglioramento delle infrastrutture (quali strade e servizi)
Apertura di nuove scuole
Ampliamento dell’offerta di servizi
per la comunità
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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Le persone presentano una certa resistenza allo
spostamento
La conoscenza è un patrimonio incorporato nelle persone
La conoscenza tende a conservare il proprio
radicamento geografico
Cluster localizzato di competenze tecnologiche
Natura della tecnologia
Caratteristiche del settoreContesto
culturale della tecnologia
L’intensità del processo di clustering (di concentrazione
territoriale)
dipende da fattori
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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Individui o organizzazioni che trasferiscono informazioni da un contesto ad un altro, là dove le conoscenze possono essere impiegate con successo, sperimentando nuove
applicazioni industriali
Knowledge broker
Network Network
In una rete di imprese il Knowledge broker potrebbe essere un’organizzazione che assume il ruolo di connettere la sua rete con altre reti, con altri nodi che altrimenti
rischierebbero di rimanere isolati
Network
Fungendo come da ponte tra due differenti network, un knowledge broker si trova nella posizione ideale per combinare in una miscela esclusiva le risorse di conoscenza
possedute dai due cluster di imprese
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
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Il knowledge broker è un promotore dei processi di innovazione
Capacità di riconoscere e di “catturare” soluzioni potenziali che potrebbero
soddisfare i problemi in modi inattesi
Competenza chiave
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: LE FORME DELL’INNOVAZIONE
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FORME DELL’INNOVAZIONE
• Innovazioni di prodotto: Incorporate nei beni eo servizi realizzati da un’impresa
• Innovazioni di processo: cambiamenti nelle modalità in cui un’impresa svolge le sue attività (orientate al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza)
Spesso simultanee e collegate tra di loro
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FORME DELL’INNOVAZIONE
• Innovazioni radicali L’uso, le prestazioni, le caratteristiche, gli attributi, l’uso dei materiali e componenti differiscono significativamente rispetto a quelli precedenti (Novità assoluta)
• Innovazioni incrementaliLe prestazioni del bene o servizio risultano sensibilmente migliorate.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FORME DELL’INNOVAZIONE
• Compentence enhancing Consiste in un’evoluzione della base di conoscenze preesistenti
• Competence destroyingLa nuova tecnologia non scaturisce dalle competenze già possedute, ma le rende inadeguate
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FORME DELL’INNOVAZIONE
• Innovazioni architetturali Consiste in un cambiamento della struttura generale del sistema o del modo in cui i componenti interagiscono tra loro
• Innovazioni modulariPrevedono il cambiamento di uno o più componenti senza modifiche sostanziali alla configurazione del sistema
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FORME DELL’INNOVAZIONE
• Le imprese devono comprendere come interagiscono gli attributi di ciascun componente e come questo genera un cambiamento del progetto
• Le forme dell’innovazione non sono indipendenti l’una dall’altra
• Ciascun criterio è in correlazione con gli altri
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CURVE TECNOLOGICHE
• Il tasso di miglioramento della tecnologia
• Il tasso di diffusione nel mercato della tecnologia
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CURVE AD S DEL MIGLIORAMENTO TECNOLOGICO
• Fase iniziale: miglioramento della performance lento perché i principi di base della tecnologia sono stati compresi in parte (non ancora acquisito uno status di legittimità della tecnologia)
• Fase intermedia: viene acquisita una conoscenza più approfondita della tecnologia (rapido miglioramento)
• Fase finale: il rendimento delle risorse e
delle energie decresce (aumento del costo
marginale di ciascun miglioramento)
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Pe
rfor
ma
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Impegno
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CURVE AD S DEL MIGLIORAMENTO TECNOLOGICO
• Tecnologie discontinue: quando risponde ad una richiesta del mercato simile a quella già soddisfatta da una tecnologia preesistente, partendo da una base di conoscenze completamente nuova
• Le tecnologie non sempre raggiungono i propri limiti, ma possono essere rimpiazzate da tecnologie discontinue
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: LE FORME DELL’INNOVAZIONE2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CURVE TECNOLOGICHE
• Il tasso di miglioramento della tecnologia
• Il tasso di diffusione nel mercato della tecnologia
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CUVE AD SDELLA DIFFUSIONE DI UNA TECNOLOGIA
Esprime il rapporto tra il numero complessivo degli utilizzatori di una tecnologia ed il tempo.
• Fase iniziale: tecnologia poco conosciuta; caratterizzata da un grado di adozione lenta
• Fase intermedia: comprensione approfondita, diffuione di massa del tasso di adozione
• Fase finale: mercato si satura; il tasso di nuove adozioni diminuisce
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CUVE AD SDELLA DIFFUSIONE DI UNA TECNOLOGIA
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I Tempi per la diffusione di un tecnologia sono generalmente più lunghi rispetto
alla diffusione delle informazioni
•Alla complessità delle conoscenze (a volte tacite), alla base delle nuove tecnologie
•Allo sviluppo di risorse complementari
Sono dovuti
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CUVE AD SDELLA DIFFUSIONE DI UNA TECNOLOGIA
Limiti del modello della curva a S
− Non si conoscono in anticipo i limiti di una tecnologia
− La forma ad S non è applicabile a ciascun processo di innovazione tecnologica
− Cambiamenti inattesi del mercato possono accorciare o allungare il ciclo di vita di una tecnologia
− Le imprese possono influenzare l’andamento di una tecnologia attraverso le proprie attività di sviluppo
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CUVE AD SDELLA DIFFUSIONE DI UNA TECNOLOGIA
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Benefici associati al passaggio ad una nuova tecnologia
− Vantaggio offerti dall’innovazione
− Capacità della nuova tecnologia di integrarsi con le competenze possedute dall’azienda
− Capacità della nuova tecnologia di inserirsi ed adattarsi al quadro delle risorse complementari dell’azienda
− Il tasso di diffusione previsto per la nuova tecnologia
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Everett Rogers 1995 studia le cinque categorie di adottanti:
• Innovatori (quota mercato 2,5%)
• Primi adottanti (quota mercato 13,5%)
• Maggioranza anticipatrice (quota mercato 34%)
• Maggioranza ritardataria (quota mercato 34%)
• Ritardatari (quota mercato 16%)
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SEGMENTO ZERO• Particolare zona dove i prodotti ricoprono una fascia bassa del
mercato
• All’apparenza poco attrattivo in termini di margini
• Bassa tecnologia
Andy Groove (fondatore di Intel):“Il trascurato, mal servito eapparentemente non profittevole segmento “ultimo” del mercato puòoffrire condizioni favorevoli a un radicale cambiamento delle regoledel gioco competitivo”
Nel momento in cui i produttori che occupano la faccia bassa del mercatorisalgono la traiettoria del miglioramento delle prestazioni potrebbero raggiungereun livello di performance tale da soddisfare la domanda delmass marketcon unprezzo al di sotto della tecnologia di fascia alta
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: DISEGNO DOMINANTE
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fase fluida: condizione di forte incertezza, sia sulla tecnologia sia sul mercato. Le aziende seprimentano differenti fattori per valutare la risposta del mercato.
Fase specifica: inizia a delinearsi la convergenza verso un disegno dominante
Disegno dominante:
Fissa i principi dell’architettura che sostine la tecnologia, consentendo alle imprese di concentrare il proprio impegno sulle innovazioni di processo o sulle innovazioni incrementali
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Fasi dell’evoluzione tecnologica:
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
•Anderson e Tushman analizzano i cicli di cambiamento tecnologico del settore dei minicomputer, cemento e vetro:
•Era di fermento•Era di cambiamento incrementale
Quando il modello diventa dominante tende a coprire la maggior quota di mercato, a meno che non venga interrotto dall’emergere della discontinuità tecnologica
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Perché si afferma un disegno dominante?
�In molti settori si manifestano rendimenti crescenti associati alla diffusione di una determinata tecnologia
�Gli utili possono essere re-investiti per migliorare le conoscenze
�Un alto tasso di diffusione determina lo sviluppo di asset complementari
Gli effetti possono innesecare un circolo virtuoso che tende a rafforzare lo status dominante della tecnologia
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fonti primarie dei rendimenti crescenti
• Effetti dell’apprendimento– Curva d’esperienza
– Capacità di assorbimento (capacità di un individuo di incrementare la propria capacità di acquisire e assimilare informazioni)
• Esternalità di rete– Network fisici
– Reti relazionali
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: WINNER TAKES ALL
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
WINNER TAKES ALL
aree competitive dove lo scontro tra standard è decisivo per la determinazione del
successo dell’impresa
IL VINCITORE PRENDE TUTTA LA POSTA IN PALIO
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
AFFERMAZIONE DI UN’INNOVAZIONE
dipende
• dalla scelta del tempo di ingresso
• dall’influenza del disegno dominante
I mercati winner-takes-all presentano dinamichecompetitive differenti dai mercati che consentonouna coesistenza pacifica tra standard coerenti:– Non sempre vincono le aziende che hanno tecnologie
superiori ma chi saprà gestirle
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il valore stand-alone di una tecnologia
Il valore delle esternalità di rete
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il valore stand-alone di una tecnologia
Le fasi del processo: – Acquisto
– La consegna
– L’utilizzo
– I servizi accessori
– La manutenzione
– La dimissione
– Lo smaltimento
I parametri di utilità:– Produttività
– La semplicità
– La praticità
– I rischi
– Il divertimento
– L’immagine
– Il rispetto per l’ambiente
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Mappa di utilità
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Acquisto Consegna Utilizzo Servizi accessori
Manutenzione Dismissione
Produttività per il cliente
Semplicità
Praticità
Rischi
Divertimento e immagine
Rispetto per l’ambiente
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE ESTERNALITÀ DI RETE
Il valore di un’innovazione tecnologica sarà funzione non
solo del costo e dei benefici stand alone della tecnologia,
ma anche del valore generato dalla dimensione della base
di clienti e dalla disponibilità dei beni complementari
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Non basta superare il livellodefinito dallo standard vigente,ma la tecnlogia deve offrire unvalore complessivo superiore
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 8
La base di valutazione dei clienti è formata:
�Dalla soggettività del giudizio personale
�Dalle percezioni
�Dalle aspettative individuali
�Dalle informazioni oggettiveVantaggio per le imprese capaci di
influenzare o condizionare le percezioni e le aspettative dei
consumatori nella determinazione del valore complessivo offerta da una
tecnologia
Prodotto fantasma: le impree creano la percezione della diffusione di un prodotto, ritardando l’adozione da parte degli utilizzatori di prodotti sostitutivi
Il caso SONY – SEGA MEGA DRIVE – NINTENDO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Mercati winner -takes-all
Il caso Microsoft:
Il confronto dei rendimenti delle esternalità di rete associati alle diverse quote di mercato può rappresentare lo strumento per valutare se un’impresa abusa della posizione
dominante
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Correttezza nelcomportamento
Lesione della concorrenza ?
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 10
xmercatoUtil
ità te
cnol
ogic
a Benefici che derivano ai consumatori dalle esternalità di rete per la tecnologia A
Costi di monopolio sostenuti dai consumatori quando la tecnologia A raggiunge la quota di mercato
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: First Mover
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I nuovi entranti in un mercato:
•First mover o pionieri
•Early follower, entranti iniziali
•Late entrant entranti ritardatari
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La scelta del tempo più adatto per entrare nel mercato (diverse teorie):
• Le prime entranti godono di rendimenti superiori e tassi di sopravvivenza più elevati;
• Spesso la prima impresa ad entrare nel mercato è la prima a fallire lasciando gli entranti iniziali ad ottenere performance superiori ai pionieri;
• Maggiori rendimenti riconducibili al vantaggio della prima mossa si compensano con i maggiori rischi di sopravvivenza;
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
VANTAGGI DEL FIRST MOVER
• Fedeltà di marca - brand loyalty e Leadership tecnologica
• Diritto di opzione su risorse scarse
• Sfruttamento degli switching cost
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fedeltà di marca - brand loyalty e Leadership tecnologica
• L’impresa che introduce una tecnologia per prima:
– Rafforza l’immagine
– Estende la brand loyalty
– Allarga la quota di mercato
• Leadership tecnologica consente di modellare le aspettative del cliente riguardo:
– La forma
– Le caratteristiche
– Il prezzo
– Gli aspetti della nuova tecnologia
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Diritto di opzione su risorse scarse: le imprese che entrano per prime godono di un vantaggio competitivo di prelazione o di opzione nell’acquisizione di risorse scarse
Lo sfruttamento degli switching cost dell’acquirente: Il passaggio ad una nuova tecnologia o l’acquisto di un uteriore bene comporta spesso dei costi per il cliente, ossia degli switching cost
Il caso della tastiera QWERTI
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I vantaggi dei rendimenti crescenti• La scelta del timing degli investimenti nello sviluppo di una nuova
tecnologia è decisiva per il successo:
– Entrata anticipata per arrivare ad affermarsi come disegno dominante
Svantaggi del first mover• La distorta visione del mercato che tende ad identificare come
pionieri le imprese che non lo sono
• I costi di ricerca e sviluppo
• Lo sviluppo dei canali di fornitura e distribuzione
• Sviluppo delle tecnologie abilitanti o delle tecnologie complementari
• Incertezza nelle condizioni della domanda
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Strategie di entrata
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strategie di entrata
• Consolidamento delle preferenze del cliente– I clienti possono incontrare delle difficoltà
riguardo la tecnologia:• La comprensione
• I vantaggi
• Il ruolo che potrebbe avere
• Il caso dei CD e dei DVD
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• I miglioramenti alle soluzioni precedenti– Quando c’è un miglioramento radicale della
tecnologia preesistente sarà accettata dai clienti con maggiore rapidità poiché sarà minore l’ambiguità o l’incertezza in merito al suo valore
• L’esigenza di tecnologie abilitantiLe tecnologie abilitano una determinata innovazione a garantire le prestazioni promesse (queste influiscono sulla performance dell’innovazione
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Influenza dei beni complementari sul valore dell’innovazione– Se il valore dell’innovazione dipende dalle caratteristiche dei
beni complementari, quest’ultimi determineranno la probabilità di successo dell’entrata nel mercato
– Quando l’innovazione richiede lo sviluppo di nuovi beni complementari, sarà necessario assicurarne la disponibilità sul mercato
• La minaccia di nuovi entranti– Un’impresa attende l’entrata in un mercato nel momento in
cui è avvenuta l’evoluzione tecnologica o si sono consolidate le richieste del cliente.
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• La presenza di rendimenti crescenti da adozione– Lasciare che i concorrenti compiano la prima mossa
rappresenta una strategia rischiosa in quanto se l’offerta di tencologia riesce a raccogliere un’ampia base di istallazioni il first mover non potrebbe essere in grado di colmare il ritardo
• La capacità di assorbire le perdite iniziali– Le spese di R&S e quelle relative all’introduzione
dell’innovazione vengono sostenuti principalemnte dal first mover
– La lentezza della fase di decollo è causa di perdite
– Necessità di avere ingenti risorse per rincorrere i concorrenti
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Reputazione dell’impresa e incertezza del mercato• I segnali della reputazione e della credibilità influenzano la
scelta d’ingresso nel mercato
• Clienti, fornitori e distributori si basano sulle performance storiche dell’impresa
La scelta del Timing di ingresso • Presuppone o che un’impresa abbia la capacità di introdurre
in qualunque momento una tecnologia e quindi avere processi di sviluppo a cicli veloci
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: L’orientamento strategico
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’orientamento strategicoL’analisi viene condotta mediante due
metodologie:
• Il modello delle 5 forze di Porter
• L’analisi degli Stakeoholder
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Le 5 forze di Porter
conflittualità
Minaccia di nuovi entranti
Potere contrattuale
degli acquirenti
Minaccia di prodotti
sostitutivi
Potere contrattuale dei
fornitori
Misura il grado di attrattività di un settore
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il grado di rivalità competitiva
Influenzato da una serie di fattori, quali:
– Il numero e le dimensioni delle imprese
– La tipologia del mercato (ex oligopolistico)
– Barriere all’uscita
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La minaccia di potenziali entranti
Influenzata:
– Dal grado di attrattività del mercato
– Dalla presenza di barriere all’entrata (costi di
start-up, brand loyalty, accesso a canali di
fornitura o distribuzione)
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il potere contrattuale dei fornitor i
Influenzato :
– Dal numero dei fornitori
– Dal grado di integrazione dell’impresa, a monte
o a valle del processo produttivo
– Dalla presenza degli switching cost
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il potere contrattuale degli acquirenti
Influenzato :
– Dal numero dei clienti
– Dal grado di integrazione dell’impresa, a monte
o a valle del processo produttivo
– Dalla presenza degli switching cost
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La minacci di prodotti sostitutivi
Influenzato:
• Dal numero di prodotti sostitutivi
• Dalla funzione del prodotto o servizio
offerto dall’impresa
• Dal prezzo del prodotto sostituto
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Le 5 forze di Porter
conflittualità
Potere contrattuale dei
Fornitori
Minaccia di prodotti
sostitutivi
Potere contrattuale dei clienti
Minaccia di nuovi entranti
Prodotti complementari
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prodotti complementari
“beni o servizi e risorse che potenziano l’utilità o l’attrattività di un bene”
Bisognerà considerare: – Il grado di criticità che il prodotto
complementare assume nel settore
– La disponibilità del prodotto complementare per le imprese del settore
– Quale attore riesce a sfruttare il valore del prodotto comlementare
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’analisi degli Stakeoholder
• L’approccio utilizzato per l’analisi riguarda: – L’analisi strategica
riferita alla performance economico-finanziaria dell’azienda
– L’analisi normativa
focalizzata su aspetti di carattere etico o morali
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’orientamento strategivo: l’ambiente interno
Nell’analisi delle attività primarie:
– La logistica in entrata
– Le attività produttive
– La logistica in uscita
– Il marketing
– Le vendite
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Nell’analisi delle attività di supporto
−L’acquisizione delle risorse
−La gestione delle risorse umane
−Lo sviluppo della tecnologia
−L’infrastruttura manageriale
−L’assicurazione della qualità
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Le risorse per risultare una potenziale fonte di vantaggio devono essere:
– Rare
– Di valore (tacite, socialmente complesse, o caratterizzate da ambiguità causale)
– Durevoli
– Difficilmente imitabili
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: L’orientamento strategico dell’innovazione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’orientamento strategico dell’innovazione
• Competenza chiave– Core compentency: combinazione integrata e
complessa delle capacità e delle risorse all’interno del mercato
– Capability: abilità, skill elementari che possono contribuire a creare una competenza chiave
• Competenza distintiva
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CORE COMPENTENCY
• Competenze distintive che differenziano un’impresa dal punto di vista strategico
• I meccanismi di incentivazione e la struttura organizzativa devono incoraggiare la cooperazione e lo scambio di risorse, ossia quelle relazioni orizzontali tra le unità strategiche di business
• I singoli individui dovrebbero essere inquadrati come corporate asset, come una risorsa strategica dell’azienda
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Per stabilire se le competenze individuate sono delle core compentency sarà necessario chiedersi:
• Se sono una fonte di differenziazione rispetto
ai concorrenti
• Se possono essere sfruttate in più business
• Se sono difficili da imitare
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LE CORE RIGIDITY“Le aree di eccellenza dell’impresa rischiano di trasformrsi
in trappole ed i fattori di successo tramutarsi nel tempo in pericolosi vincoli, rendendola rigida, chiusa resistente al cambiamento, eccessivamete ancorata ad abilità del passato e fedele a risorse non più adeguate”
La capacità dinamica dell’impresaÈ riferita a quella serie di capacità che predispongono l’impresa ad una rapida riconfigurazione della propria struttura e delle proprie routine organizzative in risposta a nuove opportunità di mercato o a nuovi scenari competitivi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’INTENTO STRATEGICO
Per raggiungere l’obiettivo della creazione di valore l’impresa deve riuscire a far leva sulle risorse azionedali in maniera da offrire:
– Una performance superiore al cliente
– Un clima organizzativo migliore
– Garantire flussi di ricavi maggiori agli azionisti
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Per conseguire tali risultati l’impresa deve: • Sviluppare nuove attività• Penetrare nuovi mercati• Moltiplicare le proprie
risorse e competenze• FARSI GUIDARE
DALL’INTENTO STRATEGICO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’intento strategico
“È un obiettivo di lungo termine molto ambizioso che trae origine dalle competenze chiave possedute,
estendendole fino al limite, e coinvolgendo, motivandoli, tutti i livelli dell’organizzazione”
Definito l’orientamento strategico l’impresa dovrebbe essere ingrado di identificare le risorse e le capacità necessarie a colmareil gap tra l’intento strategico e la sua posizione attuale,individuando eventuali gap tecnologici
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L’orientamento proiettato verso il futuro
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La scelta dello svolgimento delle attività
avviene tra:
• La realizzazione dello sviluppo autonomo
• La collaborazione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La realizzazione dello sviluppo autonomo:“ vantaggi”
• Disponibilità delle capacità e delle competenze
• Protezione delle tecnologie proprietarie
• Controllo dello sviluppo e dell’utilizzo delle tecnologie
• Creazione e rinnovo delle capacità
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Forme della collaborazione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La scelta dello svolgimento delle attività
avviene tra:
• La realizzazione dello sviluppo autonomo
• La collaborazione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La collaborazione:“vantaggi”:
1. Consentire ad un’impresa di accedere alle capacità ed alle risorse necessarie di cui non dispone
2. Ridurre gli oneri finanziari e accrescere la propria flessibilità
3. Acqusire opportunità di apprendimento
4. Condividere i costi ed i rischi
5. Creare uno standard condiviso
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Forme della collaborazione
• Alleanze strategiche
• Joint-venture
• Licensing
• L’outsourcing
• Consorzi di ricerca
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Alleanze strategiche
1a dimensione: capacità dell’alleanza di realizzare un’integrazione o un trasferimento di competenze tra i partner
2a dimensione: capacità di gestire le alleanze:• Alleanze diadiche (due partner)
• network
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Alleanza diadica Network di alleanze
Integrazione di competenze
A B
Trasferimento di competenze
C D
Strategie di alleanze tecnologiche
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Joint-ventureRichiede ai partecipanti di adottare una struttura formale e dedicare al progetto di collaborazione un impegno in capitale
LicensingAccordo contrattuale attraverso cui un’organizzazione o un individuo (licenziatario o licensee) ottiene i diritti d’uso di una tecnologia proprietaria, o di un marchio, di un’altra organizzazione o di un individuo ( concedente o lincensor) di cui non dispone
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’outsourcingTrasferimento di determinati processi ad altre organizzazioni mediante un contratto di produzione
Consorzi di ricercaSvologimento di attività collaborative per la ricerca e sviluppo attuate secondo diversi modelli di configurazione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Forme della collaborazione: confronti
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 2
Velocità Costi Controllo Volori Competenzeesistenti
Svilupponuovecompetenze
Accesso ad altrecompetenze
Sviluppointerno
Bassa Elevati Elevati Si Si No
Alleanza strategica
Variabile Variabili Basso Si Si A volte
Joint venture Bassa Condivisi Condiviso Si Si Si
Licensing-in Elevata Medi Basso A volte A volte A volte
Licensing-out Elevata Bassi Medio Si No A volte
Outsourcing Media /Elevata
Medi Medio A volte No Si
Organizzazioni di ricerca
Bassa Variabili Variabile Si Si Si
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
�Lo sviluppo indipedente: è una strategia di innovazione lenta e costosa ma consente di mantenere un controllo totale sul processo di sviluppo
�Le alleanze strategiche consentono di acquisire l’accesso alle tecnologie dei partner in tempi brevi a costi contenuti, ma forniscono un controllo limitato sulla tecnologia� Le joint venture condividono il costo degli investimenti nel processo di
sviluppo ed il controllo delle attività (relazione di lungo termine). Da privilegiare quando l’impresa attribuisce grande importanza all’accesso alle competenze dei partner
� L’acquisizione di licenze rappresenta la corsia preferenziale per accedere a nuove tecnologie a costi inferiori a quelli di sviluppo interno. Offre un grado di controllo limitato sulle modalità di impiego della tecnologia. La strategia del licensing risulta adatta nel caso di acquisizione delle tecnologie abilitanti
3
Forme della collaborazione: confronti
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strategie di outsourcing Rappresenta una rinuncia consapevole al controllo esclusivo per guadagnare l’accesso all’esperienza di un’altra impresa.
• Permette all’impresa di valorizzare le competenze già possedute e di concentrarsi su attività che in cui ottiene migliori risultati.
• Rappresenta la soluzione adatta per attività:
– Non essenziali ai fini della costruzione o del rafforzamento del vantaggio competitivo
– Il cui svolgimento in-house comporterebbe una perdita di flessibilità
– In cui l’impresa si trova in una posizione di svantaggio
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La selezione del partnerIl successo di una strategia di collaborazione dipende dalla scelta del partner.
La compatibilità tra i partner viene influenzata:
5
Dalle dimensioni dell’impresaDal potere di mercato
Dalla complementarità delle risorseDalla somiglianza dei valori e della
cultura aziendaleDalla convergenza degli obiettivi
Dalla coerenza
Compatibilitàdelle risorse
Compatibilità strategica
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La selezione del partner
• Impatto sulle opportunità e sulle minacce dell’ambiente
• Impatto sui punti di forza e debolezza dell’organizzazione
• Impatto sull’orientamento strategico
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La selezione del partnerMonitoraggio del partner mediante accordi contrattuali che prevedono:
– La definizione di diritti e doveri
– Il ricorso alle vie legali in caso di violazione dell’accordo
– Il contributo di ciascuna parte
– Il grado di controllo che spetta a ciasun partner
– I tempi e modi della distribuzione di quanto generato con la collaborazione
Le strategie di collaborazione per rimanere efficaci nel tempodevono prevedere un adeguato grado di flessibilità che consentadi adattare l’accordo in base all’evoluzione dell’ambientecompetitivo
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
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Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Forme della collaborazione: confronti
Prof. Stefano Poponi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 2
Velocità Costi Controllo Volori Competenzeesistenti
Svilupponuovecompetenze
Accesso ad altrecompetenze
Sviluppointerno
Bassa Elevati Elevati Si Si No
Alleanza strategica
Variabile Variabili Basso Si Si A volte
Joint venture Bassa Condivisi Condiviso Si Si Si
Licensing-in Elevata Medi Basso A volte A volte A volte
Licensing-out Elevata Bassi Medio Si No A volte
Outsourcing Media /Elevata
Medi Medio A volte No Si
Organizzazioni di ricerca
Bassa Variabili Variabile Si Si Si
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
�Lo sviluppo indipedente: è una strategia di innovazione lenta e costosa ma consente di mantenere un controllo totale sul processo di sviluppo
�Le alleanze strategiche consentono di acquisire l’accesso alle tecnologie dei partner in tempi brevi a costi contenuti, ma forniscono un controllo limitato sulla tecnologia� Le joint venture condividono il costo degli investimenti nel processo di
sviluppo ed il controllo delle attività (relazione di lungo termine). Da privilegiare quando l’impresa attribuisce grande importanza all’accesso alle competenze dei partner
� L’acquisizione di licenze rappresenta la corsia preferenziale per accedere a nuove tecnologie a costi inferiori a quelli di sviluppo interno. Offre un grado di controllo limitato sulle modalità di impiego della tecnologia. La strategia del licensing risulta adatta nel caso di acquisizione delle tecnologie abilitanti
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Forme della collaborazione: confronti
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Strategie di outsourcing Rappresenta una rinuncia consapevole al controllo esclusivo per guadagnare l’accesso all’esperienza di un’altra impresa.
• Permette all’impresa di valorizzare le competenze già possedute e di concentrarsi su attività che in cui ottiene migliori risultati.
• Rappresenta la soluzione adatta per attività:
– Non essenziali ai fini della costruzione o del rafforzamento del vantaggio competitivo
– Il cui svolgimento in-house comporterebbe una perdita di flessibilità
– In cui l’impresa si trova in una posizione di svantaggio
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La selezione del partnerIl successo di una strategia di collaborazione dipende dalla scelta del partner.
La compatibilità tra i partner viene influenzata:
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Dalle dimensioni dell’impresaDal potere di mercato
Dalla complementarità delle risorseDalla somiglianza dei valori e della
cultura aziendaleDalla convergenza degli obiettivi
Dalla coerenza
Compatibilitàdelle risorse
Compatibilità strategica
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La selezione del partner
• Impatto sulle opportunità e sulle minacce dell’ambiente
• Impatto sui punti di forza e debolezza dell’organizzazione
• Impatto sull’orientamento strategico
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La selezione del partnerMonitoraggio del partner mediante accordi contrattuali che prevedono:
– La definizione di diritti e doveri
– Il ricorso alle vie legali in caso di violazione dell’accordo
– Il contributo di ciascuna parte
– Il grado di controllo che spetta a ciasun partner
– I tempi e modi della distribuzione di quanto generato con la collaborazione
Le strategie di collaborazione per rimanere efficaci nel tempodevono prevedere un adeguato grado di flessibilità che consentadi adattare l’accordo in base all’evoluzione dell’ambientecompetitivo
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Protezione dell’innovazione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Protezione dell’innovazione
Appropriabilità Capacità dell’impesa di acquisire e trattenere le rendite
generate dai propri processi innovativi
2
Il grado di imitabilità è funzione della natura tecnologica
sviluppata sia dell’efficacia dei meccanismi di protezione
adottati
Il grado di appropriabilità è determinato dalla facilità e dalla rapidità con cui i
concorrenti riescono a imitarla.
talento
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Forme di protezione della proprietà intellettuale
• Brevetti
• Marchi
• Copyright, diritto di autore
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
BrevettiXV Secolo Inghilterra , prima protezione formale con la “Lettera
di brevetto” che recava il gran sigillo della Corona
1449 Enrico VI concede a John Utynam il monopoli ventennale su un metodo di prodozione di vetro colorato fino ad allora sconosciuto
1474 Repubblica di Venezia emana il primo regolamento al mondo sui brevetti
1710 Parlamento Britannico disponeva la protezione dei libri ed altri testi (istituendo il diritto di autore)
1791 Thomas Jefferson istituì una forma di tutela del marchio per i tessitori di vele
1883 Convenzione di Parigi, primo accordo internazioneale sulla protezione della proprietà industriale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Brevetti
• Il Brevetto è un titolo tecnico-giuridico che conferisce al titolare, per un periodo di 20 anni, il diritto esclusivo di sfruttamento della invenzione realizzata a decorrere dalla data del deposito della domanda.
• Possono costituire oggetto di brevetto i prodotti, i procedimenti produttivi,le varietà vegetali, mentre non sono brevettabili le scoperte, le teoriescientifiche, i metodi matematici, i piani, i principi ed i metodi perattività intellettuale, per gioco o per attività commerciali, i programmi di elaboratori, le presentazioni di informazioni in quanto tali.
• L’invenzione industriale è la soluzione ad un problema tecnico non ancora risolto, atta ad avere una applicazione industriale e nuova rispetto allo stato della tecnica.
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Requisiti per la brevettabilità
• novità: un’invenzione è considerata nuova se non è compresa nello stato della tecnica. Lo stato della tecnica è costituito da tutto ciò che è stato reso accessibile al pubblico sia nello Stato che all’estero prima della data di deposito della domanda di brevetto, mediante descrizione scritta o orale, utilizzazione o qualsiasi altro mezzo;
• attività inventiva: un’invenzione è considerata non ovvia e quindi implicante un’attività inventiva quando, per una persona esperta del ramo, non risulta in modo evidente dallo stato della tecnica;
• applicazione industriale: l’invenzione deve poter essere oggetto di fabbricazione e utilizzo in qualsiasi genere di industria, compresa quella agricola;
• liceità: non possono costituire oggetto di brevetto le invenzioni la cui attuazione è contraria all’ordine pubblico o al buon costume.
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Non possono essere considerate invenzioni
• le scoperte, le teorie scientifiche ed i metodi matematici, i professionale piani, i principi ed i metodi per attività intellettuale, per gioco o per attività commerciali ed i programmi per elaboratori
• le presentazioni di informazioni I metodi per il trattamento chirurgico o terapeutico nonché i metodi di diagnosi applicati al corpo umano o animale le razze animali ed i procedimenti essenzialmente biologici per l’ottenimento delle stesse,
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Codice della Proprietà Industriale
Dlgs settembre 2004, in vigore dal 19 marzo 2005
• Brevetti suddivisi in base all’oggetto da difendere
– Invenzioni industriali
– Modelli di utilità
– Disegni e modelli
– Nuove varietà vegetali
– Topografie dei prodotti a semiconduttori
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il deposito della domanda di brevetto si effettua presso:
– UIBM di Roma
– Gli uffici periferici nelle Camere di Commercio
• Il contenuto della domanda:- Elementi di informazione tecnica riguardo l’oggetto
dell’invenzione
- Descrizione con esempi e disegni
- Le rivendicazioni Il brevetto dura 20 anni dalla data di deposito purché vengano annualmente pagate le tasse di mantenimento, pena la decadenza; non può essere rinnovato né può esserne prorogata la durata. Entro 12 mesi dal deposito nazionale, si può estendere la protezione del brevetto all’estero (brevetto europeo, internazionale, deposito effettuato nei singoli Paesi), rivendicando la priorità della data del primo deposito.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Diritti derivanti dalla concessione
I diritti di brevetto per invenzione industrialeconsistono nella facoltà esclusiva di attuarel’invenzione e di trarne profitto nel territorio delloStato. In particolare il titolare ha il diritto divietare ai terzi di produrre, usare, mettere incommercio, vendere o importare l’invenzione. Idiritti sono conferiti con la concessione delbrevetto.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Protezione dell’innovazione 2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Forme di protezione della proprietà intellettualeBrevetto europeo
Consente di poter richiedere ed ottenere, con un’unica procedura, la concessione del brevetto negli stati membri della Convenzione per il Brevetto Europeo.
Fasi della procedura di rilascio di un brevetto europeo è costituita da:• il deposito della domanda di brevetto,
• l’esame formale della stessa,
• la preparazione di un rapporto di ricerca europeo l
• a pubblicazione della domanda (entro 18 mesi dalla data di priorità) e del rapporto di ricerca.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Brevetto internazionale
• È comunemente chiamato PCT, dalla Convenzione internazionale nota come Patent Cooperation Treaty.
• Si ottiene attraverso una procedura che, come quella del brevetto europeo, dà la possibilità, attraverso un unico deposito, di richiedere la protezione brevettuale anche fuori Europa, praticamente nella maggior parte dei Paesi del mondo.
• È una procedura che non si conclude con il rilascio di un brevetto, ma con un parere positivo o negativo di sussistenza dei requisiti di brevettabilità, per cui sarà poi necessario effettuare un deposito nazionale nei paesi che interessano al costo di un deposito nazionale e senza garanzie del rilascio del brevetto.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La procedura PCT consiste in due fasi principali • la fase internazionale che comprende:
• il deposito della domanda
• internazionale,
• l’istituzione di un rapporto di ricerca,
• La pubblicazione della domanda e
• l’eventuale esame preliminare internazionale (su richiesta del titolare);
• la fase nazionale prevede :
– il pagamento delle tasse nazionali e/o regionali,
– l’inoltro delle traduzioni necessarie,
– l’elezione di rappresentanti,
– l’esame della domanda da parte delle competenti autorità e
– la successiva concessione e/o rifiuto della domanda.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il vantaggio della procedura PCT• Valutare la brevettabilità dell’invenzione attraverso il
rapporto di ricerca senza effettuare i depositi presso ciascun paese
• Per le piccole e medie imprese che non dispongono di grandi capitali, allungare i tempi per entrare nella procedura del deposito nazionale
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La domanda di deposito di brevetto internazionale direttamente presso l’Ufficio Italiano Brevetti e MarchiIl deposito diretto della domanda all’OMPI, presso le sedi competenti a ricevere quali l’Ufficio Internazionale di Ginevra, Monaco e l’Aja, può avvenire solo se si rivendica, entro 12 mesi, la priorità di una precedente domanda italiana, ed a condizione che siano trascorsi più di 90 giorni dalla data di deposito della stessa.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il marchio d’impresa
“È un segno distintivo che serve a contraddistinguere i prodotti o servizi che un’impresa produce o mette in commercio. Possono costituire marchi di impresa i segni suscettibili di essere rappresentati graficamente, in particolare le parole, compresi i nomi di persone, i disegni, le lettere, le cifre, i suoni, la forma del prodotto o della sua confezione, le combinazioni e le tonalità cromatiche, purchè siano atti a distinguere i prodotti o i servizi di un’impresa da quelli di altre imprese”
“E’ un segno distintivo con valenza sul territorio nazionale. La durata della tutela è di 10 anni dalla data di presentazione della domanda ed è rinnovabile alla scadenza per periodi decennali”
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Marchi commerciali
Costituito da una parola, una frase un simbolo, un disegno o qualsiasi elemento distintivo della provenienza di un bene
Marchi di servizio
Qualunque elemento percepibile attraverso i sensi
Organizzazione Mondiale della proprietà intellettuale
WIPO World Intellectual Property Organization si occupa della gestione di un sistema di registrazione internazionale del marchio regolato:
- dall’accordo di Madrid
- dal protocollo di Madrid
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Titolarità del marchio
• Persona fisica o giuridica chiunque lo utilizzi o si proponga di utilizzarlo, nella fabbricazione o commercio di prodotti o nella prestazione di servizi della propria impresa o di imprese di cui abbia il controllo o che ne facciano uso con il suo consenso.
• Enti pubblici le amministrazioni dello Stato, delle regioni, delle province e dei comuni possono ottenere registrazioni di marchio.
• Soggetti individuali o collettivi che garantiscono la qualità di prodotti o servizi. Possono essere richiesti anche marchi collettivi da parte di soggetti, individuali o collettivi, che svolgano la funzione di garantire la natura, la qualità o l’origine di determinati prodotti o servizi; possono essere perciò usati da più persone o imprese che si assoggettano all’osservanza di determinati standard di qualità e ai relativi controlli.
• Stranieri cittadini di uno Stato facente parte della Convenzione di Parigi condizione, domiciliati o abbiano uno stabilimento sul territorio dello Stato
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Requisiti del marchio
• Novità: è l’assenza sul mercato di prodotti o servizi contraddistinti da segno uguale o simile. La novità peraltro non difetta qualora il marchio precedente sia scaduto da oltre due anni (tre se trattasi di un marchio collettivo) o sia decaduto per non uso da più di cinque anni;
• Capacità distintiva: è la capacità di distinguere un prodotto o servizio da quello di altri;
• Liceità: è la conformità alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Diritti della registrazione
• Il titolare del marchio registrato ha diritto di farne uso esclusivo per contraddistinguere i propri prodotti o servizi e di vietarne l’uso da parte di altri per prodotti o servizi identici o affini.
• I diritti della registrazione del marchio durano 10 anni dalla data di presentazione della domanda.
• La registrazione può essere rinnovata per periodi decennali per lo stesso marchio e per gli stessi prodotti o Entro sei mesi dal deposito, si può estendere la protezione del marchio all’estero rivendicandone la priorità.
10
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Marchio comunitario� Vale sull’intero territorio dell’Unione Europea.
� Conferisce al titolare un diritto che ha valore in tutti gli Stati dell’Unione. Deve essere registrato presso l’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI), con sede ad Alicante (Spagna),
� La durata della tutela è di 10 anni dalla data di presentazione della domanda ed è rinnovabile alla scadenza per periodi decennali.
Marchio internazionale� Consente, attraverso un’unica domanda, di ottenere la protezione in più Paesi.
� È necessario aver effettuato un precedente deposito nazionale ed entro sei mesi dal deposito dello stesso può essere rivendicata la priorità,
� La durata della protezione è di 10 anni e può essere rinnovato.
� Il deposito della domanda può essere presentato presso l’Ufficio Brevetti delle Camere di commercio,
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Marchio collettivo
• È posto a garanzia dell’origine, della natura e della qualità di prodotti contrassegnati.
• Può essere depositato sia da persona fisica, sia da persona giuridica.
• Viene generalmente usato da associazioni o consorzi di produttori per promuovere i prodotti tipici di una determinata zona.
• Prevede l’obbligo di allegare alla domanda di deposito, il regolamento d’uso nel quale devono essere indicati:
– i requisiti dei soggetti licenziatari del marchio,
– gli standard qualitativi,
– i procedimenti di produzione per fabbricare o ottenere i prodotti
• Il titolare deve esercitare i poteri di controllo e, in caso di violazione della norma, applicare le sanzioni previste dal regolamento.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Segreto industriale
“ Informazioni di proprietà esclusiva di un’impresa che rimangono ignote all’esterno dell’organizzazione”
Un patrimonio di informazioni può essere considerato segreto industriale se:
– Genera un vantaggio distintivo per l’impresa in termini di rendita economica
– Conserva il proprio valore rimanendo strettamente confidenziale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il copyright e diritto d’autore
È una forma di protezione applicabile alle opere soggette a diritto d’autore.
• La protezione è automaticamente garantita nel momento incui un’opera che presenti tutti i requisiti necessari viene creata e scritta o incisa per la prima volta.
• La registrazione può risultare vantaggiosa in quanto rappresenta un documento pubblico dell’esistenza del copyright
Rientrano nel diritto di autore
• Le opere del design industriale che presentano un carattere innovativo
• I programmi per elaboratori come creazione intellettuale dell’autore
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Gestione dell’invenzione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gestione dell’invenzione
2
Breveto
Segreto industriale
Settori
Imprese
Strategia di apertura della
tecnologia
Protezione parziale
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Sistemi proprietari Basati sul possesso esclusivo della tecnologia da parte dell’impresa e su una strategia di protezione attuata attraveso i brevetti, copyright, segreto industriale che consentano di:
- Produrre
- Perfezionare
- Integrare una tecnologa
Sistemi apertiLa tecnologia adottata non è protetta da segreto industriale o da brevetto
Basata su:
- Standard (noti)
- Tecnologie accessibili
- Sistemi innovativi liberi
Apertura parzialeL’adozione dei meccanismi di controllo avviene con un grado variabile di rigidità a protezione del proprio know how
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Vantaggi della protezione
Beneficiario unico
4
�Reinvestimento dei profitti della tecnologia
�Strategia basata sul prezzo�Accettare perdite nel breve termine
per assicurare una posizione di disegno dominante
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Controllo architetturale
5
• Capacità di un’impresa di definire:
- la struttura,
- il funzionamento e
- la compatibilità con altri beni e servizi
� Consente di guidare il percorso evolutivo della tecnologia
� Rappresenta un asset prezioso dove la compatibilità tecnologica è un fattore critico
• Può assicurare che la propria tecnologia sia compatibile esclusivamete con i propri beni complementari, cercando di restringere il grado di compatibilità dei beni complementari prodotti da altri operatori.•Ha la capacità di governare il ritmo di sviluppo o di perfezionamento della tecnologia, il percorso evolutivo e la compatibilità con le generazioni tecnologiche precedenti
Chi ha il controllo architetturale
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Vantaggi della diffusione
Tecnologia aperta• Consente e favorisce un processo di diffusione rapido nel mercato
6
• la base clienti e di installazioni tende aestederisi in tempi brevi rispetto ad unmercato caratterizzato da un’unica impresa
• La cocorrenza tra porduttori determina unariduzione di prezzi
Molte imprese
Clienti eproduttoripercepirannol’innovazionetecnologica comesuperiore
Lo sviluppo esterno implica:• Costi• Rischi
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Prima di definire l’indirizzo strategico l’impresa deve considerare:
1. La capacità di produzione, le competenze di marketing e le risorse di capitali
2. L’opposizione del settore della tecnlogia
3. Le risorse per lo sviluppo interno
4. Il grado di controllo sui rischi di frammentazione
5. Gli incentivi per il controllo architetturale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Dimensioni dell’innovazione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
1942 Schumpeter osservava:
• Il mercato dei capitali è imperfetto
• Per le grandi imprese è più agevole accedere a finanziamenti per i progetti di R&S
• Che le imprese con maggiori volumi di vendita su cui ripartire i costi fissi di R&S ottengono di regola performance superiori rispetto alle imprese con volumi minori
2
Inoltre avere grandi dimensioni, ha i seguenti vantaggi: - Disporre di attività complementari più evolute per consentire una efficacia nei processi
innovativi- Effetti delle economie di scala e di apprendimento- Possibilità di assumersi di rischi maggiori
La cresicita dimensionale crea:- Una diminuzione del controllo manageriale- Aumento delle difficoltà per mantenere il controllo delle attività e monitorare il personale- Calo della motivazione dei ricercatori non proprietari della tecnologia
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Nelle Grandi imprese l’aumento delle dimensioni genera:
• Pedita di efficacia del sistema di governance
• Difficoltà di rispondere ai cambiamenti dovuti:
– Burocrazia
– Elevati investimenti in attività fisse
– Un alto numero di dipendenti
– Un’ampia base di clienti
– Costi fissi elevati
– Elevato grado di commitment strategico (Paradosso di Icaro)
Le Piccole imprese possono beneficiare di
• Struttura più flessibile
• Spirito imprenditoriale diffuso
• Gestione amministrativa snella
• Bassi investimenti “bloccati” in attività fisse e impegni strategici vincolanti
• Controllo del personale
• Tasso di successo più elevato nell’innovazione di prodotto
• Gestione più parsimoniorsa dei fondi di R&S
3
Reti di divisioni autonome in mercati a costante cambiamento tecnologico
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Dimensione dell’organizzazione
• Formalizzazione
• Standardizzazione e accentramento
• Accentramento/decentramento
4
Organizzazione Ibrida “Ambidestra”
Molteplicità di architetture interne non coordinate fra loro che però possono conseguire e raggiungere obiettivi di efficacia nel breve termine e di innovazione nel lungo termine
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La ModularitàÈ il grado di scomponibilità e di ricombinazione dei componenti di un sistema
Struttura modulare o Prodotti modulari– Consentono una rapida conversione della configurazione di montaggio
– Non sempre visibili al consumatore finale
– Necessitano di una specificazione in fase di progettazione per definire interfacce standard
Strutture loosely coupled o architettura modulare– Attività di R&S integrate
– Coordinamento mediante l’adesione a obiettivi condivisi
– Standard comuni
Limiti Necessità di una stretta integrazione tra i partner coinvolti non sempre
realizzabile
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Evoluzione della qualità
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL 20° SECOLO� fine 19°secolo – inizio 20° secolo
�STRATEGIA MANAGERIALE �CULTURA DELLA QUALITA’�EMERGE IL SISTEMA FABBRICA
� NASCONO LE PRIME TEORIE� INCREMENTARE LA PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO� AUMENTARE L’EFFICIENZA DEL LAVORO
�“ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO” O SCIENTIFIC MANAGEMENT Frederick WinslowTaylor“le decisioni riguardo le organizzazioni devono essere basate su
studi precisi e scientifici delle singole situazioni”� parcellizzazione spinta� separazione tra pianificazione – esecuzione – controlli (ispezione)� collaudi su prodotti di alta tecnologia
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• 1898: lo stabilimento della Bethlehem Steel
• Uomo-tonnellate = t 12,5
• Principi dello scientific managemnt
Movimenti - strumenti -sequenze corrette
• Uomo-tonnellate = t 47,5
• Incentivi $1,85 al giorno in caso di nuovi standard
• Incremento di $ 1,15 sul precedente compenso
SCIENTIFICMANAGEMENT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
DIREZIONE AMMINISTRATIVAHenri Fayol
PROGETTAZIONE - FUNZIONAMENTO
SISTEMA ORGANIZZATIVO AZIENDALE
“Ogni subordinato riceve ordini solo da un solo
superiore”
“In un’organizzazione attività similari dovrebbero essere raggruppate sotto un unico
manager”
UNITA’ DI COMANDOUNITA’ DI DIREZIONE
ORGANIZZAZIONI BUROCRATICHE
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Evoluzione del concetto di qualità
• Concetto di Confrormità
• Adeguatezza all’uso
• Qualità dell’idea
• Qualità della realizzazione
5
tolleranze
variabilità
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
1926: DIPARTIMENTO ISPEZIONE E CONTROLLOPRESSO LA WESTERN ELECTRIC COMPANY�W. SHEWHART: Controllo statistico dei processi:
�Sul piano concettuale: il risultato sul prodotto poteva essere
statisticamente garantito attraverso il governo delle variabili e di
conseguenza azioni in tempo reale potevano essere poste in atto per
contrastare tendenze ad uscire dalla conformità
�Sul piano pratico: si mette in modo una rivoluzione sul sistema
produttivo
IL 20° SECOLO
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL CONTROLLO DELLA QUALITA ’
NELLA 2° GUERRA MONDIALE
Vengono usati standard stringenti di produzione per i fornitori.
il controllo statistico della qualita’ si diffonde ed inizia ad
essere applicato anche nell’industria manifatturiera
Applicazione di strumenti statistici come il controllo statistico
dei processi
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL CONTROLLO DELLA QUALITA ’
Obiettivo della qualità diventa:
• Miglioramento del business
• Performance aziendali
• Soddisfazione degli stakeholder
8
Assicurazione interna della qualità attuata attraverso la riorganizzazione aziendale
Impresa sistemica come sistema olistico
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL SECONDO DOPOGUERRA
�NEGLI USA LA SCARSITA’ DI BENI E PRODOTTI SPINSE A PRODURRE GRANDI QUANTITA’ CON POCA ATTENZIONE ALLA QUALITA’ (ANNI 50-60-70).
�IN GIAPPONE UN GRUPPO DI “ESPERTI” AMERICANI (JURAN E DEMING ) CONTRIBUI’ ALLA RICOSTRUZIONE DEL PAESE.
�I GIAPPONESI INTEGRARONO LA QUALITA’ NELLE LORO PROCEDURE GESTIONALI E SVILUPPARONO LA CULTURA DEL MIGLIORAMENTO CONTINUO (KAIZEN)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
LA RIVOLUZIONE DELLA QUALITA’ NEGLI USA�Negli anni ‘80, sotto la spinta della “qualita’” dei prodotti giapponesi, i
consumatori divengono piu’ attenti nella comparazione, nella valutazione e nella scelta.
�l’industria inizia a riconoscere nella qualita’ una delle chiavi per la competizione mondiale
�1987:
� emissione della norma ISO 9000
�proposizione del primo modello tqm associato alMALCOLM BALDRIGE
�La fine degli anni ‘80 ha visto un’esplosione di interesse verso la qualita’ interesse particolare dell’europa verso la qualita’
�Negli anni ‘90 la gestione e il controllo della qualita’ legato alle norme vengolo riconosciuti come un fondamento della competitivita’ grazie alla loro valenza internazionale.
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Evolouzione della qualità2a parte
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Effetti negativi dell’applicazione della qualità
• Scarsa dimestichezza degli enti di normazione
• Errate interpretazioni e cattivo uso della certificazione
• Carenza di controllo sulla qualità delle certificazioni
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Qualità totale e Total Quality Management
• Tecniche di gestione della qualità estese a tutta l’organizzazione aziendale
• Qualità deve essere implementata in ogni prodotto e progetto (pianificata)
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Concetto della qualità totale racchiude:
• Soddisfazione del cliente
• Eccellenza nella gestione aziendale
• Qualità del prodotto
– Del lavoro
– Dei rapporti interpersonali
– Dell’Oorganizzazione
– Produttività
– Coformità a specifihe del prodotto
– Zero errori
– Prevedibilità di uniformità e affidabilità
– Garanzia del livello di servizio
– Immagine aziendale
– Attenzione ai costi
– Puntualità nelle consegne
– Miglioramento continuo nei risultati
– Attenzione all’ambiente
– Attenzione verso gli stakeholder
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fattori critici di successo (‘90) di una strategia TQM• Soddisfazione del cliente
• Miglioramento continuo
• Coinvolgimento attivo
• Visione per processi
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL CICLO PDCA o RUOTA DI DEMING
P D
CA
�P: Determinare obiettivie target e stabilire come raggiungerli
�D: impegnarsi nella formazione e istruzione,svolgere il lavoro
�C: controllare gli effettidella realizzazione
A: intraprendere azioni adeguate
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
1987 emanzione delle norme ISO (volontarie) fissano:• Requisiti che le organizzazioni devono
possedere
• L’affidabilità e sicurezza
• Conformità delle forniture
• Standard comune di riferimento per l’Europa
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La certificazione è:“l’azione mediante la quale una terza parte indipendente (organismo di
certificazione accreditato) dichiara che un determinato prodotto, processo, servizio è conforme ad una specifica norma.”
Lo standard ISO 9000 valido in tutti i paesi del mondo associati
Serie ISO 9000 prima revisione formale nel 1994
Serie ISO 9000: 2000 ISO 9000:2000 Fondamenti e terminologia
ISO 9001:2000 Sistemi di gestione della Qualità. Requisiti
ISO 9004:2000 Sistemi di gestione della Qualità. Linee guida per il miglioramento delle prestazioni
Serie ISO 9000:2008
8
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ISO 9001Basata su otto principi della qualità: 1.Orientamento al cliente;
2.leadership;
3.coinvolgimento delle personale;
4.approccio a processi;
5.approccio sistemico alla gestione;
6.miglioramento continuo;
7.Decisioni basate su dati di fatto;
8.Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori
Si rifanno ai Pilastri del Total Quality Management con uno spiccato orintamento al cliente
9
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Benefici
• Dal punto di vista di gestione:
– Miglioramento della qualità dei prodotti
– Riduzione dei margini di errore
– Miglioramento organizzativo
– Maggiore coinvolgimento delle risorse umane
– Miglioramento dell’immagine aziendale e rafforazamento del potere contrattuale
• Dal punto di vista produttivo:
– Revisione dei processi e razionalizzazione
– Riduzione degli scarti e dei costi della non qualità
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: TQM
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Capace di accrescere la capacità competitiva delle imprese
• Di tendere al miglioramento continuo
Modello gestionale dove i principi della qualità devono essere utilizzati in ogni area aziendale
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Total Quality Management TQM
Fattori strategici per un efficace implementazione del modello TQM:• Impegno del top management
• Comunicazione e promozione dei programi di qualità
• Customer satisfaction
• Partnership
• Benchmarking
• Formazione
• Organizzazione aperta
• Coinvolgimento dei dipendenti
• Obiettivo zero difetti
• Miglioramento continuo
• Analisi e misurazione dei dati
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 4
Impegno del top managementIl Top Managment deve porsi obiettivi aziendali elevati e dilungo ternminedimostrando un impegno personale nella qualità e nei valorinonché nellagestione quotidiana.Comunicazione e promozione dei programi di qualitàTrasmette il significato del coinvolgimento. Il lavoro viene visto in un’otticaintefunzionale. Si introducono i circoli di qualitàCustomer satisfactionIndividua gli obiettivi in base ai quali l’azienda riesce a soddisfare efidelizzare i propri clienti basata sulla:• qualità attesa• traduzione in specifiche di prodotto• qualità percepita
ComakershipNon esistono rapporti conflittuali tra azienda e fornitoreBenchmarkingConfrontare i risultati di un’azienda con quelli delle aziende leader del settoredi appartenenza. Permette di definire le criticità tecnicacreativa
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
FormazioneInterfunzionale e basata sull’analisi e sul problem solving e orientata alla qualità
Organizzazione apertaInterscambio continuo verso l’esterno
Coinvolgimento dei dipendentiI dipendenti, formati alla qualità devono essere in grado di conoscere il sistema e di acquisire responsabilità
Obiettivo zero difettiRidurre i difetti e le rilavorazioni e porsi come obiettivo finale un numero di difetti pari a zero
Miglioramento continuoInnovazione svolta in maniera graduale, apportando sempre delle piccole variazioni ai processi per avere prodotti completamente nuovi
Analisi e misurazione dei datiPrevede l’utilizzo di strumenti tecnici ed in particolare le tecniche statistiche che consentono il monitoraggio ed il controllo
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL CICLO PDCA o RUOTA DI DEMING
P D
CA
P: Determinare obiettivie target e stabilire come raggiungerli
D: impegnarsi nella formazione e istruzione,svolgere il lavoro
C: controllare gli effettidella realizzazione
A: intraprendere azioni adeguate
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
PLAN
• Impostazione del progetto
• Documentazione sulla situazione di partenza
• Analisi del problema
• Progettazione delle azioni correttive
DO
• Addestrare le persone incaricate alla realizzazione dei rimedi.
• Preparare l’intervento (tutto ciò che serve).
• Esecuzione.
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
CHECK
• Verificare che l'azione sia stata condotta nei termini previsti/ progettati.
• Confrontare i dati ottenuti con la situazione di partenza secondo i criteri definiti.
• Confrontare i risultati con gli obiettivi iniziali
ACT
• Se l’obiettivo raggiunto:
– standardizzare le azioni correttive in modo da rendere consolidate e irreversibili;
– effettuare un addestramento specifico e approfondito sugli operatori;
– programmare verifiche della validità delle azioni (modalità e tempi);
– procedere a un eventuale PDCA sullo stesso problema.
• Se l’obiettivo non raggiunto:
– riprendere un nuovo ciclo PDCA sullo stesso problema.
8
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: La certificazione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Qualità
2
Identificazione dei bisogni
Impegno
Obiettivi strategici
Ottimizzazione dei prodotti e dei processi
Gestione e controllo di tutte le attività
Assicurazione della qualità
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 3
Esigenze
Carattere primario Regole Tecniche
Esigenze accessorie Norme Tecniche
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Nuova domanda di qualità:
• Qualità ambientale
• Qualità del lavoro
• Qualità delle informazioni
• Qualità etica
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Assicurazione della quailtà come attestazioni della conformità ai requisiti applicabili in funzione di bisogni:
•Certificazioni di prodotto
•Certificazioni di sistema:
– Di gestione della Qualità (ISO 9000)
– Ambientale (ISO 14000)
•Certificazione del personale
•Attività di ispezione
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Le norme riferimeto primario per i processi di costruzione ed assicurazione della qualità: – Regole tecniche
• Norme e regolamenti avente valore giuridico cogente che stabiliscono i requisiti essenziali a tutela di interessi pubblici collettivi
• Armonizzazione europea
• Norme tecniche – Carattere volontario
– Forniscoo prescrizioni riguardo a determinate attività
– Finalizzate al miglior ordinamento di un determinato contesto
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La certificazione
L’azione mediante la quale una terza parte indipendente dichiara che un prodotto, un processo o un servizio è conforme ad una
specifica norma
Certificazione volontaria
Certificazione obbligatoria
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Svantaggi della certificazione:– Quando il livello di eccellenza del prdotto o
dell’organizzazione non sono evidenti, tende ad appiattire l’immagine dei prodotti
– Quando non è tenuto sotto controllo il processo di certificazione crea false aspettative e discredito sul mercato
– Quando è fine a se stessa, crea false illusioni
– Quando non è accompagnata da una strategia vincente, non garantisce la competitività
8
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 9
Qualificazione degli Operatori– Obblighi giuridici
– Carattere volontario
Enti di certificazione accreditati
Termine Accreditamento:• Utilizzato per indicare la qualificazione degli operatori
della valutazione di conformità• Associato al concetto di terzietà
•dell’Ente•del Soggetto richiedente
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SINCERT – Sistema Nazionale per l’Accreditamento degli Organismi di Certificazine e Ispezione
• Fondato nel 1991 e compre tutti i settori merceologici
• Si crea un’infrastruttura di qualificazione
SINAL Sistema Nazionale Per L’accreditamento Dei
Laboratori (Qualtià metrologica)
10
ACCREDIA1. Certificazioni ed ispezioni2. Laboratori di prova3. Laboratori di prova per la sicurezza
degli elementi4. Laboratori di taratura
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Visite ispettive (Audit):
• Valutazione della conformità ai requisiti
• Assicurazione della qualità complementare o
integrativa
• ISO 19011 Linee guida per gli Audit dei sistemi
di gestione per la qualità e/o di gestione
ambientale
11
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: La certificazione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Qualità
2
Identificazione dei bisogni
Impegno
Obiettivi strategici
Ottimizzazione dei prodotti e dei processi
Gestione e controllo di tutte le attività
Assicurazione della qualità
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 3
Esigenze
Carattere primario Regole Tecniche
Esigenze accessorie Norme Tecniche
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Nuova domanda di qualità:
• Qualità ambientale
• Qualità del lavoro
• Qualità delle informazioni
• Qualità etica
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Assicurazione della quailtà come attestazioni della conformità ai requisiti applicabili in funzione di bisogni:
•Certificazioni di prodotto
•Certificazioni di sistema:
– Di gestione della Qualità (ISO 9000)
– Ambientale (ISO 14000)
•Certificazione del personale
•Attività di ispezione
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Le norme riferimeto primario per i processi di costruzione ed assicurazione della qualità: – Regole tecniche
• Norme e regolamenti avente valore giuridico cogente che stabiliscono i requisiti essenziali a tutela di interessi pubblici collettivi
• Armonizzazione europea
• Norme tecniche – Carattere volontario
– Forniscoo prescrizioni riguardo a determinate attività
– Finalizzate al miglior ordinamento di un determinato contesto
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La certificazione
L’azione mediante la quale una terza parte indipendente dichiara che un prodotto, un processo o un servizio è conforme ad una
specifica norma
Certificazione volontaria
Certificazione obbligatoria
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Svantaggi della certificazione:– Quando il livello di eccellenza del prdotto o
dell’organizzazione non sono evidenti, tende ad appiattire l’immagine dei prodotti
– Quando non è tenuto sotto controllo il processo di certificazione crea false aspettative e discredito sul mercato
– Quando è fine a se stessa, crea false illusioni
– Quando non è accompagnata da una strategia vincente, non garantisce la competitività
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 9
Qualificazione degli Operatori– Obblighi giuridici
– Carattere volontario
Enti di certificazione accreditati
Termine Accreditamento:• Utilizzato per indicare la qualificazione degli operatori
della valutazione di conformità• Associato al concetto di terzietà
•dell’Ente•del Soggetto richiedente
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
SINCERT – Sistema Nazionale per l’Accreditamento degli Organismi di Certificazine e Ispezione
• Fondato nel 1991 e compre tutti i settori merceologici
• Si crea un’infrastruttura di qualificazione
SINAL Sistema Nazionale Per L’accreditamento Dei
Laboratori (Qualtià metrologica)
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ACCREDIA1. Certificazioni ed ispezioni2. Laboratori di prova3. Laboratori di prova per la sicurezza
degli elementi4. Laboratori di taratura
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Visite ispettive (Audit):
• Valutazione della conformità ai requisiti
• Assicurazione della qualità complementare o
integrativa
• ISO 19011 Linee guida per gli Audit dei sistemi
di gestione per la qualità e/o di gestione
ambientale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: principi della qualità
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Requisiti della norma
Principi della qualità
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ISO 9001Basata su otto principi della qualità: 1.Orientamento al cliente;
2.leadership;
3.coinvolgimento delle personale;
4.approccio a processi;
5.approccio sistemico alla gestione;
6.miglioramento continuo;
7.Decisioni basate su dati di fatto;
8.Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori
3
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ISO 9001Basata su otto principi della qualità: Orientamento al cliente;
Leadership;
Coinvolgimento delle personale;
Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori;
Approccio a processi;
Approccio sistemico alla gestione;
Miglioramento continuo;
Decisioni basate su dati di fatto;
4
Persone
Gestione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Persone: Orientamento al cliente
“Le organizzazioni dipendono dai propri clienti e dovrebbero pertanto capire le loro esigenze presenti e future, soddisfare i loro requisiti mirare a superare le loro stesse
aspettative”
5
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Persone: Leadership
“ I capi stabiliscono unità di intenti e di indirizzo dell’organizzazione. Essi
dovrebbero creare e mantenere un ambiente interno che coinvolga pienamente il
personale nel perseguimento degli obiettivi dell’organizzazione”
6
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Persone: Coinvolgimento del personale
“ le persone a tutti i livelli, costituiscono l’essenza dell’organizzazione ed il loro
pieno coinvolgimento permette di porre la loro capacità al servizio
dell’organizzazione”
7
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Persone: Rapporti di reciproco beneficio con i
fornitori
“Un’organizzazione ed i suoi fornitori sono interdipendenti ed un aproccio di reciproco
beneficio migliora, per entrambi, la capacità di creare valore”
8
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gestione: Approccio basato sui processi
“un risultato desiderato si ottiene con maggior efficienza quando le relative attività e risorse sono gestite come un
processo”
9
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gestione: Approccio sistemico alla gestione
“Identificare, capire e gestire processi tra loro correlati contribuisce all’efficacia e
all’efficienza dell’organizzazione nel conseguire i propri obiettivi”
10
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gestione: Miglioramento continuo
“Il miglioramento continuo delle prestazioni complessive dovrebbe essere un obiettivo
permanente dell’organizzazione ”
11
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gestione: decisioni basate su dati di fatto
“Le decisioni efficaci si basano sull’analisi di dati e di informazioni”
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: la norma ISO 9000
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La norma ISO 9000
Dicembre 2000 ISO 9000:2000 Fondamenti e terminologia
ISO 9001:2000 Sistemi di gestione della Qualità. Requisiti
ISO 9004:2000 Sistemi di gestione della Qualità. Linee guida per il miglioramento delle prestazioni
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
REQUISITI• Sistema di gestione per la qualità• Responsabilità della direzione• Gestione delle risorse• Realizzazione del prodotto• Misurazioni analisi e miglioramento
3
Principi della qualità
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Individuare i processi aziendali
La responsabilità del vertice• Ruolo e responsabilità del vertice aziendale si
rafforzano introducendo un processo Top-down
Maggiore libertà decisionale• Approccio nuovo che sposta l’adozione di un
SGQ dalla categoria di obbligo a quella di scelta libera e autonoma (non bisognerà fare un uso distorto della maggiore libertà)
4
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Adeguatezza, efficacia ed efficienza• Spostamento dell’attenzione da un concetto di
conformità ai requisiti ad uno di adeguatezza dei processi alle esigenze dell’organizzazione e del cliente
Esigenze e aspettative• Organizzazione non è più un soggetto passivo
ma deve assumere un ruolo proattivo e farsi carico di individuare quali sono le esigenze e le aspettative del cliente
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Leggibilità e comprensione della norma• Comprensibilità anche ai non esperti
• Documneti guida sull’applicazione dei requisiti
• Linguaggio base di riferimento consolidato in tutto il mondo
Generalizzazione dei requisiti• Formulazione dei requisiti sganciata da risvolti
applicativi (non come vaghezza di contenuti)
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Esclusioni• Raccordo morbido che consente il passaggio
dalle vecchie norme a quelle nuove
• Le esclusioni vengono ammesse per i requisiti inapplicabili attinenti a processi di tipo ralizzativo che l’organizzazione non svolge e dei quali non è responsabile
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Outsourcing • La norma richiede che per i processi esternalizzati,
qualora questi possano influenzare la conformità dei prodotti ai requisiti, l’organizzazione attivi apposite forme di controllo aggiuntive rispetto a quelle richieste per altre forme di approvviggionamento.
• Si solleva in questo modo il problema della responsabilità che ha l’organizzazione dei processi esternalizzati
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il miglioramento continuo • Il miglioramento continuo dell’efficacia dei
sistemi di gestione della qualità e delle prestazioni delle organizzazioni si inserisce nell’organizzazione come un processo
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: La documentazione
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Documentazione di tipo cogente:
- La dichiarazione della politica della qualità
- La dichiarazione degli obiettivi per la qualità
- Il manuale della qualità
- Sei procedure documentate
- Le registrazioni
Documentazione ulteriore necessaria per:
- Pianificare
- Realizzare
- Tenere sotto controllo i processi
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La documentazione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La documentazione prescrittiva
La documentazione di registrazione della qualità
La documentazione descrittiva
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La documentazione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Documentazione prescrittiva
Documentazione di origine interna– Documentazione prescrittiva del
sistema qualità:•Gestione della documentazione
•Gestione della registrazioni
•Gestione delle non conformità
•Gestione della verifiche ispettive interne
•Azioni correttive
•Azioni preventive
– Documentazione prescrittiva tecnica
Documentazione di origine esterna:• Documentazione fornita al cliente
• Documentazione proveniente da fornitori
• Norme tecniche
• Norme di legge e direttive
• Schede di sicurezza
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Ciclo di vita ed individuazione dei responsabili
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La documentazione di registrazione della qualità
Utilità delle registrazioni:•Lasciare evidenza del rispetto delle norme
•Raccogliere dati
•Decidere su dati di fatto
•Avere basi solide per il monitoraggio dei processi
La forma dei documenti• Qualsiasi purchè associato a
momenti di verifica:
• Offerta siglata per la verifica di fattibilità
• Tabulato di computer siglato previo controllo
• Bolla di ricezione firmata dopo il controllo
• Modulo compilato dopo aver annotato l’esito di una verifica
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L’esito della verifica , dell’ispezione e del monitoraggio viene trascritto su un modulo creando il documento di registrazione della qualità
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
La documentazione descrittiva
Fornisce un quadro organico di insieme con riferimenti a due tipologie di documentazione
prescrittiva e di registrazione della qualità
Il manuale della qualità
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il manuale della qualità
1 livello: – Scopo e campo d’applicazione
– Processi gestionali
– Procesi di supporto
– Processi di realizzazione del prodotto
– Matrici di correlazioni tra i documenti
2 livello: • Raccolta della documentazione necessaria per mettere in pratica gli
adempimenti ai requisiti del sistema di gestione della qualità
3 livello• Istruzioni operative
• La modulistica
• Manuali tecnici
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Scopo del manuale per:• L’ente di certificazione: dare visibilità al rispetto della
normativa di riferimento
• Per i clienti principali: visibilità dei processi, dell’organizzazione e delle attività aziendali
• Per la direzione: diffusione della politica e degli obiettivi della qualità
• Per il personale: riferimento interno a cui attenersi per garantire l’attuazione del sistema di gestione della qualità
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Requisiti minimi del manuale: - Sufficientemente descrittivo
- Chiarire il recepimento delle procedure e registrazioni
- Consentire la visibilità sul controllo
- Dare evidenza del PDCA e suo funzionamento
- Dare evidenza del funzionamento del processo di miglioramento
- Chiarire la terminologia
- Chiarire i processi primari
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Risorse
• Infrastruttura
• Ambiente di lavoro
• Personale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Risorse umane• Individuare le competenze necessarie
• Confrontare le competenze esistenti con quelle necessarie
• Individuare le carenze da coprire
• Provvedere all’addestramento
• Verificare se tale addestramento è risultato efficace
Promozione del personale
Ottemperare ai requisiti del lavoro
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Partecipazione e coinvolgimento
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Ambiente di lavoro
• Definire le condizioni dell’ambiente di lavoro per stabilire la conformità ai requisiti del prodotto
• La norma ISO 9004 definisce fattori umani e fisici
Monitoraggio
Prove, verifiche, controlli e misurazioni
• Il monitoraggio dei processi
• Il monitoraggio dei prodotti
• Il monitoraggio della soddisfazione del cliente
Requisiti cogenti
Rispetto dei requisiti di legge che gravano su prodotti e servizi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Approccio per processi
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Situazione:
• Primo approccio: leggere l’azienda ossia valutarsi
• Attenzione al processo
• Raggruppamento delle attività in base alla natura ed al compito
• Parcellizzazione dei compiti (moltiplicazioni delle interfacce)
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Approccio per processi
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Qualunque sia il modello organizzativo la risposta ad una sollecitazione esterna
all’azienda viene attuata mediante una serie di attività correlate e finalizzate alla risposta.
Questo processo determina:– L’efficienza dell’organizzazione
– L’efficacia degli obiettivi e dell’effettiva capacità dei processi di raggiungerli
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Approccio per processi
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Organizzazioni di tipo funzionali:
• Elevati livelli di efficienza
• Favorito la logica tayloristica :– di parcellizzazione della gestione,
– di iperspecializzazione
– di premiare e punire i risultati finali
Si perde di vista il risultato finale
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Approccio per processi
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Le teorie sulla qualità hanno contribuito: • Focalizzare la gestione aziendale sull’obiettivo
finale della soddisfazione del cliente
• Utilizzare strumentalmente la qualità per raggiungere l’obiettivo finale reale: l’utile
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Visione sistemica e trasversale dell’organizzazione che vede l’azienda
come un insieme di processi e non come sommatoria di funzionii da coordinare
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Tecnologie organizzative
• Da semplice ottimizzazione delle attività all’interno delle funzioni all’ottimizzazione globale all’interno del processo
• Nasce la guerra agli sprechi
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Approccio per processi
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Processo (secono la norma ISO) è un insieme di attività correlate o interagenti che
trasformano elementi in entrata in elementi in uscita
• Processi operativi
• Processi di support
• Processi di gestione
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Approccio per processi
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Approccio per funzioni: – Trascura l’aspetto trasversale
– Mirato ad ottimizzare le attività all’interno delle funzioni presupponendo che questo avrebbe portato ad un’ottimizzazione dei risultati
Oggi la gestione degli spazi interfunzionali offre ampi potenziali di miglioramento
• La scelta di un orientamento dell’organizzazione rivolto alla definizione e all’analisi dei processi, che consente di monitorare i processi e le loro interfacce interne ed esterne per poter intervenire con azioni di miglioramento
• Si sancisce il passaggio dall’approccio per funzioni all’approccio per processi.
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il passaggio dall’approccio per funzioni all’approccio per processi
Un cambiamento della struttura organizzativa
Azienda corta o piramide piatta
Vertice strategico e nuclei operativi
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Determina
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Sequenza logica della gestione di un processo
• Identificazione dei bisogni del cliente
• Trasformazione dei bisogni del cliente in caratteristiche misurabili
• Correlazione delle caratteristiche ai parametri di processo di prodotto intermedio o finali
• Definizione di un set di indicatori di processo
• Monitoraggio
• Regolazione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’approccio ISO alla gestione per processi
“un risultato desiderato si ottiene con maggior efficienza quando le relative risorse ed attività sono gestite come un
processo”
L’approccio per processi va a raggruppare le attività aziendali, anche di natura diversa in aggregazioni finalizzate al
raggiungimento dello stesso output
Implica una visione trasversale
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Giustificazione del passaggio1. Efficacia per il cliente
– il livello di efficacia è misurato dal cliente che confronta il risutato con quanto percepito
2. Efficienza per l’organizzazione– Identifica le attività che creano valore
– Le raggruppa in strutture omogenee e coerenti
– Verifica dell’efficacia del raggiungimento in termini di :
• Costi
• Tempi
• Qualità
• Flessibilità
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Non basta essere efficaci per il cliente ma sarà necessario essere efficienti sul piano interno
(l’organizzazione deve essere durevolmente efficace)
� Dal punto di vista del clientebisogna intuire le nuove esigenze e fornire il più alto valore aggiunto
� Dal punto di vista dell’organizzazioneservono capacità distintive che permettano di sostenere economicamente e finanziariamente nel tempo l’efficacia relativa
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I miglioramenti dell’approccio per processi sono dovuti• Alla priorità data alla creazione di valore
• Al rilievo e alla correzione dei malfunzionamenti
• Alla prevenzione degli errori
• All’impiego ottimale delle risorse
La dinamica di miglioramento continuo che si genera determina: • Miglioramenti misurabili
• Gestione delle interfacce
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I requisiti dell’approccio per processi: • La disponibilità al cambiamento
• Delega della direzione
• Spirito imprenditoriale del process owner
• Disponibilità al lavoro di gruppo
• Disponibilità di dati
Svantaggi• Maggior costi di formazione ed addestramento personale
• Maggiori costi per la raccolta e l’analisi dei dati
• Maggior impegno della direzione per l’interpretazione dei dati
• Preoccupazione di perdere le competenze funzionali
• Instabilità dell’organizzazione dovuta alla ridefinizione dei processi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Audit
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Audit
ISO 19011 Linee guida per gli Audit dei sistemi di gestione per la qualità e/o di gestione ambientale
Pubblicata nel febbraio 2003
Verifica ispettiva Audit
Ispettore/Valutatore Auditor
Elementi innovativi:
1. Gestione del programma di Audit
2. Qualificazione degli Auditor basata sull’approccio per competenze
2
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Tipologie di Audit
• Interni – Audit di prima parteeffettuati per il riesame
della direzione o altri fini interni
• Esterni: – Audit di seconda parte effettuati da chi ha
interesse nell’organizzazione, quali clienti
– Audit di terza parte condotti da organismi di certificazione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
I principi dell’Audit
1. Comportamento etico
2. Presentazione imparziale
3. Adeguata professionalità
4. Indipendenza
5. Approccio basato sull’evidenza
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Persone
Esecuzione
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il programma di Audit
Azioni principali riguardano:
• Definizione del programma di Audit
• Attuazione del programma di Audit
• Monitoraggio e riesame del programma di Audit
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PDCA REVIEW TQM
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Gestione del processo del programma di Audit
1° Passo –Definizione degli obiettivi e del programma
dove – quando – quanto
2° Passo – Definizione della responsabilità del programa di Audit
Adeguata competenza delle persone
3° Passo – Definizione delle risorse del programma di Audit
Il responsabile deve stabilire le competenze in relazione ai processi
4° Passo –Identificazione delle procedure del programma
5° Passo –Attuazione del programma
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
6° Passo– Registrazioni del programma di Audit
Forniscono evidenza del soddisfacimento dei requisiti del programma di Audit, trattate per una serie di fasi:
• Pianificazione
• Rapporti di Audit
• Rapporti di non conformità
• Rapporti di azioni a seguire dell’Audit
• Risultati del riesame del programma di Audit
• Valutazione degli Auditor
• Scelta dei gruppi di Auditor
• Mantenimento e miglioramento delle competenze
• Monitoraggio e riesame del programma
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
ISO 19011
Elementi innovativi: 1. Gestione del programma di Audit
2. Qualificazione degli Auditor basata sull’approccio per competenze
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Auditor competente: – Caratteristiche personali adeguate all’attività da
svolgere
– Capacità di saper applicare le conoscenze e le abilità necessarie per condurre un Audit
– Raggiungere gli obiettivi dell’Audit
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Audit interni
• Audit di conformità
• Audit di efficienza ed efficacia
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Audit di conformitàVerificare il rispetto dei requisiti di sistema come definito dalla
documentazione di prescrizione
Verifica le attività attraverso: • Il controllo dei documenti
• Il controllo delle attività in corso
• L’intervista del personale
� 1a fase Individuare ed identificare i requisiti da verificare
� Disporre di tutte le informazioni necessarie e procedere allo studio dei processi
� Check list
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Audit di efficienza e di efficaciaVerificare l’efficienza e l’efficacia del SGQ, quindi la capacità
degli approcci e gli obiettivi dell’organizzazione
L’organizzazione dovrà definire:
- La propria missione e politica
- Le risorse necessare
- I processi e le loro interazioni
- Indicatori di efficienza e efficacia:
- dei processi
- dell’organizzazione
- del miglioramento continuo
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
L’Audit verrà realizzato mediante: • L’esame dei documenti di rilevazione dei processi
• L’esame e l’analisi dei risultati di ciascun indicatore
• Valutazione dei risultati conseguiti rispetto ai parametri-obiettivo
• Valutazione dei trend
• Valutazione dell’influenza dei risultati
• Valutazione dell’organizzazione di autovalutarsi
L’efficacia di questo tipo di Audit dipende da due fattori: 1. Un SGQ della qualità ben applicato
2. Ampia disponibilità dell’organizzazione a collaborare
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Fornitori
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Fornitori
Evoluzione storica• 1920 – 1950 Rapporto inesistente
• 1950 – 1973 Modello tradizionale:
• 1975 – 1980 Modello da stress
• 1980 – 1990 Modello risolto
• 1990 Modello della partnership
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Modello tradizionale
• La mancanza di dinamismo consente relazioni stabili tra clienti e fornitori
• Per l’assemblatore è facile cambiare fornitore
• Il prezzo rappresenta la tattica per la scelta del fornitore
• Mancanza di informazioni reciproche
• Tempi di consegna e qualità dei prodotti trascurati
• La R&S domandata solo all’assemblatore
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Modello da stress• Entra in discussione il rapporto cliente fornitore
• Domanda non allineata alla produzione
• Aumento delle scorte
Nel nuovo modello: – La concorrenza più incisiva
– Si riducono i margini economici di ricavo
– Le imprese escono dal mercato
– Si definiscono procedure di controllo originando nuovi costi
– Nuova enfasi sulla qualità
– Istituiti i primi piani di coinvolgimento dei fornitori
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Modello da risolto
• Prima collaborazione tra assemblatore e fornitore
• Prestazioni di qualità elevate
• Diffusione del just in-time
• Richiesta di maggiori investimenti in R&S
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Modello della partnership1. L’assemblatore controlla la relazione ed il senior partner
2. Le capacità del fornitore vengono considerate di importanza fondamentale
3. L’istaurazione di una relazione sicura e di lungo periodo viene realizzata con capitale in comune o con un vincolo finanziario
� Approccio giapponese
� Considerati i subfornitori
� Fornitori coinvolti nel processo di sviluppo dei nuovi prodotti
� Il prezzo non rappresenta l’elemento discriminante
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Modello della partnershipNella fase di selezione viene preso in considerazione:
- Gli standard qualitativi
- Il grado di collaborazione con i sub fornitori
- Le modalità di consegna
- La presenza su più mercati
- La stratificazione della subfornitura
- Le prestazioni negli anni precedenti
Conseguenza principale: • Instaurazione di un rapporto di lungo periodo con i fornitori trategici
• Accentramento dei volumi
• Riduzione dei costi di gestione
• Fonti alternative per non garantire l’esclusività
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Partnership come strategiaCambiamenti nei comportamenti e negli atteggiamenti del cliente e del fornitore
Benefici della partnership:
– Riduzione e l’eliminazione dei controlli qualità del cliente
– Miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi
– L’aumento della produttività e riduzione delle giacenze
– Diminuzione dei costi unitari
– Stabilità e riduzione del parco fornitori
– Condivisione delle idee e delle esperienze
– Approccio comune al problem solving
– Scambio di informazioni
– Contributo dei fornitori in fase di sviluppo di nuovi prodotti
– Investimenti reciproci
– Accesso da parte dei fornitori a mercati internazionali
– Predisposizione del cliente a fornire gli strumenti
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Partnership come strategia
Ostacoli: • Abbattimento barriere culturali e organizzative
• Mancanza di comunicazione
• Compiacenza del fornitore
• Mancanza di credibilità dell’assemblatore riguardo gli atteggiamenti verso il fornitore
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Il cliente
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
IL CLIENTECon la norma ISO 9000 viene sancito il passaggio da una certificazione di conformità ad una certificazione di efficacia
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Cliente riferimento centrale
Strategia di focalizzazione al cliente :• Trasformare le esigenze in requisiti• Individuare i processi necessari• Rilevare i dati e costruire degli indicatori sul cliente• Misurare l’efficacia del SGQ• Implementare indicatori di prestazioni per la determinazione degli
obiettivi di crescita e per la predisposizione delle azioni correttive
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Sistema di gestione della Qualità
Gestione delle
risorse
Misurazione,
analisi,
miglioramento
Responsabilità della
Direzione
Gestione dei processi
Clie
nte
Clie
nte
Soddis
fazio
ne
Requis
iti
Input OutputProdotto
Servizio
A P
DC
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Valore economico del cliente: • Gestito dalle organizzazione
• Dipende dalla capacità di scegliere i clienti giusti (nell’obiettivo di lungo termine)
• Soddifazione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Soddisfazione
È uno stato d’animo che nasce da un confronto fra quanto atteso e quanto ricevuto
Vari livelli di soddisfazione: • Requsiti
• Aspettative
• Soddisfazione generata
• Soddisfazione passata o in corso
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Conoscenza del clienteDati di percezione• Derivano dalla voce del cliente
• Ricercati nel contatto con il cliente
– Misura della percezione
– Indagini qualitative
– Focus group
Altri indicatori • I dati vengono elaborati all’interno dell’azienda
• Fanno riferimento ad un’attività passata o presente
• L’analisi consente di formulare previsioni e piani: – Analisi di fedeltà effettiva
– Indicatori di processi
– Indicatori di prodotti
– Osservazioni dirette
– Osservazioni indirette
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Ricerca di customer satisfaction
• Definizione degli obiettivi :– Ottenere un quadro strutturato
– Identificare i driver di soddisfazione
– Posizionare la soddisfazione propria rispetto a quella registrata
– Misurare il progresso
– Valutare il comportamento dei clienti
– Ottenere dati da collegare a sistemi di incentivazione
– Creare un canale di comunicazine per i clienti
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Ricerca di customer satisfaction
• Definizione del campo di indagine• Esigenze di qualità dell’indagine
– Validità
– Affidabilità
– Significatività
– Sincerità
– Confrontabilità
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Ricerca di customer satisfaction
• Scelta del campione– Censimento
– Metodo non probabilistico
– Metodo probabilistico
• Somministrazione del questionario• Intervista telefonica o faccia a faccia
• Questionario autocompilato: – Postale
– internet
– Autosomministrato
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Ricerca di customer satisfaction
• Frequenza delle ricerche: – Rilevazioni periodiche
– Permanenti
– Sporadiche
• Gli attori della rilevazione• Pianificazione temporale• Costi
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
�Fornisce una misurazione degli “atteggiamenti” classificandoli da una valutazione assolutamente positivaad una assolutamente negativa. Consente ai rispondenti di indicare quanto essi siano in accordo o disaccordo con le asserzioni costruite in relazione all’obiettivo oggetto della misurazione
�Una scala likert puo’ includere parecchi tipi di scale per costruire un indice
�Nella formulazione originaria, gli “item” che ottenevano punteggi bassi venivano scartati dalla lista finale delle asserzioni
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
� Sempre nella formulazione originaria, la valutazione finale del prodotto o del servizio e’ fornita dal punteggio finale, ottenuto come somma del punteggio dei singoli item. ma punteggi finali identici possono esprimere situazioni diverse.
� oggi la scala likert ha molteplici applicazioni che non seguono l’esatta procedura predisposta da likert
� le valutazioni ottenute (qualitative trasformate in quantitative) consentono, attraverso elaborazioni statistiche avanzate, di fornire importanti informazioni
I QUESTIONARI: LA SCALA LIKERT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi 1
Università telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano” - UNISU
Corso di TECNOLOGIA DEI CICLI PRODUTTIVI
Lezione: Clienti e Benchmarking
Prof. Stefano Poponi
Mail: [email protected]
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Il questionario di customer satisfaction
Finalità:
• Raggiungimento degli obiettivi dell’indagine, in particolare:
– La messa a disposizione di dati quantitativi e qualitativi
– Interrogare i clienti in modo esauriente e sintetico riguardo:
• Gli attributi di soddisfazione
• Il livello di soddisfazione
• La propensione alla fedeltà
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Definizione delle prioritàLa valutazione da parte dei clienti avviene con i seguenti strumenti:
– Scala di valutazione per la soddisfazione
– Con classifica in ordine di importanza dei vari attributi
– Con allocazione di pesi percentuali
• Propensione alla fedeltà, valutata in base:
• Riacquisto
• La longevità del rapporto
• Diversificazione dei prodotti
• Servizi acquistati
• L’intesificazione degli acquisti
• L’elasticità al prezzo
• Passaparola
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
MOLTO SCARSO SCARSO NE’SCARSO NE’BUONO BUONO MOLTO BUONO
(1) (2) (3) (4) (5)
INSODDISFATTO - NE’ INSODDISFATTO/NE’ SODDISFATTO - SODDISFATTO - MOLTO SODDISFATTO
La scaladi valutazione
(1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10)
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Fornisce una misurazione degli “atteggiamenti” classificandoli da una valutazione assolutamente positivaad una assolutamente negativa.
• Consente ai rispondenti di indicare quanto essi siano in accordo o disaccordo con le asserzioni costruite in relazione all’obiettivo oggetto della misurazione
• Una scala likert puo’ includere parecchi tipi di scale per costruire un indice
• Nella formulazione originaria, gli “item” che ottenevano punteggi bassi venivano scartati dalla lista finale delle asserzioni
I QUESTIONARI: LA SCALA LIKERT
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
• Sempre nella formulazione originaria, la valutazione finale del prodotto o del servizio e’ fornita dal punteggio finale, ottenuto come somma del punteggio dei singoli item.
• Ma punteggi finali identici possono esprimere situazioni diverse.• Oggi la scala likert ha molteplici applicazioni che non seguono
l’esatta procedura predisposta da Likert• Le valutazioni ottenute (qualitative trasformate in quantitative)
consentono, attraverso elaborazioni statistiche avanzate, di fornire importanti informazioni
I QUESTIONARI: LA SCALA LIKERT
Test su un piccolo campione per tarare il questionario
Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Elaborazione del questionario
•Livelli di soddisfazione e insoddisfazione
•Propensione alla fedeltà
•Identificazione delle priorità d’intervento
•L’analisi dei commenti
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
BenchmarkingMetodo di analisi comparativa della performance dei processi operativi fra due realizzazioni originali o distinte dello stesso
processo fondamentale
Prevede: – L’esame interno della performance
– Lo studio esterno di organizzazioni superiori nelle performance
L’obiettivo� Non è la stima quantitativa dei gap prestazioni
� Ma l’identificazione delle prassi migliori, mutuabili e adattabili all’organizzazione
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Definizioni
• Benchmarking STRATEGICO
• Benchmarking OPERATIVO
• Benchmarking DELLA PERFORMANCE
• Benchmarking DELLE PERCEZIONI
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
In relazione alle fonti
• Benchmarking COMPETITIVO
• Benchmarking FUNZIONALE
• Benchmarking INTERNO
• Benchmarking GENERICO
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Corso di Tecnologia dei cicli produttivi
Benchmarking come disciplina TQM
• Come Strumento per stimolare il miglioramento
• Come tecnica di management per contribuire il posizionamento strategico dell’organizzazione
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TQM
Non è una checklist, ma uno strumento per mettere incrisi le certezze dei manager evidenziando i gap diperformance dell’organizzazione e stimolando ilmiglioramneto
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